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Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della ...

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39<br />

GORIZIA e PORDENONE Fuori porta<br />

Concorsi di<br />

ARCHITETTURA<br />

“Cento ne fanno e una ne<br />

pensano...”<br />

Massimo Rocco, Presidente <strong>Ordine</strong> <strong>Architetti</strong><br />

PPC <strong>della</strong> Provincia di Gorizia<br />

e Segretario Generale Federazione Ordini<br />

<strong>Architetti</strong> PPC del Friuli Venezia Giulia<br />

Dei concorsi di architettura nella Provincia di Gorizia che<br />

potrei dire? Che qui non è meglio che in Trentino, ma forse<br />

non è peggio che altrove. Che probabilmente la frequenza<br />

annuale delle bandizioni neppure sfiora la media nazionale<br />

- che peraltro è di dieci volte inferiore a quella francese,<br />

come ben sai.<br />

Che le amministrazioni locali sempre meno si rivolgono<br />

all’<strong>Ordine</strong> per una consulenza preliminare, opportuna ed<br />

oltretutto gratuita. E che quando si rivolgono all’<strong>Ordine</strong>,<br />

ed appaiono quindi armate di tutte le più buone intenzioni,<br />

quasi sempre va a finire che manca l’idea stessa (ma<br />

anche per parte nostra, tocca dire) di come finanziare la<br />

procedura, o - peggio - la realizzazione delle opere.<br />

L‘autoreferenzialità <strong>degli</strong> enti locali, in materie come questa,<br />

è una pessima attitudine divenuta sempre più contagiosa<br />

ed endemica. Ma a volte, più che altro, è l’insperata<br />

occasione colta al volo, o comunque - indifferente il motivo<br />

- è la decisione presa all’ultimo momento a suscitare l‘infondato<br />

timore di incorrere, per dar retta a noi, in aggiuntivi<br />

indesiderati ostacoli. In definitiva, mi tocca constatare che<br />

in questi paraggi ogni occasione di concorso è a sè, che<br />

ha una sua storia diversa da tutte le altre.<br />

Tutto ciò la dice lunga sulla diffusa incapacità di assimilare<br />

l‘istituto concorsuale all‘ordinaria programmazione<br />

dell’opera pubblica, di considerarlo un‘efficace procedura<br />

di affidamento. Ed anche così si evidenzia, purtroppo,<br />

l’attuale oggettiva difficoltà di ruolo dell’istituzione ordinistica.<br />

Dopotutto però, i bilanci si fanno sugli esiti. Ed io dovrò<br />

rispondere che anche la valutazione <strong>degli</strong> esiti dipende dai<br />

punti di vista. E che spesso il nostro punto di vista differisce<br />

sostanzialmente da quello altrui e dal comune sentire.<br />

Abbiamo anche qui un notevole problema di comunicazione,<br />

pertanto.<br />

L’ultima procedura esitata nel nostro territorio è il concorso<br />

di idee “Carso 2014”, finalizzato alla valorizzazione delle<br />

memorie materiali <strong>della</strong> Grande Guerra e bandito dall‘Ente<br />

Provincia. Il regolamento è un irrituale pateracchio, dove<br />

le norme concorsuali si mescolano a quelle per le selezioni<br />

con il criterio dell’offerta più vantaggiosa. Perciò, su nostra<br />

segnalazione, il Dipartimento Lavori Pubblici e Concorsi<br />

del CNAPPC l‘ha proposto all’attenzione dell’Autorità<br />

per la Vigilanza, e siamo tuttora in attesa del parere<br />

richiesto. Nel frattempo il vincitore, con il “placet” <strong>della</strong><br />

Stazione appaltante, sarà senz’altro soddisfatto dell’esito.<br />

Peccato che, dal nostro punto di vista, non era il caso di<br />

permettergli di concorrere, trattandosi dello stesso paesaggista<br />

che ha redatto, per incarico fiduciario, lo studio<br />

di fattibilità preliminare.<br />

All’inizio dell’anno, in compenso, l’<strong>Ordine</strong> ha curato<br />

l’esposizione dei progetti del concorso di idee per l’area<br />

Schiavetti-Brancolo, destinata a centro multifunzionale<br />

per i servizi del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di<br />

Monfalcone, ente banditore. Il Consorzio ha recepito i nostri<br />

suggerimenti e ha ritenuto di rettificare il bando, pur<br />

dovendo ricorrere ad una sospensione <strong>della</strong> procedura.<br />

Al gruppo vincitore, come promesso, è stato affidato l’incarico<br />

per la progettazione e direzione lavori delle urbanizzazioni<br />

dell’area e <strong>della</strong> scuola materna ivi prevista. In<br />

questo caso, quindi, i diversi punti di vista hanno saputo<br />

convergere con reciproca soddisfazione.<br />

Mi è invece arduo restituire in sintesi l’intera vicenda del<br />

tormentatissimo “Concorso di idee per la risalita meccanizzata<br />

al Borgo Castello e per la riqualificazione <strong>della</strong><br />

Piazza Vittoria”, bandito nel 1998-99 dall’Amministrazione<br />

comunale del Capoluogo, allora di centro destra. Dall’impostazione<br />

incerta del bando al defatigante percorso<br />

attuativo, è un‘infelice storia infinita. Un suo dettagliato<br />

commento costituirebbe un corposo ed istruttivo manuale<br />

su tutto ciò che si può fare, o non fare, per compromettere<br />

l’esito di una procedura concorsuale. Ed infatti il caso è<br />

ormai portato ad esempio, di inversa eccellenza, nei convegni<br />

regionali sui lavori pubblici. Indubbiamente ha giocato<br />

a sfavore l’alternanza con l‘Amministrazione di centro<br />

sinistra che, pregiudizialmente contraria al concorso, ed<br />

opponendosi alla realizzazione dell’impianto di risalita al<br />

Borgo Castello, ha dirottato parte del finanziamento e ha<br />

ottusamente snaturato il significato urbanistico del progetto.<br />

All’attuale Amministrazione di centro destra invece, appiattitasi<br />

sulle propensioni <strong>della</strong> Dirigenza tecnica, è mancato<br />

sia il soldo che il buon gusto di affidare la direzione<br />

dei lavori, fiduciariamente, al gruppo vincitore. Il servizio<br />

professionale è stato quindi assegnato ad un ingegnere,<br />

che ha offerto un insostenibile ribasso del 69% sugli onorari.<br />

L’appalto delle opere è stato invece aggiudicato con il<br />

41% di ribasso. Dal nostro punto di vista sconcerta, ancor<br />

più che la vistosità dei ribassi e la mancanza di riguardo<br />

verso i progettisti, che la gara per l’appalto delle opere<br />

abbia preceduto, anzichè seguire, quella per l’affidamento<br />

<strong>della</strong> direzione lavori. A queste condizioni era scritto che<br />

per ogni pietra posata (per ragioni di costo, di provenienza<br />

cinese) si proponesse una riserva, e che all’abbandono del<br />

cantiere corrispondesse un lauto e ineludibile risarcimento<br />

all’impresa appaltatrice. E che pure l‘impresa subentrante<br />

avrebbe probabilmente sforato - come infatti ha già fatto -<br />

la scadenza pattuita per la fine dei lavori e... “E io pago, e<br />

io pagoo!...” diceva Totò.<br />

La perversità <strong>della</strong> vicenda mi spinge a cercar rifugio in<br />

altre memorie del Capoluogo. Il Centro sinistra, ripensandoci,<br />

mentre deliberatamente sabotava il concorso partorito<br />

dall’opposta fazione, dopo tutto teneva a battesimo<br />

“Europan 7”, peraltro su forti sollecitazioni di chi scrive.<br />

Mi prestai dunque a redigere quel bando, sul tema <strong>della</strong><br />

“Agorà <strong>degli</strong> Studenti” (residenze e servizi per gli universitari).<br />

Avemmo una partecipazione doppia rispetto agli

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