Postalesio (SO) - Concreta S.r.l.
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lerava nulla che potesse mettere in<br />
ombra la sua recitazione (arrivò a dire<br />
che il suo volto è l’unico paesaggio degno<br />
di essere ripreso). Pretendeva la<br />
stessa sua dedizione alla storia anche<br />
da parte dell’ultima comparsa. Dal nulla<br />
scattava, urlava e veniva alle mani.<br />
La consapevolezza di essere immerso<br />
in un paesaggio vergine e immenso,<br />
che non poteva avere attenzioni e riguardo<br />
per lui, lo faceva imbestialire a<br />
dare di matto. Durante le riprese di<br />
Aguirre, Kinski si rese protagonista di<br />
alcuni episodi che hanno certo contribuito<br />
a creare il suo mito. Durante una<br />
scena che prevedeva un Aguirre infuriato<br />
contro i suoi uomini, rei di buttarsi<br />
sul cibo di un villaggio indios appena<br />
conquistato, Kinski prese il suo<br />
ruolo troppo seriamente e con un colpo<br />
di spada provocò una profonda ferita<br />
sulla testa del soldato-comparsa<br />
Pedro Gonzales. Ma non è l’episodio<br />
più grave. Una notte, in preda al delirio<br />
Kinski esplose tre colpi di fucile dentro<br />
il capanno delle comparse. Uno degli<br />
uomini all’interno, intento in una partita<br />
a carte, si ritrovò con una falange in<br />
meno nel dito medio.<br />
Dopo una pausa di riflessione lunga<br />
sei anni, durante la quale le strade dei<br />
due sembrano separarsi, il sodalizio<br />
Herzog-Kinski si riannoda con Nosferatu,<br />
il principe della notte. Lontano<br />
dal fascino prevalentemente fisico assunto<br />
recentemente, il Dracula interpretato<br />
magistralmente da Kinski è un<br />
personaggio debole, viscoso, reticente<br />
nel portare avanti la sua ineluttabile<br />
missione mortifera. Restando fedele al<br />
precedente capolavoro di F.W. Murnau<br />
(Nosferatu il vampiro, 1922) più che al<br />
libro di Bram Stoker, Herzog affermerà<br />
in modo esplicito il proprio legame con<br />
l’espressionismo tedesco e con le radici<br />
romantiche della kultur germanica.<br />
Il risultato sarà un’opera oscura e crepuscolare<br />
dove Kinski (in abito nero e<br />
completamente rasato) si costringe in<br />
una recitazione sommessa, espressione<br />
della malattia-maledizione del vampiro<br />
in ogni posa corporea.<br />
Nel filmato Kinski, mein liebster Feind<br />
(Kinski, il mio miglior nemico), assemblato<br />
dopo la morte dell’attore, Herzog<br />
riferisce con insistenza come il disturbo<br />
principale della personalità di Klaus<br />
Kinski fosse l’ego-maniacalità. Se è<br />
vero che l’attore si sia sempre comportato<br />
come un genio baciato da Dio,<br />
è altrettanto vero che la grandiosità di<br />
kinski risiede nel costante e durissimo<br />
allenamento a cui sottoponeva sé<br />
stesso, specialmente nel periodo antecedente<br />
alla fama. Arruolato nell’esercito<br />
tedesco, inizia a mettere in<br />
scena spettacoli teatrali all’interno di<br />
un campo di prigionia inglese. Alla fine<br />
della guerra mette tutto sé stesso nel<br />
cercare di divenire attore teatrale. Ha<br />
talento da vendere, ma si allena in recitazione<br />
senza sosta, per dieci, dodici<br />
ore al giorno. Il successo lo attende.<br />
La sua capacità e professionalità diviene<br />
indiscussa. I registi, compreso il<br />
grande Brecht, lo ricercano, i critici lo<br />
osannano. In una grande produzione<br />
teatrale interpreta pure il personaggio<br />
di Cristo. Ma le parti lo catturano, gli<br />
imprigionano la psiche fino a rendere<br />
troppo labili i confini tra lui e i personaggi<br />
che interpreta. E’ ancora Herzog<br />
a raccontarci un aneddoto a tal proposito.<br />
Quando Kinski arriva sul set di