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Natura e ambiente - Abruzzo Promozione Turismo

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2<strong>Abruzzo</strong>, la regionepiù verde d’Europa6Il Parco Nazionaledel Gran Sassoe dei Monti della Laga12Il Parco Nazionaledella Majella20Il Parco Nazionaled’<strong>Abruzzo</strong> Lazio e Molise26Il Parco <strong>Natura</strong>le Regionaledel Sirente-Velino30Le altre Riservee Oasi <strong>Natura</strong>li<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


ABRUZZOIn <strong>Abruzzo</strong> la natura è una risorsa protetta.Con un terzo del proprio territorio destinato aparchi, la regione non solo esprime un primatoculturale e civile nella protezionedell’<strong>ambiente</strong>, ma si colloca come maggiorearea naturalistica d’Europa, vero cuore verdedel Mediterraneo.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


la regioneABRUZZO ITALIA 3più verde d’EuropaIn <strong>Abruzzo</strong>, un terzo del territorio è vincolato da aree protette: treParchi Nazionali, un Parco Regionale e oltre trenta Riserve<strong>Natura</strong>li. Una scelta forte, lungimirante, di chi ha fattodell’<strong>ambiente</strong> la propria prima risorsa e che proietta la regione inun ruolo di leader assoluto nel campo del “turismo verde”.Nell’insieme, questo patrimonio è collocato principalmente, manon esclusivamente, sulle montagne, dove i paesaggi e gliecosistemi variano a seconda della quota, passando da ambientitipicamente mediterranei a scenari francamente alpini, conmughete e steppe d’alta quota.Nell’ambito delle regioni appenniniche, l’<strong>Abruzzo</strong> si caratterizzaper la natura prevalentemente montuosa del suo territorio, condue terzi della superficie regionale posti al di sopra dei 750 metridi quota. Una caratteristica dovuta al particolare sviluppo chel’Appennino assume nel suo tratto centrale, nel quale – oltre aconservare il suo andamento mediano rispetto alla penisola – siespande trasversalmente dando origine a un complesso sistema dicorrugamenti montuosi paralleli, inframmezzati da vasti altipiani.Questo forte nodo montano, posto interamente in <strong>Abruzzo</strong>, vantale maggiori vette dell’Appennino, con il Corno Grande del GranSasso (2912 m s.l.m.), il Monte Amaro della Majella (2794 m s.l.m.)La funzione che l’<strong>Abruzzo</strong> dei Parchi svolgea livello nazionale e internazionale nellaconservazione dell’<strong>ambiente</strong> e dellabiodiversità è difficilmente sottovalutabile,se si pensa che la regione custodisce ungrandissimo numero di specie animali evegetali.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


Nell’estrema varietà dei suoi habitat naturali(marini, fluviali e lacustri, boschivi, montani,d’alta quota), l’<strong>Abruzzo</strong> si propone oggi piùche mai come straordinario laboratoriobiologico per la conservazione della natura edegli ecosistemi.e il Monte Velino (2486 m s.l.m.). Il vasto sistema di conche ealtipiani interni ha come ambienti principali e più noti l’altopianodel Fucino, nella Marsica, nato dal prosciugamento nel 1877 diquello che era il secondo lago d’Italia per estensione, e che oggi èuna delle aree agricole ortofrutticole più specializzate dell’Italiacentrale; due estese conche intramontane, quelle dell’Aquila ePeligna, più altre minori; un complesso sistema di altipiani, che vadallo sterminato pianoro carsico di Campo Imperatore, un vero eproprio “Tibet” nel cuore del Mediterraneo, all’altopiano delleRocche, alle falde settentrionali del Velino e del Sirente, per finirecon il vastissimo e articolato sistema degli Altipiani Maggiorid’<strong>Abruzzo</strong>, situati a sud-ovest della Majella. Questa poderosabancata montuosa si spinge fino a poche decine di chilometri dallacosta, sulla quale le cime più alte si affacciano come unaspettacolare balconata; il resto del territorio è occupato daicontrafforti collinari, che digradano dolcemente verso il mare. Lastretta fascia costiera, con i tratti terminali delle valli fluviali,rappresenta l’unica area di pianura a quota bassa della regione.Un territorio così tormentato, con una natura forte a cui doversiadattare per sopravvivere, ha consentito la conservazione – neipropri molteplici habitat – di un grandissimo numero di specieanimali e vegetali, configurando l’<strong>Abruzzo</strong> come regione verde,scrigno italiano della biodiversità.Un gran numero di animali e di piante, un tempo presenti sututto l’Appennino, trovano oggi in <strong>Abruzzo</strong> gli ultimi rifugi naturali,evitando così il rischio di estinzione. Casi tipici ed emblemi dellaregione sono il camoscio, il lupo, l’orso bruno marsicano, tre specieche esclusivamente ai nostri monti devono la loro conservazione;e poi ancora l’aquila, la lince, la lontra, che vive ancora nelle acquedell’Orfento, nel Parco Nazionale della Majella, il grifone,recentemente reintrodotto nel Parco <strong>Natura</strong>le Regionale delSirente-Velino. Peculiare dell’<strong>Abruzzo</strong> è poi la capacità diconservare specie oggi tipiche delle tundre nordiche, comel’arvicola delle nevi (un piccolo roditore), il piviere tortolino (unsimpatico uccellino) o i cespuglieti di pino mugo: tutte specie che ibiologi definiscono “relitti glaciali”, residui di quella flora e faunache abitavano il territorio mediterraneo durante l’ultimaglaciazione, e che le alte quote dei monti d’<strong>Abruzzo</strong> hanno saputotrattenere fino ad oggi.La rete integrata regionale dei Parchi e delle Riserve naturali, conla incredibile varietà di ambienti naturali complementari che lacaratterizza, permette la conservazione e la protezione di un<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


ABRUZZO ITALIA 5grandissimo numero di specie, sia stanziali che di passo. Ledimensioni complessive del sistema ed i collegamenti tra lediverse aree protette, che oltre a essere spesso contigue sonogarantiti dai corridoi biologici, consentono inoltre di dare habitatanche alle specie molto mobili, ubiquitarie, che hanno bisogno esono capaci di grandi spostamenti, anche di centinaia di chilometriin pochi giorni (caso tipico il lupo, il predatore al vertice dellacatena alimentare naturale europea).Volendo dunque sintetizzare le caratteristiche della sua natura, ladefinizione certamente più corretta è che l’<strong>Abruzzo</strong> è unaantologia del paesaggio euro-mediterraneo, poiché concentraentro i propri confini una varietà di ambienti naturali che nontrova altro riscontro in un territorio altrettanto limitato: una costamediterranea dai più vari habitat (arenile con dune, palude, pineta,macchia litoranea, scogliera, faraglioni, bassi litorali sassosi); unafascia collinare con ambienti di ogni grado di antropizzazione,zone umide pregiate (come le oasi fluviali e lacustri) edemergenze geologiche di grande interesse; una zona montanavastissima, spesso naturalisticamente integra, anch’essa con gliambienti più vari (foreste, praterie, laghi montani, enormi altipianicarsici, canyon, cascate, grotte, cime e ambienti d’alta quota dicarattere francamente alpino, ghiacciai, vulcanismi). E all’interno diquesta sorprendente varietà di ambienti, incontaminati e spessoselvaggi, vivono specie rare e preziose che i Parchi dell’<strong>Abruzzo</strong>proteggono gelosamente, facendo della regione uno straordinariolaboratorio biologico per la conservazione della natura e degliecosistemi, oggi all’avanguardia nel mondo per il coraggio e ladeterminazione nelle sue scelte.In <strong>Abruzzo</strong>, il sistema della natura protetta rappresenta oggi nonsolo uno strumento importante per una efficace politica disalvaguardia ambientale, ma anche una straordinaria occasione disviluppo economico, pioniera di quella riconversione ecologicadell’economia che apre la strada ad uno sviluppo realmentesostenibile. Il sistema nasce, infatti, anche dall’esigenza disperimentare e diffondere forme di sviluppo sostenibile, digestione del territorio con una particolare attenzione alladimensione naturale e ambientale, ma anche sociale e culturaledei vari contesti territoriali. Una scelta di sviluppo proiettata nonsolo verso il turismo, ma anche verso la valorizzazione delleproduzioni di qualità dell’agricoltura e dell’artigianato, che apre lastrada alla nascita di servizi, strutture e infrastrutture connessi aquesto orizzonte.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


IL PARCONAZIONALEdel Gran SassoIl suo territorio ha caratteri prettamentemontani, dagli scenari spesso quasi alpini, ed ècostituito da due distinti gruppi montuosi: ilmassiccio del Gran Sasso d’Italia ed il gruppoad esso soprastante, i Monti della Laga.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


pienamente l’origine della diversità richiamata. Il Gran Sasso rivelaalte pareti verticali, morene, circhi glaciali, valloni, dirupi, il vastoaltopiano di Campo Imperatore, gli estesi campi carsici ed inumerosi laghetti anch’essi di origine carsica, nonché il ghiacciaiopiù meridionale d’Europa, il Calderone; tutti insieme raccontano lastoria di questa montagna e la differenziano in modo netto daicontigui Monti della Laga, seppure i due massicci, letteralmenteincastrati tra di loro nell’alta valle del Vomano, siano in perfettacontinuità ecologica. L’uso umano di queste montagne si desumedalla differente copertura forestale, continua e folta nei versantiteramani del Gran Sasso e della Laga, con netta preponderanza dipraterie e pascoli nel versante aquilano del Gran Sasso ed inquello laziale della Laga, a testimoniare l’utilizzo prevalentementepascolivo nei settori meridionali e quello forestale a settentrione ea oriente.La vegetazione include le faggete sulla Laga (con abete bianco) esul versante teramano del Gran Sasso, pascoli a CampoImperatore e sul Voltigno e magnifiche fioriture d’alta quota.Tra imammiferi sono presenti il lupo, il camoscio, il cinghiale, il gattoselvatico, l’arvicola delle nevi e forse l’orso.Tra gli uccelli l’aquilareale, il falco pellegrino, il gufo reale e la coturnice. Sul lago diCampotosto sostano svassi, aironi e varie specie di anatidi. Gliaspetti naturalistici non sono l’unica attrattiva di questo Parco, cheanzi si caratterizza per una comunione, un intreccio inestricabilenei suoi paesaggi, fra natura e presenza umana. Ne sonotestimonianza gli innumerevoli, antichi e splendidamenteconservati paesi e castelli disseminati sulle sue pendici e adominare le sue conche intramontane: sul versante teramano,innanzitutto i piccoli borghi medievali abbandonati fra i boschidella Laga e gli eremi della Montagna dei Fiori, lo splendido centrorinascimentale di Campli, Civitella del Tronto con la sua possentefortezza, gli spettacolari ruderi di Castel Manfrino affacciato sullegole del Salinello, i castelli medievali di Castel di Luco e Piano diRoseto, Castelli con le botteghe della nota e pregiata ceramica el’oratorio di San Donato (detto la “Cappella Sistina della maiolica”),i deliziosi centri storici di Isola del Gran Sasso, Cortino,Valle Castellana,Tossicia, Pietracamela; sul versante aquilano,Campotosto col suo grande lago, L’Aquila con i suoi splendidimusei e monumenti, e poi gli antichi centri storici del Gran Sasso,con la loro atmosfera medievale intatta: Assergi, Barisciano, SantoStefano di Sessanio, Calascio con la sua splendida Rocca,Castelvecchio Calvisio e Carapelle Calvisio, Castel del Monte,Ofena, Bussi sul Tirino; sul versante pescarese, ripidamentedigradante verso le colline e il mare, la torre di Forca di Pennedomina i due versanti, marino e montano, ai suoi piedi Farindola,col suo notissimo formaggio pecorino.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


I SAPORI DEL PARCOABRUZZO ITALIA 9ACAMPOTOSTO si produce uno dei salumi abruzzesi piùpregiati e ricercati, la strepitosa mortadellina di Campotosto,salame di carne di suino lavorata a mano, macinata a granafine e con una caratteristica barretta di lardo inseritaall’interno (lardello). Ha forma ovoidale ed è in generecommercializzata a coppie, per questo è anche nota con lacolorita denominazione di “coglioni di mulo”. Nell’area diCASTEL DEL MONTE (una delle “capitali” abruzzesi dellapastorizia, uno splendido paese medievale il cui nome èun’evidente conferma dei collegamenti e degli scambistrettissimi che <strong>Abruzzo</strong> e Puglia intrattenevano sulleplurimillenarie rotte della transumanza, che univa le pianuredel Tavoliere ai pascoli di Campo Imperatore) i pecorini tipicisono il canestrato ed il marcetto. Il canestrato di Castel delMonte è un formaggio di media e lunga stagionatura, a pastadura, dall’aroma intenso ricco di fragranze legate alle essenzespontanee presenti nelle erbe di pascolo e nei foraggiutilizzati per l’alimentazione delle pecore, e talvolta hasapore lievemente piccante. Il marcetto deve il nome e lecaratteristiche organolettiche allo sviluppo nelle forme delpecorino, durante il periodo di stagionatura, di larve dellamosca Piophila casei, che attivano un processo didegradazione che trasforma la pasta in forma cremosa. Sipresenta dunque come un formaggio spalmabile, dal gustonotevolmente piccante, un prodotto molto particolare perveri estimatori. Più in generale il pecorino, uno dei prodottisimbolo d’<strong>Abruzzo</strong>, è prodotto in tutti i territori dellatransumanza. È un formaggio a pasta dura o semidura ed è ilprodotto tipico di quella antichissima forma di gestione delterritorio del sud dell’Italia. Insieme alle giuncate ed allaricotta, consumate fresche, ha rappresentato, fino a pochidecenni or sono, la base economica e alimentare dei pastoriche si spostavano con gli armenti tra Puglia ed <strong>Abruzzo</strong>,secondo il naturale ciclo delle stagioni, alla ricerca di pascoliche, diversificando il nutrimento delle greggi, conferivanoaromi e fragranze del tutto unici ai prodotti della pastorizia.Un pecorino particolarmente qualificato e originale siproduce nel distretto agropastorale di FARINDOLA, utilizzantecaglio di suino, che gli conferisce odore e sapore tipici. Tra iprodotti della terra sono da citare le lenticchie di SANTOSTEFANO DI SESSANIO, coltivate in un’area ristretta cheabbraccia i territori dei comuni di S. Stefano di Sessanio,Calascio, Barisciano, Castelvecchio Calvisio e Castel delMonte, tutti alle pendici del Gran Sasso. Si distinguonoprincipalmente per le dimensioni ridotte (3-5 mm didiametro), per il colore più scuro, e per una resistenza allacottura che ne preserva integre tutte le qualità nutrizionali.Rispetto alle comuni lenticchie sono molto ricche di ferro.Particolarmente saporite, vengono utilizzate per lapreparazione di calde e gustose zuppe abbinate a diversiformati di pasta fatta in casa. Nella zona del Parco la cura deicastagneti e la raccolta dei loro frutti è una pratica di cui si hatestimonianza sin dal XIII secolo. La formazione delle“ricciaie” e la “curatura” delle castagne sono pratiche chevenivano utilizzate fin da allora per prolungare nel tempo laconservazione del prodotto che era alla basedell’alimentazione popolare. È qui che nasce il marrone diValle Castellana, che si raccoglie nel territorio dell’omonimocomune e che appartiene al gruppo del marrone fiorentino,del quale conserva le caratteristiche tipiche. Il marrone diVALLE CASTELLANA presenta dimensioni molto variabili, comeconseguenza dell’adozione di metodi di coltivazioneesclusivamente biologici.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


SPORT E ATTIVITÀLa grande estensione territoriale e la varietà di ambienti epaesaggi consentono la pratica di tutti gli sport di contattocon la natura: escursioni a piedi, o in mountain bike, lungo gliinnumerevoli sentieri (ben segnalati e mantenuti) del Parco;interessanti escursioni didattiche guidate, o anche impegnativitrekking, grazie all’ampia disponibilità di guide alpine,accompagnatori di media montagna e operatori naturalistici;escursioni e trekking equestri, grazie alla straordinaria Ippoviadel Gran Sasso, un anello attrezzato di oltre 300 chilometri,che garantisce agli appassionati dell’equitazione di campagnauna infrastruttura unica per qualità e dimensioni.Agli appassionati della fotografia naturalistica e di paesaggio ilParco propone ambienti e scenari indimenticabili, mentrel’osservazione degli animali in libertà è possibile nelle areefaunistiche del camoscio a Pietracamela e Farindola e delcapriolo a Cortino, mentre ambienti ottimi per l’osservazionedegli uccelli sono la Forca di Penne e il lago di Campotosto,sul quale è pure possibile praticare canoa e windsurfing.I numerosi corsi d’acqua consentono la pratica deltorrentismo. Per gli appassionati di canoa e kayak uno deipercorsi più interessanti è quello che si snoda lungo il bracciosuperiore del Vomano. Il fiume non è certo il Colorado river,ma è sicuramente uno dei più amati dai canoisti italiani;soprattutto il braccio superiore è un’autentica pista “nera”,adatta solo a chi ha grande esperienza con la pagaia.L’alpinismo, che sul Gran Sasso ha una tradizione di granderilievo (la prima scalata “sportiva” documentata è anziavvenuta proprio sul Gran Sasso addirittura nel 1573!) e contasu una importante scuola con base ad Assergi, viene praticatosulle pareti del Corno Grande, del Corno Piccolo, del MonteCamicia e del Pizzo d’Intermesoli, come anche l’arrampicatasportiva. A livello sciistico il Parco conta sugli impianti per ladiscesa di San Giacomo - Monte Piselli, Prati di Tivo, PratoSelva e Campo Imperatore - Monte Cristo. Lo sci di fondo hanello sterminato pianoro di Campo Imperatore uno dei piùbegli e originali teatri d’Italia; numerosi sono gli anelli tracciatisulla sua movimentata distesa, che tuttavia è godibilissimaanche fuori dalle piste battute, sulla neve immacolata; il fondoescursionistico scopre luoghi di incantevole bellezza anche neiterritori di Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio, nelsistema di piani e vallette carsiche che digradano a balzi dalmargine meridionale di Campo Imperatore. Pietracamela èun’ottima base di partenza per lo sci-alpinismo e alpinismoinvernale, mentre i molti corsi d’acqua che scendono daifianchi della montagna consentono in inverno l’arrampicata sucascate di ghiaccio.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


ABRUZZO ITALIA 11PER SAPERNE DI PIÙParco Nazionaledel Gran Sassoe Monti della Laga0862.60521www.gransassolagapark.itente@gransassolagapark.it<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


Aspra e imponente, la Majella è ripida ecompatta sul versante occidentale, si distendein alto nell’altopiano di Femmina Morta, ed èincisa sul versante orientale dai valloni piùselvaggi d’<strong>Abruzzo</strong>.Il Parco Nazionale<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


ABRUZZO ITALIA 13L’ininterrotta presenza dell’uomo sulle sue pendici sin dall’alba deitempi, testimoniata da giacimenti preistorici che risalgono sino alPaleolitico, costituisce l’essenza stessa, l’identità peculiare del Parco,che è inestricabilmente custode della natura e dell’uomo.Giacimenti paleolitici, grotte e villaggi neolitici, insediamenti delleetà dei metalli, città e santuari italici e romani, eremi e luoghi diculto sacri da epoca immemorabile, grotte e iscrizioni di pastori ebriganti, capanne a tholos disseminate ovunque tra i campi agricolie i pascoli d’altura, le sue tonde e boscose pendici, i suoi altipascoli, i suoi profondi valloni. Il fascino della Majella risiede dunquenel fatto che è sempre stata considerata una montagna sacra,grembo uterino per i suoi abitanti, materna e aborigena sin nelnome, che richiama quella Maja madre delle messi adorata daisuoi primi agricoltori. Sin dall’alba dell’uomo, è stata rifugio e fontedi vita per cacciatori e agricoltori, eremiti e pastori, soldati ebriganti, carbonai e cavatori, paesani e viandanti. La gratitudine e ilsenso ininterrotto di dipendenza materna che ancora oggi gliabruzzesi dimostrano nei suoi confronti sono dunque ben motivatie comprensibili.della Majella<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


Indubbiamente questo grande Parco, checomprende anche la bastionata del Morronee i Monti Pizi, è stato e continua ad essereuno dei più importanti contenitori di faunaselvatica d’Italia e d’Europa.Istituito nel 1995, il Parco ha una superficie di 74.095 ettari ecomprende 39 comuni nelle province di L’Aquila, Chieti e Pescara(Abbateggio, Ateleta, Bolognano, Campo di Giove, Cansano,Caramanico Terme, Civitella Messer Raimondo, Corfinio, Fara SanMartino, Gamberale, Guardiagrele, Lama dei Peligni,Lettomanoppello, Lettopalena, Manoppello, Montenerodomo,Pacentro, Palena, Palombaro, Pennapiedimonte, Pescocostanzo,Pettorano sul Gizio, Pizzoferrato, Popoli, Pratola Peligna, Pretoro,Rapino, Rivisondoli, Roccacasale, Roccamorice, Rocca Pia,Roccaraso, Salle, San Valentino in <strong>Abruzzo</strong> Citeriore, Sant’Eufemia aMajella, Serramonacesca, Sulmona,Taranta Peligna e Tocco daCasauria). L’Ente Parco ha sede a Guardiagrele e uffici a Campodi Giove.Dal punto di vista geomorfologico la Majella si presenta come unpoderoso blocco calcareo, gibboso e tondeggiante, profondamenteinciso da profondi valloni, culminante nel Monte Amaro ad unaaltitudine di 2793 metri. La posizione geografica immersa nelMediterraneo, le caratteristiche altitudinali (almeno trenta cimesuperano i 2000 metri), la tormentata orogenesi, il rigore e lamutevolezza del clima rendono questa montagna unica nel suogenere e custode di una diversità biologica, fra le più importantid’Europa, che annovera la presenza di elementi floristicimediterranei, alpini, balcanici, pontici, illirici, pirenaici e artici digrandissimo valore biogeografico, oltre che una fauna fra le piùprestigiose, con molte specie rare e preziose.Vivono sulla Majella il lupo, l’orso, il camoscio, la lontra, il capriolo, ilcervo.Tra le 130 specie di uccelli spiccano l’aquila reale, il falcopellegrino, il gufo reale, il lanario, l’astore e il piviere tortolino. Lefaggete ricoprono i versanti tra i 1000 e i 1800 metri, mentre suicrinali cresce il raro pino mugo, tipico di ambienti nordici. Lavegetazione include oltre 1700 specie, numerose delle qualiendemiche. La flora e la vegetazione attuale della montagna sonoanche il risultato dell’azione umana, che sul massiccio si protrae damillenni, sin dall’invenzione stessa dell’agricoltura, come attestano le<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


ABRUZZO ITALIA 15numerose pitture rupestri dipinte nei suoi santuari neolitici. Perricavare campi da coltivare, l’uomo in passato ha distrutto i boschidi quercia e carpino nero che cingevano la montagna alle quotepiù basse; a quote maggiori, ha invece ridotto la faggeta perallargare i pascoli secondari per gli armenti e – in certi periodistorici – anche per l’agricoltura, che in alcune località della Majellaè stata praticata anche a quote molto elevate (1500-1600 m).È l’unica fra le montagne appenniniche a conservare in quotaarbusteti contorti di pino mugo. Sopravvissuti inizialmente nellearee più impervie ed inaccessibili alle greggi, in seguito alla crisidella pastorizia si sono riespansi nella fascia fitoclimatica propria,compresa tra i 1700 e i 2300 metri. Il pino mugo costituisceformazioni molto estese ed intricate specialmente nel settoresettentrionale. Con esso, si rinvengono altre specie arbustivecome il ginepro nano, il raro sorbo alpino, l’uva d’orso e altre. Unaspecie interessante è la sabina: anche questa come il pino mugo,distrutta in molti altri massicci montuosi, è sopravvissuta sulle rupisoleggiate da cui spesso penzola nel vuoto. La montagnacustodisce anche un’altra specie rara, la varietà locale di pino nero,che l’azione dell’uomo nel tempo ha spinto a localizzarsi sulle rupipiù inaccessibili della Cima della Stretta, del Vallone diMacchialunga e la Valle dell’Orfento. Gli ultimi esemplari colossaliaggrappati alla roccia rimangono tuttora a sfidare la gravità e isecoli, testimonianza muta e tenace del grande patrimonio viventedel massiccio della Majella.Nel Parco si possono visitare piccoli centri di grande interessestorico come l’antica Pacentro, Caramanico con le sue terme,Guardiagrele col suo ricco artigianato artistico, e la splendidaPescocostanzo, dall’orgoglioso centro storico rinascimentale ebarocco. Di grande interesse sono anche gli eremi e i luoghi diculto come l’abbazia di San Liberatore a Majella, gli eremicelestiniani del Morrone (Sant’Onofrio e San Pietro) e dellaMajella (San Bartolomeo di Legio, Santo Spirito a Majella, SanGiovanni all’Orfento, Sant’Onofrio di Serramonacesca, Madonnadell’Altare), il santuario di Ercole Curino e la chiesa di SanTommaso a Salle.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


LE CAPANNE IN PIETRA A SECCOSin dai tempi più antichi, agricoltori e pastori si sono divisil’utilizzo delle sassose pendici e degli alti pascoli di questamontagna. Tanto le stagionali attività agricole alle quoterelativamente inferiori, quanto quelle pascolive a quellesuperiori, hanno comportato un’azione millenaria, continua,ossessiva di spietramento dei fondi, testimoniato dagliinnumerevoli cumuli di sassi che costellano con regolarità ilsuo paesaggio.Questo mare di pietre è all’origine dei lunghi muri a secco adelimitare i campi, dei muri di terrazzamento per strapparepiù terra coltivabile alla montagna e regolarizzare il profilo deipendii, e delle centinaia e centinaia di pajare, capanne in pietraa secco con struttura a tholos, tipiche della civiltà edilemediterranea, che pullulano soprattutto sul versantesettentrionale della montagna.Le caratteristiche di queste capanne variano in funzione dellaloro destinazione (agricola o pastorale) e della lorolocalizzazione. Poco al di fuori dei paesi, vicino alle case, essesvolgono la funzione di stalle-fienili. Più su, nella fascia deicoltivi, prendono dimensioni minori e vengono usatestagionalmente dai contadini come rifugio e deposito per gliattrezzi. Ancora più in alto, al margine fra la fascia dellecolture e quella dei pascoli, compaiono infine i complessi agropastorali:grandi masserie stagionali, articolate e spessoprimitivamente monumentali, dove si coltiva e si accudisce ilgregge che pascola più a monte. Varie capanne (il mungitoio,una o più capanne dormitorio, quella per il deposito deiprodotti) vengono raccordate e conchiuse da un alto muroche delimita lo stazzo, il recinto per il ricovero notturno delgregge, a ricordarci la presenza dei lupi. Ancora più in quota sispingono solo i pastori, che trovano rifugio con le loro gregginelle numerose grotte e nelle cenge erosive al margine deivalloni. In primavera cominciano ad occupare quelle alle quotepiù basse, poi man mano che la neve si ritira salgono a quellepiù alte. Lo sgrottamento viene chiuso con pietre e pinomugo, sia dove dorme il pastore sia dove stabbiano le pecore.Purtroppo ormai quasi nessuno alleva più in questo modo, mala testimonianza del passaggio e della presenza di tanti uominisulle balze di questa montagna è ancora visibile nelle tanteiscrizioni incise sulle sue rocce: nomi, date, luoghi diprovenienza, a volte qualche frase sgrammaticata, e tantecroci, incise da un popolo semplice e pio, abituato aconsiderare la natura come la più forte e tangibilemanifestazione di Dio.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


I SAPORI DEL PARCOABRUZZO ITALIA 17Il Parco Nazionale della Majella è custode di una quotarilevante dei profumi e sapori della tradizione abruzzese.Innanzitutto, esso ospita una delle capitali della produzioneitaliana della pasta, Fara San Martino, il borgo ai piedi delversante orientale della Majella dove la presenza dellepurissime acque della montagna ha favorito fin dall’Ottocentol’insediamento di una fiorente industria specializzata, cheraggiunge oggi con i suoi prodotti i mercati di tutto il mondo.Fra i salumi spicca il salsicciotto di Pennapiedimonte, unasalsiccia stagionata a base di carne magra di maiale, ricopertacon una pastella di sale e grasso di maiale aromatizzata conpepe nero macinato ed un trito di erbe aromatiche locali(timo, ginepro, rosmarino, alloro, erba cipollina, peperoncinopiccante, finocchio e salvia). Fra i formaggi da non perdere ilpecorino, prodotto in molte località montane del Parco, e ilmagnifico caciocavallo degli Altipiani Maggiori, che in questaenclave di alta tradizione zootecnica viene prodotto coldelicato e profumatissimo latte crudo dei bovini locali, chepascolano liberi sulle sterminate praterie montane dei comunidi Pescocostanzo, Rivisondoli, Roccaraso, Rocca Pia e Palena.Fra i pani (ogni paese, ogni forno ha la sua ricetta e il suolievito madre), generalmente corposi e durevoli, realizzati confarine dei grani locali, si distingue per straordinaria ricchezza ilpane nobile di Guardiagrele, la cui ricetta (a base di unacomplessa miscela di farine 00, integrale, di mais, avena, orzo,miglio e segale, con semi di sesamo, olio extravergine di oliva,formaggio, acqua, sale, lievito madre e una piccola quantità dilievito di birra) affonda le radici nel Medioevo.La sua caratteristica risiede nella ricca sostanziosità e nellalunga capacità di conservazione, arricchite dal caratteristicoprofumo speziato. I dolci sono numerosi e particolari:innanzitutto i famosissimi confetti di Sulmona, con l’anima dimandorla intera e ricoperti da strati di zucchero. Tipici anchenelle coloratissime e creative confezioni, spesso veri e propri“trionfi floreali”, elaborati e complessi. C’è poi la delicatissimasfogliatella di Lama dei Peligni, che ha una forma ovale e sisquama in innumerevoli sfoglie che avvolgono la squisitafarcitura, fatta con marmellata d'uva e di amarena, mostocotto, noci e cacao. Altro dolce particolare sono le “sise dellemonache”, dalla tipica e allusiva forma a tre ciuffi (chericordano appunto dei seni) accostati a triangolo, dette anche“tre monti”, per i puritani che non apprezzano lo straordinariohumour del primo nome. Tipico di Guardiagrele, il dolce ècostituito da due alti strati di soffice Pan di Spagna farciti concrema pasticciera. Tra le altre specialità dolciarie vale la penacitare i caratteristici pasticci di Rapino, dolci da fornotradizionalmente serviti durante le cerimonie e le feste,dalla forma simile a una tartelletta e ripieni di un compostocremoso a base di latte, cioccolato fondente, limone e di untrito di mandorle tostate e cannella in polvere.Tra i liquori, è in assoluto la Centerbe di Tocco Casauriaad occupare un posto di primo piano per personalità eoriginalità. Prodotto dall’inconfondibile colore verde smeraldoe dall’alta gradazione alcolica (oltre 70°!), ha un intensoprofumo di erbe che, raccolte nel circondario, arrivano ancorafresche in fabbrica dove vengono lasciate essiccare e mondateaffinché restino solo le foglioline. La ricetta ha originiantichissime ed è ancora oggi gelosamente custoditadalla sola famiglia che produce questo particolare liquore.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


SPORT E ATTIVITÀIl territorio del Parco è ideale per una vacanza attiva a contattocon la natura. Le grandi dimensioni e la forma gibbosa etondeggiante del massiccio, l’assenza di vette rocciose dascalare e i numerosissimi sentieri che la attraversano, fannodella Majella il regno dei camminatori di montagna: consentonoescursioni di ogni tipo, dalle comode passeggiate alle ascensionipiù difficili. In particolare, il circuito dell’Alta Via della Majella èdi straordinaria suggestione; non bisogna tuttavia sottovalutarele dimensioni dell’area sommitale della montagna, che sonoenormi e rendono dunque lunghe e impegnative sia leascensioni alle vette che le traversate.Sempre per le medesime caratteristiche, tutto quel che sullaMajella si può percorrere a piedi, può essere fatto in mountainbike: i percorsi sono infiniti, e ai sentieri escursionistici sisommano le centinaia di chilometri di carrarecce, mulattiere,strade agricole e forestali, sterrati, antichi tracciati,che tramano come una finissima ragnatela l’intera superficiedel grande massiccio, da sempre abitato e percorso dall’uomo.Fra le escursioni guidate, da non perdere quella al selvaggio esplendido vallone dell’Orfento, con i suoi spettacolari eremicelestiniani, con partenza da Caramanico. Il gran numero el’eccellente conoscenza del territorio di guide alpine eaccompagnatori di media montagna attivi nel Parco rendeinoltre possibile ogni tipo di escursione, in assoluta sicurezza.Notevoli pure le attività di escursionismo e trekking a cavallo,per gli appassionati dell’equitazione di campagna; soprattuttosul versante meridionale, dove i rilievi montani si affaccianosugli enormi spazi degli Altipiani Maggiori d’<strong>Abruzzo</strong>, con ipiani delle Cinquemiglia, di Roccaraso, di Rivisondoli, diPescocostanzo, di Palena, dell’Aremogna.Agli appassionati di arrampicata sportiva è dedicata unaeccellente palestra di roccia ad Abbateggio-Roccamorice,mentre l’alto corso dell’Aventino permette torrentismo ecanoa. Nel periodo invernale l’offerta diviene di eccellenza perquanto riguarda sia la discesa, sia il fondo. Nel Parco sonoinfatti collocate numerose importanti stazioni sciistiche: ilComprensorio sciistico dell’Alto Sangro, Pizzoferrato eGamberale, Passolanciano-La Majelletta, Campo di Giove,Pacentro-Passo San Leonardo. Fra tutte, spicca ilComprensorio sciistico dell’Alto Sangro, al marginemeridionale del Parco, il più vasto dell’Italia centromeridionalee settimo a livello nazionale per quantità e qualitàcomplessiva delle piste e dei servizi. Il comprensoriocomprende i comuni di Roccaraso, con i suoi eleganti negozi ei maggiori impianti sportivi, Rivisondoli, bel borgo anticofamoso per il suo Presepe Vivente, e Pescocostanzo, col suostraordinario centro storico e gli splendidi monumentirinascimentali e barocchi. Il fondo ha teatri elettivi di esercizio:la splendida cornice del bosco di Sant’Antonio e l’alto pianorodell’Aremogna.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


ABRUZZO ITALIA 19PER SAPERNE DI PIÙParco Nazionaledella Majella0871.80371www.parcomajella.itinfo@parcomajella.it<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


Il Parco Nazionaled’<strong>Abruzzo</strong>Nato nel 1922, è il più antico ed importanted’Italia. In esso sono concentrati quasi tutti icaratteri che contraddistinguono l’Appenninocentrale, compresi elementi di flora e faunaunici al mondo o ormai scomparsi nel restodella catena. Riceve oltre un milione divisitatori ogni anno, attirati dai suoi ambientinaturali di rara bellezza.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


ABRUZZO ITALIA 21Lazio e MoliseIl Parco Nazionale d’<strong>Abruzzo</strong>, Lazio e Molise si estende su 50.000ettari e interessa anche il Molise e il Lazio. Il settore abruzzese, checopre i tre quarti della superficie totale, è in provincia dell’Aquila einteressa i comuni di Alfedena, Barrea, Bisegna, Civitella Alfedena,Gioia dei Marsi, Lecce dei Marsi, Opi, Ortona dei Marsi,Pescasseroli (sede della direzione dell’Ente Parco), Scanno,Villavallelonga e Villetta Barrea.I monti del Parco hanno aspetto selvaggio e sono caratterizzati daforre, campi carsici e altopiani, cui si affiancano i laghi Vivo, diScanno e di Barrea. Dal punto di vista geomorfologico, ci troviamonel cuore del grande regno calcareo che dai Monti Sibillini nelleMarche scende, con rare soluzioni di continuità, fino al massicciodel Pollino. Grandi groppe montuose, valloni aperti, pareti precipitie gole impervie come quella della Foce di Barrea, anfiteatrirupestri di intenso fascino come quello della Camosciara, pianorierbosi circondati da pendici selvose come quelli delle Forme e deiCampitelli, estesi ghiaioni sonori e incoerenti, rocce chiare estratificate su cui si abbarbicano esemplari imponenti di pino nero,sono i variegati e mutevoli ambienti del Parco. Un gran numero dinascenti corsi d’acqua, così rari in genere nelle aride zone calcaree,scorrono tra i massi candidi e le austere faggete. Un grande lagoartificiale, quello di Barrea, ormai perfettamente inserito nelpaesaggio, completa verso oriente la serie degli ambienti del Parco.Qui in autunno lamontagna offre unospettacolo incredibiledi colori caldi ebrillanti: il porporaviolettodegli ornelli,il rosso fuoco degliaceri montani,l’arancio brillante degliaceri minori, l’oro deipioppi, lo scarlatto deiciliegi e dei periselvatici fino alvermiglio deglievonimi.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


In questo scenario si inserisce la vegetazione, che si sussegue infasce parallele dai fondovalle alle vette. Nei settori più bassi eassolati vegeta una boscaglia composta da aceri campestri, ornelli,carpini, roverelle e, nelle zone più soleggiate e rocciose, lecci dallachioma sempreverde su un sottobosco di terebinti, pruni,biancospini, aceri minori, rose selvatiche e rovi. Al livello del suolole fioriture includono la scarpetta di Venere, l’iris marsica, il gigliorosso e numerose specie di orchidee selvatiche ed anche elleborifetidi, ciclamini, pungitopi, scille bifolie, anemoni, digitali e tantealtre specie che formano un tappeto interrotto qua e là daemergenze pietrose. Più in alto si trovano boschi di cerro,l’imponente quercia dal portamento slanciato e dalle ghiande inparte ricoperte da una cupola irta di “peli”, che forma estesipopolamenti insieme a meli selvatici, sorbi e altre caducifoglie dimezza montagna.Salendo verso le vette domina incontrastata la faggeta che, dai1800/2000 metri di altitudine, cede il passo a bassi cespuglipulvinari di ginepro e di pino mugo che, a loro volta, si dissolvononella prateria montana che ricopre le alte pendici e i crinali neiluoghi dove le rupi e i brecciai non la fanno da padroni. In alcunisiti dell’alta valle del Sangro, oltre al faggio, rari aceri di monte egruppi di betulle, sono presenti schiere aromatiche e folte di pinineri, nella varietà autoctona e unica che proprio per questo non sichiama semplicemente pino nero d’Austria, ma si intitola ad unpaese del Parco, posto sulla riva sinistra del Sangro: pino nero diVilletta Barrea.La biodiversità del Parco Nazionale d’<strong>Abruzzo</strong>, Lazio e Molise, cosìricca e varia per quanto riguarda il regno vegetale, non è da menonel campo della vita animale. Quasi 6000 specie di insetti che nepopolano il territorio rappresentano un record della faunaentomologica italiana e comprendono bellissimi coleotteri come laRosalia alpina o la Chrysochola sipari, molto rare e localizzate.Tra imammiferi che hanno reso famoso il Parco sono presenti oltreall’orso, che è il simbolo del più antico Parco Nazionale d’Italia, illupo appenninico, compatto, robusto e dalle caratteristicheorecchie rossicce, la cui presenza all’interno del Parco èimportante, perché contribuisce a mantenere in buona salute lapopolazione degli erbivori che, crescendo troppo di numero,potrebbe diventare nociva alla vegetazione; il camoscio d’<strong>Abruzzo</strong>,considerato per la mole, la grandezza delle corna e la colorazionedel mantello, una specie a sé che conta circa 500 esemplari; ilcinghiale, il cervo, la lince, la volpe, il tasso, la faina, la donnola e loscoiattolo meridionale.Tra i volatili, oltre all’aquila, meritano unasegnalazione la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, il gufo reale, lacivetta, il grifone ed il rarissimo picchio dorsobianco, tipico dellaforesta. Sui pascoli si osservano le coturnice e il gracchio corallino,<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


ABRUZZO ITALIA 23sui laghi sostano l’airone cenerino, lo svasso maggiore, la gru e varianatidi. Anche la fauna del lago di Barrea conta numerosi esemplaridi germani reali, folaghe e, tra gli anfibi, vale la pena ricordare lasalamandra giallo-nera, la salamandrina dagli occhiali e l’ululone dalventre giallo, considerati i più rari e tipici elementi della faunaanfibia appenninica.Cuore del territorio è Pescasseroli, che offre un’ottima ricettivitàturistica; tutt’attorno vette che sfiorano i 2000 metri, prati, valli,corsi d’acqua, le necropoli italiche di Barrea e di Amplero, l’acropolisannita di Alfedena, e accoglienti borghi come Bisegna, SanSebastiano, Gioia Vecchio, Opi,Villetta Barrea e Barrea con il lorolago, Civitella Alfedena, la solitaria Scontrone, la superba Scanno colsuo splendido centro storico e le tradizioni d’artigianato artisticodell’oreficeria e dei merletti al tombolo.Trattandosi di un’area tutelata da un Parco ormai da quasi unsecolo è naturale che le strutture ricettive e di visita al territoriosiano radicate e assai ben organizzate. Oltre 150 gli itinerariescursionistici e una decina i sentieri-natura, con possibilità ditrekking e di escursione a piedi, a cavallo e in mountain bike quasiinfinite.Vale la pena di ricordare luoghi ormai entrati di diritto nelvocabolario del turista montano come la Camosciara o la ValFondillo, il lago Vivo e Forca Resuni, il passo del Diavolo con lesorgenti del fiume Sangro e il lago della Montagna Spaccata, solo<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


L’ORSOMARSICANOper citare i più celebri. Il lago di Barrea è perfetto per canoa ewindsurf, così come, assieme agli altri minori, diventa luogo idealeper il birdwatching. Le ampie strade di collegamento sono unabuona occasione per un tranquillo cicloturismo. Il Parco offrestrutture didattiche come il Museo e lo Zoo a Pescasseroli,il Centro Rapaci di Barrea, le Aree Faunistiche del camoscio a Opi,del lupo e della lince a Civitella Alfedena, del camoscio a Bisegna,il Museo degli Insetti e l’Area Faunistica del capriolo aSan Sebastiano.Da Villetta Barrea si sale lungo i tornanti del Passo Godi, dove sipuò sostare presso l’albergo rifugio e intraprendere una bellapasseggiata sul pianoro, e si ridiscende poi dal versante oppostofino a Scanno, paese principale di un piccolo ma interessantecomprensorio montano. Il borgo è celebre in tutto il mondo peril suo splendido centro storico, fotografato dai grandi nomiinternazionali come Cartier Bresson e Giacomelli, e per il suo lagoche separa i monti del Parco Nazionale d’<strong>Abruzzo</strong>, Lazio e Molisedal selvaggio massiccio del Monte Genzana. Dispone di notevolirisorse ricettive e di una interessante offerta di ristorazione, concibi tipici come la polenta e i primaverili orapi, spinaci selvatici usatiper condire la pasta fatta in casa. Il lago di Scanno è idealeper canoa e windsurf, e la strada che segue le sue rive si prestaegregiamente per belle passeggiate cicloturistiche.Scampato a ere di caccia, bracconaggio, incendi, tagliindiscriminati di boschi, il signore delle foreste d’<strong>Abruzzo</strong>appartiene ad una sottospecie unica che sopravvive in circa100 esemplari entro i confini del Parco. Questo magnificoplantigrado ha dimensioni imponenti (i maschi possonosuperare i tre quintali di peso, le femmine sono un po’ piùpiccole) costruisce le sue tane negli angoli più nascosti dellafaggeta e va in letargo da dicembre a marzo. Per il restodell’anno lo si può vedere vagare con disinvoltura nei recessidel bosco, pascolare tranquillamente nelle radure,spingendosi spesso sui campi del fondovalle, piluccare fragolee uvaspina, lamponi e mele selvatiche. Prevalentemente abase di vegetali, la sua alimentazione è costituita per circaun quarto da carne, attacca infatti le pecore a poca distanzadagli stazzi. La popolazione della specie si concentra per dueterzi nel Parco, ma altri orsi vivono sulla Majella, intorno alleCinquemiglia, sul Sirente e sul Gran Sasso. L’orso marsicanoda qualche anno si va facendo sempre più confidente evisibile, tanto che un incontro con lui non è più unaeccezione.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


SPORT E ATTIVITÀABRUZZO ITALIA 25PER SAPERNE DI PIÙParco Nazionaled’<strong>Abruzzo</strong>, Lazio eMolise0863.91131www.parcoabruzzo.itinfo@parcoabruzzo.itAll’interno del Parco i sentieri sono numerosi e perfettamentesegnati, e consentono splendide e notissime escursioni a piedi,magari accompagnati da una guida, a cavallo o in mountainbike. Inoltre è possibile dedicarsi alla fotografia naturalistica,all’osservazione degli animali in libertà e nelle areefaunistiche, praticare il birdwatching sui laghi, sul maggioredei quali, il lago di Barrea, è possibile anche praticare canoa ewindsurf. Il Parco dispone di 150 itinerari escursionistici eduna decina di sentieri-natura. In inverno lo sci di discesa sipratica nelle belle ed eleganti stazioni sciistiche di Pescasserolie di Scanno-Passo Godi, mentre la pratica del fondo si estendeanche alle suggestive località di Forca d’Acero eMacchiarvana, con i loro splendidi anelli tracciati fra faggete eampie radure.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


I massicci del Velino e del Sirente distanopoco più di un’ora da Roma e si raggiungonocomodamente da tutto l’<strong>Abruzzo</strong>. Anche semeno alti della Majella e del Gran Sasso,offrono al visitatore motivi d’interesse nonmeno importanti di quelli dei massiccimaggiori.Il Parco <strong>Natura</strong>le Regionale del Sirente-Velino, istituito nel 1989, siestende su 50.288 ettari in provincia dell’Aquila, ha sede a Roccadi Mezzo e interessa i comuni di Acciano, Aielli, Castel di Ieri,Castelvecchio Subequo, Celano, Cerchio, Collarmele, Fagnano Alto,Fontecchio, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, L’Aquila, Magliano deiMarsi, Massa d’Albe, Molina Aterno, Ocre, Ovindoli, Pescina, Roccadi Cambio, Rocca di Mezzo, Secinaro e Tione degli Abruzzi.Il Parco <strong>Natura</strong>leRegionale<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


ABRUZZO ITALIA 27Le pareti rocciose difendono le vette più alte, i ghiaioni sono ricchidi rare specie botaniche. Note agli sciatori per la presenza dellepiste di Ovindoli e di Campo Felice, queste montagne sono moltoapprezzate anche dagli escursionisti. Dal punto di vistageomorfologico i due massicci calcarei, tra cui si aprono gli altopianidelle Rocche, di Pezza e dei Prati del Sirente, sono caratterizzati dacampi carsici e pareti rocciose, dalle gole di Celano e San Venanzioe dalle grotte di Stiffe.Tra le faggete spiccano quelle del Sirente, divalle Cerchiata e di Cerasolo. Più in basso, sul versante dell’Aterno,sono boschi di querce, mentre nelle forre compare il leccio.Il paesaggio vegetale del Parco è notevolmente differente nei duemassicci e nelle zone basali. La flora include specie rare come lapotentilla appenninica, la diripide linneiana, la campanula del Cavolinie l’allium lineare.Vivono nel Parco il lupo appenninico, l’orso brunomarsicano, il capriolo, il cervo, l’istrice, la volpe, il gatto selvatico e ilcinghiale, cui si affiancano molti mammiferi di piccola taglia.Tra gli uccelli spiccano l’aquila reale, la poiana, il nibbio bruno, losparviero, il gheppio, il corvo imperiale, il grifone, il falco pellegrino eil lanario, il gufo reale ed il picchio verde. Numerosi sono anche glianfibi, tra i quali la salamandra pezzata ed il tritone, e i rettili come ilramarro e varie specie di vipera.del Sirente-Velino<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


Il patrimonio storico-culturale ed artisticocustodito dal Parco e dai suoi antichi centriabitati è di grande rilevanza, e il contributodato da quest’area centrale dell’<strong>Abruzzo</strong>montano alla storia e alla formazionedel profilo identitario della regioneè notevolissimo.Per tracciare un profilo storico-geografico del Parco, è utilesuddividere il suo territorio – che peraltro risulta costantementeabitato sin dalla più remota antichità – in tre ambiti territoriali:l’area del Velino, affacciata sul bacino fucense e storicamente legatoalle sue vicende; la media valle subequana, gravitante invece versola conca aquilana, e l’intermedio altopiano delle Rocche, legato allapastorizia e popolato stabilmente solo dal Medioevo.La storia e il popolamento del territorio e dei centri abitatidell’area del Velino risultano principalmente condizionati dalla loroappartenenza all’area fucense, che ebbe un ruolo rilevante sia nellaPreistoria (con gli importantissimi siti archeologici rinvenuti lungol’intero perimetro dell’antico lago Fucino) sia in epoca italicoromana,come testimonia la presenza presso Massa d’Albe di unadelle più importanti città dell’<strong>Abruzzo</strong> antico, Alba Fucens.La valle subequana risulta invece naturalmente e storicamenteconnessa con le vicende della conca aquilana, sia nella sua fase dipopolamento antico in epoca italica (come testimoniato dallastraordinaria necropoli di Fossa), sia in epoca medievale. Per labellezza e lo stato di conservazione dei suoi castelli, dei suoiconventi monastici, delle sue abbazie, dei suoi centri abitati e delsuo stesso paesaggio, si può anzi dire che quest’area del Parco siatra le migliori testimonianze e rappresentazioni dell’<strong>Abruzzo</strong>medievale.Sull’altopiano delle Rocche la pastorizia risultava già praticata in etàprotostorica, come del resto in tutto l’<strong>Abruzzo</strong> montano. I suoicentri abitati hanno tuttavia origine medievale, epoca in cuil’altopiano prese importanza prima militare, come cerniera fra ilFucino e la conca aquilana (lo testimoniano il castello di Rovere,teatro di molte battaglie, e il suo interessante museo), e poieconomica, con i suoi alti pascoli e i suoi coltivi stagionali d’altura(assolutamente da visitare i borghi agricoli stagionali delle Pagliaredi Tione, di Fontecchio, di Fagnano, posti al margine orientaledell’altopiano, luoghi singolari legati alla economia integrata fraagricoltura di montagna e transumanza verticale).<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


SPORT E ATTIVITÀABRUZZO ITALIA 29L’ampiezza territoriale e la varietà di ambienti e paesaggiconsentono ogni tipo di escursionismo, dalle brevi passeggiatenei prati fioriti dell’altopiano delle Rocche, del Piano di Pezza,dei Prati del Sirente, alle impegnative ascese alle vette delboscoso Sirente o del nudo Velino.La disponibilità di guide alpine, accompagnatori di mediamontagna e operatori naturalistici consente anche escursioniguidate, escursioni didattiche e trekking. Come sempre, tuttociò che nel Parco può essere percorso a piedi, può esserloanche in mountain bike e a cavallo. Ai sentieri del Parco, chesono segnalati, si aggiungono in questo caso gli innumerevolipercorsi possibili su antichi tracciati, sterrati, carrarecce,mulattiere, strade agricole e forestali di cui il territorio èricco.Le numerose strade locali (ben asfaltate, poco trafficate,estremamente panoramiche) consentono inoltre uncicloturismo di grande qualità, servito dai molti borghi checostellano i paesaggi del Parco.La mutevolezza del territorio e i frequenti salti di quota, conaffacci e prospettive molto panoramiche, offrono opportunitàmolto stimolanti anche agli appassionati di fotografianaturalistica e di paesaggio.Agli appassionati di alpinismo e arrampicata sportiva le cimedel Velino e del Sirente sanno invece proporre sfideimpegnative, mentre lo stesso fanno il fiume Aterno e le suegole ai cultori di torrentismo, kayak e canoa. Durantel’inverno, le piste di Ovindoli e Campo Felice offronoopportunità di alto livello a chi pratica lo sci di discesa,mentre gli anelli dello spettacolare Piano di Pezza offrono aifondisti un teatro di rara bellezza.PER SAPERNE DI PIÙParco <strong>Natura</strong>leRegionaleSirente - Velino0862.916343www.sirentevelino.orgsirvel@tin.it<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


LE ALTRERiserve e OasiIl sistema regionale delle aree protette ècompletato da oltre 30 Oasi e Riserve <strong>Natura</strong>li,alcune site all’interno dei Parchi ma moltealtre al di fuori di questi.Le altre Aree Protette della provincia di ChietiIn provincia di Chieti troviamo la Riserva <strong>Natura</strong>le e Oasi WWF delLago di Serranella, alla confluenza dei fiumi Sangro ed Aventino.Il nucleo principale è costituito da un invaso artificiale con acquapoco profonda, notevolmente ricca di avifauna (vi sono state censiteoltre 200 specie!): ospita vere e proprie rarità come l’airone biancomaggiore, la cicogna nera, il fenicottero. Nei comuni di Rosello e diAgnone, che è in Molise, c’è l’Oasi WWF dell’Abetina di Rosello chetutela uno degli ultimi boschi misti con abete bianco ancora presentiin <strong>Abruzzo</strong>, popolato dal lupo, dal gatto selvatico, dal capriolo e dalpicchio nero. Nel comune di Orsogna il piccolo Parco Territorialedell’Annunziata, tutela un profondo vallone con un fitto bosco dileccio, roverella e alloro, popolato da uccelli e piccoli mammiferi.A Torino di Sangro il Biotopo delle leccete litoranee tutela l’ultimobosco spontaneo del litorale abruzzese, composto da roverella ecerro cui si associano il carpino orientale, l’olmo, il leccio e le speciedella macchia mediterranea. Il vicino Biotopo del bosco di DonVenanzio, in comune di Pollutri, custodisce invece un suggestivobosco ripariale di frassino, pioppo e farnia. L’unica riserva marinasulla costa abruzzese è, a nord di Vasto, il delicato <strong>ambiente</strong> a falesia,dune e spiaggia sabbiosa tutelato dalla Riserva <strong>Natura</strong>le Regionale diPunta Aderci (o Punta d’Erce).<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


della regioneABRUZZO ITALIA 31Le altre Aree Protette della provincia dell’AquilaIl comune di Morino, in valle Roveto, ospita la spettacolareRiserva <strong>Natura</strong>le di Zompo lo Schioppo con oltre 1000 ettari difaggeta d’alto fusto e la più bella cascata d’<strong>Abruzzo</strong>, che precipitada una rupe alta 80 metri in uno scenario di rara bellezza. Lafauna include l’orso, il lupo, il gufo reale e il falco pellegrino.Molto interessante il piccolo ma spettacolare Museo/CentroVisita, che accoglie ogni anno molte migliaia di visitatori e scolari.La Riserva <strong>Natura</strong>le delle Grotte di Pietrasecca, nel comune diCarsoli, protegge il particolare e per certi versi unico <strong>ambiente</strong>carsico locale, che comprende la grotta di Pietrasecca e la grottagrande del Cervo, celebre per i suoi ritrovamenti archeologici epaleontologici e per la straordinaria bellezza delle sueconcrezioni candide, di varia forma e struttura, che frastagliano i400 metri di galleria.Il comune di Anversa degli Abruzzi ospita la meravigliosa OasiWWF delle Gole del Sagittario, che protegge le lunghe espettacolari gole, dalla tipica sezione a V, scavate e modellate inmilioni di anni dall’azione erosiva delle acque del fiume Cavuto.Tutte le specie di mammiferi (tranne il camoscio) e di uccellitipiche della fauna appenninica sono presenti nell’oasi, inparticolare l’aquila reale, il falco pellegrino, il picchio muraiolo, ilgracchio corallino. Infine alle porte di Tempèra, frazionedell’Aquila, si trova il Parco Territoriale delle Sorgenti del Vera,istituito a tutela di una limpidissima risorgenza che ospita rarespecie di alghe. Circondate da pioppi e salici secolari, le acquesono frequentate dal martin pescatore, dall’airone cenerino e dalmerlo acquaiolo.Le altre Aree Protette della provincia di PescaraNei pressi di Popoli la Riserva <strong>Natura</strong>le delle Sorgenti del Pescaratutela una straordinaria e imponente risorgenza, che forma unvero e proprio laghetto, limpido e cristallino, circondato da boschie canneti. Percorrendo il sentiero che lo costeggia si rimane stupitidal numero di sorgenti, spesso affioranti con polle: se ne contanopiù di 60. L’acqua proviene direttamente dal Gran Sasso, dal grandeacquifero di Campo Imperatore, e dopo un percorso sotterraneodi circa 30 chilometri riaffiora nella Riserva. Nei suoi circa 50 ettari,fra i fitti canneti e le molte specie acquatiche come il ranuncolod’acqua, la brasca di laguna, il giaggiolo d’acqua e il giglio d’acqua,vivono oltre 100 specie di uccelli acquatici fra stanziali e di passo,come l’airone cenerino, la folaga, la gallinella d’acqua, il martinpescatore. A pochi chilometri dal centro storico di Penne, sul lagoartificiale realizzato negli anni ’60 per scopi irrigui, è stata istituita laRiserva <strong>Natura</strong>le e Oasi WWF del Lago di Penne, una delle zone<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it


umide più frequentate dagli uccelli di passo durante il periodo dellemigrazioni. La Riserva, che ai boschi di roverella sulle pendicidell’invaso contrappone saliceti e pioppeti lungo le sponde, ospita lanitticora, l’airone rosso, il falco pescatore. Se ci si sposta più sullacosta tra Pescara e Montesilvano (nei cui comuni è compresa), unapiccola striscia litoranea di pini, quasi esclusivamente pini d’Aleppo,lunga tre chilometri e larga 50 metri è la Riserva della Pineta diSanta Filomena, istituita per preservare ciò che rimaneva, dopol’assalto del cemento, dell’antica pineta che invece si affacciavadirettamente sul mare ed era molto più estesa. A Pescara unanalogo provvedimento di tutela ha istituito la Riserva <strong>Natura</strong>le dellaPineta dannunziana, un vero e proprio polmone verde nel cuoredella città. Una delle anse del fiume Fino, pochi chilometri prima diunirsi al Tavo, costituisce il Parco Territoriale attrezzato di CittàSant’Angelo, una piccola area umida frequentata da numerose speciedi uccelli. Il Parco Territoriale attrezzato di Vicoli è posto a salvaguardiadei pendii tra il centro storico e il corso del fiume Nora. Proteggeun bosco di roverella, acero campestre e robinia e varie specie raredi uccelli. Infine a Scafa, tra la Majella e il Morrone, il Parco Territorialeattrezzato delle Sorgenti Sulfuree del Lavino tutela un <strong>ambiente</strong>davvero particolare, nel quale pioppi e salici contornanospettacolari pozze d’acqua sulfurea risorgente dallo splendido colorturchese, grazie a particolari alghe verdi ed azzurre che ricoprono ifondali. Ospita una fauna davvero interessante: gallinelle d’acqua,usignoli di fiume, picchi verdi, ballerine gialle e martin pescatore,insieme a piccoli mammiferi come ricci, donnole, faine e tassi.Le altre Aree Protette della provincia di TeramoLa Riserva <strong>Natura</strong>le di Castel Cerreto si trova nel comune di PennaSant’Andrea e tutela un bosco di cerro, roverella e carpino nero,oltre a parecchie specie di arbusti tra cui la ginestra, il ginepro, ilbiancospino, il pungitopo. La fauna comprende uccelli rari come ilbarbagianni, lo sparviero, il picchio verde, mentre tra i mammiferisono comuni la donnola, la faina, la volpe, la lepre, il ghiro, ilcinghiale, lo scoiattolo e il riccio. Ad Atri lo scenario suggestivo deisuoi calanchi, derivanti dall’erosione di un particolare tipo di argille,è protetto dalla Riserva <strong>Natura</strong>le dei Calanchi di Atri. La scarsavegetazione include specie tipiche di climi desertici come ilcappero, il carciofo selvatico, la liquirizia. Lungo i piccoli corsid’acqua sono diffusi il granchio di fiume e la puzzola, oltre alleonnipresenti volpi; uno degli ospiti più particolari dei calanchi èperò senza dubbio l’istrice. Il Parco Territoriale attrezzato del FiumeFiumetto, nel comune di Colledara, tutela il letto del torrentecaratterizzato da cascatelle e vegetazione di sponda, circondato daboschi di roverella, farnia, salice e pioppo e frequentato dallapuzzola, dal tasso e da molte specie di uccelli. Infine nel trattomedio del fiume Vomano, uno dei fiumi più importanti dellaprovincia di Teramo, alimentato dalle acque del Gran Sasso e dellaLaga, nel territorio del comune di Montorio al Vomano ha sede ilParco Territoriale attrezzato del Fiume Vomano, il più esteso tra learee protette abruzzesi di questo tipo. Il fiume in questo puntoscorre tra alte pareti di arenaria, scavate dalla lenta azione erosivadelle acque, e boschi di leccio. Sulle pareti nidifica il falcopellegrino, mentre nelle aree ai lati di esse troviamo il succiacapre,l’averla piccola e l’upupa.<strong>Abruzzo</strong> <strong>Promozione</strong> <strong>Turismo</strong> - Corso V. Emanuele II, 301 - 65122 Pescara - Email info@abruzzoturismo.it

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