10.07.2015 Views

gestione del suolo sull'artropodofauna utile - Tec.bio

gestione del suolo sull'artropodofauna utile - Tec.bio

gestione del suolo sull'artropodofauna utile - Tec.bio

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Incidenza <strong>del</strong>la <strong>gestione</strong> <strong>del</strong> <strong>suolo</strong> sull’artropodofauna <strong>utile</strong> nelvignetoGiovanni Burgio 1 , Daniele Sommaggio 1 , Enrico Marchesini 2 , Nazareno Reggiani 3 , GiovannaMontepaone 3 , Pierangela Schiatti 41: DipSA –Università di Bologna2: Agrea – San Giovanni Lupatoto (VR)3: Consorzio fitosanitario provinciale di Modena4: ProBER - Associazione dei Produttori Biologici e Biodinamici <strong>del</strong>l'Emilia-RomagnaNel vigneto la presenza di insetti utili può essere determinante per contenere i fitofagichiave, limitandone la densità al di sotto <strong>del</strong>la soglia di danno. Un esempio moltoconosciuto riguarda gli acari Fitoseidi, che possono controllare efficacemente il ragnettorosso ed altri acari fitofagi, fonti potenziali di seri danni alla vite (Duso, 2006). Anche latignoletta <strong>del</strong>la vite, Lobesia botrana, può essere attaccata da una schiera molto ampia diparassitoidi, la maggior parte dei quali Imenotteri (Marchesini e Dalla Montà, 1998). E’quindi comprensibile come siano auspicabili tutti quegli interventi agro-ecologici chefavoriscono la presenza stabile di questi artropodi utili e la sincronizzazione con le lorovittime.L’introduzione nell’agroecosistema di alcune specie vegetali non produttive (infrastruttureecologiche) è stato dimostrato come elemento in grado di favorire molti artropodi utili(Hickman e Wratten, 1996; Holland e Thomas, 1996; Landis et al., 2000; Altieri et al.,2003; Maini e Burgio, 2005). Alcune specie vegetali non coltivate, infatti, possono fungereda siti di rifugio e alimentazione per gli ausiliari, rappresentando così nicchie ecologiche eserbatoi faunistici in grado di mantenere ed incrementare questi organismi utili. Peresempio insetti utili come le Coccinelle possono compiere più generazioni all’anno; è quindiimportante che possano trovare prede anche quando la coltura è stata raccolta o neiperiodi di bassa densità <strong>del</strong>le vittime. Gli Imenotteri parassitoidi sono glicifagi da adulti epertanto le femmine necessitano di fioriture per la maturazione <strong>del</strong>le uova.Fra gli interventi agro-ecologici da realizzare nell’azienda, un ruolo di primo piano èrappresentato dall’utilizzo di piante nettarifere. Queste piante, fornendo alimento per gliadulti di parassitoidi e di alcuni predatori (es. i Sirfidi) aumenterebbero le loro prestazioni equindi la potenzialità nel controllo di specie dannose. Questa tecnica, soprattutto in Italia,è stata fino ad ora realizzata in maniera troppo empirica, senza studiare in dettaglio gliaspetti ecologici e soprattutto senza misurare gli effetti positivi (Maini e Burgio, 2005). Lepiante inoltre sono state utilizzate senza privilegiare un criterio preciso di scelta e senza unpreciso screening. Gurr et al. (2007) dimostrano ad esempio come maggiori densità diorganismi utili sulle piante nettarifere introdotte rappresenta solo il primo stadio nellasequenza dei possibili effetti positivi. E’ infatti necessario valutare con precisione anche lalimitazione dei danni economici che questi artropodi utili determinano. Nella scelta <strong>del</strong>lepiante utili non va poi dimenticato che queste potrebbero risultare attrattive anche per altrifitofagi, la cui presenza nella coltura non è auspicabile. Per questo motivo alcuni autori


parlano di “selective food plants”, ossia di piante che favoriscano solo la presenza di insettiutili (Wackers e Steppuhn, 2003). L’argomento è però complesso e ricco di sfaccettature,come per esempio avviene nel caso <strong>del</strong> tripide Frankliniella introdotto nel vigneto. In Italiaed Europa questo insetto può occasionalmente causare danni ai fiori <strong>del</strong>la vite. La Faceliaseminata nell’interfilare può attrarre questi tripidi, distogliendoli dalla vite e riducendo ildanno economico da loro causato. Infatti il fitofago, in queste condizioni, risulta attrattomaggiormente dalla Facelia, e tende ad abbandonare la vite (Viggiani, 2006). E’ quindiimportante che, in ricerche volte a valutare gli effetti positivi <strong>del</strong>l’introduzione di piantenettarifere, venga preso in considerazione non solo il popolamento di artropodi utili, maanche il loro ruolo pratico nel controllare le specie dannose.Diverse ricerche, soprattutto negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda, hanno messo in evidenzacome l’utilizzo di piante nettarifere nel vigneto può non solo incrementare la popolazionedi insetti utili, ma anche ridurre sensibilmente il danno provocato dai fitofagi. Per esempioin Nuova Zelanda è stato visto che il Grano Saraceno migliora le performances di alcuniparassitoidi incrementandone la fecondità anche <strong>del</strong> 62% (Gurr et al., 2007). Anche lapercentuale di parassitizzazione in alcuni vigneti inerbiti con Grano Saraceno èincrementata rispetto al controllo, riducendo il danno da parte di Epiphyas postvittana, unLepidottero che rappresenta in Nuova Zelanda uno degli insetti dannosi più critici per lavite.In Emilia Romagna nel 2010 è stato attivato un progetto triennale che ha lo scopo divalutare la funzione di alcune specie vegetali seminate nell’interfila <strong>del</strong> vigneto, nelfavorire la lotta <strong>bio</strong>logica contro specie dannose. Nello specifico gli obiettivi <strong>del</strong> progettosono di:- studiare l’influenza di diversi inerbimenti sull’entomofauna <strong>utile</strong> e sui fitofagi;- verificare la capacità di queste piante di favorire o meno anche potenziali insettidannosi;- valutare il ruolo dei diversi cotichi erbosi nel potenziare la lotta <strong>bio</strong>logica contro latignoletta <strong>del</strong>la vite;- analizzare il ruolo di alcune specie vegetali nei confronti <strong>del</strong>le popolazioni di acariutili predatori sulla vite.E’ stato scelto uno spettro molto ampio di specie vegetali in quanto le informazionidisponibili sugli effetti positivi <strong>del</strong>le piante nettarifere in Italia è molto limitata. Sulla basedi altre esperienze già effettuate in Italia e all’estero le piante selezionate sono state:1. Veccia + Avena2. Favino3. Alisso4. Grano saraceno5. Facelia.Parcelle con questi inerbimenti sono state introdotte in un vigneto presso l’azienda“Acetaia <strong>del</strong> Cristo”, sita a San Prospero (MO). L’azienda è gestita seguendo i metodi<strong>del</strong>l’agricoltura <strong>bio</strong>logica come previsto dal Reg. CEE 834/2007 (che ha sostituito il


2092/91); a partire dal 2007 ha cessato ogni impiego di prodotti non conformi ed èsoggetta al controllo <strong>del</strong> CCPB. L’impianto oggetto <strong>del</strong>la prova presenta i vitigni LambruscoSalamino Santa Croce e Lambrusco di Sorbara, messo a dimora dal 1991 al 1993 einnestato su SO4.Diverse tipologie di campionamenti sono stati predisposti al fine di avere un quadro piùdettagliato ed ampio possibile <strong>del</strong>la fauna presente nelle diverse parcelle. In particolare èstata campionata la fauna epigea mediante retino da sfalcio ed aspiratore. L’attenzioneviene focalizzata non solo sulla fauna <strong>utile</strong> (Imenotteri parassitoidi, Coccinelle, Sirfidi,ecc.), ma anche sui principali gruppi di fitofagi ed in particolare Eterotteri ed Omotteri.Anche la fauna <strong>del</strong> <strong>suolo</strong> è stata monitorata mediante trappole a caduta, con particolareattenzione per i principali gruppi funzionali e nello specifico per i Carabidi, che sonoconsiderati ottimi <strong>bio</strong>indicatori di sostenibilità <strong>del</strong>l’agroecosistema. Per la fauna <strong>utile</strong> <strong>del</strong>lavite sono stati considerati gli acari Fitoseidi, monitorati mediante il prelievo di campioni difoglie di vite. Per tutto il periodo <strong>del</strong>la prova è stato monitorato il livello di infestazione daparte di Lobesia botrana, controllando la percentuale e la tipologia di parassitizzazione. Peravere infine una visione complessiva sullo stato di conservazione <strong>del</strong>l’azienda, sono staticampionati, mediante trappole Malaise, i Ditteri Sirfidi, ampiamente utilizzati come<strong>bio</strong>indicatori ambientali soprattutto negli ultimi anni.La Tab. 1 offre un esempio dei dati raccolti sulla fauna epigea nel 2012, mediante retinoentomologico ed aspiratore. Dai dati raccolti emerge come le varie specie vegetaliattraggono taxa differenti. Per esempio gli Apoidei sono risultati più numerosi nellaparcella con Facelia, mentre i Sirfidi afidifagi in quelle con Grano Saraceno ed Alisso.Entrambi questi gruppi sono glicifagi allo stato adulto, ma la presenza di apparati boccalidifferenti permette loro di alimentarsi su fiori con differenti caratteristiche. Un aspettointeressante è la presenza di diversi insetti afidifagi nelle parcelle con Veccia + Avena,come per esempio i parassitoidi Aphidiinae.E’ nota la ricchezza di afidi sulle leguminose ed è pertanto possibile che insetti afidifagisiano attratti da queste piante dove possono trovare un buon numero di prede. Per quantoriguarda altri gruppi di Imenotteri parassitoidi, ,molti dei quali anche di interesse agrario,alcune parcelle sono risultate più attrattive (es.il Favino) nei confronti di Eupholidae eBraconidae Alysiinae. Interessante la scarsa presenza di molti taxa di Imenotteriparassitoidi nella parcella di controllo, in genere risultata nei tre anni quella più povera inImenotteri parassitoidi. Alcuni taxa potenzialmente dannosi per le colture sono risultati piùnumerosi nelle parcelle seminate con le specie vegetali rispetto al controllo; è questo peresempio il caso <strong>del</strong>l’Eterottero Lygus, più abbondante nelle parcelle con Alisso, GranoSaraceno e Facelia. Per altri fitofagi invece i dati riscontrati non sembrano indicare unamaggiore densità nelle parcelle seminate rispetto al controllo; sicuramente piùinteressante è l’esempio <strong>del</strong>le Cica<strong>del</strong>line, che in alcuni anni si sono rivelate più abbondantinelle parcelle di controllo. Molti di questi insetti hanno evidenziato un trend di crescitanella popolazione con maggiori densità verso il termine dei campionamenti (luglio).Informazioni sulla fenologia dei possibili insetti dannosi sono utili al fine di gestire in modoottimale la vegetazione <strong>del</strong>l’interfilare evitando per esempio il taglio quando la popolazionedi questi organismi è al culmine.


GruppoMet.Camp.AlissoFaceliaGranoFavinoVecciaControlloApoidea Aspiratore 1,7 1,4 1,4 0,2 0,1 0,1Retino 4 8,8 4,2 1,1 0,7 1,9Alysiinae Aspiratore 2,2 0,5 1,1 1,8 2,5 0,8Retino 0,5 0,2 0,3 1,2 0,6 0,3Aphidiinae Aspiratore 5,2 4,4 3,9 5,3 7,4 1,9Retino 3,7 2,9 2,1 4,7 5,6 1,2Eupholidae Aspiratore 3,3 0,6 1,1 2,3 1,1 0,1Retino 4,9 0,7 1,6 6,9 1,2 0,3Coccinellidae Aspiratore 0,3 0,3 0,5 0,6 0,5 0Retino 2,9 1,3 3 0,7 1,8 0,4Nabidae Aspiratore 0,2 0,4 0,3 0,3 0,2 0,4Miridae (gen.Lygus)Miridae (noLygus)Retino 0,8 0,2 1,6 0,4 0,7 0,4Aspiratore 2 1,1 1,2 0,2 0,1 0,1Retino 5,2 2,5 4 0,5 0,5 0,8Aspiratore 2,9 0,7 0,8 0,4 0,7 0,6Retino 2,5 2 4,1 3,2 1,9 2,8Delphacidae Aspiratore 7,5 0,7 1,9 0,9 2,1 1,6Retino 6,2 1,6 2,1 2,4 2,8 3,1Cica<strong>del</strong>lidae Aspiratore 9,7 3,5 4,6 5,6 10,5 10Syrphidae(afidifagi)Retino 5,2 3,2 4 8,2 10,1 12,7Aspiratore 0,6 0,2 0,6 0,2 0,1 0Retino 4,9 3,1 2,7 0,9 1,5 0,8Agromyzidae Aspiratore 2,4 0,4 0,7 0,6 0,9 0,9Retino 1,7 1,7 1,7 2,5 3,4 2,9Ragni Aspiratore 1,7 0,8 1,3 1,4 1,9 2,9Retino 1,2 0,5 1,3 2,1 1,4 1,1Tab. 1: Principali taxa raccolti nelle parcelle: numero medio di esemplari per data e perparcella.


10-giu17-giu24-giu1-lug8-lug15-lug22-lug29-lug5-ago12-ago19-ago26-ago2-setn° forme mobili per foglia7,06,05,04,0Veccia + AvenaAlissoGrano SaracenoFaceliaFavinotestimone3,02,01,00,0Grafico 1: numero forme mobili (adulti e giovani) di Fitoseidi per foglia.Nel grafico vengono riportati i dati ottenuti sulle popolazione dei fitoseidi nelle diverseparcelle. Come noto, la dinamica di popolazione dei fitoseidi su vite, dopo un incrementoin tarda primavera subisce una significativa e naturale riduzione in estate. Rispetto alcontrollo, in tutte le parcelle seminate la densità di popolazione dei fitoseidi risultasignificativamente superiore. Questo fatto può essere legato alla produzione di polline,importante fonte di nutrizione per i fitoseidi in assenza di preda. Le popolazioni di fitoseidirilevate nel vigneto sono costituite in prevalenza dalla specie Tyhlodromus pyri Scheutenche convive con Kampimodromus aberrans (Oudemans). La cospicua presenza di questipredatori stanziali è garanzia di costante mantenimento <strong>del</strong>l’equilibrio tra acari fitofagi eacari predatori <strong>del</strong>l’agro-ecosistema vigneto (Marchesini, 1989; Marchesini e IvancichGambaro, 1989). Viceversa, una scarsa presenza di fitoseidi può portare ad una rottura diquesti equilibri, soprattutto nel momento in cui si renda necessario intervenire nel vignetocon prodotti fitosanitari che interferiscano negativamente su questi preziosi predatorinaturali. Anche rimanendo in conduzione <strong>bio</strong>logica, possono bastare 1 o 2 trattamenti conpiretro per compromettere la situazione. I dati raccolti da questa prova permetteranno diavere un quadro sufficientemente dettagliato sulla fauna, sia <strong>utile</strong> che dannosa, associataa diverse specie vegetali nell’interfilare. Inoltre, come già emerso da questi primi due annidi attività, saranno disponibili anche utili informazioni pratiche su come gestire l’interfilareal fine di ottimizzare la fauna <strong>utile</strong> nel vigneto tenendo anche conto dei tempi e <strong>del</strong>ledifficoltà associate con la <strong>gestione</strong> <strong>del</strong>le singole specie vegetali.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!