10.07.2015 Views

RELAZIONE PROFESSOR MARCALETTI DON DUILIO BONIFAZI Il ...

RELAZIONE PROFESSOR MARCALETTI DON DUILIO BONIFAZI Il ...

RELAZIONE PROFESSOR MARCALETTI DON DUILIO BONIFAZI Il ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

spazio? In effetti non si è potuto far nulla perché stiamo in un meccanismo che per modificarlo dovremmo modificare leattuali leggi economiche, dovemmo modificare gli assetti economici nazionali ma non sono nazionali, ma anche equindi è una cosa più grossa di noi, non riusciremo a fare più di tanto, mentre potremmo come diceva il professoresicuramente incidere su questioni, piccole questioni che poi possono diventare anche grosse di politica della famiglia alivello locale o a livello un po’ più grosso come quello regionale o nazionale se è possibile. La domanda invece chevolevo fare era questa, nell’attuare le regole che si stanno discutendo nel mondo del lavoro, soprattutto sulla precarietàdel lavoro, professore lei cosa ne pensa. A me sembra che siamo andati da un eccesso a quell’altro; prima si eraeccessivamente garantisti, forse c’è stato sempre un po’ di precarietà dappertutto, io ho una moglie che è precaria davent’anni quindi non ci sono problemi, dico si passa quindi da un eccesso a quell’altro. Adesso mi sembra che stiamopassando all’eccesso opposto, non dico che bisogna dire il garantismo assoluto perché io conosco bene cosa significaavere il garantismo, io sono il responsabile di un’azienda quindi so bene non ONLUS ma è un’azienda, so bene cosasignifica non poter dire a uno: guarda te bisogna che lavori; questo non gliene importa neanche meno di lavorare, se hadeciso di non lavorare non gli puoi fare nulla non è che c’è verso, però d’altra parte mi sembra che adesso con questenuove normative, la mentalità che sta acquisendo in questo settore mi sembra che diventi veramente preoccupante.RELATOREC’è la signora che vuole intervenire? Soltanto nel dibattito, però mi sembrava molto accalorata in quello che diceva. Misembra importante il tema della flessibilità del lavoro, la flessibilità. Io ricorderò sempre che uno degli ultimi discorsi diMartini a Milano fu proprio: attenti con questa flessibilità, che non diventi precarietà, che poi precarietà della persona èanche precarietà della famiglia, una famiglia che ha una forza lavoro precario diventa essa stessa, rischia di diventareessa stessa precaria.DOMANDAVolevo chiedere una cosa, cambio un po’ prospettiva. All’inizio si era parlato della profonda trasformazione nel lavoroe sul senso attribuito al lavoro e che praticamente il lavoro per quantità e qualità non identifica più l’identità di unapersona e allora io mi chiedevo: a livello dei giovani come stimolo dati ai ragazzi nella scuola. Viene ancora proposto illavoro come fine più che mezzo cioè come identificazione oppure sta cambiando il modo di parlarne, perché altrimentivengono fuori situazioni in cui qualcuno diventa frustrato per il lavoro che sta compiendo, perché non è in linea con leproprie aspettative, e invece magari non c’è una prospettiva più di lavoro come mezzo che possa aiutare a vivere.Perché io venendo un po’ dal mondo del lavoro vedo, ho visto queste frustrazioni, questi disagi, che in qualche manieraostacolano anche la vita sociale poi di un ragazzo che può avere anche più di 30 anni e quindi a questo punto c’èbisogno anche di cambiare un po’ l’atteggiamento con il quale viene proposto anche l’educazione il proporre ladomanda: cosa fare da grande, più cosa farai inteso come mestiere che poi ti identificherà più cosa farai e cosa sarai,perché altrimenti di fronte a questa cosa che ormai si è chiarita, che il lavoro non identifica più la personalità madall’altra parte c’è una situazione in cui al giovane viene proposto questo e poi alla fine c’è una schizofrenia chedifficilmente viene risolta. Grazie.<strong>MARCALETTI</strong>Spero di non aver dato l’impressione appunto di far passare l’idea di vulnerabilità sociale positiva. È positivo il fattoche consente magari di vedere più cose e di vederle in modo diverso, questo si è positivo, il concetto di vulnerabilitàsociale appunto rimanda non a quelle che potrebbero essere delle istantanee che scattiamo sulla società quindi

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!