All'origine degli eucarioti e dei mitocondri - Dipartimento di Biologia
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L6: <strong>All'origine</strong> <strong>degli</strong> <strong>eucarioti</strong> e <strong>dei</strong> <strong>mitocondri</strong> - ... http://knol.google.com/k/l6-all-origine-<strong>degli</strong>-euc...<br />
materiale genetico <strong>di</strong> cui dovrebbe trovarsi traccia. Per rispondere a questo<br />
quesito Lake ha realizzato un’analisi filogenetica <strong>dei</strong> procarioti per verificare la<br />
presenza <strong>di</strong> no<strong>di</strong> in cui l’albero filogenetico presenta rami che convergono<br />
verso una stessa specie ad in<strong>di</strong>care uno scambio <strong>di</strong> materiale genetico.<br />
Questo approccio ha tra l’altro anche il grande vantaggio <strong>di</strong> identificare quali<br />
procarioti sono entrati in simbiosi e <strong>di</strong> identificare quin<strong>di</strong> il simbionte ed il suo<br />
ospite.<br />
L’analisi condotta da Lake ha riguardato la presenza/assenza <strong>di</strong> numerose<br />
famiglie <strong>di</strong> proteine identificate in oltre 3000 specie <strong>di</strong> procarioti ed ha<br />
evidenziato la possibilità <strong>di</strong> una antica simbiosi tra un clostri<strong>di</strong>o ed un<br />
actinomicete (actinobatterio). Questo dato, <strong>di</strong> per sé già molto interessante,<br />
acquista ulteriore interesse perché permette anche <strong>di</strong> spiegare perché<br />
solamente i gram negativi ed i clostri<strong>di</strong> sono capaci <strong>di</strong> realizzare la fotosintesi.<br />
Tra i procarioti infatti solo i gram negativi e i clostri<strong>di</strong> sono in grado <strong>di</strong> fare la<br />
fotosintesi e sinora si era ipotizzato che questo derivasse da un trasferimento<br />
orizzontale <strong>di</strong> tutti i geni necessari per la fotosintesi. Questa spiegazione era<br />
però poco probabile, mentre il trasferimento me<strong>di</strong>ato da un processo <strong>di</strong><br />
endosimbiosi rende questo evento enormemente più chiaro poiché i gram<br />
negativi avrebbe acquisito integralmente questa funzione a seguito<br />
dell'endosimbiosi.<br />
Serviranno indubbiamente altre prove per supportare meglio questa ipotesi<br />
però è suggestivo pensare che sia ancora oggi possibile vedere le tracce <strong>di</strong><br />
una simbiosi avvenuta probabilmente quasi 3 miliar<strong>di</strong> (!) <strong>di</strong> anni or sono. Il<br />
lavoro <strong>di</strong> Lake apre quin<strong>di</strong> nuove intriganti ed inaspettate prospettive<br />
nell’ambito dell’evoluzione della vita e mostra ulteriormente la forza che la<br />
teoria dell’evoluzione ha nel capire quali meccanismi hanno giocato un ruolo<br />
importante nell’evoluzione <strong>dei</strong> viventi. Il fatto <strong>di</strong> potere oggi <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> una<br />
simbiosi avvenuta tra due procarioti quasi 3 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> anni non può infatti<br />
che riba<strong>di</strong>re la potenza della teoria dell’evoluzione e la sua posizione come<br />
para<strong>di</strong>gma incontrastato per spiegare l’evoluzione <strong>dei</strong> viventi.<br />
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