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La Gestione della Salute nell'Allevamento Biologico - zoobiodi.it

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INDICEProfilassi e terapia nella zootecnia biologica. Introduzione al temaP. Pignattelli ................................................................................................ 1Prima Edizione Premio di <strong>La</strong>urea ZooBioDi 2010 - Sost<strong>it</strong>uzione <strong>della</strong>soia nella razione di vacche da latte allevate con metodo biologicoC. Lotti ........................................................................................................ 11Prevenzione e controllo delle malattie parass<strong>it</strong>arieG. Traldi ..................................................................................................... 17Uno strumento per prevenire le parass<strong>it</strong>osi nell‟allevamento biologicodel suinoD. Bochicchio, G. Della Casa ................................................................... 26Zootecnia biologica da latte e costi san<strong>it</strong>ari. Punti di forza e didebolezza in un‟ottica di analisi economicaA. Gaviglio, M. Lic<strong>it</strong>ra Pedol ................................................................... 32Uso delle erbe spontanee in etnoveterinaria in ItaliaL. Viegi ....................................................................................................... 39Omeopatia nell‟allevamento biologico delle bovine da latteA. Martini, C. Lotti ................................................................................... 48<strong>La</strong> prescrizione omeopatica di gruppo nell‟allevamento bovinoF. Pisseri ..................................................................................................... 53<strong>La</strong> prescrizione omeopatica di gruppo nell‟allevamento ovinoF. Pisseri ..................................................................................................... 61L‟utilizzo di piante medicinali negli allevamenti biologici famigliari inUruguayL. Grosso, S. Barbieri, A.F.A. Cantafora, C. Brisacani, V. Ferrante 68Sessione Poster .......................................................................................... 75


Tabella 1. Zootecnia biologica: consistenze <strong>it</strong>aliane (000) relative al periodo 2001-2008(SINAB-MiPAAF 2009)Comparto 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 07/08%Equini 2.2 3.3 5.1 5.4 7.4 7.2 8.2 9.9 20.7Bovini 330.7 164,5 189.8 215.0 222.5 222.7 244.2 216.5 - 13.3Ovini 301.6 608.6 436.2 500.0 738.7 852.1 860.0 1,007.7 17.4Caprini 26.3 59.7 101.2 56.8 86.5 90.5 93.8 83.4 -12.2Suini 25.4 19.9 20.5 26.5 31.3 29.7 26.9 34.1 2.6PollameOvaiole* ±220 ±400 ±450 ±614 ±662 ±888 ±942 1,153.7 23.0Carne ±450 ±545 ±850 ±1.537 ±314 ±682 ±396 953.4 141.2Conigli 1.6 1.3 1.0 1.1 1.2 2.3 0.9 7.2 800.0Api (arnie) 43.8 67.3 76.6 67.7 72.2 85.5 112.8 102.2 -8.9Totale1,3841,863 2,117 3,024 2,137 2,961 2,685 3,568.1 33.2(*) fonte Eurostat, 2009; FIAO, 2009Tabella 2. Incidenza (%) <strong>della</strong> zootecnia biologica <strong>it</strong>aliana su quella convenzionale e raffrontocon la zootecnia biologica europea (EU 25) - (SINAB 2008, elaborazione P. Pignattelli)CompartoItalia: incidenza % <strong>della</strong>zootecnia biologica suquella convenzionaleRaffronto <strong>della</strong> zootecnia biologica<strong>it</strong>aliana con quella biologica europea(%)Ovini 12,2Caprini 10,1Ovicaprini ≥40Bovini 3,5 15,2Ovaiole 2,5 ≥15,0Polli da carne 0,2 ≥9,5Suini 0,3 ± 6,6Equini 4,4 --4


Tabella 3. <strong>La</strong> profilassi nella zootecnia biologica è basata sui seguenti principi generali.Scelta delle razze o delle linee o ceppi appropriati di animali, dando la preferenza allerazze rustiche, preferibilmente autoctone. Favorire la selezione di razze adatte aprivilegiare la biodivers<strong>it</strong>à, la robustezza, la frugal<strong>it</strong>à e la resistenza alle malattie.Applicazione di regole di allevamento adeguate alle esigenze di ciascuna specie (spaziadeguati al chiuso e all‟aperto) che stimolino una adeguata resistenza alle singolemalattie ed ev<strong>it</strong>ino le infezioni (rotazione dei parchetti, vuoto san<strong>it</strong>ario, ecc.) che sianoatte a favorire il benessere degli animali e ridurre lo stress.Uso di alimenti di alta qual<strong>it</strong>à, abbinato a movimento regolare fisico ed accesso ai pascoli,stimolando così le difese immunologiche naturali degli animali, i pascoli devono essereruotati. Gli animali sono alimentati con alimenti biologici, preferendo alimenti nutrienti ediete naturali. In condizioni particolari si possono somministrare percentuali lim<strong>it</strong>ate dialimenti non biologici e solo per un tempo lim<strong>it</strong>ato.Bassa dens<strong>it</strong>à degli animali, sia all‟interno che all‟esterno dei ricoveri, ev<strong>it</strong>ando così ilsovraffollamento e qualsiasi problema san<strong>it</strong>ario che ne potrebbe derivare. Implementareil sistema dei “gruppi chiusi” e dell‟uso <strong>della</strong> quarantena.PROFILASSI E TERAPIAI Regolamenti CE 834/2007 e CE 889/2008 che hanno sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o i vecchi DecretiMinisteriali: 4 agosto 2000 e 29 marzo 2001, decaduti il primo gennaio 2009, perquanto riguarda la profilassi e la terapia confermano i principi già noti e riassuntinella tabella 3, senza mai dimenticare che il benessere e la salute animale devonoessere garant<strong>it</strong>i attraverso misure profilattiche.Nonostante la profilassi e l‟attenzione al benessere è possibile che un animale siammali o si ferisca, qualora ciò accadesse, questo deve essere sempre curato perev<strong>it</strong>are inutili sofferenza (art. 24). Il regolamento comun<strong>it</strong>ario dà la precedenza,rispetto ai prodotti allopatici, antibiotici inclusi, alla f<strong>it</strong>oterapia e all‟omeopatia. Iltrattamento allopatico si rende comunque necessario quando l‟uso <strong>della</strong> f<strong>it</strong>oterapia,omeopatia, oligoterapia e degli altri interventi <strong>della</strong> medicina non convenzionalerisultino non sufficientemente validi. I medicinali veterinari allopatici (antibiotici,sulfamidici, antiinfiammatori, ecc.), possono essere somministrati qualora risultinoindispensabili e sotto strette condizioni e restrizioni: raddoppio del tempo disospensione e non più di "3 cicli" di trattamenti all'anno (o più di uno in caso diciclo produttivo inferiore all'anno come nel caso dei polli), dove per ciclo s‟intende5


una serie di trattamenti che dovrebbero debellare la malattia. Se comunque unanimale è sottoposto a più di 3 cicli di trattamenti deve ripercorrere il periodo diconversione. Va tenuto ben presente che l'uso di routine o preventivo di farmaci disintesi chimica e di antibiotici non è consent<strong>it</strong>o. È noto, infatti, che i trattamenti diroutine indeboliscono il sistema immun<strong>it</strong>ario degli animali, aumentano ladipendenza dai farmaci e contribuiscono alla farmaco resistenza. Anche l'uso deglistimolatori <strong>della</strong> cresc<strong>it</strong>a o delle produzioni è proib<strong>it</strong>o. L‟uso degli ormoni è vietatoper l‟induzione o sincronizzazione dei calori; ma qualora un animale abbiapatologie riferibili alla sfera gen<strong>it</strong>ale (ipoplasia ovarica, cisti ovariche, piometra,ecc.) la cura ormonale (impianto di progesterone, prostaglandine, ecc.) diventa unavera e propria terapia allopatica e come tale deve essere gest<strong>it</strong>a (lim<strong>it</strong>e dei 3 cicli,tempi di sospensione, segnalazione all‟organismo di certificazione, etc.).Nonostante le ancora numerose resistenze, la medicina non convenzionale trovasempre più applicazioni in zootecnia biologica.Nel corso di questi ultimi anni abbiamo più volte riportato, in occasione deiconvegni, tavole rotonde e corsi di formazione organizzati da Zoobiodi, le pos<strong>it</strong>iveesperienze di campo di veterinari che hanno risolto patologie di ogni tipo sia sulsingolo animale sia sul gruppo.Ci riferiamo in campo omeopatico, quale piccolo esempio sempre relativo alcontributo di Zoobiodi, alle pubblicazioni di Antonioni (2008), Martini (2008) eTattini (2008) e in campo f<strong>it</strong>oterapico a quelle di Ferrazzi et al. (2006), Scozzoli(2006), Pignattelli et al. (2008) e Scozzoli (2008). L‟uso delle c<strong>it</strong>ate medicine nonconvenzionali è anche finalizzato, in armonia col metodo biologico, allasalvaguardia del benessere sia umano sia animale, con il preciso scopo di ridurrel‟impatto ambientale, la presenza di residui chimico-farmaceutici nelle derrateanimali, la farmaco resistenza e fare in modo che le produzioni animali (carne,latte, uova, etc.) corrispondano completamente alle aspettative dei consumatori.6


DISCUSSIONE E CONCLUSIONII nuovi Regolamenti CE 834/2007 e CE 889/2008 hanno apportato interessantimodifiche implementando una spinta evolutiva verso il mercato e la distribuzionecon norme più precise relativamente ai controlli dei processi di produzione a tutela<strong>della</strong> sicurezza del consumatore, ma anche del benessere dell‟animale. Per quantoattiene specificatamente il settore zootecnico, sono ben nove le autorizzazioni adappannaggio dell‟autor<strong>it</strong>à competente che, per l‟Italia, sono state in parte recep<strong>it</strong>enell'ultimo D.M. del 27/11/2009. Rimanendo nel tema del convegno rimane dasoddisfare la problematica del reperimento di razze rustiche, possibilmenteautoctone, uno dei capisaldi <strong>della</strong> profilassi. Ne è ulteriore conferma il fatto“burocratico” che per l'introduzione di animali convenzionali (solo a scoporiproduttivo) diversi dagli avicoli, gli operatori dovranno consultare dapprima unabanca dati, nel s<strong>it</strong>o SINAB in cui trovare le aziende che vendono animali biologici.Qualora non vi siano aziende disponibile si potranno acquistare animali nonbiologici; dato che il s<strong>it</strong>o tace possiamo dedurre che non è cambiato nulla. Apropos<strong>it</strong>o di razze avicole ed in particolare di quelle a lento accrescimento, per laloro definizione (art. 12), è stato ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un appos<strong>it</strong>o gruppo di lavoro presso ilMiPAAF. In attesa dei risultati, prendiamo atto che è stato fissato per il parcheggioesterno degli avicoli in non meno di 40 giorni il riposo (vuoto san<strong>it</strong>ario) primadell'introduzione del gruppo successivo. Questi i principali commenti ai c<strong>it</strong>atiregolamenti relativamente alla profilassi ed alla terapia, ma un‟ultima osservazioneci sembra doverosa, quella che riguarda la pol<strong>it</strong>ica che ruota attorno al mondo delbiologico. Da 11 anni Zoobiodi continua la sua azione di promozione culturale escientifica <strong>della</strong> Zootecnia Biologica attraverso pubblicazioni (per es. I QuaderniZoobiodi), organizzando convegni, tavole rotonde, corsi di formazione,partecipando attivamente, con conferenze, relazioni e poster, a tutti gli eventi delsettore, nonostante questo impegno non è mai stata coinvolta ufficialmente incom<strong>it</strong>ati, gruppi di studio, gruppi scientifici, gruppi di lavoro, per poter apportare ilproprio contributo alla soluzione delle numerose e note problematiche del settore.Zoobiodi comunque continuerà a promuovere iniziativi scientifiche e culturali atte7


a favorire l‟espandersi dell‟Agricoltura biologica, anche quale possibile formaalternativa eco-socio sostenibile al diffondersi <strong>della</strong> globalizzazione (Pignattelli,2009).L‟agricoltura e la zootecnia biologica <strong>it</strong>aliana sono, come ricordato, fra le prime alivello europeo e mondiale e non solo per numero di ettari convert<strong>it</strong>i. Il suo trend dicresc<strong>it</strong>a è costante, rimanendo tuttavia un piccolo mercato e per la zootecniabiologica parliamo addir<strong>it</strong>tura di nicchia. Fino ad oggi ha prevalso la pol<strong>it</strong>ica dei“cani sciolti”, i risultati sono sotto gli occhi di tutti (Pignattelli, 2006; Pignattelli,2008; Seghezzi et al., 2008; Pignattelli, 2009).Per rimanere in argomento, in un suo recente ed<strong>it</strong>oriale, Ferrante (2010),presidente di AIAB, denuncia la mancanza di un coordinamento strategiconazionale per le pol<strong>it</strong>iche del biologico che, fra l‟altro, finisce per espellere le piccoleaziende dal sistema produttivo. “I dati testimoniano - conclude Ferrante - cheoccorre un forte coordinamento delle pol<strong>it</strong>iche regionali perché il bio oggi soffrel'assenza di una strategia nazionale condivisa. Il rischio è che anche l'Italia, a breve,diventi un mercato di prodotti bio fatti altrove. Chiediamo quindi alla ConferenzaStato-Regioni di individuare sub<strong>it</strong>o un piano nazionale che coordini le potenzialirisorse a disposizione sui PSR e dia finalmente al settore un pol<strong>it</strong>ica coordinata perun suo sviluppo, valorizzando al meglio le straordinarie potenzial<strong>it</strong>à degliagricoltori biologi <strong>it</strong>aliani” e, ci permettiamo di aggiungere, anche di quelleassociazioni scientifiche, come Zoobiodi, che tanto impegno hanno profuso econtinuano a farlo per un “reale” sviluppo del Bio Italiano.BIBLIOGRAFIAAntonioni F., 2008. Omeopatia in chiave terapeutica e profilattica negli ovini.Atti Corso introduttivo alla Medicina Non Convenzionale Veterinaria, Ed. FONDIZ-Brescia, 51-66. Caronia A., 2004. Contro l‟universalismo, Intervista a Serge<strong>La</strong>touche. Repubblica, 28 settembre. Ferrante A., 2010. Le piccole aziendeespulse dal mercato, serve un piano strategico nazionale. AIAB, VIII, 26. FerrazziV., Castellazzi A., Gallazzi D., e Grilli G., 2006. Controllo dell‟Istomoniasi in8


tacchini allevati all‟aperto. Atti V Convegno Nazionale ZooBioDi, Arezzo 31 marzo,47-50. Martini A., 2008. Omeopatia nei bovini, dalla teoria alla pratica. Atti Corsointroduttivo alla Medicina Non Convenzionale Veterinaria, Ed. FONDIZ-Brescia,21-38. Mainardi D., 2001. L‟animale irrazionale, Ed. Mondadori, Milano.Lomborg B., 1999. L‟ambientalista scettico. Non è vero che la Terra è in pericolo,Ed. Mondadori, Milano. Pardi L., 2005. Un commento a propos<strong>it</strong>o dell‟Indice diSostenibil<strong>it</strong>à Ambientale 2005, www.aspo<strong>it</strong>alia.<strong>it</strong>; 11 luglio. Pignattelli P., 2006.<strong>La</strong> medicina veterinaria non convenzionale sostiene la qual<strong>it</strong>à, AZBIO n.12:20-23.Pignattelli P., 2008. Zootecnia biologica; luci ed ombre di un mercato in ripresa.Atti VI Convegno nazionale di Zootecnia Biologica, Arezzo 23 Maggio. PignattelliP., 2009. <strong>La</strong> Zootecnia Biologica compie 10 anni. I Quaderni Zoobiodi, 1: 3-7.Pignattelli P. e Scozzoli M., 2008. Attiv<strong>it</strong>à anticoccidica in prove di laboratorioe di campo di un f<strong>it</strong>opreparato in avicoli allevati all‟aperto. I Quaderni Zoobiodi,4/2010. Sartori G., 2010. Corriere <strong>della</strong> Sera, 25 giugno. Scozzoli M., 2008.F<strong>it</strong>oterapia negli animali da redd<strong>it</strong>o. Atti Convegno su: F<strong>it</strong>oterapia In MedicinaVeterinaria, 19 Novembre. Fac. Med. Vet. – LODI. Scozzoli M., 2008. F<strong>it</strong>oterapiae sue applicazioni pratiche in medicina veterinaria. Atti Corso introduttivo allaMedicina Non Convenzionale Veterinaria, Ed. FONDIZ - Brescia, 93-109.Seghezzi G. e Pignattelli P., 2008. Uova biologiche, lo stato dell‟arte eprospettive di mercato, Atti VI Convegno nazionale di Zootecnia Biologica, Arezzo23 Maggio. Tattini A., 2008. Impiego dell‟omeopatia nell‟allevamento suino, AttiCorso introduttivo alla Medicina Non Convenzionale Veterinaria, Ed. FONDIZ-Brescia, 39-50.S<strong>it</strong>i consultati per le statistiche: EUROSTAT: www.eurostat.com. FIAO:www.greenplanet.<strong>it</strong>. International Egg Market Data: http://marketdata.internationalegg.com.<strong>it</strong>aly; IRI-INFOSCAN Italia: www.infores.com; ISMEA:www.ismea.<strong>it</strong>; ISTAT: www.istat.<strong>it</strong>; SINAB: www.sinab.<strong>it</strong>.9


Prima Edizione Premio di <strong>La</strong>urea ZooBioDi 2010SOSTITUZIONE DELLA SOIA NELLA RAZIONE DIVACCHE DA LATTE ALLEVATE CON METODO BIOLOGICOTesi di <strong>La</strong>urea di Claudia LottiRelatore Prof. A. MartiniA.A. 2008-2009Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria, Dipartimento di ScienzeZootecniche, Corso di <strong>La</strong>urea in Scienze e Tecnologie AgrarieINTRODUZIONE<strong>La</strong> tesi si è svolta all‟interno di un progetto interregionale finanziato dalla RegioneMarche (E.QU.I.ZOO.BIO) e cofinanziato dalla Comun<strong>it</strong>à Montana del Mugello.L‟obiettivo era quello di trovare fonti proteiche alternative alla soia, al fine dieliminare uno dei principali rischi di contaminazione da OGM <strong>della</strong> razione dellelattifere ed utilizzare prodotti facilmente coltivabili in azienda.Riguardo alle proteaginose utilizzabili nelle razioni delle vacche da latte, risulta cheil pisello proteico (PG intorno al 20%), sia quello più adatto a sost<strong>it</strong>uire la soia nellarazione delle nostre lattifere, anche se non è di facile coltivazione soprattuttoperché spesso va difeso dagli animali selvatici che lo attaccano prima che vengaraccolto.Il favino (PG intorno al 25%), di più facile coltivazione, mostra spesso di esserepoco appet<strong>it</strong>o dagli animali e gli allevatori sono costretti a mischiarlo con altreproteaginose.Il lupino infine, che ha il tasso proteico più alto di tutti (PG intorno al 35%), e cheviene utilizzato con successo in molti paesi europei ed extraeuropei, da noi vieneormai poco coltivato ed è reperibile sul mercato nelle varietà amare che sono pocoappetibili per gli animali e deprimono la digeribil<strong>it</strong>à <strong>della</strong> razione, anche se11


consentono comunque buone produzioni senza essere dannosi per la salute degli glianimali. In Italia si è persa la capac<strong>it</strong>à e la cultura di coltivare il lupino, ma esistonodelle varietà interessanti adattate al terr<strong>it</strong>orio (es. Mult<strong>it</strong>alia), la cui produzionedovrebbe essere nuovamente aumentata e diffusa.<strong>La</strong> UO di Firenze ha svolto una ricerca in un allevamento biologico da latte s<strong>it</strong>o inuna zona collinare del Mugello (nord <strong>della</strong> provincia di FI) che utilizza vacche diRazza Frisona <strong>it</strong>aliana di alta selezione.MATERIALI E METODI<strong>La</strong> prova è stata effettuata presso l‟azienda biologica <strong>della</strong> Cooperativa EmilioSereni di Borgo S. Lorenzo (FI) che produce latte per consumo fresco e che da annicollabora nelle attiv<strong>it</strong>à didattiche e di ricerca con la Facoltà di Agrariadell‟Univers<strong>it</strong>à di Firenze. In questa azienda sono state effettuate anche in passatodiverse ricerche nel campo delle produzioni biologiche (Contini et al., 2003).Riguardo alla possibil<strong>it</strong>à di poter produrre in azienda le proteaginose alternative èstata effettuata, a cura del Dipartimento di Scienze Agronomiche e <strong>Gestione</strong> delTerr<strong>it</strong>orio Agro-Forestale, una prova di coltivazione in campo di diverse cultivar dipisello, favino e lupino.Le prove sugli animali, segu<strong>it</strong>e dal Dipartimento di Scienze Zootecniche, hannoriguardato inizialmente lo studio <strong>della</strong> digeribil<strong>it</strong>à apparente, su vacche in asciutta,di una dieta contenente lupino e pisello+favino (miscela contenete il 60% di piselloe 40% di favino) confrontata con una contenente soia.In un secondo tempo sono state realizzate due prove sperimentali confrontandovacche in lattazione alimentate con due diete contenenti proteaginose alternative,con altrettanti soggetti <strong>della</strong> mandria alimentati con diete contenenti soia.Al fine di ev<strong>it</strong>are l‟influenza dell‟età, <strong>della</strong> stagione e <strong>della</strong> razione, ognuno deigruppi sperimentali (sia con diete senza soia che di controllo) erano composti da 18vacche in lattazione di cui 9 primipare e 9 secondipare: all‟interno di ciascungruppo 3 erano nei primi 100 giorni di lattazione, 3 nel periodo fra 100 e 200 giornie 3 dopo i 200 giorni.12


<strong>La</strong> prima dieta senza soia testata conteneva lupino amaro e pisello+favino (dieta„lupino‟), la seconda solo pisello e favino (dieta „pisello+favino).Mensilmente sono state controllate le produzioni di latte e i campioni dello stessosono stati analizzati dai laboratori dell‟APA e <strong>della</strong> Centrale del <strong>La</strong>tte (Mukki <strong>La</strong>tte).In collaborazione con il Dipartimento di Economia Agraria e delle RisorseTerr<strong>it</strong>oriali, sono stati calcolati i costi variabili delle razioni e del l<strong>it</strong>ro di latte.Riguardo al controllo dello stato di salute e del benessere degli animali, al terminedelle due prove di alimentazione sono stati fatti prelievi di sangue al fine dideterminarne i più importanti parametri ematici, e, nell‟anno successivo alla prova,è stato mon<strong>it</strong>orato lo stato di salute, la produttiv<strong>it</strong>à e la fertil<strong>it</strong>à delle vacche cheavevano preso parte alle prove.Infine è stata fatta una comparazione tra i dati anal<strong>it</strong>ici del latte forn<strong>it</strong>i dai duelaboratori (APA e Mukki <strong>La</strong>tte). I dati sono stati elaborati col pacchetto statisticoSAS (2002).RISULTATI E CONCLUSIONIRiguardo alle prove di coltivazione, la varietà di lupino dolce “Mult<strong>it</strong>alia” è risultatala migliore varietà riguardo alla produzione di proteina, producendo quasi il doppio(1607 kg/ha di PG) rispetto alla varietà di favino “Vesuvio” in assoluto la menoproduttiva (819 kg/ha di PG). Tutte le varietà di pisello proteico, anche se ilcontenuto in PG % non era molto elevato, sono risultate molto interessanti per laproduzione di proteina grezza totale, grazie alla maggiore resa in granella dellecolture. Il favino ha prodotto una minor quant<strong>it</strong>à di proteina grezza totale a causa<strong>della</strong> bassa resa rispetto alle altre leguminose da granella prodotte (Martini et al.,2008b). Per quanto riguarda la prova di digeribil<strong>it</strong>à su vacche in asciutta non sisono riscontrate differenze significative fra le due diete nell‟ingestione delle diversecomponenti, riguardo infatti al consumo degli alimenti, gli animali alimentati conla dieta con lupino non hanno risent<strong>it</strong>o dell‟aggiunta del lupino amaro. Il contenutodi acqua delle feci non è stato influenzato in maniera significativa dalla diversadieta. Riguardo la digeribil<strong>it</strong>à apparente le differenze tra le diete sono a favore <strong>della</strong>13


dieta con soia che è risultata più digeribile di circa il 4% (Dig. SS. 69,4 %) rispetto aquella con lupino amaro (Dig. SS. 65,5%). Questo è imputabile alla presenza dialcaloidi e fattori antinutrizionali nel lupino amaro, anche se i livelli di digeribil<strong>it</strong>à<strong>della</strong> dieta con lupino appaiono comunque molto buoni (Lorenzini et al., 2007). Illupino amaro quindi, se miscelato con altre proteaginose che lo rendono piùappetibile, si può dimostrare una proteaginosa interessante per la formulazionedelle diete delle vacche.Nelle prove di alimentazione delle vacche in lattazione, hanno prodotto più lattecon la dieta con soia che con quelle con „lupino‟ e „pisello+favino‟, anche se conl‟ultima razione sperimentale le quant<strong>it</strong>à di latte prodotto non sono risultate moltodiverse, soprattutto nella seconda („soia‟ kg 35,07 vs „pisello+favino‟ 28,95, diff.n.s.) ed ultima parte <strong>della</strong> lattazione („soia‟ kg 26,91 vs „pisello+favino‟ 26,66, diff.n.s.) (Martini et al., 2008a).Probabilmente correggendo la qual<strong>it</strong>à delle proteine <strong>della</strong> dieta, aggiungendo adesempio glutine di mais e da altre componenti proteiche ed energetiche ledifferenze si sarebbero annullate come del resto è stato constatato in altre analogheprove svolte in altre parti d‟Italia all‟interno dello stesso progetto Equizoobio. <strong>La</strong>percentuale di grasso, di lattosio e le cellule somatiche non sembrano essere statiinfluenzate dalla dieta. <strong>La</strong> conta delle cellule somatiche è rimasta sempre nel lim<strong>it</strong>efissato dal programma “alta qual<strong>it</strong>à”. <strong>La</strong> percentuale di proteina invece è sembrataessere favorevolmente influenzata dalla dieta pisello+favino dopo i 100 gg dilattazione („soia‟ proteina 3,09% vs „pisello+favino‟ proteina 3,29%, P ≤0,05). <strong>La</strong>percentuale di urea è risultata più alta rispetto a quella con „pisello+favino‟(mediamente „soia‟ urea g/100 ml 0,030 vs „pisello+favino‟ urea g/100 ml 0,025). Ilche potrebbe far pensare a un possibile sovraccarico del metabolismo epatico neglianimali alimentati con soia. Riguardo ai costi variabili delle razioni, sia calcolaticon contributi („soia‟ € 2,51 vs „lupino‟ € 2,21; „soia‟ € 2,41 vs „pisello + favino‟ €2,22) che senza („soia‟ € 3,61 vs „lupino‟ € 3,42; „soia‟ € 3,64 vs „pisello + favino‟ €3,52), possiamo dire che le diete senza soia costano sempre meno. Dato che però leproduzioni dei gruppi alimentati senza soia sono risultate mediamente inferiori, il14


costo variabile del l<strong>it</strong>ro di latte è risultato simile nei due gruppi sperimentali,perché la minore o maggior produzione viene compensata dal minore o maggiorcosto <strong>della</strong> razione. In base alle analisi ematiche (Line e Kahan, 2005), e alleosservazioni effettuate sulle vacche dopo la fine <strong>della</strong> seconda prova, le dietesperimentali non hanno determinato nessuna influenza negativa sulla salute, ilbenessere e la fertil<strong>it</strong>à degli animali. Prendendo in considerazione i risultati <strong>della</strong>comparazione tra i laboratori (APA e Mukky <strong>La</strong>tte) possiamo poi evidenziare cheper quanto riguarda il grasso è risultata una differenza significativa di circa lo 0,5%(Mukki <strong>La</strong>tte grasso 3,58% vs APA grasso 4,06%) probabilmente dovuto ad unerrore sistematico (P≥0,0001). Quest‟aspetto sarà sicuramente da approfondire,data l‟importanza di questo parametro in base al quale viene determinato il costodel latte e sono selezionati gli animali. In sintesi quindi possiamo dire che èpossibile sost<strong>it</strong>uire la soia con altre proteaginose rispettando le alte produzioni, lasalute e il benessere degli animali ev<strong>it</strong>ando così il rischio di contaminazione daOGM, senza aumentare i costi dell‟alimentazione e utilizzando leguminosefacilmente coltivabili in azienda (Martini et al., 2010).BIBLIOGRAFIAContini C., Martini A., Ferrante V., Zorini L., Migliorini P., Lorenzini G., RosiBellière S., 2003. Impact of economic investments o animal welfare: a case study.Proceedings of 1sth SAFO Workshop, Florence (I) 5-7 Settembre, Printed inUnivers<strong>it</strong>y of Reading, 103-112. Line S., Kahan C.M., 2005. Merck VeterinaryManual. Elseiver Sciencie Publisher. SAS. 2002. Statistical Analysis Systems/Stat.User‟s Guide. Versione 8.2. SAS Inst<strong>it</strong>ute. Inc. Cary, NC. USA. Martini A.,Lorenzini G., Lotti C., Squilloni S., Casini M., Betti G., Riccio F., Giorgetti A.,2008a. “Utilizzazione di proteine alternative alla soia nell‟alimentazione di Frisonebiologiche”. Atti del VI Convegno Nazionale Associazione Italiana di ZootecniaBiologica e Biodinamica, Arezzo, 23 maggio, 7-12. Martini A., Migliorini P.,Lorenzini G., Lotti C., Rosi S., Squilloni S., Riccio F., Giorgetti A., 2008b.“Production of grain legume crops alternative to soya bean and their use in organic15


dairy production”. Proceeding 2nd Scientific Conference of International Society ofOrganic Agriculture Research (ISOFAR), Modena - Italy, 16-20 June, 2: 16-20.Lorenzini G., Martini A., Lotti C., Casini M., Gemini S., Riccio F., Squilloni S.,Rovida A., Tocci R., 2007. “Influence of b<strong>it</strong>ter lupin on consumption anddigestibil<strong>it</strong>y in organic dairy cattle soya bean free diets”. Proceedings of the 17thASPA Congress, Alghero 29/5-1/6, IJAS vol.6 (suppl. 1) 312-314. Martini A.,Sargentini C., Giorgetti A., Cozzi G., Ferrante V., De Rosa G., Masucci F., Di FranciaA., Bonanno A., Di Grigoli G., 2010. Linee Guida per l'alimentazione delle lattifere(bovine e bufale) allevate con il metodo biologico utilizzando alimenti diproduzione locale e a basso rischio di contaminazione da OGM. ProgettoEquizoobio in via di pubblicazione.16


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoPREVENZIONE E CONTROLLO DELLE MALATTIEPARASSITARIEG. TraldiUnivers<strong>it</strong>à degli Studi di Milano, Dipartimento di Patologia Animale, Igiene eSan<strong>it</strong>à Pubblica Veterinaria, Sezione di Patologia Generale e Parass<strong>it</strong>ologiaRIASSUNTONell’allevamento di tipo biologico l’interazione animale-ambiente può aumentareil rischio di malattie infestive con ripercussioni a volte importanti sullaproduttiv<strong>it</strong>à. In alternativa all’impiego di farmaci la lotta alle parass<strong>it</strong>osi si fondaessenzialmente sulla prevenzione, alla base <strong>della</strong> quale deve esserci una buonaconoscenza del parass<strong>it</strong>a da combattere. Vengono qui riportate alcune tecnichediagnostiche specifiche mirate non solo all’identificazione del patogenonell’animale parass<strong>it</strong>ato come la “copromicroscopia quant<strong>it</strong>ativa” e la“coprocoltura” ma anche ad una valutazione del reale rischio di infestazione(conta delle larve di nematodi sul foraggio). Inoltre vengono indicati alcunimetodi per il controllo <strong>della</strong> diffusione di malattie protozoarie comecriptosporidiosi e neosporosi.Parole chiave: allevamento biologico, parass<strong>it</strong>i, prevenzione, diagnosiLe parass<strong>it</strong>osi rappresentano le patologie dominanti negli animali da redd<strong>it</strong>o. Essesono governate da un complesso di fattori sia biologici sia ambientali cheinteragiscono tra loro e ne governano la diffusione. Tra questi vanno ricordati lostato immun<strong>it</strong>ario nel periodo di pascolamento, lo stato fisiologico (gravidanza edallattamento), le variabili climatiche (temperatura, umid<strong>it</strong>à, esposizione solare etc.)e, non da ultimo, la gestione aziendale. In particolare, le malattie causate da elmintie protozoi sono determinate da un elevato numero di specie, ciascuna concaratteristiche differenti di patogenic<strong>it</strong>à e diffusibil<strong>it</strong>à. E‟ quindi evidente che, negli17


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoanimali da redd<strong>it</strong>o e in particolare nei ruminanti, una buona gestione deiprogrammi di controllo e profilassi è indispensabile per il mantenimento di unostato di salute, fondamentale affinché sia possibile mantenere alti i livelli diproduttiv<strong>it</strong>à. Fattore che diventa ancora più importante se si prende inconsiderazione la zootecnia biologica dove la salute animale e la redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à devonoprescindere da interventi farmacologici. Inoltre, poiché il regolamento europeo,prevede che ai ruminanti venga assicurata la possibil<strong>it</strong>à di pascolare, moltiallevamenti, in particolare nella Pianura Padana, utilizzano aree che, anche se didimensioni lim<strong>it</strong>ate, permettono agli animali di alimentarsi con foraggio fresco maal contempo di esporsi maggiormente al rischio di malattie parass<strong>it</strong>arie.Le strategie volte a fronteggiare le parass<strong>it</strong>osi sono spesso impostatesull‟individuazione di punti cr<strong>it</strong>ici dell‟allevamento in modo da intervenire primache il patogeno sia in grado di infestare il suo osp<strong>it</strong>e. Naturalmente i fattori chepossono essere presi in considerazione sono molteplici: in funzione <strong>della</strong> tipologiadi allevamento (estensivo o intensivo), al numero degli animali, alla final<strong>it</strong>à <strong>della</strong>produzione ma soprattutto delle caratteristiche biologiche delle parass<strong>it</strong>osipotenzialmente presenti.Alla base di ogni strategia che si voglia attuare, è importante identificare lapopolazione parass<strong>it</strong>aria che alberga nell‟allevamento sia tram<strong>it</strong>e l‟utilizzo d<strong>it</strong>ecniche diagnostiche indirizzate all‟osp<strong>it</strong>e sia attraverso l‟individuazione delrischio parass<strong>it</strong>ario ambientale. Rimanendo comunque imprescindibile il controlloparass<strong>it</strong>ologico degli animali da rimonta tram<strong>it</strong>e trattamenti antiparass<strong>it</strong>ari e gliopportuni periodi di quarantena.I metodi diagnostici di routine per la diagnosi delle parass<strong>it</strong>osi gastro-intestinali sibasano in gran parte sulla ricerca di forme parass<strong>it</strong>arie attraverso esamicopromicroscopici (copromicroscopia qual<strong>it</strong>ativa). Tali metodiche, seppure basilariper una valutazione complessiva <strong>della</strong> popolazione infestante, risultano spessoincomplete. E‟ quindi opportuno, per avere un quadro più ampio <strong>della</strong> mappaparass<strong>it</strong>aria, ricorrere a tecniche più approfond<strong>it</strong>e che permettano di valutare lacarica parass<strong>it</strong>aria sia attraverso la conta di uova e larve presenti nel campione di18


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicofeci (copromicroscopia quant<strong>it</strong>ativa) sia tram<strong>it</strong>e l‟identificazione specifica <strong>della</strong>fauna parass<strong>it</strong>aria (coprocoltura). Mentre, per la stima <strong>della</strong> potenziale caricainfestante del pascolo, le tecniche diagnosticche si basano sulla raccolta eidentificazione delle larve infestanti direttamente dal foraggio verde.Gli esami copromicroscopici quant<strong>it</strong>avi (conta delle uova nelle feci) vengonoeffettuati allo scopo di individuare il periodo di massima attiv<strong>it</strong>à del parass<strong>it</strong>a epossono essere applicate nel corso dei trattamenti antiparass<strong>it</strong>ari per valutarnel‟efficacia o la presenza di eventuali fenomeni di farmaco-resistenza.Nell‟allevamento biologico è un utile ausilio alle normali tecnichecopromicroscopiche per identificare i momenti di massima eliminazione di uova,anche in segu<strong>it</strong>o a fenomeni di ipobiosi, e quindi programmare l‟isolamento seisoggetti maggiormente infestati. <strong>La</strong> coprocoltura permette di ottenere dall‟uovolarve di terza età (larve infestanti) che presentano caratteristiche morfologichepeculiari del genere e <strong>della</strong> specie. <strong>La</strong> differenziazione (Mc Murtry et al., 2000)viene effettuata seguendo chiavi di identificazione basate su caratteristicheconvenzionali. E‟ uno strumento indispensabile non solo per definire lacomposizione <strong>della</strong> popolazione parass<strong>it</strong>aria dell‟osp<strong>it</strong>e in diversi momenti <strong>della</strong>sua v<strong>it</strong>a produttiva ma è anche utile per fornire indicazioni di carattere praticocome informazioni sulla sopravvivenza dei parass<strong>it</strong>i dopo un prolungato periodonei ricoveri o individuare generi e specie farmaco-resistenti (Leignel e Humbert,2001).Un‟altra importante componente dello studio epidemiologico degli elminti deiruminanti è la stima <strong>della</strong> popolazione larvale presente sul foraggio.Nell‟allevamento intensivo a conduzione biologica, la presenza di zone pascolativefavorisce la diffusione di molte specie di nematodi. Il pascolo può esseremon<strong>it</strong>orato per mezzo di tecniche che permettono di isolare larve infestanti sia dinematodi gastrointestinali che polmonari (Krecek e Maingi, 2004; Couvillon,1993). Le larve raccolte, vengono quantificate per un<strong>it</strong>à di peso (n° L3/Kg sostanzasecca) e di superficie e differenziate utilizzando le chiavi di identificazione già c<strong>it</strong>atein precedenza. Tuttavia bisogna considerare che i dati possono essere influenzati da19


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicodiversi fattori, primi su tutti le componenti climatiche al momento del prelievo cheinfluiscono in larga parte sul successo <strong>della</strong> raccolta.Numerosi sono gli aspetti applicativi. Studi epidemiologici basati sulla conoscenza<strong>della</strong> cinetica delle larve permettono di individuare i periodi dell‟annomaggiormente a rischio (Uriarte et al., 2003) per poter impostare spostamenti dianimali e trattamenti farmacologici mirati (Almer´ıa e Uriarte, 1999). Inoltre,prima di immettere giovani soggetti o greggi liberi da parass<strong>it</strong>i, la tecnica vieneutilizzata per individuare le aree di pascolo meno infestate. Con lo sviluppo disistemi di allevamento biologico viene preso in considerazione l‟utilizzo <strong>della</strong>praticata pascolativa mediante la rotazione degli animali in aree suddivise inparcelle. <strong>La</strong> scelta di un sistema di questo tipo deve essere valutata non solo infunzione dei tempi di sviluppo dei parass<strong>it</strong>i ma anche in termini di produzioneforaggera. Buoni risultati possono essere raggiunti alternando specie diverse dierbivori (Srtomberg e Averbeck, 1999; Bairden et al., 1995) con una riduzionesensibile del parass<strong>it</strong>ismo in entrambe le specie osp<strong>it</strong>i. Tuttavia la resistenza sulpascolo di molte specie elmintiche rende spesso insoddisfacente questo tipo diconduzione. L‟alternanza tra bovini e ovini può controllare la carica parass<strong>it</strong>aria masolo a breve termine mentre, dopo lunghi periodi, sono stati riscontrate infestazionicrociate nelle due specie osp<strong>it</strong>i (Cabaret, 2004). Ottimi risultati si possono ottenerese nei programmi di rotazione si alternano equidi a ruminanti, animali parass<strong>it</strong>ispecie specifici, che quindi possono sottrarre al pascolo forti cariche infestantisenza subire infestazioni. Il mon<strong>it</strong>oraggio delle larve presenti nelle parcellepermette inoltre di modulare i tempi di rotazione in base alle condizioni climatichee all‟altezza del manto erboso e di programmare eventuali trattamenti prima delperiodo di maggior eliminazione di uova. Per quanto riguarda le malattie causateda protozoi le tecniche di controllo e profilassi si discostano nettamente da quelleutilizzate per gli elminti. Il carattere opportunista che distingue i protozoi, legatoprevalentemente alla possibil<strong>it</strong>à che hanno questi organismi unicellulari dimoltiplicarsi all‟interno dell‟osp<strong>it</strong>e, rende queste parass<strong>it</strong>osi difficili da contrastare.I fattori cr<strong>it</strong>ici che condizionano le malattie protozoarie possono essere ricondotti a20


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicotutte quelle s<strong>it</strong>uazioni che favoriscono un‟elevata contaminazione ambientale o chedeterminano condizioni di stress (immunodepressione). Inoltre i protozoi, inparticolare i coccidi, sono presenti in ogni tipologia di allevamento e manifestanoun‟elevata resistenza agli insulti ambientali. Tra le malattie indotte da coccidi, oltrealle eimeriosi, si riscontrano spesso quelle causate da Cryptosporidium spp e, incontinua diffusione, Neospora caninum, oggi forse tra le più temute parass<strong>it</strong>osidell‟allevamento <strong>della</strong> vacca da latte.Cryptosporidium sp. è considerato il maggiore responsabile <strong>della</strong> così detta“diarrea neonatale del v<strong>it</strong>ello”. A causa delle sue ridotte dimensioni (5-7 µm) ladiagnosi si basa principalmente nell‟identificazione delle oocisti nel materialefecale con colorazioni specifiche (colorazione di Haine e colorazione di ZiehlNielsen modificata).<strong>La</strong> diffusione <strong>della</strong> cryptosporidiosi nell‟allevamento biologico, in particolare <strong>della</strong>vacca da latte oggi è intorno al 10% di prevalenza tra i v<strong>it</strong>elli prima del mese di v<strong>it</strong>a(Ruggeri et al., 2008) ma vi è un‟elevata variabil<strong>it</strong>à in funzione dei diversi metodidi stabulazione utilizzati. <strong>La</strong> prevenzione è fondamentale per il contenimento <strong>della</strong>malattia e si basa fondamentalmente su norme igienico-san<strong>it</strong>arie relative alla curadei ricoveri con disinfezioni periodiche e ricambio delle lettiere. Il sintomo simanifesta molto precocemente (il periodo di prepatenza di Cryptosporidium variada 2 a 7 giorni) e l‟infezione (autolim<strong>it</strong>ante) si protrae per circa 10 giorni, unperiodo sufficiente affinché anche un solo v<strong>it</strong>ello infettato diffonda il parass<strong>it</strong>a atutto l‟allevamento. In corso di malattia clinica, un v<strong>it</strong>ello è in grado di eliminare unnumero dell‟ordine di 10 6 – 10 7 oocisti per grammo di feci. Quindi particolareattenzione deve essere posta verso i soggetti sintomatici che devono essere isolatinel più breve tempo possibile. In considerazione <strong>della</strong> grav<strong>it</strong>à <strong>della</strong> malattia,talvolta mortale, del potere zoonosico del parass<strong>it</strong>a e che gli interventi terapeuticinei confronti di questo protozoo rappresentano una soluzione lim<strong>it</strong>ata, la diagnosiprecoce è un fattore determinante per il suo controllo. Recentemente sono statiposti in commercio alcuni k<strong>it</strong> ELISA per la ricerca dei coproantigeni diCryptosporidium che, per la loro specific<strong>it</strong>à, sensibil<strong>it</strong>à e facil<strong>it</strong>à di utilizzo possono21


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoessere sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e alla colorazione. Inoltre, questa tecnica è spesso in grado diindividuare soggetti che non hanno ancora manifestato il sintomo diarrea,permettendo un sollec<strong>it</strong>o isolamento dell‟animale ancora in un momento del cicloparass<strong>it</strong>ario in cui viene espulso con le feci un numero lim<strong>it</strong>ato di forme infettanti(osservazioni personali). I v<strong>it</strong>elli devono essere tenuti in ambienti pul<strong>it</strong>i e asciutti ei poppatoi e altri attrezzi utilizzati per l‟alimento ben lavati, inoltre la lettiera vasost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a frequentemente. <strong>La</strong> prima misura di profilassi è la correttasomministrazione del colostro per ottenere una precoce protezione immun<strong>it</strong>aria.Anche se non sembra sufficiente a proteggere completamente i giovani soggetti (deGraaf et al., 1999) è comunque in grado di contenere almeno in parte lareplicazione del parass<strong>it</strong>a (Genchi, 2002). Neospora caninum, è responsabile diaborti nella bovina e di patologie nervose nei v<strong>it</strong>elli. Nel Nord Italia, la neosporosiappare ampiamente diffusa nell‟allevamento <strong>della</strong> vacca da latte con danni ingentisoprattutto negli allevamenti dove l‟evento aborto assume un andamentoepidemico (gli autori anglosassoni utilizzano il termine “abortion storm” perindicare l‟improvvisa insorgenza e l‟intens<strong>it</strong>à del fenomeno) (Yaeger et al., 2004).<strong>La</strong> principale via di trasmissione di N. caninum avviene attraverso l'infezione di fetiin bovine cronicamente infette (trasmissione verticale) mentre la responsabil<strong>it</strong>à delcane quale diffusore nell‟ambiente di forme infettanti (oocisti) sembra essere lim<strong>it</strong>a(trasmissione orizzontale). Le bovine infette, i giovani soggetti e i feti infetti abort<strong>it</strong>ia 6 o più mesi di gestazione possono essere identificati attraverso la t<strong>it</strong>olazionesierologica. Tecniche per la ricerca di anticorpi di N. caninum sono state proposteanche per un controllo epidemiologico delle aziende attraverso l‟utilizzo di unametodica ELISA sul latte di massa. Tuttavia il test riesce a rilevare gli anticorpi se ilcampione è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da latte di almeno il 10-15% dei soggetti pos<strong>it</strong>ivi (Varcasia etal., 2006). Il sospetto <strong>della</strong> presenza <strong>della</strong> parass<strong>it</strong>osi in allevamento va comunqueconfermato con l‟osservazione delle lesioni parass<strong>it</strong>arie. Ne consegue che l‟esameistologico dei tessuti dei soggetti abort<strong>it</strong>i è ancora considerato come la tecnica diriferimento (Kramer et al., 2007). I prelievi fetali vanno effettuati nel tessutonervoso centrale e a livello di cuore, fegato e placenta. Per un ulteriore22


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoapprofondimento diagnostico si impiegano tecniche di immunoistochimica, chepermettono di evidenziare la presenza di tachizo<strong>it</strong>i (forma replicativaendocellulare) nelle aree che circondano la zona necrotica. <strong>La</strong> scelta <strong>della</strong> PCRcome metodica routinaria per la diagnosi diretta è indicata soprattutto per la suapratic<strong>it</strong>à, in quanto l‟esame può essere esegu<strong>it</strong>o anche su campioni di tessuti fetalicongelati o fissati in formalina e consente di disporre di un es<strong>it</strong>o in tempi brevi.<strong>La</strong> compless<strong>it</strong>à del ciclo parass<strong>it</strong>ario, con coinvolgimento sia del cane che delbovino, rende difficile un piano di controllo farmacologico tanto più che il gli stadiparass<strong>it</strong>ari (cisti tissutali) sono, per le loro caratteristiche fisiche, resistentiall‟azione dei farmaci (Magnino et al., 2001). Occorre, dunque prendere inconsiderazione interventi di profilassi diretta quali: controllo degli animali darimonta, smaltimento di feti abort<strong>it</strong>i e invogli fetali, divieto di accesso dei canidall‟esterno e controllo delle aree di stoccaggio degli alimenti (contaminazione daoocisti). Se si considera l‟alto rischio di trasmissione verticale, il controllo delprotozoo potrebbe orientarsi verso un‟eliminazione delle vacche infette dall‟aziendae un controllo puntuale sui capi introdotti. Tuttavia, in presenza di soggetti ottimiproduttori, la pratica <strong>della</strong> riduzione degli animali potrebbe esserecontroproducente e, per mantenere la linea genetica, è stato dimostrato comel‟embryo-transfer su vacche riceventi, sicuramente siero negative, sia un metodoefficace nel prevenire la trasmissione tra madre e feto (Baillargeon et al., 2001;Campero et al., 2003).In generale, il controllo delle parass<strong>it</strong>osi, si basa su interventi farmacologici, senzatenere in considerazione tutti quelle variabili sia intrinseche che estrinseche allequali il parass<strong>it</strong>a è sottoposto. Nell‟allevamento biologico dove l‟uso dei farmaci èlim<strong>it</strong>ato da normative, la prevenzione è legata alla conoscenza approfond<strong>it</strong>a delpatogeno valutando con attenzione i tempi biologici dei cicli parass<strong>it</strong>ari, le modal<strong>it</strong>àdi sviluppo e le vie di trasmissione. Anche tecniche diagnostiche appropriatepossono essere un utile strumento per indirizzare meglio gli interventi di profilassima, come presupposto essenziale per il contenimento <strong>della</strong> diffusione dei parass<strong>it</strong>i,23


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicosi deve porre attenzione all‟ambiente e all‟insieme dei fattori di rischio legati allatipologia di allevamento.BIBLIOGRAFIAAlmer´ıa S., Uriarte J., 1999. Dynamics of pasture contamination bygastrointestinal nematodes of cattle under extensive management systems:proposal for strategic control. Vet Paras<strong>it</strong>ol 83: 37–47. Bairden K., Armour,Duncan J., 1995. A 4-year study on the effectiveness of alternate grazing of cattleand sheep in the control of bovine paras<strong>it</strong>ic gastro enter<strong>it</strong>is. Vet Paras<strong>it</strong>ol 60: 119-132. Baillargeon P., Fecteau G., Parè J., 2001. Evaluation of the embryo transferprocedure proposed by the International Embryo Transfer Society as a method ofcontrolling vertical transmission of Neospora caninum in cattle. J Am Vet MedAssoc 218; 1803-1806. Cabaret J., 2004. Paras<strong>it</strong>isme helminthique en élevagebiologique ovin réal<strong>it</strong>és et moyens decontrôle: INRA Prod. Anim., 17 (2), 145-154.Campero C.M., Moore D.P., <strong>La</strong>gomarsino H., 2003. Serological status andabortion rate in progeny obtained by natural service or embryo transfer fromNeospora caninum seropos<strong>it</strong>ive cows. J Vet Med B Infect Dis Vet Public Health 50;458-460. Couvillon C.E., 1993. Esimation of numbers of trichostrongylid larvaeon pasture. Vet Paras<strong>it</strong>ol 46: 197-203. de Graaf D.C., Vanopdenbosch E., Ortega-Mora L.M., Abbassi H., Peeters J.E., 1999. A review of the importance ofcryptopsoridiosis in farm animals. Int J Paras<strong>it</strong>ol, 29, 1269. Eyscker M., PloegerH.W., 2000. Value of present diagnostic methods for gastrointestinal nematodeinfections in ruminants. Parasiology, 120:109-119. Genchi C., 2002,Cryptosporidium e cryptosporidiosi portale: http://www.veterinaribrescia.<strong>it</strong>.Kramer L., Buxton D., 2007. Toxoplasma, Diagnostic techniques in ProtozoalAbortion in Farm Ruminants, Guidelines for Diagnosis and Control. Eds Ortega-Mora LM, Gottstein B., Conraths F.J., Buxton D. CABI (Oxfordshire, UK), pp. 122-136. Krecek R.C., Maingi N., 2004. Comparison of two techniques used for therecovery of third-stage strongylid nematode larvae from herbage Vet Paras<strong>it</strong>ol 122:233–243. Leignel V., Humbert J.F., 2001. M<strong>it</strong>ochondrial DNA Variation in24


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoBenzimidazole-Resistant and – Susceptible Populations of the Smal RuminantParas<strong>it</strong>e Teladorsagia circumcincta. The Journal of Hered<strong>it</strong>y 92: 503-506.Magnino S., Bandi C., Vigo P.C., Bazzucchi C., De Giuli I., Fabbi M., Genchi C.,2001. <strong>La</strong> Neosporosi del bovino: aggiornamento su una malattia emergente.OEVR.org. McMurtry L.W., Donaghy M.J., Vlassoff A. Douch P.G.C., 2000.Distinguishing morphological features of the third larval stage of ovineTrichostrongylus spp. Vet Paras<strong>it</strong>ol 90: 73–81, 304-311. Ruggeri. M., Preti R.,Martino P.A., Manfredi M.T., 2008. Aspetti san<strong>it</strong>ari di origine parass<strong>it</strong>ariadell‟allevamento biologico del bovino da latte <strong>La</strong>rge Animal Review; 14: 1-6.Stromberg B.E., Averbeck G.A., 1998. The role of paras<strong>it</strong>e epidemiology in themanagement of grazing cattle. Int J Paras 119:277-306. Uriarte J., Lorente M.M.,Valderrábano J., 2003. Seasonal changes of gastrointestinal nematode burden insheep under an intensive grazing system, Vet Paras<strong>it</strong>ol 118: 79-92. Varcasia A.,Capelli G., Ruiu A., <strong>La</strong>du M., Scala A., Björkman C., 2006. Prevalence of Neosporacaninum infection in Sardinian dairy farms (Italy) detected by iscomelisaon tankbulk milk. Paras<strong>it</strong>ol. Res. 98; 264-267. Yaeger M.J., Shawd-Wessels S., Leslie-Steen P., 1994. Neospora abortion storm in a Midwestern dairy. J Vet Diagn Invest6; 506-508.25


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoUNO STRUMENTO PER PREVENIRE LE PARASSITOSINELL’ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEL SUINOD. Bochicchio e G. Della CasaC.R.A. Un<strong>it</strong>à di ricerca per la suinicoltura, Cesario s. Panaro, ModenaRIASSUNTOIl progetto europeo Core Organic - Corepig si propone di costruire quattrostrumenti, basati sul principio dell’HACCP, per prevenire alcune problematichesan<strong>it</strong>arie nell’allevamento suino condotto con tecnica biologica. A questo scopo, èstato organizzato un vasto studio epidemiologico in sei nazioni europee i cui dati,un<strong>it</strong>i a quelli presenti in bibliografia, sono stati utilizzati come base per gliHACCP. In questo articolo vengono presentati i dati relativi alle analisiparass<strong>it</strong>ologiche dei campioni di feci provenienti dai 16 allevamenti <strong>it</strong>aliani presiin esame. Dai dati dello studio epidemiologico e da quelli presenti in bibliografia èstato creato un questionario a cui si possono correlare risultati di analisiparass<strong>it</strong>ologiche. L’HACCP per prevenire le parass<strong>it</strong>osi nell’allevamento del suinobiologico è stato studiato per poter essere utilizzato da tecnici e allevatori in mododa isolare e risolvere le carenze dell’allevamento.Parole chiave. suini, parass<strong>it</strong>i, HACCPINTRODUZIONEL‟allevamento del suino con tecnica biologica è ancora, in Europa, una produzionesu piccola scala, ma di crescente interesse da parte dei consumatori, sempre piùinteressati ai prodotti biologici di origine animale. Di conseguenza è moltoimportante controllare e documentare il livello di salute e benessere negliallevamenti di suini condotti con tecnica biologica. Alcuni paesi europei hannostudiato il livello di salute di suini biologici in fase di finissaggio comparandoli a26


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoquelli allevati con tecnica convenzionale; i risultati sono stati differenti da paese apaese, ma in generale è stato osservato un aumento di lesioni da endoparass<strong>it</strong>i, inparticolare milk spots nel fegato (Carstensen et al., 2002, Ebke e Sundrum 2005,Heldmer et al., 2006, Day et al.,2003). I dati europei confermano che la s<strong>it</strong>uazionenon è uniforme né comparabile. Questa difform<strong>it</strong>à è dovuta all‟uso di indicatoridifferenti e soprattutto alla grande variabil<strong>it</strong>à tra allevamenti. L‟allevamento contecnica biologica si propone di ev<strong>it</strong>are il più possibile trattamenti con prodotti disintesi, cercando di promuovere tecniche alternative di cura e prevenzione. Questovale anche per le parass<strong>it</strong>osi: si consiglia infatti un uso lim<strong>it</strong>ato di antiparass<strong>it</strong>ari disintesi. Per questo si è pensato di stilare uno schema di sorveglianza sul concetto diHACCP (Hazard Analysis and Cr<strong>it</strong>ical Control Points) per controllare e prevenirele parass<strong>it</strong>osi nell‟allevamento del suino biologico, un‟idea già presentata da Bondee Sorensen nel 2004. Nell‟amb<strong>it</strong>o dell‟Eranet transnazionale europeo Core Organic,il progetto Corepig si pone di stimare i fattori di rischio di alcune malattie eparass<strong>it</strong>i negli allevamenti europei di suini condotti con metodo biologico e disviluppare e valutare un sistema di sorveglianza e gestione basato sul concetto diHACCP. Per la creazione di questi ultimi è stato organizzato un vasto studioepidemiologico per isolare i fattori di rischio all‟interno degli allevamenti suini.Condotto in sei diverse nazioni contemporaneamente (Austria, Danimarca,Francia, Germania, Italia e Svezia), ha raccolto dati da oltre cento allevamentibiologici di suini attraverso un questionario, vis<strong>it</strong>e cliniche, vis<strong>it</strong>e alle strutture eanalisi parass<strong>it</strong>ologiche. I dati dello studio epidemiologico sono stati analizzati e,un<strong>it</strong>i a quelli presenti nella bibliografia internazionale, sono stati utilizzati perstilare i quattro HACCP in programma: parass<strong>it</strong>osi, mortal<strong>it</strong>à dei suinetti lattanti,diarrea da svezzamento e problemi di fertil<strong>it</strong>à <strong>della</strong> scrofa. Gli HACCP, una voltastilati, sono stati valutati sul campo in quattro diverse nazioni: Austria, Danimarca,Francia e Germania. Oltre a gruppi di ricerca provenienti dalle sei nazioniprecedentemente c<strong>it</strong>ate hanno partecipato, in qual<strong>it</strong>à di esperti, anche ricercatoriprovenienti da Svizzera, Inghilterra e Finlandia.27


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoMATERIALI E METODIIn Italia lo studio epidemiologico è stato condotto su 16 allevamenti del centronord, tutti outdoor con almeno 15 scrofe in produzione. I dati sono stati raccoltiattraverso la compilazione di questionari, vis<strong>it</strong>e cliniche, vis<strong>it</strong>e alle strutture,prelievo e analisi di campioni di feci durante le due vis<strong>it</strong>e condotte nel 2008, laprima in primavera, la seconda in autunno. Gli allevamenti vis<strong>it</strong>ati sono inPiemonte (2 allevamenti), Veneto (1), Emilia Romagna (3), Toscana (7), Umbria (1)e <strong>La</strong>zio (2). Le razze suine presenti negli allevamenti sono Cinta Senese (presente in7 allevamenti), ibridi bianchi (6 allevamenti), Mora Romagnola (1), <strong>La</strong>rge Black (1)e Casertana (1). I campioni di feci per le analisi parass<strong>it</strong>ologiche sono stati raccoltida 10 scrofe, 10 suinetti svezzati e 10 suini all‟ingrasso durante entrambe le vis<strong>it</strong>e.Le analisi sono state svolte con una metodica quali-quant<strong>it</strong>ativa (Concentration McMaster Technique, Roepstroff e Nansen, 1998) per descrivere nel modo piùpuntuale la s<strong>it</strong>uazione degli allevamenti. Inoltre, per uniformare la tecnicaanal<strong>it</strong>ica, si è proceduto a due ring test tra tutti i partner europei. I dati di tutte lenazioni sono conflu<strong>it</strong>i in un unico database e sono stati analizzati per la creazionedell‟HACCP. Si è proceduto ad individuare i fattori di rischio e il modo permisurarli; i livelli di rischio sono stati stimati in base ai dati di letteratura e a quellipresentati dall‟indagine epidemiologica; le azioni correttive sono state sviluppate inmodo da essere facilmente applicabili; da ultimo, l‟HACCP è stato messo a punto informato Excel®, in modo da poter essere utilizzato in modo semplice e immediato.RISULTATI E CONCLUSIONII 16 allevamenti scelti per l‟indagine epidemiologica rappresentano buona parte<strong>della</strong> produzione nazionale, anche se vista la necess<strong>it</strong>à di avere come minimo 15scrofe in produzione, non sono sicuramente lo specchio <strong>della</strong> s<strong>it</strong>uazione <strong>it</strong>aliana.Grazie all‟indagine epidemiologica possiamo conoscere la presenza degliendoparass<strong>it</strong>i e le sue variazioni durante l‟anno.Per quanto riguarda i trattamenti antielmintici, otto allevatori non hanno mai fattotrattamenti, cinque li fanno ma non in modo routinario, mentre tre fanno28


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicotrattamenti di routine. <strong>La</strong> presenza di coccidi non patogeni (gen. Eimeria) èpraticamente ubiqu<strong>it</strong>aria e può essere messa in relazione con la tipologia diallevamento outdoor. <strong>La</strong> presenza di endoparass<strong>it</strong>i come Ascaridi, Trichiuridi eStrongili varia notevolmente in funzione dell‟allevamento, <strong>della</strong> stagione e <strong>della</strong>categoria animale.Nei grafici 1, 3 e 5 è riportato il numero di allevamenti in cui è stata rilevata lapresenza di un determinato parass<strong>it</strong>a nelle scrofe, suini svezzati e suini grassirispettivamente, in primavera e in autunno. Nei grafici 2, 4 e 6 è riportata la29


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicopercentuale di animali risultati portatori di un determinato parass<strong>it</strong>a nelle scrofe,suini svezzati e suini all‟ingrasso, in primavera e in autunno. Come si può vedere gliStrongili sono decisamente i parass<strong>it</strong>i più rappresentati negli allevamenti biologicidi suini.Data la grande variabil<strong>it</strong>à dei dati tra allevamenti e all‟interno degli allevamentistessi è difficile dare delle indicazioni precise, benché in particolare nei suiniall‟ingrasso si possa notare come il fattore stagione sia determinante per laprevalenza dei parass<strong>it</strong>i. Al contrario del resto dell‟Europa, dove i parass<strong>it</strong>iraggiungono le percentuali più elevate in autunno, negli allevamenti esaminati inItalia sembra che sia la primavera il momento di massimo sviluppo numerico.Questo potrebbe essere imputabile alle diverse condizioni ambientali: l‟Italia ècaratterizzata da estati calde e secche (e inverni m<strong>it</strong>i), mentre le altre nazionieuropee hanno estati più fresche e con precip<strong>it</strong>azioni (e inverni molto più rigidi elunghi), che provocano problemi di sopravvivenza alle uova di alcuni parass<strong>it</strong>i(ascaridi in particolare).I punti principali individuati nell‟HACCP relativo alla prevenzione delle parass<strong>it</strong>osisono l‟età dell‟allevamento all‟aperto, quando e quante volte gli animali vengonosverminati, le tecniche di pulizia e disinfezione adottate nelle zone al chiuso e neiparchetti esterni, la tipologia e la gestione <strong>della</strong> lettiera, l‟uso, la tipologia e lagestione dei pascoli, la dens<strong>it</strong>à degli animali, la modal<strong>it</strong>à di somministrazionedell‟alimento, la gestione del letame, la modal<strong>it</strong>à utilizzata per la quarantena e ipossibili contatti con la fauna selvatica. Queste domande sono state organizzate inun questionario: le risposte, un<strong>it</strong>e ai risultati delle analisi parass<strong>it</strong>ologiche,presentano il quadro dell‟allevamento. <strong>La</strong> valutazione in campo ha permesso dimettere a punto lo strumento. L‟idea è quella di renderlo disponibile a tecnici eallevatori in modo che possa essere utilizzato negli allevamenti una o due voltel‟anno, a seconda <strong>della</strong> necess<strong>it</strong>à, cercando di volta in volta di isolare e risolverequelle che sono le carenze dell‟allevamento. Questo progetto, e in particolare laraccolta dati epidemiologica, ha mostrato la grande variabil<strong>it</strong>à degli allevamentibiologici di suini (clima, terreno, dimensioni, razze suine utilizzate, strategie di30


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoallevamento, etc.). Questo, mentre da un lato rappresenta una indubbia ricchezza(biodivers<strong>it</strong>à, esperienza, sfruttamento di aree marginali), dall‟altro latorappresenta un problema di standardizzazione e applicazione di strategie. Ilregolamento del biologico consiglia l‟adozione di tecniche alternative all‟uso <strong>della</strong>medicina tradizionale e l‟applicazione di strumenti preventivi come l‟HACCP puòrappresentare un valido aiuto.BIBLIOGRAFIABonde M., Sørensen J.T., 2004. Herd health management in organic pigproduction using a qual<strong>it</strong>y assurance system based on Hazard Analyses and Cr<strong>it</strong>icalControl Points. NJAS 52(2), 133-143. Carstensen L., Vaarst M., Roepstorff A.,2002. Helminth infections in Danish organic swine herds. Vet Paras<strong>it</strong>ol 106: 253-264. Day J.E.L., Kelly H., Martins A., Edwards S.A., 2003. Towards a baselineassessment of organic pig welfare. Anim Welf 12: 637-641. Ebke M., Sundrum A.,2005. Qual<strong>it</strong>ätssicherung in der ökologischen Schweinemast. (In German). In:Hess J, Rahmann G (Hrsg.) Be<strong>it</strong>räge zur 8. Wissenschaftstagung zum Ökologischen<strong>La</strong>ndbau, 1.-4.03.2005, Univers<strong>it</strong>ät Kassel, S. 337-340. Heldmer E., LundeheimN., Robertsson J.Å., 2006. Sjukdomsfynd hos ekologiskt uppfödda grisar. (InSwedish). Svensk Veterinärtidning 13: 13-19. Roepstroff A., Nansen P., 1998.Epidemiology, diagnosis and control of helminth paras<strong>it</strong>es of swine. FAO. Food andagriculture organization of Un<strong>it</strong>e Nations, Rome.31


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoZOOTECNIA BIOLOGICA DA LATTE E COSTI SANITARI.PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA IN UN’OTTICA DIANALISI ECONOMICAA. Gaviglio e M. Lic<strong>it</strong>ra PedolUnivers<strong>it</strong>à degli Studi di Milano, Dipartimento di Economia e Pol<strong>it</strong>ica agraria,agro-alimentare e ambientaleRIASSUNTONonostante gli entusiasmanti risultati del mercato, la zootecnia biologica <strong>it</strong>alianaresta nella nicchia a causa di numerose difficoltà di tipo micro e macroeconomico.Scopo del presente lavoro è quello di approfondire, anche sotto l’aspetto san<strong>it</strong>ario,lo studio economico del metodo biologico applicato a realtà tipiche del terr<strong>it</strong>oriolombardo. A tal fine si presentano i risultati <strong>della</strong> prima fase di un progetto piùampio ed articolato che mira a quantificare monetariamente, attraverso l’analisicosti-benefici, gli aspetti vantaggiosi di una gestione biologica <strong>della</strong> mandria intermini di san<strong>it</strong>à animale.Parole chiave: bovine da latte, produzioni biologiche, costi san<strong>it</strong>ari, analisi swot.INTRODUZIONE<strong>La</strong> domanda nazionale di prodotti di origine animale sta crescendo sia a valore chea volume mentre l‟offerta risulta scarsa e poco organizzata. In particolare, gliallevamenti bovini, base <strong>della</strong> filiera lattiero-casearia, anche in “versione” biologica,sono localizzati in regioni quali Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte.In Lombardia, dove si trova il 31% delle vacche <strong>it</strong>aliane, sono presenti circa 5.700bovine da latte “biologiche” (12% del totale nazionale) per un totale di 53 aziende.Le sole province di Pavia e Lodi detengono il 65% del bestiame e il 47% delle stalle.32


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologico<strong>La</strong> dimensione degli allevamenti è maggiore nel lodigiano (circa 250 capi contro i116 del pavese) a indicare che, anche per il biologico, esiste un forte legame con lavocazione del terr<strong>it</strong>orio e l‟elevato grado di specializzazione delle aziende dipianura.Tuttavia, il settore stenta a superare la dimensione di nicchia. Le principalidifficoltà riscontrate nell‟applicazione delle norme di allevamento sono sia di tipomicro che macro-economico. Si tratta, infatti, di motivi riconducibili sia all‟aspettostrutturale delle aziende agricole <strong>it</strong>aliane (dimensioni medie, carico del bestiame,alimentazione, cure san<strong>it</strong>arie, costi di produzione, etc.) sia alle particolaridinamiche di mercato che hanno portato ad un progressivo allineamento dei prezzi,alla stalla e al consumo, con gli analoghi prodotti convenzionali di qual<strong>it</strong>à (Pirani etal., 2009).Il presente contributo, di carattere esplorativo e descr<strong>it</strong>tivo, cost<strong>it</strong>uisce la parteiniziale di uno studio ancora in corso la cui final<strong>it</strong>à è quella di quantificaremonetariamente i benefici <strong>della</strong> zootecnia biologica sotto il profilo san<strong>it</strong>ario. S<strong>it</strong>ratta di alcuni risultati intermedi particolarmente interessanti in quanto spunto didiscussione sulle potenzial<strong>it</strong>à ancora inespresse del metodo biologico qualeopportun<strong>it</strong>à per l‟allevatore che si trova ad operare all‟interno di un mercato ormaisaturo e in crisi, quale appunto quello del latte.MATERIALI E METODIL‟input del presente contributo è stata la constatazione che in Lombardia numerosiallevatori di vacche da latte pionieri del biologico a causa di ragioni legate almercato hanno abbandonato tale metodo “riconvertendosi” a quello convenzionale.Ma particolare attenzione ha destato il fatto che ciononostante gli imprend<strong>it</strong>oricontinuino a mantenere un‟impostazione biologica <strong>della</strong> stalla in virtù di unamigliore condizione san<strong>it</strong>aria <strong>della</strong> mandria e, di conseguenza, di più soddisfacentiperformance economiche.Si è deciso quindi di indagare su questo tema sfruttando come caso di studio laduplice esperienza di uno stesso allevatore. In economia, quando si valuta una33


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoscelta non si considera semplicemente il suo costo tal quale, ma il costoopportun<strong>it</strong>à, ovvero il costo conseguente all‟aver optato per talune risorse rispettoad altre per soddisfare un bisogno, una necess<strong>it</strong>à.In termini economici si tratta di comparare costi e conseguenze delle azionialternative generate da ciascuna scelta. A causa <strong>della</strong> scarsa diffusione del metodo,<strong>della</strong> mancanza di dati puntuali e delle ancora lim<strong>it</strong>ate conoscenze sulla medicinaomeopatica applicata, la scelta <strong>della</strong> metodologia è ricaduta sull‟analisi costibenefici,r<strong>it</strong>enuta più appropriata. Tale metodo, infatti, si fonda sul confronto tra leprobabili conseguenze negative derivanti dall‟accettazione di un certo livello dirischio e i vantaggi quali-quant<strong>it</strong>ativi di tipo sociale, economico, per la salute o dialtro genere che si r<strong>it</strong>iene ne derivino.È stato quindi necessario svolgere un‟analisi qual<strong>it</strong>ativa – propedeutica a quellaquant<strong>it</strong>ativa (costi-benefici) ancora in corso – sui costi <strong>della</strong> gestione san<strong>it</strong>aria perevidenziare alcune preliminari considerazioni sulla divers<strong>it</strong>à dei due metodi diallevamento. A tal fine ci si è avvalsi di una matrice Swot utile per inquadrare ilcontesto <strong>della</strong> zootecnia biologica da latte tipica del terr<strong>it</strong>orio lombardo. Alla luce dialcuni risultati emersi e contestualizzati all‟attuale scenario socio-economico epol<strong>it</strong>ico in cui si inserisce il settore lattiero-caseario, è stato possibile identificare ipunti di forza e di debolezza del metodo biologico applicato in realtà agricolealtamente specializzate. L‟analisi empirica dei costi <strong>della</strong> gestione <strong>della</strong> salute èstata impostata attraverso l‟individuazione e la quantificazione delle voci che,all‟interno del conto economico del bilancio di esercizio, compongono le spesevariabili di stalla. In genere queste sono suddivisibili in: prestazioni del veterinario(anche in termini di tempo), medicinali, fiale per la fecondazione artificiale, carta,disinfettante, detergenti, segatura, manutenzione <strong>della</strong> stalla. Inoltre è statostabil<strong>it</strong>o di quantificare il costo del latte non commercializzabile a causa del periododi sospensione dal trattamento allopatico e dei parametri delle analisi chimicofisiche.Per quanto riguarda le principali patologie, sono state considerate quelleche sol<strong>it</strong>amente si manifestano in stalla e indipendentemente dal metodo di34


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoallevamento: mast<strong>it</strong>e, lesioni podali, patologie dell‟apparato riproduttore eipofertil<strong>it</strong>à e dismetabolie alimentari.RISULTATINella Tabella 1 sono riassunti i risultati dell‟analisi Swot relativa alla correlazionemetodo biologico/spesa san<strong>it</strong>aria in allevamento.In generale si può affermare che il regolamento comun<strong>it</strong>ario che disciplina lazootecnia biologica influenza i costi <strong>della</strong> san<strong>it</strong>à sia direttamente cheindirettamente.Allevamento biologico e costi san<strong>it</strong>ari direttiIl divieto di utilizzo di vaccini (ad eccezione di quelli obbligatori) e di trattamentiormonali (utilizzati nel convenzionale per indurre i calori e per curare cistiovariche, etc.), la flessibil<strong>it</strong>à nell‟utilizzo <strong>della</strong> fecondazione artificiale e unaprofilassi delle varie patologie imperniata essenzialmente sulla prevenzione,possono tradursi in minori costi di gestione. Tuttavia, l‟utilizzo di medicinealternative rispetto ai farmaci allopatici può risultare più costoso nel breve periodo,ma più conveniente nel lungo.<strong>La</strong> consulenza del veterinario, legata soprattutto a diagnosi di gravidanza, vis<strong>it</strong>eginecologiche, dislocazioni abomasali e prescrizione di ricette, invece, sembraincidere analogamente in entrambe le gestioni.Anche l‟aspetto genetico è risultato essere molto determinante sebbene in duedirezioni diverse. Infatti, il Reg. Ce n. 834/2007, in un‟ottica di prevenzione dellemalattie, indica di scegliere razze, linee e ceppi appropriati di animali a discap<strong>it</strong>o<strong>della</strong> produttiv<strong>it</strong>à, ma a favore di un‟attiv<strong>it</strong>à produttiva più sostenibile.Apparentemente ciò può risultare più facilmente applicabile in quelle areemarginali da sempre popolate da individui autoctoni, rustici e robusti, la cuiresa/capo non è considerata un fattore lim<strong>it</strong>ante nell‟economia dell‟azienda, perchécompensata dalle caratteristiche qual<strong>it</strong>ative del latte.Nelle zone di pianura dove la Frisona rappresenta l‟unica razza da latte esistente, lapossibil<strong>it</strong>à di ricorrere a razze alternative o a incroci oggi risulta meno paradossale35


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoche in passato. Infatti, a causa <strong>della</strong> selezione genetica avvenuta negli ultim<strong>it</strong>rent‟anni, tale razza si sta rivelando controproducente e antieconomica inentrambi i metodi di allevamento, biologico e convenzionale.I rapidi miglioramenti in termini di produzione e tratti morfologici sonoaccompagnati da una riduzione generale <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a produttiva legata principalmentea una maggiore suscettibil<strong>it</strong>à alle patologie infettive, specialmente durante ilperiparto, e a problemi di fertil<strong>it</strong>à.Tabella 1: Matrice Swot: correlazione tra allevamento biologico e gestione <strong>della</strong> stallaMetodo di allevamento biologico/<strong>Gestione</strong> <strong>della</strong> stallaPunti di forzaPunti di debolezzaauto approvvigionamento e minor costorese basse colturedell‟alimentazionerapporto foraggio/concentratocarico bestiameprevenzione patologiequal<strong>it</strong>à alimenticosto di produzione del latte elevatocosto di alcuni fattori <strong>della</strong>produzione ancora elevati a causadell‟offerta lim<strong>it</strong>atascarso livello di conoscenza <strong>della</strong>medicina omeopatica applicata allaveterinariabenessere animalespecializzazione produttivaMercato/Effetti san<strong>it</strong>ariOpportun<strong>it</strong>àlatte e derivati sono tra i prodotti biologici piùconsumativalore aggiunto del prodotto di origine animaleconsumatore sempre più consapevole <strong>della</strong>sicurezza alimentare, <strong>della</strong> qual<strong>it</strong>à dei prodotti, delbenessere animalepol<strong>it</strong>ica agricola comun<strong>it</strong>aria e indicazioni <strong>della</strong>commissione europea in amb<strong>it</strong>o di san<strong>it</strong>à animaledifficoltà operative nella curaMinaccedestino dei contributi Pac anche per ilsettore biologicoscarsa differenziazione dei prodotticommod<strong>it</strong>iescontesto economico sfavorevoleimport latte biologico dall‟estero36


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoAllevamento biologico e costi san<strong>it</strong>ari indirettiL‟alimentazione e il benessere animale, vanno ad agire trasversalmente sullo statosan<strong>it</strong>ario <strong>della</strong> mandria e quindi sulle spese di stalla. <strong>La</strong> normativa impone che glianimali siano alimentati per il 60% con foraggio e per il 40% con concentrati al finedi rispettare le caratteristiche fisiologiche tipiche dei ruminanti e che tali prodottisiano di origine aziendale. Inoltre, lo stesso regolamento stabilisce che le condizionidi stabulazione siano tali da consentire una bassa dens<strong>it</strong>à di capi e un ambientesano e pul<strong>it</strong>o, in cui gli animali possano anche avere libertà di movimento edaccesso al pascolo. Tali indicazioni si fondano sulla consapevolezza che bovinegest<strong>it</strong>e in questo modo e sottoposte a minori stress, hanno la possibil<strong>it</strong>à disviluppare un miglior sistema immun<strong>it</strong>ario e una maggiore resistenza alle malattie.CONCLUSIONII primi risultati dell‟analisi dimostrano che mediamente il costo <strong>della</strong> san<strong>it</strong>à noncambia molto in termini di incidenza sul costo di produzione del l<strong>it</strong>ro di latte: taleparametro si attesta intorno al 6-7% del costo di produzione sia per il metodobiologico che per quello convenzionale. L‟elemento di differenza nella gestione<strong>della</strong> mandria è dato piuttosto dalla frequenza con cui si manifestano le singolepatologie che, in entrambi i casi, è direttamente collegabile al tipo di alimentazionee all‟aspetto genetico. Infatti, anche se sembra non sussistere più per gli allevatoridi bovine da latte la convenienza economica del biologico (premium price) perlogiche di mercato, la prima fase esplorativa <strong>della</strong> ricerca ha evidenziato la valid<strong>it</strong>àdel metodo biologico in termini di sostenibil<strong>it</strong>à san<strong>it</strong>aria. L‟esperienza maturatacon il metodo biologico ha fatto sì che venissero traslate anche nel convenzionalealcune modifiche <strong>della</strong> gestione <strong>della</strong> stalla che continuano a ripercuotersipos<strong>it</strong>ivamente sulla san<strong>it</strong>à <strong>della</strong> mandria. Esemplificativo è l‟utilizzo di una razionealimentare tipica del biologico che, a par<strong>it</strong>à di impostazione delle rotazioni colturali(intese come rapporto foraggio/concentrati), permette di godere, con il metodoconvenzionale, di rese più elevate.37


<strong>La</strong> prevenzione nell’allevamento biologicoBIBLIOGRAFIABanterle A., Carraresi L., Cavaliere A., 2009. Le filiere biologiche in Lombardia.Analisi economica del settore agricolo, Franco Angeli, Milano. Pirani A., GaviglioA., Lic<strong>it</strong>ra Pedol M., 2009. Le filiere biologiche in Lombardia. Analisi economicadelle fasi di trasformazione, distribuzione e consumo, Franco Angeli, Milano.Pirani A., Gaviglio A., Lic<strong>it</strong>ra Pedol M., Demartini E., 2009. “Prodotti biologici, diqual<strong>it</strong>à e convenzionali: evoluzione <strong>della</strong> compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à di prezzo”, in Agricolturabiologica: sistemi produttivi e modelli di commercializzazione e di consumo (a curadi: Crescimanno M., Schifani G.), Artigrafiche Campo, Palermo.38


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoUSO DELLE ERBE SPONTANEE INETNOVETERINARIA IN ITALIAL. ViegiUnivers<strong>it</strong>à di Pisa, Dip. di Biologia, Un<strong>it</strong>à di Botanica generale e sistematicaRIASSUNTOUso delle erbe spontanee in etnoveterinaria in Italia. Il testo qui presentato èfrutto di ricerche svolte dal 1999 sia su dati bibliografici che su dati ined<strong>it</strong>isull’utilizzo in Italia, nelle realtà rurali e domestiche, di piante per la salute deglianimali da cortile, da allevamento e da affezione. Sono risultate oltre 580 ent<strong>it</strong>àvegetali, delle quali la maggioranza spontanee e solo 80 coltivate, taloraappos<strong>it</strong>amente. Sono usate sia come integratori alimentari (27,6%), che per glieffetti curativi (63,3%) e preventivi (7,3%). Le piante con azione antiparass<strong>it</strong>ariasono 85 (15,9%); quelle con attiv<strong>it</strong>à antiinfettiva 88 (16,4%). Prima che se neperda ogni memoria, è auspicabile continuare a studiare l’enorme patrimonio diesperienze empiriche e di saperi che anche in Italia permangono, sia perindividuare nuovi principi attivi, che per la conservazione e la tutela <strong>della</strong> floranativa. Oltre ai benefici a livello locale, crediamo ci possano essere ancheopportun<strong>it</strong>à per l’intera comun<strong>it</strong>à europea.Parole chiave: etnoveterinaria, piante spontanee, ItaliaINTRODUZIONESempre, nei secoli, l‟uso delle erbe è stata la via di guarigione prefer<strong>it</strong>a da “Dei,uomini, bestie”. Oltre che cost<strong>it</strong>uire l‟opportun<strong>it</strong>à di cibo, primaria o esclusiva, permolti animali, le piante sono anche la fonte di principi attivi, molti dei quali tossici,prodotti per difendersi da erbivori, f<strong>it</strong>ofagi e parass<strong>it</strong>i di vario tipo; queste sostanze,in dosi calibrate, possono avere un effetto pos<strong>it</strong>ivo e a tale scopo sono utilizzate per39


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicola salute degli animali, dagli animali (Clark e Russel Mason, 1988; Engel, 2002;Krief, 2005, Norscia e Borgognini-Tarli, 2006) e dall‟uomo (Pignatti, 1971;Gastaldo e Barella, 1988; Pieroni, 1999).Come abbiamo potuto rilevare nel corso di nostre ricerche, effettuate durante gliultimi dodici anni (Viegi et al., 1999, 2000, 2001, 2003, 2005a,b; Viegi e Pieroni,2000; Viegi, 2005, 2007, 2008; Bull<strong>it</strong>ta et al., 2007; Felicioli et al., 2008; Viegi eVangelisti, 2010), se oggi la conoscenza e l‟uso delle piante si sono man manoperduti nelle aree urbanizzate, questi sono ancora in auge in molte aree rurali,tramandati per lo più oralmente. In Italia, all‟interno <strong>della</strong> società contemporanea,seppure accanto a un largo e consolidato ricorso alla medicina ufficiale, sia leconcezioni, sia le pratiche <strong>della</strong> medicina popolare si sono trovate un ruolo stabileed è ancora piuttosto frequente l‟uso di vegetali spontanei a scopo curativo, oltreche per l‟uomo, anche per gli animali. È significativo che le pratiche veterinarie“popolari” godano di un qualche riconoscimento, almeno implic<strong>it</strong>o, del medicoveterinario <strong>della</strong> zona.MATERIALI E METODI<strong>La</strong> nostra indagine è stata effettuata per lo più su riferimenti bibliografici, maanche su dati ined<strong>it</strong>i (raccolti nelle campagne liguri, toscane, lucane, pugliesi,calabre, sarde); durante le interviste abbiamo cercato di discriminare tra leconoscenze reali e quelle recep<strong>it</strong>e attraverso i moderni mezzi di comunicazione.Abbiamo approntato pertanto una scheda (Viegi et al., 1999), che permettesse diavere una uniform<strong>it</strong>à di informazioni da parte di tutti gli intervistatori.RISULTATI E CONCLUSIONIDal nostro lavoro è emerso che le specie vegetali utilizzate sia per il benessere cheper la cura di animali da cortile, da allevamento e da affezione ammontano ad oggiad oltre 580, corrispondenti a 535 specie, che appartengono a 98 famiglie, difunghi, felci, gimnosperme ed angiosperme. <strong>La</strong> preponderanza di queste specie èspontanea; molte sono coltivate (C) (15%), talora appos<strong>it</strong>amente.40


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoLe famiglie maggiormente rappresentate sono le Asteraceae (11%), segu<strong>it</strong>e da<strong>La</strong>miaceae (7.6%), Fabaceae (7.4%), Poaceae (6%), Apiaceae (5.1%), Liliaceae(4.6%), Rosaceae (4%), Ranunculaceae (3.7%), ecc. Risulta pertanto confermata laprevalenza di Asteraceae, come riportato in letteratura (Agelet e Valles, 1999;Barbini et al., 1999; Fossati et al., 1999) e in accordo con quanto trovato nell‟areaMed<strong>it</strong>erranea (Pieroni et al., 2006).In maggioranza sono integratori alimentari (27,6%), scelti sia per il ruolo pos<strong>it</strong>ivosulla cresc<strong>it</strong>a, sia per una più semplice modal<strong>it</strong>à di somministrazione; alcuni hannoscopi preventivi (7,3%), ma oltre il 60 % degli usi totali sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dagli usicurativi.I tipi di preparati prefer<strong>it</strong>i sono semplici, come decotti, infusi e macerati; spesso lapianta è usata “tal quale”, o vengono posti rametti o pezzi di radice sotto cute ointorno alla bocca o al collo dell‟animale da curare.Abbiamo potuto individuare tra le proprietà riconosciute dal “sapere popolare” allepiante, in ordine di importanza:- quelle per affezioni dell‟apparato riproduttivo (ad es. per le mast<strong>it</strong>i Ferulacommunis, Sonchus oleraceus; come afrodisiaci del bestiame Juniperus sabina,Orobanche speciosa; per facil<strong>it</strong>are il parto e favorire il rigetto <strong>della</strong> placentaJuniperus oxycedrus, Sedum rupestre; per far deporre più uova al pollameParietaria judaica, Urtica atrovirens e U. urens, o produrre più latte Centranthusruber, Heracleum sphondilium, Scorpiurus muricatus, o diminuire la montatalattea in caso di allontanamento dei piccoli Juglans regia o diverse specie diPlantago; per la castrazione di bovini e equini o di ovini e di suini Ficus carica,Sonchus arvensis);- digestive (ad es. per il timpanismo dei bovini o degli animali in genere Cynaracardunculus, Cytisus scoparius, diverse specie di Sambucus; per la diarrea o“quando hanno la pancia gonfia” Cirsium arvensis, Smyrnium rotundifolium);- antibatteriche/disinfettanti (Nicotiana tabacum, Valeriana officinalis);- anti-infiammatorie (Arum <strong>it</strong>alicum, Linum us<strong>it</strong>atissimum);- antiparass<strong>it</strong>arie/antielmintiche (Colchicum autumnale, Veratrum album);41


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologico- vulnerarie (ad es. Hypericum perforatum, Scrophularia canina);- <strong>it</strong>tiotossiche (ad es. Anthirrinum majus, Teucrium chamaedrys);- repellenti (ad es. Cestrum parqui, Helichrysum <strong>it</strong>alicum).Un‟altra serie di piante sono descr<strong>it</strong>te per affezioni particolari: per la cura <strong>della</strong>zoppia (Nicotiana tabacum, Santolina insularis, Urginea mar<strong>it</strong>tima); aceto (V<strong>it</strong>isvinifera) e verderame per la cura delle “incrinature” negli zoccoli degli asini; per ilcarbonchio (V<strong>it</strong>ex agnus-castus); per il cimurro dei cani e la morva daPseudomonas mallei dei cavalli (Anagyris foetida); per la strongilosi da nematodidei cavalli (Artemisia arborescens); per dare brillantezza al pelo dei ruminanti(Linum us<strong>it</strong>atissimum); per far ricrescere il pelo ai cavalli nelle zone scarificatedalla sella (Corylus avellana); per il pelo malato (succo di C<strong>it</strong>rus limon con oliod‟oliva e zolfo).<strong>La</strong> medicina popolare nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia attribuiscegrande importanza agli aspetti simbolici. Sono state raccolte informazioni su usimagici: analogamente a quanto succede per l‟uomo, anche per gli animali si credeche alcune piante servano per allontanare il malocchio (ad es. il finocchio,Foeniculum vulgare, di cui si legano rametti al garrese; parti aeree di Olea europea(C) nelle stalle; Ruta graveolens, la pianta tal quale) o contro le malattie deglianimali (fumigazioni con Boswellia carterii (C)), o contro le disgrazie (Artemisiaarborescens bruciata con altre piante). In Italia ne sono state trovate più di 30. Inquesto contesto, mi riferirò in particolare a quelle ent<strong>it</strong>à vegetali utilizzate percombattere i parass<strong>it</strong>i esterni o interni degli animali, oltre che degli ambienti (piùdi 50) (Tab. 1). Ad es. piante di Cotynus coggyria o di Rhus coriaria bruciate neipollai contro i pidocchi pollini; varie specie di Mentha antiparass<strong>it</strong>arie oparass<strong>it</strong>icide (cani); piante di Plumbago europea parass<strong>it</strong>icide (capretti e agnelli);Polystichum setiferum per la Fasciola hepatica ed altri parass<strong>it</strong>i intestinali(pecore); Pulicaria dysenterica contro i pidocchi (cani); Quercus pubescens per larogna (cani); Ricinus communis per parass<strong>it</strong>osi (cani, gatti ovini); varie specie diRuta antiparass<strong>it</strong>arie e vermifughe; Salix caprea contro parass<strong>it</strong>i intestinali(equini); inoltre Calamintha sylvestris, Dryopteris filix-mas, Glechoma hederacea,42


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoPolypodium australe e Sempervivum tectorum con qual<strong>it</strong>à vermifughe (più di 30).Vengono anche evidenziate alcune ent<strong>it</strong>à che possono essere usate in caso dimalattie infettive: sono oltre 80 le specie con proprietà antibatteriche, disinfettanti,antivirali (Tab. 1). Ad esempio per l‟afta epizootica (ovini, bovini) Agropyron repens,Equisetum telmateja, Peucedanum ostruthium, Thymus herba-barona, T. pulegioides e T.vulgaris; per verruche, ascessi e dolori Euphorbia helioscopia; olio di Pistacia lentiscuscontro vaiolo, tigna (pecore) o rogna (buoi); Ranunculus ficaria, Solanum melongena eStachys germanica per le verruche; Salix alba contro la mixomatosi dei conigli; acini di V<strong>it</strong>isvinifera contro la lingua blu (ovini, bovini, galline).I principi attivi contenuti nelle piante su c<strong>it</strong>ate sono per lo più olii essenziali, segu<strong>it</strong>ida glucosidi, cumarine e tannini, ma anche alcaloidi, saponine, enzimi, salicilati; alcunisono poco conosciuti (Agropyron repens, Euonymus verrucosus, <strong>La</strong>burnumalpinum, Plumbago europaea, Sonchus oleraceus). Sono state inoltre individuateoltre 250 ent<strong>it</strong>à tossiche o potenzialmente tali (pari a circa il 50% del totale dellespecie utilizzate in medicina veterinaria popolare) (Viegi e Vangelisti, 2010). Perusi interni (54%) ci sono ad esempio Agrostemma g<strong>it</strong>hago due o tre semi a scopomedicinale (uccelli in gabbia); Eucalyptus resinifer per ridurre il gonfiore allapancia da indigestione nei cavalli; foglie o pianta intera di Mercurialis annua comepurgante o depurativo dopo il parto; fronde di Polypodium vulgare comegalattagogo; frutti di Solanum nigrum per l‟apparato gastro-intestinale. Per usiesterni (45%) troviamo per esempio Anemone hortensis come vermifugo; Buxussempervirens (C) per ridurre il pericolo di mast<strong>it</strong>e prima del parto (bovini);Daphne laureola contro il contagio <strong>della</strong> malattia provocata da Mycoplasmaagalactiae (che provoca mast<strong>it</strong>i, artr<strong>it</strong>i e infiammazioni oculari) in caprini e ovini;Euphorbia characias antisettico su fer<strong>it</strong>e). Risultano utilizzate anche pianteendemiche, quali in Calabria e Sicilia Helleborus bocconei subsp. siculus (perbronch<strong>it</strong>i e polmon<strong>it</strong>i del bestiame); in Sardegna Santolina insularis (cibo percapre, per curare zoppia di pecore e capre, vermifugo, contro la strongilosi deicavalli) e Helleborus lividus subsp. corsicus (purgante drastico, revulsivo,vulnerario per equini e bovini, e febbrifugo).43


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoTabella 1: Piante usate in medicina veterinaria popolare come antiparass<strong>it</strong>arie, vermifughe,antibatteriche, antiviraliantiparass<strong>it</strong>arie/ parass<strong>it</strong>icideAchillea ligustica, Acon<strong>it</strong>um napellus, Allium cepa, A. sativum, Alnus glutinosa, Apiumnodiflorum, Artemisia absinthium, A. arborescens, Atractylis gummifera, Calamintha nepeta,Colchicum autumnale, Conium maculatum, Cotynus coggyria, Daphne mezereum, Daturastramonium, Delphinium consolida, D. staphysagria, Euonymus europaeus, E. verrucosus,Euphorbia characias, Helleborus foetidus, Fraxinus ornus, Glycyrrhiza glabra, Juglans regia,Juniperus oxycedrus, <strong>La</strong>burnum anagyroides, <strong>La</strong>urus nobilis, Lupinus albus, L. luteus,Lycopersicon esculentum, Malva sylvestris, Mentha acquatica, M. suaveolens, Neriumoleander, Nicotiana tabacum, Olea europaea, O. europaea subsp. oleaster, Pistacia lentiscus,Plumbago europaea, Polystichum setiferum, Pulicaria dysenterica, Quercus pubescens, Q.suber, Rhus coriaria, Ricinus communis, Ruta angustifolia, R. graveolens, Salix caprea,Sambucus ebulus, Sambucus nigra, Santolina insularis, Stachys glutinosa, Tamarix africana,Urginea mar<strong>it</strong>ima, Urtica dioica, U. urens, Veratrum album, V. nigrum, V<strong>it</strong>is viniferavermifughe /antielminticheAllium sativum, Artemisia absinthium, A. vulgaris, Arundo donax, Avena sativa, Calaminthanepeta, C. sylvatica, Centaurea calc<strong>it</strong>rapa, Cicer arietinum, Cucurb<strong>it</strong>a pepo, Dryopteris filixmasEquisetum arvense, Fraxinus ornus, Glechoma hederacea, Juglans regia, Lycopersiconesculentum, Mercurialis annua, Nicotiana tabacum, Polypodium australe, Prunus spinosasubsp. spinosa, Pteridium aquilinum, Pyrus amygdaliformis, P. pyraster, Ruta angustifolia, R.chalepensis, R. graveolens, Salix sp.pl., Santolina corsica, S. insularis, Sempervivum tectorum,Verbascum thapsus, V<strong>it</strong>is viniferaantibatteriche /antinfiammatorie/disinfettantiAllium cepa, A. sativum, Anagyris foetida, Arum <strong>it</strong>alicum, Asphodelus microcarpus,Calamintha nepeta, Castanea sativa, Chelidonium majus, D<strong>it</strong>trichia viscosa, Ecballiumelaterium, Erigeron acer, Ficus carica var. caprificus, Fraxinus excelsior, F. ornus, Helleborusfoetidus, H. odorus, H. viridis, Juniperus oxycedrus subsp. oxycedrus, Kichxia elatine,<strong>La</strong>vatera sp., Ligustrum vulgare, Linum us<strong>it</strong>atissimum, Lupinus albus, Malva neglecta, M.sylvestris, Marrubium incanum, M. vulgare, Medicago arborea, M. sativa, Mentha xpiper<strong>it</strong>a, M. pulegium., Nicotiana tabacum, Olea europaea, Origanum vulgare, Papaverrhoeas, Tamarix gallica , Parietaria officinalis, Phlomis herba-venti, Pistacia lentiscus,Plantago lanceolata, P. major, P. media, Populus nigra, Quercus cerris, Q. pubescens, Q.robur, Q. suber, Ranunculus bulbosus, Rosmarinus officinalis, Rubus ulmifolius, Rutachalepensis, R. graveolens, Salix alba subsp. alba, Salvia verbenaca, Sambucus nigra,Santolina insularis, Satureja calamintha, Scrophularia canina, Sedum sp. pl., Sempervivumtectorum, Smilax aspera, Solanum nigrum, Sonchus arvensis, Stachys officinalis, Tamuscommunis, Thymus pulegioides, Urginea mar<strong>it</strong>ima, Valeriana officinalis, Veratrum album, V.album subsp. lobelianum, V. nigrum, Verbascum densiflorum, V. mallophorum, V.sinuatum,V. thapsus, V<strong>it</strong>ex agnus-castus, V<strong>it</strong>is viniferaantiviraliAgropyron repens, Equisetum telmateja, Euphorbia helioscopia, Peucedanum ostruthium,Pistacia lentiscus, Ranunculus ficaria, Rubus ulmifolius, Salix alba, Solanum melongena,Stachys germanica, Thymus herba-barona, Thymus pulegioides, T. vulgaris, V<strong>it</strong>is vinifera44


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoCONCLUSIONI<strong>La</strong> nostra ricerca, iniziata pensando che il materiale per uno studio sulla medicinaveterinaria popolare in Italia fosse molto scarso, ci ha portato a ricrederci. Siamoconvinti che ci sia spazio per ulteriori approfondimenti, ad esempio sulla relazionetra le pratiche veterinarie popolari e la diffusione di medicine non convenzionali.Prima che se ne perda ogni memoria, è auspicabile continuare a studiare l‟enormepatrimonio di esperienze empiriche e di saperi che anche in Italia, come pressotutte le popolazioni nel mondo, si è accumulato nel corso dei millenni in mer<strong>it</strong>oall‟efficacia curativa di sostanze contenute in una infin<strong>it</strong>à di piante e di elementinaturali. È un patrimonio selezionato e validato nel tempo, fissato attraversoscr<strong>it</strong>ture o perpetuatosi con la tradizione orale, a partire dal quale possiamo oggiindividuare principi attivi, sintetizzandoli anche in laboratorio, dosarne conprecisione l‟attiv<strong>it</strong>à e interpretarne i meccanismi di azione.<strong>La</strong> conoscenza, la valorizzazione, il recupero, oltre che la fruizione delle risorsevegetali nel terr<strong>it</strong>orio <strong>it</strong>aliano, ad economia prevalentemente zoocolturale, sonor<strong>it</strong>enuti oggi indispensabili, nell'ottica di un r<strong>it</strong>orno alle "medicine naturali" ancheper la cura degli animali. Documentare la conoscenza di queste specie è utile sia perev<strong>it</strong>are perd<strong>it</strong>e di animali agli allevatori, sia per eventuali ricerche di tipof<strong>it</strong>ochimico-farmacologico, ma anche per la conservazione e la tutela <strong>della</strong> floranativa. Oltre ai benefici a livello locale, crediamo ci possano essere ancheopportun<strong>it</strong>à per l‟intera comun<strong>it</strong>à europea.RINGRAZIAMENTIL‟autore è grato alla Dott.ssa Roberta Vangelisti del Dipartimento di Biologiadell‟Univers<strong>it</strong>à di Pisa per il suo prezioso aiuto nell‟elaborazione dei dati.BIBLIOGRAFIAAgelet A., Valles J., 1999. Vascular plants used in ethnoveterinary in Pallars(Pyrenees, Catalonia, Iberian Peninsula). In: Pieroni, A. (Ed.) Herbs, Humans andAnimals/Erbe, Uomini e Bestie. Experiences Verlag, Cologne (Germany), pp. 14-35.45


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoBarbini S., Tarascio M., Sacchetti G., Bruni A., 1999. Studio preliminaresull'etnofarmacologia delle comun<strong>it</strong>à ladino dolom<strong>it</strong>iche. Atti Colloquio S.B.I."Botanica Farmaceutica ed etnobotanica alle soglie del duemila: passato e futuro aconfronto", Genova, 9-11 aprile 1999. Informatore Bot. Ital. 31, 1-3, 181-182.Bull<strong>it</strong>ta S., Piluzza G., Viegi L., 2007. Plant resources used for trad<strong>it</strong>ionalethnoveterinary phytotherapy in Sardinia (Italy). Genet. Resour. Crop Evol., 54:1447-1464. Clark L., Mason J.R., 1988. Effect of biologically active plants used asnest material and the derived benef<strong>it</strong> to starling nestslings. Oecologia 77: 174-180.Engel C., 2002. Wild Health: how animals keep themselves well and what we canlearn from them. Weidenfeld & Nicolson, London. Felicioli A., Giusti M.,Vangelisti R., Viegi L., 2008. Plants used as antiparas<strong>it</strong>ic in <strong>it</strong>alian ethnoveterinarymedicine. Parass<strong>it</strong>ologia, 50, suppl. 1,2: 210. Fossati F., Bianchi A., Favali M.A.,1999. Farmacopea popolare del parmense: passato e presente. Informatore Bot.Ital. 31, 1-3: 171-176. Gastaldo P., Barella P., 1988. Un erbario di piante <strong>della</strong>medicina popolare <strong>it</strong>aliana. Giorn. Bot. Ital., 122, suppl. 1: 223. Krief S., 2005. <strong>La</strong>medicina degli scimpanzé. Le Scienze n°439: 104-109. Norscia I., Borgognini-Tarli S.M., 2006. Ethnobotanical reputation of plant species from two forests ofMadagascar: a preliminary investigation. South African Journal of Botany 72: 656-670. Pignatti S., 1971. Salviamo le conoscenze delle piante utili <strong>della</strong> Flora <strong>it</strong>aliana.Inform. Bot. Ital., 3(1): 40-41. Pieroni A., 1999. Herbs, humans and animals/Erbe,uomini e bestie. Experiences Verlag, Cologne (Germany). Pieroni A., Giusti M.E.,De Pasquale C., Lenzarini C., Censorii E., Gonzáles-Tejero M.R., Sánchez-RojasC.P., Ramiro-Gutiérrez J., Skoula M., Johnson C., Sarpaki A., Della A., Paraskeva-Hadijchambi D., Hadjichambis A., Hmamouchi M., El-Jorhi S., El-Demerdash M.,El-Zayat M., Al-Shahaby O., Houmani Z., Scherazed M., 2006. Circum-Med<strong>it</strong>erranean cultural her<strong>it</strong>age and medicinal plant uses in trad<strong>it</strong>ional animalhealthcare: a field survey in eight selected areas w<strong>it</strong>hin the RUBIA project. J.Ethnobiol. Ethnomedicine, 2: 16-28. Viegi L., Bioli A., Vangelisti R., Cela RenzoniG., 1999. Prima indagine sulle piante utilizzate in medicina veterinaria popolare inalcune local<strong>it</strong>à dell'Alta Val di Cecina. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 106:46


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologico131-140. Viegi L., Pieroni A., 2000. The state-of-art of the ethnoveterinary studiesin Italy: a review. Atti 4 th European Colloquium on Ethnopharmacologie, Metz,France, 11-13 may: n.40. Viegi L., Vangelisti R., Pieroni A., 2000. Una banca datidi piante usate per la medicina veterinaria popolare in Italia. Atti 95° Congresso<strong>della</strong> Società Botanica Italiana, Messina, 27-30 settembre: 101. Viegi L., Pieroni A.,Guarrera P.M., Maccioni S., 2001. Piante usate in Italia in medicina veterinariapopolare. Annali Facoltà di Medicina Veterinaria, Pisa, LIV: 405-420. Viegi, L.Pieroni A., Guarrera P.M., Vangelisti R., 2003. A review of plants used in folkveterinary medicine in Italy as basis for a databank. J. Ethnopharmacology, 89:221-244. Viegi L., 2005. L‟etnobotanica veterinaria in Italia. Stato dell‟arte inSardegna. In: Bioactive compounds in pasture species for phytotherapy and animalwelfare. Pubbl. monografica Progetto di Ricerca ANFIT-MiPAF “Qual<strong>it</strong>à dei foraggie benessere animale: componenti antinutrizionali e principi bioattivi di speciespontanee dei pascoli e rivalutazione <strong>della</strong> f<strong>it</strong>oterapia animale”. Cnr-Ispaam, sez. diSassari. 155-156. Viegi L., Camarda I., Piras G., 2005a. Some aspects ofethnoveterinary medicine in Sardinia (Italy). Proceed. IV th International Congressof Ethnobotany (ICEB 2005), 21-26 August, Istanbul, Turkey: 135-136. Viegi L.,Bull<strong>it</strong>ta S., Piluzza G., 2005b. Trad<strong>it</strong>ional veterinary practices in some rural areasof Sardinia, Italy. Proceed. IV th International Congress of Ethnobotany (ICEB2005), 21-26 August, Istanbul, Turkey: 136. Viegi L., 2007. <strong>La</strong> ricerca botanicanell‟amb<strong>it</strong>o dell‟etnoveterinaria. Stato dell'arte in Italia con particolare riguardoalla Toscana. Roma, 23 febbraio 2007, S.B.I., Gruppo di lavoro per le BotanicheApplicate. Giornata di Studio su “Etnobotanica: prospettive <strong>della</strong> ricerca nell’era<strong>della</strong> globalizzazione”. Viegi L., 2008. Appunti di Etnobotanica veterinaria. SEU,96 pp. Viegi L., Vangelisti R., 2010. Piante tossiche utilizzate in medicinaveterinaria popolare in Italia. XIX Congresso SILAE, Villasimius, Cagliari, 6-10settembre 2010.47


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoOMEOPATIA NELL’ALLEVAMENTO BIOLOGICO DELLEBOVINE DA LATTEA. Martini e C. LottiUnivers<strong>it</strong>à degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze delle ProduzioniVegetali, del Suolo e dell'Ambiente AgroforestaleRIASSUNTOOmeopatia nell’allevamento biologico delle bovine da latte: Il Regolamento UEsull'agricoltura biologica promuove l'uso di terapie complementari, comel'omeopatia. Lo scopo del presente studio è quello di esaminare l'efficacia e il costodi questi metodi di trattamento. Per 2 anni sono stati analizzati i dati in unallevamento biologico di vacche da latte in cui l'uso del metodo omeopatico risultapredominante rispetto alle altre terapie. <strong>La</strong> prova ha dimostrato che l'omeopatiapuò essere usata per trattare con efficacia la maggioranza delle malattie, inoltre èrisultato che i costi per i trattamenti omeopatici sono molto bassi. Questo fapresupporre una possibile maggior diffusione di questo metodo negli allevamentibiologici.Parole chiave: omeopatia, allevamento biologico, vacche da latteINTRODUZIONESono stati fatti diversi studi sull‟efficacia <strong>della</strong> cura degli animali da redd<strong>it</strong>o con ilmetodo omeopatico, e questi in genere hanno dimostrato le possibil<strong>it</strong>à di curaretutte le patologie correnti degli allevamenti, con soddisfazione degli allevatori e conannullamento dei tempi di sospensione e del rischio di residui farmacologici neiprodotti di origine animale (Vaarts et al., 2004). Nonostante i buoni risultati, lametodologia omeopatica viene però ancora poco accettata, e le più frequenticr<strong>it</strong>iche riguardano l‟efficacia ed il costo di questa terapia.48


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoMATERIALI E METODI<strong>La</strong> sperimentazione si è svolta presso la stalla da latte <strong>della</strong> azienda CooperativaAgricola “Emilio Sereni”, convert<strong>it</strong>a al metodo biologico nel 1995. Qua vengonoallevate circa 280 vacche di razza Frisona Italiana che producono giornalmente 3,5tonnellate di latte, destinato al consumo come latte fresco pastorizzatocommercializzato dalla Centrale del <strong>La</strong>tte di Firenze, Pistoia e Livorno spa. Inazienda il bestiame è curato da diversi anni con il metodo dell‟omeopatia classicaunicista anche se, quando necessario e nei lim<strong>it</strong>i del Regolamento UE (Reg. CE N.834/2007 e N. 889/2008), vengono utilizzati anche altri tipi di trattamento(Martini et al., 2001a, 2001b).I dati relativi ai trattamenti ed alle malattie sono stati raccolti dal Dicembre del2006 al Dicembre del 2008. Tutte le malattie registrate sono state raggruppate in 3categorie: patologie dell‟apparato gen<strong>it</strong>ale, patologie dell‟apparato mammario ecorrelate (es. collasso puerperale) ed infine patologie di altri apparati (Lorenzini etal., 2009). I dati si riferiscono sempre ai trattamenti effettuati con un singolorimedio o con un singolo medicinale allopatico per curare una patologia.Gli es<strong>it</strong>i sono stati suddivisi in: guar<strong>it</strong>i = guar<strong>it</strong>i dopo il trattamento; recidive = siriammalano entro il mese; morti = morti nonostante il trattamento; eliminati =eliminati per es<strong>it</strong>i <strong>della</strong> patologia o talvolta per altre cause (es. età avanzata, scarsaproduttiv<strong>it</strong>à, etc.).I costi totali sono stati calcolati come somma del costo operatore (n. operatori xcosto minuto x tempo minuti x n. giorni) e del costo del farmaco (costo dose xquant<strong>it</strong>à), a questo va aggiunto il costo del veterinario che ha vis<strong>it</strong>ato gli animali eprescr<strong>it</strong>to i rimedi. I dati nominali (tipi di patologia, tipi di trattamento utilizzato erisultati dei trattamenti) sono stati trattati con l‟analisi <strong>della</strong> contingenza,utilizzando il chi quadrato per testarne la significativ<strong>it</strong>à; i dati continui(caratteristiche degli animali e costi calcolati) sono stati elaborati con ANOVA aduna via considerando come fattore fisso il tipo di trattamento medico utilizzato.Le differenze fra le medie sono state calcolate con il t di Student (SAS, 2002).49


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoRISULTATI E CONCLUSIONIIn tabella 1 sono riportati i risultati dell‟analisi <strong>della</strong> contingenza riguardantil‟efficacia dei trattamenti medici utilizzati. Va detto innanz<strong>it</strong>utto che questa aziendarinucia spesso ad animali che sono ancora produttivi ed in salute e che vengonovenduti “da v<strong>it</strong>a” ad altre aziende; anche dalla tabella risultano percentuali dieliminazioni simili per i diversi trattamenti terapeutici. Il calcolo del chi quadratoindica differenze significative fra i diversi tipi di trattamento. Generalmentel‟azienda ricorre ai trattamenti allopatici solo in casi di urgenza quando non hannoes<strong>it</strong>o i trattamenti con le medicine complementari; riguardo alle guarigioniappaiono più efficaci i trattamenti f<strong>it</strong>oterapici (80,87%) e omeopatici (79,03%) diquelli allopatici (76,46%). <strong>La</strong> mortal<strong>it</strong>à è abbastanza bassa ed in linea con quella diallevamenti da latte di caratteristiche simili. Le recidive dei trattamenti omeopatici(17,48%) e allopatici (18,48%) sono simili, mentre quelle dei f<strong>it</strong>oterapici (12,17%)sono più basse.Tabella 1: Analisi <strong>della</strong> contingenza: es<strong>it</strong>o per tipo di trattamentoGlr=2384 All. Antip. Chir. F<strong>it</strong>o. Omeo. Vacc.Eliminati 190355213,70%Guar<strong>it</strong>i 3930%133,09%554,35%813,25%10952,33%4276,46%Morti 7100%065,98%180,87%379,03%497,67%01,36%Recidive 950%01,03%292,61%140,25%2800%018,48%Totale 5140%1329,90%9712,17%11517,48%16020%43100% 100% 100% 100%RSquare=0,0109; Pearson test: ChiSq 40,070 P≤0,0004.100%100%50


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoIn tabella 2 sono riportati i risultati di ANOVA riguardanti i costi per tipo d<strong>it</strong>rattamento medico. L‟analisi dei costi mostra come gli interventi che costanomeno sono quelli omeopatici (4,21 €) al pari delle vaccinazioni (4,35 €), mentrequelli che costano di più sono gli allopatici (12,41 €) e gli antiparass<strong>it</strong>ari (10,04 €).Il costo dei trattamenti omeopatici è addir<strong>it</strong>tura di circa 1/3 rispetto a quelliallopatici. Se si aggiunge anche il costo del veterinario, il trattamento omeopatico(10,03 €) costa poco più <strong>della</strong> metà di quello allopatico (18,15 €). Dall‟analisi deidati raccolti emerge che il trattamento di bovine da latte con medicine nonconvenzionali apporta numerosi vantaggi in azienda, come del resto hannoevidenziato anche altri Autori (Bertani et al., 2007). I trattamenti omeopaticiappaiono efficaci al pari degli allopatici, inoltre gli animali non sono sottoposti aperiodi di sospensione: le loro produzioni possono essere utilizzate anche neiperiodi durante i quali gli animali sono sottoposti a trattamento.Tabella 2: ANOVA: Costi dei trattamenti mediciGlr=2378 Sign All. Antip. Chir. F<strong>it</strong>o. Omeo. Vacc.Senza vet. € *** 12,41 A 10,04 AB 7,17 BC 5,67 CD 4,21 E 4,35 DECon vet. € *** 18,15 A 17,16 A 13,26 B 11,86 B 10,03 C 9,36 C*** P≤0,001. Lettere diverse indicano differenze significative per P


RINGRAZIAMENTI<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoFinanziamento Comun<strong>it</strong>à Montana MugelloBIBLIOGRAFIABertani M., Mezzera S., Motelli A. 2005. Osservazione retrospettiva e analisi deidati raccolti in due allevamenti bovini s<strong>it</strong>uati nella zona del Parmigiano Reggianotrattati con la medicina omeopatica. www.lycopodium.<strong>it</strong>. Lorenzini G., Martini A.,Sabatini L., Gallai S., Squilloni S., Tambini P., Casini M., Polidori P. 2009.Efficiency and costs of the health management in an organic dairy farm where weuse unconventional medicines. Proceedings ASPA, ITALIAN JOURNAL OFANIMAL SCIENCE, 622-624, 8. Martini A., Tambini P., Miccinesi M., 2001a.Prevenzione e cura di malattie nei bovini con metodi di medicina nonconvenzionale. Risultati di due anni di prova in allevamenti da carne e da latte nelMugello. Ed<strong>it</strong>o dalla Comun<strong>it</strong>à Montana del Mugello, Borgo S. Lorenzo (FI), 26 pp.Martini A., Tambini P., Miccinesi M., Bozzi R., 2001b. Homeopathic medicine:research data from Italy. Proc. 5th Workshop of the Network for Animal Healthand Welfare in Organic Agriculture (NAWHOA), Rødding (DK), 11-13 November:32-40. Martini A., 2008. Omeopatia dei bovini, dalla teoria alla pratica. In AttiCorso Introduttivo Alla Medicina Non Convenzionale Veterinaria, a cura diPignattelli P. Edizioni Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche. Brescia– Italia, 21-38. Pignattelli P., Martini A., 2007. Omeopatia. In: Pignatelli, P.,Medicina veterinaria non convenzionale, Edagricole, pp. 13-53. SAS, 2002. User‟sGuide: Statistics, Version 8.2. SAS Inst<strong>it</strong>ute. Inc., Cary, NC, USA. Vaarst M.,Martini A., Bennesgard T.W., Hecktoen L., 2004. Approaches to the treatment ofdiseased animals. In: Vaarst M., Roderick S., Lund V., Lockeretz W. (eds.), AnimalHealth and welfare in Organic Agriculture, CABI Publishing, pp. 279-307.52


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoLA PRESCRIZIONE OMEOPATICA DI GRUPPONELL’ALLEVAMENTO BOVINOF. PisseriScuola Cimi-Koinè, RomaRIASSUNTO<strong>La</strong> medicina omeopatica ha un ruolo centrale nella gestione san<strong>it</strong>aria dell’allevamento biologico per l’assenza di residui, i bassi costi e la maneggevolezzaterapeutica. L’omeopatia, basata sul principio di simil<strong>it</strong>udine, si può applicare agruppi di animali tram<strong>it</strong>e un’opportuna metodologia, e lo studio del caso siestende all’intero agroecosistema. Si sintetizzano le diverse fasi applicative: lavis<strong>it</strong>a omeopatica, l’analisi del caso, la prescrizione applicata a un gruppo dianimali da allevamento. Si presenta il caso di un allevamento bovino dove si èapplicata tale metodologia per la cura delle patologie presenti, tram<strong>it</strong>e laprescrizione del rimedio Arsenicum album XMK. I risultati presentano un ottimofollow-up clinico, corredato da un mon<strong>it</strong>oraggio parass<strong>it</strong>ologicoParole chiave: medicina omeopatica, approccio sistemico, rimedio di fondo delgruppo di animali.INTRODUZIONENell‟allevamento biologico e più in generale nella zootecnia che voglia perseguiremodelli di sostenibil<strong>it</strong>à ambientale e di etica del rapporto uomo-animale, lamedicina omeopatica si inserisce come approccio san<strong>it</strong>ario di prima scelta per laassenza di residui, l‟approccio globale alla salute e l‟approfondimento delleinterazioni animale-ambiente-uomo.<strong>La</strong> gestione san<strong>it</strong>aria dell‟allevamento biologico non dovrebbe lim<strong>it</strong>arsiall‟applicazione dei regolamenti in vigore, ma cost<strong>it</strong>uire un modo diverso di tutelare53


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicola salute animale, tram<strong>it</strong>e un modello sistemico, e svolgere una costante attiv<strong>it</strong>à dimon<strong>it</strong>oraggio e prevenzione (Pisseri, 2009). Ad esempio, il controllo integrato delleparass<strong>it</strong>osi comprende anche alcune pratiche gestionali, come rotazione eturnazione dei pascoli, l‟ attenzione alla genetica e alla igiene dell‟ alevamento(Cabaret et al., 2002; Ketzis et al., 2006).<strong>La</strong> medicina omeopatica stimola l‟organismo a reagire alla malattia sfruttandone leinnate potenzial<strong>it</strong>à di guarigione: cerca di curare la predisposizione alla malattia,studiando la cost<strong>it</strong>uzione del malato (Del Francia, 1989), il suo temperamento e lesue modal<strong>it</strong>à adattative. <strong>La</strong> letteratura omeopatica è basata essenzialmente su studieffettuati sull‟uomo, è quindi necessario elaborare nuove strategie per leapplicazioni in medicina veterinaria.L‟approccio omeopatico è individuale ma la sua applicazione in campo zootecnico èpossibile in quanto, secondo il metodo sistemico (Mangialavori e Marotta,2004),l‟osservatore definisce i lim<strong>it</strong>i dell‟oggetto di studio; nel caso di un allevamento ipazienti sono inser<strong>it</strong>i nell‟agroecosistema, le cui dinamiche sono profondamenteinterconnesse con la salute e il benessere degli animali (Pisseri, 2003). Inoltreanimali allevati in gruppo, che condividano ambiente e gran parte del patrimoniogenetico, esprimono sovente emozioni, comportamenti e tendenze patologichecomuni. Il rimedio è specifico e diverso per ogni gruppo e può avere l‟effetto diaumentare le capac<strong>it</strong>à reattive generali degli animali (Colombo et al., 1998). <strong>La</strong>metodologia omeopatica applicata al gruppo prevede diverse fasi: la vis<strong>it</strong>aomeopatica del gruppo, l‟analisi del caso, la prescrizione tram<strong>it</strong>e la scelta delrimedio e <strong>della</strong> potenza più indicati. <strong>La</strong> vis<strong>it</strong>a omeopatica comprende un‟accurataosservazione dell‟ambiente pedoclimatico, delle strutture, dell‟alimentazione, deirapporti uomo-animale e delle dinamiche all‟interno <strong>della</strong> mandria.Viene esegu<strong>it</strong>a una anamnesi patologica recente e remota del gruppo, un‟analisi deicomportamenti rifer<strong>it</strong>i alla etologia <strong>della</strong> specie in questione e delle modal<strong>it</strong>à concui gli individui si rapportano all‟ambiente (Pisseri, 2009). Durante la presa delcaso i dati vengono raccolti tram<strong>it</strong>e colloquio col personale addetto agli animali,osservazione diretta, valutazione delle reazioni degli animali a segnali comunicativi54


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoda parte del terapeuta come richiami, posture particolari, contatto fisico. Si effettuala vis<strong>it</strong>a clinica tradizionale dei soggetti ammalati con eventuali esami dilaboratorio. Vengono quindi analizzati gli elementi raccolti valutando se vi sia traessi una relazione e/o una coerenza, secondo il “metodo <strong>della</strong> compless<strong>it</strong>à”(Mangialavori e Marotta, 2004), effettuata una repertorizzazione, e, tram<strong>it</strong>e laapplicazione del principio di simil<strong>it</strong>udine, prescr<strong>it</strong>to il rimedio “di fondo” delgruppo (Benvenuti et al., 2007).<strong>La</strong> scelta <strong>della</strong> potenza del rimedio si basa sulle condizioni cliniche degli animali,ma in zootecnia si tengono presenti anche esigenze pratiche ed economiche, infatti,la prescrizione di potenze più alte consente di ridurre la frequenza dellesomministrazioni e quindi i costi di manodopera. Il rimedio omeopatico può esseresomministrato in soluzione acquosa per via orale o vaporizzato sulle mucose (orali,nasali, congiuntivali). Dopo la prima prescrizione si valuta l‟evoluzione del sistema,per verificare la terapia in atto ed eventualmente migliorarla. Si può procedere allaprescrizione di tipo individuale per alcuni soggetti, nel caso in cui la loro rispostaalla terapia non sia stata soddisfacente. Di segu<strong>it</strong>o si riporta un‟esperienza cheriguarda l‟applicazione <strong>della</strong> metodologia omeopatica durante la presa del caso,l‟analisi del caso e la prescrizione omeopatica in un allevamento bovino, segu<strong>it</strong>a daidati di tipo osservazionale derivanti dai mon<strong>it</strong>oraggi clinico e parass<strong>it</strong>ologico.MATERIALI E METODILo studio è stato effettuato in un allevamento di circa 200 bovini di razzaLimousine, Pezzata Rossa e Mucca Pisana s<strong>it</strong>uato in provincia di Pisa. Gli animalisono allo stato brado ad eccezione <strong>della</strong> fase di ingrasso in cui vengono stabulati. Ilrapporto UBA/SAU è ottimo: 0,5 bovini adulti per ettaro.Nell‟amb<strong>it</strong>o <strong>della</strong> vis<strong>it</strong>a omeopatica si rileva che i pascoli appaiono molto sfruttati econ evidenti problemi di calpestamento in alcune zone, non viene infatti effettuataalcuna rotazione dei pascoli. Il fieno somministrato è variabile come composizionee presenta spesso muffe. L‟anamnesi degli ultimi quattro anni mette in evidenzaproblemi di endoparass<strong>it</strong>i ed ectoparass<strong>it</strong>i, per i quali sono stati effettuati diversi55


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicotrattamenti sia convenzionali che non convenzionali. Il personale riporta alcuniepisodi di r<strong>it</strong>enzioni placentari e di metr<strong>it</strong>i post-partum. Si riscontrano forme didiarrea presenti in tutte le categorie di animali, le feci sono acquose e presentanoodore forte. In alcuni soggetti si nota un cattivo stato di nutrizione, pelo opaco earruffato. Alcuni presentano alterazioni cutanee con aree alopeciche, prur<strong>it</strong>o e cuteispess<strong>it</strong>a. In segu<strong>it</strong>o ad una analisi del raschiato cutaneo si è messo in evidenzatrattarsi di dermatopatia da Mallofagi.Le analisi coprologiche mettono in evidenza in tutti gli animali la presenza dicoccidi, strongili gastro intestinali, tenie, e in un ristretto numero di distomi(Fasciola hepatica, Dicrocelium dendr<strong>it</strong>icum).All‟osservazione del comportamento gli animali risultano irr<strong>it</strong>abili e sospettosi neiconfronti dell‟uomo, manifestando diverse reazioni di difesa, alcune delle quali sirisolvono in vera e propria aggressiv<strong>it</strong>à. Si nota che alcuni operai hanno modi assaiag<strong>it</strong>ati nel contatto con gli animali, urlano, utilizzano bastoni anche quando non ènecessario. <strong>La</strong> mandria presenta reazioni di fuga repentine: gli animali tendono adallontanarsi di corsa all‟avvicinarsi dell‟uomo.Durante la vis<strong>it</strong>a omeopatica si sono esaminate le problematiche del rapporto delpersonale con gli animali, indicando nuove modal<strong>it</strong>à relazionali che potesserodiminuire lo stress dei bovini in tale contesto.<strong>La</strong> nostra analisi del caso mette in luce che l‟agroecosistema appare esaur<strong>it</strong>o inquanto i pascoli sono eccessivamente sfruttati; gli animali si possono r<strong>it</strong>enereindebol<strong>it</strong>i dal punto di vista immun<strong>it</strong>ario in quanto molto colp<strong>it</strong>i da malattieparass<strong>it</strong>arie. <strong>La</strong> presenza di parass<strong>it</strong>i, infatti, non determina necessariamentedisturbi clinicamente manifesti, se vi è un buon equilibrio nella reattiv<strong>it</strong>à deglianimali e un buon rapporto UBA/SAU.<strong>La</strong> mandria presenta uno stato di subintossicazione dovuto agli squilibri alimentarie alla cattiva qual<strong>it</strong>à del fieno, un‟alterazione presumibilmente funzionaledell'apparato gastro-enterico e gravi lesioni cutanee.56


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoDal punto di vista comportamentale presenta uno stato di irr<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à e sospettoeccessivo in rapporto allo standard di specie, determinato da un rapporto uomoanimalebasato sulla paura.I sintomi repertoriali utilizzati sono stati: MIND; IRRITABILITY MIND; RESTLESSNESS, nervousness; tendency MIND; SUSPICIOUSNESS, mistrustfulness GENERALITIES; EMACIATION GENERALITIES; INTOXICATION, after SKYN; ERUPTION,scabby RECTUM; DIARRHEA RECTUM; WORMS; complaints FEMALE; PLACENTA; retained<strong>La</strong> repertorizzazione (Fig.1) effettuata col software Mac Repertory 5.5 evidenzia che15 rimedi omeopatici presentano almeno 8 dei 9 sintomi omeopatici inser<strong>it</strong>i.Tabella 1: Medie <strong>della</strong> conta fecale delle oocisti di coccidi (OPG) e uova di strongili (UPG)rifer<strong>it</strong>e a ciascun prelievoUPGOPGCampionamentoStrongiliEimeria spp.gastro-intestinaliMaggio 1° anno 735 100Luglio 900 38Ottobre 260 89Gennaio 61 30Marzo 170 70Maggio 2° anno 164 35Effettuando il procedimento di diagnosi differenziale tra detti rimedi, Arsenicumalbum è sembrato quello che maggiormente rappresentava il “simillimum” <strong>della</strong>57


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicomandria: animali sospettosi, intossicati, con gravi problemi di cute e diarrea conodore forte.Figura 1: Grafico <strong>della</strong> analisi repertoriale dell‟allevamento bovino (Mac Repertory 5.5)E‟ interessante sottolineare che l‟avvelenamento subacuto da Arsenico producemanifestazioni cutanee, diarrea liquida e fetida e accumulo a livello del sistemanervoso centrale con irr<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à e nervosismo.Si prescrive Arsenicum Album XMK in soluzione acquosa da somministraretram<strong>it</strong>e erogatore a spruzzo sul musello e sulla mucosa oculare una volta al giornoper tre giorni, quindi una volta al mese per 1 anno.<strong>La</strong> potenza XMK per personale esperienza è parsa la più adatta alla prescrizioneperché consente di ottenere effetti terapeutici rapidi e duraturi consomministrazioni distanziate nel tempo.Per allevamenti allo stato brado è particolarmente importante ev<strong>it</strong>are trattament<strong>it</strong>roppo ravvicinati che cost<strong>it</strong>uiscono motivo di stress per gli animali e costi dimanodopera per l‟azienda.Il livello di infestazione parass<strong>it</strong>aria è stato valutato nell‟ arco di un anno tram<strong>it</strong>e unprogramma di mon<strong>it</strong>oraggio parass<strong>it</strong>ologico, effettuando 6 campionamenti di eindagini parass<strong>it</strong>ologiche quali e quant<strong>it</strong>ative (Perrucci et al.,2004). Ad ognicampionamento sono stati raccolti pool fecali, in numero di uno per razza deibovini al pascolo e uno per box dei bovini all‟ ingrasso, oltre campioni singoli, innumero di 14-35 per ciascun campionamento, prelevati dall‟ ampolla rettale di58


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicodiverse categorie di animali. Il primo campionamento è stato effettuato prima <strong>della</strong>somministrazione del rimedio omeopatico.RISULTATI E CONCLUSIONIIl follow-up clinico mostra durante i due mesi successivi alla somministrazione delrimedio omeopatico un progressivo miglioramento fino alla totale remissione deiquadri diarroici e cutanei, una normalizzazione dello stato di nutrizione e unmiglioramento dello stato di irr<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à degli animali. <strong>La</strong> gestione dei pascoli nonha sub<strong>it</strong>o nello stesso periodo alcuna variazione. Un solo animale, riproduttoremaschio, è stato trattato con terapia convenzionale per distomatosi in quanto nonpresentava miglioramento <strong>della</strong> sintomatologia. I risultati del mon<strong>it</strong>oraggio relativiagli strongili gastro intestinali e ai coccidi, riportati nella tabella 1, indicano unadiminuzione dei valori medi di upg di strongili g.i. tra il primo e il secondo prelievo,inoltre nei punti di picco stagionale (autunno e primavera) si ha una bassa caricaparass<strong>it</strong>aria. Per quanto concerne le opg di coccidi si ha un iniziale aumento segu<strong>it</strong>oda una diminuzione, e nella primavera successiva la media si mantiene a livellibassi. Il mon<strong>it</strong>oraggio parass<strong>it</strong>ologico ha consent<strong>it</strong>o di tenere sotto controllol‟andamento delle parass<strong>it</strong>osi, permettendo, in caso fossero emersi datipreoccupanti, di intervenire in anticipo rispetto al manifestarsi dei disturbi causatidalle stesse. I dati ottenuti potrebbero essere correlati a fattori quali clima,alimentazione, etc. e inoltre vi è una probabile distorsione dei dati conseguente auna relativa disomogene<strong>it</strong>à di campionamento (analisi di pool fecali), tuttavia latendenza riscontrata, valutata contestualmente al favorevole follow-up clinico, faipotizzare un buon controllo delle patologie presenti in azienda tram<strong>it</strong>e la terapiaomeopatica. L‟esperienza riportata mette in luce la possibile valid<strong>it</strong>à del metodoomeopatico nel contenere il livello dei parass<strong>it</strong>i sotto la soglia di “rischio san<strong>it</strong>ario”e “rischio zootecnico” anche in s<strong>it</strong>uazioni di importanti problematiche patologiche,sottolineando la importanza del mon<strong>it</strong>oraggio quant<strong>it</strong>ativo per un ottimalecontrollo <strong>della</strong> s<strong>it</strong>uazione parass<strong>it</strong>ologia aziendale.59


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoRINGRAZIAMENTISi ringraziano Lorella Giuliotti, Novella Benvenuti e Grazia Guidi per lacollaborazione.BIBLIOGRAFIABenvenuti M. N., Pisseri F., Goracci J., Giuliotti L., Gugliucci B., Macchioni F.,Gavazza A., Guidi G., 2007. Feasibil<strong>it</strong>y of homeopathy in a flock of Zerasca sheep.European Trad<strong>it</strong>ional Medicine Vinci-Italy. Cabaret J., Bouilhol M., Mage C.,2002. Managing helminths of ruminants in organic farming Vet. Res, 33 (5): 625-640. Del Francia F., 1989. Omeopatia Veterinaria. Ed. Red. Pisseri F., 2003.Metodologia omeopatica in zootecnia Atti Congresso SIVAR, Cremona, 30-31maggio 2003. Pisseri F., 2009. <strong>Gestione</strong> san<strong>it</strong>aria dell‟ allevamento biologico,utilizzo <strong>della</strong> medicina omeopatica e <strong>della</strong> f<strong>it</strong>oterapia Buiatria 3/2009: 57-63.Colombo N., Archetti I., Fazia M., Brocheler G., Del Francia F., 1999. Trattamentoomeopatico e controllo del profilo immun<strong>it</strong>ario in allevamenti di bovini da latte inLombardia, L‟omeopatia negli allevamenti bovini da latte,ed. ARSIA.Mangialavori M., Marotta G., 2004. Praxis, Matrix Ed<strong>it</strong>rice. Perrucci S., CiardiE., Fichi G., Zaralli L.G., Pisseri F., 2004. Mon<strong>it</strong>oraggio parass<strong>it</strong>ologico dell‟ aziendabiologica di bovini da carne “<strong>La</strong> Sterpaia” Pubbl Reg. Toscana. Ketzis J. K.,Vercruysse J., Stromberg B. E., Athanasiadou S., Houdijk J.G.M., 2006. Evaluationof efficacy expectations for novel and non-chemical helminth control strategies inruminants Vet. Par. 139: 321-335.60


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoLA PRESCRIZIONE OMEOPATICA DI GRUPPONELL’ALLEVAMENTO OVINOF. PisseriScuola Cimi-Koinè, RomaRIASSUNTO<strong>La</strong> terapia omeopatica può essere un valido strumento per il controllo delleparass<strong>it</strong>osi nell’allevamento ovino, favorendo l’instaurarsi del naturale equilibrioosp<strong>it</strong>e-parass<strong>it</strong>a. <strong>La</strong> metodologia segu<strong>it</strong>a per la prescrizione omeopatica è quella<strong>della</strong> ricerca del rimedio di fondo di gruppo, tram<strong>it</strong>e vis<strong>it</strong>a aziendale, successivarepertorizzazione e diagnosi differenziale. Si descrive l’applicazione di talemetodologia in un gregge ovino di razza Zerasca, al quale si è prescr<strong>it</strong>to ilrimedio omeopatico <strong>La</strong>chesis XMK, applicando il principio di simil<strong>it</strong>udine.Si valuta l’efficacia del trattamento per il controllo delle strongilosigastrointestinali tram<strong>it</strong>e protocollo sperimentale con un disegno di studiocontrollato e randomizzato, con la presenza, oltre ai gruppi “omeopatico” e“controllo” di un gruppo di ovini trattato con la medicina convenzionale. L’analisistatistica mostra differenze altamente significative relative al trattamento,evidenziando nel gruppo trattato con la omeopatia una riduzione <strong>della</strong> caricaparass<strong>it</strong>aria e un suo mantenimento al di sotto dei livelli di rischio san<strong>it</strong>ario ezootecnico.Parole chiave: parass<strong>it</strong>osi, metodologia prescr<strong>it</strong>tiva omeopatica, protocollosperimentaleINTRODUZIONENell‟allevamento biologico l‟omeopatia può cost<strong>it</strong>uire un valido strumento dicontrollo per le parass<strong>it</strong>osi, che rappresentano una delle patologie più frequenti,61


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicodato il forte contatto osp<strong>it</strong>e-parass<strong>it</strong>a nell‟amb<strong>it</strong>o del pascolamento (Benvenuti etal., 2005). Le parass<strong>it</strong>osi ovine determinano forme clinicamente evidenti osubcliniche, e possono incidere sulle performance produttive. Il loro controlloterapeutico si basa principalmente sull‟uso di trattamenti antiparass<strong>it</strong>ari di sintesi,che nell‟allevamento ecosostenibile devono presentare ridotto periodo disospensione e basso impatto ambientale. Tali farmaci possono comportareecotossic<strong>it</strong>à, selezione di ceppi resistenti, e alti costi di gestione. In natura siinstaura una sorta di equilibrio tra osp<strong>it</strong>e e parass<strong>it</strong>a che può consentire di lim<strong>it</strong>arela carica parass<strong>it</strong>aria e/o le conseguenze organiche delle parass<strong>it</strong>osi, tale equilibriotende ad alterarsi in caso di alimentazione inadeguata, condizioni ambientalisfavorevoli, etc. Se si vuole ridurre l‟utilizzo dei farmaci di sintesi va consideratoprior<strong>it</strong>ario il buon mantenimento dell‟agroecosistema: rotazione dei pascoli, igieneambientale, corretta alimentazione, etc. L‟uso <strong>della</strong> medicina omeopatica puòessere in tale ottica molto interessante per la sua assenza di residui, di tossic<strong>it</strong>à e diimpatto ambientale. Si ipotizza che la medicina omeopatica possa determinare unaefficace risposta immun<strong>it</strong>aria dell‟osp<strong>it</strong>e con una diminuzione <strong>della</strong> caricaparass<strong>it</strong>aria e una migliore tolleranza nei confronti del parass<strong>it</strong>a (Benvenuti et al.,2007, Benvenuti et al., 2008). Il sistema immun<strong>it</strong>ario è infatti capace di interferirecon il metabolismo elmintico determinando un rallentamento dello sviluppo e unadepressione <strong>della</strong> v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à e <strong>della</strong> fertil<strong>it</strong>à (Ambrosi, 1995). L‟efficacia <strong>della</strong> medicinaomeopatica per il controllo dei parass<strong>it</strong>i gastrointestinali deve essere valutata conindagini coprologiche di tipo quant<strong>it</strong>ativo, poiché l‟obiettivo <strong>della</strong> terapia non èl‟azzeramento <strong>della</strong> carica parass<strong>it</strong>aria ma lo stabilirsi dell‟equilibrio osp<strong>it</strong>eparass<strong>it</strong>a(Pisseri et al., 2005). <strong>La</strong> metodologia volta alla prescrizione del rimedioomeopatico per il controllo delle parass<strong>it</strong>osi si basa sulla vis<strong>it</strong>a al gregge, tram<strong>it</strong>e laquale si raccoglie la anamnesi patologica, si osservano gli animali, l‟agroecosistemae si effettuano vis<strong>it</strong>e cliniche. In base all‟analisi omeopatica si traducono i datiraccolti in “sintomi omeopatici”, che rappresentano espressioni fisiopatologiche ocomportamentali particolarmente significative. <strong>La</strong> repertorizzazione consiste nellavalutazione dell‟incidenza dei rimedi omeopatici presenti nel repertorio rispetto ai62


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicosintomi selezionati, essa rappresenta un semplice suggerimento prescr<strong>it</strong>tivo, percui non è detto che il rimedio che spicca per maggior presenza di sintomi sia quellopiù indicato. <strong>La</strong> prescrizione si basa sull‟applicazione del principio di simil<strong>it</strong>udinealla sintesi globale del quadro presentato dal gruppo di pazienti e del rimedio,mediata dall‟esperienza e dalle conoscenze dell‟omeopata. In zootecnia sovente nonè possibile individuare il rimedio omeopatico specifico per ciascun soggetto, comesi usa fare per cavalli e pets, si può quindi, a nostro avviso, applicare il principio disimil<strong>it</strong>udine al gruppo di pazienti, a condizione che sia sufficientemente omogeneo.Il rimedio omeopatico, detto “rimedio di fondo” del gruppo di animali, viene quindiprescr<strong>it</strong>to considerando le specifiche manifestazioni del gregge, e non solamente inbase alla patologia che si vuole affrontare (Pisseri, 2009). Si descrivono la vis<strong>it</strong>a e laprescrizione omeopatica riguardanti un gregge ovino, e l‟applicazione di unprotocollo sperimentale volto a valutare l‟efficacia del rimedio omeopatico di fondodel gregge per il controllo degli strongili gastro-intestinali.MATERIALI E METODILo studio è stato effettuato in un allevamento di 200 pecore di razza Zerasca,s<strong>it</strong>uato nel comprensorio di Zeri in Lunigiana, ad una alt<strong>it</strong>udine di 800 m slm.Durante la vis<strong>it</strong>a omeopatica si registra il fatto che gli ovini vengono ricoverati inun ovile nelle ore notturne tutto l‟anno per problemi legati a presenza di predatori,pascolano nelle ore diurne e viene somministrata loro una integrazione alimentarea base di fieno e cereali. Le strutture risultano sottodimensionate rispetto alnumero degli animali, per cui quando gli animali non vengono mandati al pascolovi è sovraffollamento. Per quanto riguarda gli aspetti clinici, l‟anamnesi evidenziafrequenti episodi di bronch<strong>it</strong>i e polmon<strong>it</strong>i sia nei soggetti giovani che negli adulti,con mortal<strong>it</strong>à e disturbi gastro-enterici con meteorismo nei giovani. Negli adultivengono segnalati frequenti accessi di tosse secca e rare mast<strong>it</strong>i. Alla vis<strong>it</strong>a glianimali presentano evidenze sintomatologiche riconducibili a parass<strong>it</strong>osigastrointestinali (dimagramento) e bronchiali (tosse). <strong>La</strong> presenza di parass<strong>it</strong>osibronco-polmonare è stata confermata dalla analisi coproparass<strong>it</strong>ologica effettuata63


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicocon metodo Baermann. Prima dello studio venivano annualmente effettuati duetrattamenti antiparass<strong>it</strong>ari con farmaci allopatici. Dal punto di vista delcomportamento colpisce che gli animali, appena ci vedono da lontano, chiamano.Appaiono comunicativi, molto vivaci e giocherelloni. In alcuni momenti c‟ècompetizione fra loro e a volte alcuni gruppetti si isolano. L‟allevatrice riferisce chequesto gregge tende a non obbedire ai suoi comandi, a non seguirla, manifestandouna certa autonomia; infatti anche l‟operazione di far rientrare le pecore nell‟ovile,anche se aiutata dal cane, è molto difficoltosa. L‟analisi del caso evidenzia larelativa autonomia e una certa fierezza, caratteristica molto particolare trattandosidi pecore, la vivac<strong>it</strong>à e la comunicativ<strong>it</strong>à. Per quanto concerne la repertorizzazione,sono stati considerati i seguenti sintomi repertoriali:MIND; VIVACIOUSNESSMIND; EXTROVERTEDMIND; IRRITABILITYGENERALITIES; EMACIATIONCHEST; INFLAMMATION; Bronchial tubes, bronch<strong>it</strong>isRECTUM; WORM, WORMS; complaintsCOUGH; DRYIl grafico <strong>della</strong> repertorizzazione effettuata col software Mac Repertory 5.5 (Fig.1)mostra che 9 rimedi omeopatici presentano tutti i 7 sintomi scelti per lo studio delcaso.Tabella 1:Elaborazione statistica <strong>della</strong> conta fecale stagionale nei tre gruppi sperimentaliGruppoOmeopaticoCampionamento Controllo Farmaco (Netobimin)(<strong>La</strong>chesis XMK)Media E. S. Media E. S. Media E. S.Inverno 587 107,46 646 148,5 698 87,2Primavera 909 339,63 86 55,5 730 337,28Estate 284 111,31 152 124,19 208 44,54Autunno 509 122,74 427 254,38 344 122,09Alla diagnosi differenziale si escludono i rimedi Sulphur, Phosphorus, Lycopodium,Belladonna, Nux Vomica, Alumina, Ignatia per scarsa simil<strong>it</strong>udine col quadro64


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicocomplessivo del gruppo di animali oggetto di studio e si sceglie il rimedio <strong>La</strong>chesismuta XMK (decimillesima diluizione korsakoviana), da somministrare in soluzioneacquosa ogni 15 giorni per due mesi. Nel trattamento di malattie croniche,prescrivendo alte diluizioni omeopatiche, si considerano convenienti lepreparazioni korsakoviane poiché non determinano in genere l‟aggravamentoomeopatico, che si può invece osservare utilizzando le alte potenze in diluizionecentesimale Hannemaniana. L‟aggravamento, pur essendo nella maggior parte deicasi innocuo per gli animali, può inutilmente preoccupare l‟ allevatore, e, in raricasi, rappresenta un rischio per gli animali. <strong>La</strong> scelta <strong>della</strong> alta diluizione (diecimilaK) è dovuta a motivazioni di ordine pratico, economico, e di maggior benessereanimale: avendo una effetto più duraturo le somministrazioni possono avere unafrequenza bassa (in questo caso ogni 15 giorni), con un minor consumo di farmaci,minore spesa di manodopera e minore stress per gli animali. Importante, per laprescrizione delle alte potenze, che il principio di simil<strong>it</strong>udine sia correttamenteapplicato, in quanto in questi casi la buona risposta alla terapia è strettamentelegata alla profond<strong>it</strong>à delle analogie rimedio-paziente. Il rimedio deriva dal velenodell‟omonimo serpente, il quadro comportamentale descr<strong>it</strong>to nelle materie medicheomeopatiche presenta a nostro avviso buone analogie col gregge. In questa aziendasi è svolto un lavoro sperimentale (Benvenuti et al., 2010), al fine di valutarel‟efficacia del rimedio di fondo per il controllo delle parass<strong>it</strong>osi. Sono stati formati,in maniera casuale, tre gruppi sperimentali di ovini adulti: controllo, farmacoconvenzionale (principio attivo: Netobimin), rimedio omeopatico. Il raffronto colfarmaco allopatico ci sembrava importante per comparare in maniera scientifica idue diversi approcci, anche in base alle linee di ricerca <strong>della</strong> Evidence BasedMedicine. Le analisi coprologiche quant<strong>it</strong>ative sono state effettuate con la tecnicaMc Master modificata, eseguendo un campionamento fecale individualestagionale. L‟elaborazione statistica è stata condotta mediante l‟analisi <strong>della</strong>varianza; i fattori di variabil<strong>it</strong>à inser<strong>it</strong>i sono stati: trattamento, stagione, stagioneentro trattamento.65


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoFigura 1: Grafico <strong>della</strong> analisi repertoriale dell‟allevamento ovino (Mac Repertory 5.5)RISULTATI E CONCLUSIONIL‟elaborazione statistica <strong>della</strong> conta fecale in relazione al periodo del prelievo (Tab.1) ha mostrato differenze altamente significative (P≤0.01) all‟interno dei tre gruppisperimentali. Il primo campionamento avviene prima <strong>della</strong> somministrazione de<strong>it</strong>rattamenti. Al secondo prelievo si assiste ad un aumento <strong>della</strong> carica parass<strong>it</strong>arianel gruppo di controllo che si spiega con lo “spring rise”; nel gruppo trattato colfarmaco convenzionale si ha una forte riduzione <strong>della</strong> carica parass<strong>it</strong>aria mentre ilgruppo trattato con l‟omeopatia rimane stabile. All‟ultimo prelievo il gruppoomeopatico presenta i valori più bassi di upg, avvalorando l‟ipotesi che la terapiaomeopatica agirebbe favorendo l‟equilibrio tra osp<strong>it</strong>e e parass<strong>it</strong>a tram<strong>it</strong>e unmiglioramento dell‟efficenza del sistema immun<strong>it</strong>ario, e sostenendo uno stato dinaturale omeostasi dell‟organismo. L‟approccio omeopatico è globale, complesso,in accordo con una visione agroecologica <strong>della</strong> azienda agricola. <strong>La</strong> gestione delleparass<strong>it</strong>osi deve essere affiancata da metodologie di controllo integrate, quali l‟usorazionale dei pascoli, la corretta gestione dei piani alimentari, e da un piano dimon<strong>it</strong>oraggio parass<strong>it</strong>ologico che consenta di intervenire adeguatamente in caso dinecess<strong>it</strong>à (Pisseri,2009). In conclusione la metodologia omeopatica sembra essereuna possibile pratica terapeutica per la strongilosi gastrointestinale ed è auspicabileun concreto approfondimento di questa tematica, grazie alla sua pratic<strong>it</strong>à, ai costi66


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicodi gestione contenuti, assenza di tossic<strong>it</strong>à e di residui sia nei prodotti di origineanimale che nell‟ambiente.RINGRAZIAMENTISi ringraziano Lorella Giuliotti, Novella Benvenuti e le allevatrici di Zeri per lapreziosissima collaborazione.BIBLIOGRAFIAAmbrosi M., 1995. Parass<strong>it</strong>ologia Zootecnica. Edagricole, Bologna. Benvenuti M.N., Pisseri F., Goracci J., Giuliotti L., Gugliucci B., Macchioni F., Gavazza A., GuidiG., 2007. Feasibil<strong>it</strong>y of homeopathy in a flock of Zerasca sheep. EuropeanTrad<strong>it</strong>ional Medicine. Vinci-Italy. Benvenuti N., Giuliotti L., Goracci J., Ver<strong>it</strong>à P.,2005. Study on gastrointestinal paras<strong>it</strong>es dynamics in Zerasca sheep aimed atreducing anthelmintic treatment. Int. Symp. On comparative advantages for typicalanimal products from Med<strong>it</strong>erranean areas, Vale de Santarem – Portogallo, vol.119: 283-287. Benvenuti N., Pisseri F., Goracci J., Giuliotti L., Macchioni F.,Ver<strong>it</strong>à P., Guidi G., 2008. Use of homeopathy in paras<strong>it</strong>es control plans in a flock ofZerasca sheep. X° Med<strong>it</strong>erranean Symposium, Corte. Benvenuti N., Giuliotti L.,Pisseri F., 2010 Protocolli sperimentali per la valutazione dell‟ efficacia del rimedioomeopatico nel controllo degli strongili gastrointestinali in ovini di razza zerasca-Atti secondo incontro medicina omeopatica Arezzo 24 aprile Pisseri F., 2009.<strong>Gestione</strong> san<strong>it</strong>aria dell‟ allevamento biologico, utilizzo <strong>della</strong> medicina omeopatica e<strong>della</strong> f<strong>it</strong>oterapia Buiatria 3/2009: 57-63. Pisseri F., Benvenuti N., Goracci J.,Terracciano G., Giuliotti L., Cianci D. (2005). Trattamento <strong>della</strong> Strongilosigastrointestinale in un allevamento biologico di ovini di razza massese. Obiettivi eDocumenti Veterinari, anno XXVI, ottobre 2005 JMP, 2002. J.M.P. User‟s Guidever. 5.0, S.A.S. Inst<strong>it</strong>ute Inc., Ed. Cary (NC), USA.67


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoL’UTILIZZO DI PIANTE MEDICINALI NEGLIALLEVAMENTI BIOLOGICI FAMIGLIARI IN URUGUAYL. Grosso 1 , S. Barbieri 1 , A. F.A., Cantafora 1 , C. Brisacani 2 , V. Ferrante 11 Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Animali, Sez.Zootecnica Veterinaria; 2 Ist<strong>it</strong>uto Cooperazione Economica Internazionale, MilanoRIASSUNTOIl lavoro presenta i risultati di un’indagine condotta su 98 produttori biologici,sull’utilizzo delle piante medicinali per i trattamenti veterinari in Uruguay; talidati sono stati successivamente sottoposti a validazione partecipativa nonsperimentale. Dall’inchiesta è emerso come la f<strong>it</strong>oterapia rappresenti una praticaantica ancora molto diffusa tra i produttori. Secondo la validazione, 17 piantesono risultate efficaci come rimedi veterinari naturali. In particolare, 6 piantemedicinali (Artemisia absinthium, Schinus molle L., <strong>La</strong>vandula officinalis Chaix,Flourencia oolepis Blake, Myoporum acuminatum, Melia azedarach) vengonocomunemente impiegate nel trattamento delle patologie parass<strong>it</strong>arie, cherappresentano il principale problema san<strong>it</strong>ario negli allevamenti biologici a basefamiliare uruguaiani. Risulta imprescindibile validare scientificamente i datiottenuti per poter offrire ai produttori uno strumento per valorizzare e svilupparela zootecnia biologica nel paese.Parole chiave: piante medicinali, animali da redd<strong>it</strong>o, zootecnia biologicaINTRODUZIONE<strong>La</strong> f<strong>it</strong>oterapia, pratica terapeutica che si basa sull‟utilizzo di piante officinali e deisuoi estratti, rientra nel grande gruppo delle medicine alternative o complementari(MNC) e sta diventando una realtà concreta e consolidata anche in campozootecnico e veterinario (Pignatelli, 2009). <strong>La</strong> f<strong>it</strong>oterapia è stata largamente68


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoutilizzata in passato per il trattamento di numerose patologie d‟allevamento(Bull<strong>it</strong>ta et al., 2007) e rappresenta ancora oggi uno strumento indispensabile nellagestione di allevamenti a carattere estensivo in paesi in via di sviluppo (Nanyingi etal., 2008). Nell‟amb<strong>it</strong>o delle attiv<strong>it</strong>à del progetto di cooperazione internazionale“Dialogo de saberes: progetto per la sostenibil<strong>it</strong>à <strong>della</strong> coltivazione, raccolta etrasformazione delle piante medicinali in Uruguay”, finanziato da RegioneLombardia e realizzato dall‟ONG ICEI, in collaborazione con il Dipartimento diScienze Animali dell‟Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Milano (DSA) e EcogranjasCooperativa Agraria Lim<strong>it</strong>ada (ECA), è stata valutata la diffusione delle conoscenzesull‟uso <strong>della</strong> medicina naturale nel trattamento degli animali da redd<strong>it</strong>o inzootecnia biologica. Sebbene l‟Uruguay sia un paese interessante nello scenariointernazionale <strong>della</strong> produzione biologica, la zootecnia su piccola scala rappresentauna realtà ai margini di quelle che sono le pol<strong>it</strong>iche agricole del Paese. L‟uso dipiante medicinali rappresenta una valida opzione per i produttori biologici che,secondo il regolamento nazionale (Red de Agroecologia, 2006) devono affrontarelim<strong>it</strong>azioni circa l‟impiego di prodotti veterinari allopatici o che non hanno accesso,per vincoli economici, al mercato dei prodotti veterinari. L‟obiettivo dello studio èstato la realizzazione di un‟inchiesta sull‟utilizzo di piante medicinali e sui possibiliprotocolli di applicazione in alcune fasi cr<strong>it</strong>iche <strong>della</strong> produzione animale biologicain Uruguay.MATERIALI E METODILo studio si è realizzato attraverso 98 interviste individuali ai produttori biologicisoci di ECA, vis<strong>it</strong>ando ciascuna azienda coinvolta. Il questionario utilizzato per laraccolta dei dati è stato formulato in maniera tale da ottenere informazioni generalisul produttore, sulla tipologia dell‟azienda e dei metodi d‟allevamento, conparticolare enfasi riguardo alle pratiche san<strong>it</strong>arie (Grosso, 2009). I dati relativiall‟utilizzo di piante medicinali come trattamenti veterinari sono stati validatiattraverso un workshop partecipativo (<strong>La</strong>ns et al., 2007) al quale hanno preso parte15 persone: 3 veterinari specializzati in MNC, 2 esperti di medicina popolare e 1069


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoproduttori che utilizzano ab<strong>it</strong>ualmente piante medicinali per la cura degli animali eche hanno negli anni raccolto informazioni sistematizzate.RISULTATI E CONCLUSIONIPer quanto riguarda l‟impiego <strong>della</strong> MNC per la cura delle patologie negli animalida redd<strong>it</strong>o, il 51,16% degli allevatori intervistati ha dichiarato di utilizzare rimedipopolari derivanti da piante medicinali. Sono stati raccolti dati, con un diversogrado di sistematizzazione, per un totale di 17 piante. Sei piante sonospecificamente impiegate nel trattamento delle parass<strong>it</strong>osi: le patologie parass<strong>it</strong>arie(principalmente ectoparass<strong>it</strong>osi) rappresentano il principale problema san<strong>it</strong>arionelle aziende intervistate.Sono stati anche segnalati 7 preparati f<strong>it</strong>oterapici utilizzati nella cura delle affezionicutanee (traumatismi e fer<strong>it</strong>e). Delle 17 piante medicinali utilizzate in campoveterinario dai produttori uruguaiani intervistati solo 5 vengono impiegate anche inItalia (Malva sylvestris, Ficus carica, Plantago major, Artemisia absinthium,Calendula officinalis), mentre 13 sono impiegate specificamente in Uruguay; diqueste, 5 (Flourencia oolepis Blake, Conyza bonariensis, Roystonea regia,Xanthium cavanillesii, Schinus molle) sono autoctone del subcontinentesudamericano. È da segnalare il fatto che le 5 piante utilizzate in entrambi i Paesinon sempre trovano la stessa applicazione veterinaria. Per esempio, il fico (Ficuscarica) in Italia è utilizzato negli animali come ant<strong>it</strong>ussivo-bechico, digestivo,antiflogistico e come integratore alimentare (Viegi et al., 2003), mentre in Uruguayviene solo segnalato l‟impiego <strong>della</strong> pianta come trattamento nella papillomatosicutanea bovina. Anche per la calendula (Calendula officinalis) sono stati segnalatiusi defferenti: in Italia viene impiegata nei casi di diarrea o dolori gastrici nei v<strong>it</strong>elli(Viegi et al., 2003), in Uruguay come trattamento terapeutico <strong>della</strong> rognapsoroptica nei conigli e come terapia di supporto nelle mast<strong>it</strong>i bovine.Antiparass<strong>it</strong>ariL‟assenzio (Artemisia absinthium) è risultata la pianta maggiormente utilizzata neibovini e nei caprini come antiparass<strong>it</strong>ario. Nei primi è impiegato come repellente70


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicocontro la mosca del corno (Haematobia irr<strong>it</strong>ans): la sua azione diminuisce la caricaparass<strong>it</strong>aria ed è emolliente, alleviando gli effetti irr<strong>it</strong>ativi causati dal parass<strong>it</strong>a.Viene utilizzato preparando un macerato con il 20% di materia fresca (germogli instadio vegetativo) in 1 l<strong>it</strong>ro di alcool a 95° che viene lasciato per 21 giorni inbottiglie di vetro oscurato ed ermeticamente chiuse. Prima dell‟utilizzo, il preparatoviene filtrato; l‟applicazione del prodotto tal quale è topica, per aspersione, su tuttoil corpo dell‟animale. <strong>La</strong> posologia consigliata è di 300 gr/capo, in un‟unicaapplicazione da ripetersi nel caso la carica parass<strong>it</strong>aria sia maggiore di 300parass<strong>it</strong>i/capo. L‟azione repellente generalmente è efficace per 10-20 giorni, infunzione delle condizioni climatiche. Nel caso <strong>della</strong> specie caprina, l‟assenzio èutilizzato contro gli endoparass<strong>it</strong>i, in particolar modo nei periodi più umididell‟anno che sono, a livello epidemiologico, quelli a più elevato rischio di infezione.Viene preparata un‟infusione utilizzando il 20% <strong>della</strong> pianta fresca; lasomministrazione è per os e la dose differisce secondo l‟età dell‟animale: negliadulti (peso vivo > 35kg) è di 25 cm³, nei capi giovani (< 1 anno e con peso vivo


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicoper 40-50 giorni del 10% dei fiori in un l<strong>it</strong>ro di acqua, 2) macerato per 21 giorni del20% di fiori in 1 l<strong>it</strong>ro di alcool. <strong>La</strong> calendula è risultata essere particolarmenteefficace nel trattamento <strong>della</strong> rogna psoroptica dei conigli, applicata secondo lenecess<strong>it</strong>à mediante pomata con glicerina direttamente nel padiglione auricolaredegli animali colp<strong>it</strong>i. Come pianta medicinale impiegata nel trattamento <strong>della</strong>ectoparass<strong>it</strong>osi nei bovini (specialmente contro la mosca del corno) e contro iparass<strong>it</strong>i interni nei caprini è stata segnalata la lavanda (<strong>La</strong>vandula officinalisChaix). Per entrambe le specie la preparazione del rimedio consiste in un‟infusionedel 20% di materia vegetale secca in acqua per 5 minuti, applicata topicamente neibovini o per os nei caprini. Altre piante specificamente indicate nella lotta allamosca nei bovini da latte sono state la chilca (Flourencia oolepis Blake), iltransparente (Myoporum acuminatum) e l‟albero dei rosari (Melia azedarach).Per la modal<strong>it</strong>à di preparazione e la posologia si rimanda a quanto indicato perl‟assenzio.Antisettici e cicatrizzantiIn caso di traumatismi e/o fer<strong>it</strong>e sono stati indicati differenti rimedi naturali il cuiuso è praticato in tutte le specie allevate. Uno di questi è rappresentato dal gelottenuto dall‟incisione delle foglie fresche di aloe (Aloe spp.). Ugualmente diffusa èstata rivelata la pratica di utilizzare l‟arnica (Arnica montana) preparata perinfusione e applicata in compresse calde. Un‟altra pianta medicinale impiegatanella disinfezione delle escoriazioni è la Yerba carnicera (Conyza bonariensis), conle cui foglie vengono preparate tisane che si utilizzano per il lavaggio delle fer<strong>it</strong>e.Sebbene i produttori non abbiano registrato risultati abbastanza soddisfacenti, èstato segnalato l‟impiego, come cicatrizzante, <strong>della</strong> piantaggine (Plantago spp.), ilcui preparato è ottenuto dalle foglie verdi che vengono tr<strong>it</strong>urate per estrarre il succoe applicato topicamente mediante compresse, e <strong>della</strong> palma imperiale (Roystonearegia), impiegata come tisana (1 foglia in 1 l<strong>it</strong>ro di acqua per 5 minuti). Allo scopodi prevenire complicanze secondarie dopo la castrazione, è stato segnalatol‟impiego del cardo (Xanthium cavanillesii), di cui sono note le proprietàdisinfettanti e antisettiche; viene preparata una tisana con le foglie verdi <strong>della</strong>72


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicopianta (2 foglie in 1 l<strong>it</strong>ro di acqua bollente per 5 minuti) che si applica direttamentecon una garza sulla fer<strong>it</strong>a chirurgica. Un‟altra pianta utilizzata come cicatrizzante eavente proprietà antibiotiche naturali è risultata essere il nasturzio (Tropaeolummajus): viene preparata un‟infusione utilizzando foglie e fiori consomministrazione topica o per os.Antimast<strong>it</strong>iciPer le proprietà antisettiche, emollienti e antiinfiammatorie (Campanini, 2004) lamalva (Malva sylvestris) viene largamente impiegata nel trattamento di supportodelle mast<strong>it</strong>i, specialmente nelle pecore. Viene preparata una tisana con le foglie,applicata direttamente in compresse sulla mammella colp<strong>it</strong>a. Nella prevenzionedelle mast<strong>it</strong>i è stato segnalato anche l‟uso <strong>della</strong> calendula: si utilizza la tintura al10% dopo ogni mung<strong>it</strong>ura per il lavaggio <strong>della</strong> mammella o viene impiegata nelladisinfezione periodica dell‟impianto di mung<strong>it</strong>ura (50 cc di tintura in 15 l<strong>it</strong>ri diacqua).Altre patologieÈ stata segnalata la linfa di fico (Ficus carica) come rimedio efficace neltrattamento <strong>della</strong> papillomatosi cutanea bovina: si applica direttamente la linfa<strong>della</strong> pianta sopra le lesioni tumorali che si disseccano e necrotizzano. Comesedante e ansiol<strong>it</strong>ico viene utilizzato il tiglio (Tilia cordata), preparato in infusionedi fiori e giovani foglie, e somministrato per os. Dall‟indagine realizzata risulta che,per la maggioranza dei produttori intervistati, la conoscenza <strong>della</strong> medicinanaturale deriva dalla tradizione popolare: la f<strong>it</strong>oterapia rappresenta quindi unapproccio antico al trattamento delle patologie animali. Sebbene l‟uso di rimedinaturali sia largamente diffuso tra i produttori, la medicina veterinaria nonconvenzionale in Uruguay ha destato solo negli ultimi anni qualche interesse alivello accademico. Questo studio rappresenta la prima tappa di un lavoro che siconcretizzerà nell‟elaborazione di un manuale pratico sull‟utilizzo delle piantemedicinali in campo veterinario in Uruguay. Risulta però necessario validaresperimentalmente i risultati ottenuti e promuovere la ricerca scientifica per poteroffrire al produttore un valido strumento che permetta di migliorare lo stato73


<strong>La</strong> terapia nell’allevamento biologicosan<strong>it</strong>ario dell‟allevamento e possa, di conseguenza, migliorare il benessereeconomico dei produttori biologici uruguaiani.RINGRAZIAMENTIGli autori desiderano ringraziare tutti i produttori che hanno partecipatoall‟inchiesta, ECA e la signora Ivet Alvarez per il supporto e la disponibil<strong>it</strong>à.BIBLIOGRAFIABull<strong>it</strong>ta S., Piluzza G., Viegi L., 2007. Plant resources used for trad<strong>it</strong>ionalethnoveterinary phytotherapy in Sardinia (Italy). Genet. Resour. Crop Evol., 54:1447- 1464. Campanini E., 2004. Dizionario di f<strong>it</strong>oterapia e piante medicinali.Ed. Tecniche Nuove. Grosso L. 2009. Informe encuesta agroecologica. Rapportotecnico “Dialogo de saberes: progetto per la sostenibil<strong>it</strong>à <strong>della</strong> coltivazione, raccoltae trasformazione delle piante medicinali in Uruguay”. INIA, 2010. Inst<strong>it</strong>utoNacional de Investigación Agropecuaria, comunicazione personale. <strong>La</strong>ns C.,Turner N., Khan T., Brauer G., Boepple W., 2007. Ethnoveterinary medicines usedfor ruminants in Br<strong>it</strong>ish Columbia, Canada. J. Ethnobiology and Ethnomedicine,311. Nanyingi M.O., Mbaria J.M., <strong>La</strong>nyasunya A.L., Wagate C.G., Koros K.B.,Kaburia H.F., Munenge R.W., Ogara W.O., 2008. Ethnopharmacological survey ofBamburu district, Kenya. J. Ethnobiology and Ethnomedicine, 4: 14-26. PignatelliP., 2009. L‟uso delle piante medicinali in zootecnia, una realtà in cresc<strong>it</strong>a. Iquaderni Zoobiodi 2/2009, 2-7. Red de Agroecologia, 2006. Normas deproduccion para la Agricultura Ecologica en Uruguay. Viegi L., Pieroni A.,Guarrera P.M., Vangeslisti R., 2003. A review of plant used in folk veterinarymedicine in Italy as basis for a databank. Journal of Ethnopharmacology, 89: 221-244.74


Sessione Poster


Sessione PosterMONITORAGGIO DELL’EFFICACIA DI UN TRATTAMENTOBIOIGIENIZZANTE SULLA RIDUZIONE DELLA CARICAMICROBICA MASTIDOGENA SU CUCCETTE CONLETTIERA DI BOVINE DA LATTEV. Bronzo 1 , A. Zanierato 2 , R. Varano 3 , P. Moroni 11 Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Milano, Dip. di Patologia Animale, Igiene e San<strong>it</strong>àPubblica Vet.; 2 SOP srl, Busto Arsizio (VA); 3 Alimentarista, Libero professionistaNegli allevamenti di bovine da latte, la tipologia di gestione <strong>della</strong> lettiera puòfavorire il contenimento delle popolazioni batteriche patogene, riducendol‟esposizione alle infezioni a carico delle mammelle delle bovine.Scopo del presente lavoro è di valutare l‟influenza di un trattamento bioigienizzante<strong>della</strong> lettiera sulla dinamica di alcune specie microbiche. Sono stati individuati duegruppi di 70 animali in lattazione, stabulati su cuccette con fondo di separato epaglia di frumento sfibrata, rinnovata con frequenza settimanale, omogenei pertipologia di animali, denominati Gruppo 1 (trattato con bioigienizzante) e Gruppo 2(controllo). Sulle cuccette di uno di questi gruppi sono stati esegu<strong>it</strong>i trattamentibioigienizzanti utilizzando SOP ® C COW (prodotto registrato agricoltura biologica)alla dose di 10 grammi/settimana/capo per un totale di 700 grammi/settimananell‟intero periodo di prova.Il mon<strong>it</strong>oraggio è stato esegu<strong>it</strong>o per un periodo di 360 giorni dall‟inizio deltrattamento (Luglio 2007- Luglio 2008) prelevando campioni di lettiera ogni 20giorni. Sui campioni effettuati sono stati valutati i seguenti parametri: CBT,Streptococchi fecali, Coliformi totali, Escherichia coli. Gli effetti del trattamento,del momento del campionamento e la loro interazione sono stati valutaticomparando i valori <strong>della</strong> media assoluta delle differenti conte batteriche mediante77


Sessione Posteranalisi <strong>della</strong> varianza multivariata in un modello generale lineare. <strong>La</strong> significativ<strong>it</strong>àstatistica è stata considerata per valori di p< 0.05. Il trattamento <strong>della</strong> lettiera haridotto significativamente la carica degli streptococchi (p=0.046), quella deicoliformi totali (p=0.044) e di E. coli (p=0.005).Il momento del campionamento è risultato significativo per tutte le classibatteriche mentre non sono state osservate interazioni fra la carica batterica ed ilmomento del campionamento. I risultati mostrano che il trattamento <strong>della</strong> lettierariduce la carica microbica totale e, in particolare, ha un effetto significativo nellariduzione di alcune classi di patogeni possibile fonte di mast<strong>it</strong>i cliniche.78


Sessione PosterTRATTAMENTO DELLA COCCIDIOSI CON CURCUMALONGA: CASO DI STUDIO SU SUINI CINTA SENESEALLEVATI CON METODO BIOLOGICOJ. Goracci 1 , F. Pisseri 2 , S. Paoletti 3 , G. Terracciano 41 Tenuta di Paganico Soc. Agr. SpA; 2 Scuola CIMI-Koinè, Roma; 3 Collaboratriceesterna; 4 Ist<strong>it</strong>uto Zooprofilattico <strong>La</strong>zio Toscana, sezione di PisaNel suino sono state descr<strong>it</strong>te 10 specie di coccidi: Isospora suis è r<strong>it</strong>enuta tra le piùdiffuse e spesso responsabile di forme diarroiche nei giovani suini. É parass<strong>it</strong>afrequente nei suinetti di 7-14 giorni e la sua presenza è associata a diarrea in più del50% degli animali infetti, con rapida disidratazione e frequente mortal<strong>it</strong>à. Gli studiriguardano essenzialmente allevamenti intensivi e soprattutto fasce di età presvezzamento;scarsi sono invece i dati epidemiologici e sintomatologici nei soggettiadulti. Alte cariche parass<strong>it</strong>arie nelle scrofe possono determinare problemi dicoccidiosi neonatale, per elevata contaminazione ambientale. Il rizoma di CurcumaLonga essiccato contiene i seguenti composti farmacologicamente attivi: lacurcumina, i sesqu<strong>it</strong>erpeni e lo stesso olio essenziale. Le proprietà farmacologicheverificate scientificamente sono: attiv<strong>it</strong>à antinfiammatoria, antiossidante,immunostimolante, anti-carcinogenetica, ipoglicemizzante. Studi recentidimostrano l‟attiv<strong>it</strong>à nei confronti <strong>della</strong> schistosomiasi tram<strong>it</strong>e effettiimmunomodulatori, leishmanicidi in v<strong>it</strong>ro ed anticoccidici su avicoli.Allo scopo di lim<strong>it</strong>are le parass<strong>it</strong>osi in un allevamento suino biologico di CintaSenese, sono state trattate 4 scrofe, un verro e il gruppo di ingrasso con 30 mg/kgPV/die di curcuma in polvere come integratore alimentare in due somministrazionigiornaliere per 21 gg. Sono stati esegu<strong>it</strong>i esami copromicroscopici da 04/2009 a05/2010 con cadenza mensile attraverso la tecnica di flottazione con soluzione diNa/Cl e conteggio delle oocisti per grammo (OPG) di feci con metodo McMaster.79


Sessione PosterI risultati mostrano un trend discendente delle OPG sia nei 5 riproduttori, che nelgruppo di ingrasso, evidenziando significativ<strong>it</strong>à statistiche in due scrofe (p=0.05 e0.04). Interessante è notare che il campionamento delle feci esegu<strong>it</strong>o all‟8° giornopost trattamento ha evidenziato un picco di escrezione di uova più di tre voltesuperiore al valore medio generale (media±dev.std 18583±9110.08 vs.5893±7460.57 OPG).Tale caso di studio apre nuove possibil<strong>it</strong>à di ricerca, nonché interessantiapplicazioni circa metodi alternativi ai coccidiostatici allopatici per l‟allevamentosuino estensivo.80


Sessione PosterMIGLIORAMENTO DELLE PERFORMANCE PRODUTTIVEIN POLLI RIPRODUTTORI CON ALIMENTAZIONEINTEGRATA DA MISCELE VEGETALIP.Pignattelli 1 e M. Scozzoli 21 Presidente ZooBioDi – Vicepresidente Olosmedica; 2 Centro Sperimentale per laPromozione del Metodo <strong>Biologico</strong>, Forlì. APA-CTL‟allevamento delle nostre razze avicole autoctone è in costante aumento anchegrazie alla maggior richiesta di pollo non convenzionale, biologico incluso. Icap<strong>it</strong>olati d‟allevamento di queste razze sono molto severi al fine di salvaguardarnee migliorarne le caratteristiche, patrimonio genetico insost<strong>it</strong>uibile e prevedono, fral‟altro, che i riproduttori possano avere libero accesso a parchetti erbosi a cuiattingere preziosi elementi nutrizionali, atti a conferire peculiari caratteristicheorganolettiche alle carni ed alle uova, oltre ai vantaggi offerti dal movimento.Purtroppo, per varie cause, anche meteorologiche, non sempre è possibile garantireun buon pascolo. Le conseguenze sulle performance possono essere drammatiche(calo <strong>della</strong> deposizione, infecond<strong>it</strong>à, minore schiusa, pulcini poco v<strong>it</strong>ali, etc.). Ilricorso a mangimi integrati del commercio riesce generalmente a fronteggiare ilproblema, ma vengono in parte snaturati i principi e le final<strong>it</strong>à di questo particolareallevamento. Scopo del presente lavoro è stato quello di verificare se l‟integrazionealimentare con due diversi f<strong>it</strong>opreparati a base di miscele di erbe officinali: MV1 -Nuovo Apasprint, APA-CT srl, Forlì e MV2 - Ergostress Plus, Biotrade snc,Mirandola – MO, fosse in grado di migliorare le performance di riproduttori diun‟antica razza avicola <strong>it</strong>aliana, la Valdarnese Bianca (VB), quando vengano amancare i “vantaggi” apportati dal pascolo. Sono state effettuate due prove su81


Sessione Posteraltrettanti allevamenti: A e B (A, formato da 5 famiglie e B da due) di riproduttoridi razza VB, dove, per ragioni climatiche e logistiche, era venuto a mancarel‟apporto nutr<strong>it</strong>ivo del pascolo. Le prove hanno avuto la durata di un anno edhanno forn<strong>it</strong>o risultati pos<strong>it</strong>ivi, evidenziando come sia possibile mantenerestandard di produzione significativamente superiori ai controlli non trattati, anchein condizioni di allevamento non conformi ai cap<strong>it</strong>olati. MV1 ha forn<strong>it</strong>o risultatisuperiori, ma non statisticamente significativi, a quelli di MV2.<strong>La</strong> somministrazione di miscele vegetali come integrazione dell‟alimentazione dipolli riproduttori di razza VB, razza rustica per eccellenza, particolarmente esigentedi spazi aperti, pascolo, ecc. potrebbe risultare particolarmente interessante, nonsolo per mantenere o migliorare gli standard produttivi in condizioni di stress dimedia e lunga durata, ma anche per migliorare le caratteristiche qual<strong>it</strong>ative, inparticolare quelle organolettiche, <strong>della</strong> carne e delle uova. Un interessante cap<strong>it</strong>oloquest‟ultimo tutto da esplorare.Relazione presentata al IV Convegno del CRA: “Rimedi vegetali in Zootecnia” in occasione del XXIISalone Internazionale del Naturale – SANA, Bologna, 09-09.201082


Sessione PosterOLI ESSENZIALI NEL TRATTAMENTO DI ALCUNEDERMATOFITOSI DEGLI ERBIVORIF. Pisseri 1 , S. Nardoni 2 , L. Pistelli 3 , A. Bertoli 3 , N. Benvenuti 4 ,L. Giuliotti 4 , F. Mancianti 21 Scuola CIMI-Koinè, Roma; 2 Univers<strong>it</strong>à di Pisa, Dipartimento di PatologiaAnimale; 3 Univers<strong>it</strong>à di Pisa, Dipartimento di Chimica Biorganica e Farmacia;4 Univers<strong>it</strong>à di Pisa, Dipartimento di Produzioni Animali.Le dermatof<strong>it</strong>osi negli animali da redd<strong>it</strong>o rappresentano un problema complesso edi difficile risoluzione a causa <strong>della</strong> loro contagios<strong>it</strong>à intra e interspecifica, del caloproduttivo dei soggetti infetti e <strong>della</strong> scarsa efficacia e praticabil<strong>it</strong>à dei trattamenticonvenzionali in animali in produzione zootecnica. L‟utilizzo degli oli essenziali(OE) per la terapia delle micosi superficiali può presentare una serie di vantaggiquali basso impatto ambientale, riduzione dei problemi di farmacoresistenza,possibil<strong>it</strong>à di utilizzo negli allevamenti biologici. L‟attiv<strong>it</strong>à degli OE sull‟organismo,come per ogni f<strong>it</strong>ocomplesso, deriva dall‟azione complessa e combinata e non dallasemplice somma dei singoli componenti. In caso di micosi cutanee le attiv<strong>it</strong>àantinfiamamtoria, antibatterica e len<strong>it</strong>iva, sommate alla ottima azione antimicotica,contribuiscono alla risoluzione delle lesioni. Nel presente lavoro si riportano irisultati preliminari dell‟impiego di OE nel trattamento delle dermatof<strong>it</strong>osi di 14cavalli di razza purosangue inglese e di 5 pecore di razza zerasca dai quali eranostati isolati rispettivamente Trichophyton equinum e Trichophytonmentagrophytes. Dal punto di vista clinico, i cavalli presentavano lesioniprevalentemente rotondeggianti con alopecia, croste, desquamazione cutanea sugarrese, torace, testa; le pecore presentavano sulla testa, nella zona naso-buccale,lesioni rilevate, tondeggianti, con croste e alopecia sulla testa e nella zona nasobuccale.Fattori predisponenti sono stati, per i cavalli, la giovane età (18-24 mesi),83


Sessione Posterla stagione autunnale con clima caldo-umido e lo stress legato al momento <strong>della</strong>doma. Per quanto riguarda le pecore è da segnalare una prolungata permanenzaper motivi climatici, era stata una lunga permanenza in un ovile, di dimensioni nonadeguate al numero di capi presenti. Gli animali sono stati trattati localmente sullelesioni mattina e sera per 15 giorni con una miscela di oli essenziali cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a daOrganum vulgare (5%), Rosmarini officinalis (5%) e Thymus serpilli (2%), dilu<strong>it</strong>ain olio di mandorle dolci (Purus dulcis). Gli oli erano stati preliminarmentecaratterizzati tram<strong>it</strong>e analisi gascromatografica. <strong>La</strong> scelta degli OE era orientata dairisultati ottenuti attraverso prove preliminari di efficacia in v<strong>it</strong>ro e all‟esperienzadel f<strong>it</strong>oterapeuta nello specifico campo di applicazione, privilegiando specie vegetaliautoctone. Nelle prove di sensibil<strong>it</strong>à in v<strong>it</strong>ro degli isolati, gli oli selezionatimostravano valori percentuali di concentrazione minima inibente (CMI) da 0.025 a5 per T. equinum e da 0,1 a 5 per T. mentagrophytes. Al termine del ciclo d<strong>it</strong>rattamento tutti gli animali erano clinicamente ed eziologicamente sani, in nessuncaso è stata segnalata l‟insorgenza di effetti collaterali e/o reazioni avverse. Perquanto l‟uso degli OE in corso di dermatomicosi sia scarsamente descr<strong>it</strong>to inletteratura, il presente protocollo terapeutico appare promettente, dimostrandouna serie di vantaggi rispetto alla terapia convenzionale quali la riduzione delrischio di selezionare ceppi antimicotico-resistenti, la possibil<strong>it</strong>à di somministrarela miscela direttamente sulle lesioni senza rimuovere croste e squame ed infine laversatil<strong>it</strong>à <strong>della</strong> formula che ne permette la somministrazione ancor prima deirisultati dell‟esame colturale, dal momento che tali miscele si sono rivelate efficacianche nel trattamento di dermat<strong>it</strong>i aspecifiche.84


Sessione PosterAFLATOSSINE IN MAIS E SORGO BIOLOGICI PERL’ALIMENTAZIONE DEL BESTIAMEA. Pistoia, L. Casarosa, P. Poli, G. Bondi, G. FerruzziUnivers<strong>it</strong>à di Pisa, DAGA, Sezione Scienze ZootecnicheNegli ultimi anni negli allevamenti animali, soprattutto bovini, suini e avicoli, sonoaumentati i problemi san<strong>it</strong>ari riconducibili ad effetti tossicologici, legati allapresenza di micotossine. L‟organo bersaglio risulta il fegato, dove questa tossinaprovoca necrosi emorragiche; in caso di intossicazione grave viene colp<strong>it</strong>o ilsistema immun<strong>it</strong>ario che inibisce la capac<strong>it</strong>à di difesa dell‟organismo da malattiefungine, batteriche, virali e parass<strong>it</strong>arie.Tali problemi risultano più accentuati nell‟amb<strong>it</strong>o <strong>della</strong> zootecnia biologica, per lamancanza di terapie adeguate, poiché la normativa vieta l‟uso di medicinal<strong>it</strong>radizionali. Inoltre, è opinione diffusa, che gli alimenti biologici per il bestiamesiano a maggiore rischio di micotossine, perché il divieto di utilizzare varietà OGMe la mancanza di trattamenti insetticidi, possono favorire lo sviluppo dei funghimicotossigeni.E‟ stata studiata l‟influenza di alcuni fattori (%Umid<strong>it</strong>à e Tannini <strong>della</strong> granella,condizioni climatiche) sul contenuto in aflatossine nella granella di mais, di sorgorosso e sorgo bianco prodotti con metodi biologici. I controlli anal<strong>it</strong>ici sono statieffettuati, con periodic<strong>it</strong>à settimanale, durante la fase vegetativa e dopo lamaturazione fisiologica <strong>della</strong> granella, su parte delle piante lasciate in campo. <strong>La</strong>contaminazione da aflatossine è stata in generale bassa poiché le condizioniclimatiche non sono risultate idonei per lo sviluppo del fungo e del suo metabol<strong>it</strong>a.Sono stati riscontrati sporadici valori pos<strong>it</strong>ivi nel mais e nel sorgo bianco, masempre sotto i lim<strong>it</strong>i di legge, tranne che per un campione di sorgo bianco, che hasuperato i lim<strong>it</strong>i per mangimi destinati ad animali da carne. Nel sorgo rosso, più85


Sessione Posterricco in tannini i campioni sono risultati sempre negativi. <strong>La</strong> prevenzione basata suappropriate tecniche in fase di coltivazione (raccolta precoce) e post-raccolta(essiccazione immediata <strong>della</strong> granella) rappresenta, anche in amb<strong>it</strong>o biologico, ilsistema più efficace, poiché prima <strong>della</strong> maturazione fisiologica, l‟umid<strong>it</strong>à <strong>della</strong>granella dei 3 cereali non ha mai raggiunto valori idonei allo sviluppodell‟aspergillus e del suo metabolica.86


Sessione PosterATTIVITÀ ANTICOCCIDICA IN PROVE DI CAMPODI UN FITOPREPARATO IN TACCHINI ALLEVATICON METODO BIOLOGICOM. Scozzoli 1 e P. Pignattelli 22 Centro Sperimentale per la Promozione del Metodo <strong>Biologico</strong>, Forlì. APA-CT1 Presidente ZooBioDi – Vicepresidente OlosmedicaCom‟è noto, la Coccidiosi nei tacchini, se non adeguatamente controllata, puòprovocare notevoli perd<strong>it</strong>e, vuoi come numero di decessi, vuoi come mancatoraggiungimento delle performance produttive, ma anche per riduzione delle difeseverso numerose patologie, prima fra tutte l‟Istomoniasi. Se nell‟allevamentoconvenzionale per il controllo <strong>della</strong> Coccidiosi sono disponibili numerosi prodottidi sintesi, questi non sono ammessi nell‟allevamento con metodo biologico. Scopodel presente lavoro è stato quello di verificare se l‟integrazione alimentare d<strong>it</strong>acchini biologici (BIG6) con un f<strong>it</strong>opreparato (§) a base di miscele di erbe officinalifosse in grado di controllare adeguatamente la Coccidiosi. Vengono riportati irisultati di due prove, condotte nella stessa azienda, ma in tempi diversi. Ilprodotto (§) è stato miscelato al mangime alla dose di 1 kg/ton a partire dalla primasettimana di v<strong>it</strong>a e per tutto il periodo d‟allevamento. Nella prima prova, 2400erano i soggetti controllo, che non hanno ricevuto alcun trattamento, e 2430 <strong>it</strong>acchini trattati, mentre nella seconda i tacchini controllo erano 2540 e 2600 quell<strong>it</strong>rattati.I risultati hanno evidenziato: nella prima prova una riduzione <strong>della</strong> mortal<strong>it</strong>à di7,83 punti percentuali nel gruppo trattato rispetto ai controlli (17,79% vs 9,96%) eduna miglior resa (41,27% vs 38,48%) mentre gl‟indici di conversione alimentare(IC) sono risultati praticamente identici. Nella seconda prova la riduzione <strong>della</strong>mortal<strong>it</strong>à rispetto ai controlli è stata ancora più marcata, 9,44 punti percentuali87


Sessione Poster(15,74% vs 6,30%), praticamente uguali gli IC, mentre è risultata migliore la resa(41,24% vs 36,61%), sempre a favore del gruppo trattato.Pur con tutti i lim<strong>it</strong>i imposti dalle prove di campo, i risultati ottenuti ci consentonodi esprimere un pos<strong>it</strong>ivo giudizio sul f<strong>it</strong>opreparato esaminato (Apacox. APA-CT srl,Forlì ) quale efficace arma nella prevenzione e cura <strong>della</strong> Coccidiosi del tacchinoallevato biologicamente con i vantaggi: di migliorare nei soggetti le difeseimmun<strong>it</strong>arie (assenza di altre patologie), di ev<strong>it</strong>are qualsiasi problema di farmacoresistenza (frequente con i prodotti di sintesi), assenza di residui nelle derratealimentari, di essere ecocompatibile ed infine di possedere un rapportocosto/benefici molto compet<strong>it</strong>ivo.88


Sessione PosterIMPIEGO DI UN PRODOTTO FITOTERAPICONELL’ALIMENTAZIONE DEI BOVINI DA LATTE PER LAPREVENZIONE DELLA MASTITE BOVINAM. Tarantola 1 , C. Castellina 2 , P. Cornale 3 , C. Malavasi 4 , L. Battaglini 31 Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Torino , Dip. Produzioni Animali, Epidemiologia edEcologia; 2 Veterinario, Libero professionista; 3 Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Torino ,Dip. Scienze Zootecniche; 4 Biotrade s.n.c.<strong>La</strong> parola f<strong>it</strong>oterapia deriva dal greco phyton (pianta) e therapeia (cura) erappresenta in assoluto la prima forma di medicina utilizzata dall'uomo; si basasulla somministrazione di piante medicinali o parti di esse per alleviare e prevenirealcune patologie e/o come rimedio terapeutico da affiancare alle terapie medicheclassiche con farmaci di sintesi. Il f<strong>it</strong>ofarmaco utilizzato nelle prova è un compostoa base di Echinacea angustifolia, Salix alba e Silybum marianum piante dotate dicomposti immunostimolanti, antinfiammatori, antipiretici, antibatterici, cheagiscono a livello sistemico. E‟ stata svolta una prova sperimentale, <strong>della</strong> durata di10 giorni, presso un‟azienda di bovine Frisone ubicata in Piemonte; il campioneformato da 24 bovine è stato suddiviso in due gruppi, di 12 capi ciascuno (trattato econtrollo), omogenei per momento di lattazione e numero di cellule somatiche.L‟azienda presentava un livello di gestione medio-alto, una produzione mediagiornaliera di 27 l<strong>it</strong>ri di latte, un BCS 2,50 e una cleaness <strong>della</strong> mammella buona.Prima <strong>della</strong> somministrazione è stato prelevato individualmente un campione dilatte e di sangue (T=0), prelievo ripetuto a fine trattamento (T=1) e dopo 15 giorni(T=2) per verificare la variazione dell‟indice c<strong>it</strong>ologico e di alcuni parametriematici, utili indicatori del processo infiammatorio in atto, quali: fibrinogeno, alfa1,alfa2, beta1, beta2, gamma, rapporto A/G, proteine totali. Il Linear score gruppocontrollo ha dato i seguenti risultati: T=0 5,13; T=1 5,66; T=2 5,36; il Linear score89


Sessione Postergruppo trattato T=0 4,95; T=1 5,30; T=2 4,76. Le proteine <strong>della</strong> fase acutainfiammatoria (ALFA e BETA) mostrano un innalzamento (anche se nonstatisticamente significativo) nei gruppo di animali di non trattati, mentre neglianimali trattati si verifica una loro diminuzione. Il fibrinogeno ha mostrato unaumento statisticamente significativo nel gruppo non trattato, passando 265 a 403g dl -1 (p


Indice degli autoriBBarbieri S. ................................ 68Battaglini L. .............................. 89Benvenuti N. ............................ 83Bertoli A. .................................. 83Bochicchio D. ............................26Bondi G. ....................................85Brisacani C. .............................. 68Bronzo V. ................................... 77CCantafora A.F.A. ....................... 68Casarosa L. ................................85Castellina C. ............................. 89Cornale P. ................................. 89DDella Casa G. .............................26FFerrante V. ............................... 68Ferruzzi G. .................................85GGaviglio A. ................................. 32Giuliotti L. ................................ 83Goracci J. .................................. 79Grosso L. .................................. 68LLic<strong>it</strong>ra Pedol M. ........................ 32Lotti C. ................................. 11; 48MMalavasi C. ............................... 89Mancianti F. .............................. 83Martini A.............................. 11; 48Moroni P. .................................. 77NNardoni S. ................................. 83PPaoletti S. .................................. 79Pignattelli P. .................... 1; 81; 87Pisseri F. ................. 53; 61; 79; 83Pistelli L. ................................... 83Pistoia A. ................................... 85Poli P. ........................................ 85SScozzoli M. .......................... 81; 87TTarantola M. ............................. 89Terracciano G. .......................... 79Traldi G. ..................................... 1791


Indice degli autoriVVarano R. .................................. 77Viegi L. ...................................... 39ZZanierato A. .............................. 7792


Fin<strong>it</strong>o di stampare nel mese di ottobre 2010Presso Tipografia Zanzibar Soc.Coop. p.a. - Anconawww.melostampo.<strong>it</strong>

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