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Disegni, dipinti e acquerelli - Arsbit

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Paesaggio sul Gange (Banaras)<br />

Acrilico su tela, cm 198x147, 1996.<br />

Città santa dell’India, Benares è luogo di luce, come vuole il suo più antico nome Kashi (dal sanscrito kash,<br />

«brillare, splendere»): qui Shiva inviò Surya, il Sole, come emissario per testimoniare la luce divina,<br />

che continua a risplendere nel culto dei dodici Soli disseminati lungo il perimetro delle mura cittadine;<br />

qui sono conservati i dodici linga di luce apparsi come rivelazione del dio; qui, il sacro fiume dai riflessi<br />

gialli scorre fra le sponde della vita e della morte, trascinando con sé le ceneri dei cadaveri arsi sui ghat.<br />

Dal ricordo di simile splendore sembra sorgere Paesaggio sul Gange, un dipinto dove non c’è forma<br />

che non viva della luce di una rivelazione. Nella parte superiore, l’incrocio fra la piatta orizzontalità<br />

del paesaggio fluviale e la forma simbolica del cerchio solare, nella cui circonferenza si rivela l’unione<br />

di due figure (forse citazione di un soggetto tradizionale dell’arte indiana, il cosiddetto «Dove Due è Uno»),<br />

esorta a rileggere il paesaggio come evocazione di uno stato di estasi – ecco gli occhi socchiusi della figura<br />

maschile, ecco l’inconsueta corrispondenza fra le nuvole nel cielo e quella luminosa spuma che, sotto<br />

il segno dell’Om, rampolla da una fessura nella parte inferiore nonché da un altro taglio sbieco, ancora più<br />

in basso. A tale corrispondenza si associa quella fra il cerchio solare nella parte superiore e il cerchio<br />

della ruota di una bicicletta nella parte inferiore, evidenziando un più stretto legame fra ciò che sta sopra<br />

(in luce) e ciò che sta sotto (in ombra) – d’altro canto, sia detto in margine, a entrambi i piani<br />

della figurazione fa da cornice, sulla sinistra, una linea semicircolare.<br />

Seguendo le suggestioni di queste rime formali, un vincolo simbolico si stabilisce tra il fiume della vita<br />

eterna (in alto) e il segno dell’Om, il suono mistico che in sé esprime e afferma la totalità della creazione,<br />

il suo principio ultimo (in basso).<br />

Scorrono le acque della vita, in questo paesaggio allegorico, e mentre le forme rivelano l’estasi<br />

della coniunctio fra maschile e femminile, la composizione del dipinto insiste nel nascondere<br />

il suo luminoso segreto: un’enigmatica ierofania.<br />

(A. V.)<br />

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