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La cardiopatia iatrogena in oncologia - sicoa

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RASSEGNEVittorio Sil<strong>in</strong>gardi et Al.<strong>La</strong> <strong>cardiopatia</strong> <strong>iatrogena</strong> <strong>in</strong> <strong>oncologia</strong>RASSEGNElità di morire per recidiva della neoplasia che percomplicanze cardiovascolari, specie se la malattia ècomparsa <strong>in</strong> giovane età 1, 2 .<strong>La</strong> patologia cardiovascolare <strong>iatrogena</strong> <strong>in</strong> <strong>oncologia</strong>riveste una importanza particolare, con risvoltianche da un punto di vista etico. Infatti, nei trattamentiadiuvanti, eseguiti dopo apparente eradicazionedel tumore per ridurre il rischio di recidiva, tuttii pazienti sono esposti alla tossicità del trattamento,ma solo alcuni se ne avvantaggeranno 3 .Le alterazioni dell’apparato cardiovascolare possonofar seguito ad un trattamento con chemioterapici,farmaci biologici, ormoni ovvero sono legate aradiazioni ionizzanti, spesso però sono dovute all’usocontemporaneo o sequenziale delle varie terapie.Chemioterapici- Dose totale (doxorubic<strong>in</strong>a > 450 mg/mq)- Età pediatrica o geriatrica- Pregressi trattamenti cardiotossici (chemioterapia e/oradioterapia)- Pregressi eventi cardiaci- Presenza di fattori generici di rischio cardiovascolare- Indice di massa corporea > 30- Sesso femm<strong>in</strong>ileTab. 1Praticamente tutti i chemioterapiciantitumorali,<strong>in</strong> monoterapia o <strong>in</strong> associazione,a dosi standard oad alte dosi, possono determ<strong>in</strong>areeffetti <strong>in</strong>desideratia carico del cuore edei vasi. L’importanzapratica di tale complicanzaè correlata alla frequenza,alla sua gravità ealle probabilità che queldeterm<strong>in</strong>ato farmaco vengautilizzato nel trattamento standard dei tumori piùfrequenti 4 . <strong>La</strong> cardiotossicità da chemioterapici siosserva più frequentemente nei pazienti precedentementesottoposti a radioterapia.Antracicl<strong>in</strong>eAttualmente <strong>in</strong> cl<strong>in</strong>ica vengono utilizzate quattromolecole con caratteristiche molecolari diverse(doxorubic<strong>in</strong>a, epirubic<strong>in</strong>a, daunomic<strong>in</strong>a, idarubic<strong>in</strong>a),ma tutte dotate di notevole efficacia nel trattamentodi molte neoplasie dell’età pediatrica e dell’etàadulta e, parimenti, tutte note per la loro cardiotossicità.<strong>La</strong> molecola di riferimento è la doxorubic<strong>in</strong>a<strong>in</strong> U.S.A. e la epirubic<strong>in</strong>a <strong>in</strong> Europa, 5, 6 . Idanni cardiaci da antracicl<strong>in</strong>e possono <strong>in</strong>sorgere <strong>in</strong>modo acuto o cronico.<strong>La</strong> cardiotossicità acuta è dose-<strong>in</strong>dipendente, reversibile,non predittiva di future cardiopatie. Si ritieneFattori di rischio della cardiotossicitàcronica da antracicl<strong>in</strong>esia correlata ad una improvvisa liberazione di catecolam<strong>in</strong>eed è caratterizzata pr<strong>in</strong>cipalmente da alterazionielettrocardiografiche ed aritmie mentre raramentesi osservano quadri di pericardite e/o di miocardite.<strong>La</strong> cardiotossicità cronica è dose-dipendente spessoprogressiva ed irreversibile ed a prognosi severa <strong>in</strong> oltreun terzo dei pazienti. Può <strong>in</strong>sorgere settimane omesi dopo la conclusione del trattamento (forma subacuta:la più frequente e la più grave) oppure dopoanni dalla f<strong>in</strong>e della terapia (forma tardiva, <strong>in</strong> cuispesso al danno miocardio si associano aritmie 6, 7 .Le antracicl<strong>in</strong>e determ<strong>in</strong>ano un progressivo deterioramentodella funzione ventricolare s<strong>in</strong>istra sia <strong>in</strong> sistoleche <strong>in</strong> diastole. L’alterazione può essere as<strong>in</strong>tomaticaed evidenziabile solo con ecocardiografia o conMUGA-scan oppure si può manifestare con s<strong>in</strong>tomi<strong>in</strong>iziali di <strong>in</strong>sufficienza cardiaca (astenia, tachicardia,dispnea da sforzo ededemi periferici). <strong>La</strong> s<strong>in</strong>tomatologiapuò regredire,stabilizzarsi od evolveregradualmente <strong>in</strong> un quadroclassico di scompenso cardiacoche appare l’evenienzapiù frequente 8, 9 .Anche se non esiste unadose soglia valida per tuttii pazienti, nei soggettiadulti senza comorbilitàsignificative, il rischio dicardiotossicità è <strong>in</strong>feriore al 3% f<strong>in</strong>o ad una dosetotale di doxorubic<strong>in</strong>a di 400-450 mg/mq, raggiungendotuttavia il 18% per una dose totale superioreai 700 mg/mq. Nell’età pediatrica la dose soglia è<strong>in</strong>feriore (250-300 mg/mq) per la maggiore cardiosensibilitàdei bamb<strong>in</strong>i 3, 4, 10 . Oltre alla dose totale eall’età, altri fattori possono aumentare il rischio dicardiotossicità da antracicl<strong>in</strong>e, come risulta dallaTab. 1 e tali fattori sono da considerare al momentodella programmazione terapeutica.<strong>La</strong> patogenesi del danno alla miocellula cardiaca daantracicl<strong>in</strong>e è solo parzialmente noto. I derivatimetabolici delle antracicl<strong>in</strong>e, entrati nella cellula, silegano con gli ioni Fe +++ ed il complesso antracicl<strong>in</strong>a-ferrodeterm<strong>in</strong>a la formazione di radicali liberi.Ne consegue uno stress ossidativo a cui seguonovari effetti citolesivi, fra i quali una alterazione dellapermeabilità delle membrane cellulari e l’<strong>in</strong>duzionedell’apoptosi. Le antracicl<strong>in</strong>e determ<strong>in</strong>ano alterazionimorfologiche di tutte le strutture della miocellule(miofibrille, sarcolemma, citoplasma, mitocondri,nucleo) evidenti precocemente al microscopioelettronico 7, 8, 11, 12 .Segni di cardiotossicità cronica sono stati osservati<strong>in</strong> circa il 5% dei bamb<strong>in</strong>i trattati con antracicl<strong>in</strong>eper sarcomi, l<strong>in</strong>fomi, leucemie e nel 5-10% delledonne trattate con tale farmaco per carc<strong>in</strong>oma dellamammella <strong>in</strong> fase metastatica, tanto che il 10% circadi queste pazienti morirà per cause cardiache. Tuttavia,nelle donne operate per carc<strong>in</strong>oma della mammellae trattate con antracicl<strong>in</strong>e nell’ambito di unaterapia adiuvante, difficilmentesi raggiunge la dosesoglia. In queste pazienti,anche <strong>in</strong> associazione allaradioterapia, solo raramentesi osservano quadriconclamati di <strong>in</strong>sufficienzacardiaca congestizia (0-2%) e del tutto eccezionalmentecasi di morte cardiaca<strong>iatrogena</strong> (< 0,04%).Danni cardiaci da terapiaadiuvante con antracicl<strong>in</strong>esi osservano più frequentemente<strong>in</strong> casistiche dipazienti anziane 13, 14 .Tab. 2<strong>La</strong> diagnosi ed il monitoraggiodella cardiotossicitàda antracicl<strong>in</strong>e si basanopr<strong>in</strong>cipalmente sullamisurazione della frazionedi eiezione (FE) delventricolo s<strong>in</strong>istro. Unariduzione della FE rispettoai valori di base del 10% o superiore e/o un valoreassoluto <strong>in</strong>feriore al 50% deve <strong>in</strong>durre allasospensione del trattamento anche <strong>in</strong> pazienti as<strong>in</strong>tomatici,e alla successiva ripetizione dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e.È importante <strong>in</strong>oltre l’esame cl<strong>in</strong>ico alla ricerca disegni e s<strong>in</strong>tomi di <strong>in</strong>sufficienza cardiaca, mentre èdubbia l’utilità dell’ECG. Sempre nuovi contributiscientifici confermano l’importanza del dosaggiodelle tropon<strong>in</strong>e T ed I e dei peptidi natriuretici persvelare precocemente la presenza di un danno miocellulare<strong>in</strong> pazienti <strong>in</strong> trattamento con antracicl<strong>in</strong>e,quando non sono ancora presenti segni strumentaliPrevenzione e controllo della cardiotossicitàda antracicl<strong>in</strong>eA. Identificare eventuali fattori di rischio cardiaco prima del trattamentoe possibilmente correggerli. Tenerne conto <strong>in</strong> ognicaso nella programmazione terapeutica.B. Monitorare la funzione cardiaca prima, durante ed alla f<strong>in</strong>edel trattamento, specie quando si supera la dose totale di400 mg/mq di doxorubic<strong>in</strong>a.C. Ridurre la dose di ogni s<strong>in</strong>gola somm<strong>in</strong>istrazione e la dosetotale.D. Modificare la schedula di somm<strong>in</strong>istrazione, evitando picchiematici elevati. Tali risultati si possono ottenere con la somm<strong>in</strong>istrazioneprolungata o con la formulazione liposomialedel farmaco.E. Usare analoghi della doxorubic<strong>in</strong>a con maggiore <strong>in</strong>dice terapeutico.<strong>La</strong> epirubic<strong>in</strong>a ha una m<strong>in</strong>ore efficacia della doxorubuc<strong>in</strong>a(riduzione del 25-30%) ma anche una cardiotossicitànettamente <strong>in</strong>feriore (riduzione del 50-60%) e pertanto unmaggiore <strong>in</strong>dice terapeutico.F. Usare cardioprotettori. Il desrazoxane (un chelante del ferro)è l’unico cardioprotettore <strong>in</strong> commercio <strong>in</strong> grado di ridurre <strong>in</strong>modo statisticamente significativo la cardiotossicità da antracicl<strong>in</strong>e,senza <strong>in</strong>terferire <strong>in</strong> modo evidente sulla loro efficacia.È <strong>in</strong>dicato pr<strong>in</strong>cipalmente <strong>in</strong> età pediatrica e nei pazientigià trattati con antracicl<strong>in</strong>e, recidivati ed ancora sensibilial farmaco.e/o cl<strong>in</strong>ici di deficit della pompa cardiaca 4, 15-17 .Nella Tab. 2 sono elencate le modalità consigliateper prevenire o limitare la cardiotossicità da antracicl<strong>in</strong>e7, 18-21 . <strong>La</strong> cardiotossicità da antracicl<strong>in</strong>e deveessere trattata <strong>in</strong> modo aggressivo e cronicamentecon i farmaci utilizzati di regola nella terapia dell’<strong>in</strong>sufficienzacardiaca congestizia: ACE <strong>in</strong>ibitori,-bloccanti, diuretici e digitale 3-5 .CiclofosfamideÈ il capostipite dei farmaci ad azione alchilante, attiva<strong>in</strong> molti tumori dell’età pediatrica ed adulta,viene usata <strong>in</strong> vari schemi di terapia <strong>in</strong> associazionecon altri chemioterapici e,a dosi elevate, nei regimidi preparazione al trapiantodi cellule stam<strong>in</strong>ali.A dosi standard (< 1000mg/mq) non comportaparticolari disturbi all’apparatocardiovascolare, adalte dosi <strong>in</strong>vece può determ<strong>in</strong>areuna necrosi massivadell’endotelio capillarecon un quadro di pericardite-miocarditeemorragica,talvolta mortale 22, 23 .Cisplat<strong>in</strong>oÈ un alchilante dotato diuna spiccata nefrotossicità;il suo utilizzo puòcomportare <strong>in</strong>oltre dannivascolari e disturbi cardiaci.<strong>La</strong> tossicità cardiovascolareè dovuta <strong>in</strong>parte al danno endoteliale,<strong>in</strong> parte allo statodisionico da sofferenza del tubulo renale o legataall’iperidratazione, che deve necessariamenteaccompagnare la somm<strong>in</strong>istrazione del farmacodata la sua <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca nefrotossicità. Il trattamentocon cisplat<strong>in</strong>o può determ<strong>in</strong>are la comparsa difenomeni raynaudiani, disturbi del ritmo cardiaco,ipertensione, ipercolesterolemia e di <strong>cardiopatia</strong>ischemica. L’utilizzo del farmaco si associa ad unaumento statisticamente significativo delle mortiper cause cardiovascolari 6, 7, 16 . In una casistica digiovani pazienti trattati per carc<strong>in</strong>oma del testicolocon chirurgia ed alte dosi di cisplat<strong>in</strong>o e con un fol-130 CARDIOLOGY SCIENCECARDIOLOGY SCIENCE 131VOL 5 • MAGGIO-GIUGNO 2007VOL 5 • MAGGIO-GIUGNO 2007

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