I fuochi fatui - Solima - Margine, Soglia, Confine, Limite
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I <strong>fuochi</strong> <strong>fatui</strong><br />
Ovvero<br />
La Storia del Mondo al <strong>Confine</strong> tra Detto e Non Detto<br />
Elisa Cappelli<br />
Il Detto ed il Non detto sono due lastre fatte di vetro<br />
l’una posta di fronte all’altra. A passarci la lingua sopra,<br />
s’assaggia un sapore agrodolce.<br />
A guardarci attraverso, non si vede il proprio riflesso,<br />
ma le immagini di quanto si è amato nella vita terrestre.<br />
Scartoffie, ricordi, fogliettini, anelli, persone, animaletti,<br />
dischi, auto, parti del corpo. Il Detto ed il Non Detto, certe<br />
volte, s’annoiano come matti.<br />
Si guardano, fanno smorfie. Uno, Detto, è sempre<br />
impegnato a ribadire, mettere in chiaro; l’altro, Non Detto,<br />
passa il tempo a scarificare - ovvero, a render sacro - il<br />
silenzio.<br />
Il Detto: “Raccontami qualcosa!”<br />
Il Non Detto, intento a meditare: “Cosa vuoi che ti<br />
racconti?”<br />
Così, come due coniugi sui quali grava un’incallita e, per<br />
certi versi, divertente, abitudine, i due si disturbano,<br />
sbruffano, s’inzizzaniano, si ringalluzziscono.<br />
Quando l’atmosfera è soave ed il tempo eterno in cui<br />
sono avvolti pare più fermo che mai, i loro spiriti evitano il<br />
vano scalpicciare di parole. In quei casi, i due si sorridono a<br />
vicenda, respirano quieti.<br />
Allora, Detto, con un’aria furtiva, si mette a pregare Non<br />
Detto sottovoce:<br />
“Non è che ti va di raccontarmi la Storia, eh?”<br />
“Quale storia?”<br />
“Dai che lo sai!”<br />
1
“Beh? Quale?”<br />
“Quella lì, avanti!”<br />
“Lì?” guardandosi intorno “Lì dove?” ridendo<br />
sommessamente.<br />
“Oh…la smetti???” risponde Detto insolentito.<br />
“Vuoi sentire quella del Tempo in lotta con lo Spazio?”<br />
“Noooooooo!”<br />
“Quella in cui i Diplomatici del Mondo scoprono i Confini<br />
delle Nazioni amoreggiare tra loro?”<br />
“Noooooo! Avanti, hai capito a quale Storia mi riferisco!!!”<br />
“Io ho capito, ma non avrai nessuna storia, se ti ostini a<br />
chiederlo nel modo sbagliato! Cosa ti ho detto mille volte?<br />
Cos’è che devi dire esattamente?”<br />
Detto prende fiato, prima di dire, con tono solenne: “Va<br />
bene… va bene… allora: Raccontami…”<br />
Non Detto lo interrompe bruscamente:<br />
“Seeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!! L’ira del Pelide!!!!! Ma quale<br />
raccontami e raccontami??? Cosa ti ho detto un’infinità di<br />
volte? Qual’è la formula?”<br />
“Hai ragione, hai ragione, scusami…”<br />
“Avanti!”<br />
“Va bene…”<br />
“Concentrati, prima.”<br />
“Allora…<br />
Vorrei che senz’inganni e senza giuochi<br />
del Mondo narrassi la Storia.<br />
Non le vite o l’umana gloria,<br />
ma il crearsi dei <strong>fatui</strong> <strong>fuochi</strong>,<br />
padri della Terra, amanti dell’Aria,<br />
loro: genesi dell’umana specie che sempre varia.<br />
“E sia.”<br />
“I <strong>fuochi</strong> <strong>fatui</strong>. Mmm… sì…” schiarendo la voce. “I <strong>fuochi</strong><br />
<strong>fatui</strong> sono grovigli, come api stanno bordi del Niente ch’era<br />
prima che la Terra fosse. Sparsi, indefinibili, nuotano nella<br />
2
matassa di aria ed energia ch’era prima che il Cosmo fosse.<br />
Vagano in file che si rompono e si ricostituiscono<br />
continuamente. Immagina… immagina queste catene di<br />
fiamme viola, poi blu, poi rosse, poi argento. Si mischiano<br />
come certe carte, si sovrappongono come certe ombre, si<br />
incastonano come certi tasselli di mosaico, si ammassano<br />
come certe foglie in autunno.<br />
Sono zolle gassose, corpi aerei. Come le parole, una volta<br />
che sono state dette. Come le immagini, una volta che hanno<br />
colpito le retine degli umani.<br />
Si nutrono di ciò che una stagione saccheggia all’altra.<br />
Vagano, vagano, vagano ed a un certo punto... stop! le vedi<br />
fermarsi come anguille imbarattolate, poi alzarsi come<br />
uccelli di favole d’altri tempi.<br />
Si fermano per poi riprendere un volo a spirale, spinti da<br />
una forza che dire non si può da dove provenga.<br />
Si fanno avanti.<br />
Dichiarano: “Io sono, io sarò!” come tocca anche agli<br />
esseri umani, ad un certo punto della loro esistenza.”<br />
Vedendo Detto molto stanco d’ascoltare, Non Detto si<br />
ritira con un cenno dietro al suo vetro.<br />
“Continuerai domani, per me?”<br />
“Domani è già oggi. In un attimo che non sia ora, finiremo<br />
questa storia.”<br />
In un'altra porzione di Tempo, Detto, sgranchendosi<br />
contro il vetro che lo racchiude, domanda: “Riprendiamo?”<br />
Non Detto, con aria seria: “Non ora, direbbe un umano<br />
schietto e franco. Non oggi, dico anch’io, nel racconto di<br />
nuovo m’imbarco. Perché voglio riposare e sono stanco,<br />
cullarmi di tepore ed ombra, vivere del silenzio l’incanto.”<br />
rispose, ritirandosi.<br />
Detto: “Vorrei davvero ascoltare la Storia.”<br />
Non Detto: “Sai cosa devi fare.”<br />
Detto ripete la filastrocca. Ed è subito un bel<br />
raccontare.<br />
3
“I <strong>fuochi</strong> <strong>fatui</strong> s’urtano a vicenda e domandano a qualcosa<br />
di più grande ed indistinguibile d’essere esauditi.<br />
Uno di loro, schierato accanto agli altri, chiede:<br />
<br />
A richiesta esposta, il fuoco fatuo prende man mano una<br />
forma; si stacca da quella massa indistinta di nuvola<br />
inconsistente che lo avvolge ed inizia prima a curvarsi su se<br />
stesso, poi a contorcersi, stirarsi, esplodere in un impazzire<br />
di corpuscoli simili ad onde e cellule - ondicelle, si direbbe -<br />
sino a svuotarsi dall’interno, come se un cucchiaio invisibile<br />
stesse scavando e scavando e scavando.<br />
Una specie di elastico, intanto, gli si delinea tutt’intorno.<br />
Ed eccolo, lo Zero.”<br />
Detto, divertito, fa cenno al compagno di continuare.<br />
Non Detto sorride timidamente e prosegue: “Un altro<br />
fuoco fatuo, dopo quello che ormai era diventato lo Zero,<br />
domanda:<br />
<br />
La distesa di <strong>fuochi</strong> <strong>fatui</strong> inizia a tremare, l’aria a ridere<br />
e a riempirsi di bellezza.” Non Detto lascia qualche istante<br />
appeso al silenzio, prima di annunciare: “Ed eccolo:<br />
l’Orizzonte.”<br />
Detto è sempre più ilare, soddisfatto, sprizza un’energia<br />
che induce Non Detto a continuare:<br />
“Un altro fuoco fatuo, con poca timidezza, si fa avanti<br />
per domandare:<br />
4
Il fuoco fatuo si trasforma prima in tanti scaffali<br />
polverosi, poi in un compasso, un pennello, un paio di forbici,<br />
una nuvola. Surriscaldandosi d’energia di ignota provenienza,<br />
prende la forma di uno specchio e tale resta per diversi<br />
istanti, prima di sfavillare verso l’alto e attuare la sua<br />
metamorfosi, diventando Le Discipline.”<br />
Detto, sbalordito come se ascoltasse la Storia per la<br />
prima volta, non riesce nemmeno a commentare. Allora, Non<br />
Detto prosegue: “E’ poi la volta di un’altro fuoco fatuo:<br />
<br />
Questo fuoco fatuo assume un trambusto di forme.<br />
Roteandosi, pulsa e sussulta. Suda e si raffredda, diventando<br />
prima un leone poi una leonessa, confondendosi di nuovo nel<br />
misto di etere che lo abita per poi farsi come un lungo<br />
ammasso di carne senza osso e subito dopo una custodia<br />
calda ricoperta di pelo. Poi di nuovo un uccello splendido di<br />
vari colori e, in un istante, un altro volatile, chiazzato in<br />
modo simile all’altro, ma capace di emettere suoni mai uditi.<br />
Ed eccolo: il Sesso Maschile/Femminile.”<br />
Detto ride contento. Scuotendosi come un piccolo umano,<br />
chiede: “Poi? Poi?”<br />
Il Non Detto annuisce bonariamente: “Poi si fa avanti un<br />
altro fuoco fatuo che domanda:<br />
<br />
“E che succede a questo fuoco fatuo? Cosa? Cosa?”<br />
5
“Inizia a divincolarsi e roteare. Diventa prima un<br />
simbolo, poi una carovana di verbi, aggettivi, nomi propri.<br />
Forma spirali di parolette e cilindri immaginari di periodi<br />
ipotetici. Ed ecco che ne deriva il Linguaggio, accompagnato<br />
da un corteo di pretendenti, le Lingue, vestite in abiti<br />
diversissimi tra loro; tuniche dai colori sgargianti ed<br />
inimitabili, vesti succinte e sbrigative o essenziali costumi di<br />
seta e broccato.”<br />
“Splendido. Riesci ad immaginarle? Accidenti! Passerei<br />
volentieri del tempo con ognuna di loro; una per volta, tutte,<br />
tutte!”<br />
“Calmati, amico mio! Non vuoi sapere cosa accade al<br />
prossimo fuoco fatuo?”<br />
“Certo, ma ogni volta che arrivi al punto delle Lingue, ho<br />
come un guizzo d’euforia che non so controllare! Va’ avanti,<br />
va’ avanti!”<br />
“Un altro fuoco fatuo domanda apertamente:<br />
<br />
Scrollandosi di dosso la nebbiolina gassosa che lo<br />
avvolge, si fa liquida. Una sorta di fontana che riempie se<br />
stessa della propria acqua e viene inondata di vita dalla sua<br />
stessa sorgente. E diventa il Rito.<br />
Il fuoco fatuo che s’era occupato di riempire l’aria di<br />
bellezza, intanto, non aveva proferito parola udibile. Se ne<br />
stava ai lati delle schiere formate dagli altri <strong>fuochi</strong> <strong>fatui</strong>. Di<br />
tanto in tanto, si metteva a piroettare per poi tornare ad<br />
accasciarsi leggermente sull’Orizzonte, tanto per<br />
sussurrargli una poesia. Oppure, soffiava un senso di novità,<br />
di vita e di pace agli altri <strong>fuochi</strong> <strong>fatui</strong>, rinvigorendoli da<br />
tanta attesa e confortandoli per il faticoso mestiere di<br />
dover scegliere l’essere qualcosa piuttosto che qualcos’altro.<br />
Il Rito le si avvicina per domandare:<br />
6
Detto saltella e chiede insistente: “E cosa accade?? Cosa<br />
accade?”<br />
Le parole di Non Detto s’inseguono come infuriate: “Il<br />
fuoco fatuo interpellato piroetta di nuovo, emette un acuto,<br />
poi un suono molto basso, come di morte. Si smembra in<br />
tante piccole boccette contenenti liquidi di diversi colori<br />
che, fuoriuscendo, formano un lago variopinto e, pochi attimi<br />
dopo, un tramonto di indicibile bellezza. Il tramonto assume<br />
la forma di una grande chiave, poi di una foglia piena di<br />
piccoli fori dai quali si possono intravedere i pianeti e le<br />
stelle.”<br />
“Arriva a quel punto, Non Detto! Arriva a quando appare<br />
la donna bellissima!!!”<br />
“Detto!!! Smettila!”<br />
“Va bene, va bene, me ne sto buono, ma va’ avanti, per<br />
favore…”<br />
Quasi malvolentieri, Non Detto continua:<br />
“Il fuoco fatuo prende poi le sembianze di una bellissima<br />
creatura di sesso femminile, scura di pelle dal volto al ventre<br />
e chiara come il latte dall’ombelico in giù.<br />
Occhi verdi ed un’immensa chioma di capelli neri e ricci le<br />
incorniciano un viso duro che accoglie un’espressione tra il<br />
sereno ed il rassicurante. Grandi anelli alle mani ed un<br />
sedere tondo e generoso.<br />
Imitando qualcosa di simile a ciò che gli umani chiamano<br />
sorriso, questa splendida femmina risponde al Rito:<br />
<br />
Ed ecco, il fuoco fatuo diventa quanto di più indefinibile,<br />
assume i confini di ciò che non ha confini.”<br />
7
Detto risplende di curiosità e consegna alle ultime parole<br />
di Non Detto quanta più attenzione possibile.<br />
“Ed ecco, il fuoco fatuo si fa Curiosità. E sai cosa accade<br />
alla Curiosità, Detto?”<br />
“Dimmi, dimmi!”<br />
“…La Curiosità, da quella volta, sarebbe stata sempre<br />
destinata al piacere del travestimento. Ogni volta avrebbe<br />
cambiato la sua forma originaria per farsi Amore, o qualcosa<br />
di simile. A volte un Orecchio Teso, a volte un Incontro, a<br />
volte una Canzone, a volte una Ricerca Scientifica, a volte<br />
una Voce, a volte una Poltroncina di Teatro, a volte una Mano,<br />
a volte la Scrittura, a volte Sudore, a volte Sacrificio, a<br />
volte una Lettura.<br />
E la Curiosità, da quella volta, sarebbe stata sempre<br />
destinata a giocare con il <strong>Limite</strong>, amoreggiare col <strong>Confine</strong>,<br />
ammiccare maliziosamente al <strong>Margine</strong>.”<br />
Sfiancato da tanto parlare, Non Detto si lascia andare<br />
alla sua stessa lastra di vetro.<br />
Detto, invece, è tutto elettrizzato:<br />
“Siamo arrivati alla fine? Oh, no! E’ finita!!! Me la<br />
racconterai di nuovo? Ti prego, te ne prego!”<br />
Con le sue ultime energie, Non Detto risponde qualcosa<br />
che somiglia ad una profezia:<br />
“In un attimo, forse ora, intuirai che non c’è fine,<br />
non ce n’è per questa storia…”<br />
E le sue parole vengono rapite da un’eco infinita…<br />
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