Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della ...
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GORIZIA e PORDENONE Fuori porta<br />
Concorsi di<br />
ARCHITETTURA<br />
“Cento ne fanno e una ne<br />
pensano...”<br />
Massimo Rocco, Presidente <strong>Ordine</strong> <strong>Architetti</strong><br />
PPC <strong>della</strong> Provincia di Gorizia<br />
e Segretario Generale Federazione Ordini<br />
<strong>Architetti</strong> PPC del Friuli Venezia Giulia<br />
Dei concorsi di architettura nella Provincia di Gorizia che<br />
potrei dire? Che qui non è meglio che in Trentino, ma forse<br />
non è peggio che altrove. Che probabilmente la frequenza<br />
annuale delle bandizioni neppure sfiora la media nazionale<br />
- che peraltro è di dieci volte inferiore a quella francese,<br />
come ben sai.<br />
Che le amministrazioni locali sempre meno si rivolgono<br />
all’<strong>Ordine</strong> per una consulenza preliminare, opportuna ed<br />
oltretutto gratuita. E che quando si rivolgono all’<strong>Ordine</strong>,<br />
ed appaiono quindi armate di tutte le più buone intenzioni,<br />
quasi sempre va a finire che manca l’idea stessa (ma<br />
anche per parte nostra, tocca dire) di come finanziare la<br />
procedura, o - peggio - la realizzazione delle opere.<br />
L‘autoreferenzialità <strong>degli</strong> enti locali, in materie come questa,<br />
è una pessima attitudine divenuta sempre più contagiosa<br />
ed endemica. Ma a volte, più che altro, è l’insperata<br />
occasione colta al volo, o comunque - indifferente il motivo<br />
- è la decisione presa all’ultimo momento a suscitare l‘infondato<br />
timore di incorrere, per dar retta a noi, in aggiuntivi<br />
indesiderati ostacoli. In definitiva, mi tocca constatare che<br />
in questi paraggi ogni occasione di concorso è a sè, che<br />
ha una sua storia diversa da tutte le altre.<br />
Tutto ciò la dice lunga sulla diffusa incapacità di assimilare<br />
l‘istituto concorsuale all‘ordinaria programmazione<br />
dell’opera pubblica, di considerarlo un‘efficace procedura<br />
di affidamento. Ed anche così si evidenzia, purtroppo,<br />
l’attuale oggettiva difficoltà di ruolo dell’istituzione ordinistica.<br />
Dopotutto però, i bilanci si fanno sugli esiti. Ed io dovrò<br />
rispondere che anche la valutazione <strong>degli</strong> esiti dipende dai<br />
punti di vista. E che spesso il nostro punto di vista differisce<br />
sostanzialmente da quello altrui e dal comune sentire.<br />
Abbiamo anche qui un notevole problema di comunicazione,<br />
pertanto.<br />
L’ultima procedura esitata nel nostro territorio è il concorso<br />
di idee “Carso 2014”, finalizzato alla valorizzazione delle<br />
memorie materiali <strong>della</strong> Grande Guerra e bandito dall‘Ente<br />
Provincia. Il regolamento è un irrituale pateracchio, dove<br />
le norme concorsuali si mescolano a quelle per le selezioni<br />
con il criterio dell’offerta più vantaggiosa. Perciò, su nostra<br />
segnalazione, il Dipartimento Lavori Pubblici e Concorsi<br />
del CNAPPC l‘ha proposto all’attenzione dell’Autorità<br />
per la Vigilanza, e siamo tuttora in attesa del parere<br />
richiesto. Nel frattempo il vincitore, con il “placet” <strong>della</strong><br />
Stazione appaltante, sarà senz’altro soddisfatto dell’esito.<br />
Peccato che, dal nostro punto di vista, non era il caso di<br />
permettergli di concorrere, trattandosi dello stesso paesaggista<br />
che ha redatto, per incarico fiduciario, lo studio<br />
di fattibilità preliminare.<br />
All’inizio dell’anno, in compenso, l’<strong>Ordine</strong> ha curato<br />
l’esposizione dei progetti del concorso di idee per l’area<br />
Schiavetti-Brancolo, destinata a centro multifunzionale<br />
per i servizi del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di<br />
Monfalcone, ente banditore. Il Consorzio ha recepito i nostri<br />
suggerimenti e ha ritenuto di rettificare il bando, pur<br />
dovendo ricorrere ad una sospensione <strong>della</strong> procedura.<br />
Al gruppo vincitore, come promesso, è stato affidato l’incarico<br />
per la progettazione e direzione lavori delle urbanizzazioni<br />
dell’area e <strong>della</strong> scuola materna ivi prevista. In<br />
questo caso, quindi, i diversi punti di vista hanno saputo<br />
convergere con reciproca soddisfazione.<br />
Mi è invece arduo restituire in sintesi l’intera vicenda del<br />
tormentatissimo “Concorso di idee per la risalita meccanizzata<br />
al Borgo Castello e per la riqualificazione <strong>della</strong><br />
Piazza Vittoria”, bandito nel 1998-99 dall’Amministrazione<br />
comunale del Capoluogo, allora di centro destra. Dall’impostazione<br />
incerta del bando al defatigante percorso<br />
attuativo, è un‘infelice storia infinita. Un suo dettagliato<br />
commento costituirebbe un corposo ed istruttivo manuale<br />
su tutto ciò che si può fare, o non fare, per compromettere<br />
l’esito di una procedura concorsuale. Ed infatti il caso è<br />
ormai portato ad esempio, di inversa eccellenza, nei convegni<br />
regionali sui lavori pubblici. Indubbiamente ha giocato<br />
a sfavore l’alternanza con l‘Amministrazione di centro<br />
sinistra che, pregiudizialmente contraria al concorso, ed<br />
opponendosi alla realizzazione dell’impianto di risalita al<br />
Borgo Castello, ha dirottato parte del finanziamento e ha<br />
ottusamente snaturato il significato urbanistico del progetto.<br />
All’attuale Amministrazione di centro destra invece, appiattitasi<br />
sulle propensioni <strong>della</strong> Dirigenza tecnica, è mancato<br />
sia il soldo che il buon gusto di affidare la direzione<br />
dei lavori, fiduciariamente, al gruppo vincitore. Il servizio<br />
professionale è stato quindi assegnato ad un ingegnere,<br />
che ha offerto un insostenibile ribasso del 69% sugli onorari.<br />
L’appalto delle opere è stato invece aggiudicato con il<br />
41% di ribasso. Dal nostro punto di vista sconcerta, ancor<br />
più che la vistosità dei ribassi e la mancanza di riguardo<br />
verso i progettisti, che la gara per l’appalto delle opere<br />
abbia preceduto, anzichè seguire, quella per l’affidamento<br />
<strong>della</strong> direzione lavori. A queste condizioni era scritto che<br />
per ogni pietra posata (per ragioni di costo, di provenienza<br />
cinese) si proponesse una riserva, e che all’abbandono del<br />
cantiere corrispondesse un lauto e ineludibile risarcimento<br />
all’impresa appaltatrice. E che pure l‘impresa subentrante<br />
avrebbe probabilmente sforato - come infatti ha già fatto -<br />
la scadenza pattuita per la fine dei lavori e... “E io pago, e<br />
io pagoo!...” diceva Totò.<br />
La perversità <strong>della</strong> vicenda mi spinge a cercar rifugio in<br />
altre memorie del Capoluogo. Il Centro sinistra, ripensandoci,<br />
mentre deliberatamente sabotava il concorso partorito<br />
dall’opposta fazione, dopo tutto teneva a battesimo<br />
“Europan 7”, peraltro su forti sollecitazioni di chi scrive.<br />
Mi prestai dunque a redigere quel bando, sul tema <strong>della</strong><br />
“Agorà <strong>degli</strong> Studenti” (residenze e servizi per gli universitari).<br />
Avemmo una partecipazione doppia rispetto agli