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Le forme incerte della natura

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Accoppiamento subacqueo di rospo comune (Bufo bufo). Piemonte.Fotocamera Nikon F90x, 20mm f/2.8, pellicola Velvia, due flash e scatola di immersione autocostruita.dono per mano il tuo sguardo e lo conduconoad una analisi attenta e profonda dello spazioche ti circonda: vere macchine da SlowPhotography, fotografia lenta, perfettamentefunzionali ad un approccio alla <strong>natura</strong> e allafotografia non superficiale. Uso in questocaso esclusivamente pellicole Fujichrome,una scelta di campo fatta ventʼanni fa, primaancora dellʼavvento <strong>della</strong> Velvia.Per sostenere un corredo così variegato hoscelto due diversi treppiedi: uno corto eleggero, senza colonna centrale, che uso permacro, fiori ed escursioni lunghe insiemealla straordinaria testa a sfera Arca Swiss B1;lʼaltro, pesante, alto e con gambe di grandesezione, è destinato alle foto di paesaggio, almedio formato e agli appostamenti con il telelungo. Entrambi sono rigorosamente Gitzo.Quali software usiper la post-produzione?Ho provato praticamente tutti i principaliconvertitori Raw in commercio, scegliendoalla fine il giapponese Silkypix, che nellasua versione 3.0 offre a mio parere i risultatimigliori, soprattutto in rapporto allosfruttamento <strong>della</strong> potenza del processoree allʼinterfaccia.Altri software più blasonati mostrano interfacceastruse con curve di apprendimentolunghissime, oppure hanno punti debolinella qualità <strong>della</strong> conversione, o ancorausano male il processore e risultando lential punto da essere improduttivi.A Silkypix unisco lʼimmancabile Photoshopper il ritocco finale (ma Paint Shop Pro vaaltrettanto bene) e ACDSee 8 come photobrowser: velocissimo e completo, con unʼeccellenteinterfaccia personalizzabile.Come archivi le tue immaginisu pellicola?Faccio la scansione delle immagini migliorialla massima risoluzione concessami dalmio Nikon Coolscan V (driver Vuescan),e le salvo in Tiff compresso. <strong>Le</strong> suddividosecondo la tradizionale suddivisione in generi:Flora, Uccelli, Mammiferi, Paesaggi ecc.Da molti anni archivio in un database da mecreato tutti i dati fondamentali di ogni scatto(anche quelli non scansiti) per una comodaricerca delle immagini, e sto continuando afarlo anche con i file digitali (nonostantepossano essere referenziati direttamentetramite il browser), in modo da manteneretutte le informazioni in un unico ambito omogeneo.Con il browser gestisco una ulterioresuddivisione in sottocategorie per un primoesame veloce. In questo modo sono in gradodi recuperare qualsiasi fotografia in modorapido secondo qualunque chiave di ricerca,ed il sistema mi indirizza alla posizione fisicadelle diapositive, conservate semplicementenegli scatolini con cui le ritiro dal laboratorio,numerati e inseriti in alcune cassettiere. Èil metodo più pratico, considerando che daanni mando ai miei clienti solamente dei file.Tutte le immagini risiedono su un hard diskda 250 GB (diverso da quello su cui sonoinstallati sistema operativo e applicativi) chesalvo quotidianamente su un mirror esterno,e mensilmente su una doppia serie di DVD arotazione. Avendo un passato professionaleCanneto e nuvole.Camargue, Francia.Fotocamera Olympus OM1, 24mmf/2,8, pellicola Fuji 100 D, treppiede.150 151


da informatico, so che nella vita il backupè tutto!Il tuo “occhio di fotografo” preferisce i fileda dia o quelli direttamente acquisiti conreflex digitale?Il mio “occhio” lacrima spesso, rimpiangendola brillantezza e la “matericità”, se mi sipassa il termine, delle diapositive, e cerca diimparare giorno dopo giorno come renderequeste caratteristiche nei file. La grana dellepellicole, per quanto fine, gratifica lʼimmaginedi uno spessore e una concretezzache un file digitale non ha (non avrei maipensato di trovarmi a rimpiangere la grana,dopo anni passati a combatterla!). Tuttavia èla brillantezza ciò che mi manca di più in unfile rispetto ad una dia, cosa comprensibile,se consideriamo che il modo di visualizzazioneè diverso. Tra una diapositiva scansitae unʼimmagine digitale nativa invece non cʼèstoria: preferisco di gran lunga la seconda.Non esito ad ammettere che ho avutouna sorta di “imprinting” dal fotografoamericano John Shaw. Nel tuo caso, visono dei fotografi la cui opera ti ha particolarmenteinfluenzato o che apprezzi inmaniera particolare?Shaw è uno dei nomi che anchʼio apprezzodi più. Il suo “Fotografare nella Natura” miha aperto gli occhi sullʼessenzialità, sullʼattenzioneal dettaglio, alla pulizia <strong>della</strong>composizione e su come accostare lo sguardointeriore al paesaggio, cosa che ritengofondamentale per entrare in armonia conla <strong>natura</strong> e ottenere immagini significative.Tuttavia io nasco prima come fotografo,arrivando solo successivamente alla fotografiadi <strong>natura</strong>; mi sono formato in realtàsu testi di autori classici, tra i quali ricordocon particolare piacere Feininger. Questoapproccio mi ha permesso di portare nellafotografia <strong>natura</strong>listica un minimo di stilepersonale già formato, e soprattutto nonappiattito sulla quella classica “caccia fotografica”(definizione che aborro) che da noiimperava nel settore nei tardi anni ʼ80. Orale cose sono cambiate anche qui, e cʼè finalmentepiù attenzione allʼaspetto “artistico”delle immagini di <strong>natura</strong> (quantomeno tra ifotografi… un poʼ meno nelle redazioni).In anni più recenti ho amato molto il lavorodi Hans Strand, e la sua straordinaria capacitàdi individuare e ordinare le strutture <strong>natura</strong>lipiù nascoste, in qualsiasi modo si palesino:ho in mente in particolare alcuni suoi splendidiscatti a semplici ammassi di sassi o difrasche, che probabilmente io avrei sorpassatosenza degnarli di uno sguardo.<strong>Le</strong> tue attività hanno come vetrina <strong>natura</strong>leil tuo sito.Il web ha regalato a tutti la possibilità di unavisibilità a bassissimo costo, e ho cercato diapprofittarne il prima possibile. Masticandodi informatica sono stato uno dei primi adaprire un sito personale, nel 2000. Exuvia(www.exuviaphoto.it) è nato come vetrinaper il mio lavoro, ma anche come modo percondividere le mie emozioni e la mia filosofiacon i visitatori, ed è rimasto volutamente unibrido tra un sito di rappresentanza e un classicosito personale, in cui, ad esempio, ospitoanche gallerie di altri fotografi. Unʼiniziativa,questa, che a suo tempo risultava abbastanzainsolita perché ognuno tendeva a curare soloil proprio “orticello”, ma che ho poi visto conpiacere replicata su altri siti. Il nome derivadallʼexuvia, ossia il vecchio involucro che gliinsetti abbandonano dopo ogni muta; il sitonasceva nel momento stesso in cui io stessocambiavo “pelle” dedicandomi a tempopieno alla fotografia <strong>natura</strong>listica, perciòchiamarlo così mi sembrò <strong>natura</strong>le. Exuviasi è rivelato prezioso anche per il lavoro, emi ha permesso di essere contattato da realtàal di fuori dei tradizionali ambienti editoriali(società di servizio, aziende diverse, circolied enti locali) e da società estere.Nel sito si leggono le tue scuse per averapposto un vistoso marchio di copyrightsulle immagini, dopo aver riscontratoNel libro intitolato “<strong>Le</strong> <strong>forme</strong> <strong>incerte</strong>”,Vitantonio DellʼOrto ha raccolto 45immagini a colori dove il tema comune,la “forma” appunto, diviene rappresentazione<strong>della</strong> realtà, così come percepitadal fotografo e filtrata dallʼobiettivo perconfluire, infine, nellʼemozione. Il libro,con la prefazione di Giancarlo Nazari,già Presidente <strong>della</strong> Società Italiana diCaccia Fotografica, è acquistabile dallʼEditore(Pubblinova Edizioni Negri,Gallarate, VA, www.pubblinovanegri.it)lʼuso illecito di tue immagini evidentementescaricate dal web. Come consiglidi comportarsi nel caso ci si accorga del“furto” delle proprie immagini?Consiglio di far sempre valere i propri diritti,di rivendicare forte e chiaro ciò che è giustoe sancito dalle leggi, che si sia un professionistao un fotoamatore: la legge proteggela proprietà intellettuale a prescindere dallaposizione fiscale dellʼautore. Troppo spessoil fotografo è accondiscendente o rinunciatario,e si accontenta di scuse informali e uncontentino economico; in questo modo si ècreato un vero e proprio mercato parallelo diimmagini rubate, con cui vengono conditerubriche e depliant spesso realizzati da serviceesterni alle redazioni, in cui lavora personalepoco attento alla correttezza e moltoal profitto. La responsabilità resta pur sempredellʼeditore, per mancato controllo, ma ho lacertezza che il sistema sia in realtà approvatoufficiosamente come modo per abbassare icosti. Si dà già per scontato che quei pochiche si accorgono del furto verranno rimborsati(ma solo dopo averli fatti dannare), e pertutti gli altri … sono soldi risparmiati in partenza.Lo stato <strong>della</strong> giustizia civile in Italianon aiuta certo a far valere i propri diritti,ma deve essere chiaro a tutti che, facendosiavanti con determinazione, le proprie ragionisaranno quasi sempre riconosciute, ancheeconomicamente, senza dover arrivare adun contenzioso legale. Chi ha sbagliato sa diessere nel torto e non avere chances: le normesono molto chiare al riguardo e non lascianospazio a interpretazioni. Una telefonata informaleper far presente il fatto, seguita da unaraccomandata A/R formale e impositiva, ingenere sono sufficienti; in alcuni casi occorre(giustamente) minacciare azioni legali, allequali non si deve quasi mai ricorrere.A quando il tuo prossimo libro?Pubblicare un libro nel nostro Paese èraramente unʼoperazione economicamenteredditizia; spesso non lo è per lʼeditore,quasi sempre non lo è per il fotografo. Perquesto motivo non ho più portato avantialtri progetti, nonostante pubblicare libri siala più grande ambizione per chi, come me,ne è affascinato a livello di feticismo. Puòsembrare una considerazione venale, e forselo è; vorrei potermi permettere di fare sceltediverse, seguendo esclusivamente lʼindole,ma non è possibile. Tuttavia il materiale chenegli anni ho accumulato sulla Scandinaviagrida vendetta, per così dire, e non è dettoche in un prossimo futuro non proponga untitolo su questo argomento.Intervista a cura di Riccardo Poliniwww.naturephoto.it

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