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Rivista n° 64 - Ordine degli Architetti della Provincia di Verona

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giorgio massignan e<strong>di</strong>toriale<br />

Le tre istituzioni, Regione, Province e Comuni, dovrebbero integrarsi nella programmazione e progettazione<br />

del territorio, con tre <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> competenze:<br />

la Regione: ha il compito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care ed orientare l’azione <strong>di</strong> programmazione e pianificazione del<br />

proprio territorio, prevedendo delle forme <strong>di</strong> sviluppo sostenibile con il minimo consumo <strong>di</strong> risorse territoriali;<br />

dovrà configurare la programmazione generale, ed i regolamenti a cui dovranno attenersi i<br />

lavori <strong>di</strong> pianificazione delle Province e dei Comuni. Ovviamente è necessaria la pariteticità dei tre enti<br />

nell’in<strong>di</strong>care le vocazioni territoriali, le linee <strong>di</strong> sviluppo e le priorità locali.<br />

Gli avvenimenti economici del dopoguerra nel Veneto hanno causato un profondo cambiamento<br />

delle sue caratteristiche paesaggistiche, ora <strong>di</strong>ventano prioritari dei progetti <strong>di</strong> riqualificazione del paesaggio<br />

veneto devastato da una sconsiderata e selvaggia e<strong>di</strong>lizia industriale e non solo, <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a<br />

dell’ambiente e del patrimonio storico culturale, <strong>di</strong> un piano efficiente <strong>della</strong> mobilità su ferro e su<br />

gomma, oltre che <strong>di</strong> un regolamento che preveda <strong>di</strong> concedere la possibilità <strong>di</strong> realizzare delle nuove<br />

aree <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia a carattere industriale, terziario e <strong>di</strong>rezionale, solo se giustificata da un<br />

oggettivo bisogno, confermato da dati ed analisi.<br />

Nella nuova legge regionale andrebbe integrata e mo<strong>di</strong>ficata anche la famosa legge 24, che tanti<br />

danni ha causato al nostro paesaggio rurale, per sostituirla con <strong>degli</strong> articoli che possano certamente<br />

dare gli strumenti necessari agli operatori agricoli <strong>di</strong> attrezzarsi per il loro lavoro, ma che non vi siano<br />

delle “pieghe”che permettano, come è successo e sta succedendo, <strong>di</strong> utilizzare delle norme stu<strong>di</strong>ate<br />

in funzione del lavoro agricolo, per costruire e<strong>di</strong>fici civili in zone rurali.<br />

La stessa pianificazione e localizzazione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> depurazione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche e <strong>di</strong> cave, andrebbe<br />

fatta in concerto tra i tre enti, analizzando obiettivamente i dati ambientali ed urbanistici e non con<br />

decisioni autoritarie.<br />

La <strong>Provincia</strong>: controlla che i piani regolatori comunali siano coerenti con la programmazione territoriale<br />

<strong>della</strong> Regione, raccorda e coor<strong>di</strong>na le pianificazioni locali.<br />

Il sistema <strong>della</strong> mobilità, quello produttivo e quello ambientale devono avere una progettazione<br />

intercomunale per evitare gli errori del passato, quando ogni Comune voleva avere la propria zona <strong>di</strong><br />

inse<strong>di</strong>amenti produttivi, tenendo in nessuna considerazione le caratteristiche morfologiche, ambientali<br />

e <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong> infrastrutture viabilistiche del proprio territorio.<br />

Il P.T.P. e i piani d’area dovranno fondarsi sulla cooperazione tra le <strong>di</strong>verse istituzioni interessate.<br />

a cura <strong>di</strong> ruggero facchin vignetta<br />

Il Comune: regolandosi sulle linee <strong>di</strong> principio, all’interno dei precisi “paletti” preparati dalla Regione<br />

e coor<strong>di</strong>nandosi con la <strong>Provincia</strong> per i rapporti con gli altri Comuni, pre<strong>di</strong>spone la stesura del Piano<br />

Regolatore Generale, sud<strong>di</strong>viso in quello strutturale e strategico che in<strong>di</strong>ca le linee generali <strong>di</strong> sviluppo<br />

e <strong>di</strong> riqualificazione del territorio ed in quello operativo che definisce gli interventi ed i progetti da<br />

realizzare nell’arco <strong>di</strong> una amministrazione.<br />

Riveste importanza basilare la reale partecipazione <strong>della</strong> cosiddetta società civile alle analisi relative<br />

alle esigenze economiche, sociali, culturali ed ambientali del territorio, per definire le vocazioni e le<br />

priorità d’intervento, attraverso non spora<strong>di</strong>che consultazioni, ma con la formazione <strong>di</strong> tavoli <strong>di</strong> lavoro<br />

in cui sia possibile operare concretamente per arrivare a delle sintesi da definire assieme alla<br />

Pubblica Amministrazione.<br />

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La stessa importanza avrà la costituzione <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> conferenza <strong>di</strong> pianificazione in cui Regione,<br />

<strong>Provincia</strong> e Comune preparano la stesura del Piano Regolatore, per cui la salvaguar<strong>di</strong>a ambientale, la<br />

sicurezza del territorio, la mobilità saranno <strong>di</strong> competenza sovracomunale e riguarderanno la <strong>Provincia</strong><br />

e la Regione, mentre il Comune si occuperà dei contenuti spaziali inerenti le necessità locali all’interno<br />

delle regole sancite dalla Regione, tra queste la giustificazione provata <strong>di</strong> un reale bisogno <strong>di</strong> nuove<br />

aree <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia, a destinazione produttiva e/o residenziale, ed il relativo censimento del<br />

patrimonio e<strong>di</strong>lizio non o sottoutilizzato con le ipotesi <strong>di</strong> riqualificarlo o <strong>di</strong> demolirlo per “risanare” il<br />

paesaggio.<br />

Infine, con la nuova legge urbanistica si potrebbe determinare:<br />

A• la partecipazione paritetica in un unico tavolo <strong>di</strong> concertazione tra la Regione, la <strong>Provincia</strong> ed il<br />

Comune per la programmazione e quin<strong>di</strong> successivamente approvazione <strong>degli</strong> strumenti urbanistici,<br />

accelerando in tal modo i tempi <strong>di</strong> controllo e omogeneizzando il metodo ed i principi <strong>della</strong> pianificazione<br />

territoriale <strong>della</strong> regione.<br />

B• L’inizio <strong>di</strong> un reale metodo <strong>di</strong> urbanistica partecipata, in cui le organizzazioni <strong>della</strong> società civile<br />

che intervengono sul territorio siano realmente messe in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> operare nella stesura dei piani<br />

regolatori.<br />

C• L’accettazione dei meto<strong>di</strong> e dei principi <strong>di</strong> Agenda 21 nell’elaborazione <strong>degli</strong> strumenti urbanistici.<br />

D• L’obiettivo <strong>di</strong> togliere la stesura e l’approvazione dei piani urbanistici dalla <strong>di</strong>sputa politica, ma<br />

<strong>di</strong> considerare la pianificazione territoriale un prodotto dell’intero panorama politico-amministrativo,<br />

con la partecipazione <strong>della</strong> società civile. Questo potrebbe evitare che le speculazioni politico-clientelari<br />

e/o economiche, possano determinare ed influenzare i contenuti <strong>di</strong> un piano regolatore e la sua<br />

relativa approvazione o bocciatura. ■<br />

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