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Livorno non stop - Gen '14

Livorno non stop - Gennaio 2014

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LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è....<br />

4<br />

commemorazioni<br />

Rievochiamo ancora la figura del grande Maestro livornese sotto altri due diversi aspetti<br />

Pietro Mascagni<br />

Florestano De Larderel<br />

tra i primi a credere in lui<br />

Il Conte lo sostenne fin da giovane quando gli<br />

consentì di studiare al Conservatorio di Milano<br />

Primo compositore a creare<br />

una vera colonna sonora<br />

Nel 1914 in Rapsodia satanica il nostro musicista<br />

sincronizzò le scene del film con la musica<br />

di Giovanni Giorgetti<br />

Quando Pietro Mascagni cominciò<br />

a frequentare nel 1876<br />

(a 13 anni) l’Istituto Musicale<br />

Livornese, diretto da Alfredo<br />

Soffredini, il conte Florestano<br />

de Larderel aveva 28 anni ed<br />

era appena subentrato alla guida<br />

dell’impresa di famiglia per<br />

l’estrazione dell’acido borico a<br />

Larderello dopo la morte del<br />

padre Federico, avvenuta lo<br />

stesso anno.<br />

Il conte era uno dei nipoti di<br />

Francesco Larderel, un francese<br />

rovinato dalla rivoluzione,<br />

poiché al padre, ricco borghese,<br />

erano state espropriate le<br />

terre e la potente confraternita<br />

degli Armaioli, di cui faceva<br />

parte, era stata abolita. Francesco<br />

Larderel, da Vienne nel Delfinato,<br />

pensò di tentare la fortuna<br />

a <strong>Livorno</strong>, che raggiunse via<br />

mare nel 1814. Munito di pochi<br />

fondi e di alcuni gioielli di famiglia,<br />

riuscì a intraprendere un’attività<br />

commerciale con una patente<br />

di “chincagliere”. Nel<br />

1818, con altri soci, si dedicò all’estrazione<br />

nel Pisano dell’acido<br />

borico dai lagoni formatosi<br />

dalla condensazione del vapore<br />

che scaturiva spontaneamente<br />

dal sottosuolo, in località Pomarance.<br />

L’azienda utilizzava legna<br />

da ardere per far evaporare il liquido<br />

(salamoia) dove era concentrato<br />

il borace e il costo dell’energia<br />

mandò presto la società<br />

in rovina. Il colpo di genio<br />

di Francesco fu di usare il calore<br />

del vapore nascente spontaneamente<br />

dal sottosuolo al posto<br />

della legna: questo gli consentì<br />

notevoli risparmi di gestione facendolo<br />

pervenire in pochi anni<br />

a una grande agiatezza.<br />

Il metodo consisteva nel far evaporare<br />

la soluzione, ricca di acido<br />

borico proveniente dai lagoni,<br />

in modo da avere una soluzione<br />

satura, dove precipitavano<br />

i cristalli di acido borico.<br />

L’acido borico era molto richiesto<br />

perché era un ottimo disinfettante<br />

per gli occhi e le ferite e<br />

inoltre entrava nella preparazione<br />

delle candele, perché lo <strong>stop</strong>pino<br />

imbevuto di acido borico<br />

forniva una luce più luminosa e<br />

Pietro Mascagni (1863-1945) in una<br />

foto giovanile segue a pag. 5<br />

di Nedo Benvenuti<br />

Poniamoci subito una domanda:<br />

perché è nato il cinema? Qual è<br />

la svolta che portò alla sua creazione?<br />

Certamente fu l’avvento<br />

della fotografia, perché con<br />

questa invenzione si ebbe per<br />

la prima volta la possibilità di riprodurre<br />

le cose come si presentavano<br />

agli occhi di tutti.<br />

Nel passato i pittori avevano cercato<br />

di rappresentare le immagini<br />

il più fedelmente possibile, ma<br />

inevitabilmente ognuno di loro<br />

finiva per darne una versione<br />

personale e soggettiva.<br />

La fotografia fissava invece<br />

esattamente quanto appariva.<br />

Ma era statica, l’immagine riprodotta<br />

<strong>non</strong> aveva movimento. Per<br />

ottenere questo fu allora inventato<br />

il cinema: ossia una serie di<br />

fotogrammi messi in successione<br />

che davano continuità ad<br />

un’azione.<br />

Il pubblico però era abituato al<br />

teatro, dove gli attori, oltre che<br />

mimare, facevano sentire le loro<br />

voci riuscendo a far capire quello<br />

che si stava recitando. Vedere<br />

invece sullo schermo delle figure<br />

che si muovevano senza<br />

parlare, <strong>non</strong> bastava a coinvolgere<br />

sufficientemente lo spettatore<br />

e rendere popolare questo<br />

nuovo mezzo di spettacolo. Per<br />

ovviare in parte questo limite si<br />

pensò inizialmente a un pianista<br />

che, nel buio della sala, suonasse<br />

delle musiche per cercare<br />

di commentare quanto si stava<br />

proiettando. In occasione di<br />

produzioni importanti come per<br />

il film “Cabiria” del 1914 (il primo<br />

“colossal” della storia del<br />

cinema poi copiato dagli americani)<br />

con didascalie di Gabriele<br />

D’Annunzio, fu chiamato un<br />

noto compositore, Ildebrando<br />

Pizzetti, che, abbastanza disinteressato<br />

all’operazione, compose<br />

alcune musiche per orchestra<br />

da eseguire durante la visione.<br />

Anche all’estero accadde qual<br />

segue a pag. 6

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