20.04.2015 Views

file pdf - Dipartimento di Matematica

file pdf - Dipartimento di Matematica

file pdf - Dipartimento di Matematica

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Capitolo 2<br />

Dati e calcoli numerici<br />

In questo capitolo metteremo da parte l’approccio assiomatico-sistematico e ci<br />

occuperemo dei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> numeri da un punto <strong>di</strong> vista operativo.<br />

Fin dalla scuola elementare impariamo a svolgere calcoli esatti, in situazioni<br />

riconducibili a conteggio (numeri interi e, in<strong>di</strong>rettamente, numeri razionali).<br />

Calcoli del tipo<br />

1681 + 187 = 1868<br />

3<br />

4 + 2 5 = 23<br />

20<br />

ci appaiono abbastanza semplici da svolgere. Tuttavia dobbiamo osservare<br />

che già nell’ambiente dei numeri naturali possono presentarsi situazioni più<br />

impegnative, del tipo<br />

20 21 + 21 20 :<br />

Si tratta <strong>di</strong> calcolare e sommare due numeri naturali che hanno rispettivamente<br />

28 e 27 cifre: il calcolo non è impossibile, ma decisamente lungo.<br />

Quando poi vogliamo parlare <strong>di</strong> numeri reali, <strong>di</strong>venta essenziale premettere<br />

una <strong>di</strong>stinzione tra il numero come ente astratto e la sua rappresentazione concreta,<br />

rappresentazione <strong>di</strong> cui abbiamo bisogno per svolgere un minimo <strong>di</strong> calcoli.<br />

Si scopre che non ha più senso parlare <strong>di</strong> calcolo esatto, poiché non esiste una<br />

rappresentazione degli irrazionali con un numero …nito <strong>di</strong> cifre.<br />

A questo punto dobbiamo chiederci come si interpretano scritture del tipo<br />

= 3:14 (2.1a)<br />

e = 2:718 (2.1b)<br />

+ e = 5:858: (2.1c)<br />

In realtà nelle scritture (2.1) il simbolo <strong>di</strong> uguaglianza non è del tutto appropriato.<br />

Infatti quella che stiamo e¤ettuando è una approssimazione, cioè<br />

sostituiamo il numero vero con un altro numero, ad esso opportunamente vicino.<br />

Inoltre nella scrittura (2.1c), ottenuta dalle prime due, si sottintende che<br />

per approssimare la somma + e possiamo utilizzare la somma delle approssimazioni<br />

<strong>di</strong> e <strong>di</strong> e. A questo proposito vedremo in seguito che, al contrario <strong>di</strong><br />

quanto sembrerebbe, è più corretto scrivere<br />

+ e = 5:85:<br />

1


2 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

Inoltre scopriremo che, e¤ettuando la somma, il margine <strong>di</strong> errore (tra il dato<br />

vero + e e la sua approssimazione 5:85) è aumentato.<br />

Lo trattazione <strong>di</strong> questi argomenti si articola in <strong>di</strong>versi passaggi.<br />

Anzitutto dovremo richiamare la notazione decimale e introdurre gli allineamenti<br />

decimali.<br />

In secondo luogo spiegheremo quali limitazioni si presentino quando pre…ssiamo<br />

il numero <strong>di</strong> cifre a nostra <strong>di</strong>sposizione e introdurremo la notazione<br />

in virgola mobile.<br />

In terzo luogo costruiremo un esempio concreto <strong>di</strong> approssimazione a cifre<br />

…ssate, in virgola mobile.<br />

Dovremo dare qualche informazione sui <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> errore che si producono<br />

nelle approssimazioni. In particolare potremo enunciare un teorema<br />

riguardante il nostro esempio <strong>di</strong> approssimazione.<br />

In…ne dovremo stu<strong>di</strong>are la propagazione degli errori nelle operazioni.<br />

A margine <strong>di</strong> tutto questo stu<strong>di</strong>eremo anche:<br />

alcune proprietà delle moderne macchine calcolatrici;<br />

alcune peculiarità dei dati provenienti da misurazioni; in questo caso il<br />

ruolo degli errori <strong>di</strong> approssimazione viene rimpiazzato dalle incertezze<br />

nelle misure.<br />

2.1 Rappresentazione decimale<br />

Per entrare in argomento consideriamo inizialmente gli interi naturali.<br />

tabella seguente chiarisce la <strong>di</strong>stinzione tra numero e rappresentazione.<br />

La<br />

rappresentazione decimale 5 14<br />

rappresentazione “primitiva” IIIII IIIIIIIIIIIIII<br />

rappresentazione romana V XIV<br />

rappresentazione binaria 101 1110<br />

Esaminiamo le <strong>di</strong>verse notazioni da un punto <strong>di</strong> vista tecnico.<br />

La notazione <strong>di</strong> uso corrente, quella che impariamo …n dalla scuola elementare,<br />

è posizionale decimale: ad esempio scriviamo<br />

e inten<strong>di</strong>amo<br />

ossia<br />

1481 (2.2)<br />

1 1000 + 4 100 + 8 10 + 1<br />

1 10 3 + 4 10 2 + 8 10 + 1<br />

Quin<strong>di</strong> con soli <strong>di</strong>eci simboli f0; 1; 2; : : : ; 9g possiamo rappresentare qualsiasi<br />

numero; la posizione <strong>di</strong> ciascun simbolo determina il suo valore. Infatti<br />

il simbolo 1 scritto a destra vale 1;


2.1. RAPPRESENTAZIONE DECIMALE 3<br />

il simbolo 1 scritto nella quarta posizione (partendo da destra) vale 1000 =<br />

1 10 3 .<br />

Nell’antico sistema romano (non posizionale), avremmo scritto<br />

Ogni simbolo ha un valore <strong>di</strong>verso:<br />

MCDLXXXI (2.3)<br />

M = 1000<br />

D = 500<br />

C = 100<br />

L = 50<br />

XXX = 3 10<br />

I = 1<br />

La scrittura (2.3) si interpreta come una somma (o <strong>di</strong>¤erenza) partendo dal<br />

simbolo <strong>di</strong> valore più alto; C vale meno <strong>di</strong> D, scritto alla sinistra <strong>di</strong> D vuol<br />

<strong>di</strong>re che da D va sottratto (e non aggiunto) C. Per numeri sempre più gran<strong>di</strong><br />

dovremo inventare sempre nuovi simboli <strong>di</strong> valore sempre più alto (oppure<br />

iniziare a ripetere sempre lo stesso simbolo).<br />

Le notazioni posizionali moderne (del tipo (2.2)) hanno gran<strong>di</strong> vantaggi dal<br />

punto <strong>di</strong> vista della facilità <strong>di</strong> calcolo; dobbiamo ricordare che esse sono rese<br />

possibili dal fatto che esiste un simbolo anche per 0, ere<strong>di</strong>tato dalla matematica<br />

araba.<br />

La scelta della base 10 ha origini storiche. Le moderne tecnologie informatiche<br />

usano la base 2: si usano due soli simboli f0; 1g ed il sistema <strong>di</strong> calcolo<br />

è molto semplice. Tuttavia, come si vedeva già nella tabella, servono stringhe<br />

più lunghe; ad esempio il numero 1481 si scrive<br />

10111001001<br />

da intendersi, analogamente a quanto detto sopra:<br />

1 2 10 + 1 2 8 + 1 2 7 + 1 2 6 + 1 2 3 + 1:<br />

Dunque la scelta della base 10 rappresenta una scelta del tutto ragionevole.<br />

Osservazione 2.1 In<strong>di</strong>pendentemente dal sistema <strong>di</strong> rappresentazione, per ciascun<br />

numero intero è su¢ ciente una stringa …nita.<br />

Ovviamente è su¢ ciente una stringa …nita anche per i numeri razionali, in<br />

quanto rappresentabili tramite una coppia <strong>di</strong> interi.<br />

Una volta introdotta la notazione posizionale (decimale o in qualsiasi altra<br />

base) si introducono solitamente i numeri “con la virgola”. Ad esempio<br />

scriviamo<br />

135:246 (2.4)<br />

e inten<strong>di</strong>amo<br />

1 10 2 + 3 10 + 5 + 2 10 1 + 4 10 2 + 6 10 3 :


4 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

Si noti che seguendo la tra<strong>di</strong>zione anglosassone stiamo utilizzando il punto al<br />

posto della virgola.<br />

Segue imme<strong>di</strong>atamente dalla de…nizione che i numeri scritti nella forma (2.4)<br />

sono razionali. Tuttavia, una volta …ssata una base, nel nostro caso 10, solo<br />

alcuni numeri razionali sono rappresentabili nella forma “decimale”, si tratta<br />

dei cosiddetti razionali decimali. Fin dalle scuole elementari impariamo a riconoscere<br />

razionali decimali e non decimali. Come tipico esempio <strong>di</strong> razionale<br />

non decimale possiamo considerare 1=3 o 2=7.<br />

2.1.1 Allineamenti decimali<br />

Ora …nalmente possiamo fornire qualche nozione sulla rappresentazione dei<br />

numeri reali.<br />

Teorema 2.2 A ciascun a 2 R si associa (tramite una funzione bigettiva) un<br />

allineamento <strong>di</strong> in…nite cifre (decimali) per cui si scrive<br />

dove c i ; d i 2 f0; 1; 2; : : : ; 9g.<br />

a = c m c m 1 : : : c 1 c 0 : d 1 d 2 : : :<br />

In analogia a quanto visto sopra, la precedente scrittura si può intendere<br />

come<br />

a = c m 10 m + + c 1 10 + c 0 + d 1 10 1 + d 2 10 2 + : : :<br />

Ovviamente dovremmo precisare cosa inten<strong>di</strong>amo con quei puntini <strong>di</strong> sospensione<br />

a destra: sembra trattarsi, infatti, <strong>di</strong> una somma <strong>di</strong> in…niti termini!!!<br />

Mettendo da parte questo problema, si possono presentare tre situazioni:<br />

allineamento decimale …nito<br />

a 1 = 135:000 : : :<br />

a 2 = 27:450 0 : : :<br />

(da un certo punto in poi le cifre sono tutte uguali a 0, oppure a 9)<br />

allineamento decimale perio<strong>di</strong>co<br />

a 3 = 12:515 151 51 : : :<br />

allineamento decimale non perio<strong>di</strong>co<br />

a 4 = 2:123 423 423 4 : : :<br />

a 5 = 3:141 692 653 589 : : :<br />

a 6 = 2:718 281 845 904 : : :<br />

Le prime due situazioni corrispondono a numeri razionali, rispettivamente<br />

decimali e non decimali. Precisamente<br />

a 1 = 135<br />

a 2 = 549=20<br />

a 3 = 413=33<br />

a 4 = 2357=1110


2.2. NUMERI A CIFRE FISSATE 5<br />

La terza situazione corrisponde a numeri irrazionali, ossia numeri reali non<br />

razionali. Nell’esempio abbiamo riportato l’allineamento decimale corrispondente<br />

a due costanti fondamentali<br />

a 5 = <br />

a 6 = e<br />

Il Teorema 2.2 è <strong>di</strong> tipo costruttivo nel senso che de…nisce esattamente la<br />

successione <strong>di</strong> cifre, quin<strong>di</strong> sarebbe possibile in<strong>di</strong>viduarle una alla volta. Tuttavia<br />

vogliamo sottolineare che si tratta <strong>di</strong> “in…nite cifre” quin<strong>di</strong> non riusciremo<br />

mai scriverle materialmente tutte. Dunque se il numero in questione è irrazionale,<br />

dobbiamo rinunciare a rappresentarlo e manipolarlo come è possibile<br />

fare, almeno in teoria, con i numeri interi e razionali.<br />

Osservazione 2.3 La procedura <strong>di</strong> costruzione dell’allineamento decimale fornisce<br />

inoltre una preziosa informazione: se arrestiamo il processo a k cifre dopo<br />

il punto (come si suol <strong>di</strong>re, tronchiamo a k cifre dopo il punto), la <strong>di</strong>¤erenza<br />

tra il numero a ed il numero che scriviamo è compresa tra 1=10 k e 1=10 k . Ad<br />

esempio avremo<br />

0 < 3:14 < 1=100;<br />

0 < e 2:718 < 1=1000:<br />

2.2 Numeri a cifre …ssate<br />

Nelle situazioni reali si è costretti a lavorare con un numero limitato ed eventualmente<br />

pre…ssato <strong>di</strong> cifre per ciascun numero. Le motivazioni <strong>di</strong> ciò dovrebbero<br />

essere evidenti ma è opportuno richiamarle:<br />

in assenza <strong>di</strong> sistemi automatici <strong>di</strong> calcolo, siamo obbligati a ricondurre i<br />

tempi <strong>di</strong> calcolo a <strong>di</strong>mensione umana;<br />

se utilizziamo sistemi automatici <strong>di</strong> calcolo, per ciascun numero viene<br />

assegnata una ben delimitata porzione <strong>di</strong> memoria.<br />

Questa limitazione sulle cifre avrà <strong>di</strong>verse conseguenze:<br />

evidentemente sono esclusi dalla scrittura e dal calcolo tutti i numeri<br />

irrazionali;<br />

abbiamo una limitazione sull’estensione dell’intervallo <strong>di</strong> numeri che riusciamo<br />

a scrivere;<br />

non possiamo scrivere tutti i numeri compresi in questo intervallo.<br />

Ve<strong>di</strong>amo dunque quali numeri si riescono a scrivere (in base 10) pre…ssando il<br />

numero <strong>di</strong> cifre. Per semplicità consideriamo soltanto numeri positivi e …ssiamo<br />

il numero <strong>di</strong> cifre pari ad 8.<br />

Con la notazione tra<strong>di</strong>zionale il più piccolo ed il più grande numero scrivibile<br />

sarebbero rispettivamente<br />

x min = :000 000 01<br />

x max = 99 999 999:


6 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

E’ evidente che non riusciamo a scrivere nè un miliardo, nè un miliardesimo;<br />

inoltre non possiamo scrivere<br />

che pure veri…ca la con<strong>di</strong>zione<br />

x = 12345:6789<br />

x min x x max :<br />

Osservazione 2.4 Dobbiamo anche osservare che in questa scrittura le cifre<br />

sono apparentemente 8, tuttavia vi è un’altra variabile, la posizione del punto,<br />

quin<strong>di</strong> è come se stessimo utilizzando 8 cifre più una cifra aggiuntiva, che va da<br />

0 a 8 per descrivere la posizione della virgola.<br />

Per ampliare l’estensione dell’intervallo dei numeri scrivibili con 8 cifre possiamo<br />

considerare utilizzare <strong>di</strong>versamente le cifre a nostra <strong>di</strong>sposizione. Consideriamo<br />

espressioni del tipo<br />

E k<br />

per in<strong>di</strong>care<br />

dove<br />

10 k :<br />

è un numero a 6 cifre contenuto in [1=10; 1), quin<strong>di</strong> compreso tra :100 000<br />

e :999 999;<br />

k è un intero a 2 cifre, quin<strong>di</strong> compreso tra 99 e 99.<br />

Le cifre totali sono davvero 8; tuttavia con questa scelta il più piccolo numero<br />

ed il più grande numero scrivibili <strong>di</strong>ventano rispettivamente<br />

x min = :100 000 10 99<br />

x max = :999 999 10 99<br />

Evidentemente l’estensione dell’intervallo dei numeri scrivibili è molto maggiore.<br />

In particolare possiamo scrivere<br />

1 000 000 000 = :100 000 E 10<br />

:000 000 001 = :100 000 E 8<br />

Tuttavia rimane l’impossibilità <strong>di</strong> scrivere tutti i numeri razionali compresi tra<br />

x min ed x max .<br />

2.3 Fattorizzazioni con potenze <strong>di</strong> 10<br />

Alla base delle espressioni E k che abbiamo introdotto sopra, sussiste il seguente<br />

Teorema.<br />

Teorema 2.5 Per ogni a 2 R, a > 0 esistono (e sono unici) p 2 Z e c 2<br />

[1=10; 1) tali che<br />

a = c E p


2.4. UNA PROCEDURA DI APPROSSIMAZIONE 7<br />

Dimostrazione. Per ogni a > 0 consideriamo<br />

p = blog 10 ac + 1<br />

c = a=10 p<br />

Rimane da provare che c 2 [1=10; 1).<br />

Abbiamo<br />

p 1 log 10 a < p<br />

ossia<br />

Pertanto<br />

10 p 1 a < 10 p<br />

1<br />

10 a<br />

10 p < 1<br />

Questa fattorizzazione prende il nome <strong>di</strong> rappresentazione ‡oating point (in<br />

virgola mobile).<br />

Corollario 2.6 Per ogni a 2 R, a > 0 esistono p 1 2 Z e c 1 2 [1; 10) tali che<br />

Infatti possiamo considerare<br />

a = c 1 E p 1 (2.5)<br />

c 1 = 10c;<br />

p 1 = p 1:<br />

La fattorizzazione (2.5) prende il nome <strong>di</strong> notazione scienti…ca.<br />

La potenza 10 p1 prende il nome <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza <strong>di</strong> x.<br />

Esiste anche la cosiddetta notazione ingegneristica<br />

in cui p i è un intero multiplo <strong>di</strong> 3.<br />

a = c i E p i<br />

2.4 Una procedura <strong>di</strong> approssimazione<br />

Con queste premesse possiamo illustrare una procedura <strong>di</strong> approssimazione. Per<br />

una scelta <strong>di</strong> concretezza, come se si trattasse <strong>di</strong> un esempio, continuiamo ad<br />

assegnare 6 cifre a e 2 cifre a k (non contando il segno davanti a e davanti<br />

a k).<br />

Sia assegnato a 2 R, per semplicità a > 0. Si fattorizza a come in<strong>di</strong>cato nel<br />

Teorema 2.5<br />

a = c E p<br />

con c 2 [1=10; 1); p 2 Z.<br />

Se p < 99 siamo nel cosiddetto caso <strong>di</strong> Under‡ow, come approssimazione<br />

si assume = 0.<br />

Se p > 99 siamo nel cosiddetto caso <strong>di</strong> Over‡ow, più grave dell’Under-<br />

‡ow: il numero non è approssimabile (una macchina ci restituirebbe un<br />

messaggio <strong>di</strong> errore).


8 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

Nei casi rimanenti ( 99 p 99) la costruzione prosegue. Il numero c viene<br />

troncato a 6 cifre decimali. In<strong>di</strong>chiamo con c t il numero dopo il troncamento.<br />

Per tener conto delle cifre rimanenti (quelle che abbiamo cancellato), se la<br />

settima cifra <strong>di</strong> c è 5; 6; 7; 8; 9, alla sesta cifra <strong>di</strong> c t aggiungiamo 1, altrimenti<br />

lasciamo tutto immutato; questa operazione viene chiamata arrotondamento.<br />

In<strong>di</strong>chiamo con il numero (a 6 cifre decimali) così ottenuto.<br />

Come approssimazione scegliamo<br />

= E p:<br />

Alcuni esempi aiuteranno a fare chiarezza.<br />

Esempio 2.7 Vogliamo approssimare<br />

a = 1=23 = 0:043 478 260 869 56 : : :<br />

Abbiamo<br />

ossia<br />

a = :434 782 608 695 6 : : : E 1<br />

p = 1<br />

c = :434 782 608 695 6 : : :<br />

Tronchiamo c e otteniamo c t<br />

c t = :434 782<br />

Poichè la settima cifra <strong>di</strong> c è 6 abbiamo<br />

= :434 783<br />

In conclusione la nostra approssimazione è data da<br />

= :434 783 E 1:<br />

Esempio 2.8 Vogliamo approssimare<br />

Abbiamo<br />

a = 20 26 = 6 710 886 400 : : : 000<br />

| {z }<br />

26 zeri<br />

p = 34<br />

c = :671 088 64<br />

Tronchiamo c e otteniamo c t<br />

c t = :671 088<br />

Poichè la settima cifra <strong>di</strong> c è 6 abbiamo<br />

= :671 089<br />

In conclusione la nostra approssimazione è data da<br />

= :671 089 E 34


2.4. UNA PROCEDURA DI APPROSSIMAZIONE 9<br />

Esempio 2.9 Vogliamo approssimare<br />

a = p 129 = 11: 357 816 691 600 5 : : :<br />

Abbiamo<br />

ossia<br />

a = :113 578 166 916 005 : : : E2<br />

p = 2<br />

c = :113 578 166 916 005 : : :<br />

Tronchiamo c e otteniamo c t<br />

c t = :113 578<br />

Poichè la settima cifra <strong>di</strong> c è 1 abbiamo<br />

= c t = :113 578<br />

In conclusione la nostra approssimazione è data da<br />

= :113 578 E 2<br />

In questo caso possiamo anche tornare alla notazione tra<strong>di</strong>zionale<br />

= 11:1357 8<br />

Osservazione 2.10 In generale se a 2 [1=10; 10 6 ) possiamo anche evitare il<br />

ricorso alla notazione ‡oating point e vale una semplice regola. Si scrivono<br />

almeno 7 cifre dell’allineamento decimale associato ad a, si tronca a 6 cifre e<br />

si arrotonda in base alla settima. Ricor<strong>di</strong>amo che arrontondare vuol <strong>di</strong>re che<br />

se la settima cifra <strong>di</strong> a è 5; 6; 7; 8; 9, alla sesta cifra aggiungiamo 1, altrimenti<br />

lasciamo tutto immutato.<br />

Ve<strong>di</strong>amo in…ne alcuni casi particolari.<br />

Esempio 2.11 Se abbiamo<br />

scriveremo<br />

a = 9:999997<br />

p = 1<br />

e quin<strong>di</strong> con la procedura esposta sopra<br />

Dunque<br />

c = :9999997<br />

c t = :999999<br />

= 1:000000<br />

= 1 E 1<br />

= :1 E 2<br />

infatti abbiamo convenuto che, nella notazione “‡oating point”, il primo fattore<br />

debba essere un numero c 2 [1=10; 1).


10 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

Esempio 2.12 Come caso limite abbiamo<br />

quin<strong>di</strong><br />

a = :9999995 E 99<br />

p = 99<br />

Dopo l’arrotondamento si ha Over‡ow.<br />

c = :9999995<br />

Esempio 2.13 Evidentemente due numeri <strong>di</strong>versi possono essere approssimati<br />

e rappresentati allo stesso modo. In corrispondenza <strong>di</strong><br />

a 1 = 123:456 78<br />

a 2 = 123:456 87<br />

avremo sempre<br />

= 123:457:<br />

2.5 Approssimazioni ed errori<br />

Sia assegnato un dato numerico a 2 R e sia una sua approssimazione.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo che l’approssimazione si <strong>di</strong>ce per <strong>di</strong>fetto (risp. per eccesso) se<br />

< a (risp. a < ). La <strong>di</strong>¤erenza tra il dato originale e la sua approssimazione<br />

= a<br />

<br />

prende il nome <strong>di</strong> errore assoluto commesso nell’approssimazione.<br />

Esempio 2.14 Con questa terminologia 3:14 è un’approssimazione per <strong>di</strong>fetto<br />

<strong>di</strong> con errore assoluto inferiore ad 1=100. Analogamente 2:718 è un’approssimazione<br />

per <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> e con errore assoluto inferiore ad 1=1000.<br />

2.5.1 Errore relativo<br />

In realtà l’errore assoluto, a <strong>di</strong>spetto del nome, potrebbe rivelarsi non signi…cativo:<br />

se il dato è a = 20 21 (ricor<strong>di</strong>amo le 28 cifre), un errore assoluto pari a 10<br />

(o anche a 10 9 ) è assolutamente trascurabile;<br />

se abbiamo a = 2 2 [0; 10], un errore pari a 1 <strong>di</strong>venta rilevante.<br />

La questione <strong>di</strong>venta più chiara con un esempio tratto dal mondo reale:<br />

se stiamo pesando una cassetta <strong>di</strong> frutta, sicuramente non ci preoccupiamo<br />

<strong>di</strong> essere precisi sui grammi;<br />

se siamo in gioielleria, preten<strong>di</strong>amo che il peso <strong>di</strong> una catenina d’oro sia<br />

preciso …no al grammo.


2.5. APPROSSIMAZIONI ED ERRORI 11<br />

Un modo per tener conto <strong>di</strong> queste situazioni è introdurre un nuovo tipo <strong>di</strong><br />

errore, l’errore relativo de…nito da<br />

<br />

a = a<br />

<br />

a<br />

In una qualsiasi approssimazione è ragionevole chiedere che l’errore relativo<br />

sia inferiore ad un pre…ssato valore, generalmente in<strong>di</strong>cato con EP S (iniziale <strong>di</strong><br />

“epsilon”).<br />

Se a = 123457 e consideriamo = 123500, abbiamo<br />

= 43<br />

<br />

a = 0:00034:::<br />

Se a = 341:5 e consideriamo = 300, abbiamo<br />

= 41:5<br />

<br />

a = 0:121:::<br />

Se a = 2:1576 e consideriamo = 2:16, abbiamo<br />

= 0:0024<br />

<br />

a = 0:00111:::<br />

Se a = 8:1576 e consideriamo = 8:15, abbiamo<br />

= 0:0076<br />

<br />

a = 0:0009:::<br />

Teorema 2.15 L’errore relativo prodotto dalla procedura <strong>di</strong> approssimazione<br />

descritta sopra veri…ca la con<strong>di</strong>zione<br />

<br />

a < 5 10 6<br />

L’esponente 6 <strong>di</strong>pende dall’aver usato 6 cifre per ; dunque se aumentiamo<br />

il numero <strong>di</strong> cifre otteniamo un’approssimazione via via migliore.<br />

2.5.2 Dimostrazione del Teorema<br />

Ora dobbiamo occuparci del troncamento <strong>di</strong> c = a=10 p .<br />

Consideriamo N cifre decimali (dopo il punto).<br />

Il semplice troncamento è dato da<br />

c t = 1<br />

10 N <br />

10 N c <br />

Il troncamento con arrotondamento è dato da<br />

= 1 10 N<br />

10 N c + 1 <br />

2<br />

Ricor<strong>di</strong>amo che la nostra approssimazione <strong>di</strong> a è data da<br />

= 10 p


12 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

Rimane da valutare l’errore relativo (in valore assoluto)<br />

jj<br />

a<br />

Dobbiamo <strong>di</strong>stinguere due casi.<br />

Se a = 10 m allora<br />

=<br />

ja j<br />

a<br />

p = m + 1<br />

c = 1=10<br />

In questo caso<br />

quin<strong>di</strong><br />

= c t = c<br />

= a<br />

e dunque<br />

jj<br />

a<br />

=<br />

ja j<br />

a<br />

= 0<br />

Se invece a non è una potenza <strong>di</strong> 10, allora avremo<br />

10 p 1 < a < 10 p<br />

Osserviamo che<br />

ja j = jc j 10 p<br />

Abbiamo<br />

ossia<br />

quin<strong>di</strong><br />

<br />

10 N c + 1 <br />

10 N c + 1 <br />

2<br />

2 < 10 N c + 1 <br />

+ 1<br />

2<br />

10 N c<br />

<br />

1<br />

10 N 10 N c<br />

1<br />

10<br />

2 < N c + 1 <br />

10 N c + 1 2<br />

2<br />

<br />

1<br />

< 1 10 N<br />

2 10 N c + 1 <br />

2<br />

c<br />

1 1<br />

2 10 N < c + 1 1<br />

2 10 N<br />

D’altra parte<br />

Pertanto<br />

ja<br />

j<br />

=<br />

a<br />

j cj 1 1<br />

2 10 N<br />

1<br />

a < 1<br />

10 p 1<br />

jc j 10p<br />

a<br />

< 1 10<br />

2 10 N = 5<br />

10 N


2.5. APPROSSIMAZIONI ED ERRORI 13<br />

2.5.3 Alcune stime<br />

Supponiamo ora <strong>di</strong> trovarci nella situazione più comune: conosciamo valore<br />

approssimato <strong>di</strong> a e vogliamo determinare un intervallo entro il quale siamo certi<br />

<strong>di</strong> trovare a.<br />

Ovviamente per fare questo abbiamo bisogno <strong>di</strong> conoscere anche un’informazione<br />

sull’errore. Ovviamente non si conosce l’errore (che equivale a conoscere<br />

il valore a), ma conosciamo una maggiorazione dell’errore.<br />

Se sappiamo che jj max allora<br />

max a + max : (2.6)<br />

Se sappiamo che j=aj EP S < 1 e 0 < a allora<br />

<br />

1 + EP S a <br />

1 EP S<br />

(2.7)<br />

Osserviamo in…ne che una stima sull’errore assoluto si può ricavare una stima<br />

sull’errore relativo e viceversa.<br />

Se sappiamo che jj max < allora<br />

j=aj <br />

Se sappiamo che j=aj EP S < 1 e 0 < a allora<br />

max<br />

max<br />

: (2.8)<br />

jj <br />

EP S<br />

1 EP S :<br />

2.5.4 Manipolazione <strong>di</strong> numeri<br />

Non appena si inizia a operare con approssimazioni, l’errore non solo si trasmette<br />

al risultato ma ad<strong>di</strong>rittura si ampli…ca.<br />

Proposizione 2.16 L’errore assoluto della somma è uguale alla somma degli<br />

errori assoluti degli adden<strong>di</strong>.<br />

Esempio 2.17 All’inizio del capitolo abbiamo scritto<br />

= 3:14<br />

e = 2:718<br />

+ e = 5:858:<br />

Sappiamo che su = 3:14 abbiamo un errore minore o uguale a 1=100, su<br />

e = 2:718 abbiamo un errore minore o uguale a 1=1000. Pertanto sulla somma<br />

abbiamo un errore minore o uguale a 11=1000. Applicando la (2.6) si conclude<br />

5:847 = 5:858 11=1000 + e 5:858 + 11=1000 = 5:869<br />

Ecco spiegato perché all’inizio del capitolo abbiamo detto che sarebbe più corretto<br />

scrivere + e = 5:85. Non ha senso scrivere 3 cifre dopo il punto se già sulla<br />

seconda abbiamo incertezza.


14 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

Proposizione 2.18 L’errore relativo del prodotto è uguale alla somma degli<br />

errori relativi dei fattori.<br />

Esempio 2.19 Se e sono rispettivamente approssimazioni <strong>di</strong> a e b con<br />

errore relativo minore <strong>di</strong> 5=1000, allora è un’approssimazione <strong>di</strong> ab con errore<br />

relativo minore <strong>di</strong> 10=1000.<br />

Torneremo su questi problemi quando parleremo <strong>di</strong> cifre signi…cative. Per<br />

il momento ci basti <strong>di</strong> concludere che se un dato è a¤etto da un certo errore<br />

(assoluto o relativo) non si può sperare <strong>di</strong> avere un risultato a¤etto da un errore<br />

minore (ve<strong>di</strong> Esempio 2.28).<br />

Osservazione 2.20 Utilizzando le derivate vedremo come si stima l’errore trasmesso<br />

attraverso una funzione.<br />

2.6 Calcolatrici<br />

In questo paragrafo vogliamo illustrare alcune caratteristiche dei sistemi automatici<br />

<strong>di</strong> calcolo. Per sempli…care l’esposizione ci riferiremo a due situazioni<br />

estreme: nella realtà le prestazioni o¤erte dalle calcolatrici e dai computer sono<br />

in continua evoluzione e cambiano da modello a modello.<br />

2.6.1 Calcolatrice primitiva<br />

In<strong>di</strong>pendentemente dal modo in cui si rappresentano, tutti i dati vengono trattati<br />

con la procedura vista sopra:<br />

scrittura in virgola mobile;<br />

troncamento ed arrotondamento.<br />

Anche un’operazione elementare viene svolta in questo modo.<br />

Esempio 2.21 Consideriamo<br />

1<br />

= :166 666 666 : : :<br />

6<br />

= :166 667<br />

1<br />

= 0:038 461 538 :::<br />

26<br />

= :384 615 E 1<br />

1<br />

6 + 1 = :166 667 + :038 461 5<br />

26<br />

= :205 1285<br />

= :205 129


2.6. CALCOLATRICI 15<br />

Esempio 2.22 Come secondo esempio vogliamo calcolare<br />

p<br />

2 +<br />

p<br />

3<br />

2<br />

Abbiamo<br />

p<br />

2 = 1:414 213 56 : : :<br />

= :141421<br />

p<br />

3 = 1:732 05 : : :<br />

= :173 205<br />

p<br />

2 +<br />

p<br />

3 = :314 626<br />

p<br />

2 +<br />

p<br />

3<br />

2<br />

= 9:898 951 987 6<br />

= 9:898 95<br />

Possono anche riscontrarsi fenomeni interpretabili come <strong>di</strong>¤ormità rispetto<br />

alle proprietà teoriche delle operazioni.<br />

Consideriamo ancora un troncamento/arrotondamento a 6 cifre (più due<br />

cifre per l’esponente).<br />

Esempio 2.23 Se abbiamo<br />

risulta<br />

a 1 = 123 456<br />

a 2 = : 456 789<br />

a 1 + a 2 = 123 456: 456 789 =<br />

= 123 456 = a 1<br />

In altri termini un addendo è irrilevante nella somma.<br />

Esempio 2.24 Se abbiamo<br />

risulta evidentemente<br />

a 1 = 123:456<br />

a 2 = 3:45678<br />

a 1 + a 2 = 126:91278<br />

= 126:913<br />

dove evidentemente l’ultimo valore è quello ottenuto per troncamento/arrotondamento.<br />

Ora sommiamo<br />

a 3 = 0:00855543<br />

e otteniamo<br />

(a 1 + a 2 ) + a 3 = 126:921 555 43<br />

= 126:922


16 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

Possiamo anche sommare<br />

e quin<strong>di</strong><br />

a 2 + a 3 = 3:46533543<br />

= 3:46534<br />

a 1 + (a 2 + a 3 ) = 126:921 34<br />

= 126:921<br />

Dunque il risultato cambia a seconda dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> sommazione. Dal punto<br />

<strong>di</strong> vista assiomatico dovremmo concludere che non vale la proprietà associativa<br />

della somma.<br />

Osservazione 2.25 I precedenti esempi sono, per così <strong>di</strong>re, arti…ciali. Essi<br />

indendono semplicemente mostrare i possibili e¤etti <strong>di</strong> una procedura <strong>di</strong> trocamento/arrotondamento.<br />

Nella pratica, come si <strong>di</strong>ceva all’inizio, ogni calcolatrice<br />

ha i suoi standard <strong>di</strong> calcolo, quin<strong>di</strong> non possiamo escludere che, provando per<br />

conto proprio, si osservino risultati alquanto <strong>di</strong>versi.<br />

2.6.2 Computer Algebra System<br />

I <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> dati e <strong>di</strong> operazioni vengono riconosciuti e trattati in modo<br />

opportuno, del tutto simile a quello “naturale”.<br />

Ad esempio<br />

1<br />

6 + 1<br />

26 = 8<br />

39<br />

A richiesta possiamo passare alla rappresentazione decimale<br />

8<br />

= 0:205 128 205 128 205 : : :<br />

39<br />

Se tronchiamo e arroton<strong>di</strong>amo a 6 cifre riscontriamo una piccola <strong>di</strong>¤erenza<br />

rispetto al risultato calcolato in precedenza con la “calcolatrice primitiva”.<br />

Il secondo esempio è ancora più signi…cativo.<br />

p<br />

2 +<br />

p<br />

3<br />

2<br />

= 2 + 2<br />

p<br />

2<br />

p<br />

3 + 3<br />

Se ci interessa possiamo anche vedere<br />

= 5 + 2 p 6<br />

5 + 2 p 6 = 9:898 979 485 566 36 : : :<br />

Anche qui possiamo troncare e arrotondare a 6 cifre: riscontriamo una <strong>di</strong>¤erenza<br />

rispetto al risultato calcolato in precedenza.<br />

La vera prestazione aggiuntiva dei CAS è la capacità <strong>di</strong> e¤ettuare calcolo<br />

letterale. In questo modo le eventuali operazioni numeriche, con le relative<br />

trasmissioni <strong>di</strong> errori, vengono svolte alla …ne e si riducono sensibilmente le<br />

problematiche evidenziate sopra nelle calcolatrici tra<strong>di</strong>zionali.


2.7. DATI PROVENIENTI DA MISURAZIONI 17<br />

2.7 Dati provenienti da misurazioni<br />

Molte delle considerazioni svolte sui dati numerici si possono applicare anche alle<br />

misurazioni. In termini semplicistici misurare vuol <strong>di</strong>re attribuire un numero<br />

(reale) ad una grandezza (altezza, peso, ...). Da una parte abbiamo il dato a 2 R<br />

che corrisponderebbe alla misurazione ideale, dall’altra abbiamo il dato 2 Q,<br />

con un numero …nito <strong>di</strong> cifre, ottenuto in una nostra misurazione concreta,<br />

a¤etta da errori e imprecisioni. Dunque tra a ed si è riprodotta una situazione<br />

analoga a quella che avevamo tra un numero reale e la sua approssimazione a<br />

cifre …ssate.<br />

Anzitutto osserviamo che se un dato numerico proviene da una misurazione,<br />

il modo in cui viene riportato è in<strong>di</strong>cativo dello strumento (o del<br />

metodo) utilizzato per la misurazione e quin<strong>di</strong> della precisione del dato stesso:<br />

si segnano tutte e sole le cifre riportate dallo strumento (o ottenute dalla<br />

procedura).<br />

Consegue che, a <strong>di</strong>¤erenza <strong>di</strong> quanto accade con i numeri “senza unità <strong>di</strong><br />

misura”, tra le scritture<br />

vi è una profonda <strong>di</strong>¤erenza:<br />

l = 3:284 m<br />

l = 3:28400 m<br />

nel secondo caso abbiamo utilizzato uno strumento ad alta precisione che<br />

segna anche i centesimi <strong>di</strong> millimetro;<br />

nel primo caso utilizzato un metro comune che segna centimetri e millimetri.<br />

Le cifre lette nello strumento e riportate nella misura sono le cosiddette cifre<br />

signi…cative, intendendo che l’ultima cifra riportata è incerta. Per evidenziare<br />

le ragioni <strong>di</strong> incertezza dell’ultima cifra può essere utile un esempio.<br />

Esempio 2.26 Per le misurazioni <strong>di</strong> intevalli <strong>di</strong> tempo, supponiamo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre<br />

<strong>di</strong> cronometro che segna anche i centesimi <strong>di</strong> secondo. Se il nostro cronometro<br />

viene azionato manualmente, si deve tener conto dei tempi <strong>di</strong> reazione, quin<strong>di</strong> i<br />

centesimi <strong>di</strong> secondo segnati dal cronometro non sono assolutamente a¢ dabili.<br />

Le regole sulla trasmissione dell’errore si traducono in regole sulle cifre<br />

signi…cative:<br />

in una somma i dati devono essere omogenei nella precisione, adeguandosi<br />

alla precisione minima;<br />

in un prodotto (o in un rapporto) il numero delle cifre signi…cative del<br />

risultato è pari al numero delle cifre signi…cative del fattore che ne contiene<br />

meno.<br />

Osservando queste regole rimane chiara la precisione dei risultati. Ve<strong>di</strong>amo<br />

alcuni esempi.


18 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

Esempio 2.27 Supponiamo <strong>di</strong> voler misurare l’area <strong>di</strong> un trapezio<br />

A = 1 2 (b 1 + b 2 )h<br />

Misuriamo la base corta ed otteniamo b 2 = 5:34 m; la base lunga la misuriamo<br />

con uno strumento meno preciso ed otteniamo b 1 = 11:2 m; cambiando ancora<br />

strumento misuriamo l’altezza h = 3:869 m.<br />

La procedura corretta consiste nell’arrotondare<br />

b 2 = 5:3 m<br />

per poi ottenere<br />

Quin<strong>di</strong> abbiamo<br />

b 1 + b 2 = 16:5 m:<br />

A = 1 16:5 3:869<br />

2<br />

= 1 63: 838 5<br />

2<br />

= 31: 919 25<br />

= 31:9 m 2<br />

Abbiamo applicato la regola pratica sul prodotto: il primo fattore ha 3 cifre, il<br />

secondo fattore ha 4 cifre, quin<strong>di</strong> del prodotto si considerano solo 3 cifre (con la<br />

solita procedura <strong>di</strong> troncamento e arrotondamento).<br />

Sarebbe scorretto <strong>di</strong>re che<br />

b 1 + b 2 = 11:2 + 5:34 = 16:54 m<br />

Infatti da questa scrittura si desume che entrambe le basi sono state misurate<br />

con uno strumento che segna i cm. L’errore si trasmetterebbe al risultato …nale,<br />

infatti avremmo:<br />

A = 1 16:54 3:869<br />

2<br />

= 1 63: 993 26<br />

2<br />

= 31: 996 63<br />

= 32:00 m 2<br />

Oltre che il risultato, notiamo che è <strong>di</strong>versa anche la precisione.<br />

Esempio 2.28 Vogliamo calcolare la <strong>di</strong>agonale <strong>di</strong> un quadrato utilizzando la<br />

ben nota relazione d = p 2 l.<br />

L’operatore che ha provveduto alla misurazione del lato ci comunica l =<br />

10:50 m con un incertezza <strong>di</strong> 2 cm, ossia jj 2 cm. In base alla (2.8) abbiamo<br />

<br />

<br />

l<br />

2<br />

1050 2 = 1<br />

524<br />

Come sappiamo, p 2 è un numero irrazionale. Se approssimiamo<br />

p<br />

2 = 1:414


2.7. DATI PROVENIENTI DA MISURAZIONI 19<br />

l’errore relativo è inferiore a 5=10000 = 1=2000.<br />

Dunque per la <strong>di</strong>agonale otteniamo la misura approssimata<br />

1 = 10:5 1:414 = 14: 847 m<br />

con la seguente stima sull’errore relativo<br />

d 1<br />

d 1<br />

524 + 1<br />

2000 = 631<br />

262 000<br />

= 2:4 E 3:<br />

Applicando la formula (2.7) per stimare l’intervallo <strong>di</strong> variabilità della misura<br />

esatta d otteniamo<br />

14:811 4 m d 14:882 8 m<br />

Dunque l’intervallo <strong>di</strong> variabilità misura all’incirca 7 cm.<br />

Se invece consideriamo<br />

p<br />

2 = 1:414 21<br />

abbiamo un errore relativo minore <strong>di</strong> 5=10 6 = 1=200 000. Con questa assunzione<br />

otteniamo il valore<br />

2 = 10:5 1:414 21 = 14:849 205 m<br />

con un errore relativo tale che<br />

d 2<br />

d 1<br />

524 + 1<br />

200 000<br />

= 1:9 E 3<br />

Applicando la formula (2.7) otteniamo la stima<br />

=<br />

50 131<br />

26 200 000<br />

14: 820 9 m d 14:877 6 m<br />

Dunque l’intervallo <strong>di</strong> variabilità si è ristretto <strong>di</strong> appena 1:5 cm.<br />

Questo esempio ci mostra che aver aumentato la precisione sul fattore p 2<br />

non ha mo<strong>di</strong>…cato <strong>di</strong> molto il valore <strong>di</strong> d e la teoria sull’errore ci <strong>di</strong>ce che il<br />

nuovo valore non è molto più preciso del precedente (nel senso che l’intervallo<br />

<strong>di</strong> variabilità, ossia l’errore assoluto, si è ridotto <strong>di</strong> poco).<br />

Dovendo riportare un dato possiamo scrivere che la <strong>di</strong>agonale misura 14:84 m;<br />

stante l’incertezza <strong>di</strong> 3 cm è inutile scrivere altre cifre decimali; in altri termini,<br />

l’incertezza era sui centimetri e sui centimetri rimane.<br />

I calcoli nell’esempio precedente confermano le regole sulle cifre signi…cative.<br />

Le cifre signi…cative della misura <strong>di</strong> l sono 4. Dunque conviene scrivere p 2 con<br />

non meno (e non più) <strong>di</strong> quattro cifre e del prodotto dobbiamo considerare solo<br />

le prime quattro cifre; in particolare la quarta cifra del prodotto (quella dei<br />

centimetri) dovrà essere considerata “incerta”.


20 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI<br />

2.7.1 Stime con atten<strong>di</strong>bilità pre…ssata<br />

Il modo più corretto per ottenere e riportare un dato ottenuto da misurazione<br />

è il seguente<br />

l min l l max (2.9)<br />

ove si intende che noi stimiamo che l sia compreso nell’intervallo [l min ; l max ] con<br />

una probabilità P …ssata in precedenza.<br />

Generalmente non si usa la scrittura (2.9) ma si scrive<br />

l = ;<br />

con > 0, intendendo<br />

l + : (2.10)<br />

Tale , dunque, è una stima sull’errore assoluto se approssimiamo l con :<br />

Ve<strong>di</strong>amo come si perviene ad una stima <strong>di</strong> tipo (2.10), con atten<strong>di</strong>bilità<br />

pre…ssata. Premesso che che non basta sicuramente una sola misurazione, quin<strong>di</strong><br />

si sottintende che la misurazione sia ripetibile, si può <strong>di</strong>mostrare quanto segue<br />

(ve<strong>di</strong> libro <strong>di</strong> Taylor).<br />

Supponiamo <strong>di</strong> aver e¤ettuato N misurazioni con esito 1 ; 2 ; : : : ; N . Calcoliamo<br />

la me<strong>di</strong>a e la deviazione standard<br />

NX<br />

= 1 N<br />

v<br />

uX<br />

= t N<br />

k=1<br />

k=1<br />

i<br />

i<br />

<br />

2<br />

N 1<br />

Se vogliamo una stima atten<strong>di</strong>bile con probabilità del 68% poniamo<br />

= = p N:<br />

Se vogliamo una stima atten<strong>di</strong>bile con probabilità del 95% poniamo<br />

= 2= p N:<br />

Se vogliamo una stima atten<strong>di</strong>bile con probabilità del 99% poniamo<br />

= 3= p N<br />

Osservazione 2.29 Evidentemente i tre valori <strong>di</strong> legati alle probabilità 68%,<br />

95%, 99% sono legati alla <strong>di</strong>stribuzione normale.<br />

A parità <strong>di</strong> N (numero <strong>di</strong> misurazioni) il legame tra ampiezza dell’intervallo<br />

e atten<strong>di</strong>bilità della stima è del tutto plausibile: se vogliamo una stima più<br />

atten<strong>di</strong>bile (nel senso che aumenta la probabilità che sia vera), dobbiamo necessariamente<br />

accontentarci <strong>di</strong> una stima meno precisa (nel senso che l’intervallo è<br />

più ampio). E viceversa un intervallo più stretto (apparentemente più preciso)<br />

viene pagato in termini <strong>di</strong> stima meno atten<strong>di</strong>bile.<br />

Dunque, immaginando che rimanga più o meno stabile, l’unico modo per<br />

<strong>di</strong>mezzare la stima sull’errore assoluto, conservando l’atten<strong>di</strong>bilità pre…ssata, è<br />

quello <strong>di</strong> quadruplicare il numero <strong>di</strong> misurazioni.


2.7. DATI PROVENIENTI DA MISURAZIONI 21<br />

Esempio 2.30 Vogliamo misurare una lunghezza l. Abbiamo tre misurazioni<br />

con un comune metro (precisione …no al mm)<br />

1 = 1:010 m<br />

2 = 1:031 m<br />

3 = 0:978 m<br />

Calcoliamo me<strong>di</strong>a e deviazione standard<br />

= 1:006 333 333 m =<br />

= 1:006 m<br />

= 0:026 689 573 m<br />

e quin<strong>di</strong>, per avere un’atten<strong>di</strong>bilità al 95% poniamo<br />

= 2 p<br />

3<br />

= 2 p<br />

3<br />

0:026 689 573 m =<br />

= 0:033 081 846 m = 0:033 m<br />

E dunque scriveremo<br />

Osserviamo che i valori<br />

l = 1:006 0:033 m:<br />

l max = 1:006 + 0:033 m = 1:039 m<br />

l min = 1:006 + 0:033 m = 0:973 m<br />

sforano il più grande ed il più piccolo valore da noi osservati.<br />

In realtà tre sole misurazioni forniscono un risultato assolutamente inaf-<br />

…dabile (lo si potrebbe <strong>di</strong>mostrare in maniera rigorosa). Dunque è necessario<br />

e¤ettuare altre misurazioni.<br />

1 = 1:010 m 4 = 0:994 m 7 = 1:011 m 10 = 1:036 m<br />

2 = 1:031 m 5 = 1:028 m 8 = 1:028 m 11 = 1:002 m<br />

3 = 0:978 m 6 = 1:013 m 9 = 0:959 m 12 = 0:964 m<br />

Ripetendo calcoli analoghi a quelli visti sopra otteniamo, con atten<strong>di</strong>bilità al<br />

95%<br />

l = 1:005 0:015 m.<br />

Il valore me<strong>di</strong>o non è cambiato <strong>di</strong> molto, ma l’intervallo <strong>di</strong> variabilità è più che<br />

<strong>di</strong>mezzato.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!