Presentazione - Comune di Bormio
Presentazione - Comune di Bormio
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Benvenuti al<br />
Quinto incontro <strong>di</strong><br />
‘BRICIOLE DI POLENTA’<br />
Incontri sulla storia locale da gustare in<br />
Biblioteca<br />
16 maggio 2012
La stregoneria<br />
- nome, aspetto, identità<br />
- dee, fate, streghe e spiriti nel mondo<br />
- documenti<br />
- luoghi magici e leggende<br />
- acqua, pozioni, formule e iniziazione<br />
- persecuzioni<br />
- da leggere e consultare
Nome, aspetto e identità
Il termine ‘strega’<br />
Deriverebbe dal greco "stryx, strygòs" e sta per ‘strige, barbagianni e uccello<br />
notturno’. Con il passare del tempo assunse il più ampio significato <strong>di</strong> "esperta <strong>di</strong><br />
magia e incantesimi".<br />
Nel latino me<strong>di</strong>oevale il termine utilizzato era lamia, ovvero figura in parte umana e<br />
in parte animalesca, rapitrice <strong>di</strong> bambini. Fantasma che adescava giovani uomini<br />
per poi nutrirsi del loro sangue e della loro carne<br />
- Uccello rapace notturno<br />
- Vive in anfratti rocciosi<br />
e crepe <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici abbandonati<br />
- Non presente in zone dove<br />
nevica più <strong>di</strong> 40 gg. l’anno<br />
- Mangia topi, ratti, talpe, insetti<br />
- Emette suono rauco e sgradevole<br />
- Vola radente a terra, non teme l’uomo<br />
- Ha forti sensori u<strong>di</strong>tivi<br />
- La femmina è più grande del maschio Lamia, Herbert James Draper, 1909
Non brutte come nell’immaginario<br />
L’immaginario riflette la paura <strong>di</strong> creature<br />
abitanti il buio; l’istintività si riporta ‘chi fa<br />
paura è brutto’
Chi erano le streghe a <strong>Bormio</strong><br />
Più donne che uomini<br />
Senza <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> censo, anche se più popolane<br />
Anche bambine e bambini<br />
Numerose provenienti da Semogo, Pedenosso e Livigno
Anche bambine e bambini<br />
Supplizio <strong>di</strong> bimbi nella sinagoga, R. Sadeler, inizio XVII sec.<br />
Una donna in Valfurva nel<br />
1674 condanna due figlie e<br />
un figlio, le prime due<br />
troppo piccole vengono allevate e<br />
tutelate dal parroco, mentre<br />
il figlio morirà come stregone<br />
Anche la Ceriga (Domenica<br />
Trameri) denuncia la figlia perché<br />
accusata d’aver maleficiato la<br />
moglie <strong>di</strong> Domenico Gaglia che<br />
ricorre all’astrologo <strong>di</strong> Camoasco in<br />
Enga<strong>di</strong>na per ottenere un filtro<br />
guaritore
Dee, fate, streghe e spiriti nel<br />
mondo
Iside: ‘santa’ – ‘strega’<br />
Iside, dea della maternità e della fertilità nella mitologia egizia,<br />
con l'aiuto della sorella Nefti (dea dell'oltretomba e del parto) assemblò<br />
le parti del corpo <strong>di</strong> Osiride, riportandolo in vita. Per questo fu<br />
considerata una <strong>di</strong>vinità associata alla magia ed all'oltretomba.<br />
NASCITA + FERTILITA’ + OLTRETOMBA<br />
A Benevento, secondo alcune ipotesi , con l'arrivo del Cristianesimo la dea Iside<br />
venne demonizzata e rimpiazzata dalla figura della Vergine - che presentava le<br />
stesse caratteristiche iconografiche <strong>di</strong> ‘mater lactans’ e assistenza del figlio morto,<br />
<strong>di</strong>venendo quin<strong>di</strong> magica<br />
L'immagine <strong>di</strong> mater lactans (Maria che allatta) con capelli sciolti in<strong>di</strong>ca la<br />
purezza della vergine (solo alle ragazze era concesso sciogliere i capelli)
La dea celtica Morrigan e il color<br />
rosso dell’al<strong>di</strong>là
Fate e streghe<br />
Le quattro streghe, Albrecht Durer, 1497<br />
Le tre grazie <strong>di</strong> Antonio Canova 1813 – 1816<br />
Le Muse e tre figlie <strong>di</strong> Zeus: Aglaia, Eufrosine e Talia,<br />
(che generalmente accompagnano Venere)<br />
simboleggiavano lo splendore, la gioia e la prosperità
Gli spiriti malefici me<strong>di</strong>evali e gli<br />
spiriti in genere<br />
Gli spiriti maligni (larva per i romani) erano per credenza persone morte <strong>di</strong> morte<br />
violenta che non avevano beneficiato del ‘rito <strong>di</strong> passaggio’, inteso come rito<br />
funebre, quin<strong>di</strong> annegati e scomparsi, omici<strong>di</strong>, suici<strong>di</strong> e donne morte <strong>di</strong> parto,<br />
costrette Gli spiriti<br />
a maligni<br />
peregrinare (larva<br />
senza per i romani)<br />
fissa <strong>di</strong>mora erano<br />
(spirito per credenza<br />
demoniaco).<br />
persone morte <strong>di</strong> morte<br />
violenta che non avevano beneficiato del ‘rito <strong>di</strong> passaggio’, inteso come rito<br />
La funebre, cultura quin<strong>di</strong> cristiana annegati del Me<strong>di</strong>oevo e scomparsi, amplificò omici<strong>di</strong>, il concetto suici<strong>di</strong> d’apparizione, e donne morte soprattutto<br />
<strong>di</strong> parto,<br />
dopo costrette la nascita a peregrinare del Purgatorio senza nel fissa XII <strong>di</strong>mora. secolo che permetteva la salvezza a chiunque<br />
sopportasse castighi riparatori e suffragi (messe, preghiere ed elemosine) da parte<br />
<strong>di</strong> La<br />
famigliari.<br />
cultura cristiana del Me<strong>di</strong>oevo amplificò il concetto d’apparizione, soprattutto<br />
dopo la nascita _________<br />
del Purgatorio nel XII secolo che permetteva la salvezza a chiunque<br />
La Sopportasse concezione castighi cristiana riparatori dell’anima e suffragi ‘immateriale (messe, ed preghiere eterna’ e del ed elemosine) corpo ‘materiale da parte e<br />
mortale’ dei famigliari. coprì superficialmente la credenza pagana germanica <strong>di</strong> un doppio fisico<br />
(hamr), che sopravviveva dopo la morte (esisteva un ‘spirito dotato <strong>di</strong> corporalità)<br />
La concezione cristiana dell’anima ‘immateriale ed eterna’ e del corpo ‘materiale e<br />
Nella mortale’ Bibbia coprì c’è superficialmente assenza <strong>di</strong> spiriti la (fantasmi credenza dei pagana morti), germanica chiaro segno <strong>di</strong> un <strong>di</strong> doppio come fisico la<br />
cultura (hamr), cristiana che sopravviveva li rifiutase (Gesù dopo la rassicurò morte (esisteva le donne un al ‘spirito sepolcro dotato e gli <strong>di</strong> apostoli<br />
corporalità)<br />
quando camminò sulle acque e inoltre risorse). Eccezione vien fatta per le visioni<br />
dei Santi.
I documenti
Nulla compare sugli statuti<br />
Non ci sono negli statuti capitoli che riguardano le streghe, ma solo:<br />
-Il 25 in criminale sulla violenza carnale (con condanna per decapitazione)<br />
-Il 26 sull’incesto (impiccagione per uomo e annegamento per donna) non presente<br />
nei vecchi capitoli<br />
-Il 27 sulla sodomia con donne, uomini e animali sopra i 12 anni (rogo e confisca <strong>di</strong><br />
beni)<br />
-Il 28 sull’infantici<strong>di</strong>o<br />
-Il 29 sul veneficio (decapitazione con tortura, anche se la vittima non moriva)<br />
- Sugli statuti <strong>di</strong> Valtellina compare un articolo
La ‘bibbia del male’ e <strong>Bormio</strong><br />
Malleus maleficarum, 1519<br />
…cita la comunità <strong>di</strong> Burbie al<br />
rigo 9
Il malleus o ‘martello delle streghe’<br />
E’ un testo redatto nel 1486 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor<br />
Kramer, allo scopo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare l'urgenza <strong>di</strong> reprimere l'eresia e la stregoneria,<br />
espressa da Innocenzo VIIII attraverso la bolla Summis desiderantes, del 1484.<br />
Divenne il esto principale sulla stregoneria e il manuale per la caccia alle streghe<br />
Le streghe erano condannate per ‘stregheria’. Operavano contro Dio e quin<strong>di</strong><br />
venivano giustiziate sul rogo come gli eretici
Altre stampe sulla magia<br />
Compen<strong>di</strong>um maleficarum
I processi <strong>di</strong> stregoneria<br />
Non esistono processi nel XV secolo, ma solo annotazioni su ‘dati e ricevuti’<br />
Avevano domande in latino e risposte in volgare i<br />
processi del XVII secolo
Sentenza del XVI secolo<br />
Sentenza dell'inquisitore<br />
Modesto Scrofeo contro<br />
Margherita e Agostina,<br />
supposte streghe
Luoghi magici
Le santelle<br />
La santella o tribulina è un particolare tipo <strong>di</strong> e<strong>di</strong>cola comunemente <strong>di</strong>ffusa nella<br />
Lombar<strong>di</strong>a orientale. Il nome deriva dall'italianizzazione del termine <strong>di</strong>alettale santéla,<br />
ovvero ‘luogo dei santi’.<br />
Questi luoghi erano spesso collegati a leggende della tra<strong>di</strong>zione orale, a volte con<br />
riferimenti a culti precristiani.<br />
Erano ‘poste a protezione’.
Pietre magiche<br />
Bocc del Diaul sopra Spigolon (Semogo) e preda Bene<strong>di</strong>da <strong>di</strong> Pezel
Luoghi <strong>di</strong> streghe<br />
I sabba a Prada<br />
Casteler (Semogo)<br />
Altri luoghi erano:<br />
‘Sklapa de li stia’ a Pedenosso,<br />
‘Boc de strion’, ‘Baita de li Stria’ a Valfurva<br />
‘Rez de li stria’ e ‘Sas del <strong>di</strong>aul’ a Val<strong>di</strong>sotto,<br />
‘La boketa de la val del <strong>di</strong>aul’ a Livigno<br />
- Castello <strong>di</strong> S. Pietro, verso la valle <strong>di</strong> Campello, la Reit, il Vallone <strong>di</strong> Uzza il ponte del<br />
<strong>di</strong>avolo, il Vago e altri posti isolati preferibilmente <strong>di</strong> prati con bosco attorno.
Sopra Pradella<br />
Casa <strong>di</strong> Limedec (strega Trameri, detta la volpe, che da inizio ai processi del 1672)
Cara <strong>di</strong> Maren<strong>di</strong>n<br />
Casa <strong>di</strong> Maren<strong>di</strong>n e della madre Maria deli Rum (inizio Semogo)
Leggende popolari <strong>di</strong> <strong>di</strong>avoli e spiriti<br />
Al Sasc del Gat a Cepina: il <strong>di</strong>avolo comparendo alle streghe in forma <strong>di</strong> gatto lascia<br />
le sue impronte infuocate<br />
Al Sasc <strong>di</strong> <strong>di</strong>t a Tirindrè: il <strong>di</strong>avolo voleva caricarsi sulle spalle un sasso che avrebbe<br />
chiuso l’imboccatura del suo cunicolo sotterraneo; per altri avrebbe voluto tirarlo ad<br />
un pastore <strong>di</strong> pecore<br />
In novembre fra Tola e Cepina c’era una processione notturna <strong>di</strong> morti e una donna<br />
chiamata in causa per accendere il fuoco <strong>di</strong> una candela spentasi non vi riuscì.<br />
Dovette tornare con candela e gatto in altra notte al fine <strong>di</strong> liberare la sua anima<br />
incatenata.<br />
Altra simile processione era effettuata davanti alla chiesa <strong>di</strong> S. Gallo.
Acqua, pozioni magiche e<br />
gestualità
L’acqua nemica delle streghe<br />
Incisione ottocentesca con la prova dell'acqua<br />
Si ricor<strong>di</strong>no le leggende ‘de li stria<br />
de Scale’ vicino a Frontale (con<br />
fontana per tempeste<br />
e rintocchi dell’Ave Maria)<br />
Sorgente dell’Adda e battistero
Erbe, funghi e pozioni<br />
Streghe che preparano una pozione, 1489<br />
Amanita muscaria<br />
Amanita citrina
Erbe, funghi e pozioni<br />
BELLADONNA: è una pianta erbacea, perenne, che può raggiungere il metro<br />
e mezzo d'altezza. Tutta la pianta è velenosa I primi dati documentari sulla belladonna<br />
risalgono al 1500.<br />
Il nome belladonna pare derivi dall'uso cosmetico che ne facevano le dame del passato:<br />
l'acqua <strong>di</strong>stillata <strong>di</strong> belladonna veniva utilizzata per rendere più ammaliante lo sguardo,<br />
con la <strong>di</strong>latazione della pupilla (contiene atropina).<br />
ACCONITUM NAPELLUS<br />
è una pianta erbacea della famiglia delle Ranunculaceae con la<br />
sommità del fiore somigliante vagamente ad un elmo antico.<br />
È una delle piante maggiormente tossiche della flora italiana, ed è<br />
maggiormente <strong>di</strong>ffusa nelle zone montagnose delle Alpi.
La necessaria polvere magica<br />
Fabbricata dallo sminuzzamento o incenerimento delle ossa <strong>di</strong> bambini non<br />
battezzati
Formule e gestualità<br />
Il mondo delle streghe era al contrario:<br />
- davano la mano palmo a palmo<br />
- si alzavano al calar del sole<br />
- si riunivano <strong>di</strong> notte<br />
- cavalcavano al contrario<br />
- baciavano il sedere<br />
- ballavano schiena a schiena
L’iniziazione<br />
L’iniziazione <strong>di</strong> una giovane donna alla stregoneria spesso avveniva con<br />
formule magiche pronunciate dentro un cerchio <strong>di</strong>segnato sul terreno entro cui si<br />
calpestava la croce. Seguiva l’incontro con il demonio
Dal cerchio magico al tavolino dei<br />
me<strong>di</strong>um<br />
•Il cerchio magico, o circolo magico, è un rituale neopagano che però ha origini molto antiche<br />
(già i Babilonesi,gli in<strong>di</strong>ani d’America, a religione Wicca <strong>di</strong> culto misterico)<br />
•L'obiettivo era quello <strong>di</strong> creare con l'energia della mente uno spazio immaginario che <strong>di</strong>videsse<br />
il mondo del soprannaturale da quello materiale per facilitare la concentrazione, la sacralità del<br />
rituale e la comunione con le <strong>di</strong>vinità.<br />
•Il cerchio è simbolo <strong>di</strong> pienezza, <strong>di</strong> continuità e ciclicità.<br />
•Secondo la tra<strong>di</strong>zione stregonesca l'universo e l'energia cosmica che lo anima è <strong>di</strong>visa in cinque<br />
forme <strong>di</strong>verse:<br />
Terra, Aria, Fuoco, Acqua, Spirito<br />
e sono questi elementi che in genere vengono chiamati a vigilare sulla sfera.<br />
C’era la:<br />
•Chiusura o sigillatura (Il cerchio viene tracciato e sigillato)<br />
•Operazione rituale all'interno<br />
•Apertura o scioglimento (Il cerchio viene cancellato)
Persecuzioni
Le persecuzioni nel contado<br />
1) 1483/1485 con inquisitori ecclesiastici 41 streghe per il Malleus<br />
2) 1519 con inquisita Giu<strong>di</strong>tta Zenoni (moglie Marioli, notaio) una<br />
decina giustiziate . Termina il tribunale ecclesiastico in <strong>Bormio</strong> perché nel 1557<br />
le Tre Leghe impe<strong>di</strong>scono l’entrata degli ecclesiastici in Valtellina e Conta<strong>di</strong><br />
3) 1630 - 1632 ‘anno delle streghe’ finisce con la Castelera e l’uccisione <strong>di</strong> 34<br />
streghe<br />
4) Molti processi con la morte <strong>di</strong> 1 sola strega nel 1645<br />
5) 1672 – 1676 ben 35 streghe<br />
6) 1715 Elisabetta Rocca (aveva sposato in seconde nozze Giovanni Noale pittoreera<br />
figlia <strong>di</strong> Giampietro Rocca e sorella <strong>di</strong> Baldassarre Rocca, altri pittori)<br />
Non streghe nel 1796.<br />
Circa 150 uccisioni complessive bormine e 60.000 europee
Prima caccia alle streghe<br />
Il Bormiese conobbe la sua prima caccia alle streghe nel 1483, quando le inquisite<br />
venivano condannate vive al rogo dal Tribunale ecclesiastico con l’accusa d’essere<br />
al servizio del <strong>di</strong>avolo e conseguentemente rinunciatarie a Dio.<br />
Quarantuno furono le streghe giustiziate nel Contado <strong>di</strong> <strong>Bormio</strong>, inquisite per aver<br />
mangiato bambini morti.
Dal 1519<br />
Ancora bruciate vive.<br />
I Grigioni, <strong>di</strong>venuti signori del Bormiese nel 1512, con decreto emanato nel 1557<br />
impe<strong>di</strong>rono l’entrata nei territori Valtellinesi agli ecclesiastici e per questo motivo le<br />
seguenti cacce alle streghe non si avvalsero <strong>di</strong> tribunali ecclesiastici ma <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci<br />
civili.
Dal 1630<br />
Ogni carestia, terremoto, frana, alluvione, etc. richiedeva un colpevole e questo<br />
portò spesso ad identificarlo “nella strega”; come accadde durante la peste del<br />
1630 che falci<strong>di</strong>ò la popolazione dell’Italia del nord, risparmiando miracolosamente<br />
la Comunità <strong>di</strong> <strong>Bormio</strong>, che comunque nell’angoscia e nella paura si rivelò il<br />
substrato ideale per una nuova ondata <strong>di</strong> stregoneria.
Dal 1645 al 1715<br />
Ancora fra il 1645 e il 1650 i processi furono eseguiti ma solo un rogo si accese<br />
nel 1645. Dopo tale data si assistette all’intervento del Vescovo che tentò <strong>di</strong><br />
frenare il fenomeno, stabilendo un atteggiamento contrario a quanto era accaduto<br />
fino ad allora.<br />
Tra il 1672 e il1676 però altre 37 persone furono giustiziate e su <strong>di</strong> esse venne<br />
cercato il “bollo del <strong>di</strong>avolo”, corrispondente ad un neo, una cicatrice, una macchia<br />
scura o quant’altro, che potesse confermare l’appartenenza della donna, o<br />
dell’uomo, al <strong>di</strong>avolo.<br />
I Gesuiti istituirono il confortatorio, ovvero un locale sito presso Palazzo Pretorio,<br />
dove i predestinati a morte potevano ottenere conforto la sera precedente<br />
all’esecuzione.<br />
L’ultima strega condannata a morte nel Bormiese fu, nel 1715, Elisabetta Rocca <strong>di</strong><br />
Oga.
Dopo l’arresto<br />
Dopo ‘mormorazione della gente’, ‘denuncie’ , …..<br />
Se la strega non veniva trovata in casa, dai mandatari del podestà e del<br />
consiglio, sulla sua<br />
porta si <strong>di</strong>segnava una croce<br />
bianca e da quel momento la<br />
stessa veniva ritenuta ban<strong>di</strong>ta<br />
a vita dal contado
Cosa raccontavano ai giu<strong>di</strong>ci<br />
- s’imparava l’arte del maleficio<br />
- si effettuavano i voli ai sabba<br />
- s’incontrava il <strong>di</strong>avolo carnalmente e spiritualmente<br />
- s’insegnava<br />
S’insegna<br />
S’impara<br />
Si opera
Le credenze prima d’allora<br />
Greci, Celti, Egizi, …. pensavano che gli spiriti riempissero gli spazi a noi vicini e<br />
che l’Al<strong>di</strong>là fosse un regno invisibile popolato da <strong>di</strong>vinità, fate e giganti che<br />
potevano assumere molteplici forme.<br />
Il confine fra il reale e l’invisibile non era netto e mentre i veggenti abitavano<br />
entrambi gli spazi, agli eroi era concesso il vantaggio <strong>di</strong> potevi entrare.<br />
L’arte <strong>di</strong>vinatoria era molto praticata e si riponeva fiducia estrema in sogni e visioni<br />
Le formule magiche per i Celti non potevano<br />
essere scritte ma solo tramandate oralmente<br />
(a <strong>di</strong>fferenza delle leggi) per non perdere in forza.<br />
Forse questo potrebbe essere uno dei motivi che non fa trovare<br />
nei processi <strong>di</strong> stregoneria pochi formulari.
Reati ricorrenti<br />
- rovine, slavine, incen<strong>di</strong>, sassi (vicino al cimitero <strong>di</strong> Isolaccia nel 1630)<br />
- danneggiano bestiame e raccolti<br />
- ‘maleficiavano’ bambini (non si potevano lasciare i panni dei bimbi <strong>di</strong> notte)<br />
- calpestavano la croce<br />
- utilizzavano polvere e unguento per ammalare e far morire<br />
la credenza voleva che l’aglio le tenesse lontane e che la campana le allontanasse
‘Ci si appresta a volare’<br />
L’unguento usato per volare pare non fosse presente nella stregoneria<br />
precedentemente al XV secolo.<br />
Di seguito si ritrova formato da:<br />
grasso o cenere <strong>di</strong> bambini non<br />
battezzati, sangue <strong>di</strong> pipistrello,<br />
vipere, rospi, ossa <strong>di</strong> morti, sangue<br />
mestruale ....<br />
La strega rimaneva nello stesso<br />
luogo dove s'era unta, cadendo in<br />
una sorta <strong>di</strong> trance, seguita da un<br />
sonno profondo. Svegliatasi avrebbe<br />
raccontato <strong>di</strong> aver percorso spazi<br />
inimmaginabili<br />
Il volo delle streghe bormine avveniva<br />
solitamente immaginato su bastone
L’utilizzo <strong>di</strong> oli<br />
Sembra che i Fenici siano stati una delle prime popolazioni a de<strong>di</strong>carsi alla olivicoltura. Oltre<br />
che in ambito culinario l’olio veniva utilizzato per confezionare le focacce destinate ai sacrifici,<br />
come moneta <strong>di</strong> scambio, come balsamo me<strong>di</strong>camentoso e cosmetico, come combustibile per il<br />
riscaldamento, l’illuminazione e per la profumazione domestica.<br />
I Romani riconoscevano all’olio molteplici valenze fra cui le qualità terapeutiche<br />
E’stato usato da stregoni, sacerdoti, sciamani, fattucchieri e dai primi me<strong>di</strong>ci per ripulire e<br />
favorire la guarigione delle ferite, per ridurre dolori, per massaggi muscolari ed articolari<br />
nei guerrieri e nei lottatori con lo scopo <strong>di</strong> recuperarne la funzione. Quello che Omero (IX-<br />
VIII a.C.) chiamava “oro liquido” è stato ritenuto in<strong>di</strong>spensabile anche per la cura delle<br />
ustioni, delle dermatiti, per preservare la cute dai raggi solari, per i sofferenti <strong>di</strong> stomaco,<br />
fegato, intestino.<br />
Il significato religioso :<br />
In parecchie culture si riteneva che l’olio avesse<br />
un’energia particolare, sia per le sue caratteristiche fisiche che chimiche<br />
(non si mescola all’acqua, isola e rende impermeabile ciò che è unto…)<br />
Nell’Antico Testamento l'unzione aveva significato <strong>di</strong><br />
consacrazione
Il volo<br />
« Unguento, unguento<br />
portami al noce <strong>di</strong> Benevento<br />
sopra l'acqua e sopra il vento<br />
e sopra ogni altro maltempo. »<br />
CURIOSITA’<br />
Anche gli uccelli<br />
acquatici hanno<br />
un’untuosità che<br />
non fa bagnare il<br />
piumaggi<br />
La partenza per il sabba, T. A. Steinlein, XIX - XX sec.
Credenze sul volare<br />
Goya: l'unguento trasforma all'istante le streghe in esseri bestiali che<br />
spiccano il volo verso il sabba<br />
il cavallo era guida dell'uomo nei mon<strong>di</strong> spirituali<br />
luminosi degli dèi<br />
il cigno dona la capacità <strong>di</strong> interpretare i sogni e<br />
rappresenta l'evoluzione spirituale<br />
il lupo guida coloro che si avventurano nei<br />
mon<strong>di</strong> spirituali e dei morti
Tramutazione in animali
Rappresentazioni in <strong>Bormio</strong>
Il gatto e la scopa<br />
Il culto della dea-gatta Bastet (protettrice della fertilità,<br />
delle gioie terrene e della salute) si tramutò in una ‘caccia al gatto’ nel<br />
Me<strong>di</strong>oevo. Uccidere un gatto nell’antico Egitto era giu<strong>di</strong>cato un vero attentato<br />
contro la <strong>di</strong>vinità e il reato veniva punito con la pena <strong>di</strong> morte.<br />
Nel 1233 papa Gregorio IX emanò la bolla Vox in Rama che fu il primo documento<br />
ecclesiastico ufficiale a condanna dei gatti neri come incarnazione <strong>di</strong> Satana e dava<br />
l'avvallo della chiesa <strong>di</strong> Roma allo sterminio dei gatti e delle loro padrone.<br />
Papa Innocenzo VIII scomunicò ufficialmente tutti i gatti nella sua bolla papale<br />
Summis desiderantes, emanata nel 1484. I principi da lui enunciati vennero in<br />
seguito incorporati nel famoso Malleus Maleficarum .<br />
Anche il possesso <strong>di</strong> scope era fortemente sospetto perché la pulizia era<br />
considerata <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevole per l'epoca (da qui l'iconografia classica della strega con la<br />
scopa).<br />
Con l'Illuminismo le donne e i gatti cessarono <strong>di</strong> essere perseguitati.<br />
Era opinione <strong>di</strong>ffusa che le streghe si generassero dai gatti, trascorsi 7 anni, e che<br />
per scongiurare il pericolo bisognasse incidere una piccola croce sulla pancia dei<br />
gattini appena nati.
Ai sabba <strong>di</strong> ‘giovedì’
Fuoco ai sabba<br />
Sabba <strong>di</strong> streghe, Salvator Rosa, 1649<br />
• Il sabba delle streghe, H. B. Grien, 1514
Il fuoco<br />
Il fuoco era considerato la controparte terrena del sole. La Potenza in terra (COME IL<br />
DIAVOLO)<br />
Come il sole alimentava e al contempo <strong>di</strong>struggeva la vita: <strong>di</strong>struggeva l’esistente e<br />
purificava il terreno affinché dalle ceneri rinascesse altra vita (fertilizzava).<br />
Per i Celti esistevano in suo onore due cerimonie SAMAIN e BELTAINE che <strong>di</strong>videvano<br />
l’anno in due stagioni (estate e inverno) e servivano ad incoraggiare il sole a compiere il<br />
ciclo annuale per farlo ‘tornare dalla sua morte stagionale’ (RINASCITA DELLA NATURA)<br />
Nel cristianesimo attribuisce al fuoco infernale la purificazione delle anime dannate
Convegni <strong>di</strong> streghe
Adorazione del <strong>di</strong>avolo<br />
Streghe che ascoltano il <strong>di</strong>avolo raffigurato come un gatto, M. Le Franc, 1440
Cernunno<br />
I Celti pagani adoravano una <strong>di</strong>vinità chiamata Cernunno<br />
(dotata <strong>di</strong> corna) che rappresentava il signore della natura,<br />
degli animali, dell’agricoltura, della prosperità e degli inferi.<br />
Il suo ritratto aveva corpo umano con corna <strong>di</strong> cervo ed era<br />
seduto come sedeva Buddha.<br />
Nell’iconografia cristiana <strong>di</strong>venne il modello per la<br />
rappresentazione del <strong>di</strong>avolo.
Rappresentazioni del <strong>di</strong>avolo<br />
Il sabba delle streghe, F. Goya,<br />
XVIII - XIX sec.<br />
Il gran caprone, F. Goya, XVIII - XIX sec
Pene ghiacciato e l’unione carnale<br />
Strega e stregone, ministri <strong>di</strong><br />
Satana, P. Boaistuau, 1597
Priapo e l’asino<br />
Il <strong>di</strong>avolo aveva pene e sangue ghiacciati e l’unione con le streghe spesso non era da loro<br />
avvertita<br />
Nella Roma antica PRIAPO (<strong>di</strong>o del fallo) spesso era raffigurato come vecchio, brutto, con il<br />
viso <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> rosso e il pene eretto.<br />
L’animale a lui de<strong>di</strong>cato era l’asino, allora simboleggiante<br />
la lussuria.<br />
L’asino spesso rappresenta nell’iconografia<br />
me<strong>di</strong>oevale anche il <strong>di</strong>avolo.<br />
Demonio con testa d’asino<br />
J. H. Fussli, XVIII-XIX sec.
Una catena <strong>di</strong> sventurate<br />
Spesso questa confessione avviava una serie d’altre catture a catena;<br />
ogni strega ammetteva infatti <strong>di</strong> aver ballato ai sabba con altre streghe,<br />
<strong>di</strong> aver operato malefici in gruppo, <strong>di</strong> aver avuto maestre nell’utilizzato <strong>di</strong><br />
erbe allucinogene o nella pratica della triturazione delle ossa <strong>di</strong> bambini<br />
già morti per comporre unguenti, o ancora d’essere state istruite sui<br />
gesti e sulle formule da compiersi, o sull’educazione magica per<br />
<strong>di</strong>ventare lupi, volpi e gatti, o altro.<br />
I nomi <strong>di</strong> altre persone erano fatti e con questi s’attivava la procedura<br />
della cattura e susseguentemente, quasi per tutte, della pena capitale.<br />
Se fortunatamente le malcapitate riuscivano a fuggire prima dell’arresto,<br />
esse venivano ban<strong>di</strong>te a vita dal territorio quali “ree confesse” e mai<br />
avrebbero potuto rientrarvi previa uccisione senza processo.
Interrogatorio con la corda<br />
Interrogatorio sotto tortura<br />
A. Magnasco, XVII - XVIII sec.
Il cavalletto
La confessione<br />
La condanna <strong>di</strong> una presunta strega doveva ottenere la confessione della vittima<br />
(estorta generalmente sotto tortura) per poter procedere all’uccisione della stessa,<br />
previa decapitazione e successiva bruciatura.
La confessione dei malefici<br />
Liberazione <strong>di</strong> un indemoniato,<br />
Maestro <strong>di</strong> S. Severino, XV sec.<br />
Un <strong>di</strong>avolo lascia un’indemoniata che riceve la<br />
comunione, P. Boaistuau, 1597
Esorcismo F. Goya, XVIII-XIX sec
L’umiliazione del corpo nudo<br />
La ricerca del bollo <strong>di</strong>abolico e la tortura erano momenti <strong>di</strong> forte paura a cui<br />
seguiva spesso l’umiliazione della nu<strong>di</strong>tà, in un momento storico dove il nudo era<br />
vissuto con vergogna, imbarazzo e timore anche nell’intimità.<br />
Questo atteggiamento è stu<strong>di</strong>ato nella tendenza psicologica<br />
‘sensuale – comunicativa’ dell’attuale’ nudo – terapia’<br />
psicologica americana.
Accompagnate a morte<br />
Il loro ultimo percorso partiva dalla piazza del Kuerc <strong>di</strong> <strong>Bormio</strong>,<br />
su cui s’affacciava Palazzo Pretorio<br />
contenente le carceri e la marza,<br />
per terminare in località “la Giustizia”<br />
(fra Prema<strong>di</strong>o e <strong>Bormio</strong>) dove le<br />
attendeva un falò volutamente pubblico.
Palazzo pretorio e porta delle carceri (nel processo delle Cerighe si <strong>di</strong>ce che la Vecchia<br />
è nel carcere meno angusto e la giovane in quello ‘obscuro’) .<br />
Esisteva la marza anche a Sondrio
Rogo e decapitazione<br />
La decapitazione per i Celti<br />
Pensavano che l’anima risiedesse nella testa, quin<strong>di</strong> per celebrare il loro<br />
trionfo decapitavano le vittime.<br />
Nelle loro leggende spesso le teste staccate dal tronco continuavano a<br />
vivere e a parlare autonomamente.<br />
Facevano il gioco ‘<strong>di</strong> scommettere la testa’ per <strong>di</strong>mostrare il loro valore.<br />
Credenza riconducibile alla stregoneria<br />
A queste credenze è possibile ricondurre la necessita, dopo il 1519, <strong>di</strong><br />
decapitare le streghe e poi bruciarle per essere certi della loro non più<br />
possibile attivazione
Il rogo e l’impiccagione<br />
Il rogo<br />
Conta<strong>di</strong>na posseduta<br />
dal demonio e<br />
impiccata, incisione 1520
Chi si oppose ai soprusi<br />
Paolo Sfrondati<br />
Muore 1676, nipote del pontefice Gregorio XIV, tenta <strong>di</strong> convincere i testimoni a<br />
non testimoniare contro le streghe. Si ricor<strong>di</strong> che chi aiutava le streghe era<br />
considerato tale.<br />
Faceva terribili penitenze e volava convertire i Grigioni alla religione cristiana<br />
Bollettino del Centro Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Bormio</strong> <strong>di</strong> Ilario Silvestri, "... in questa materia <strong>di</strong> stragarie ella<br />
sia morta innocentissima"<br />
•Una sentenza <strong>di</strong> stregoneria e la vibrante quanto coraggiosa opposizione <strong>di</strong> padre Paolo<br />
Sfondrati, una voce fuori dal coro nella <strong>Bormio</strong> secentesca. Ilario Silvestri rinnova il ricordo <strong>di</strong><br />
questo personaggio morto in odore <strong>di</strong> santità.
Da leggere
Libri sulla stregoneria <strong>di</strong> <strong>Bormio</strong><br />
Pubblicazione del 1864 su<br />
Maddalena Lazzeri <strong>di</strong> Turripiano nel 1673<br />
… fa un testamento ‘inter vivos’,<br />
(efficace durante il periodo in vita) verso la<br />
Parrocchia <strong>di</strong> Prema<strong>di</strong>o prima d’essere<br />
inquisita …..
Massimo Bormetti - maggio 1964 Stefano Sardo - luglio 1987<br />
Maren<strong>di</strong>n: è l’unico che <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> a usato erbe Modalità <strong>di</strong> processo del 1631<br />
‘erba del malam’ e ‘erba tirella’
Ultime pubblicazioni<br />
Roberto Grassi, 2007 Roberto Borin, 2011<br />
Cerighe: la maleficiata Barbara parla<br />
Viaggio fra le streghe d’Italia<br />
tramite suoi spiriti
Sito sulla stregoneria<br />
Ilario Silverstri, 1998<br />
La stregoneria a <strong>Bormio</strong> nel Seicento<br />
Processo contro le Ceriche del 1630<br />
Sotto il podestà Giasone Foliani<br />
www.lombar<strong>di</strong>abeniculturali.it/bormio/saggi/caccia-streghe/<br />
Lombar<strong>di</strong>aBeniCulturali<br />
La stregoneria nel contado <strong>di</strong> <strong>Bormio</strong><br />
Streghe già pubblicate sono quelle al 1632, con un lavoro<br />
pari a 7 interventi annuali che ci lasciano ad ora 1500 pag.<br />
(che giungeranno a termine lavoro a circa 2000)
Termine degli incontri ‘Briciole <strong>di</strong> polenta’<br />
Il comune <strong>di</strong> <strong>Bormio</strong> ringrazia per la partecipazione