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Antonio Delfini Poesie della fine del mondo e poesie escluse

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S&F_n. 8_2012avessi avuto gli amici che ho avuto, io non avrei mai scritto unracconto o un quasi racconto. Molto più bello, più intelligente,più ricco e aristocratico degli amici che ho avuto, mi sonotrovato davanti alla terribile barriera dei loro difetti, vizi ecapricci: gelosia, narcisismo e sfrenata (ma sorda) ambizione» (Ilricordo <strong><strong>del</strong>la</strong> basca, 1992, p. 7). Chiunque provasse a cimentarsicon l’opera <strong>del</strong>finiana si troverebbe perennemente spinto in unvicolo cieco, con le spalle costrette in aporie insormontabili,perfette, impeccabili come è impeccabile solo il silenzio. Cos’èl’apocalisse se non un silenzio per la voce, un morire per lanascita? Ecco perché <strong>Delfini</strong>, narratore che non narra, è<strong>del</strong>l'apocalisse un “piccolo” ma “affidabile” ambasciatore. Comescrive in Una singolare avventura: «1) Narrare una storia è semprestata una cosa molto difficile. Io non sono nato per le cosedifficili, per quanto abbia sempre creduto di averne la vocazione.Mi sono accorto oggi, avendo già compiuto il 44º anno di età, dinon essere assolutamente quello che si dice un uomo volitivo. Nonso se questa è la centesima volta che incomincio un libro. Questapotrebbe essere la volta buona, ma nessuno, me compreso,scommetterebbe una lira contro dieci […]. Ma non c’è statapossibilità: sono troppo occupato… con me stesso. Che vergogna!Sì, ma che vergogna fa la gente <strong>del</strong> mio tempo, che vergogna fa ilmio secolo! Non sono io che devo vergognarmi: sono gli altri.Tutti gli altri devono vergognarsi. Sono perfettamente convinto diessere l’unico presuntuoso che non pecca di presunzione. Tale è lacertezza <strong>del</strong> giustificato schifo che ho per la vita a mecircostante. Ma che orrore!» (Una singolare avventura in Autoreignoto presenta, 2008, p. 205). Il messaggio di questo poetaincompiuto va preso alla lettera, come un segno d.o.c. <strong><strong>del</strong>la</strong>lingua. La lingua, ogni lingua, va indebolita. Le parole sgualcitevanno licenziate, i pensieri impolverati vanno deposti per fareposto al tutto o al niente che ci attende. Se è vero (ed è vero)che la verità si rivela nel dettaglio, proprio nella minuta307

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