10.06.2015 Views

Le nuove varietà di melo e il mercato europeo - InfoKeeper

Le nuove varietà di melo e il mercato europeo - InfoKeeper

Le nuove varietà di melo e il mercato europeo - InfoKeeper

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

FR -11 P34-40 SP Pellegrino 15-10-2004 11:51 Pagina 34<br />

SPECIALE MELO<br />

<strong>Le</strong> <strong>nuove</strong> varietà <strong>di</strong> <strong>melo</strong><br />

e <strong>il</strong> <strong>mercato</strong> <strong>europeo</strong><br />

SILVIO PELLEGRINO - LORENZO BERRA - CRISTIANO CARLI<br />

CReSO (Consorzio <strong>di</strong> Ricerca e Sperimentazione per l’Ortofrutticoltura piemontese) - Cuneo.<br />

Segmentazione dell’offerta,<br />

ricerca della qualità e<br />

dei valori <strong>di</strong> benessere<br />

e corretta alimentazione,<br />

promozione della tipicità<br />

del territorio d’origine attraverso<br />

una più efficace comunicazione:<br />

è questa in sintesi la ricetta<br />

per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ancio della melicoltura<br />

italiana in Europa.<br />

Ci sono tutti i presupposti<br />

per sostenere <strong>il</strong> prodotto italiano<br />

nel <strong>mercato</strong> globale. Il ruolo<br />

della ricerca scientifica nella<br />

ridefinizione <strong>di</strong> programmi<br />

<strong>di</strong> miglioramento geneticovarietale<br />

più mirati<br />

al raggiungimento <strong>di</strong> tali obiettivi<br />

Traduzione e adattamento della relazione “<strong>Le</strong>s nouvelles<br />

variétés et le marché européen” presentata alle<br />

“Quatrièmes journées suisses de l’arboriculture fruitière”,<br />

Martigny (Svizzera), 26 et 27 gennaio 2004.<br />

Il <strong>melo</strong> è la specie frutticola più coltivata<br />

a livello mon<strong>di</strong>ale (57.967.289 t<br />

nel 2003, Faostat, 2004). La produzione<br />

è in crescita in tutto <strong>il</strong> mondo.<br />

Non fa eccezione l’Europa, dove la<br />

produzione è aumentata del 23,8% nel<br />

periodo 1990-2003 (Faostat, l.c.). La<br />

crescita più r<strong>il</strong>evante si sta verificando<br />

in Asia, in particolare in Cina, dove la<br />

produzione è triplicata in appena<br />

vent’anni e continua a crescere a ritmi<br />

vertiginosi (Sansavini et al., 2003).<br />

Il consumo nei maggiori Paesi<br />

occidentali è stab<strong>il</strong>e. Ci si interroga<br />

dunque sulla destinazione dell’incremento<br />

<strong>di</strong> produzione e sulla reazione<br />

dei mercati. Si prospetta una<br />

soluzione “a doppio binario”.<br />

L’eccellenza qualitativa (“top quality”),<br />

ottenib<strong>il</strong>e con tecniche colturali<br />

avanzate nei Paesi occidentali, è rivolta<br />

ai mercati più remunerativi, non<br />

necessariamente in Occidente, ma all’interno<br />

degli stessi Paesi “emergenti”.<br />

In questi ultimi, una minoranza <strong>di</strong><br />

consumatori facoltosi è interessata all’acquisto<br />

<strong>di</strong> “status symbol” (dalla<br />

moda, all’artigianato, agli alimenti,<br />

ecc.), che confermino <strong>di</strong> fronte alla<br />

società l’agiatezza del consumatore<br />

(Stainer et al., 2001).<br />

L’espansione della melicoltura avviene<br />

soprattutto nella fascia <strong>di</strong> “qualità<br />

corrente” (“commo<strong>di</strong>ty”), già nell’Europa<br />

dei 25: Polonia, Repubblica<br />

Ceca, Ungheria, ecc. Lo stesso fenomeno<br />

si verifica in Cina, dove si mira a ottenere<br />

produzioni elevate a scapito<br />

della qualità, da destinare all’amplissimo<br />

<strong>mercato</strong> interno e già in parte ai<br />

Paesi del Sud-Est asiatico.<br />

Se è relativamente fac<strong>il</strong>e, sulla base<br />

della <strong>di</strong>namica degli impianti, ottenere<br />

proiezioni affidab<strong>il</strong>i delle produzioni ripartite<br />

per gran<strong>di</strong> aree a livello mon<strong>di</strong>ale,<br />

ci si deve limitare a congetture per<br />

quanto riguarda l’evoluzione del rapporto<br />

melicoltura <strong>di</strong> alta gamma/melicoltura<br />

<strong>di</strong> qualità corrente (Iglesias,<br />

2002). Non è affatto scontato che la<br />

Rubens ® Civni*, varietà <strong>di</strong> recente<br />

introduzione proposta nella forma del club<br />

<strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong>ffusione in esclusiva.<br />

tendenza attuale resti invariata. È interessante<br />

osservare l’evoluzione in atto<br />

in aree a vocazione melicola recente,<br />

quali ad esempio l’America Latina. A<br />

parte <strong>il</strong> C<strong>il</strong>e, la cui qualità delle produzioni<br />

è assolutamente competitiva rispetto<br />

alle esigenze del <strong>mercato</strong> Nord-<br />

Americano ed Europeo, anche <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e<br />

ed altri Paesi, ritenuti inizialmente competitori<br />

<strong>di</strong> basso prof<strong>il</strong>o, stanno rapidamente<br />

raggiungendo standard qualitativi<br />

<strong>di</strong> tutto r<strong>il</strong>ievo.<br />

In altre parole, la globalizzazione<br />

in corso non si sv<strong>il</strong>uppa secondo schemi<br />

preve<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i: i Paesi con bassi costi<br />

si orientano verso la produzione <strong>di</strong><br />

“commo<strong>di</strong>ty”; i Paesi con alti costi <strong>di</strong><br />

produzione si specializzano verso una<br />

melicoltura <strong>di</strong> elevata qualità. La globalizzazione<br />

si <strong>di</strong>mostra fenomeno <strong>di</strong>namico,<br />

che nella melicoltura come<br />

in altri settori economici, tende ad<br />

esportare in aree vergini modelli produttivi<br />

efficienti, finalizzati all’ottenimento<br />

<strong>di</strong> prodotti per l’esportazione.<br />

La collocazione della melicoltura<br />

europea nel <strong>mercato</strong> globale<br />

Di fronte alla probab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> evoluzione<br />

del <strong>mercato</strong> sopra delineata, la<br />

melicoltura europea ha stretti margini<br />

<strong>di</strong> manovra. È da escludere ovviamente<br />

la produzione <strong>di</strong> “commo<strong>di</strong>ty”,<br />

per l’insostenib<strong>il</strong>ità economica<br />

dell’operazione. Occorre, anzi, pensare<br />

a ut<strong>il</strong>izzazioni alternative per la<br />

quota <strong>di</strong> non-qualità intrinsecamente<br />

connessa anche ad impianti concepiti<br />

per produzioni <strong>di</strong> alta gamma (frutti<br />

danneggiati da eventi meteorici,<br />

sv<strong>il</strong>uppatisi su rami inidonei o nella<br />

parte ombreggiata della chioma, con<br />

contenuto qualitativo me<strong>di</strong>ocre,<br />

ecc.), già oggi separab<strong>il</strong>i attraverso<br />

<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> analisi non <strong>di</strong>struttiva<br />

applicati in linea.<br />

<br />

34<br />

FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2004


FR -11 P34-40 SP Pellegrino 15-10-2004 11:52 Pagina 36<br />

Brookfield ® Baigent * ,<br />

clone fra i più interessanti del gruppo Gala.<br />

Super Chief ® San<strong>di</strong>dge*,<br />

nuovo clone <strong>di</strong> Red Delicious ad elevata<br />

ed attraente colorazione.<br />

Occorre poi ripensare la definizione<br />

della qualità, in funzione <strong>di</strong> precise<br />

strategie <strong>di</strong> marketing. Esaminiamo alcuni<br />

punti <strong>di</strong> forza su cui possa puntare<br />

la melicoltura in Europa.<br />

<strong>Le</strong>game frutto-territorio<br />

È stata una delle strategie vincenti<br />

della viti-vinicoltura. È curioso in proposito<br />

osservare come i nomi dei vini<br />

francesi noti a livello internazionale<br />

non siano in prima istanza nomi <strong>di</strong> vitigni<br />

o <strong>di</strong> case produttrici, ma <strong>di</strong> regioni:<br />

Bordeaux, Bourgogne, Champagne. Il<br />

proce<strong>di</strong>mento consiste nel promuovere<br />

<strong>il</strong> binomio “territorio-prodotto”.<br />

L’efficacia della comunicazione è<br />

connessa al rigoroso rispetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplinari,<br />

al fine <strong>di</strong> ottenere prodotti omogenei<br />

e riconoscib<strong>il</strong>i. Il territorio deve <strong>di</strong>sporre<br />

<strong>di</strong> pregi naturalistici, <strong>di</strong> esperienza<br />

e tra<strong>di</strong>zione, nei quali la coltura possa<br />

inserirsi armoniosamente. Ci si riferisce<br />

a veri e propri “<strong>di</strong>stretti del <strong>melo</strong>”,<br />

in cui ogni caratteristica del territorio riman<strong>di</strong><br />

alla coltura-simbolo e tutte le<br />

scelte riguardanti la coltura – dalla adozione<br />

delle cultivar, alla <strong>di</strong>stribuzione<br />

sul territorio, all’agrotecnica, alle stesse<br />

modalità <strong>di</strong> commercializzazione – siano<br />

assunte in funzione della valorizzazione<br />

del territorio.<br />

La strategia della comunicazione<br />

del prodotto-territorio non può prescindere<br />

dalla vocazionalità ambientale.<br />

La coltivazione del <strong>melo</strong> ad altitu<strong>di</strong>ni<br />

elevate consente <strong>di</strong> migliorare le caratteristiche<br />

fisico-meccaniche del prodotto:<br />

consistenza, croccantezza e succosità<br />

della polpa; l’estetica del frutto:<br />

colorazione, sfaccettatura, forma allungata,<br />

ecc. e le proprietà <strong>di</strong>etetico-nutrizionali<br />

(Pellegrino et al., 2003). Il rapporto<br />

melicoltura-ambiente montano<br />

presenta aspetti simbiotici, in cui entrambi<br />

i soggetti traggono vantaggi reciproci.<br />

Abbiamo evidenziato la favorevole<br />

interazione altitu<strong>di</strong>ne-melicoltura;<br />

esaminiamo anche <strong>il</strong> contributo della<br />

melicoltura alla valorizzazione del<br />

territorio.<br />

L’architettura dei frutteti che, in particolare<br />

sui declivi, assume configurazioni<br />

geometriche <strong>di</strong> frattali; i giochi <strong>di</strong><br />

luce ed ombra delle chiome; l’annuncio<br />

delle stagioni con la modulazione<br />

delle fasi fenologiche (la sorprendente<br />

fioritura bianco-rosata) sono elementi<br />

paesaggistici <strong>di</strong> forte richiamo turistico.<br />

Va tenuto anche presente l’arricchimento<br />

in bio<strong>di</strong>versità, rappresentata<br />

non solo e non tanto dalla <strong>di</strong>versificazione<br />

varietale, ma dalla complessità<br />

dell’ecosistema arboreto, nel quale, in<br />

seguito alla applicazione dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

gestione eco-sostenib<strong>il</strong>i, ha trovato rifugio<br />

una complessa catena <strong>di</strong> specie<br />

vegetali e animali. La stessa <strong>di</strong>fesa contro<br />

avversità, quali le arvicole che hanno<br />

trovato rifugio nel suolo non lavorato,<br />

può approdare a soluzioni non solo<br />

eco-sostenib<strong>il</strong>i, ma eco-arricchenti,<br />

nella fattispecie attraverso l’introduzione<br />

o l’incremento della popolazione <strong>di</strong><br />

rapaci notturni.<br />

Cameo ® Caudle* viene proposta solo per<br />

determinati ambienti ove ne risultino esaltati i<br />

requisiti pomologici e qualitativi.<br />

Qualità gustativa<br />

Il consumo <strong>di</strong> mele fresche è in regresso<br />

in tutti i Paesi occidentali. Nella<br />

ristorazione la mela è stata sostituita –<br />

per ragioni <strong>di</strong> como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> consumo –<br />

da dessert a base <strong>di</strong> latte e/o derivati<br />

della frutta. Il consumo <strong>di</strong>retto è confinato<br />

alla ristorazione tipica o <strong>di</strong> alta<br />

gamma e all’uso domestico, ridotto al<br />

pasto serale. È invece in aumento <strong>il</strong><br />

consumo quale snack, in concorrenza<br />

o a complemento con i prodotti da forno,<br />

in ragione della leggerezza (l’ossessione<br />

per <strong>il</strong> peso-forma!).<br />

È interessante, in proposito, <strong>il</strong> fenomeno<br />

<strong>di</strong> catene <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione che offrono<br />

mele in apposite confezioni singole<br />

in <strong>di</strong>stributori <strong>di</strong> fac<strong>il</strong>e accesso, dalle<br />

scuole ai luoghi <strong>di</strong> lavoro, dalle palestre<br />

alle case <strong>di</strong> cura. Considerate queste<br />

<strong>nuove</strong> tendenze dei consumi, è evidente<br />

che l’aspetto del frutto-piacere è destinato<br />

ad ulteriore crescita. Dal punto <strong>di</strong> vista<br />

varietale, occorre dunque orientarsi<br />

verso cultivar che incontrino <strong>il</strong> gusto dei<br />

consumatori, assecondando – dove possib<strong>il</strong>e<br />

dettando – mode e tendenze <strong>di</strong><br />

fruizione. Si tratta <strong>di</strong> segmentare l’offerta<br />

in funzione dei descrittori della qualità<br />

gustativa: le polarità dolce/acidulo, croccantezza/fondenza<br />

della polpa; mentre<br />

sono irrinunciab<strong>il</strong>i i requisiti della succosità,<br />

dell’aroma e del profumo. La programmazione<br />

dei nuovi assetti varietali<br />

non può più prescindere dai test <strong>di</strong> degustazione<br />

e <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento, per valutare<br />

la risposta alle innovazioni <strong>di</strong> prodotto.<br />

Segmentazione<br />

Per quanto riguarda la segmentazione<br />

dell’offerta, occorre tener conto delle preferenze<br />

dei mercati <strong>di</strong> destinazione. A<br />

questo proposito, sono interessanti i comportamenti,<br />

talora contrastanti, dei mercati<br />

del Nord-Europa, rispetto al Sud-Europa,<br />

al Sud America, ai Paesi Arabi e all’Estremo<br />

Oriente. Nel primo caso che, sotto<br />

36<br />

FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2004


FR -11 P34-40 SP Pellegrino 15-10-2004 11:52 Pagina 37<br />

<strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o storico-sociologico, è con<strong>di</strong>zionato<br />

da un approccio culturale <strong>di</strong> tipo luterano,<br />

calvinista o giansenista (substrato<br />

culturale comune alla maggior parte delle<br />

regioni del Nord-Italia), i consumatori<br />

pre<strong>di</strong>ligono frutti aciduli e aromatici, con<br />

polpa soda e croccante, mentre l’estetica<br />

passa in secondo piano; anzi, spesso è<br />

considerato fattore <strong>di</strong> pregio l’aspetto rustico,<br />

presunto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> genuinità. I Paesi<br />

latini, <strong>di</strong> matrice culturale cattolica, e arabi<br />

priv<strong>il</strong>egiano <strong>il</strong> piacere estetico (si preferiscono<br />

mele rosse, con forme simmetriche<br />

ed allungate), <strong>il</strong> sapore dolce o equ<strong>il</strong>ibrato<br />

e polpa fondente, al massimo croccante-succosa<br />

(Pellegrino et al., 2001).<br />

Per l’Estremo Oriente <strong>il</strong> requisito fondamentale<br />

è l’armonia del gusto, che mette<br />

al bando i sapori “forti”, a vantaggio dei<br />

toni delicati: sì quin<strong>di</strong> alla dolcezza, no<br />

all’aci<strong>di</strong>tà e all’aroma pronunciato. Proprio<br />

i giapponesi hanno imposto all’attenzione<br />

dei costitutori <strong>il</strong> carattere “croccantezza”,<br />

prima con la cv Mutsu e in seguito<br />

con Fuji, che ha acquisito r<strong>il</strong>evanza<br />

mon<strong>di</strong>ale.<br />

Crimson Crisp * , una delle <strong>nuove</strong> varietà resistenti a ticchiolatura <strong>di</strong><br />

maggiore interesse.<br />

Eve ® Mariri Red * , nuova proposta varietale per <strong>il</strong> gruppo Braeburn.<br />

Frutto benessere<br />

Il concetto del frutto-piacere ha a<br />

che fare anche con le proprietà salutistiche<br />

della mela. Non tanto nel consumo<br />

tra<strong>di</strong>zionale, quanto nella crescita del<br />

consumo quale snack. La concorrenzialità<br />

con i prodotti dolciari si gioca sulla<br />

leggerezza della mela e sulle sue qualità<br />

<strong>di</strong>etetico-nutrizionali. La mela vanta,<br />

sotto questo prof<strong>il</strong>o, una composizione<br />

invi<strong>di</strong>ab<strong>il</strong>e, non ancora indagata in modo<br />

esaustivo, ma soprattutto non sufficientemente<br />

comunicata tramite i me<strong>di</strong>a<br />

che influenzano <strong>il</strong> consumo (le rubriche<br />

dei “magazine” femmin<strong>il</strong>i).<br />

I punti forti della mela sono rappresentati<br />

dall’elevata ed equ<strong>il</strong>ibrata composizione<br />

vitaminica e <strong>di</strong> sali minerali, in pratica<br />

le sostanze impiegate nella formulazione<br />

<strong>di</strong> integratori alimentari artificiali <strong>di</strong><br />

largo consumo. Il messaggio che dovrebbe<br />

pervenire al consumatore è che “la<br />

mela è l’integratore alimentare naturale<br />

per eccellenza”. La composizione in polifenoli<br />

dovrebbe inoltre costituire l’oggetto<br />

<strong>di</strong> campagne <strong>di</strong> informazione rivolte agli<br />

operatori della salute, in modo che la comunicazione<br />

sugli effetti nutriceutici (benefici<br />

al sistema car<strong>di</strong>o-vascolare ed effetti<br />

<strong>di</strong> contrasto alla formazione <strong>di</strong> neoplasie)<br />

giunga al consumatore rafforzata dall’autorevolezza<br />

dell’interme<strong>di</strong>ario.<br />

I club <strong>di</strong> esclusiva varietale<br />

Un aspetto innovativo, e per taluni<br />

versi in alternativa, della valorizzazione<br />

dei punti <strong>di</strong> forza della qualità è rappresentato<br />

dalla commercializzazione in<br />

esclusiva <strong>di</strong> <strong>nuove</strong> cultivar, sotto forma<br />

<strong>di</strong> club (Seguin,<br />

2000). Il controllo<br />

<strong>di</strong> tutta la f<strong>il</strong>iera,<br />

dalla costituzione<br />

<strong>di</strong> una innovazione<br />

varietale alla <strong>di</strong>stribuzione<br />

al dettaglio,<br />

consente, infatti,<br />

<strong>di</strong> esercitare<br />

un controllo sul delicato<br />

meccanismo<br />

domanda/offerta. Si<br />

ravvisa un’opportunità<br />

per le Organizzazioni<br />

<strong>di</strong> prodotto,<br />

che possono assumere<br />

un ruolo propositivo.<br />

Essendo in<br />

grado <strong>di</strong> concentrare<br />

masse critiche <strong>di</strong> offerta, possono <strong>di</strong>ventare<br />

soggetti attivi dell’innovazione,<br />

commissionando a costitutori cultivar<br />

con particolari caratteristiche, coltivandole<br />

e commercializzandole in esclusiva<br />

o con accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> parternariato, in modo<br />

da giocare un ruolo attivo nei nuovi<br />

scenari <strong>di</strong> <strong>mercato</strong>.<br />

La formula prevede opzioni organizzative<br />

<strong>di</strong>verse, adattab<strong>il</strong>i sia al<br />

prodotto che si intende promuovere<br />

quanto alla compagine associativa.<br />

Si va dalla impren<strong>di</strong>torialità <strong>di</strong> un’organizzazione<br />

produttiva-commerciale<br />

come Pomm’Anjou, che commercializza<br />

in esclusiva la cultivar Honey<br />

Crunch ® -Honey Crisp * , per la<br />

quale ha stipulato un accordo <strong>di</strong>retto<br />

con <strong>il</strong> costitutore. All’estremo opposto<br />

<strong>il</strong> caso <strong>di</strong> Pink Lady ® -Cripps Pink * ,<br />

dove <strong>il</strong> promotore dell’iniziativa è<br />

stato l’e<strong>di</strong>tore-vivaista. Soluzioni interme<strong>di</strong>e<br />

sono adottate da nuovi club<br />

in formazione: Cameo ® -Caudle * e<br />

Rubens ® -Civni * (Testoni et al., 2003).<br />

La strategia dei club si pone in alternativa<br />

alla valorizzazione del binomio<br />

territorio-prodotto, puntando<br />

tutto sulle caratteristiche intrinseche<br />

<strong>di</strong> una singola cultivar, sulla tracciab<strong>il</strong>ità<br />

e sulla logistica assicurata dal<br />

gruppo <strong>di</strong> produzione-commercializzazione.<br />

In tal caso è conveniente<br />

adottare una strategia <strong>di</strong> internazionalizzazione<br />

nella <strong>di</strong>stribuzione geografica<br />

della produzione, nell’intento<br />

<strong>di</strong> avvicinare la produzione ai<br />

mercati e <strong>di</strong> attenuare l’incostanza <strong>di</strong><br />

produzione dovuta alle con<strong>di</strong>zioni<br />

climatiche delle singole regioni. <br />

FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2004 37


FR -11 P34-40 SP Pellegrino 15-10-2004 11:52 Pagina 39<br />

La Flambloyante ® - Mairac<br />

Ambrosia*<br />

Ariwa*<br />

Un’intera nuova generazione <strong>di</strong> cultivar <strong>di</strong><br />

<strong>melo</strong> è in corso <strong>di</strong> valutazione in Europa; la<br />

qualità del frutto è <strong>il</strong> denominatore comune <strong>di</strong><br />

tutti questi cloni.<br />

Miglioramento genetico<br />

e vecchie varietà<br />

I programmi <strong>di</strong> miglioramento genetico<br />

hanno assunto quale obiettivo<br />

prioritario la costituzione <strong>di</strong> cultivar<br />

resistenti o tolleranti alle fitopatie del<br />

<strong>melo</strong> (Crosby et al., 1992; Sansavini et<br />

al., 2004). Al <strong>di</strong> là del <strong>di</strong>battito sulla<br />

durevolezza delle resistenze, che ha<br />

<strong>di</strong> fatto limitato la <strong>di</strong>ffusione su larga<br />

scala delle cultivar TR, tali sforzi presentano<br />

una duplice valenza sotto <strong>il</strong><br />

prof<strong>il</strong>o qualitativo (Kellerhals et al.,<br />

1997). Il primo si collega alla ecocompatib<strong>il</strong>ità<br />

della coltura del <strong>melo</strong> e<br />

quin<strong>di</strong> alla reciproca valorizzazione<br />

territorio-prodotto. Il secondo riguarda<br />

gli effetti sulle garanzie della sicurezza<br />

alimentare ed in definitiva del<br />

rafforzamento del messaggio fruttobenessere.<br />

Non si ritiene <strong>di</strong> porre l’accento<br />

sugli aspetti <strong>di</strong> sicurezza alimentare<br />

come fattori <strong>di</strong> qualità, in<br />

quanto questi dovrebbero essere recepiti<br />

come pre-requisiti per una qualsiasi<br />

forma <strong>di</strong> produzione-commercializzazione<br />

<strong>di</strong> qualità. Altrimenti detto,<br />

la sicurezza alimentare deve restare<br />

un fatto interno alla produzione, in<strong>di</strong>pendente<br />

dall’adozione <strong>di</strong> tecniche<br />

colturali “integrate”, biologiche o al<br />

ricorso a cultivar dotate <strong>di</strong> resistenze a<br />

Sonya ® Nevson*<br />

September Wonder ® Fiero*<br />

patogeni. In definitiva, non un valore<br />

aggiunto, bensì un pre-requisito (Al<strong>di</strong>ni<br />

et al., 2001).<br />

Una considerazione a parte merita<br />

l’ipotesi, in alcuni casi già adottata, <strong>di</strong><br />

recupero del germoplasma, nel segno<br />

<strong>di</strong> un fenomeno <strong>di</strong> tendenza: la riscoperta<br />

dei sapori antichi, tra<strong>di</strong>zionali e<br />

– perché no? – anche culturali. Si tralascia<br />

<strong>il</strong> merito scientifico <strong>di</strong> salvaguardare<br />

dall’erosione genetica, mettendo<br />

al riparo in appositi “repository”,<br />

materiali che potrebbero tornare<br />

ut<strong>il</strong>i in futuro. L’impressione che si<br />

ricava dalla conoscenza <strong>di</strong>retta del<br />

germoplasma italiano è che in larga<br />

misura non corrisponda agli attuali<br />

criteri <strong>di</strong> frutto-piacere, ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e tal<br />

quale per gran<strong>di</strong> canali <strong>di</strong> commercializzazione.<br />

Tuttavia, non è da trascurare l’apporto<br />

<strong>di</strong> tipicità che la coltura per<br />

consumi “<strong>di</strong> nicchia” <strong>di</strong> varietà locali<br />

può offrire alla caratterizzazione <strong>di</strong> un<br />

territorio vocato alla melicoltura. Lungi<br />

dall’interferire con la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong><br />

cultivar per i gran<strong>di</strong> canali <strong>di</strong>stributivi,<br />

possono rappresentare la nota <strong>di</strong> colore<br />

che <strong>il</strong> territorio offre nelle situazioni<br />

<strong>di</strong> “vente à la ferme”, per la preparazione<br />

<strong>di</strong> piatti tipici della ristorazione<br />

o per dare contenuto all’e-commerce<br />

sui siti informatici del territorio.<br />

Un particolare impiego consiste<br />

nel far rivivere interessanti caratteri <strong>di</strong><br />

sapore e rusticità, reperib<strong>il</strong>i nel germoplasma,<br />

tentando <strong>di</strong> integrarli in<br />

<strong>nuove</strong> cultivar, che presentino caratteristiche<br />

d’insieme rispondenti alle esigenze<br />

<strong>di</strong> ampi mercati, mentre <strong>il</strong> carattere<br />

“recuperato” ne costituisca l’aspetto<br />

innovativo. Molte delle cultivar<br />

<strong>di</strong> <strong>melo</strong> che hanno recentemente conquistato<br />

la ribalta internazionale sono<br />

frutto <strong>di</strong> tale intuizione: Pink Lady ® -<br />

Cripps Pink * deriva dal semplice incrocio<br />

<strong>di</strong> Golden Delicious con Lady<br />

W<strong>il</strong>liams, senz’altro pregio se non<br />

quello della serbevolezza in tempi in<br />

cui non esisteva la refrigerazione. Proce<strong>di</strong>menti<br />

analoghi sono stati ut<strong>il</strong>izzati<br />

per Fuji (Rall’s Janet x Red Delicious)<br />

e la più recente Pinova * derivata<br />

da un incrocio in seconda generazione<br />

tra Golden Delicious e l’antica<br />

Oldenburg.<br />

<br />

FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2004 39


FR -11 P34-40 SP Pellegrino 15-10-2004 11:52 Pagina 40<br />

Conclusioni<br />

L’analisi dell’evoluzione dei mercati<br />

internazionali suggerisce tracce <strong>di</strong><br />

percorsi da seguire per mantenere una<br />

presenza della melicoltura in Europa,<br />

nonostante i tempi <strong>di</strong> progressiva globalizzazione.<br />

Si tratta <strong>di</strong> assicurarle <strong>di</strong>mensioni<br />

e funzioni economiche sostenib<strong>il</strong>i,<br />

consentendole <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un<br />

elemento <strong>di</strong> valorizzazione paesaggistica,<br />

culturale e turistica <strong>di</strong> ampi territori.<br />

Se sapremo coglierne le opportunità,<br />

la globalizzazione non condurrà<br />

ineluttab<strong>il</strong>mente a fenomeni <strong>di</strong> omogeneizzazione,<br />

ma potrà trasformarsi in<br />

uno stimolo a valorizzare le peculiarità<br />

del “locale” per affrontare le sfide internazionali<br />

(Sansavini et al., 2003).<br />

In tale contesto, l’innovazione varietale<br />

assume un ruolo propulsivo nell’ideare<br />

e mettere a punto tipologie <strong>di</strong><br />

frutti “<strong>di</strong> tendenza”. Occorre da un lato<br />

ridefinire gli obiettivi del miglioramento<br />

genetico, dall’altro accelerare i tempi<br />

della sperimentazione per rendere<br />

tempestivamente accessib<strong>il</strong>i le <strong>nuove</strong><br />

varietà (Iglesias et al., 2002).<br />

Non mancano i segnali del cambiamento.<br />

È stata riformulata la presentazione<br />

dei risultati del Progetto italiano<br />

“Liste <strong>di</strong> orientamento varietale dei<br />

fruttiferi”, basato sulle osservazioni<br />

svolte presso centri sperimentali <strong>di</strong>slocati<br />

nelle principali aree melicole nazionali<br />

(Fideghelli et al., 2004; Donati<br />

et al., 2004). A livello <strong>europeo</strong>, <strong>il</strong> gruppo<br />

“Apple and pear variety testing” del<br />

Progetto Eufrin agevola lo scambio <strong>di</strong><br />

informazioni tra le stazioni sperimentali,<br />

mettendo a <strong>di</strong>sposizione protocolli<br />

<strong>di</strong> ricerca e favorendo i rapporti con i<br />

costitutori <strong>di</strong> <strong>nuove</strong> varietà. I presupposti,<br />

quin<strong>di</strong>, ci sono tutti.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Al<strong>di</strong>ni A., Pellegrino S., Palara U. (2001) - Speciale<br />

<strong>melo</strong> - <strong>Le</strong> varietà per <strong>il</strong> biologico. AZBio, 1: 29-<br />

32.<br />

Crosby J.A., Janick J., Pecknold P.C., Korban S.S.,<br />

O’Connor P.A., RiesS.M., Goffreda J., VoordeckersA.(1992)<br />

- Bree<strong>di</strong>ng Apples for Scab Resistance:<br />

1945-1990. Fruit Vars. J.,46(3): 145-<br />

166.<br />

Donati F. et alii. (2003) - Valutazioni qualitative sensoriali<br />

<strong>di</strong> <strong>nuove</strong> mele <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza.<br />

Rivista <strong>di</strong> Frutticoltura e <strong>di</strong> orticoltura 5: 65-71.<br />

Donati F., Palara U., Guerra W., Berra L. (2004) - Liste<br />

varietali dei fruttiferi – Melo. L’Informatore<br />

Agrario, LX, 24, Supplemento n. 1: 35-44.<br />

Faostat (2004) - Agriculture data. Online:<br />

http://www.fao.org.<br />

Fideghelli C., Nicotra A. (2004) - Liste varietali dei<br />

fruttiferi 2004. L’Informatore Agrario, LX, 24,<br />

Supplemento n. 1: 5-7.<br />

Kellerhals M., Mouron P., Goerre M., Gessler C.<br />

(1997) - Bree<strong>di</strong>ng apples for <strong>di</strong>sease resistance –<br />

an integrated approach toward sustainable and<br />

economic orchard ecosystem. IOBC/WPRS Bulletin,<br />

Vol. 20 (9): 134-140.<br />

Iglesias I. (2002) -Tendencias de la producción y de<br />

los intercambios comerciales de manzana a<br />

escala mon<strong>di</strong>al y europea. Fruticultura Profesional,<br />

128 – Especial manzano, II: 7-23.<br />

Iglesias I., Carbó Pericay J. (2002) - Variedades de<br />

manzana: situación actual y perspectivas. Fruticultura<br />

Profesional, 128 – Especial manzano, II:<br />

34-55.<br />

Pellegrino S. (2000) - Una IGP per valorizzare le mele<br />

rosse piemontesi. Riv. <strong>di</strong> Frutticoltura, LXII,<br />

Suppl. al n. 5: 104-107.<br />

Pellegrino S., Berra L. (2003) - Novità nel panorama<br />

varietale del <strong>melo</strong>: qualità e tutela dell’ambiente.<br />

Italus Hortus, Suppl., 3, Vol. 10: 14-21.<br />

Sansavini S., Pellegrino S., Stainer R. (2003) - Alle<br />

porte <strong>di</strong> una nuova rivoluzione genetica? - Speciale<br />

Melo. Riv. <strong>di</strong> Frutticoltura, LXV, 12: 20-30.<br />

Seguin T. (2000) - Dossier pomme : F<strong>il</strong>ière club.<br />

L’Arboriculture Fruitière, 543: 34-38.<br />

Stainer R., Sansavini S., Pellegrino S. (2001) - Il rinnovamento<br />

varietale del <strong>melo</strong> accelerato dall’evoluzione<br />

del <strong>mercato</strong> mon<strong>di</strong>ale. Riv. <strong>di</strong> Frutticoltura,<br />

LXIII, 7-8: 9-20.<br />

Stainer R., Sansavini S., Pellegrino S., Donati F.,<br />

Gran<strong>di</strong> M., Imperatrice A. (2003) - Melo – Speciale<br />

“liste varietali in frutticoltura”. Terra e Vita,<br />

Suppl. al n. 25: 28-35.<br />

Testoni A., Berra L. (2003) - Epoca <strong>di</strong> raccolta e conservab<strong>il</strong>ità<br />

<strong>di</strong> mele Rubens ® : due anni <strong>di</strong> esperienze.<br />

Riv. <strong>di</strong> Frutticoltura, LXV, 12: 51-55.<br />

■<br />

40<br />

FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2004

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!