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Come introdurre la fisica quantistica nella scuola secondaria superiore

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– spiegare perché, e in che senso, un insieme di fotoni si comporta come<br />

un’onda c<strong>la</strong>ssica.<br />

Il primo punto non pone grandi problemi: ci si può limitare a osservare che gli<br />

effetti d’interferenza per un oggetto macroscopico sono invisibili a causa del<strong>la</strong><br />

piccolissima lunghezza d’onda. La propagazione rettilinea merita però una discussione<br />

più approfondita, che si trova nel paragrafo che segue. Al secondo<br />

punto sono dedicati i successivi paragrafi, mentre il terzo verrà discusso in 3.9.<br />

3.6. La propagazione rettilinea e <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione d’indeterminazione<br />

Il problema del<strong>la</strong> propagazione rettilinea consiste in questo: se <strong>la</strong> propagazione<br />

di una particel<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> sorgente al rive<strong>la</strong>tore si descrive con un’ampiezza,<br />

quando gli elettroni (o i fotoni) attraversano un foro quest’ampiezza — e quindi<br />

<strong>la</strong> probabilità di rive<strong>la</strong>re <strong>la</strong> particel<strong>la</strong> — non sarà mai nul<strong>la</strong>, anche in un punto<br />

non allineato con <strong>la</strong> sorgente e il foro. Stando così le cose, come si spiega <strong>la</strong><br />

propagazione rettilinea<br />

Naturalmente stiamo par<strong>la</strong>ndo del<strong>la</strong> diffrazione, ma in forma capovolta rispetto<br />

al<strong>la</strong> presentazione tradizionale: <strong>la</strong> cosa da spiegare non è perché ci sia <strong>la</strong><br />

diffrazione, ma al contrario perché essa non sia dominante in ogni situazione.<br />

La soluzione più semplice è di far ricorso di nuovo a un calco<strong>la</strong>tore: non a<br />

scopo di simu<strong>la</strong>zione, bensì di calcolo numerico. Non è affatto difficile calco<strong>la</strong>re<br />

l’ampiezza per diverse geometrie, e dimostrare che l’angolo di diffrazione è dell’ordinedel<br />

rapportofra lunghezza d’ondaedimensioni del foro. Nonsolo: si può<br />

anche far capire perché questo accade: sommando le ampiezze di propagazione<br />

per diversi punti del foro sivedeche solovicinoal<strong>la</strong>propagazionerettilinealefasi<br />

sono pressoché uguali, in modo che le ampiezze si sommano costruttivamente.<br />

In maniera perfettamente analoga si spiega anche <strong>la</strong> legge del<strong>la</strong> riflessione:<br />

in vicinanza del cammino corrispondente al raggio riflesso previsto dall’ottica<br />

geometrica, il cammino varia di poco (questo non è altro che il principio di<br />

Fermat). Di conseguenza anche qui le ampiezze si sommano in fase, mentre<br />

quelle corrispondenti a cammini molto diversi tendono a cancel<strong>la</strong>rsi.<br />

Dal<strong>la</strong>diffrazioneattraversounforoal<strong>la</strong>re<strong>la</strong>zioned’indeterminazioneilpasso<br />

è breve. Com’è noto, siamo sul terreno d’elezione di molte specu<strong>la</strong>zioni filosofiche,<br />

ebasterebbe questo per essere moltoprudenti nel par<strong>la</strong>rne. Si saràosservato<br />

l’uso del termine “re<strong>la</strong>zione” al posto del più tradizionale “principio”: ciò allo<br />

scopo di mettere in evidenza:<br />

a) che non si tratta di un postu<strong>la</strong>to indipendente;<br />

b) che esso ha un significato oggettivo, esprime una proprietà del<strong>la</strong> materia, e<br />

non dipende dall’osservatore.<br />

(Non è forse inutile osservare che il termine “indeterminazione” si è affermato<br />

solo in italiano: il termine originario di Heisenberg era “Unsicherheit,” che in<br />

inglese è divenuto “uncertainty,” e in francese “incertitude”; parole tutte che si<br />

traducono “incertezza.”)<br />

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