Complicazioni oculari dell’artrite reumatoide Dr. Reinhard Rüesch, Clinica di oftalmologia, Ospedale Cantonale di San Gallo Introduzione. I pazienti con artrite reumatoide possono sviluppare anche patologie oculari molto diverse fra loro. Particolarmente diffusa è la secchezza oculare con i suoi fenomeni concomitanti, meno frequenti sono le in - fiammazioni della cornea. Nello sviluppo di varie forme di uveite (processo infiammatorio che interessa l’uvea, lo strato in - termedio che costituisce il bulbo oculare, situato tra retina e sclera, e costituito nella parte anteriore da iride, corpo ciliare e coroide) campeggiano in primo piano di - verse altre malattie reumatiche. Importanti sono gli effetti collaterali che possono manifestarsi con alterazioni oculari in se - guito all’assunzione di farmaci cui spesso devono ricorrere i pazienti con artrite reumatoide. Occhio secco. Oltre all’artrite reumatoide, diverse altre malattie reumatiche, come ad esempio il Lupus eritematoso o la sindrome di Reiter, possono causare la sindrome dell’occhio secco, detta sindrome sicca. Questi pazi - enti soffrono spesso di sintomi quali bruciore, sensazione di corpo estraneo, di pressione o di sabbia negli occhi. Spesso i pazienti avvertono un rapido affaticamento visivo, soprattutto durante la lettura, o una lacrimazione paradossa. La superficie corneale talvolta diventa scabrosa e presenta una cosiddetta erosione puntiforme dell’epitelio (fig. 1, v. pagina 4), che può anche provocare dolori. 8 <strong>info</strong> Come terapia per sopperire al problema dell’occhio secco, generalmente diffuso tra la popolazione, si hanno a disposizione diversi colliri (gocce oculari), gel e unguenti oftalmici. A seconda dei sintomi, è im - portante un ricorso regolare al trattamento locale, più volte al giorno, se necessario. Per i colliri si deve badare che i conservanti contenuti non aggravino ulteriormente lo stato della cornea. Indubbiamente è utile una buona consulenza da parte di uno specialista. In alcuni casi apporta sollievo anche un trattamento sistemico con acidi grassi omega 3. Per trattenere le lacrime naturali, in certi casi l’oculista inserisce anche dei cosiddetti punctum plug (piccoli tappi) nei punti lacrimali. Tuttavia, resta per lo più necessaria l‘applicazione di gocce oculari. Sclerite (Infiammazione della sclera). La sclerite (infiammazione del bianco dell’occhio) è una patologia oculare relativamente rara. Tuttavia, in circa il 50 % delle persone colpite, la sclerite può essere associata a una malattia sistemica, quali l’artrite reumatoide, la granulomatosi di Wegener e la policondrite recidivante. I pazienti soffrono per giorni di dolori oculari crescenti. La sclerite ha diverse forme di manifestazione; la più frequente è la sclerite anteriore di tipo diffuso o nodulare (cfr. fig. 2 e 3, v. pagine 5 e 6). Di solito, nel trattamento della sclerite, i colliri, anche quelli a base di cortisone, servono a poco. In questi casi, è necessario un trattamento sistemico con antireumatici non steroidei (FANS) o talvolta anche la somministrazione temporanea di cortisone per via sistemica. In casi selezionati è indispensabile una terapia più intensiva con farmaci immunosoppressori. Uveite (infiammazione dell’iride). Nello sviluppo di diverse forme di uveite figurano in primo piano altre malattie facenti parte delle forme reumatiche, in particolare il morbo di Bechterew o il morbo di Behçet. Invece nei bambini colpiti da artrite idiopatica giovanile compaiono relativamente spesso problemi oftalmologici. Tra questi in primo piano la cataratta, (la calcificazione della cornea), (fig. 4, v. pagina 7), un edema maculare (gonfiore al centro della retina) o un glaucoma. Per questi giovani pazienti è necessaria un’assistenza oculistica intensiva in collaborazione con i pediatri. Effetti collaterali di farmaci. Il cortisone in compresse o gocce può provocare nell’occhio un offuscamento del cristallino (cataratta). La cataratta da cortisone o da steroidi si manifesta soprattutto con un offuscamento delle parti posteriori del cristallino. I pazienti soffrono spesso di un’accentuazione dell’abbagliamento o di annebbiamento della vista. Di solito si può migliorare notevolmente la situazione con un’operazione. Le gocce oculari contenenti cortisone pos - sono provocare in una parte dei pazienti un aumento della pressione intraoculare senza che l’interessato se ne renda conto. Se non viene curato, questo aumento può portare ad un danneggiamento del nervo ottico e quindi al glaucoma. Perciò è in - dispensabile che i pazienti che necessitano di gocce oculari contenenti steroidi siano regolarmente sottoposti a controllo oculistico. Questa precauzione è necessaria anche per i pazienti che seguono terapie di base con farmaci antimalarici (Plaquenil, Resorchin, ecc.). In linea di principio i pazienti con AR, a causa delle molteplici complicazioni infiammatorie e degli effetti collaterali dei medicamenti, devono sottoporsi una volta all’anno ad un controllo oculistico. Conclusione. I pazienti colpiti da artrite reumatoide possono soffrire di diverse malattie degli occhi. La più frequente è la secchezza oculare con i suoi fenomeni concomitanti. Bisogna inoltre tenere presenti gli effetti collaterali dei medicamenti, che in genere si possono dominare in collaborazione con un oculista. Più raramente può comparire nei pazienti con AR una sclerite (infiammazione della sclera) e per i bambini con artrite idiopatica giovanile è necessario iniziare precocemente una collaborazione con l’oculista.
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