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News Maria, le foto della miracolata, la gioia delle pronipoti al centro dell’attenzione, la curiosità affettuosa dei lucerini per sapere i dettagli della straordinaria vicenda. Evento sicuramente “storico” il solenne Rito del 26 novembre mattina per la benedizione della Cella del Padre Maestro, partecipanti oltre venti frati che concludevano il Capitolo provinciale straordinario svoltosi a Lucera. Prima la Concelebrazione eucaristica presieduta dal Ministro generale dei frati minori conventuali, padre Marco Tasca; poi le parole del vescovo diocesano, mons. Domenico Cornacchia; quindi il racconto della storia della Cella da parte del rettore del santuario, padre Giovanni Iasi; infine la descrizione dell’intervento di ripristino della Cella da parte del direttore dell’Ufficio Tecnico Diocesano, geom. Arturo Monaco. E finalmente la Benedizione della Cella, seguita in diretta tv su maxischermo dai numerosi fedeli presenti, i quali poi l’hanno visitata. Il pellegrinaggio delle parrocchie nella Novena 2011 ha segnato la presenza di alcune comunità non lucerine. Domenica 27, dopo la Messa, un Concerto in onore del Padre Maestro dell’orchestra da camera di Lucera diretta da Domenico De Biase, soprano Anna Maria Festa. In programma brani classici e qualche testo del Fasani musicato per l’occasione. La sera della vigilia, dopo la Messa, la commemorazione del beato Transito del Padre Maestro. Ha presieduto il Ministro provinciale, padre Michele Pellegrini. Grande folla l’ultimo giorno dell’Anno Fasaniano, solennità di san Francesco Antonio Fasani, 29 novembre. Nelle Messe del mattino quindici Istituti scolastici della città e di altri paesi del territorio diocesano hanno partecipato ed animato le Celebrazioni, al termine di un anno intenso di iniziative che hanno coinvolto tutte le scuole. Presente anche don Pio Zuppa, direttore dell’Ufficio Scuola Diocesano. In serata il Santuario si è affollato per la solenne Concelebrazione presieduta da mons. Gianfranco Girotti, Reggente della Penitenziria Apostolica del Vaticano. Concelebranti mons. Domenico Cornacchia, vescovo diocesano, mons. Francesco CIMP informa Zerrillo, vescovo diocesano emerito, e numerosi sacerdoti francescani e diocesani. Il servizio di canto della Corale santa Cecilia ha reso ancor più gioioso il Rito che è stato seguito da circa duemila persone, dentro e fuori la chiesa. La Processione dopo la Messa ha allargato la festa ad una folla di fedeli assiepati lungo il percorso per salutare il Santo. La clemenza del tempo, in altri anni freddo e piovoso, ha favorito l’afflusso straordinario di fedeli provenienti anche da centri vicini. La batteria di fuochi pirotecnici in piazza Matteotti e lo spettacolo di sbandieratori e artisti di strada animato in piazza Tribunali da “I Federiciani”, “I Liu.Bo” e “Gli Angioini”, ha allietato i fedeli convenuti e onorato il Santo, mettendo fine all’Anno Giubilare Fasaniano. Il Comitato Cittadino per l’Anno Fasaniano, la Consulta Pastorale del Santuario e la Comunità dei frati ringraziano tutti e affidano alla protezione del Santo i desideri e i propositi della Provincia pugliese e della città del Padre Maestro. Lucera, febbraio 2012 Padre Giovanni G. Iasi NOMINE NUOVO SEGRETARIO NAZIONALE MO.FRA I Consigli di Presidenza delle tre realtà del Mo.Fra Italiano (Unione Ministri provinciali, Mo.re.fra e Ofs) riuniti a Napoli il 10 marzo 2012 hanno eletto nuovo Segretario generale Mo.Fra fr PROSPERO RIVI Ofm Cap. Succede a fr Mariano Steffan, trasferito da Roma in Veneto. Fr Prospero è Guardiano del Convento dei Cappuccini di Frascati e la nuova sede del Mo.Fra è in Roma, Via delle Mura Aurelie, 9. Oggi in Italia sono presenti 5 mila frati, 7 mila suore francescane e 56 mila laici dell’OFS - GI.FRA. NUOVO SEGRETARIO CISM DI ROMA I Superiori delle comunità religiose maschili presenti nella diocesi di Roma hanno eletto nuovo Segretario diocesano CISM fr MARCO BELLACHIOMA, Ofm Conv. Succede al marianista fratel Lucio Galbersanini. Fr Marco è Guardiano del Convento di S. Giacomo in Roma e dal 2001 Segretario provinciale della Romana. Attualmente sono presenti nella diocesi di Roma 400 comunità religiose maschili con c. 4500 religiosi, 129 Parrocchie affidate a Istituti religiosi, 13 Istituti di Diritto diocesano e 183 di Diritto pontificio. 16
CIMP informa News Un nuovo libro di P. Enzo Fortunato, OFM Conv «Siate amabili» Enzo Fortunato «La vera sfida è riscoprire il Dio feriale». Potremmo assumere a emblema delle pagine che seguiranno questo motto che padre Enzo Fortunato propone ai suoi lettori, sulla scia di quel Francesco d’Assisi pronto sempre a chinarsi sulla quotidianità, fatta di riso e lacrime, di animali, di fiori e di pietre, di uomini e donne, di invocazioni e di imprecazioni. Si cita Claudio Magris in una sua battuta suggestiva: «La chiesa accanto all’osteria, entrambe offrono pane e vino all’uomo». Infatti, Cristo, da un lato, ha amato gli incontri a pranzo, tanto da sollecitare il sarcasmo dei rigoristi che l’hanno bollato come «un mangione e un beone» (Matteo 11,19). E, d’altro lato, ha affidato la sua presenza gloriosa di Risorto ai segni modesti del pane e del vino, quelli che la terra offre sempre come risposta al lavoro dell’uomo. Orientamenti formativi francescani «Siate amabili» Riflessioni e meditazioni per la vita quotidiana Prefazione del CARD. GIANFRANCO RAVASI È, dunque, su questa trama lieve che scorrono le brevi e limpide riflessioni di padre Enzo, vere e proprie schegge di umanità, di spiritualità, di sapienza che si annodano attorno ai tre sguardi che ciascuno di noi può rivolgere all’esterno. Innanzitutto verso l’alto, indirizzando i suoi occhi a Dio, infinito ed eterno, Creatore dell’essere e Signore dell’esistenza. Poi scendendo verso il basso ove si incontrano le realtà terrestri, dagli animali ai vegetali, dai fiori ai frutti, dagli eventi climatici ai prodotti delle nostre mani. Infine, lo sguardo punta davanti a noi, cioè al nostro simile, al fratello e alla sorella, «l’aiuto che sta di fronte», come dice letteralmente la Genesi (2,18.20), così da fissare gli occhi negli occhi e intrecciare le parole in un dialogo. Questo triplice sguardo è sostenuto dal calore e dal colore dell’amabilità, come si proclama fin nel titolo. È la virtù tutta francescana della mitezza, della dolcezza, dell’umiltà, virtù che ha in Cristo e nel suo Vangelo la sua sorgente, proprio come confessava san Francesco nel suo Testamento (1226): «Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo» (n.14). Tutti i temi, che affioreranno nei vari capitoletti, contemplati con gli occhi del Santo di Assisi, sono immersi in quest’aura di amabilità che li trasfigura. Si parla, così, di amore, fraternità e tenerezza: «Ciascuno ami e nutra il suo fratello, come la madre ama e nutre il proprio figlio», si legge nel capitolo 9 della Regola non bollata (1221). Ma si presenta pure il dolore, anzi, «il talento del dolore» perché le ferite sono anche una lezione di vita (pathémata mathémata, dicevano già gli antichi Greci con un gioco di parole legato ai “patimenti” che diventano “insegnamenti”). Quasi come in un filmato passano in questo libro tutte le iridescenze dell’esistenza e della storia: la bellezza e la solitudine, la povertà e il dono, la famiglia e la società, i diritti e i doveri, la felicità e il riposo, le stagioni e le feste, il lavoro e la vacanza, il male e la conversione, gli eventi nazionali e i fatti personali quotidiani, i grandi personaggi ecclesiali come gli ultimi Papi e i momenti importanti vissuti dal Sacro Convento di Assisi, per giungere fino alla nuova comunicazione affidata alla rete e all’informatica che avvolge ormai il nostro globo. La semplicità francescana dello stile e del dettato di padre Fortunato si àncora talora anche alle parabole e agli esempi dell’esperienza concreta, creando vere e proprie narrazioni come accade per “la storia di una porta” o come avviene nel “miracolo” di Ottavio da Mondragone, oppure nell’evocazione di scene tratte da film. Ma accanto a questo orizzonte immediato in cui sono inseriti i suoi lettori con le loro esperienze comuni, spesso padre Enzo risale ai grandi nomi della cultura, antica e moderna, in un’impressionante sfilata di autori che occhieggiano in queste pagine con un loro detto o un aforisma spesso folgorante: da Montaigne a Einstein, da Tolstoj a Etty Hillesum, da Borges a Claudel, da Dostoevskij a Saba, a Trilussa e così via, senza ignorare grandi filosofi e teologi come Kierkegaard, Wittgenstein, Ricoeur, Frankl, Bonhoeffer, Rahner, Lonergan e altri ancora. Ma su tutta questa raccolta di riflessioni aleggia lo “spirito di Assisi”, per usare una famosa espressione del beato Giovanni Paolo II. Uno spirito che ha come simbolo il volto divino e umano che spesso appare in filigrana in quest’opera, col suo sorriso, con l’ammiccare degli occhi, coi suoi tratti e lineamenti, con le sue lacrime, con la mente che dev’essere aperta “come un paracadute”, con le parole, con la nostra capacità di implicito e di non detto, rivelato però dagli sguardi, con la tenera maternità di Maria. Il volto, che è quasi la sigla metaforica e reale di queste meditazioni, è accompagnato sempre da una componente radicale della spiritualità francescana, la pace. (dalla prefazione del) CARD. GIANFRANCO RAVASI 17
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