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La Nostra Famiglia con l'OVCI nel mondo

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78SUDANBOLLICINE…<strong>La</strong> volontaria Francafesteggia un annodi Sudan.Carissimi amici,giusto un anno fa, il 13 settembre2005, arrivavo a Juba, mia primissimaesperienza in un paese tanto lontanoe diverso dal mio.Cosa dire dunque di quest’anno? Èstato intenso, sicuramente, tante coseda imparare, scoprire, capire. È statoricco di emozioni, di sguardi, di sorprese,di attenzioni, tutte nuove! È statoanche faticoso, per la lontananza dagliaffetti, per un ambiente e uno stile divita che non mi appartengono, insommaper essermi sentita straniera in unpaese pur accogliente.Se dovessi descrivere oggi Juba <strong>con</strong>un’immagine, direi che sembra unabottiglia di Sprite!C’è un grandissimo movimento digente che arriva, parte, ritorna e poi riparte.Dopo oltre un anno dalla firmadella pace, da tutto il <strong>mondo</strong> stannoarrivando organismi, agenzie, affaristidi vario genere che vogliono farequalcosa per la popolazione che vivedavvero in una situazione di estremapovertà.C’è una grandissima presenza diagenzie ONU, che hanno il compitodi monitorare il processo di pace. Persvolgere questo compito hanno portatoa Juba un immenso apparato diaerei, elicotteri, camion, tir, macchine,<strong>con</strong>tainer ecc. Un vero impero!E in tutto questo fermento la gentedi Juba cosa fa? <strong>La</strong> gente poverae semplice sta a guardare, attonita,sorpresa, <strong>con</strong> un misto di fiducia e dipreoccupazione, ma soprattutto <strong>con</strong>una infinita pazienza. Nella loro vitaquotidiana nulla è cambiato, vivonosempre <strong>nel</strong>le capanne, bevono ancoral’acqua del Nilo piena di virus e di batteri,non hanno elettricità, <strong>con</strong>tinuanoa morire per una banale bronchiteperché mancano medicinali. Certo,ora devono anche stare attenti a camminareper strada, perché le centinaiadi macchine delle Nazioni Unite e deglistranieri in genere hanno creato untraffico incredibile e poco <strong>con</strong>trollato.<strong>La</strong> gente povera di Juba non puòfare altro, perché non ha soldi, non haistruzione, non ha competenze specifiche;l’unica vita che <strong>con</strong>osce è quelladelle capanne e nessuno pare in gradodi “fare formazione”.<strong>La</strong> gente meno povera di Juba, invece,quella che - per intenderci - inpassato faceva parte dell’esercito oppureha avuto l’opportunità di usciredal paese e di studiare in Canada,Inghilterra o Kenya, adesso ricoprei posti di governo nei vari Ministeridel Sud Sudan. Alcuni di loro, e sonola maggior parte, stanno davvero lavorandoper dare un volto nuovo alloro paese, per iniziare un processodi sviluppo che possa portare allagente una qualità di vita diversa. Fannoun po’ tenerezza perché a voltesembrano persone che hanno decisodi scalare una grande montagna, manon hanno scarponi, né chiodi, népiccozze e per di più c’è anche qualcunoche gli tira i sassi... Ma vanno

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