Fisica dei biosistemi<strong>La</strong> complessità intrinseca dei sistemi bio<strong>lo</strong>gici rende <strong>lo</strong> studio della fisica diquesti sistemi una sfida difficile ed affascinante. L’approccio “fisico” e quantitativoal<strong>lo</strong> studio dei sistemi viventi, la bio-fisica, o fisica dei biosistemi, èun campo di ricerca che <strong>per</strong> le sue molte sovrapposizioni con la biochimica,la bio<strong>lo</strong>gia molecolare, le nanoscienze, la bioingegneria, la bio<strong>lo</strong>gia deisistemi, ecc. è connotato da una forte “vocazione” interdisciplinare.Una delle sfide importanti nella fisica dei biosistemi è la caratterizzazionedei comportamenti “di singola molecola”. Ad esempio: quali sono le interazioniche determinano il “ripiegarsi” (“folding”) di una proteina in unpreciso modo, fino ad assumere quella conformazione che le rende possibileattuare la sua funzione? e attraverso quale <strong>per</strong>corso di “conformazioniintermedie” avviene questo processo?Viceversa, altro tema di grandissima attualità è quel<strong>lo</strong> del<strong>lo</strong> studio dei processicollettivi di aggregazione spontanea (self-assembly) di molecole, cheportano alla formazione delle complesse strutture bio<strong>lo</strong>giche (come quelleriportate in figura). Ad esempio, è <strong>per</strong> aggregazione spontanea di numerosissimemolecole assai più piccole delle proteine, i lipidi, che si formala struttura principale delle membrane cellulari, la “matrice lipidica”. E’ inquesta matrice che si inseriscono proteine ed altre macromolecole, fino aformare quelle strutture flessibili e dalle complesse proprietà funzionali chesono le membrane.27Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>
28Anche i “motori molecolari” sono formati da proteine che si aggregano formandodelle “macchine” nanoscopiche, capaci di convertire energia chimicain energia meccanica. Ad esempio, la proteina kinesina, è in grado di muoversisui filamenti proteici (microtubuli) che costituiscono <strong>lo</strong> “scheletro” dellacellula, trasportando “carichi” da un punto all’altro della cellula in manieramolto più efficiente di quanto avverrebbe <strong>per</strong> diffusione. L’osservazione dellestraordinarie strutture generate dall’organizzazione spontanea di molecolerelativamente semplici, spinge la ricerca verso <strong>lo</strong> studio dei meccanismi di“self-assembly” anche <strong>per</strong> ottenere materiali e “nanomacchine” artificiali <strong>per</strong>applicazioni innovative. Le straordinarie caratteristiche di certi materiali naturaliderivano infatti dalla <strong>lo</strong>ro struttura su scala molecolare: ad esempio, lasorprendente resistenza meccanica delle conchiglie, composte di calcare,duro ma fragile, e di flessibili fibre proteiche.Ana<strong>lo</strong>gamente, gli efficienti motori molecolari ispirano la ricerca versola progettazione di efficienti “nanomacchine” artificiali <strong>per</strong> il trasporto disostanze in “microlaboratori” di analisi realizzati su singoli “chip” elettronici,o l’organizzazione delle membrane cellulari mostra la strada verso la progettazionedi “nanovettori” (sorta di “nanopil<strong>lo</strong>le”) <strong>per</strong> il trasporto mirato disostanze bio<strong>lo</strong>gicamente attive a cellule e tessuti all’interno dell’organismo. Ecosì via, in un continuo scambio tra ricerca fondamentale e applicata.Dinamica molecolareLe ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>Anche antiche domande sui fondamenti si ripropongono in termini nuovi.Come si spiega l’apparente paradosso <strong>per</strong> cui degli oggetti come le molecoledi un gas, che obbediscono alle leggi della meccanica classica (eche dovrebbero quindi muoversi secondo una dinamica reversibile, cioècomportarsi in un modo indifferente al<strong>lo</strong> scorrere della freccia del tempo),esibiscono invece, se osservati in grande numero a livel<strong>lo</strong> macroscopico, ilcomportamento tipicamente irreversibile sancito dal secondo principio dellatermodinamica? Posto oltre un seco<strong>lo</strong> fa nei lavori dei padri fondatori dellameccanica statistica, il problema si ripropone ancora vivo all’attenzione deiricercatori di oggi, che hanno <strong>per</strong>ò ora a disposizione un poderoso strumento<strong>per</strong> studiar<strong>lo</strong>, fornito dalla incredibile potenza di calco<strong>lo</strong> dei modernicalcolatori, che sono in grado di “inseguire” la dinamica di un gran numerodi particelle in interazione e simularne il comportamento reale.<strong>La</strong> dinamica molecolare <strong>per</strong>mette così, attraverso questi “es<strong>per</strong>imenti teorici”in cui il calcolatore svolge una essenziale funzione di simulazione di comportamenticollettivi che non sarebbero altrimenti calcolabili analiticamente,di porre e analizzare in termini nuovi una antica domanda fondamentaleche sta a fondamento della meccanica statistica.