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FARMACOCINETICA DELLA LEVODOPA - Limpe

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<strong>FARMACOCINETICA</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>LEVODOPA</strong><br />

Fabrizio Stocchi<br />

IRCCS San Raffaele, Roma<br />

1. Introduzione<br />

In termini estremamente esemplificativi, la malattia di Parkinson (MP) è caratterizzata<br />

dalla carenza di dopamina a livello del nucleo striato e della substantia nigra.<br />

Da un punto di vista terapeutico, i farmaci che stimolano il sistema dopaminergico<br />

sono utili nel ridurre temporaneamente i sintomi motori (tremore, rigidità e bradicinesia)<br />

della malattia.<br />

La levodopa, precursore che viene convertito in dopamina una volta raggiunto il sistema<br />

nervoso centrale, è il più potente farmaco dopaminergico disponibile; prima o poi,<br />

tutti i pazienti affetti da MP devono ricorrere alla levodopa per controllare i propri sintomi.<br />

Sfortunatamente, la maggioranza dei pazienti che risponde alla levodopa sviluppa<br />

complicanze motorie durante la terapia a lungo termine.<br />

Queste complicanze comprendono sia fluttuazioni motorie, cioè marcate oscillazioni<br />

tra stato di immobilità (OFF) e mobilità (ON), sia movimenti involontari, come discinesie<br />

(di picco o difasiche) e distonie (di picco o del mattino) (tabella I).<br />

Tabella I. Complicanze motorie in corso di terapia continuativa con levodopa<br />

Fluttuazioni motorie<br />

Fluttuazioni motorie on/off<br />

Alternanza di periodi, non prevedibili,<br />

di risposta piena e di risposta parziale o nulla<br />

alla levodopa<br />

Deterioramento di fine dose (wearing off)<br />

Acinesia al risveglio<br />

Periodi prevedibili di risposta parziale o nulla<br />

alla levodopa<br />

Movimenti involontari<br />

Discinesia<br />

Movimento anormale e scoordinato<br />

dei muscoli volontari (scheletrici).<br />

Distonia<br />

Contrazioni involontarie, protratte,<br />

che causano movimenti di torsione ripetitivi,<br />

spesso dolorosi che costringono ad assumer e<br />

posture anormali o bizzarre.<br />

Freezing<br />

Brusca e repentina incapacità di iniziare<br />

movimenti volontari, in particolare il cammino<br />

Le complicanze motorie non sono presenti all'inizio della terapia, ma esordiscono gradualmente<br />

dopo mesi o anni di trattamento con levodopa; nel tempo possono diventare<br />

molto debilitanti e difficili da controllare con i trattamenti farmacologici.<br />

La patogenesi delle alterazioni della trasmissione dopaminergica, che costituisce la<br />

base delle complicanze motorie sviluppate a seguito della terapia prolungata con<br />

levodopa, è nota solo in parte. Studi condotti su modelli animali fanno ritenere che le<br />

variazioni farmacocinetiche dovute alle diverse modalità di assunzione del farmaco<br />

provochino un'alterazione della funzione dei gangli della base, con modificazioni della<br />

plasticità recettoriale, caratterizzate generalmente da fenomeni di tolleranza e sensibilizzazione<br />

(reverse tolerance).


2. Fluttuazioni motorie e movimenti involontari levodopa-correlati<br />

Le fluttuazioni motorie e le discinesie-distonie osservate nei pazienti affetti da MP traggono<br />

origine da cause legate sia alla farmacocinetica, sia alla farmacodinamica della<br />

levodopa.<br />

Infatti, nei primi anni di trattamento con levodopa, nelle fasi iniziali della malattia, i<br />

pazienti parkinsoniani godono di una buona motricità, che si protrae ben oltre il tempo<br />

di permanenza del farmaco nel sangue, che è di alcune ore.<br />

Con il proseguimento della terapia, tuttavia, questo tempo di efficacia clinica si accorcia<br />

sempre più, nonostante la farmacocinetica della levodopa non registri variazioni<br />

nel corso degli anni.<br />

Compaiono i primi movimenti involontari, di tipo difasico, che con il passare del tempo<br />

tendono ad accompagnare l'intero periodo di motricità (ON) del paziente.<br />

Inoltre, si vengono progressivamente a determinare due livelli plasmatici critici, uno che<br />

indica la soglia della motricità e uno che indica quella dei movimenti involontari.<br />

Queste due soglie delimitano un intervallo di concentrazione plasmatica che può essere<br />

definito "finestra terapeutica".<br />

Nei pazienti in stato avanzato di malattia, le due soglie sono molto vicine e la finestra<br />

terapeutica diviene strettissima, tanto che questi pazienti alternano fasi di buona motricità<br />

con movimenti involontari a fasi di totale acinesia parkinsoniana (fig.1).<br />

Figura 1. Change in levodopa response over time<br />

Questa figura rappresenta shematicamente come per una risposta farmacocinetica<br />

sempre uguale nel tempo possa variare la risposta farmacodinamica nelle diverse fasi<br />

di malattia.<br />

Al restringimento della finestra terapeutica contribuiscono non solo elementi legati alla<br />

farmacocinetica e alla fisiopatologia della malattia, ma soprattutto fenomeni dinamici.<br />

Infatti, la soglia di risposta motoria non varia consistentemente nel corso della malattia,<br />

mentre si accorcia la durata d'effetto del farmaco e si abbassa significativamente la<br />

soglia delle discinesie.<br />

Farmacocinetica della Levodopa<br />

La Levodopa è un aminoacido largo neutro sintetizzato dalla L-tirosina grazie all'enzima<br />

tiroxina idrossilasi.<br />

La levodopa viene convertita in dopamina dalla dopa decarbossilasi.


La tirosina idrossilasi è un enzima molto specifico e si trova soltanto nel cervello, nei<br />

gangli simpatici e nelle surrenali.<br />

Al contrario la dopa decarbossilasi è un enzima molto diffuso e poco specifico.<br />

La levodopa può inoltre essere trasformata in 3-O-metildopa dall'enzima cotecol-Ometiltrasferasi<br />

presente soprattutto nel fegato e nei globuli rossi.<br />

La levodopa viene assorbita principalmente nell'intestino tenue prossimale e raggiunge<br />

il torrente ematico grazie ai carrier attivi di barriera non saturabili.<br />

Dopo l'assorbimento, la levodopa viene quasi completamente metabolizzata e soltanto<br />

1% viene escreto con le urine ed il 2% con le feci.<br />

Il picco plasmatico (C-max) variabile da 0.25 a 2.5 microgrammi/ml viene ottenuto<br />

dopo 30 ai 120 minuti dalla somministrazione orale di 1g di levodopa.<br />

L'emivita è di 1-1.75 ore.<br />

La levodopa non si lega alle proteine e quindi cio che può influenzare parte libera e<br />

parte legata non ha alcuna rilevanza clinica.<br />

La farmacocinetica della levodopa può essere influenzata da diversi fattori di tipo<br />

endogeno esogeno e iatrogeno.<br />

Lo svuotamento gastrico, talvolta alterato nel paziente affetto da Morbo di Parkinson,<br />

ed i fattori che lo regolano (assunzione di cibo, interazione con farmaci) rappresentano<br />

un elemento critico dell'assorbimento influenzando in misura determinante la farmacocinetica<br />

della levodopa e quindi la risposta clinica.<br />

Infatti il rallentato transito gastrico può ridurre la quota di levodopa biodisponibile in<br />

quanto la levodopa non viene assorbita a livello gastrico e quindi la levodopa stessa<br />

rimane "imprigionata" nello stomaco.<br />

I diversi alimenti possono influenzare la farmacocinetica della levodopa influenzando<br />

lo svuotamento gastrico (fig. 2).<br />

Figura 2<br />

Livelli plasmatici di levodopa dopo somministrazione di 100 mg di levodopa e 25 mg di carbidopa<br />

a cinque ore di intervallo e a tre ore di intervallo in diverse fasi della malattia.<br />

Si noti che la farmacocinetica della singola dose è simile ma nel secondo paziente (curva a destra)<br />

è evidente un ritardato assorbimento della dose delle 13 dovuto a rallentato svuotamento gastrico.<br />

Livelli plasmatici più stabili di levodopa possono essre ottenuti infondendo dire t t a m e n t e<br />

il farmaco nel piccolo intestino mediante pompe infusionali.<br />

In questo modo si evita l'erraticità di assorbimento dovuta allo svuotamento gastrico e<br />

quindi si ottengono livelli più stabili e prevedibili (fig. 3)


Figura 3.<br />

Livelli plasmatici di levodopa dopo ripetute somministrazioni orali (quadrati) e dopo infusione<br />

intraduodenale (cerchi)<br />

Alcuni farmaci possono indirettamente interferire con la levodopa aumentandone la d i s-<br />

ponibilità (alcuni antibiotici, procinetici) o diminuendola (anticolinergici, tamponanti gastrici).<br />

Soluzioni orali di levodopa possono migliorare l'assorbimento ma tale possibilità risulta<br />

limitata dalle caratteristiche di scarsa solubilità acquosa e degradabilità in soluzione<br />

della levodopa.<br />

La levodopa esterificata è molto più solubile e ha un profilo farmacocinetico migliore<br />

delle classiche preparazioni orali in quanto riesce a passare rapidamente lo stomaco.<br />

La quantità di levodopa presente nel sangue è fortemente influenzata dalla presenza<br />

degli inibitori della dopa-decarbossilasi carbidopa e benserazide che però non ne<br />

modificano l'emivita.<br />

Gli inibitori delle COMT oltre a limitare il catabolismo periferico della levodopa ne<br />

aumentano l'emivita e l'AUC (fig. 4).<br />

Figura 4.


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