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Antonio Delfini Poesie della fine del mondo e poesie escluse

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S&F_n. 8_2012Testamentum, Edoardo Sanguineti altri non è che EdoardoSanguineti. Discorso uguale per il Montale di Satura, per GiorgioCaproni ne Il seme <strong>del</strong> piangere o per Giovanni Giudici in Salutz.Ovviamente, il vizio è lo stesso di François Villon, ladro o poeta(esplicitamente parafrasato e trafugato nel testo sanguinetiano),o <strong><strong>del</strong>la</strong> Vita Nuova di Dante, che attesta il fugace e messianicopasseggiare di Beatrice nei vicoli fiorentini. Vissuto e parolasono una sola cosa: ed è questo il tratto lirico comune,intagliato nelle origini <strong><strong>del</strong>la</strong> lingua italiana. L’indifferenza traalfabeto e accadimenti privati non è propriamente allegoria, né èpropriamente lettera: piuttosto, la scrittura è indiscernibilitàtra “visio Dei” ed esperienza contingente; zona <strong>del</strong>l’unificabilitàtra lingua e vita come necessità narrativa; stanza comune di Logose Cosmos, che assieme concepiscono il verso poetico. Deposta lamoltiplicazione <strong>del</strong>le funzioni autoriali, occupata la pagina comesi occupa il registro <strong>del</strong>l’anagrafe, nella lirica <strong>del</strong>finianaavviene il recupero di una formula poetica pulita, chiara,genuina, anche se i suoi messaggi sono l’invettiva e la <strong>fine</strong> <strong>del</strong><strong>mondo</strong>. Ma perché, secondo <strong>Delfini</strong>, il <strong>mondo</strong> sta <strong>fine</strong>ndo o devefinire? Come tutte le cose che significano, la risposta è stupidae seria allo stesso tempo, e consiste in quell’analogia trauniverso e particella che rende possibile qualunque letteratura.Parafrasandolo, <strong>Delfini</strong> non fa che dire: la mia esperienzafallimentare è sì il mio fallimento, ma è anche il fallimento <strong>del</strong>destino <strong><strong>del</strong>la</strong> lingua. Il simbolo triste di questa rovina ha unnome e un cognome precisi: Luisa Bormioli di Parma, la donna che(come sta scritto nelle Lettere d’amore) sedusse, truffò eabbandonò <strong>Delfini</strong>. A lei, all’“Antilaura” e alla sua graziadisgraziata è dedicato lʼ “Anticanzoniere” <strong>del</strong> Barone <strong>del</strong>le rive<strong>del</strong> Rodano. Si sa, da che <strong>mondo</strong> è <strong>mondo</strong> e da che poesia è poesia:per non restare bloccati nelle caldaie infernali, per andare agustare miele nel paradiso <strong><strong>del</strong>la</strong> lingua, serve la figura, la donnasalvifica, l’angelo <strong><strong>del</strong>la</strong> grazia. Ogni apocalisse nasce da una305

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