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Gas cromatografia - Dipartimento di Chimica

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Nella fig. successiva sono riportati, in forma schematica, i componenti essenziali <strong>di</strong>un gascromatografo:a) sistema <strong>di</strong> trasporto e regolazione del flusso della fase mobile;b) <strong>di</strong>spositivo per introdurre il campione;c) colonna <strong>cromatografia</strong> posta in una camera termostatatad) rivelatore dei componenti separati.Le parti 1- 4 dell'apparecchio consentono <strong>di</strong> far giungere alla colonna un flussoregolare e costante <strong>di</strong> gas vettore seccoIl campione viene iniettato attraverso un apposito <strong>di</strong>aframma <strong>di</strong> gomma siliconica nellacamera <strong>di</strong> evaporazione dove per riscaldamento evapora e quin<strong>di</strong> viene trasportato dal gasvettore1 <strong>Gas</strong> vettore2 Valvola <strong>di</strong> riduzione3 Essiccante4 Flussimetro5 Sistema introduzione campioneó Colonna7 Forno termostatato8 Rivelatore9 Registratore10 Uscita


Le trappoleLe trappole più comunemente usate sono per umi<strong>di</strong>tà, ossigeno e idrocarburi.trappole per umi<strong>di</strong>tàsono solitamente riempite con setacci molecolari; dopo un trattamento al calore, laloro struttura cristallina perde acqua lasciando aperte le cavità che risultano così esserepronte per bloccare qualunque composto possa arrivare al loro interno. L’acqua vienefacilmente bloccata, così risulta che hanno forte capacità nell’ eliminare l’umi<strong>di</strong>tàpresente nel gas. Comunque sono anche in grado <strong>di</strong> rimuovere HCl, CO2, SO2, Cl2 edogni altro gas con <strong>di</strong>mensioni inferiori a quelle dell’acqua.trappole per idrocarburiSono impaccate con carbone attivo che può adsorbire ogni composto organico piùgrande del metano. Dimensioni e peso molecolare dei contaminanti organicideterminano le prestazioni del purificatore. Il carbone attivo ha la massima capacità peridrocarburi gran<strong>di</strong> (> C4) rispetto a quelli più piccoli.trappole per l’ossigenoSono riempite con metalli catalizzatori. Il tipo <strong>di</strong> catalizzatore determina l’efficienzadella trappola. L’ossigeno é il contaminante più temibile per la colonna analitica.Produce ossidazioni con danni irreversibili sopratutto con le colonne polari.


Le colonneColonne impaccate- E’ completamente riempita- La fase stazionaria può essere:1. solida (<strong>cromatografia</strong> <strong>di</strong> adsorbimento)2. liquida (il materiale solido funge da supporto la fase liquida è adsorbita)Colonne capillari- Sono cave all’interno- La fase stazionaria è sempre liquida- Può aderire <strong>di</strong>rettamente alle pareti della colonna- Le pareti possono essere rivestite da materiale <strong>di</strong> supporto su cuisi adsorbe la fase stazionariaMaterialiVetro : molto versatile, ma estremamente fragileTeflon : si può avere <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> oli attraverso le pareti dellacolonnaAlluminio : la presenza <strong>di</strong> impurezze può fare incrinare la colonnaquando si opera ad alte temperatureAcciaio : versatili ed anche le più usate, anche se le sostanze chele attraversano entrando in contatto con le pareti caldedella colonna si possono decomporreLe colonne cromatografiche sono costituite da tubi sottili <strong>di</strong> metallo (acciaioinossidabile, rame) o <strong>di</strong> vetro e possono essere <strong>di</strong>stinte, a seconda <strong>di</strong> come e'<strong>di</strong>sposta all'interno la fase stazionaria, in colonne a riempimento e colonnecapillari.Nelle colonne a riempimento (<strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro 4-6mm e lunghezza 1-2 m) la fasestazionaria e' adsorbita su materiale solido finemente sud<strong>di</strong>viso ad ampia superficiee scarsa attivita' adsorbente (molto usati sono i supporti ottenuti dalla terra <strong>di</strong> <strong>di</strong>atomeevariamente trattata).Le colonne capillari sono costituite da un tubo molto sottile compreso fra 0,1 e 0,5mm e lunghezza 30-100 m) la cui superficie interna e' rivestita da una pellicola <strong>di</strong>fase stazionaria.Data la bassa resistenza al flusso gassoso è possibile impiegare capillari moltolunghi e realizzare così separazioni particolarmente efficaci.I1 processo <strong>di</strong> ripartizione che avviene provoca la separazione dei componenti la miscela insingole bande <strong>di</strong> vapore che in tempi <strong>di</strong>versi raggiungono l’uscita della colonna.


Rivelatore ( FID)Un rivelatore fornisce al passaggio dei vari componenti,un segnale (generalmenteelettrico) <strong>di</strong> intensità proporzionale alla concentrazione <strong>di</strong> ogni singolo composto nelflusso gassoso.I1 segnale viene poi inviato ad un registratore in modo da ottenere <strong>di</strong>rettamente ilgrafico della separazione cromatografica (gas-cromatogramma)


Il cromatogramma35 30 25 20 15 10 5 0TempoL'intervallo <strong>di</strong> tempo che intercorre tra l'introduzione del campione (iniezione) e lacomparsa del massimo del picco si chiama tempo <strong>di</strong> ritenzione tr ed il volume <strong>di</strong> gascorrispondente:volume <strong>di</strong> ritenzione V r .Fra le due grandezze intercorre la relazione:Vr= tr x Fodove Fo e' la portata del gas vettore misurata alla uscita della colonna stessa.


Un gas inerte (quale l'aria), che non e' trattenuto dalla fase liquida, percorre lacolonna con la stessa velocità del gas vettore e quin<strong>di</strong> il tempo necessario perchéappaia il picco dell'aria rappresenta il tempo <strong>di</strong> ritenzione del gas vettore nellacolonna ( Tempo morto Tm) ed il volume V m corrispondente rappresenta il volume<strong>di</strong> gas vettore che in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> regime si trova nella colonnaI1 tempo <strong>di</strong> ritenzione vero relativa alla sostanza in esame e' dato da:Tr’ = Tr – TmIl volume corrispondente rappresenta il volume <strong>di</strong> gas vettore richiesto per1'eluizione della sostanza.t Rt MI principali fattori che influenzano il tempo <strong>di</strong> ritenzione sono:1) natura e quantità della fase stazionaria;2) lunghezza della colonna;3) temperatura a cui viene mantenuta la colonna;4) velocita' <strong>di</strong> flusso del gas vettore.1) Natura della fase stazionaria - Poiche' la solubilità <strong>di</strong> un gas in un liquido e'inversamente proporzionale alla sua tensione <strong>di</strong> vapore, i componenti piu' volatili<strong>di</strong> un miscuglio si muoveranno lungo la colonna con una velocita' maggiore.La velocita' <strong>di</strong> eluizione <strong>di</strong> un composto <strong>di</strong>pende pero', oltre chedalla sua volatilità anche dal tipo <strong>di</strong> interazione che si stabiliscono con la fasestazionaria. Per questi motivi al fine <strong>di</strong> ottenere le più ampie <strong>di</strong>fferenze neicoefficienti <strong>di</strong> ripartizione, la fase stazionaria dovrà essere scelta tenendo benpresenti le proprietà dei composti da separare;Si utilizzano normalmente i seguenti criteri generali:1) miscele <strong>di</strong> sostanze non polari vengono separate su fase stazionaria non polaresecondo la successione dei loro punti <strong>di</strong> ebollizione;2) utilizzando fasi stazionarie non polari, i composti polari migrano piu'rapidamente <strong>di</strong> quelli non polari;3) aumentando la polarità della fase stazionaria i componenti polari, a parità <strong>di</strong>punto <strong>di</strong> ebollizione, vengono trattenuti maggiormente <strong>di</strong> quelli non polari


Analisi qualitativa e quantitativaLa gas<strong>cromatografia</strong> viene utilizzata:1) per l'analisi qualitativa e quantitativa <strong>di</strong> miscele e per controlli <strong>di</strong> purezza;2) per separazioni <strong>di</strong> miscele <strong>di</strong> sostanze su scala preparativa.Analisi QualitativaE’ un analisi che può essere fatta in base ai valori dei tempi <strong>di</strong> ritenzione dellevarie sostanze.Tuttavia essendo i tr strettamente <strong>di</strong>pendenti dalle caratteristiche dello strumento,pur essendo tabulati (assieme alle con<strong>di</strong>zioni operative) per le analisi <strong>di</strong> routine, ladeterminazione si esegue per confronto con un campione <strong>di</strong> riferimento.Lo standard può essere esterno, un componente della miscela incognita, oppureinserito artificialmente.Nei controlli <strong>di</strong> purezza la sostanza deve essere cromatografata su almeno duefasi stazionarie <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa polarità: la sostanza può essere considerata unitaria se siottiene, in ambedue i casi, un solo picco.Poichè i tempi <strong>di</strong> ritenzione sono particolarmente influenzabili dalle con<strong>di</strong>zionisperimentali, il riconoscimento <strong>di</strong> una sostanza incognita (x) viene generalmenteeffettuato determinando il suo tempo <strong>di</strong> ritenzione relativo ad una sosta nzaintrodotta come standard all'interno del miscuglio.La ritenzione relativa <strong>di</strong> due sostanze (t'R X /t'R s ) per un determinata fase stazionaria<strong>di</strong>penderà soltanto dalla temperatura della colonna, che per una riproducibilità <strong>di</strong>dati deve essere perciò mantenuta rigorosamente costante.Come sostanza standard si usa in genere una n-paraffina.Qualora si <strong>di</strong>sponga <strong>di</strong> un campione della sostanza che si ritiene identica a quellain esame si potrà ottenere una identificazione più certa iniettando nelgascromatografo una miscela delle due sostanze: in caso <strong>di</strong> effettiva identità deicomposti il cromatogramma sarà costituito da un unico picco.

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