Chimica fine, avanti tutta Chimica fine, avanti tutta - Camera di ...
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economia e urbanistica <<br />
Il litorale <strong>di</strong> Ravenna<br />
re un deciso cambiamento <strong>di</strong> rotta rispetto al Prg vigente.<br />
Infatti, pur riconoscendo il ruolo determinante<br />
svolto dallo stabilimento Anic e dai lavori <strong>di</strong> realizzazione<br />
del porto e delle attrezzature connesse per<br />
il superamento della drammatica situazione occupazionale<br />
e socio-economica <strong>di</strong> Ravenna e dei comuni<br />
contermini, occorreva tener conto dei “costi”, pagati<br />
in termini <strong>di</strong> degrado della città, dell’ambiente, del<br />
patrimonio naturale e, soprattutto, del fatto che ormai<br />
il processo <strong>di</strong> sviluppo basato sul petrolio e sulla<br />
“Italia raf<strong>fine</strong>ria d’Europa” si avviava alla sua conclusione<br />
.<br />
Si trattava, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> correggere decisamente l’immagine<br />
della “Grande Ravenna petrolifera e petrolchimica”,<br />
proposta dagli stu<strong>di</strong> e dagli interventi realizzati<br />
negli anni ’60, secondo i quali lo sviluppo della<br />
città si sarebbe dovuto basare sulle industrie <strong>di</strong> base<br />
(da realizzare lungo il porto canale e lungo una i-<br />
50be<br />
drovia Porto Corsini-Porto Garibal<strong>di</strong>), sull’accrescimento<br />
del capoluogo e sulla e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> tutto il litorale.<br />
Occorreva invece assegnare a Ravenna ed al suo hinterland<br />
un ruolo decisamente terziario, <strong>di</strong> città destinata<br />
ad uno sviluppo turistico-culturale altamente<br />
qualificato, a livello internazionale, con il potenziamento<br />
delle attività connesse, dall’agricoltura <strong>di</strong> qualità,<br />
all’artigianato, alla piccola industria, alle attività<br />
culturali e con un deciso superamento della “immagine”<br />
<strong>di</strong> città industriale e petrolchimica derivata dal<br />
mito della “grande Ravenna” posta a base del Piano<br />
vigente. Il porto, quin<strong>di</strong>, avrebbe dovuto assumere un<br />
carattere decisamente commerciale e turistico, a servizio<br />
<strong>di</strong> Ravenna e dell’intera regione.<br />
A tal <strong>fine</strong> era in<strong>di</strong>spensabile, innanzitutto, pre<strong>di</strong>sporre<br />
analisi finalizzate essenziali, relative all’agricoltura<br />
(svolte da S. Nar<strong>di</strong>), alla idrologia (svolte<br />
dal prof. G. Supino), alle infrastrutture (svolte dall’ing.<br />
P. Radogna) ed alla geologia (svolte dal dott. W. Bertoni,<br />
al quale fu poi affidato l’Ufficio geologico comunale,<br />
caso unico in Italia).<br />
Occorreva inoltre sviluppare adeguate iniziative <strong>di</strong><br />
“comunicazione” e <strong>di</strong> partecipazione, capaci <strong>di</strong> “convertire”<br />
alla nuova immagine <strong>di</strong> Ravenna il maggior<br />
numero possibile <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni. E per questo era fondamentale<br />
“inventare” “eventi” e “messaggi” capaci <strong>di</strong><br />
stimolare l’interesse - e quin<strong>di</strong> consensi e critiche - da<br />
parte dei citta<strong>di</strong>ni stessi.<br />
Un primo “evento” fu quello della istituzione dell’Ufficio<br />
del Piano (con gli architetti P. Evangelisti, G. O-<br />
rioli, S. Pompei e l’ing. Casanova, funzionario comunale,<br />
alle <strong>di</strong>rette <strong>di</strong>pendenze dell’assessore Pezzele) e<br />
con un gruppo <strong>di</strong> giovani collaboratori, fra i quali c’era<br />
anche Ivano Marescotti, oggi bravissimo attore ed<br />
allora bravissimo <strong>di</strong>segnatore. Ivano <strong>di</strong>segnò con<br />
grande accuratezza le tavole definitive del Prg che io<br />
preparavo “in minuta”, inginocchiato carponi su un<br />
enorme tavolo costruito per l'occasione, per lo più <strong>di</strong><br />
notte perché all'epoca insegnavo a Venezia (o meglio<br />
a Preganziol) e facevo il “pendolare”, con l’ausilio del<br />
Comune, che mi metteva a <strong>di</strong>sposizione la macchina<br />
e l’autista (Amleto Papi, padre, fra l’altro, <strong>di</strong> una delle<br />
giovani collaboratrici dell’Ufficio <strong>di</strong> piano). In quel-<br />
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