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IL LAVORO NELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA Spunti ...

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<strong>IL</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>NELLA</strong> <strong>DOTTRINA</strong> <strong>SOCIALE</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>CHIESA</strong><strong>Spunti</strong> per la riflessioneLa presente tesina ha lo scopo di fornire un quadro, seppur sommario, del tema dellavoro nella dottrina sociale della Chiesa assieme ad una comparazione con l’attualesituazione del lavoro.Il lavoro e le problematiche ad esso connesse costituiscono, infatti, un nodo cosìessenziale nell’odierna società che, come lavoratori cristiani, non possiamo esimercidall’interrogarci su quale sia la posizione della Chiesa a tal proposito, con l’intento ditrovare possibili chiavi di interpretazione.1. INTRODUZIONEIl magistero della Chiesa, soprattutto in tempi recenti, ha proposto a più riprese ladottrina cristiana sul lavoro.In particolare, il Concilio Vaticano II, parlando dell’attività umana, ha ricordato che “colsuo lavoro e col suo impegno l’uomo ha cercato sempre di sviluppare la propria vita”.Secondo la Gaudium et Spes, infatti “gli uomini e le donne con il proprio lavoro,possono a buon diritto ritenere di prolungare l’opera del Creatore, si rendono utili ai proprifratelli e donano un contributo personale alla realizzazione del piano provvidenziale di Dionella storia”. Sicchè il lavoro non va soltanto considerato come fattore di progressoterreno, ma anche e soprattutto come fattore di perfezionamento umano, di promozionepersonale e di servizio fraterno.Anche la Sacra Scrittura, a cominciare dalla Genesi, accorda al lavoro unaparticolare considerazione: il lavoro è il primo comandamento di Dio all’uomo.L’Antico Testamento presenta Dio come creatore onnipotente (cfr. Gen. 2,2,; Sal 104,1479che plasma l’uomo a Sua immagine, lo invita a lavorare la terra (cfr Gen. 2,5 – 6) ed acustodire il giardino dell’Eden in cui lo ha posto (cfr. Gn 2,159. Alla prima coppia umanaDio affida il compito di soggiogare la terra e di dominare ogni essere vivente (Gn, 1,28).Tuttavia, il lavoro non costituisce la vetta dell’agire umano.“Il lavoro va onorato perché fonte di ricchezza o almeno di condizioni di vita decorose e, ingenere, è strumento efficace contro la povertà, ma non si deve cedere alla tentazione diidolatrarlo, perché in esso non si può trovare il senso ultimo e definitivo dell’uomo.Il lavoroè essenziale, ma è Dio, non il lavoro, la fonte della vita e il fine dell’uomo” (cfr. CompendioDottrina Sociale della Chiesa, 257).L L’uomo appartiene totalmente a Dio e ciò si deve riflettere anche nel suo lavoro:esso è un importante mezzo pere amare, per servire e per donarsi a dio e ai fratelli peramore di Dio. In tale dimensione cristiana il lavoro va considerato non solo come sorgentedi benessere materiale, ma soprattutto come cammino di salvezza.Anzi, benché ed anche e perchè è stato reso gravoso dopo il peccato, il lavoro èconfermato da cristo come vocazione divina ed è elevato in modo mirabile ad una nuovadignità. Gesù stesso fu uomo di lavoro (“Non è forse costui il carpentiere?” Mc, 6,2),dimostrando così il valore umano e cristiano dell’attività lavorativa.Il lavoro, dunque, se realizzato nella grazia di Dio, diviene preghiera e materia disantità:una realtà santa, santificata e santificante.


Da tutto ciò consegue che il lavoro è un diritto)ed un dovere sociale e morale e che quindila società e lo Stato devono impegnarsi ad organizzare il lavoro in condizioni degne dellasua grandezza originaria.“Il lavoro è un diritto fondamentale ed è un bene per l’uomo” (cfr. GS, 26): un bene utile,degno di lui perché appunto adatto ad esprimere ed accrescere la dignità umana (RerumNovarum,128). “Il lavoro è anche un obbligo cioè un dovere dell’uomo” ( cfr. L.E., 16).Al diritto-dovere del lavoro corrisponde un ugual diritto–dovere ad una formazionecongrua per svolgere tale lavoro in modo adeguato.La sempre più diffusa necessità di cambiare più volte impiego nell’arco della vita impone alsistema educativo di favorire la disponibilità delle persone ad un aggiornamento eriqualificazione permanenti.Anche il riposo e la festa, come la formazione, giovano alla buona qualità del lavoro.“La domenica è un giorno da santificare con un’operosa carità,riservando attenzioni allafamiglia e ai parenti, come anche ai malati, agli infermi, agli anziani. E’ tempo propizio perla riflessione, il silenzio, lo studio che favoriscano la crescita della vita interiore e cristiana”(cfr. C.D.S.C, 285).LE PRINCIPALI DIMENSIONI DEL <strong>LAVORO</strong>La Laborem Excersens distingue due dimensioni dell’attività lavorativa: quella soggettiva equella oggettiva.In senso oggettivo è l’insieme di attività, risorse, strumenti e tecniche cui l’uomo siserve per produrre, per dominare la terra. Esso costituisce l’aspetto contingentedell’attività umana, suscettibile di mutamenti col mutare delle condizioni tecniche,politiche, culturali.Il lavoro in senso soggettivo è l’agire dell’uomo in quanto essere dinamico, capacedi compiere azioni che appartengono al processo del lavoro e che corrispondono alla suavocazione personale. E’ la dimensione stabile.In particolare si distinguono:a)dimensione personaleLa dimensione personale del lavoro richiede che ogni attività umana sia compatibilecon la dignità della persona o, meglio ancora, sia essa stessa promotrice di tale dignità.Insostanza ogni attività umana deve contribuire alla crescita della persona in quanto tale, neisuoi diversi aspetti culturali, spirituali e materiali e deve essere esercitata con libertà eresponsabilitàIl valore prioritario soggettivo del lavoro non deve far dimenticare, tuttavia, lanecessità di un lavoro oggettivamente ben fatto.b)dimensione socialeLa condizione sociale della persona dimostra che il lavoro non può essere vistocome un mezzo di pura autoaffermazione, bisogna perciò ricordare il valore sociale dellavoro.Il lavoro, infatti, è al centro stesso della “questione sociale2 e ciò perché la persona è unessere in sé ma è anche un essere per gli altri.Ne consegue che la società civile deve farsi promotrice del diritto al lavoro, anche neiconfronti degli immigrati e che si consideri sempre più la comunità internazionale come2datore indiretto di lavoro”.c) dimensione corporaleLa finalità materiale del lavoro è la più immediata. Esso procura i mezzi di vita e dibenessere materiale al lavoratore ed ai congiunti. Non si può dimenticare, tuttavia, come


tali mezzi di sussistenza e di progresso materiale sono supporti necessari per lo sviluppoumano. Ma per quanto importante, il progresso materiale deve essere subordinato allealtre dimensioni della persona.d) dimensione trascendenteUna perfetta organizzazione ed la più potente attrezzatura di lavoro non valgonoa promuovere ed assicurare la dignità del lavoratore; essa dipende soprattutto dallasua finalità trascendente, cipè dal compiere il lavoro come immagine di Dio, inunione con cristo, e con il conforto della grazia dello Spirito Santo.E’ dunque l’amore di Dio e dei fratelli che nobilita il lavoro e gli conferisce il suosignificato umanizzante e santificante.<strong>IL</strong> <strong>LAVORO</strong> OGG<strong>IL</strong>a centralità del lavoro a cui siamo stati abituati nel secolo scorso sta ora subendo delletrasformazioni, nonostante il fatto che il lavoro resti socialmente, economicamente edesistenzialmente necessario.Trasformazioni che viste dal lato della persona portano a mettere in evidenza diversiaspetti che possono aiutare la definizione del quadro “lavoro”.Una prima trasformazione è quella tecnologica, questa comporta una continua evoluzionee una inusuale velocità delle comunicazioni. Davanti a questo troviamo differenti reazionida parte delle persone soprattutto in relazione alla loro età, ci sono lavoratori senior chenon riescono a familiarizzare con le nuove tecnologie; ci sono giovani preparati che sfidanoi cambiamenti tecnologici.Un altro elemento è la diffusissima globalizzazione, dove ciò che colpisce non èl’internazionalizzazione degli scambi ma la mobilità del capitale. Le sensazioni davanti aquesto fenomeno sono diverse, gli imprenditori che delocalizzano si dimenticano della loroappartenenza territoriale non pensando ad uno sviluppo cosmopolita all’interno del qualeun ruolo importante hanno anche le istituzioni. I lavoratori dal canto loro, impreparati,vengono dirottati verso gli ammortizzatori sociali; sono pochi i casi di riqualificazione delpersonale.Personale importante, in quanto il fattore umano, per alcuni, è in competizione con ilcapitale per il successo delle imprese. La percezione però è che il clima di competizione siestende anche tra i lavoratori in modi sempre più rilevanti contrariamente alle esigenze diun lavoro di equipe che prevede interventi comuni e interrelati. L’esaltazione del lavoroumano, la ricerca spasmodica di professionalità, comportano un invasività del lavoro nellavita delle persone riducendo le possibilità di farlo convivere con le necessità familiari.Un altro elemento di trasformazione è il benessere economico che se da un lato èfondamentale per la crescita delle imprese ed a reso molto selettivi i consumatori,dall’altro non si concilia con un costo della vita in aumento che non trova equilibrio con isalari dei lavoratori; ecco l’aumento della povertà mentre il divario tra ricchi e poveri siallarga sempre di più.Ultimo, ma non in importanza, è il complicarsi del mercato del lavoro. La destrutturazionedei contesti occupazionali, per i noti effetti della crescita della flessibilità, ma anche per la


fluidità che caratterizza il lavoro, tra occupazione e non, tra occupazione e disoccupazione,il moltiplicarsi delle figure miste, la differenziazione crescente delle attività lavorative (lasocietà dei lavori, meno ormai del “lavoro” standard a tempo indeterminato, pieno).Tutte le trasformazioni hanno poi un filo rosso che le accompagna che riguarda lacrescente soggettività, il c.d. individualismo, la domanda di soluzioni ai problemi dellavoro, ma anche della vita a partire dai consumi…, sempre più riferita alla propriacondizione, ai propri progetti, alle scelte che diventano contingenti in modo crescente.Alla luce di queste considerazioni è evidente quanto debba cambiare il modo in cui illavoro viene pensato, realizzato ed allo stesso tempo si evidenzia la necessità di rileggerlocon il supporto della Dottrina Sociale della Chiesa.

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