Prestazioni – Indennità di disoccupazione agricola ... - Inps

costituzione, dei rapporti di lavoro dall'Università intrapresi con i
lavoratori da lei assunti - come l'interessato - alle proprie dipendenze.
Evidenzia, in proposito, che fra gli ottantadue nominativi assunti, fra i
quali l'appellato, sottoposti ad accertamento, solo sedici avevano, in
occasione della prima assunzione, precedenti di lavoro bracciantile, ed
erano "... spesso in possesso di titolo di diploma di scuola media
superiore o di laurea ...".
Rimarca, poi, la considerazione che dette assunzioni siano avvenute per
chiamata nominativa e sottolinea, a riprova della loro strumentalità, i
frequenti cambi di qualifica che hanno interessato gli stessi soggetti da
un anno all'altro, ed a volte nella stessa stagione.
Quanto al contenuto delle prestazioni lavorative svolte dai lavoratori in
questione ed alle modalità di svolgimento di esse, compreso il Moles,
sostiene che le stesse non siano configurabili come di natura agricola, in
quanto finalizzate ad attività di ricerca e sperimentazione eccedenti
l'esercizio normale dell'agricoltura, non potendo essere riconosciuta
all'Università la natura di impresa agricola.
In sostanza, condividendo l'assunto dei propri ispettori, l'ente afferma
che le chiamate del lavoratore in predicato, come degli altri ottanta e
passa i quali si trovano nella stessa situazione, pur consentita dalla
normativa di cui alla legge n. 38 del 1980, avrebbero dovuto "...iguardare
solo ed esclusivamente lavoratori agricoli da adibire, per il tempo
strettamente necessario alla loro esecuzione, a lavori di natura
esclusivamente agricola ... e non anche in altre attività da considerare
propedeutiche o attinenti alle fasi di sperimentazione vera e propria
(rilevazione dati e trascrizione degli stessi su apposite schede,
pesature, preparazione di campionature, misurazioni varie) ...", con la
conseguenza che, a suo dire, legittimo è stato il provvedimento di
cancellazione dell'interessato dagli elenchi dei lavoratori agricoli -
adottato dalla competente Commissione - a decorrere dalla data
(originaria) di iscrizione.
Premesso quanto già osservato in ordine alla regolarità formale delle
modalità dell'assunzione dei Moles (come dei restanti ingaggi, del tutto
analoghi, riguardanti gli altri lavoratori), assunzione assolutamente
consentita all'Università per via del disposto dell'art. 2 L. 27.2.1980,
sopra riportato per esteso, ed evidenziato che la pratica delle chiamate
nominative - unitamente ad altre circostanze fattuali (vedi il grado
elevato di acculturazione degli assunti) - obbiettivamente ha potuto
indurre il sospetto che detti rapporti di lavoro agricolo siano stati
improntati ad intenti di favoritismo e particolarità, osserva la Corte che
la critica, di carattere generalizzato e massificante, perché riguardante
tutti gli impieghi in predicato, compreso quello del Moles, si scontra con
le risultanze, aventi natura "individualizzante" delle dichiarazioni
testimoniali acquisite in atti, e di cui ha dato atto il primo giudice.
Questi ha evidenziato che i testi, della cui credibilità sottolinea di non
aver motivo di dubitare, hanno riferito come il Moles abbia lavorato alle
dipendenze dell'Università, svolgendo attività prettamente manuali di
coltivazione e cura del processo vegetativo delle piante, in vista delle
successive sperimentazioni; queste, però, non erano a sua cura, ma dei
ricercatori dell'Università.
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