Villa Mariani, la perizia di Carlo Mascioli su giardino e siepe

Villa Mariani, Vasanello (VT)
Analisi della siepe a confine con Viale Marconi
Relazione Tecnica
PREMESSA
La Società Cooperativa S.T.A.F. a r.l. è stata incaricata dall’Avvocato Dominga Martines per conto del
Sig. Giuliano Mariani per una consulenza sulla siepe perimetrale del giardino annesso a Villa Mariani a
Vasanello (VT). Tale siepe è oggetto dell’Ordinanza Comunale n. 15 del 10/6/13.
Il sottoscritto Dott. For. Carlo Mascioli – iscritto all’Albo dei Dottori Agronomi e Forestali della
Provincia di Viterbo con timbro n. 205 – responsabile della presente relazione tecnica, ha effettuato un
sopralluogo sul posto in data 28/6/2013.
1 - INTRODUZIONE
La Società Cooperativa S.T.A.F. a r.l. (Servizi e Tecnologie per l’Ambiente e le Foreste) si occupa di
ambiente e territorio, con particolare attenzione a quelle attività che vedono interagire l’uomo e le
risorse naturali. Principale oggetto d’interesse della Cooperativa è rappresentato dall’albero e dal
paesaggio, quest’ultimo inteso come entità omogenea dinamica, frutto dell’ interazione tra gli aspetti
fisici, biologici e antropici di un luogo, in cui il passato e il presente sono strettamente connessi.
In particolare, le attività della Cooperativa si sono concentrate su parchi e giardini, che rappresentano il
luogo privilegiato in cui l’uomo e la natura s’incontrano: dall’analisi di stabilità sugli alberi alle
consulenze fitosanitarie, dalle potature secondo i criteri della moderna arboricoltura alla progettazione
di spazi “verdi”. In tale ambito la Cooperativa si dedica specificamente ai giardini di particolare
rilevanza storico-artistica, occupandosi in particolare delle alberate. Tra i principali lavori si ricorda: il
progetto promosso dal Ministero dell’Ambiente “Salvaguardia della biodiversità con il recupero della
Lecceta storica di Villa Borghese (Roma)”; il progetto di massima per la gestione del parco di Villa
Lante (VT); studi e interventi sugli alberi secolari e sulle antiche siepi di bosso presso il Castello Ruspoli
Vignanello (VT); studi sulla Lecceta e sulle siepi di bosso del Parco Naturale Regionale
dell’Antichissima città di Sutri (VT); interventi presso il giardino di Palazzo Farnese (Ischia di Castro);
studi preliminari sulle alberate monumentali presso il parco di Palazzo Altieri (Oriolo Romano).
2 – DESCRIZIONE DEL SITO
Oggetto della presente perizia è rappresentato dalla siepe perimetrale del giardino annesso a Villa
Mariani, siepe posta in prossimità del confine tra la proprietà Mariani e Viale Marconi, di proprietà
comunale.
Villa Mariani è una residenza storica del Cinquecento che, con il suo giardino molto ben curato,
costituisce un’importante testimonianza del passato assetto urbanistico di Vasanello.
«La mole del Castello, costruito intorno al 1200 dagli Orsini, chiudeva la difesa del borgo dal lato del pianoro. (...)
L’espansione di Vasanello è avvenuta, dopo l’abbattimento delle difese a chiusura del borgo, con la creazione della grande
piazza della Repubblica e l’apertura delle direttrici lungo gli spazi aperti del pianoro. Il parco comunale, nato agli inizi
del Novecento, si era innestato sulla proprietà della cinquecentesca Villa Mariani, includendo l’alberata di lecci
appartenenti all’antico giardino risistemato tra il XVIII e il XIX secolo. Questo primo tratto del viale, oggi Guglielmo
Marconi, piantato a platani negli anni Cinquanta e inserito nell’attuale parco pubblico, continuava, fino alla villa, con
una successiva alberata in antico di cipressi, di cui rimangono alcuni monumentali esemplari. Proseguiva poi un altro viale
di querce che portava ai vigneti, agli uliveti e ai campi di grano della proprietà; oggi queste colture sono state via via
sostituite da impianti di noccioleti, rimangono gli ulivi e in parte la vigna, al di là delle nuove lottizzazioni. Villa
Mariani conserva ancora un bel giardino con grandi piante di bosso ben potate, palme, lecci e oleandri».
Con queste parole la Prof.ssa Sofia Varoli Piazza – Architetto dei giardini e del paesaggio, massima
esperta delle ville e dei giardini d’interesse storico della Tuscia – descrive le strette relazioni esistenti tra
Villa Mariani e il centro storico di Vasanello nel suo libro Paesaggi e Giardini della Tuscia (2000, Edizioni
De Luca).
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Da queste informazioni si ricava il significato che può avere oggi il giardino di Villa Mariani:
testimonianza vivente della storia di Vasanello, “verde privato” con valenza di bene pubblico (il giardino
è ben visibile dalla strada e contribuisce al decoro del paese, Foto 1), esempio di dedizione e cura
meticolosa nei confronti di un giardino, Foto 2 (ciò contrasta con le diffuse brutture e gli assalti contro
il “verde” cui si assiste oggi in tante città d’Italia).
Foto 1: giardino di Villa Mariani, sullo sfondo case che si affacciano su Viale Marconi
Foto 2: particolare delle antiche siepi di bosso perfettamente curate
La Villa e il relativo giardino non sono assoggettati ad alcun vincolo storico-artistico da parte della
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Provincia di Viterbo (Ministero per i Beni
e le Attività Culturali), in quanto non è mai stata richiesta da parte della proprietà la verifica
dell’interesse culturale ai sensi dell’art. 12 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei
beni culturali e del paesaggio” («2. I competenti organi del Ministero, d’ufficio o su richiesta formulata dai soggetti
cui le cose appartengono e corredata dai relativi dati conoscitivi, verificano la sussistenza dell'interesse artistico, storico,
archeologico o etnoantropologico nelle cose di cui al comma 1, sulla base di indirizzi di carattere generale stabiliti dal
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Ministero medesimo al fine di assicurare uniformità di valutazione»).
Analogamente, l’area non è soggetta a vincoli paesaggistici ai sensi del PTPR (Piano territoriale
paesistico regionale), come si evince dalle Tavole 3 e 4 in allegato.
Ciononostante costituisce, a parere dello scrivente, un bene culturale a tutti gli effetti, stante l’antichità e
la notorietà del sito, l’ottimo stato di conservazione e il suo collocarsi nel solco della tradizione delle
ville e dei giardini storici della Tuscia e coerentemente con la definizione di bene culturale contenuta
all’art. 10 del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” («1. Sono beni culturali le cose immobili e mobili
appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a
persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico.
(...) 4. Sono comprese tra le cose indicate al comma 1 e al comma 3, lettera a): le ville, i parchi e i giardini che abbiano
interesse artistico o storico»).
La siepe oggetto della presente perizia è parte integrante di questo “giardino all’italiana”, in quanto ne
costituisce uno dei quattro lati e viene curata con i medesimi principi dell’ars topiaria 1 .
3 – DESCRIZIONE DELLA SIEPE
Trattasi di una siepe mista, formata cioè da diverse specie vegetali, tutte riconducibili a piante legnose
autoctone; tra queste: Corniolo (Cornus mas), Sanguinello (Cornus sanguinea), Agazzino (Pyracantha
coccinea), Lentaggine (Viburnum tinus), Acero oppio (Acer campestre), Lauro (Laurus nobilis), Ligustro
(Ligustrum vulgare), Olmo campestre (Ulmus minor), Foto 3.
Foto 3: particolare della siepe (sfondo: Viale Marconi)
La siepe possiede dimensioni considerevoli: lunga circa 50 m, è alta mediamente 1,7 m e presenta una
larghezza variabile da 0,6 a 2 m (margine esterno lineare e regolare; margine interno “ondulato” e
irregolare, Foto 4).
Le dimensioni raggiunte dalla siepe ne attestano un’età elevata, che non è però possibile conoscere con
esattezza: la pratica colturale dell’ars topiaria, consistente nel taglio periodico (più volte all’anno, tutti gli
anni) di tutti gli apici vegetativi, tende a nanizzare le piante così trattate, impedendone un normale
accrescimento e limitandone l’espansione diametrica. Indubbiamente le specie che compongono la
1 Trattasi di una tecnica colturale adottata su alberi e arbusti, basata su potature ripetute regolarmente finalizzate a ottenere
forme geometriche o comunque diverse da quelle naturalmente assunte dalla pianta.
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siepe, quando sottoposte a tale periodico e regolare trattamento, impiegano diverse decine d’anni a
raggiungere lo sviluppo che possiede la stessa.
Foto 4: spessore della siepe e margine interno Foto 5: Villa Mariani prima del 1920
Per una datazione più precisa è stato fatto ricorso all’esame di alcune immagini d’epoca (Foto 5 e 6): la
foto 5 risalente a prima del 1920 e la foto 6 a dopo il 1920, anno in cui sulla villa si realizzarono lavori
d’innalzamento per l’edificazione di un terzo piano (passando da una terrazza d’attico a un tetto in
tegole, come è possibile riscontrare sulle due fotografie).
Foto 6: Villa Mariani dopo del 1920 (in basso a destra)
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In entrambe le foto si possono apprezzare le imponenti dimensioni della siepe e, considerando che
prima del 1920 essa possedeva un volume analogo a quello che possiede oggi, si può ragionevolmente
stimarne l’età in ben oltre il centinaio d’anni. Ciò, di per sé, conferisce un notevole valore intrinseco alla
struttura vegetale, che si aggiunge al valore storico sopra descritto.
La siepe esercita inoltre una importante funzione di contenimento e di riduzione dell’erosione sulla
piccola scarpata su cui è radicata. Tra la sede stradale e il piano di campagna del giardino, infatti, si
misura un dislivello di circa 1,20 m proprio in corrispondenza della siepe (Foto 7 e 8).
Foto 7: vista del piano del giardino (da sud a nord)
Foto 8: vista del piano stradale (da nord a sud)
Si può presumere che, in assenza della siepe suddetta, si andrebbero facilmente a verificare fenomeni di
erosione e di dissesto idro-geologico a carico del giardino, con conseguente disagio e pericolo per la
viabilità su Viale Marconi.
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Foto 9: siepe e sede stradale (da sud a nord)
Foto 10: siepe e sede stradale (da nord a sud)
Per quanto riguarda il presunto sconfinamento della siepe nella proprietà comunale e alla conseguente
invasione della sede stradale, sul cui accertamento non si entra nel merito essendo oggetto di
contenzioso tra le parti, si riporta quanto osservato in sede di sopralluogo.
Si rileva che la sagoma esterna della siepe è ben delimitata e con andamento rettilineo e si sviluppa al di
là della sede stradale (nastro di asfalto e striscia bianca delimitante la carreggiata, Foto 9 e 10).
Inoltre, si osserva facilmente come il margine della siepe sia perfettamente a filo dell’antica
pavimentazione in pietra che caratterizza il perimetro completo della villa (Foto 11), ragionevolmente
appartenente alla proprietà Mariani. A conferma di ciò, la stessa pavimentazione è visibile lungo il
perimetro del secondo edificio sito sulla medesima proprietà, come risulta dal recente scavo (Foto 12).
La stessa pavimentazione si allarga, a partire dalla striscia esterna della foto 11, a formare il piazzale
interno alla villa (Foto 13).
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Foto 11: pavimentazione antica, siepe sullo sfondo
Foto 12: pavimentazione del secondo edificio
Foto 13: piazzale interno alla villa, prosecuzione della pavimentazione esterna
4 - CONCLUSIONI
In conclusione, dall’esame dei luoghi e dell’osservazione del materiale fotografico a disposizione (Foto
5 e 6), per quanto riguarda ciò che è di stretta competenza del sottoscritto, si evince:
- che la siepe e il giardino, di cui essa è parte integrante, costituiscono un pregio per Vasanello: pur
trattandosi di “verde privato”, data la posizione e la completa visibilità dall’esterno, assolvono
egregiamente la funzione di “verde pubblico”;
- che la siepe possiede età notevole, ben superiore al secolo;
- che la siepe, sebbene non sia sottoposta a vincolo storico-artistico da parte della Soprintendenza per i
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Beni Architettonici e Paesaggistici, possiede a tutti gli effetti una notevole rilevanza storica e artistica;
- che la siepe svolge un’importante azione di contenimento sulla scarpata-dislivello (circa 1,20 m) che
divide il giardino da Viale Marconi, impedendone l’erosione o il crollo (il che andrebbe a danneggiare
anche gli esemplari secolari di Cipresso Cupressus sempervirens radicati ai margini del giardino, Foto 4 e 7);
- che la siepe assolve una funzione naturalistica essendo formata da molteplici specie autoctone.
A ciò si aggiunge che un’eventuale drastica riduzione in larghezza della siepe potrebbe pregiudicarne
seriamente la sopravvivenza. Infatti, il fondamento su cui si basa la pratica colturale dell’ars topiaria
consiste nella potatura costantemente ripetuta su tutti gli apici vegetativi, andando ad agire sempre su
piccolissime sezioni legnose (ramoscelli periferici). Ciò garantisce che nelle ferite 2 inferte dalle forbici da
potatura (o dai moderni tosasiepi) non entrino patogeni in grado di infettare le piante. Al contrario, se
ora si agisse con tagli drastici finalizzati a ridurre considerevolmente lo spessore (larghezza) della siepe,
si andrebbe a tagliare non su quei ramoscelli più periferici (piccolissime sezioni legnose), bensì sulle
ramificazioni più interne o sui fusti, generando ampie lesioni facilmente infettabili da parte dei patogeni
(funghi lignivori in particolare): si innescherebbero così pericolosi fenomeni di deperimento in grado di
uccidere le piante che compongono la siepe.
Viterbo, lì 4/7/2013
IL Tecnico incaricato
Dott. For. Carlo Mascioli
2 in questo caso piccole lesioni che la pianta ripara assai velocemente.
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