cide con l’inizio della formazione umana e spicultura159> l’inconscio portati alla lucedalle <strong>te</strong>orie psicoanalitiche.E oggi? A prenderlo sul seriocome <strong>te</strong>rmine di confronto in unsaggio sull’uomo con<strong>te</strong>mporaneo(La vita au<strong>te</strong>ntica, Cortina, 100mila copie in pochi mesi) è <strong>Vito</strong><strong>Mancuso</strong>, docen<strong>te</strong> di <strong>te</strong>ologiamoderna e con<strong>te</strong>mporanea all’UniversitàSan Raffaele di Milano,autore del best-seller L’animae il suo destino.Professor <strong>Mancuso</strong>, è possibileconoscere se s<strong>te</strong>ssi?È molto difficile ma è possibile,direi anche doveroso. La conoscenzadi se s<strong>te</strong>ssi è difficile peralmeno due motivi di fondo, ilprimo dei quali è la sovrapposizionedi soggetto e oggetto. In<strong>te</strong>ndodire che, quando conoscoqualcosa di es<strong>te</strong>rno a me, io sonoil soggetto, la cosa <strong>conosci</strong>uta è l’oggetto, e questadistanza garantisce una chiara possibilità di visione.Man mano però che l’oggetto mi diviene più vicino(ovviamen<strong>te</strong> in senso psichico e affettivo) la vicinanzami offusca la chiarezza della visione, provane sia la difficoltà che spesso provano i genitori nelconoscere, o nel riconoscere, i figli. Quando poi sitratta di me s<strong>te</strong>sso, allora la vicinanza è tale da essereidentificazione e per questo occorre un grandelavoro della men<strong>te</strong> perché il soggetto conoscen<strong>te</strong> risultiin grado di conoscere obiettivamen<strong>te</strong> se s<strong>te</strong>ssocome oggetto <strong>conosci</strong>uto.E la seconda difficoltà di fondo?È legata al fatto che noi in quanto fenomeno viven<strong>te</strong>non siamo un’esat<strong>te</strong>zza statica come lo sono il risultatodi un’equazione ma<strong>te</strong>matica o una data storica,ma siamo piuttosto un processo dinamico, che divienee che divenendo cambia, progredendo o regredendo,a vol<strong>te</strong> in modo tale da risultare davvero mol-Il <strong>te</strong>ologo <strong>Vito</strong> <strong>Mancuso</strong>:è appena uscito il suo libro«La vita au<strong>te</strong>ntica».to diverso. Quindi la conoscenza di sé imponeun lavoro continuo, una sorveglianzasempre desta, un processo che dura tutta la vita.Come si realizza questo lavoro?Riferendomi a due concetti della tradizione cristianae di altre grandi spiritualità, direi che per superarele difficoltà segnala<strong>te</strong> occorre distacco da sée vigilanza. Con questi strumenti la conoscenza disé diviene possibile. Io aggiungo che è doverosa perché,come diceva Gesù di Nazaret, «quale vantaggioavrà l’uomo se guadagnerà il mondo in<strong>te</strong>ro epoi perderà la propria anima?». Conoscere se s<strong>te</strong>ssiequivale a custodire la propria anima.Bisogna cercare da soli o appoggiarsi a chi ritienedi avere le ricet<strong>te</strong> adat<strong>te</strong> a spiegare il mis<strong>te</strong>ro dell’uomo:la filosofia, la religione, la scienza?Entrambe le cose. Proprio perché è un processoche dura tutta la vita, ci sarà un momento nel qualeci dovremo appoggiare ai grandi che ci hanno precedutoandando a scuola da loro, e di solito ciò coin->ALBERTO ROVERIUn grande filosofo per capire chi siamo. In edicola con «Panorama»IL LIBRO SEGRETODI SCHOPENHAUER Il grandefilosofo <strong>te</strong>desco ArthurSchopenhauer custodìgelosamen<strong>te</strong> per tutta la suavita un vademecum privato,una sorta di distillato dellapropria personale saggezzadi vita. Avviato nel 1821,questo libro non destinatoalle stampe si arricchì nel<strong>te</strong>mpo di riflessioni, normedi comportamento, massimee citazioni che Schopenhaueraveva registrato come ciòche gli stava più a cuore: leregole di una condotta di vitaper arrivare all’essenza dellapropria personalità. Il volumerimase segreto fin dopola mor<strong>te</strong> del celebrepensatore, avvenutanel 1860. Poi, grazie al lavorodi specialisti, il <strong>te</strong>stofu riscostruitoper congettura sulla basedi alcuni frammenti. Il libro,dal titolo L’ar<strong>te</strong> di conoscerese s<strong>te</strong>ssi, arriva in edicolacon il prossimo numero diPanorama, che continua nellapubblicazione dei saggi brevidi Schopenhauer. Prossimeusci<strong>te</strong>: L’ar<strong>te</strong> di ot<strong>te</strong>nereragione (2 aprile) e L’ar<strong>te</strong>di invecchiare (9 aprile).PANORAMA 25/3/2010
cultura> rituale. Poi arriverà un altro momento,quando si dovrà sottoporre a verificacritica gli insegnamenti ricevuti, unastagione spesso segnata dalla solitudine.Ques<strong>te</strong> due fasi si intrecciano a formarela personalità matura, la quale sa che nonpuò prescindere dalle grandi lezioni delpassato ma nello s<strong>te</strong>sso <strong>te</strong>mpo sa che èchiamata a essere se s<strong>te</strong>ssa, ad avere unapropria personalità spirituale, a non esserela replica di nessuno.Nel suo saggio lei scrive che l’uomo au<strong>te</strong>nticoè «l’uomo libero anzitutto da ses<strong>te</strong>sso». Come possiamo essere liberida noi s<strong>te</strong>ssi?La libertà si dice in molti modi, ilprimo dei quali è l’autonomia da costrizionies<strong>te</strong>rne. Ma è sufficien<strong>te</strong> conoscersisolo un po’ per sapere che lavera costrizione è quella che sorge dallanostra in<strong>te</strong>riorità, e quindi la lottaper la libertà è soprattutto lotta controla nostra pigrizia, la nostra ambizione,contro tutta la sfilata dei nostri vizi. Leimi chiede come si diviene liberi da questosottosuolo oscuro che ci portiamodentro. Io credo nel po<strong>te</strong>re di attrazionedell’amore, della bellezza, della verità,della giustizia. Non credo cioè chesi diviene veramen<strong>te</strong> liberi da se s<strong>te</strong>ssifustigandosi e negandosi secondo unascetismo di altri <strong>te</strong>mpi che ha creatotanto danno al corpo e alla psiche, mapiuttosto lasciandoci affascinare dagliideali e dai valori più puri.Se uno studen<strong>te</strong> le chiedesse il titolodi un paio di libri da usare come compagnidi viaggio, che cosa risponderebbe?Anzitutto il Diario di Etty Hillesum,giovane ebrea olandese che perse la vitaad Auschwitz a 29 anni e che nellesue pagine ci ha lasciato un amore e unentusiasmo per la vita che sono un veroe proprio balsamo per la sfiducia chepesa sul nostro <strong>te</strong>mpo. Poi consigliereile let<strong>te</strong>re di Pavel Florenskij alla mogliee ai figli dal gulag staliniano, pubblica<strong>te</strong>col titolo Non dimentica<strong>te</strong>mi,un’altissima <strong>te</strong>stimonianza di quale nobiltàsi può attingere conoscendo veramen<strong>te</strong>se s<strong>te</strong>ssi.Perché?Perché si tratta di due <strong>te</strong>stimoni chehanno pagato con la vita la difesa degliideali spirituali. Entrambi avrebberopotuto imboscarsi. Non l’hanno fatto.Se l’avessero fatto, non si sarebberopiù ri<strong>conosci</strong>uti. ●PANORAMA 25/3/2010