Innovazione varietale dell'albicocco - InfoKeeper
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Speciale Albicocco<br />
RIFLESSIONI PER LA COLTURA DELLE AREE SETTENTRIONALI<br />
<strong>Innovazione</strong> <strong>varietale</strong><br />
dell’albicocco<br />
L’albicocco offre opportunità interessanti e, quanto meno<br />
in Italia, poco esplorate. Le nuove cultivar frutto del<br />
lavoro di miglioramento genetico estero offrono un prodotto,<br />
a differenza di quello «tradizionale» italiano, più<br />
idoneo al trasporto a lunga distanza senza decadimento<br />
qualitativo<br />
Silvio Pellegrino, Lorenzo Berra<br />
L’albicocca rappresenta una delle<br />
opportunità più interessanti, e sorprendentemente<br />
meno esplorate, tra<br />
le produzioni di frutta fresca per il<br />
mercato europeo.<br />
In primo luogo sono da considerare<br />
le prospettive di penetrazione nei Paesi<br />
nord-europei. Il consumo dell’albicocca<br />
è rimasto finora concentrato nei<br />
Paesi mediterranei, attestandosi su valori<br />
fino a 2 kg/abitante (Faostat,<br />
2002). L’atteggiamento dei consumatori<br />
nord-europei non sembra dettato<br />
da disaffezione verso il prodotto, anzi<br />
il trend dei consumi è in costante crescita.<br />
Di fronte a questa opportunità,<br />
l’Italia è stata sostanzialmente alla finestra,<br />
lasciando giocare la partita a<br />
Spagna e Francia, che hanno accresciuto<br />
la loro offerta, indirizzandola<br />
appunto verso tali mercati.<br />
Dal punto di vista della distribuzione<br />
e del consumo, l’albicocca presenta<br />
punti di forza non ancora<br />
sufficientemente valorizzati. È<br />
ad esempio considerato un frutto<br />
di facile consumo: non si<br />
sbuccia, sgocciola e imbratta<br />
meno della pesca; al contrario, i<br />
frutti che non hanno queste caratteristiche<br />
sono sempre meno<br />
consumati al di fuori dell’ambito<br />
domestico (Lichou et al., 1998).<br />
Indagini di mercato evidenziano,<br />
inoltre, attese dei consumatori<br />
non ancora colte dalla produzione,<br />
ma alle quali può fornire<br />
un contributo decisivo l’evoluzione<br />
<strong>varietale</strong> in atto. Si tratta<br />
ad esempio dell’aspetto: l’albicocca<br />
piace perché è ritenuta (o<br />
meglio può essere ritenuta) bella.<br />
Si sottolinea il «può» perché i<br />
consumatori danno risposte positive<br />
alla presentazione estetica<br />
Larclyd ® , nuova cultivar neozelandese edita in Europa da<br />
Cot ® International, matura 45 giorni dopo S. Castrese<br />
di nuove cultivar, ritenute attraenti<br />
per la colorazione aranciato-luminosa,<br />
con sfaccettatura<br />
rosso brillante. Sorprende poi l’attenzione<br />
per la forma, quando questa è<br />
giudicata sensuale: guance rigonfie,<br />
nettamente separate da sutura incavata.<br />
Evidentemente la componente edonistica<br />
del consumo, il «frutto-piacere»<br />
quale concetto esteso alle accezioni<br />
più ampie (in questo caso preferenze<br />
sessuali, psicologicamente non palesate)<br />
assumono un’importanza crescente<br />
nell’approccio dei consumatori.<br />
Le caratteristiche organolettiche<br />
delle varietà coltivate in Italia, nella<br />
stragrande maggioranza di ceppo o di<br />
indiretta origine vesuviana, sono all’altezza<br />
della situazione, salvo ormai casi<br />
limitati di cultivar (Maria Matilde,<br />
Ivonne Liverani, Giada, Tyrinthos,<br />
Sabbatani-Alba) che vanno progressivamente<br />
eliminate dalla coltivazione,<br />
come evidenziato recentemente anche<br />
dal Progetto «liste varietali dei fruttiferi»<br />
(Bassi et al., 2003).<br />
Un handicap evidente dell’attuale<br />
standard <strong>varietale</strong> è la rapidità di evoluzione<br />
della maturazione che, se non<br />
crea problemi su filiere «corte» (ad<br />
esempio la raccolta a maturazione fisiologica<br />
destinata ai mercati rionali),<br />
induce ad anticipare la raccolta a scapito<br />
della qualità gustativa, o a tollerare<br />
elevate percentuali di scarto nella<br />
distribuzione su filiere «lunghe». Ciò<br />
spiega l’atteggiamento del consumatore<br />
mediterraneo che, considerata la<br />
prevalenza delle forme tradizionali di<br />
commercializzazione dell’albicocca,<br />
ha l’opportunità di gustare frutti di<br />
qualità soddisfacente, quando non ottima.<br />
Al contrario, la logistica per la distribuzione<br />
delle albicocche sulla lunga<br />
distanza (raccolta anticipata, conferimento<br />
e operazioni in sala di lavorazione,<br />
refrigerazione sia in stazione<br />
sia in trasporto, ecc.) lascia intuire il<br />
decadimento qualitativo cui vanno<br />
soggette le varietà tradizionali quando<br />
arrivano sui mercati nord-europei.<br />
Ridislocazione<br />
delle aree di produzione<br />
L’offerta proviene in massima parte,<br />
trattandosi di una drupacea a elevata<br />
deperibilità, dall’Europa stessa.<br />
L’Italia, che era il primo produttore<br />
fino agli anni 90, è scesa al<br />
terzo posto, ma rimane, con<br />
Spagna e Francia, uno dei principali<br />
produttori (Istat, 2002).<br />
L’allargamento dell’offerta si<br />
estenderà nei prossimi anni ai<br />
Paesi nord-africani del bacino<br />
del Mediterraneo, in particolare<br />
al Marocco per il prodotto fresco,<br />
in qualche modo già inserito<br />
nel circuito di commercializzazione<br />
dell’Unione Europea.<br />
Probabilmente più a lungo termine<br />
l’Est europeo (Ungheria in<br />
particolare) potrebbe occupare<br />
il segmento tardivo dell’offerta.<br />
Da un calendario bimestrale degli<br />
anni 80 si è raddoppiato il periodo<br />
di presenza sul mercato<br />
(da maggio ad agosto), con possibilità<br />
di estensione sia per il<br />
segmento precoce sia per quello<br />
tardivo. Ciò grazie sia all’ampliamento<br />
della latitudine produtti-<br />
L’INFORMATORE A GRARIO 28/2003 43
Speciale Albicocco<br />
va, dal Marocco all’Ungheria, sia alla<br />
disponibilità di nuove cultivar che lascia<br />
intuire, sulla base delle selezioni<br />
in prova presso le stazioni sperimentali,<br />
innovazioni radicali.<br />
Situazione della nostra<br />
albicocchicoltura<br />
Tirando le somme, si può osservare<br />
come l’albicocchicoltura italiana si sia<br />
adagiata su una produzione di media<br />
qualità, accettando di destinarne una<br />
parte consistente alla trasformazione<br />
negli anni di sovrapproduzione, attendendo<br />
con opportunismo di poter lucrare<br />
in annate di scarsa produzione<br />
generalizzata. In questo modo si sono<br />
perse opportunità di tutto rilievo, a<br />
vantaggio di competitori più attenti all’evoluzione<br />
del mercato e alle esigenze<br />
del consumo.<br />
Un atteggiamento del genere può essere<br />
giustificato nelle regioni meridionali,<br />
avvantaggiate sotto diversi punti<br />
di vista rispetto alle aree settentrionali.<br />
Non per nulla si sta assistendo a una<br />
meridionalizzazione della coltura. La<br />
vocazionalità climatica di molte aree<br />
meridionali è espressa, sotto il profilo<br />
agronomico, dalla minor alea produttiva<br />
dovuta a gelate primaverili (con la<br />
rara, ma attuale eccezione del 2003!)<br />
e, dal punto di vista qualitativo, dal più<br />
elevato contenuto zuccherino e dai limitati<br />
problemi di cracking, grazie alla<br />
minor esposizione a precipitazioni nel<br />
periodo pre-raccolta.<br />
Segmentare l’offerta<br />
L’albicocchicoltura delle regioni settentrionali,<br />
che non beneficia di favorevoli<br />
condizioni climatiche e affronta<br />
costi di produzione sensibilmente più<br />
elevati, è costretta a tentare di cogliere<br />
altre opportunità. Una di queste è<br />
rappresentata dalle esportazioni verso<br />
l’Europa continentale. I canali di commercializzazione<br />
sono già consolidati<br />
per altre specie; non si tratta che di implementarli<br />
con l’albicocca. Tale<br />
obiettivo comporta in realtà una rivisitazione<br />
dello standard <strong>varietale</strong>, segmentando<br />
l’offerta con una linea di<br />
cultivar a lenta maturazione (slow ripening)<br />
che consenta di far giungere<br />
sulla mensa dei consumatori del Centro-nord<br />
Europa albicocche con requisiti<br />
qualitativi che rispondano appieno<br />
alle loro attese.<br />
La cultivar prototipo sotto questo<br />
profilo è stata Goldrich, ottenuta nel<br />
1954 presso la Washington State University<br />
a Prosser. Utilizzata come parentale<br />
in numerose combinazioni di<br />
incrocio, Goldrich ha dato origine a<br />
una serie di varietà in cui si combinano<br />
buona tenuta di maturazione con<br />
44 L’INFORMATORE A GRARIO 28/2003<br />
eccellenti profili sensoriali. I requisiti<br />
circa le qualità organolettiche sono legati<br />
soprattutto all’aroma e al profumo,<br />
che devono essere percepibili anche<br />
dopo il periodo di refrigerazione<br />
(Audergon et al., 1991).<br />
Infine occorre rimarcare la sensibilità<br />
alle operazioni di cernita e imballaggio,<br />
soprattutto per quanto riguarda<br />
il rischio di abrasione della polpa,<br />
tanto più frequente nelle cultivar di recente<br />
costituzione.<br />
L’attrattività estetica è stata perseguita<br />
riducendo la tomentosità della<br />
buccia, resa in tal modo più fragile e<br />
sensibile alle manipolazioni.<br />
Dal punto di vista dell’ampliamento<br />
del calendario di raccolta si intravvedono<br />
risultati promettenti da cultivar<br />
recentemente costituite sia in Italia,<br />
sia in Nuova Zelanda. Tra le prime si<br />
segnala la serie Augusta 1 (*), Augusta<br />
2 (*) e Augusta 3 (*), le quali maturano<br />
tra l’inizio e la fine di agosto in Emilia-<br />
Romagna (Fideghelli, 2003). Tra le<br />
neozelandesi, edite in Europa da Cot<br />
International, appaiono interessanti<br />
Larquen (*) e Larclyd (*), che maturano<br />
rispettivamente circa 30 e 45 giorni<br />
dopo San Castrese.<br />
Prospettive<br />
dell’innovazione <strong>varietale</strong><br />
L’albicocco è una delle specie che<br />
più si prestano a esprimere spunti innovativi,<br />
considerata l’ampia piattaforma<br />
genetica alla quale è possibile<br />
attingere. Gli studi che hanno comportato<br />
le innovazioni più rilevanti sotto il<br />
profilo della colorazione della buccia<br />
e della lenta maturazione sono iniziati<br />
negli Stati Uniti a partire dalla metà<br />
del secolo scorso, presso l’Usda di<br />
Fresno in California e presso la Rutgers<br />
University nel New Jersey (Garcia,<br />
1995). In particolare questo secondo<br />
programma, avviato dal prof. L.F.<br />
Hough, ha rimescolato le carte dell’assortimento<br />
<strong>varietale</strong>, introducendo caratteri<br />
propri delle popolazioni di albicocco<br />
centro-asiatiche e irano-caucasiche,<br />
nonché di specie asiatiche affini<br />
all’albicocco europeo (Mehlenbacher<br />
et al., 1991). Gran parte dei più interessanti<br />
programmi attuali si configurano<br />
come prosecuzioni, essendo partiti<br />
dai materiali (processors) ottenuti<br />
da tale lavoro originario.<br />
Insieme a requisiti merceologici di<br />
pregio sono stati purtroppo trasmessi<br />
anche caratteri indesiderabili, quali<br />
l’autoincompatibilità, inusuale nelle<br />
cultivar di albicocco coltivate in Europa.<br />
La sfida per gli attuali programmi<br />
di breeding consiste nel comporre in<br />
una linea di nuove cultivar i caratteri<br />
innovativi delle cultivar «americane»<br />
con i caratteri di rusticità (tra cui l’autocompatibilità)<br />
del germoplasma e<br />
dello standard <strong>varietale</strong> europeo.<br />
La frontiera più recente dell’innovazione<br />
di prodotto è riposta negli ibridi<br />
interspecifici tra albicocco e susino cino-giapponese,<br />
i cosiddetti plumcot,<br />
nell’accezione fenotipica di cultivar<br />
con aspetto di albicocca (Aprium ® ) e<br />
caratteristiche accessorie (ad esempio<br />
consistenza e colore della polpa,<br />
epoca di maturazione, ecc.) trasmesse<br />
dal genitore susino.<br />
Sperimentazione<br />
in Piemonte<br />
L’innovazione <strong>varietale</strong> in Piemonte<br />
è svolta presso il Centro di sperimentazione<br />
del Creso a Cuneo. L’azienda è<br />
situata nell’areale pedemontano, su un<br />
altipiano a 530 m slm. L’albicocchicoltura<br />
piemontese è distribuita in parte<br />
su tale altipiano, in parte sulle colline<br />
del Monferrato, per una superficie<br />
complessiva di circa 900 ha.<br />
L’azienda è una delle Unità operative<br />
del Progetto nazionale «liste varietali<br />
dei fruttiferi». Tale progetto svolge<br />
una importante mole di lavoro nel<br />
valutare approfonditamente e con<br />
strumenti appropriati le nuove cultivar,<br />
al fine di formulare liste di orientamento<br />
<strong>varietale</strong>. La metodologia<br />
adottata prevede necessariamente<br />
tempi lunghi, per fornire indicazioni<br />
attendibili.<br />
A prescindere dalla responsabilità di<br />
fornire indirizzi per la programmazione<br />
dei nuovi impianti, può essere interessante<br />
esaminare le prospettive dell’innovazione<br />
<strong>varietale</strong>, fornendo una<br />
descrizione preliminare di cultivar che<br />
potrebbero caratterizzare l’assetto <strong>varietale</strong><br />
nel prossimo futuro. L’introduzione<br />
di nuove cultivar nel circuito di<br />
sperimentazione avviene ormai prevalentemente<br />
sulla base di formali accordi<br />
con i relativi editori. L’indagine<br />
del Creso volta a esplorare le nuove risorse<br />
vegetali è finanziata dalla Regione<br />
Piemonte - Assessorato agricoltura<br />
e qualità. Trattandosi di cultivar o selezioni<br />
per le quali si dispone di informazioni<br />
limitate, spesso è utile estendere<br />
l’indagine ad aspetti quali la biologia<br />
fiorale, che consente di stabilire<br />
la presenza di fenomeni di autoincompatibilità,<br />
e la scelta di idonei impollinatori.<br />
L’attività del Creso in questo<br />
settore è svolta con la collaborazione<br />
scientifica del Divapra - Sezione entomologia<br />
dell’Università di Torino.<br />
Comportamento di nuove cultivar<br />
nell’areale cuneese<br />
Di seguito si riportano le prime osservazioni<br />
su nuove cultivar che potrebbero<br />
caratterizzare l’assetto <strong>varietale</strong><br />
nel prossimo futuro.
Speciale Albicocco<br />
Pinkcot ® - Copty (*)<br />
Tomcot ® - Toyaco (*)<br />
Editore. Escande.<br />
Epoca di maturazione. 16 giorni prima<br />
di San Castrese.<br />
Caratteristiche del frutto. L’aspetto<br />
è nel complesso molto attraente. La<br />
colorazione è aranciato-intensa, luminosa<br />
a motivo anche della scarsa pubescenza,<br />
con sovraccolore rosso vivo<br />
sul 30-50% della buccia. La buccia è relativamente<br />
tollerante alle manipolazioni,<br />
tanto da non subire danni in fase<br />
di calibrazione e confezionamento. La<br />
forma è tondeggiante, uniforme; la<br />
pezzatura elevata (intorno a 70 g/frutto<br />
con equilibrato carico produttivo)<br />
sia in assoluto, sia in relazione all’epoca<br />
di maturazione precoce. La polpa è<br />
consistente ed è caratterizzata da una<br />
lenta evoluzione della maturazione. Il<br />
frutto presenta dunque un’ampia finestra<br />
di raccolta, che consente di posizionare<br />
gli stacchi in prossimità della<br />
maturazione fisiologica. L’eccellente<br />
conservabilità a 2-4 °C consente di affrontare<br />
anche lunghi trasporti. Il sapore<br />
è buono; il profilo sensoriale,<br />
tracciato dai panel test dell’Onafrut ( 1 ),<br />
è risultato armonico, con discreta<br />
componente aromatica, nel complesso<br />
di buon gradimento.<br />
Caratteristiche della pianta. L’albero<br />
è di facile gestione. Ha portamento<br />
basitono e rinnova la ramificazione<br />
lungo tutta la branca. Fruttifica abbondantemente<br />
sui rami misti; pertanto<br />
la potatura di produzione può essere<br />
affine a quella adottata per il pesco.<br />
La fioritura è precoce. È autoincompatibile;<br />
necessita pertanto di impollinatori<br />
che ne coprano l’arco della fioritura<br />
(in Piemonte si sono rivelati idonei<br />
Palummella, San Castrese, Vitillo e<br />
Frénésie). La produttività è elevata e<br />
costante. Ha manifestato elevata tolleranza<br />
al cracking in condizioni di piovosità<br />
pre-raccolta. Ha espresso finora<br />
scarsa suscettibilità alla batteriosi da<br />
Pseudomonas spp.<br />
Editore. Cot ® International.<br />
Epoca di maturazione. 12 giorni prima<br />
di San Castrese.<br />
Caratteristiche del frutto. L’aspetto<br />
è attraente, complice la colorazione<br />
aranciato intenso con sovraccolore<br />
rosso brillante esteso su oltre il 50%<br />
dell’epicarpo. La buccia è quasi priva di<br />
tomento. La forma è oblunga, regolare.<br />
Il punto critico è rappresentato dalla<br />
pezzatura media (fino a 50 g), sensibile<br />
al carico produttivo. La polpa è succosa,<br />
molto dolce, gradevolmente acidula<br />
con importante sviluppo aromatico.<br />
Nel complesso il sapore è eccellente.<br />
La tenuta di maturazione è soddisfacente,<br />
buona la conservabilità.<br />
Caratteristiche della pianta. Anche<br />
questa cultivar è di facile gestione.<br />
Il portamento è espanso, il vigore medio.<br />
Fruttifica prevalentemente sui rami<br />
misti. L’unico accorgimento per ottenere<br />
una sufficiente pezzatura consiste<br />
nel precoce e accurato diradamento<br />
dei frutticini. L’epoca di fioritura<br />
è medio-precoce. La cultivar è autocompatibile.<br />
Sweetcot ® - Toyuda (*)<br />
Editore. Cot ® International.<br />
Epoca di maturazione. 7 giorni prima<br />
di San Castrese.<br />
Caratteristiche del frutto. I punti<br />
di forza sono l’eccellente qualità gustativa<br />
e la lenta evoluzione della maturazione.<br />
La polpa è soda, fine e fondente,<br />
molto dolce e di profilo gustativo<br />
eccellente. Notevole è la tenuta di<br />
maturazione sia sull’albero, sia nei<br />
processi post-raccolta. L’aspetto è medio,<br />
prossimo a Goldrich, senza peraltro<br />
la sensibilità della buccia alle<br />
«macchie nere». La forma è ovale, il<br />
colore aranciato-intenso. La buccia è<br />
resistente alle manipolazioni e ai trasporti.<br />
La pezzatura è notevole anche<br />
in presenza di un carico produttivo<br />
elevato.<br />
Caratteristiche della pianta. L’albero<br />
è vigoroso, di portamento aperto.<br />
Il forte carico produttivo tende ad accentuare<br />
l’apertura delle branche fino<br />
a un portamento, senza interventi correttivi<br />
di potatura, procombente. La<br />
ramificazione è ben distribuita lungo<br />
tutta la branca. Fruttifica abbondantemente<br />
sia su dardi sia su rami misti. Il<br />
potenziale produttivo è estremamente<br />
elevato; non è soggetta ad alternanza.<br />
Il diradamento è finalizzato a ottenere<br />
frutti di buona pezzatura e mantenere<br />
elevata la concentrazione di solidi solubili.<br />
La fioritura è precoce e la cultivar<br />
autoincompatibile. L’editore consiglia<br />
come impollinatrici Tomcot ® -<br />
Toyaco (*) e Goldstrike ® . In Piemonte<br />
sono stati ottenuti buoni risultati preliminari<br />
con Vitillo e Palummella.<br />
Robada (*)<br />
Editore. Star Fruits ® .<br />
Epoca di maturazione. 8 giorni prima<br />
di San Castrese.<br />
Caratteristiche del frutto. L’aspetto<br />
è molto attraente. Il colore di fondo<br />
è arancio luminoso, con sfaccettatura<br />
(blush) rosso brillante sul 50-60% della<br />
L’INFORMATORE A GRARIO 28/2003 45
Speciale Albicocco<br />
superficie. La forma è rotonda, simmetrica,<br />
regolare. La pezzatura è medioelevata<br />
(60-70 g), molto uniforme. La<br />
buccia è liscia, vellutata con impercettibile<br />
tomento. Tale delicatezza richiede<br />
di assumere misure di precauzione<br />
nelle fasi di manipolazione, lavorazione<br />
e confezionamento. La polpa è molto<br />
soda, succosa e presenta lenta evoluzione<br />
della maturazione. Secondo<br />
l’Onafrut ( 1 ) il frutto ha un sapore buono<br />
e un elevato tenore zuccherino in<br />
equilibrio con la componente acidula.<br />
Caratteristiche della pianta. L’albero<br />
è di medio vigore, con portamento<br />
semieretto. La basitonia consente<br />
un rivestimento di rami misti su tutta<br />
la lunghezza delle branche. Vanno eliminati,<br />
con un intervento di potatura<br />
verde, i rami vigorosi che si sviluppano<br />
«a candela» sul dorso delle branche,<br />
mentre la fruttificazione si distribuisce<br />
prevalentemente sui rami misti<br />
corti che rivestono fittamente e lateralmente<br />
le branchette. In Piemonte,<br />
contrariamente a riferimenti bibliografici<br />
relativi ad altre condizioni climatiche,<br />
la cultivar è risultata autoincompatibile.<br />
L’epoca di fioritura è medio-precoce.<br />
Sono risultati efficienti<br />
impollinatrici le cultivar Palummella,<br />
Vitillo e San Castrese. Non ha manifestato<br />
sensibilità a infezioni di Pseudomonas<br />
spp.<br />
Kyoto (*)<br />
Editore. Escande.<br />
Epoca di maturazione. 1 giorno prima<br />
di San Castrese.<br />
Caratteristiche del frutto. Tra le<br />
cultivar in prova, è quella che ha dimostrato<br />
la più elevata tenuta di maturazione;<br />
la raccolta può dunque essere<br />
posizionata al momento corretto, senza<br />
timore che l’evoluzione della maturazione<br />
comprometta le successive lavorazioni<br />
e la distribuzione. L’aspetto<br />
del frutto è attraente e la forma, roton-<br />
46 L’INFORMATORE A GRARIO 28/2003<br />
do-oblata con apice incavato, rappresenta<br />
un fattore di riconoscibilità e di<br />
identificazione. La colorazione è aranciata<br />
con sfaccettatura rosso-luminosa<br />
sul 20-30% della buccia. La pezzatura<br />
è medio-elevata (il peso del frutto<br />
oscilla intorno a 60 g). La qualità gustativa<br />
è buona, con punti di forza nell’elevato<br />
contenuto zuccherino e nell’aroma.<br />
Caratteristiche della pianta. Anche<br />
questa nuova cultivar è finora apparsa<br />
di facile gestione. Presenta vigore<br />
medio, portamento semieretto e<br />
predisposizione a un’ordinata ramificazione.<br />
La fioritura è intensa; l’epoca<br />
di fioritura medio-precoce. La cultivar<br />
è autocompatibile.<br />
Flavorcot ® - Bayoto (*)<br />
Editore. Cot ® International.<br />
Epoca di maturazione. 2 giorni prima<br />
di San Castrese.<br />
Caratteristiche del frutto. Si distingue<br />
per l’eccellente profilo sensoriale,<br />
completo sia dal punto di vista gustativo<br />
(polpa fondente, molto dolce), sia<br />
dell’intenso aroma. La forma è da<br />
oblunga a ovata; il colore è aranciato,<br />
con scarso sovraccolore; la buccia è<br />
robusta, resistente alle manipolazioni.<br />
La consistenza della polpa è elevata e<br />
la maturazione evolve con gradualità.<br />
Caratteristiche della pianta. È un<br />
albero di facile gestione: di medio vigore,<br />
tendenzialmente espanso e predisposto<br />
ad abbondante e ben distribuita<br />
ramificazione. Fruttifica prevalentemente<br />
su rami misti. Il potenziale<br />
produttivo è elevato; degna di nota la<br />
tolleranza alle brinate primaverili. Il<br />
punto debole è costituito dalla sensibilità<br />
a screpolature della cavità peduncolare<br />
in presenza di precipitazioni in<br />
pre-raccolta. La fioritura è medio tardiva<br />
e la cultivar è autocompatibile.<br />
Incomparable de Malissard (*)<br />
Editore. G. Valla.<br />
Epoca di maturazione. 12 giorni dopo<br />
San Castrese.<br />
Caratteristiche del frutto. Può contare<br />
su un buon aspetto, soltanto discreto<br />
in raffronto alle cultivar sopra<br />
descritte. È una Bergeron-simile (Bergeron<br />
è la cultivar francese di riferimento<br />
per il periodo tardivo) sia per la<br />
colorazione, sia per la forma, compresa<br />
tra rotonda e oblunga. Bergeron non è<br />
mai stata presa in considerazione in<br />
Italia a motivo del modesto profilo gustativo,<br />
inficiato dall’elevata acidità<br />
della polpa. Il sapore di Incomparable<br />
de Malissard è più equilibrato, aromatico<br />
e per questo potrebbe essere tenuta<br />
in considerazione per il periodo tardivo,<br />
con riferimento all’esportazione.<br />
Presenta infatti elevata tenuta di maturazione<br />
ed eccellente conservabilità; la<br />
bassa temperatura durante la conservazione<br />
consente inoltre di abbattere<br />
l’acidità della polpa.<br />
Caratteristiche della pianta. È una<br />
cultivar particolarmente rustica e costantemente<br />
produttiva. Il vigore è elevato,<br />
il portamento espanso. Le branche<br />
si rivestono facilmente di rami misti,<br />
su cui produce abbondantemente.<br />
Nonostante l’elevato carico produttivo,<br />
i frutti mantengono una elevata<br />
pezzatura. L’epoca di fioritura è tardiva,<br />
l’entità elevata; la cultivar è autocompatibile.<br />
Se in Piemonte risulta<br />
una delle cultivar più rustiche e tolleranti<br />
sia al freddo invernale sia alle<br />
brinate primaverili, è opportuno verificare<br />
che il fabbisogno in freddo, non<br />
ne limiti la coltivazione in ambienti a<br />
inverno mite.<br />
Silvio Pellegrino<br />
Lorenzo Berra<br />
Consorzio di ricerca e sperimentazione<br />
per l’ortofrutticoltura piemontese (Creso)<br />
Cuneo<br />
E-mail: direzione@cresoricerca.it<br />
(*) Protezione brevettuale.<br />
( 1 ) L’Onafrut è l’organizzazione nazionale degli<br />
assaggiatori di frutta, con sede a Cuneo.<br />
La bibliografia verrà pubblicata negli estratti.
Speciale Albicocco<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
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les variations des critères de qualité.<br />
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and nut crop - Apricot. Acta Horticulturae,<br />
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L’INFORMATORE A GRARIO 28/2003 1