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Tesi pubblicata - Geologi Puglia

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Capitolo 2Inquadramento geografico2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICOIl Tavoliere di <strong>Puglia</strong> è situato nella parte settentrionale dellaRegione pugliese e costituisce la più estesa pianura dell’Italiameridionale; si sviluppa in direzione NW-SE, ed è compreso tra il F.Fortore a nord, i Monti della Daunia ad ovest, il Gargano e il mareAdriatico ad est, e il F. Ofanto a sud (fig. 1).Lago di LesinaLago di VaranoViesteChieutiSerracapriolaF. FortoreLesinaSannicandro GarganicoPoggio ImperialeCagnano VaranoApricenaS. Paolo CivitateS. Marco in LamisTorremaggioreS. SeveroS. Giovanni RotondoRignano GarganicoT. TrioloT. CandelaroT. SalsolaManfredoniaLuceraT. VulganoT. CeloneFoggiaBiccariTroiaCastelluccio dei SauriT. CervaroT.CarapelleOrtanovaOrdonaSalineMargherita di SavoiaTrinitapoliBarlettaF. OfantoCerignolaAscoli SatrianoCanosaAndriaT. LoconeCandelaFigura 1 – Limiti geografici del Tavoliere di <strong>Puglia</strong>6


Capitolo 2Inquadramento geograficoIl Tavoliere è l’unica area della <strong>Puglia</strong> ad essere dotata di una reteidrografica ben definita, costituita da corsi d’acqua a regimeprevalentemente torrentizio che incidono i depositi quaternari. CALDARA& PENNETTA (1993), in base alle caratteristiche idrografiche, distinguononell’area quattro settori:Figura 2 – Schema territoriale della provincia di Foggia con l’indicazione del settoremeridionale, centrale e settentrionale del Tavoliere (da CALDARA & PENNETTA, 1993)- il “Tavoliere meridionale” (o basso Tavoliere), compreso tra ilF. Ofanto e il T. Cervaro, caratterizzato da corsi d’acqua che scorrono indirezione ortogonale alla linea di costa (fig.2);7


Capitolo 2Inquadramento geografico- il “Tavoliere centrale” (o medio Tavoliere), interamenteracchiuso tra il Subappennino Dauno e il promontorio del Gargano,caratterizzato da numerosi corsi d’acqua che nascono dall’Appennino escorrono in direzione OSO-ENE, per poi subire una deviazione verso NEed immettersi nel T. Candelaro;- il “Tavoliere settentrionale” (o alto Tavoliere), compreso tra ilbordo NW del Gargano e il T. Saccione, caratterizzato da un reticoloidrografico che non convoglia le acque nel Golfo di Manfredonia bensì aN del Gargano. Il corso d’acqua più importante è rappresentato dal fiumeFortore i cui sedimenti sono stati ridistribuiti verso E dalle correnti marineprovenienti da NO, creando una lunga barra costiera che ha isolato gliattuali laghi di Lesina e Varano.- la “Piana costiera tra Manfredonia e Barletta”, costituita da unafascia di circa 5-6 km che a nord delle Saline di Margherita di Savoia,tende ad allargarsi fino raggiungere l’ampiezza di circa 20 - 25 km.Morfologicamente il Tavoliere è una pianura lievemente ondulatacaratterizzata da vaste spianate che digradano debolmente verso mare apartire dalle quote più alte del margine appenninico. BOENZI (1983)distingue da ovest verso est ben cinque distretti morfologici: un’areacollinare, una zona a ripiani, una vasta piana alluvionale antica, una pianacostiera ed una zona litorale (fig 3). La prima zona, che borda, a guisa difascia, il margine orientale appenninico, è rappresentata da rilievi8


Capitolo 2Inquadramento geograficocollinari, posti a 300-400 m di quota, sui cui versanti affiorano le argilledel Calabriano.Figura 3 – Carta geomorfologica schematica della parte centrale del Tavoliere (daBOENZI, 1983)I ripiani corrispondono a terrazzi marini, che digradano versol’Adriatico e sono, a luoghi, delimitati verso est da scarpate poco elevate,corrispondenti a ripe di abrasione. La piana alluvionale si estende concontinuità dalla zona dei terrazzi più antichi fino alla piana costiera checorrisponde, per gran parte, ad antiche aree lagunari. Il successivoinsabbiamento delle vie di comunicazione con il mare ha favorito la9


Capitolo 2Inquadramento geograficoformazione di numerosi laghi costieri (Lago di Salpi e Lago Salso)successivamente colmati per fatti naturali ed antropici. La zona litorale ècostituita da depositi di spiaggia caratterizzati dalla presenza di dunesabbiose, rappresentate da dossi allungati parallelamente alla riva.10


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del Tavoliere3. GEOLOGIA DEL TAVOLIEREIl Tavoliere di <strong>Puglia</strong> rappresenta la parte settentrionaledell’Avanfossa adriatica meridionale, nota in letteratura anche come Fossabradanica. La sua storia geologica è strettamente collegata all’evoluzionepaleogeografica dell’Avampaese apulo. Essa, infatti, inizia a delinearsiagli inizi del Terziario nel corso dell’orogenesi appenninico - dinaricacontestualmente all’avanzare delle falde appenniniche verso est(RICCHETTI et alii, 1988).Con il Pliocene, la Fossa bradanica viene a costituire l’avanfossadella Catena Appenninica; il carico della catena determina infattil’abbassamento della Fossa e l’inarcamento delle Murge che assumono lastruttura di un’ampia piega anticlinalica a cui il sistema di fagliedistensive, con trend NO-SE, ha dato l’aspetto di un ampio “horst” (fig.4). A seguito della subsidenza, la Fossa è sede di un’intensa attivitàsedimentaria rappresentata, nel margine interno, da colate di scivolamentogravitativo di provenienza appenninica (olistostromi) e nel margineesterno da apporti longitudinali provenienti da NW, interpretati daBALDUZZI et alii (1982) come intervalli di sedimentazione torbiditica.Questi ultimi producono l’accumulo di potenti corpi sabbioso-argillosisoprattutto nella zona di massima subsidenza (Fossa di Candela).11


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del TavoliereFigura 4 – Sezione geologica attraverso l’Appennino Meridionale e la Fossa Bradanica(da SELLA et alii, 1988)In fig. 5 è riportata una sezione trasversale del sottosuolo dell’areadei campi gassiferi di Candela ed Ascoli Satriano, ottenuta dallacorrelazione fra carotaggi elettrici di pozzi (CASNEDI, 1988). Essa mette inevidenza apprezzabili variazioni nella successione dei corpi argillososabbiosiche risultano spesso troncati ad W dalla coltre alloctona, comemeglio evidenziato nella sezione semplificata. Verso E, essa mostra unagraduale riduzione dei corpi sabbiosi fino ad essere completamentesostituiti da argille. Gli intervalli sabbiosi pertanto hanno un’estensionetrasversale limitata.In senso longitudinale, lo stesso CASNEDI (1988) osserva invece unaprogressiva diminuzione del rapporto sabbia/argilla procedendo verso SE.Nel Pliocene superiore prevalgono gli eventi di tettonica trasversale12


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del TavoliereFigura 5 – Correlazione fra carotaggi elettrici di pozzi in sezione trasversale (daCASNEDI, 1988)che portano alla separazione dell’Avanfossa in più bacini (molisano,pugliese, lucano).Nel Pleistocene inferiore, ha inizio una fase di generalesollevamento testimoniata dall’esistenza di depositi sommitali di carattereregressivo (BALDUZZI et alii, 1982). A questa tendenza regressiva, sisovrappongono le oscillazioni glacio-eustatiche quaternarie che portanoalla formazione dei depositi marini terrazzati (CALDARA & PENNETTA,1993) e dei depositi alluvionali.13


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del Tavoliere3.1 STRATIGRAFIANel Tavoliere affiorano litotipi di diversa natura ed età, comedesumibile dalla Carta <strong>Geologi</strong>ca d’Italia in scala 1:100.000.NUMERO FOGLIONOME FOGLIO155 San Severo156 S. Marco in Lamis157 Monte S. Angelo163 Lucera164 Foggia165 Trinitapoli174 Ariano Irpino175 Cerignola176 BarlettaI diversi fogli che coprono l’intera area del Tavoliere, la cuidenominazione è indicata nel sovrastante prospetto, non forniscono unquadro geologico d’insieme sufficientemente uniforme, essendo statiredatti da rilevatori diversi e in epoche differenti; notevoli discordanze,anche interpretative oltre che cartografiche, si riscontrano anche tra fogliadiacenti.Per la definizione dei caratteri geologici d’insieme dell’intera area,14


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del Tavolieresi è pertanto reso necessario un lavoro di revisione svolto, non soltantosulla base degli elementi cartografati nei suddetti fogli, ma ancheattraverso sopralluoghi e la consultazione dei dati stratigrafici relativi siaai numerosi pozzi per acqua presenti nell’area sia alle perforazionieseguite a scopi geognostici e per la ricerca di idrocarburi.In particolare sono stati consultati:♦pozzi Agip perforati tra gli anni ’70 e gli anni ’90 (AGIP, 1971,AGIP,1994, BALDUZZI et alii, 1982);♦pozzi dell’Ente Irrigazione sia di vecchia realizzazione (relativiagli anni ’50 - ’60) sia di nuova realizzazione tra cui quelli appartenentialla rete di monitoraggio della regione <strong>Puglia</strong>;♦pozzi della Cassa del Mezzogiorno utilizzati negli anni ’70nell’ambito di uno studio della falda pleistocenica (Cassa delMezzogiorno, 1971);♦♦♦pozzi della Regione <strong>Puglia</strong> realizzati negli anni ’80 - ’90;pozzi di privati;pozzi dell’AQP (Acquedotto Pugliese);È stata così redatta una carta litologica prodotta sia su supportocartaceo che magnetico (tav. 1) ed alcune sezioni geologiche edidrogeologiche riportate in appendice.Sulla base dei caratteri litostratigrafici e dell’area geografica di15


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del Tavoliereappartenenza, i terreni localmente affioranti sono stati riferiti alle seguentiunità:♦♦♦UNITÀ APPENNINICHE (Cretaceo - Pliocene medio)UNITÀ DELL’AVAMPAESE APULO (Cretaceo – Pliocene sup.)UNITÀ DEL TAVOLIERE (Pliocene – Olocene)UNITA’ APPENNINICHESono rappresentate sia dalle associazioni litologiche in facies diflysch, a giacitura caotica e a prevalente componente argillosa, di etàcompresa tra il Cretaceo sup. e il Miocene sup., e sia dalle sabbie e daiconglomerati di età infra-meso pliocenica. Data l'analogia nelle modalitàdi traslazione e messa in posto , BALDUZZI et alii (1982) raggruppano taliunità sotto il generico termine di alloctono qui denominato “Complessodei monti della Daunia”.La consultazione delle stratigrafie dei numerosi pozzi eseguiti perla ricerca di idrocarburi, ricadenti soprattutto lungo il margineappenninico, ha consentito di individuare lo spessore di queste unità cheoltrepassa i 3 km spingendosi per oltre 2.5 km sotto il livello del marecome mostrano le sezioni B-B’ e C-C’ le cui tracce sono riportate intavola 2 .16


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del TavoliereUNITÀ DELL’AVAMPAESE APULOSono rappresentate dai calcari della piattaforma carbonatica apuladel Cretaceo e dai depositi calcarenitici del Miocene e del Plio-Pleistocene.Tali unità affiorano estesamente nelle limitrofe aree del Gargano edelle Murge mentre nell’area del Tavoliere sottostanno alla spessa edestesa copertura dei sedimenti di Avanfossa (RICCHETTI et alii, 1988).Tale assetto è ben rappresentato nelle sezioni geologiche B-B’, C-C’,D-D’.I calcari, come detto, affiorano principalmente lungo il marginegarganico e murgiano dell’area e sporadicamente in esigui affioramentilungo il basso F. Ofanto. La presenza delle Cave di Cafiero, a SW di S.Ferdinando di <strong>Puglia</strong>, e della Cava di Lagrimaro, nei pressi della Stazionedi Cerignola Campagna, fanno ipotizzare che il substrato carbonatico,localmente, si trovi a bassa profondità dal piano campagna (COLACICCO,1951).Le calcareniti mioceniche affiorano in lembi di limitata estensione espessore nell’area garganica e in particolare nei dintorni di Apricena e diManfredonia; sono caratterizzate da facies calcareo organogene, diambiente costiero e lagunare, in parziale eteropia con biocalcareniti dimare aperto (D’ALESSANDRO et alii, 1979).17


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del TavoliereAnaloghe e coeve facies sono presenti nel sottosuolo della Fossabradanica.Depositi calcarenitici più recenti, del Pliocene sup. – Pleistoceneinf., costituiti da calcari detritici e organogeni (“tufi calcarei”), di colorebiancastro o giallastro, bordano il margine garganico e murgiano dell’area.Dalla sezione D-D’, lungo l’allineamento Foggia-M.Granata, sipuò notare come tali depositi non siano dotati di grande continuitàlaterale; infatti, rinvenuti nel pozzo C6 con uno spessore di 36 m circa,risultano invece assenti nel pozzo C7 distante dal primo all’incirca 7 km.Ciò fa presumere che lo spessore delle calcareniti tenda a ridursi versol’entroterra; tuttavia non è possibile trarre conclusioni certe al riguardoanche se le stratigrafie delle perforazioni eseguite per la ricercad’idrocarburi), contrassegnate con la lettera I nelle sezioni geologiche,sembrano confermare tale ipotesi.I dati caratteristici dei pozzi per idrocarburi sono riportati inappendice B.UNITÀ DEL TAVOLIEREQueste unità sono costituite dai depositi di riempimentodell’avanfossa appenninica, di età pliocenica e infrapleistocenica, e daidepositi marini e alluvionali delle coperture medio-suprapleistoceniche e18


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del Tavoliereoloceniche della piana.I depositi della fase di riempimento della Fossa bradanica, rinvenutinel sottosuolo attraverso l’analisi dei numerosi sondaggi perforati perricerche di idrocarburi, sono costituiti da alternanze sequenziali di sabbiee argille; verso il margine appenninico, le coltri alloctone si inseriscononel Pliocene inf.-medio e spesso ne costituiscono la parte prevalente, comeosservabile nelle sezioni B-B’e C-C’. Si tratta di argille indicate con ilgenerico termine di “Argille grigio azzurre”, localmente sabbiose efossilifere, di colore grigio-azzurro con tendenza al giallastro, nella partealta, a causa dei fenomeni di alterazione. All’interno della successioneargillosa, sono presenti, a diverse altezze stratigrafiche, livelli sabbiosi efossiliferi formanti corpi lenticolari di modesto spessore.La parte affiorante di questo complesso si estende principalmentelungo una larga fascia che, con direzione NO-SE, borda i fianchi orientalidell'Appennino fino a quota 100 - 125 m slm (tav. 1); inoltre, affioranolungo la bassa valle del F. Ofanto, tra Barletta e Canosa e lungo il F.Fortore fino a circa 100 m slm. Nella parte medio-bassa della piana, le“Argille grigio-azzurre” sottostanno alla copertura alluvionale e lospessore dell’unità si riduce in corrispondenza della fascia costiera.La sezione B-B’, ricostruita attraverso le stratigrafie dei pozzi perla ricerca di idrocarburi e dei pozzi attestati nel substrato prepliocenico,mostra chiaramente come lo spessore di questa unità diminuisca passando19


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del Tavoliereda circa 2000 m (pozzo I 47), sul bordo dell’Appennino, a circa 140 m(pozzo C2), in corrispondenza del T. Candelaro.Lo stesso può dirsi per la sezione D-D’, dove lo spessore delleargille raggiunge i 764 m, nei pressi di Foggia, come si rileva dai datistratigrafici riportati in COLACICCO (1951), e si riduce a 140 m a 5 km dalT. Candelaro (pozzo C6).La serie regressiva del Calabriano si chiude con i terreni sabbiosi esabbioso-conglomeratici del Pleistocene inf. costituiti da ciottolipoligenici eterometrici, arrotondati e/o appiattiti; a luoghi, si presentanofossiliferi e cementati e s’individuano intercalazioni di lenti sabbiose dicolore giallastro. Questi terreni affiorano in un’estesa zona compresa traAscoli Satriano e Lavello ed in una sottile fascia lungo il F. Fortore e neipressi di Serracapriola, dove sono prevalentemente sabbiosi conintercalazioni di lenti ciottolose (Sabbie di Serracapriola).Lungo la fascia settentrionale del Tavoliere (nei pressi di PoggioImperiale, Chieuti e S. Severo) e a SE del F. Ofanto si rinvengono depositimarini terrazzati del Pleistocene medio-sup. In particolare, nei dintorni diS. Severo questi depositi sono costituiti da limi, sabbie limose e sabbie,come si evince dalla colonna stratigrafica riportata in figura 6 e relativa adindagini geognostiche realizzate in zona. Al bordo murgiano i deposititerrazzati diventano prevalentemente sabbiosi e fossiliferi e poggiano aluoghi sulle Argille grigio-azzurre e a luoghi su depositi delle unità20


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del Tavolieredell’Avampaese apulo.Lungo tutta la fascia occidentale del Tavoliere, s’individuanodepositi terrazzati alluvionali e deltizi del Pleistocene sup. che affioranotra 400 e 100 m di quota e formano strutture prevalentemente allungate indirezione W-E. Questi depositi poggiano in trasgressione sui depositi delCiclo bradanico a W ed a S (MALATESTA et alii, 1967) mentre a N,(sezione A-A’) verso il F. Fortore, poggiano in parte su questi ed in partesui depositi marini terrazzati. Essi sono costituiti da ciottoli poligenici, aluoghi cementati, con intercalazioni sabbiose e la loro non continuità èdovuta alle numerose incisioni prodotte dagli attuali corsi d’acqua.Tuttavia a sud, nel tratto compreso tra il T. Carapelle e il F. Ofanto, idepositi terrazzati hanno una maggiore estensione, favorita dal diradarsidella rete idrografica.Lungo la fascia pedegarganica e nei pressi di Biccari (areaappenninica), s’individuano le conoidi detritiche e alluvionali delPleistocene sup.-Olocene, costituite prevalentemente da ghiaie e sabbienella suddetta località appenninica, e da brecce calcaree verso la fasciapedegarganica.In tutta l’area, specialmente quella orientale, prendono particolaresviluppo i sedimenti della pianura alluvionale anch’essi del Pleistocenesup.-Olocene che, a partire da circa 170-175 m slm, si spingono fin neipressi della costa conferendo un aspetto pianeggiante all’intera regione.21


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del TavoliereGli spessori, variabili, tendono ad aumentare procedendo da W verso Eraggiungendo valori massimi nella zona rivierasca (sezione F-F’). Talidepositi sono rappresentati da un’alternanza lenticolare di sedimentialluvionali ghiaiosi, sabbiosi e argillosi, in parte limosi, di faciescontinentale che si incrociano e anastomizzano di frequente. Questirappresentano il risultato dei numerosi episodi deposizionali che hannointeressato il Tavoliere. Un esempio è schematizzato nella sezionegeologica che in corrispondenza dell’allineamento Lucera-Ripatetta tagliatrasversalmente i depositi alluvionali del T. Vulgano (fig. 7).Figura 7 – Profilo geologico delle alluvioni del T. Vulgano (da CALDARA & PENNETTA,1993)In essa si evidenzia una successione di cinque unità che, separateda superfici di contatto erosivo, sono rappresentative di cinque fasi dialluvionamento (CALDARA & PENNETTA, 1993).22


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del TavoliereLe alluvioni del Tavoliere contengono, nella parte più superficiale,una crosta evaporitica di natura calcarea, sede di villaggi storici epreistorici (CALDARA & PENNETTA, 1990); il suo spessore può raggiungereanche gli otto o dieci metri (stazione di Cerignola Campagna). La genesi èlegata al fenomeno della risalita capillare come conseguenza del climafortemente arido che in passato ha caratterizzato l’area. Tale fenomeno èstato favorito anche dalla presenza, nella zona di aerazione, di depositilimoso-argillosi per i quali le altezze di risalita, inversamenteproporzionali al diametro dei pori, risultano maggiori. Infine, le elevatetemperature hanno favorito intensi fenomeni di evaporazione e diprecipitazione di CaCO 3 , come conseguenza del chimismo dell’acqua difalda caratterizzata da un elevato tenore in Ca e HCO 3 .La pianura alluvionale è solcata da numerosi corsi d’acqua i cuifondovalle sono colmati da limi argillosi frammisti a sabbie e ghiaie. Sitratta di depositi d’alveo attuali e recenti, olocenici, che presentanospessori ed estensioni maggiori lungo i corsi d’acqua a regime perenne(Ofanto, Fortore e Candelaro) e ridotti ad una stretta fascia lungo l’alveo,nei canali e nei torrenti a regime stagionale.Verso la costa, affiorano i depositi palustri e di colmata olocenici,costituiti essenzialmente da limi. Questi si rinvengono nella fasciabordante i laghi di Lesina e Varano nonché nella fascia costiera internacompresa tra Manfredonia e Margherita di Savoia corrispondente ad23


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del Tavoliereantiche paludi successivamente colmate per fatti naturali ed antropici. Quisi identificano livelli con faune salmastre legate a processi di chiusura eapertura stagionale dei canali di comunicazione con il mare ai fini delripopolamento ittico dell’ex lago Salpi attualmente bonificato (CALDARA& PENNETTA, 1990).Il quadro stratigrafico si completa con i depositi costieri anch’essidell’Olocene costituiti da sabbie e ghiaie formanti una stretta spiaggiadelimitata verso terra da cordoni dunari (BOENZI et alii, 1991).24


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del Tavoliere3.2 TETTONICAIl Tavoliere di <strong>Puglia</strong> corrisponde al settore nord-occidentaledell’Avanfossa della Catena Appenninica meridionale.Dal punto di vista strutturale, il Tavoliere costituisce unadepressione tettonica colmata da una spessa successione di depositi di etàplio-pleistocenica. La giacitura di questi depositi, in affioramento, ècaratterizzata da strati suborizzontali o debolmente inclinati verso E; inprofondità, il loro assetto è fortemente condizionato dalla morfologia delsubstrato pre-pliocenico, dislocato da faglie e formante una struttura ablocchi nella quale s’individuano numerosi horst e graben. Gli altitettonici, insieme ai sovrastanti livelli sabbiosi pliocenici, costituiscono lenumerose trappole di giacimenti gassiferi presenti nella zona.Il limite orientale del Tavoliere, al margine del Promontoriogarganico, è rappresentato da un’importante dislocazione tettonica,corrispondente al T. Candelaro. In tale area, le unità dell’AvampaeseApulo risultano ribassate verso l’avanfossa appenninica da un sistema difaglie, ad andamento prevalentemente appenninico, a sua volta dislocateda sistemi secondari a direzione ENE - WSW ed E-O, circa paralleli alcorso del F. Ofanto. Il substrato prepliocenico risulta pertanto suddiviso inuna serie di blocchi, con generale sprofondamento verso SE (CASNEDI,1988) sino a raggiungere la profondità massima di oltre 4000 m .25


Capitolo 3<strong>Geologi</strong>a del TavoliereCirca un milione di anni fa, in seguito all’attenuazione delle spinteappenniniche, al rilascio elastico della Piattaforma Apula e allacompensazione isostatica, si è avuto un sollevamento regionale ancora incorso. Tali movimenti verticali di sollevamento, si sono prodotti in formadifferenziale e a più riprese per concomitanti oscillazioni glacio-eustatichedel livello marino (RICCHETTI et alii, 1988).Il risultato è rappresentato da diversi depositi terrazzaticorrispondenti a più cicli sedimentari marini e/o a fasi continentalid’alluvionamento dei quali non è stato possibile distinguere le varie fasi diterrazzamento a causa dei dislivelli modesti fra le scarpate, le litologiepoco differenziate e la forte antropizzazione (CALDARA&PENNETTA, 1993)..26


Capitolo 4Idrogeologia del Tavoliere4. IDROGEOLOGIA DEL TAVOLIERELa particolare situazione stratigrafica e strutturale del Tavoliereporta a riconoscere tre unità acquifere principali situate a differentiprofondità (MAGGIORE et alii, 1996).Procedendo dal basso verso l’alto, la successione è la seguente:♦acquifero fessurato-carsico profondo, situato incorrispondenza del substrato carbonatico prepliocenico delTavoliere;♦acquifero poroso profondo, corrispondente ai diversi livellisabbiosi intercalati nella formazione pliopleistocenica delle “argillegrigio-azzurre”;♦acquifero poroso superficiale, corrispondente agli interstratisabbioso-ghiaiosi dei depositi marini e continentali di età Pleistocenesuperiore-Olocene.Qui di seguito verranno illustrati i caratteri idrogeologici generalidi ciascun acquifero e le principali caratteristiche idrochimiche delleacque sulla base delle conoscenze più recenti disponibili.27


Capitolo 4Idrogeologia del Tavoliere4.1 ACQUIFERO FESSURATO-CARSICO PROFONDOIl substrato calcareo prepliocenico, soggiacente ai depositi pliopleistocenici,prevalentemente argillosi, dell’Avanfossa appenninica, èribassato a gradinata da sistemi di faglie dirette, a direzione appenninica eantiappenninica, che danno origine ad una articolata struttura ad horst egraben. Le suddette masse carbonatiche sepolte ospitano un esteso corpoidrico, localizzato a diverse profondità e collegato lateralmente alle faldeidriche del Gargano e delle Murge.L’ interesse per questo acquifero è tuttavia limitato alle zone doveil substrato si trova a profondità inferiori a qualche centinaio di metri,vale a dire in prossimità della fascia pedegarganica del Tavoliere e lungoil bordo ofantino delle Murge, dove il valore di salinità non supera i 2.5g/L come si rileva dalle sezioni A-A’, B-B’, D-D’ e E-E’. Procedendoverso la parte mediana dell’ Avanfossa, il contenuto salino delle acqueaumenta notevolmente con la profondità del substrato, passando da valoritipici di acque di origine meteorica a valori caratteristici di acque connate(MAGGIORE et alii, 1996).La presenza di acque dolci è condizionata dal carico che esse hannolocalmente: esse sono presenti solo se tale carico è in grado di mantenerel’acqua salata ad una profondità maggiore rispetto a quella del tetto dellaformazione carbonatica.28


Capitolo 4Idrogeologia del TavoliereQuanto sinora esposto trova conferma nella sezione A-A’ nellaquale, procedendo dal Gargano verso il F. Fortore, si registra un notevoleincremento del valore di salinità legato all’approfondimento dell’acquiferocarsico e al minore apporto d’acqua dolce sotterranea del settore piùoccidentale dell’acquifero garganico.I valori di salinità misurati dopo la perforazione dei pozzi, purrelativi ad epoche diverse, dimostrano che al bordo garganico delTavoliere, nei primi 100-300 m di profondità, la falda carsica ècaratterizzata da valori di salinità piuttosto bassi, compresi tra 2.5 g/L e4.0 g/L. Procedendo verso il F. Fortore, la salinità cresce bruscamentesino ad assumere i valori tipici dell’acqua di origine marina incorrispondenza del pozzo C10, dove si è rinvenuta acqua con contenutosalino pari a 38 g/l.Ciò trova conferma dai risultati del carotaggio multiparametrico(fig. 8), spinto fino ad oltre 200 m di profondità rispetto al livello mare,eseguito lungo la colonna idrica del pozzo LS12FG della rete dimonitoraggio della Regione <strong>Puglia</strong>, indicato con la sigla C33 in tabella 1.Passando ad analizzare la stratigrafia termo-salina, si può osservareche la temperatura, compresa tra 30 e 33 o C, e la salinità, compresa tra 37 e40 g/l, aumentano con la profondità ed assumono valori molto più alti diquelli riscontrati nei pozzi di monitoraggio ubicati in corrispondenza delPromontorio garganico. Inoltre, l’ossigeno disciolto è praticamente29


Capitolo 4Idrogeologia del Tavoliereassente. Tutto ciò induce a pensare che il movimento dell’acqua sia lentose non addirittura nullo, e vi sia un apporto di acqua connata, più salata epiù calda.Temperatura ( o C)Salinità (g/L)pHOssigeno disciolto (mg/L)Figura 8 – Carotaggi multiparametrici eseguiti nel pozzo LS12FG (da Cotecchia,1998)30


Capitolo 4Idrogeologia del TavoliereMAGGIORE et alii (1996)evidenziano che l’intrusione salina èmaggiore in corrispondenza della fascia pedegarganica che si sviluppaverso il Golfo di Manfredonia, mentre nella zona di Poggio Imperiale-Apricena, a sud del Lago di Lesina, risulta ostacolata dal brusco aumentodi spessore dei terreni impermeabili dell’Avanfossa appenninica.I caratteri strutturali del substrato carbonatico prepliocenico sonoricostruiti nella sezione B-B’ che va dal Subappennino Dauno alPromontorio del Gargano. Essa è stata ottenuta sulla base delle stratigrafiedei pozzi perforati per le ricerche d’acqua e di idrocarburi, contraddistintirispettivamente con la sigla C e I in tavola 2. Dalle stesse stratigrafie èstato possibile definire l’approfondimento del substrato carbonaticoprepliocenico che nei pressi dell’Appennino raggiunge la profondità didiverse migliaia di metri (~ 4000).I dati caratteristici dei pozzi che si attestano nel substratocarbonatico sono riportati in tabella 1.La circolazione idrica sotterranea è fortemente condizionata daicaratteri strutturali ed in particolare dalla presenza delle numerose faglieche determinano direttrici di flusso preferenziali, nonché dallecaratteristiche idrauliche dell’acquifero che variano da zona a zona infunzione dello stato di fratturazione e carsismo della roccia.In relazione ai rapporti idrici intercorrenti fra la porzione dipiattaforma carbonatica affiorante in corrispondenza del promontorio31


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolieregarganico e dell’ horst murgiano e la parte sprofondata del graben delTavoliere, la situazione risulta molto articolata. Le acque carsiche delpromontorio garganico defluiscono radialmente dalle zone più interne,dove è prevalente l’alimentazione dell’acquifero ad opera delle acquemeteoriche, verso la costa dando luogo a numerose sorgenti localizzate intratti di costa ben definiti. Esistono tuttavia due importanti zone dideflusso preferenziale in corrispondenza delle quali si osservano cospicueemergenze d’acqua: una a N, verso il lago di Varano e la parte orientaledel lago di Lesina, e l’altra a SE, tra Manfredonia e Siponto.Riguardo la situazione sul bordo murgiano, studi più recenti diGRASSI et alii (1992), attraverso la ricostruzione delle isopieze e disezioni idrogeologiche (figg.9-10), evidenziano che esiste un marcatodeflusso idrico sotterraneo che dalla Murgia si dirige verso il Tavoliere.Nella figura 9 si può osservare che al passaggio dall’horstmurgiano al graben del Tavoliere, la configurazione delle isopieze nonmostra ricevere alcun significativo disturbo. Ciò dimostra, secondo gliAutori, che le acque carsiche aventi sede nella porzione affiorante e inquella sepolta della piattaforma carbonatica, sono in connessione idraulicae non risentono dell’esistenza dei depositi di colmamento e delle faglieantiappenniniche dell’ Ofanto.Quanto detto si evince anche dalla sezione E-E’; i pozzi chericadono in tale sezione, alcuni dei quali appartenenti alla rete di32


Capitolo 4Idrogeologia del TavoliereFigura 9 – Andamento della superficie della falda profonda e della faldasuperficiale. 1. superficie piezometrica della falda profonda. 2. Superficiepiezometrica della falda superficiale. 3. Isobate del tetto delle argille. 4.Pozzi (da GRASSI et alii, 1992).monitoraggio della Regione <strong>Puglia</strong> (C25, C32), registrano infatti valori disalinità molto bassi con un debole incremento (di soli 0.3g/L in 12 Kmcirca) procedendo verso il Tavoliere. Anche il pozzo C25 profondo circa500 m, ha un valore di appena 1g/L a dimostrazione che la circolazioneidrica sotterranea localmente è fortemente alimentata dalle acque dolci diorigine meteorica circolanti nell’acquifero murgiano e che la falda33


Capitolo 4Idrogeologia del TavoliereFigura 10 – Sezioni idrogeologiche schematiche dell’area posta a cavallo della Murgia e delTavoliere di <strong>Puglia</strong> (da GRASSI et alii, 1992).34


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolierecarsica, anche a tale profondità, è poco contaminata dall’acqua diintrusione marina.Dalla stessa sezione, così come dalle sezioni riportate in figura 10,si può osservare come l’elevato spessore dei depositi impermeabili dicolmamento, che in quest’area si spingono fino a 400 m di profondità, fasì che la falda circoli in pressione con risalite piezometriche anchedell’ordine di diverse centinaia di metri.Lungo la fascia pedegarganica, diversi Autori (COTECCHIA &MAGRI, 1996; MONGELLI & RICCHETTI, 1970; MAGGIORE & MONGELLI,1991; GRASSI & TADOLINI, 1992) hanno riscontrato una particolarecaratteristica delle acque sotterranee: l’elevato valore delle temperaturemisurate in alcuni pozzi per acqua ubicati al margine garganico delTavoliere e in alcune sorgenti, tra le quali la sorgente S. Nazario e quelladi Siponto, poste rispettivamente a NW e a SE del promontorio garganico.Misure più recenti (PAGLIARULO, 1996) hanno evidenziato in tale area,gradienti termici elevati di 10°C/100 m.L’alta temperatura di queste acque è spiegabile attraverso unfenomeno di mixing tra acque connate profonde e acque di falda di originemeteorica. Le acque connate infatti, confinate a 1500-2000 m diprofondità nelle rocce carbonatiche fessurate, sotto l’effetto del gradientegeotermico regionale (25-30°C/km) arrivano ad assumere temperature dicirca 40-60°C (fig. 11).35


Capitolo 4Idrogeologia del TavoliereFigura 11 – Sezione idrogeologica schematica che mostra la risalita di acque connate,calde per effetto del gradiente geotermico, e il mixing tra queste e le acque sotterraneefredde del Promontorio del Gargano, di origine meteorica; 1 piattaforma carbonatica;2alloctono; 3 argille plioceniche; 4 risalita di acque connate; 5 direzione di flussopreferenziale della falda carsica (da MAGGIORE & PAGLIARULO,1999).A causa delle spinte tettoniche connesse con la convergenza dellecoltri appenniniche verso l’avampaese apulo, queste acque profonderisalgono verso il Gargano attraverso la struttura a gradinata del substratocarbonatico prepliocenico fino ad emergere in superficie con temperaturecomprese tra 24° C e 27°C (PAGLIARULO, 1996).Per la caratterizzazione idrochimica delle acque della falda carsicasi sono considerati dati di analisi già acquisiti e relativi a pozziappartenenti alla rete di monitoraggio della Regione <strong>Puglia</strong> situati sia sul36


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolierebordo garganico e sia sul bordo murgiano (C4, C25, C1, C31, C32, C34,C26, C24). L’ubicazione dei pozzi è riportata in tavola 1.In tabella 2 sono riportate le concentrazioni in mg/l dei costituentimaggiori. Come si può osservare dalla tabella, i dati non si riferisconotutti allo stesso periodo di osservazione. In particolare, per il pozzo C4 idati riportati sono quelli ricavati all’epoca della perforazione; inoltre, èl’unico pozzo per il quale il campionamento è avvenuto in condizionidinamiche. Quanto detto, pur inducendo ad analizzare i dati con “cautela”,non impedisce di ricavare alcune importanti indicazioni.Per ottenere un quadro comparativo immediato, i dati chimici sonostati rappresentati, previa conversione in meq/l, nel diagramma diSchoeller (fig.12).Osservando il diagramma, si nota che sia i tracciati geochimici deicampioni provenienti da pozzi situati al margine settentrionale delleMurge (C31-C34-C25), sia quello del margine occidentale del Gargano(C4), mostrano una prevalenza di ioni alcalini e di ione cloruro che porta adefinire queste acque come clorurato alcaline e, pertanto, interessate dallacontaminazione dell’acqua di intrusione marina. Da notare, inoltre, lastretta relazione esistente, per questi pozzi, tra il contenuto alcalino e ladistanza dalla costa; infatti, pur appartenendo alla stessa faciesidrochimica, il contenuto dello ione cloruro e degli ioni alcalini tendono aridursi gradualmente spostandosi dalla costa verso l’entroterra. C’è inoltre37


Capitolo 4Idrogeologia del TavoliereFigura 12 – Diagramma di Schoeller per le acque circolanti nell’acquiferofessurato carsicoda osservare che per i pozzi C4, C25 e C34, lo ione HCO 3 prevale sulloione SO 4 e ciò è da attribuire ad un maggiore apporto di acqua di originemeteorica. Un discorso a sé merita il pozzo C1 il quale presenta unchimismo meno concordante rispetto agli altri per il maggiore contenutodi cloruri forse spiegabile con l’infiltrazione, anche se lenta, di acqua adelevata salinità contenuta nelle vasche evaporanti delle saline di38


Capitolo 4Idrogeologia del TavoliereMargherita di Savoia.Diversi risultano infine i tracciati dei pozzi situati al bordo ofantinodelle Murge; il pozzo C26, che si colloca più all’interno rispetto agli altri,mostra un tracciato nel quale prevalgono lo ione calcio e lo ionebicarbonato (acque bicarbonato calciche) mentre per i pozzi C32 e C24 èlo ione magnesio a prevalere sullo ione calcio forse sia per la naturaprevalentemente dolomitica della roccia serbatoio, trattandosi degli stratibasali della successione del “Calcare di Bari”, sia per una qualcheinfluenza da parte dell’acqua di intrusione marina.39


Capitolo 4Idrogeologia del Tavoliere4.2 ACQUIFERO POROSO PROFONDOL’acquifero poroso profondo è costituito dagli interstrati di sabbielimose e subordinatamente di ghiaie, presenti a diversa altezza, nellasuccessione argillosa plio-pleistocenica (sezioni C-C’, E-E’ e B-B’).Le sue caratteristiche sono poco conosciute soprattutto per quel cheriguarda la geometria e la distribuzione spaziale dei corpi acquiferi, laconnessione idraulica tra i diversi livelli e le altre falde del Tavoliere, lemodalità di alimentazione e di deflusso. Grazie agli studi condotti dadiversi Autori (COTECCHIA et alii, 1995; MAGGIORE et alii, 1996) e allestratigrafie dei pozzi perforati in zona sia per la ricerca di acqua che diidrocarburi, contraddistinti nella tavola 2 rispettivamente con la sigla Ped I, è stato possibile ricostruirne i caratteri salienti.I dati caratteristici dei pozzi dell’acquifero poroso profondo sonoriportati in tabella 3.I livelli acquiferi sono costituiti da corpi discontinui di formalenticolare, localizzati a profondità variabili tra i 150 m (sezione E-E’) ei 3000 m (sezione B-B’) dal piano campagna ed il loro spessore nonsupera le poche decine di metri. Nelle lenti più profonde, si rinvengonoacque connate, associate a idrocarburi, che si caratterizzano per i valoripiuttosto elevati della temperatura (22-26°C) e per la ricorrente presenzadi H 2 S (MAGGIORE et alii, 1996). Tali valori sono spiegabili con il normale40


Capitolo 4Idrogeologia del Tavoliereaumento di temperatura prodotto dal gradiente geotermico che inquest’area, ricadente nella provincia geotermica periadriatica,notoriamente fredda, è stimato inferiore a 25° C/Km (MONGELLI et alii,1983).La falda è ovunque in pressione e presenta quasi sempre caratteri diartesianità. Le quote piezometriche, rilevate da COTECCHIA et alii (1995)in una serie di pozzi trivellati in un’area compresa tra Foggia e Stornara,variano procedendo da SSW verso NNE, passando da valori anchesuperiori ai 200 m s.l.m. sino a valori dell’ordine di una decina di metri .Anche la permeabilità e la trasmissività, valutate sugli stessi pozzicon apposite prove di emungimento, sono risultate molto modeste, convalori medi di T = 1,38 * 10 -4 m 2 /s e K = 3,9 * 10 -6 m/s.La produttività dei livelli idrici, pur essendo variabile da luogo aluogo, risulta sempre molto bassa con portate di pochi litri al secondo. Ingenere, la produttività tende a diminuire rapidamente a partire dall’iniziodell’esercizio del pozzo ed in alcuni casi si è registrato il completoesaurimento della falda. Ciò dimostra che tali livelli possono costituiresoltanto delle limitate fonti di approvvigionamento idrico essendo laricarica molto lenta. Tuttavia negli ultimi quarant’anni, la crescenterichiesta di acqua ha dato avvio all’esecuzione di un cospicuo numero diopere di captazione, per lo più in regime di abusivismo, per uso irriguo,che si spingono in profondità intercettando i livelli acquiferi interclusi41


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolierenella formazione argillosa, incidendo sulla salvaguardia degli equilibriidrogeologici degli stessi.Studi condotti da COTECCHIA et alii (1995) hanno consentito dideterminare l’età delle acque contenute in tali livelli, sulla base delledeterminazioni del contenuto in 14 C e di δ 13 C, δD e δ 18 O. I valori dicomposizione isotopica ottenuti indicano età molto alte che riportanol’epoca dell’infiltrazione di tali acque a circa 2000 anni fa. Ciò confermache il loro tasso di rinnovamento è praticamente nullo.Trattandosi poi, come vedremo in seguito, di acque fortementemineralizzate ed in particolare con elevati valori di sodio, il loro utilizzosui terreni limo-argillosi superficiali, presenti soprattutto nella partebassa del tavoliere, determina modificazioni negative anche sotto l’aspettopedologico con gravi danni alle colture. Il sodio infatti, oltre a ridurre lalavorabilità dei terreni ne modifica la permeabilità sia all’aria cheall’acqua ostacolando così l’azione benefica di dilavamento dovuta alleacque di precipitazione.Ulteriori problemi sorgono anche dal punto di vista tecnico; imateriali fini, mobilizzati nella fase di pompaggio, tendono a sedimentareall’interno del pozzo ostruendone i filtri in tempi decisamente brevi edeterminando condizioni di rischio per la stabilità dell’opera el’insorgenza di dissesti superficiali e profondi. Il carattere di artesianità,assieme al molto spesso inadeguato condizionamento dei pozzi,42


Capitolo 4Idrogeologia del Tavoliereresponsabile della mancanza di isolamento della falda superficiale,determina travasi e miscelamenti di acque tra la falda profonda e quellasuperficiale con conseguente contaminazione di quest’ultima.Figura 13 – Diagramma di Schoeller per le acque circolanti nell’acquiferoporoso profondo (da Maggiore et alii,1996).I tracciati geochimici ottenuti dalle analisi condotte da MAGGIORE etalii (1996) per le acque circolanti nell’acquifero poroso profondo, sonorappresentati in figura 13. Essi, pur evidenziando una notevole variabilità43


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolierecomposizionale, mostrano una generale prevalenza dello ione sodio e delloione bicarbonato mentre calcio, cloruri e solfati sono presenti inconcentrazioni più basse . Questo porta a definire la facies idrochimica diqueste acque come bicarbonato-sodica.Un carattere comune riscontrato dagli Autori per tali acque,perlomeno nella zona compresa tra il T. Celone ed il T. Carapelle, èrappresentato dalla bassa salinità totale (< 0.6 g/l) che tendetuttavia ad aumentare, insieme allo ione cloruro, in direzione delmare. Non è chiaro come l’acquifero risenta di questo fenomeno,essendo isolato dalle acque marine, mediante una spessa sequenzadi strati argillosi praticamente impermeabili. Tuttavia il processopuò essere spiegato con il fenomeno della diffusione molecolare,dovuto al gradiente di concentrazione tra l’acqua marina e le acquesotterranee .Importanti informazioni si ottengono anche dal grafico di figura 14dove si può osservare che il rapporto Na/Cl mostra valori elevati,compresi tra 1,1 e 3,5.Tale prevalenza del sodio sullo ione cloruro non è spiegabileneppure ammettendo un contributo da parte delle acque marine che, com’ènoto, sono caratterizzate da valori del rapporto Na/Cl circa uguale a 1. Ilrapporto Na/Ca mostra anch’esso valori di gran lunga superiori all’unitàsottolineando la prevalenza del sodio anche sul calcio che può essere44


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolierespiegata se si ipotizzano fenomeni di interazione tra gli ioni in soluzione ela matrice porosa dell’acquifero.Figura 14 – Caratterizzazione delle acque dell’acquifero poroso profondosulla base dei cationi principali e dello ione cloruro (da Maggiore et alii,1996 modificato).Un sedimento depostosi in ambiente marino o che per fenomeni diingressione marina viene a contatto con acque salate, risulta in equilibriocon la fase liquida e contiene pertanto una elevata percentuale di ionisodio nei siti di scambio dei minerali argillosi. Se successivamente talisedimenti vengono a contatto con acque dolci, contenenti prevalentementeioni calcio che hanno rispetto agli ioni sodio una maggiore affinità verso isiti di scambio, l’equilibrio chimico viene ad essere perturbato. Si attivanopertanto delle reazioni di scambio cationico che tendendo a ripristinare45


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolierel’equilibrio tra ioni adsorbiti e ioni in soluzione, possono portare ad unasignificativa variazione della composizione cationica iniziale dell’acquadolce che viene ad arricchirsi in sodio e ad impoverirsi in calcio.(COTECCHIA et alii, 1995; MAGGIORE et alii, 1996) .Riguardo la provenienza delle acque presenti nelle intercalazionisabbiose, sulla base degli studi condotti, COTECCHIA et alii (1995),avanzano alcune ipotesi. La presenza, sul bordo appenninico delTavoliere, di terreni sabbiosi suggeriscono che siano proprio questi litotipia costituire la zona di alimentazione. Altra possibile ipotesi è che le lentisarebbero alimentate, lateralmente o dal basso, dalle acque presenti nelmassiccio murgiano che, a partire dal margine sud orientale del Tavoliere,si immerge sotto la formazione argillosa. Le acque rinvenute nellaformazione mesozoica, anche a quote intorno ai 400 m sotto il l.m. equindi a contatto con i sedimenti argillosi, sono risultate dolci con carichiidraulici elevati, salinità e temperature molto basse. Tutto questo sostienel’ipotesi che, se pur localmente, la falda carsica possa considerarsiresponsabile dell’alimentazione delle lenti.46


Capitolo 4Idrogeologia del Tavoliere4.3 ACQUIFERO POROSO SUPERFICIALEL’acquifero poroso superficiale si rinviene nei depositi quaternariche ricoprono con notevole continuità laterale la sottostante formazionedelle Argille subappennine.. Le stratigrafie dei numerosi pozzi per acquarealizzati in zona, evidenziano l’esistenza di una successione di terrenisabbioso-ghiaioso-ciottolosi, permeabili ed acquiferi, intercalati da livellilimo-argillosi, a luoghi sabbiosi, a minore permeabilità. I diversi livelli incui l’acqua fluisce non costituiscono orizzonti separati ma idraulicamenteinterconnessi, dando luogo ad un unico sistema acquifero.I dati caratteristici dei pozzi dell’acquifero poroso superficialeutilizzati per le ricostruzioni stratigrafiche sono riportati nelle tabelle 4a e4b.In linea generale, si può affermare che i sedimenti a granulometriapiù grossolana, e quindi più permeabili svolgenti il ruolo di acquifero,prevalgono nella zona di monte mentre, procedendo verso la costa, sifanno più frequenti ed aumentano di spessore le intercalazioni limososabbiosemeno permeabili che svolgono il ruolo di acquitardo.Essendo le modalità di deflusso della falda fortemente influenzateda tali caratteristiche, risulta che l’acqua circola in condizioni freatichenella fascia pedemontana ed in pressione nella zona medio-bassa,assumendo localmente il carattere di artesianità (COTECCHIA, 1956).47


Capitolo 4Idrogeologia del TavoliereQuanto esposto è ben rappresentato nelle sezioni G-G’ ed F-F’relative rispettivamente alla zona mediana e alla zona bassa della pianurae ricostruite sulla base delle stratigrafie dei pozzi perforati dall’EnteIrrigazione negli anni ‘50, nonché dei dati stratigrafici riportati nei lavoridi COLACICCO (1951-1953). Dalle stesse è possibile ancora osservarecome, procedendo verso est, lo spessore complessivo dell’acquiferoaumenti passando dai 50-30 metri nella zona mediana a quasi 100 metripresso il litorale adriatico. Infine, oltre all’estrema irregolarità del tettodel substrato impermeabile che sostiene l’acquifero, si noti come essotenda con una certa gradualità, ad approfondirsi procedendo verso la lineadi costa dove scende al di sotto di quota zero. Quindi accade che mentrenelle zone più interne (sezione G-G’), situate a circa 25 Km dalla costa, iltetto della formazione argillosa si rinviene a circa 30 m s.l.m., nella partepiù orientale, corrispondente alla fascia rivierasca, esso si rinviene a circa60 m sotto il livello del mare (sezione F-F’). Tutto ciò fa sì chel’acquifero risulti in tale zona maggiormente vulnerabile all’intrusionemarina (MAGGIORE et alii, 1996; POLEMIO et alii, 1999).Sulla base dell’elevato contenuto salino rilevato in alcuni pozzi,soprattutto in corrispondenza del golfo di Manfredonia e lungo la fagliadel Candelaro ai piedi del Gargano, COTECCHIA (1956) aveva già osservatocome, proprio in virtù della rilevante profondità degli strati acquiferisotto il livello del mare, questi fossero molto spesso invasi da acqua48


Capitolo 4Idrogeologia del TavoliereFigura 15 – Carta dello spessore dell’acquifero poroso superficiale. Legenda: !)Argillesubappennine; 2)formazioni calcareo dolomitiche mesozoiche; 3) spartiacque idrologico; 4)isopieze in metri s.l.m.; 5)porzioni di acquifero con spessori effettivi < 2 m; 6) porzioni diacquifero con spessori effettivi compresi tra 2 e 10 m; 7) porzioni di acquifero con spessorieffettivi tra 10 e 30 m (da Tadolini et alii,1989).49


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolieremarina anche a notevole distanza dalla linea di costa.Anche la potenzialità reale della falda, essendo strettamente legataa fattori di ordine morfologico e stratigrafico, varia sensibilmente da zonaa zona. Le acque, infatti, tendono ad accumularsi preferenzialmente doveil tetto delle argille forma dei veri e propri impluvi o laddove lo spessoredei terreni permeabili è maggiore e dove la loro natura è prevalentementeghiaiosa.Riguardo lo spessore effettivo del materasso acquifero, che siottiene sommando soltanto lo spessore dei livelli effettivamentepermeabili, TADOLINI et alii (1989) valutano che oltre il 50%dell’acquifero presenta uno spessore effettivo compreso tra 2 e 30 m; il40% rientra nel campo 10-30m mentre la restante parte, che coincide conil bordo appenninico, è caratterizzata da spessori inferiori a 2 m (fig.15).Circa le modalità di alimentazione della falda superficiale, uncontributo importante proviene dalle precipitazioni. I risultati del bilancioidrogeologico dell’idrostruttura del Tavoliere, presentati da DE GIROLAMOet alii (2002), portano alla conclusione che la precipitazione media annua,pari a 2635 Mm 3 , si ripartisce secondo le seguenti aliquote: 1462 Mm3,pari al 55%, evapotraspirazione reale; 735% Mm 3 , pari al 28%, deflussosuperficiale; 439 Mm 3 , pari al 17%, la ricarica (fig.16).Naturalmente, il contributo al ravvenamento della falda èstrettamente dipendente dal grado di permeabilità dei terreni. Le zone di50


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolierealimentazione della falda sono rappresentate da quelle aree non ricoperteda materiali argillosi e con caratteristiche tali da poter assorbire buonaparte delle precipitazioni. Tale funzione è svolta soprattutto dai terrenisabbioso-conglomeratici presenti nella parte medio-alta della piana.infiltrazione efficace17%ruscellamento28%evapotraspirazione55%Figura 16 - Valori percentuali dell’evapotraspirazione e del deflusso superficiale e sotterraneodel Tavoliere di <strong>Puglia</strong>Oltre che dalle acque di infiltrazione, diversi Autori ritengono cheal ravvenamento della falda superficiale contribuiscano anche i corsid’acqua che solcano il Tavoliere (COLACICCO, 1953; COTECCHIA, 1956;MAGGIORE et alii, 1996). Particolari evidenze geologiche ed idrologichesembrano sostenere tale ipotesi. Il T.Cervaro, il T.Celone e il T.Vulganoinfatti attraversano, generalmente nel loro tratto intermedio, terrenipermeabili e quindi possono cedere alla falda buona parte delle loroportate di piena.51


Capitolo 4Idrogeologia del TavolierePer quanto riguarda la produttività dell’acquifero porososuperficiale, si è ormai ben lontani dalla condizione di acque freatichesegnalata da COLACICCO (1951) con portate emungibili dell’ordine di 40-50 l/s. Attualmente, infatti, le portate di emungimento sono spesso cosìesigue (1-3 l/s) da rendere necessario l’utilizzo di vasche di accumulo. Lostato attuale della falda risulta pertanto di gran lunga differente rispetto acinquanta anni fa. L’introduzione in Capitanata di colture fortementeidroesigenti, intensificatasi agli inizi degli anni settanta, ha portato allaperforazione di un gran numero di pozzi (circa 3000 nel solo territoriocomunale di Cerignola) che attingono dalla falda idrica sotterranea. Ivolumi di acqua erogati per mezzo di fonti superficiali (invasi di Occhito,Marana-Capaciotti ed Osento) dal Consorzio per la bonifica dellaCapitanata, pari a circa 140 Mm 3 , sono infatti insufficienti a soddisfare ilfabbisogno irriguo valutato da DE GIROLAMO et alii (2002) in circa 550Mm 3 . Avendo gli stessi Autori valutato un volume della ricarica annualemedia pari a 439 Mm 3e considerando che parte di questa defluiscenaturalmente verso il mare Adriatico, emerge un sovrasfruttamento dellafalda con un bilancio che si chiude quindi in deficit. Il massiccioattingimento comporta un progressivo esaurimento della falda: estrarreuna quantità di acqua maggiore della ricarica, che costituisce la risorsadinamica, ovvero quel volume di acqua che si rinnova ogni anno, significaattingere anche alla cosiddetta riserva geologica. Quest’ultima come è52


Capitolo 4Idrogeologia del Tavolierenoto, è soggetta ad un ricambio lentissimo e pertanto non dovrebbe maiessere intercettata se non si vogliono perturbare gli equilibriidrogeologici. Inoltre, poiché i tempi di permanenza nell’acquifero diqueste acque sono molto lunghi (acque di fondo), ne consegue unamaggiore mineralizzazione che è una condizione di degrado qualitativoper la falda.53


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficiale5. STATO QUALITATIVO E QUANTITATIVODELLE ACQUE CIRCOLANTI NELL’ACQUIFEROPOROSO SUPERFICIALEIl testo aggiornato del decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152,recante disposizioni generali per la tutela delle acque, persegue, tra glialtri obiettivi, la definizione, per tutti i corpi idrici sotterranei ritenutisignificativi ( ∗ ), dello stato di qualità ambientale ed il conseguimento,entro il 2016, di livelli qualitativi possibilmente migliori.Per i corpi idrici sotterranei, lo stato di qualità ambientale siaqualitativo che quantitativo, viene definito attraverso attività dimonitoraggio articolate in due fasi. La fase conoscitiva iniziale, dicaratterizzazione sommaria e propedeutica alla successiva fase a regime,prevede misure quantitative, basate sulla determinazione del livellopiezometrico, e misure qualitative basate sulla determinazione diparametri di base.A tale scopo sono state effettuate due campagne di rilievofreatimetrico e di prelievo di campioni d’acqua: la prima nel 2002, tra il23 gennaio e il 1 febbraio, la seconda nel 2003, tra il 3 gennaio e l’11febbraio. Le due campagne realizzate in piena stagione invernale,∗ Sono significativi gli accumuli d’acqua contenuti nel sottosuolo permeanti la matrice rocciosa,posti al di sotto del livello di saturazione permanente.54


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialenormalmente corrispondente al periodo di ricarica degli acquiferi (DEGIROLAMO et alii, 2001), hanno interessato alcuni pozzi ricadenti neibacini idrografici del T. Candelaro e del T. Cervaro. Tali pozzi sonodistribuiti uniformemente su tutta l’area.Occorre specificare tuttavia, che la prima campagna è stataeffettuata al termine di un periodo di prolungata siccità (cfr.§ 5.2) e chela seconda campagna è perdurata oltre i tempi previsti a causa dellefrequenti piogge culminate nell’evento alluvionale del 25 gennaio, per ilquale è stato calcolato un tempo di ritorno di circa 150 anni.La scelta dei punti d’acqua, tra i numerosi presenti nell’area inesame, è ricaduta su 85 pozzi, già oggetto di precedenti campagnefreatimetriche eseguite nell’aprile ’87 dalla GEO S.p.a., qui consideraticome serie storica di riferimento. Tale scelta, risultata opportuna pernumero e distribuzione spaziale dei punti d’acqua, ha consentito dievidenziare le variazioni piezometriche intercorse nell’arco di unquindicennio.Durante la prima campagna tuttavia, solo 69 degli 85 punti d’acquasono risultati accessibili per la misura del livello e per 48 tra questi è statoeffettuato il prelievo di campioni d’acqua. Nella seconda campagna,mirante soprattutto ad un confronto sullo stato qualitativo della falda, sonostati interessati solo i 48 punti d’acqua campionati nella precedente di cuituttavia, solo 41 sono risultati accessibili. Occorre specificare a tale55


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeproposito che tutti i pozzi sono di proprietà di privati che non sempre simostrano disponibili ad autorizzare l’accesso al punto di prelievo.La tavola 3 mostra l’ubicazione dei pozzi considerati. Come puòrilevarsi dalla tavola, un certo numero di pozzi ricade nell’ambito dellearee di affioramento dei depositi terrazzati, sia marini che fluviali.Relativamente alla pianura alluvionale, essendo l’area in esame moltovasta, si è ritenuto opportuno suddividerla in due zone:♦zona nord, comprendente tutti i pozzi situati tra il T. Vulgano eil F. Fortore;♦zona sud comprendente tutti i pozzi situati tra il T. Cervaro e ilT. Vulgano.Tale raggruppamento si spiega con la possibilità di evidenziareeventuali variazioni legate a disomogeneità litologiche dell’acquifero,all’influenza del fenomeno dell’intrusione marina che dovrebbe risentirsimaggiormente per la zona sud, ed ancora alla diversa incidenzadell’attività antropica. È infatti da considerare che nella zona sud, nellaquale ricade l’abitato di Foggia, oltre alla più elevata densità dipopolazione, vi è una maggiore concentrazione di attività industriali eagricole che sottopongono l’acquifero ad un maggior sfruttamento e arilevanti modificazioni dello stato qualitativo della falda idricasotterranea.56


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeAlla luce di quanto esposto, i punti d’acqua in esame sono statisuddivisi in quattro gruppi, uno per ciascuna zona (fig. 16a).Dalla zonazione sono stati esclusi i pozzi A1 e A38. L’esclusionedel pozzo A1 deriva dalla sua collocazione geografica, essendo situatonell’alveo di magra del F. Fortore. L’esclusione del pozzo A38 è motivatadalla particolare situazione idrodinamica: la quota piezometrica di questopozzo risulta infatti di quasi 15 metri al di sotto del livello del mare ed ilcampione d’acqua prelevato possiede le caratteristiche tipiche dell’acquamarina.Al fine di ottenere un confronto più immediato tra le diverse zoneindividuate, nell’elaborazione dei dati si è fatto ricorso agli strumentipropri della statistica classica. L’analisi statistica consente di comprendereil comportamento e le caratteristiche medie dei dati e di purificarli davalori anomali, cosiddetti “outliers”, e di spiegarne la loro presenza. Sonostati così determinati, per ciascun parametro e per ciascunraggruppamento, i principali parametri di locazione (mediana, quartilesuperiore e inferiore, 1 o e 9 o decile).Il tipo di grafico utilizzato per la rappresentazione ed il confrontodei valori rilevati nelle varie zone prende il nome di “box & whiskers” opiù genericamente di box plot. Questi grafici sono stati realizzatiutilizzando il programma Grapher 3 (2001).57


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeI valori in ascissa, che nel nostro caso sono valori di tipocategoriale (ossia non numerico), indicano le zone in cui sono stateeffettuate le misure; le ordinate rappresentano i valori relativi alle misuredi ciascun parametro chimico-fisico. Per il significato dei parametri dilocazione considerati e del grafico utilizzato si veda l’appendice.Per i parametri ritenuti più significativi sono state realizzate dellemappe che forniscono un valido supporto per l’analisi spaziale dei dati. Lemappe sono state realizzate mediante un software per il trattamentospaziale dei dati ambientali (Surfer, 2002); per la stima della variabile neipunti non campionati, la metodologia scelta è quella del Kriging ordinario(vedi appendice A).Nei paragrafi che seguono verranno illustrate le modalità dicampionamento e di misura seguite ed esaminati i principali risultatiemersi dalla elaborazione ed interpretazione dei dati acquisiti.58


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficiale5.1 MODALITA’ DI CAMPIONAMENTO DELLA FALDA EDI MISURA DEI LIVELLI IDRICIIl livello idrico è stato misurato mediante un freatimetro a segnaleacustico/luminoso provvisto di cavo millimetrato.Il campionamento, essendo i pozzi nella maggior parte dei casiprivi di pompa, è avvenuto in condizioni statiche utilizzando uncampionatore in acciaio inossidabile collegato alla superficie mediante uncavoin materiale sintetico inerte; laddove presente, invece, ilcampionamento è avvenuto per mezzo della pompa.Per ogni pozzo sono stati prelevati, nella parte più superficiale dellacolonna idrica, due campioni di acqua da 1000 ml. L’acqua così prelevataè stata collocata con celerità in due appositi contenitori in polietileneavendo cura di non provocare un’agitazione eccessiva e di ridurre alminimo il tempo di esposizione all’aria del campione. Tali accorgimentisono necessari per evitare alterazioni delle caratteristiche qualitativeoriginarie delle acque ed in particolare dell’originario contenuto insostanze volatili.Nella campagna 2002, entrambi i campioni prelevati sono statiacidificati con 1 cc di acido solforico (H 2 SO 4 ) . Tale aggiunta, necessariaper fissare la sostanza organica ed impedirne la decomposizione, hatuttavia reso impossibile la determinazione degli anioni (solfati, cloruri,carbonati). Pertanto, nella campagna 2003, è stato acidificato un solo59


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialecampione rendendo così possibile la determinazione dei suddettiparametri.Successivamente all’estrazione dei campioni destinati alle indaginidi laboratorio, si è prelevata una ulteriore quantità di acqua per ladeterminazione in sito di tutti quei parametri che possono subire dellesensibili variazioni con il trasporto, conservazione e trattamento delcampione.In particolare, nella campagna ’02 sono stati determinatitemperatura e ossigeno disciolto, per mezzo di un termometro/ossimetro, enella campagna ’03 sono stati determinati temperatura, pH e conducibilitàelettrolitica per mezzo di una sonda multiparametrica.Allo scopo di avere campioni rappresentativi, non contaminati daiprelievi precedenti, si è effettuata una accurata puliziadell’equipaggiamento di campionatura prima di ogni suo nuovo impiego.I campioni d’acqua, una volta prelevati, sono stati collocati in unaborsa termica e mantenuti alla temperatura di 4° - 5°C. A fine giornata,sono stati poi portati presso la sede dell’IRSA di Bari e riposti in una cellafrigorifera per essere successivamente analizzati.60


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficiale5.2 LO STATO QUANTITATIVOLa campagna di rilievo del livello idrico, effettuata nel gennaio2002, ha interessato 69 pozzi in parte a scavo e in parte trivellati, ricadentinei bacini idrografici del T. Candelaro e del T. Cervaro; la loro ubicazioneè riportata in tavola 3.I dati caratteristici di tali pozzi e i valori dei livelli idrici sonoriportati in tabella 5, assieme ai dati relativi alla campagna freatimetricadel 1987 utilizzati come serie storica di riferimento. Di tutti i pozziconsiderati, sei (A56-A57-A72-A74-A75-A76) sono risultati secchi.Nel grafico di figura 17, sono messe a confronto le quotepiezometriche relative ai due periodi di misura. I pozzi rappresentati inquesto grafico sono stati ordinati per quota topografica decrescente. Dalgrafico si evidenzia innanzitutto, la stretta dipendenza tra quotatopografica e quota piezometrica e come quest’ultima tende a diminuire aldiminuire della prima. Per i pozzi della piana alluvionale questoandamento è anche legato al progressivo abbassamento del tetto delsubstrato impermeabile che, affiorante sul bordo appenninico, si rinvienead oltre 60 m sotto il livello del mare in prossimità della costa. Tale zona,pertanto, risente fortemente del fenomeno di intrusione marina comedimostra la preoccupante situazione per il pozzo A38 che risulta il più61


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeprossimo alla costa e la cui quota piezometrica soggiace di quasi 15 m allivello mare, evidenziando il forte “stress” cui la falda è sottoposta.Nessuna relazione con la quota topografica è osservabile nel graficodi figura 18 in cui sono riportate le variazioni del livello idrico relativeallo stesso periodo; ci si aspetterebbe infatti che, procedendo da monteverso valle, le variazioni aumentino, mentre esse risultano estremamenteirregolari. E’ possibile invece osservare che le differenze, variabili dalmetro ad oltre 18 m, risultano maggiori per i pozzi trivellati che attingonoa livelli più profondi. Essendo i tempi di ricarica più lunghi per i livelliprofondi, ne consegue cha la risposta dell’acquifero è più lenta e quindimaggiore è lo sfasamento tra il momento in cui l’acqua si infiltra nelsottosuolo e quello di arrivo nella zona di emergenza.È in ogni caso evidente dal grafico, il generale e sensibileabbassamento del tetto della falda tale da determinare in alcuni casil’abbandono di pozzi ormai secchi.Fanno eccezione a questa generale tendenza solo i pozzi A20 e A22dove si è riscontrato un piccolo sollevamento rispettivamente di 40 cm e70 cm.Il degrado quantitativo riscontrato è da legarsi all’emergenza idricaprovocata dai lunghi periodi di siccità, divenuti particolarmente frequentia partire dalla metà degli anni ’80. Tali eventi, riducendo bruscamente ladisponibilità di acqua negli invasi artificiali, hanno determinato un nuovo62


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeincremento d’uso delle acque sotterranee, oltre a ridurre l’entità dellaricarica (Polemio et alii, 1999).Nei grafici di figura 19 e nel box-plot di figura 20, sono riportate levariazioni del livello idrico dei diversi gruppi individuati. La noncoincidenza dei periodi di osservazione può comportare unasopravvalutazione della variazione dei livelli, tenendo conto che ad aprile(’87) i prelievi per uso irriguo possono già essere in atto; inoltre, ilperiodo di ricarica può dirsi quasi ultimato mentre a gennaio (’02) èancora in corso.Risulta evidente dai grafici che le variazioni sono più basse e menovariabili nella zona dei terrazzi sia marini che fluviali.Per i terrazzi fluviali, tale diversità può essere messa in relazionecon la maggiore permeabilità dei depositi e con la limitata estensione diquesti acquiferi che quindi si ricaricano in tempi più brevi. Ma è anche daconsiderare il diverso regime pluviometrico. Infatti per queste aree, situatea ridosso dell’Appennino, le precipitazioni risultano mediamente piùabbondanti oltre che più frequenti. Per i terrazzi marini, dove prevalgonocolture meno idroesigenti, tale diversità può spiegarsi con il minorattingimento di acqua.Molto più netta risulta la differenza tra la zona nord e la zona sud,per la quale gli abbassamenti assumono valori molto più alti. Dal box-plotsi può notare infatti la notevole differenza tra i valori assunti dalle63


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialemediane nonché il diverso tipo di distribuzione. Per la zona sud, ladistribuzione è molto più ampia con una evidente asimmetria sottolineatadalla diversa lunghezza dei “baffi”; per la zona nord invece l’intervallo divariabilità è più ristretto e la distribuzione quasi simmetrica. Talediversità può attribuirsi agli intensi prelievi per uso industriale, civile esoprattutto agricolo essendo nella zona sud molto più estese le areeirrigue.Dalla figura 19b, essendo i pozzi ordinati per quota topograficadecrescente, è ancora possibile ricavare ulteriori informazioni sul diversocomportamento tra la zona occidentale, che rappresenta la parte medio-altadel sistema acquifero, e la zona orientale che ne rappresenta la partebassa. Nell’ambito della zona nord, le variazioni sono più accentuatenella parte orientale. Stesso andamento , anche se meno evidente, èosservabile nella zona sud. Infatti, escludendo i dislivelli maggioriregistrati nei pozzi A80 (18,2 m) e A84 (17,6 m), che richiamano asituazioni locali di sovrasfruttamento, si ottiene che, ancora una volta, ivalori sono più bassi nella parte occidentale.Questo diverso comportamento può spiegarsi tenendo conto dellaminore permeabilità dei terreni presenti nella parte bassa della piana che,riducendo l’infiltrazione efficace delle acque meteoriche, fanno sì chequesta porzione di acquifero sia alimentata prevalentemente dalle acquesotterranee provenienti da monte.64


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeLa carta delle isopieze (fig. 21), relativa alla campagna di misura2002, ha consentito di definire, l’andamento “attuale” della superficiepiezometrica nonché le relazioni esistenti tra l’acquifero superficiale e iprincipali corsi d’acqua.Dalla carta si rileva che i massimi valori del gradiente idraulico,evidenziati dalle isoipse ravvicinate, si registrano nella parte più interna,corrispondente alla zona di maggiore ricarica dell’acquifero, mentretendono a diminuire nella parte centrale e ancor più verso il T. Candelarodove le isoipse si fanno più rade. La particolare morfologia assunta dallasuperficie piezometrica permette, innanzitutto, di definire una direttrice dideflusso idrico preferenziale più marcata, osservabile verso il T.Candelaro che funge da asse drenante; non si evidenzia l’esistenza dimarcati spartiacque idrologici.La campagna freatimetrica di gennaio 2003, diversamente da quellaprecedente, ha interessato solo 41 pozzi. Per i dati caratteristici e quelliidrometrici dei pozzi considerati si veda la tabella 5.I pozzi, anche se il loro numero è più limitato rispetto allacampagna precedente, risultano uniformemente distribuiti su tutta l’area e,in base alle misure effettuate, è possibile trarre informazioni di caratteregenerale.Va tuttavia evidenziato che, come specificato in precedenza, lemisure relative a quest’ultima campagna sono state interrotte a causa65


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialedall’evento alluvionale del 25 gennaio e sono state portate a termine solo17 giorni dopo tale evento che ha determinato una brusca variazione nellecondizioni di alimentazione dell’acquifero. Le misure acquisite dopol’alluvione vanno pertanto considerate con cautela poiché nonconfrontabili con quelle prese in precedenza.Nei grafici di figura 22 sono riportate le quote piezometricherilevate a gennaio ’02 e gennaio ’03; in figura 23 sono rappresentate lerelative variazioni del livello idrico.L’ordine di rappresentazione e le modalità di raggruppamento deipozzi sono le stesse utilizzate per i grafici precedenti; con un asteriscosono riportate le misure eseguite dopo l’alluvione.Dai grafici si può evidenziare un generale sollevamento del tettodella falda variabile da 10 cm, per i pozzi A12, A22, A4, a 6.9 m per ilpozzo A15 situato immediatamente a sud di Torremaggiore.Si discostano da questa generale tendenza solo otto pozzi(A35,A36,A32,A25,A34,A33,A20,A30) nei quali si è registrata unavariazione negativa variabile da 3.9 a 0.1 m, mentre per il pozzo A31,ricadente in corrispondenza dei depositi di terrazzo fluviale, il livello èrimasto praticamente invariato.La carta delle isopieze relativa alla campagna di misura 2003(fig.24)non evidenzia nessuna sostanziale differenza rispetto allaprecedente. La morfologia della superficie piezometrica, rimasta66


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialepraticamente invariata, sembra non aver risentito delle variazioni dellivello idrico che pure si sono verificate.Dal grafico di figura 25 ma ancor più dai box-plot di figura 26 èpossibile osservare che le variazioni del livello idrico, nelle diverse zoneindividuate, assumono valori diversi. Per i terrazzi marini esse risultanotutte di segno positivo con una prevalenza tuttavia delle variazioniinferiori al metro come evidenzia la forte asimmetria del box-plot relativo.L’esiguo numero dei pozzi attestati nei depositi terrazzati fluviali edeltizi rende l’analisi dei dati poco significativa. È tuttavia osservabileanche per questa zona un trend positivo delle variazioni. L’eccezione delpozzo A35, rappresentato come outlier, è da collegarsi alla frammentarietàdell’acquifero in questione che fa di ciascun lembo un corpo idrico a séstante e particolarmente sensibile alle locali situazioni disovrasfruttamento.La zona nord e la zona sud confermano la diversità già riscontrataper il quindicennio 1987-2002 rimarcando delle notevoli differenze. Allaminore variabilità e alla prevalenza delle variazioni di segno positivo dellazona nord, si contrappone la zona sud caratterizzata da una maggiorevariabilità ed incidenza delle variazioni negative che risultano anche lemaggiori.Vengono riconfermate, ed in modo ancora più evidente, anche ledifferenze riscontrate tra la zona occidentale e la zona orientale. Per la67


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialezona occidentale le variazioni, quasi tutte positive, risultano sensibilmentepiù alte; diversamente, per la zona orientale, ben il 50% delle variazionirisultano negative. Pertanto, la zona occidentale, per la sua posizione e lalocale maggiore permeabilità degli strati acquiferi, rappresenta la zona didi preferenziale ricarica del sistema acquifero.Quanto sinora esposto è evidenziato nella carta delle variazioni deilivelli 2002-2003 (fig.27). Da essa risulta che le variazioni sono tuttepositive nella zona occidentale; può inoltre rilevarsi l’esistenza a sud-estdi un’area a comportamento “anomalo” in cui le variazioni sono tutte disegno negativo.Il generale sollevamento della superficie piezometrica, registratonell’arco di un anno solare, era prevedibile considerando le frequenti edanche abbondanti piogge che hanno interessato, nel corso del 2002, tuttal’area considerata e culminate nell’alluvione di gennaio. Secondo taleprevisione risultano, quindi, non spiegabili le variazioni negativesoprattutto tenendo conto che nella gran parte dei casi esse sono staterilevate in pozzi (A36, A30, A32, A34, A25) in cui la misura del livello èstata eseguita ben 17 giorni dopo l’evento alluvionale.Al fine di verificare l’effettiva quantità di pioggia registrata nelcorso del 2002 e nel tentativo di correlare quest’ultima al sollevamentodella falda, sono stati acquisiti dati pluviometrici relativi ad alcune68


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialestazioni del Servizio Idrografico ( ∗ ) scelte a campione: “FoggiaOsservatorio”, “S. Severo” e “Pietramontecorvino” ricadenti nel bacinodel T. Candelaro; “Manfredonia” ricadente nel bacino dei laghi Salso eSalpi, e “Castelluccio Dei Sauri”, ricadente nel bacino del T. Cervaro.Nonostante l’esiguo numero di stazioni considerate , l’analisi deidati, pur riferibili esclusivamente alle località di rilevamento, haconsentito di ricavare importanti informazioni.Nei grafici di figura 28 e 29 sono riportati, relativamente allestazioni su indicate, i totali mensili delle quantità di precipitazioni perl’anno 2002 e le medie mensili ricavate su un periodo di osservazione di44 anni (1951-1994). Il confronto con le medie consente di evidenziarel’anomala distribuzione delle precipitazioni che caratterizza tutte lestazioni. I primi tre mesi risentono ancora del periodo particolarmentesiccitoso che ha preceduto tali eventi piovosi. Infatti, le precipitazionimensili risultano tutte inferiori alle medie pur essendo le pioggenotoriamente concentrate nei mesi invernali. La situazione si inverte per imesi di aprile e maggio particolarmente piovosi, mentre giugno faregistrare in quasi tutti i casi un minimo assoluto.L’anomalia nelle distribuzione delle piogge risulta più evidente peri mesi estivi. A fronte di medie mensili tra le più basse dell’anno, in∗ Si ringraziano l’Ing. Giuseppe Tedeschi, l’Ing. Giuseppe Amoroso e l’Ing. Pierluigi Loiaconodell’Ufficio Difesa del Suolo e Servizio Idrografico, Assessorato ai LL.PP. della Regione <strong>Puglia</strong>,per aver fornito i dati di pioggia non ancora pubblicati negli Annali Idrologici. Si fa presentetuttavia che i dati potrebbero subire variazioni in sede di revisione definitiva.69


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeaccordo con regimi pluviometrici di tipo mediterraneo, i valori rilevatisono tutti sensibilmente più alti con un massimo relativo ad agosto. Latendenza torna ad invertirsi per i mesi di ottobre e novembre per il quale,in particolare, si registra un minimo relativo pur essendo questo, per tuttele stazioni, il mese mediamente più piovoso. Un picco si registra per ilmese di dicembre con valori che, ad eccezione della stazione“Pietramontecorvino”, sono molto più alti della media.Il confronto tra il totale delle precipitazioni del 2002 e il totalemedio annuo consente di ricavare ulteriori informazioni. Per la stazione“Pietramontecorvino”, lo scarto tra i due valori è quasi nullo, quindil’anomalia è data esclusivamente dalla distribuzione temporale dellepiogge mentre la quantità non risulta coinvolta. Lo scarto aumenta per lealtre stazioni; per “Foggia Osservatorio” e “S. Severo”, che hanno unvalore quasi coincidente, risulta il più alto.In figura 30 sono riportate le osservazioni pluviometriche relativeai giorni piovosi registrati nel mese di gennaio 2003, dove per giornopiovoso si intende quello in cui le precipitazioni superano 1 mm. Èevidente la concentrazione delle piogge nel periodo tra il 18 e il 26gennaio con un massimo registrato nel giorno 25 in cui sono cadute tra 1/4e 1/2 delle precipitazioni totali mensili. È altresì evidente che l’eventopiovoso ha assunto caratteri diversi nelle varie stazioni: per la stazione“S.Severo”, che ha tra l’altro registrato a gennaio il minor numero di70


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialegiorni piovosi, esso è risultato più contenuto diversamente dalla stazione“Castelluccio Dei Sauri” dove in un solo giorno sono caduti ben 90 mm dipioggia.Considerando l’eccezionalità dell’evento alluvionale, si è ritenutoopportuno ritornare, successivamente a tale evento, su alcuni pozzi pereseguire nuove misure. I punti d’acqua considerati e le misure rilevatesono riportate nelle tabelle 6a e 6b.Nella scelta dei punti d’acqua si sono considerati:♦pozzi in cui la prima misura, precedente l’evento alluvionale, hafatto registrare, rispetto al 2002, variazioni quasi tutte positive (tab. 6a);per questi è stato sufficiente eseguire solo una nuova misura.♦pozzi in cui la prima misura, successiva all’evento alluvionale,ha dato variazioni quasi tutte negative (tab. 6b); per questi è statonecessario eseguire più misure.Per una precisa collocazione temporale rispetto a tale evento, nelletabelle sono state anche indicate le date di rilevazione di ciascuna misura.Per ottenere informazioni sui tempi di risposta dell’acquifero, conparticolare riferimento all’evento alluvionale, si sono costruiti dei graficiin cui sono messi a confronto nel tempo i livelli piezometrici, misurati neipozzi di cui sopra, e le piogge medie mensili ragguagliate. Queste ultimesono state calcolate utilizzando il metodo di Thiessen. Per le cinquestazioni pluviometriche considerate, si sono costruiti i poligoni di71


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeinfluenza e calcolati i rispettivi pesi dati dal rapporto tra l’area del singolopoligono e l’area dell’intero bacino.I grafici di figura 31, relativi ai pozzi di tabella 6a, mostrano che leabbondanti piogge di dicembre 2002 e gennaio 2003 hanno determinato,nella gran parte dei casi, notevoli sollevamenti della superficiepiezometrica evidenziati dal brusco cambio di pendenza, tra gennaio efebbraio 2003, delle curve del livello statico. Tale comportamento si èriscontrato sia in quei pozzi in cui le variazioni rispetto a gennaio 2002erano già notevoli (A19,A18, A21,A23,A24,A27,A39, A48) e sia in quelliin cui tali variazioni erano inferiori (A43,A46,A11); anche il pozzo A35,ricadente nell’area di affioramento dei depositi terrazzati fluviali, harisentito in modo evidente degli eventi piovosi registrando una variazionedi segno opposto alla prima. Ciò conferma che la limitata estensione diquesti acquiferi fa sì che essi si ricaricano molto rapidamente.Da quanto esposto sembrerebbe che la condizione di terreno saturofaciliti e renda più rapida l’infiltrazione delle piogge. L’unica eccezione èdata dai pozzi A12 e A6, nei pressi di S.Severo, per i quali ilsollevamento, registrato a distanza di circa un mese dall’eventoalluvionale, è risultato rispettivamente nullo e minimo. Ciò può esseremesso in relazione con la minore permeabilità dei depositi mariniterrazzati, localmente costituiti da sabbie limose e limi (cfr.§ 3.1.3)72


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeNel grafico di figura 32 sono riportati i dati relativi ai pozzi ditabella 6b. Tali pozzi, concentrati nella zona sud-est, hanno messo inevidenza, ad esclusione del pozzo A26, un’area a comportamentoanomalo.La spiegazione a tale anomalia è giunta dall’esame delle stratigrafiedi alcuni pozzi che ha consentito di stabilire la diversa natura e la diversaprofondità dei livelli acquiferi nell’ambito della zona sud. Sulla base ditali stratigrafie sono state ricostruite alcune sezioni. La sezione M-M’,ricadente nella zona sud-ovest di Foggia dove le variazioni del livelloidrico sono state positive, mostra chiaramente che gli strati acquiferi, oltreche molto superficiali, sono costituiti prevalentemente da ghiaie che,com’è noto, sono molto permeabili. Diversamente la sezione L-L’,ricadente nella zona sud-est caratterizzata da variazioni negative, mostrache i livelli acquiferi sono a profondità superiore ai 20 metri e ricoperti daun banco di argille sabbiose che, essendo poco permeabili, limitanol’infiltrazione favorendo lo scorrimento superficiale. Ciò significa chequesti livelli acquiferi sono alimentati da monte e che i percorsi idricisotterranei sono più lunghi. La figura 32 mostra infatti che il sollevamentonei pozzi “anomali” si registra solo a marzo a ben due mesi di distanzadalle violenti piogge. Per i pozzi A34, A36, A32 e A30 il livello continuaad alzarsi anche ad aprile mentre nel pozzo A25 esso ritorna ad abbassarsi.Questo può spiegarsi con la vicinanza al T. Candelaro che può aver73


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialerichiamato le acque della falda drenandole, ma non è da escludere, anchese non sono disponibili i dati di pioggia, che ciò sia stato determinatodall’inizio della stagione irrigua, probabilmente anticipato dalle scarsepiogge che hanno caratterizzato aprile e maggio. Infatti, dalle misureeseguite a maggio nei pozzi A30 e A36, è risultato un abbassamento dellivello piezometrico.Un andamento a sé è quello presentato dal pozzo A26. Pur avendoregistrato un notevole sollevamento, nel periodo gennaio 2002-febbraio2003, le due misure successive hanno dato variazioni in diminuzionelegate ad un riequilibrio della falda probabilmente drenata dal vicino T.Salsola. Il brusco abbassamento registrato a maggio è invece legato alprelievo di acqua in atto già da cinque giorni così come riferito dalproprietario del pozzo.Le considerazioni fin qui esposte, assieme ai dati già esistentirelativi all’area di studio (cfr.§ 4.3), hanno interessato alcuni fra gliindicatori generali (morfologia della superficie piezometrica, escursionipiezometriche, entità dei prelievi, ecc…) definiti dal DLgs 152/99 per lacaratterizzazione quantitativa dei corpi idrici sotterranei. L’analisi di talidati evidenzia che per l’acquifero poroso superficiale non risulta verificatala condizione di equilibrio. Il suo stato quantitativo pertanto, secondoquanto indicato dallo stesso decreto e riportato in tabella 7, è ascrivibile aquello della classe C.74


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficiale6. CARATTERI GEOCHIMICI E QUALITA’ DELLE ACQUECAMPIONATELe analisi sui campioni sono state effettuate presso i laboratori dellaSezione di Bari dell’Istituto di Ricerca Sulle Acque (IRSA) del ConsiglioNazionale delle Ricerche (CNR). Sono stati presi in considerazione sia icostituenti principali necessari per la caratterizzazione geochimica dell’acqua, siai parametri di base per il rilevamento della qualità dei corpi idrici sotterraneisecondo quanto previsto dal DLgs 152/’99 e succ. modif. per la fase conoscitivainiziale. Sono stati inoltre considerati alcuni fra i più significativi parametrichimici indicatori dell’idoneità dell’acqua per il consumo umano, così comeprevisto dal DLgs 31/01.In tabella 8 sono riportati i parametri determinati, distinguendo nelle notetra quelli misurati “in situ” o in laboratorio, nonché quelli calcolati attraversoformule note in letteratura.In entrambe le campagne, i prelievi hanno interessato 48 pozzi indicati conla sigla A1-A48 in tabella 5 e riportati nella tavola 3. Nella campagna 2003, alcunidi questi pozzi (A2,A13,A37,A38,A44,A47,A41) non sono più risultati accessibilie, pertanto, i campioni prelevati ed analizzati in quest’anno risultano in numeroinferiore all’anno precedente.I risultati delle analisi e delle misure eseguite sui campioni d’acqua nelledue campagne di prelievo, sono riportati nelle tabelle 9 ed 10.75


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeOccorre specificare che la procedura sperimentale seguita nel 2002 peranalizzare i campioni d’acqua, diversamente da quella seguita nel 2003, nonprevedeva la loro filtrazione su filtri di 0,45 micron. Ciò significa che i valori deimetalli (Ca, Mg, Na, K Fe, Mn) comprendono sia la parte in soluzione che la partein sospensione. Pertanto le considerazioni su metalli in soluzione sono relative aisoli valori della campagna 2003.In base ai risultati ottenuti si possono fare le seguenti considerazioni.La conducibilità elettrica (C.E.), essendo un parametro variabile con latemperatura, è stata “normalizzata” riferendola ad una stessa temperatura che, perle nostre indagini, si è stabilito fissare a 20 °C e a 25°C.L’analisi spazio-temporale della C.E. è possibile esaminando i box-plots difigura 33, che mostrano come la C.E. risulti un parametro estremamente variabilenello spazio e nel tempo.In particolare, escludendo il pozzo A38, per il quale si è già evidenziata laparticolare situazione idrodinamica discutendo lo stato quantitativo della falda, nel2002 i valori di conducibilità variano da un minimo di 666 µS/cm per il campioneA30, ricadente nella zona sud, ad un massimo di 4266 µS/cm per il campione A8ricadente nella zona dei terrazzi marini.Dai grafici risulta una sostanziale differenza tra le diverse zoneindividuate: alla sostanziale coincidenza dei valori dei “baffi” inferiori sicontrappongono valori differenti dei “baffi” superiori e differenti distribuzioni.La zona dei terrazzi marini, oltre a caratterizzarsi per un maggiore76


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeintervallo di variabilità del parametro, evidenziato dalla maggiore altezza della“scatola”, presenta una distribuzione asimmetrica con una mediana molto vicina alquartile superiore. Tale distribuzione non si riscontra per la zona dei terrazzifluviali. La diversità è da imputarsi innanzitutto alla diversa natura dei terreniacquiferi: per terreni di origine marina valori di conducibilità più elevati sonoinfatti prevedibili. È anche da considerare la diversa estensione e permeabilitàdegli acquiferi dai quali dipendono i tempi di permanenza delle acque nelsottosuolo. I terrazzi fluviali ospitano acquiferi circoscritti e di più elevatapermeabilità, fattori che determinano una minore permanenza delle acque nelsottosuolo e quindi di norma una minore mineralizzazione.Ancora più marcata risulta, nell’ambito della pianura alluvionale, ladifferenza tra la zona nord e la zona sud per la quale i valori di conducibilità sononettamente inferiori.Nella campagna 2003, i valori di conducibilità, variabili complessivamentetra 621 a 5177 µS/cm, risultano generalmente più bassi rispetto all’annoprecedente. Come si osserva dalla figura 33, le differenze tra le diverse zone sonostate sostanzialmente riconfermate. In particolare, i valori di conducibilitàrisultano mediamente più bassi per i terrazzi fluviali e per la zona nord. Inquest’ultima zona, la differenza è più marcata mentre per la zona sud, i valori, orain aumento ora in diminuzione, fanno si che il box-plot relativo non subiscasostanziali differenze rispetto al precedente anno.La diminuzione dei valori di conducibilità è in accordo con il generale77


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialesollevamento del livello piezometrico successivo alle frequenti piogge che hannoprodotto un “effetto diluizione” dovuto all’arrivo in falda di acque “fresche”.L’unica eccezione a questa generale tendenza è rappresentata dalla zona deiterrazzi marini per la quale, in più casi, i valori risultano maggiori di quellidell’anno precedente determinando un notevole allungamento della “scatola”. Sipuò a ragione ipotizzare che in questa zona, le condizioni di maggiore siccità, laquasi totale assenza di apporti idrici superficiali dalle aree più interne e la minorepermeabilità dei terreni possano aver determinato, nell’insaturo, un forteaccumulo di sali successivamente dilavati dalle abbondanti piogge.La carta della conducibilità, ricavata sulla base dei valori dell’ultimacampagna di misura, riassume molto bene le differenze sinora esposte (fig.34). Lacarta, infatti, mostra chiaramente la presenza di una zona sud caratterizzata davalori di conducibilità più bassi. Ciò è da legarsi non solo alla eterogeneità deiterreni acquiferi ma anche al diverso rapporto esistente tra la falda carsica delGargano e quella del Tavoliere al confine tra le due idrostrutture. Le sezioni H-H’,I-I’ ed N-N’ mostrano chiaramente come tale rapporto vari nello spazio ed inparticolare come procedendo da SE verso NW lungo il T. Candelaro sussistanocondizioni geologiche favorevoli al versamento d’acqua, per via sotterranea, dalGargano verso il Tavoliere.Infatti, l’acquifero garganico contiene una falda che si trova di norma allivello del mare, sostenuta da acqua marina che si infiltra nel continentedeterminando ampie zone di diffusione. Nella sezione H-H’, ricadente nella zona78


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialedel basso Candelaro, si può osservare come le argille, molto superficiali, rinvenutea circa 10 metri di profondità nel pozzo A116, costituiscano uno sbarramento aldeflusso idrico della falda carsica del Gargano impedendone la comunicazionecon quella del vicino Tavoliere. La sezione I-I’, ricadente nel tratto medio delCandelaro, evidenzia una situazione diversa. Il sistema di faglie trasversali, adirezione antiappenninica, ribassando il substrato carbonatico in direzione SE-NW, fa sì che le argille, procedendo in tale direzione, si rinvengano a profonditàmaggiori e notevolmente al di sotto della quota corrispondente al livello del mare.La falda carsica risulta quindi in connessione idraulica con quella del Tavoliererendendo possibile un fenomeno di contaminazione salina.Come messo in evidenzia dalla sezione N-N’, anche a sud-est di Apricena,nella parte alta del T. Candelaro, l’acquifero superficiale del Tavoliere è incollegamento idraulico con l’idrostruttura garganica. Trattandosi di un settoredell’acquifero carsico meno influenzato dalla intrusione salina, l’acqua della faldacarsica, che si infiltra per via sotterranea nei depositi della piana, ha un più bassovalore di salinità che trova riscontro nei più bassi valori di conducibilità che lafalda del Tavoliere presenta localmente.La distribuzione spaziale e le variazioni temporali dei valori relativi aicostituenti principali rimarcano sostanzialmente quanto già esposto per laconducibilità. In particolare, i box-plots evidenziano che i valori sono più alti perla zona nord e dei terrazzi marini e più bassi per le altre due zone (figg.35-38). Faeccezione solo il potassio (K) che mostra valori più alti per la zona nord ma79


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialesoprattutto per la zona dei terrazzi fluviali e questo probabilmente a causa dispecifici apporti locali di questo elemento attraverso l’impiego massivo difertilizzanti a base di potassio.Anche per Cl-, SO4= e HCO3- vengono confermate le differenze tra levarie zone, già riscontrate per gli altri parametri.Dai valori dei costituenti principali, è possibile ricavare, previaconversione degli stessi in meq/L, le caratteristiche idrochimiche delle acquecampionate. In tal senso risulta particolarmente utile l’utilizzo di alcunidiagrammi di classificazione e comparazione.Dal diagramma quadrangolare di Langelier-Ludwig (fig.39) si rileva che lagran parte dei campioni, indipendentemente dalla zona di appartenenza, ricadononel quadrante inferiore sinistro, pochi in quello superiore sinistro e solo alcuninegli altri due. Le acque, quindi, possono definirsi come clorurato alcalino-terrose(essendo i solfati subordinati ai cloruri) e solo sporadicamente come cloruratosodiche (essendo il potassio subordinato al sodio).Maggiori dettagli si ricavano dai diagrammi di Schoeller (figg. 40-41).Relativamente alla piana, i tracciati per le acque della zona nord e della zona sudsono pressoché uguali. L’unica differenza riscontrabile per la zona nord, sembraessere data dalla maggiore concentrazione salina e dalla abbondanza relativa diioni cloruro rispetto agli ioni alcalini. Stesse caratteristiche si riscontrano ancheper i tracciati della zona dei terrazzi marini con più elevato contenuto salino. Undiverso andamento, caratterizzato dalla prevalenza di sodio sui cloruri, si registra80


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeper quei tracciati a minore contenuto salino sia della falda dei terrazzi marini chedei terrazzi fluviali.Nell’ambito dei terrazzi marini, tale andamentocontraddistingue in particolare l’acqua campionata nei pozzi A3, A6 e A9.Le variazioni evidenziate nei tracciati sono imputabili alla eterogeneità deiterreni acquiferi ma anche alla presenza di inquinanti legati allo scarico di refluiurbani e all’utilizzo di pesticidi e fitofarmaci in agricoltura che modificanosensibilmente la facies geochimica delle acque. Per i tracciati “anomali” è statainfatti riscontrata, anche se non sempre contestualmente, una elevataconcentrazione di nitrati, OC, COD e di tutti quei parametri che indicanocontaminazione organica. In particolare, la prevalenza di sodio sui cloruririscontrata in alcuni campioni (A20, A39, A30) sembra imputabile all’elevatocontenuto di nitrati.Sono infine da considerare anche fenomeni di contaminazione da partedella falda garganica che, come già detto, nel tratto intermedio del T.Candelarorisulta in connessione con la falda del Tavoliere provocando un aumento delcontenuto salino. Un esempio è rappresentato dai tracciati dei campione A21 eA11 per i quali sodio e cloruri hanno valori circa uguali.Continuando sulle considerazioni relative ai parametri di base (DLgs152/’99) si osserva che la temperatura dell’acqua, compresa tra 9,8o e 17,5oC, èrisultata influenzata dalle basse temperature dell’aria all’atto del campionamento.Le temperature riscontrate evidenziano che le acque si muovono lungo circuitimai molto profondi e che la ricarica dell’acquifero è dovuta proprio alle piogge81


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeinvernali. La variabilità comunque osservabile nei dati, può essere messa inrelazione con la diversa profondità dei pozzi campionati, variabile tra un minimodi 5,6 m e un massimo di 22,2 m, per i pozzi a scavo, e tra un minimo di 16 m eun massimo di 70 m, per i pozzi trivellati. La zona satura dell’acquifero, pertanto,si colloca quasi del tutto nella “zona di eterotermia” che, com’è noto, risente dellevariazioni annuali e stagionali di temperatura.La durezza, che è da intendersi come durezza totale, è stata ricavataapplicando la seguente espressione:0FαCa=+++ βMg10++0 F = durezza in gradi francesiα = 2.497 = coefficiente di trasformazione del tenore di Ca ++ (mg/L) in mg/L diCaCO 3 equivalenteβ = 4.116 = coefficiente di trasformazione del tenore di Mg ++ (mg/L) in mg/L diCaCO 3 equivalenteCa ++ = tenore di calcio in mg/LMg ++ = tenore di magnesio in mg/LL’intervallo di variabilità della durezza, compreso tra 7,9 e 173,25, risultamolto ampio, tuttavia, solo un piccolo numero di campioni ha valori superiori a100 o F. Relativamente a tale parametro, le acque campionate sono da considerarsida dure a molto dure.Fra i composti organici azotati, solo l’ammonio e i nitrati vengonoconsiderati dal decreto legislativo 152/’99 fra i parametri di base. I valori, misurati82


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialein laboratorio in termini di azoto ammoniacale (N-NH 4 ) e azoto nitrico (N-NO 3 )sono stati espressi come ammonio (NH 4 ) e nitrati (NO 3 ) utilizzando i seguentifattori di conversione:1 mg N-NH 4 = 1.28 mg NH 41 mg N-NO 3 = 4.4 mg NO 3La presenza di ammonio può essere indice o di inquinamento fognario, nelqual caso si deve accompagnare a valori significativi del carbonio organico edell’azoto organico, o di inquinamento di origine agricola causato dall’impiego difertilizzanti azotati. Esso, tuttavia, è stato rinvenuto solo in pochi pozzi con valoriche, se pur elevati, generalmente non sono stati riconfermati nella secondacampagna di prelievi. Ovvero, i pozzi nei quali si rinviene ammonio sono quasisempre diversi nelle due campagne. Questa evidenza, assieme alla distribuzionepuntuale di questo parametro che non consente di ricavare alcuna significativainformazione spaziale, è da correlarsi a locali e sporadici “fenomeni inquinanti”di origine agricola che vengono facilmente “ammortizzati” per diluizione edispersione in falda. Infatti, pozzi adiacenti a quelli in cui l’ammonio è statoriscontrato, hanno mostrato, per lo stesso parametro, valori pari a zero.Diversa la situazione per i nitrati, presenti in tutti i campioni analizzati convalori estremamente variabili anche se, in quasi il 50% dei casi, la concentrazionesupera di molto i 50 mg/L. Anche i nitrati, come l’ammonio, possono avereorigine fognaria e/o agricola. I box-plots di figura 42 mostrano, tuttavia, che solopochi campioni, rappresentati come outliers, hanno valori superiori ai 150-20083


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialemg/L. I pozzi nei quali i nitrati assumono valori più alti risultano lontani dai centriabitati e con valori di carbonio organico relativamente modesti e di azoto organiconulli. Questo, ancora una volta, porta ad ipotizzare che la loro origine sia agricolapiuttosto che urbana. Tale conclusione è confermata anche dai valori misurati perl’ossigeno e l’ortofosfato. Il tenore di ossigeno misurato nei pozzi, infatti, non èmai stato


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeinquinamento antropogenico o naturale indotto dallo sfruttamento della risorsaidrica, il decreto considera anche Fe e Mn. Tralasciando di commentare i valoriregistrati nella campagna 2002 in quanto legati ad analisi eseguite senza filtrare icampioni d’acqua, i valori 2003, ottenuti invece da campioni filtrati su filtrimonouso da 0,45 micron e quindi relativi alla sola frazione in soluzione, sonomolto più bassi. Il ferro infatti, risulta il più delle volte assente o conconcentrazioni inferiori a quella minima rilevabile dal metodo e pari a 4 µg/L.Anche il manganese è presente con concentrazioni che nella gran parte dei casisono inferiori o uguali a 5 µg/L.Limitatamente alla campagna 2003, è possibile ricavare, considerando isette parametri macrodescrittori, lo stato di qualità delle acque. In tabella 11 sonoriportati, per ciascun campione, i valori dei sette suddetti parametri e la classe diqualità corrispondente, ricavata sulla base della tabella 12a e definita secondo loschema di tabella 12b. In neretto sono riportati i valori che, superando le sogliepreviste, determinano l’attribuzione alla classe superiore. Come si può osservareben il 73% dei campioni rientra nella classe 4, il 10% nella classe 3 e solo il 17%nella classe 2. Pertanto lo stato chimico della falda può riferirsi nel complesso allaclasse 4 relativa ad impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimichescadenti.Va tuttavia evidenziato che, essendo la classificazione determinata dalvalore di concentrazione peggiore riscontrato nelle analisi dei diversi parametri dibase, l’attribuzione alla classe 4 è determinata il più delle volte da un solo valore85


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeeccedente quelli previsti per le classi inferiori. Tale valore inoltre, è quasi semprelegato ai nitrati e solo sporadicamente agli altri macrodescrittori. Ciò significa cheil quadro qualitativo è allarmante per un solo parametro e pertanto recuperabilecon relativa facilità tecnologica e/o pianificatoria .Ben diversa invece, la situazione per i campioni A1, A7, A14, A18, A19,A23, A26, A45 per i quali quasi tutti i macrodescrittori superano i valori soglia.Gli alti contenuti riscontrati contestualmente per tali parametri, potrebbero esserericonducibili allo sversamento di acque reflue non depurate o solo parzialmentetrattate derivanti dalle abitazioni adiacenti ai pozzi e dai vicini nuclei abitati. Èevidente quindi, che lo stato qualitativo è qui legato ad impatto antropico ben piùrilevante e di più difficile recupero.Dall’analisi dello stato quantitativo e qualitativo fin qui esposta, èpossibile definire lo stato ambientale dell’acquifero poroso superficiale, dato dallasovrapposizione delle classi chimiche (classi 1,2,3,4,0 di tabella 12b) equantitative (classi A,B,C,D di tabella 7) così come indicato nella tabella 13. Lasovrapposizione della classe quantitativa C e di quella qualitativa 4, riscontrateper il corpo idrico in oggetto, porta a definire il suo stato ambientale comescadente.Da questo si può già intuire che l’utilizzo di tali acque può essereparzialmente o totalmente compromesso in funzione dell’uso cui sono destinate.Tra i parametri determinati, ne sono stati scelti alcuni considerati dal DLgs 31/’01per la valutazione dell’idoneità dell’acqua destinata al consumo umano. I valori di86


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeriferimento, detti valori di parametro (V.d.P.), che il decreto fissa relativamente atali parametri, sono riportati in tabella 14. Tali caratteristiche di carattere chimicofisico,pur essendo insufficienti per esprimere un giudizio di potabilità, che si basaanche su esami batteriologici e determinazioni di tipo organolettico, consentono ditrarre alcune informazioni sul potenziale uso delle acque.La presenza di ammonio e nitrati indica che l’acqua è inquinata dallapresenza di sostanze azotate. La loro presenza è rilevata, non semprecontestualmente, solo in alcuni campioni con concentrazioni che, tuttavia,superano quasi sempre il V.d.P.La presenza di sostanze organiche è espressa dal TOC (Carbonio OrganicoTotale) rinvenuto in tutti i campioni con concentrazioni comprese tra 1 e 10 mg/L.L’unica eccezione è rappresentata dal campione A1 per il quale la concentrazionesupera i 30 mg/L. Anche se la normativa vigente non fissa alcun limite per questoparametro, essa fissa dei limiti per altri parametri (antiparassitari, idrocarburiaromatici, tetracloroetilene, tricloroetilene, trialometani, cloruro di vinile) di fattoinclusi nella misura del TOC che, pertanto, andrebbe scomposto in questecomponenti, il ché, però, avrebbe comportato analisi molto complesse nonprogrammate all’inizio delle indagini.I nitrati, anch’essi rinvenuti in tutti i campioni, superano i 50 mg/L fissatidal decreto nel 50% dei casi. Soprattutto per quei campioni dove le concentrazionisuperano dalle 3 alle 10 volte tale limite, è ipotizzabile l’origine agricola.I cloruri sono sempre presenti nelle acque naturali perché la loro origine è87


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeessenzialmente minerale. Elevati tenori possono, tuttavia, denunciare: fenomeni diintrusione salina, inquinamenti legati allo sversamento di reflui particolarmentesalini (es. industria conserviera); uso eccessivo di concimi sotto forma di salinutrienti. I campioni analizzati presentano tenori di cloruri maggiori del V.d.P. incirca il 40% dei casi.Ferro e manganese, in genere, sono presenti in soluzione come ioni. Ilferro, più che nocivo per la salute, determina uno scadimento delle proprietàorganolettiche dell’acqua conferendole un sapore sgradevole. Relativamente a taleparametro i valori risultano di gran lunga inferiori al V.d.P. Diversamente accadeper il manganese presente in molti campioni con concentrazioni che in alcuni casisuperano il V.d.P.I solfati pregiudicano le qualità organolettiche dell’acqua e per questaragione non dovrebbero essere contenuti in quantità elevate. I margini diaccettazione sono comunque piuttosto ampi e vengono superati solo dal 14% deicampioni analizzati.Anche l’eccesso di sodio, nelle acque destinate al consumo umano, deveessere evitato. Infatti oltre a provocare un cattivo sapore, può causare un aumentodella pressione arteriosa e favorire la ritenzione idrica. Riguardo a tale parametro,la maggior parte dei campioni ha mostrato valori superiori al limite.Per quanto riguarda il pH, le acque possono definirsi nel complesso daneutre a debolmente alcaline. Le variazioni rispetto alla neutralità (pH=7) sonoinfatti molto modeste. Tranne che per il pozzo A38, i valori sono tutti compresi tra88


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialequello min e max imposti dalla normativa.Della conducibilità si è già ampiamente discusso, basti qui aggiungere cheil valore di parametro viene superato per circa il 24% dei campioni.La durezza totale non dovrebbe superare i 50 o F. Acque molto dure, purnon essendo particolarmente dannose per la salute (ove si trascuri la facilitataformazione di calcoli renali nei soggetti predisposti), determinano inconvenientipratici (elevati consumi di detergenti, incrostazioni, cattiva cottura degli alimenti,ecc…). I valori di durezza totale risultano per quasi il 50% dei campioni superioria tale limite.In sintesi, volendo esprimere, limitatamente ai parametri considerati, ungiudizio di qualità di tali acque destinate al consumo umano, si ha che risultanopotenzialmente potabili solo quei campioni che, in base alla precedenteclassificazione chimica, sono stati attribuiti alla classe 2 e 3 ovvero solo il 27%dei campioni. Tale percentuale, già piuttosto bassa, potrebbe ulteriormentediminuire considerando l’AOX, un altro parametro che, se pur non contemplatodalla normativa può risultare fortemente limitante l’uso dell’acqua a scopipotabili. L’AOX, infatti, fornisce una misura complessiva delle quantità disostanze organiche alogenate (contenenti cioè atomi di cloro, bromo, fluoro,iodio) presenti nel campione. Tali sostanze, trovano largo uso come solventiindustriali, sgrassanti, pesticidi, erbicidi, ecc. e sono molto tossiche a causa dellafacilità con cui di accumulano nei grassi dell’uomo mostrando notevoli proprietàcancerogene. E’ per questa ragione che, come già riportato, tra la miriade di89


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialesostanze organiche potenzialmente presenti in un’acqua, la normativa vigentefissa dei limiti precisi giusto per quelle clorurate (tetracloroetilene, tricloroetilene,trialometani, cloruro di vinile). Per ciascuna di queste sostanze, tuttavia, tali limitinon superano 30 microgrammi per litro e, pertanto, i valori di AOX misurati nelcorso delle due campagne e risultati in taluni pozzi superiori a 30 µg Cl/L (ppb)meriterebbero particolare attenzione.Nell’ipotesi di un uso irriguo delle acque esaminate, esse devonopossedere determinati requisiti di qualità, variabili con la natura del terreno e conil tipo di coltura a cui sono destinate. Un parametro molto utilizzato per valutarel’idoneità di un’acqua per uso irriguo, è l’indice SAR (Sodium Adsorption Ratio)ricavato con la seguente formula:SAR =[ Na + ][ Ca + + ] + [ Mg + + ]2Il SAR, espresso in meq/L, fornisce una misura dell’assorbimento di sodio daparte del terreno ed esprime il pericolo di salinizzazione del suolo stesso conperdita di permeabilità. Il valore dell’indice SAR nelle acque campionate èrisultato sempre inferiore a 10. Un ulteriore parametro per la valutazionedell’idoneità di un’acqua all’uso irriguo è la salinità totale espressa in termini diconducibilità elettrica (C.E.). Mettendo in relazione i due parametri nel classicodiagramma di qualità per un’acqua irrigua (fig. 43), i campioni risultano di classe3, 4, 5 corrispondenti ad acque da mediocri a cattive. Ciò è dovuto allaconducibilità che supera costantemente i 750 µS/cm (25 o C). Ne consegue pertanto90


Capitolo 5Stato qualitativo e quantitativo delle acque circolanti nell’acquifero poroso superficialeche le acque dell’acquifero poroso esaminato risultano poco idonee all’usoirriguo.Tra l’altro, il fenomeno della progressiva salinizzazione dei suoli pugliesi(Uricchio et al., 2003) ha portato al degrado di ingenti parti del territorio in esameed è proprio legato all’utilizzo in agricoltura di acque di falda la cui salinità èaumentata nel tempo a causa del sovrasfruttamento delle risorse idrichesotterranee. Non sono tuttavia da sottovalutare, tra le concause, anche la quasitotale assenza di acque interne superficiali a regime perenne ed i frequenti eventidi siccità, che rendendo sporadiche le lisciviazioni del terreno favoriscono gliaccumuli salini.91


Capitolo 6Conclusioni6. CONCLUSIONII risultati descritti nel presente studio confermano, come da piùparti evidenziato, la forte pressione esercitata sull’acquifero porososuperficiale con una serie di conseguenze per l’integrità della risorsaidrica, sia in termini quantitativi che qualitativi.In particolare, l’analisi dei dati piezometrici relativa al periodo1987-2002 ha consentito di evidenziare un complessivo rilevanteabbassamento dei livelli idrici nei pozzi di controllo che, in alcuni casi,sono risultati ormai a secco. Il generale trend piezometrico negativo èimputabile da un lato all’aumento della richiesta idrica, legato soprattuttoall’introduzione in agricoltura di colture estensive e fortementeidroesigenti, e dall’altro al succedersi di eventi siccitosi. Tali eventi, lacui frequenza è notevolmente aumentata nell’ultimo ventennio, riduconodrasticamente non solo la ricarica della falda, ma anche le acque raccoltenegli invasi superficiali e distribuite attraverso gli impianti di irrigazioneconsortili. Pertanto, si è emunto sempre più massicciamente dalla falda edin misura superiore ai valori della ricarica media annua, innescandocondizioni di disequilibrio che hanno portato al progressivo esaurimentodella risorsa idrica.Relativamente al periodo di osservazione 2002-2003 a seguito di unperiodo eccezionalmente piovoso, si è avuto un generale “recupero”92


Capitolo 6Conclusionirisultato, dall’analisi statistica, più evidente nella zona nord e occidentaleche costituisce la zona di ricarica del sistema acquifero. Solo in alcunipozzi (A7,A15,A18,A19,A26,A48) si è registrato un sollevamento dellivello idrico tale da compensare in un solo anno l’abbassamento registratonell’arco di un quindicennio. Tale sollevamento è risultato plausibile nonsolo considerando l’abbondanza delle precipitazioni avutesi nel corso del2002, ma anche l’anomala distribuzione temporale delle stesse che,concentrandosi nel periodo primaverile ed estivo, hanno evitato i massicciprelievi per uso irriguo che in queste stagioni sono concentrati. Ciòconferma che, pur considerando la maggiore frequenza degli eventipiovosi, la riduzione degli emungimenti è necessaria, nonchéindispensabile, per consentire un ripristino delle condizioni di equilibriodella falda.Lo studio ha consentito inoltre, di definire, se pure a grandi linee,l’assetto idrostrutturale dell’acquifero della pianura alluvionaleindividuando un’area a sud-est dove i livelli acquiferi, essendo piùprofondi, vengono alimentati da monte, più che dalle acque di infiltrazionediretta, con tempi di ricarica più lunghi. Il confronto con i datipluviometrici ha permesso di constatare che soltanto piogge abbondanti efrequenti contribuiscono al ravvenamento di questa porzione di acquiferoche, allo stesso tempo, sembra risentire rapidamente dei prelievi in atto.93


Capitolo 6ConclusioniIl forte degrado delle acque sotterranee dell’acquifero porososuperficiale è stato altresì confermato dall’analisi qualitativa, basata suiprincipali parametri fisico-chimici previsti dalle vigenti normative inmateria di tutela e qualità delle acque. In riferimento ai parametri di base(DLgs 152/’99), è emerso che i campioni d’acqua , nella gran parte deicasi, possiedono caratteristiche idrochimiche scadenti legate soprattuttoalla elevata concentrazione di nitrati e alla elevata salinità, espressa daglialti valori di conducibilità e di concentrazione di cloruri. Ciò confermache l’acquifero risulta particolarmente vulnerabile all’inquinamento diorigine antropica sia diretto (inquinamento da nitrati di origine agricola) esia indotto (contaminazione salina legata al sovrasfruttamento dellarisorsa). Il constatato scadimento qualitativo delle acque rende le stessenon idonee non solo all’uso potabile (DLgs 31/01) ma anche irriguo.L’utilizzo di tali acque per l’irrigazione, che continua ancora a farsi,risulta quindi, particolarmente dannoso per i terreni: la progressivariduzione della fertilità e la degradazione delle caratteristiche fisiche chetale utilizzo provoca può, nel lungo periodo, condurre alla desertificazionedei suoli.L’analisi qualitativa, avvalendosi del supporto statistico, ha inoltreconfermato l’eterogeneità del vasto sistema acquifero della pianuraalluvionale, evidenziando zone con caratteristiche chimiche mediamentediverse. In particolare, si è riscontrato che la zona sud, caratterizzata da94


Capitolo 6Conclusionivalori di salinità più bassi, risulta meno interessata dal fenomeno dicontaminazione salina. Tale diversità sembrerebbe imputabile al diversorapporto esistente tra la falda carsica del Gargano e quella del Tavoliere.Al confine tra le due idrostrutture rappresentato dal T. Candelaro, ed inparticolare nel tratto alto e medio del suddetto torrente, sussistonocondizioni geologiche favorevoli al versamento d’acqua sotterranea dalGargano verso il Tavoliere.Infine, considerando il rilevante impatto antropico sulla qualità esulla quantità della risorsa idrica, lo studio condotto ha consentito didefinire come scadente lo stato ambientale dell’acquifero porososuperficiale. Pertanto, è indispensabile programmare specifiche azioni dirisanamento che possono tuttavia avere esito positivo solo se affiancate daun monitoraggio attento del territorio ed inserite in una pianificazionegenerale che persegua un uso “sostenibile” della risorsa idrica. Si auspicache il contributo conoscitivo fornito dal presente studio possa risultareutile in tal senso.95


Capitolo 7Bibliografia7. BIBLIOGRAFIAAGIP (1971) – “Acque dolci sotterranee”. Roma.AGIP (1994) - “Acque dolci sotterranee”. RomaARCVIEW GIS – Version 3.1 (1996) – The Geografiphic InformationSystem for Everyone, Enviromental Systems Research Institute, Inc.BALDUZZI A., CASNEDI R., CRESCENTI U. & TONNA M. (1982) –“Il Plio-Pleistocene del sottosuolo del bacino pugliese (AvanfossaAppenninica)”.<strong>Geologi</strong>a Romana, 21, 1-28, 20 figg., 1984, Roma.BIANUCCI G., RIBALDONE E. (1985) – “La chimica delle acquesotterranee. Origine - Composizione – Inquinamento”. Ulrico HoepliEditore, MilanoBOENZI F. (1983) – “Il quadro geografico-fisico in: <strong>Puglia</strong>, unmezzogiorno diverso”. La Geografia nelle scuole, 28(2), 69-82,Opicina, Trieste.BOENZI F., CALDARA M. & PENNETTA L. (1991) – “Osservazionistratigrafiche e geomorfologiche nel tratto meridionale della pianacostiera del Tavoliere di <strong>Puglia</strong>”. Geogr. Fis. Din. Quat., 14 (I), 23-31,7 figg., 1992, Torino.BONI A., CASNEDI R., CENTAMORE E., COLANTONI P.,CREMONINI G., ELMI C., MONESI A., SELLI R., VALLETTA M.(1969) - “ Foglio 155 S. Severo” Note Illustrative della Carta<strong>Geologi</strong>ca d’Italia, 34 pp. Roma.CALCAGNÌ G., MAGGIORE M., PAGLIARULO P., & WALSH N.(1996) – “ Fenomeni di subsidenza causati dall’estrazione di gas neidintorni di Lucera (FG)”.Mem. Soc. Geol. It., 51, 643-658, 15 figg.,Roma.CALDARA M. & PENNETTA L. (1990) - “Evoluzione dell’ambienteolocenico nel basso Tavoliere di <strong>Puglia</strong>”. Bonifica, 6 (IV), 47-66,Foggia.96


Capitolo 7BibliografiaCALDARA M. & PENNETTA L. (1993) – “Nuovi dati per la conoscenzageologica e morfologica del Tavoliere di <strong>Puglia</strong>”. Bonifica, 3, 25-42,12 figg.,Foggia.CASNEDI R. (1988) – “La fossa Bradanica: origine, sedimentazione emigrazione”. Mem. Soc. Geol. It. 41, 439-448, 7 figg., 1992, Roma.CASNEDI R., CRESCENTI U. & TONNA M. (1982) – “Evoluzione dellaavanfossa adriatica meridionale nel Plio-Pleistocene, sulla base deidati di sottosuolo”. Mem. Soc. Geol. It., 24,243-260, 10 figg., 1984,Roma.CASSA DEL MEZZOGIORNO (1971, inedito) – “Studio della faldapleistocenica mediante modello analogico R.C.”. CompagniaMediterranea di Prospezioni di Roma, 107 pp, Roma.CELICO P. (1986) – “Prospezioni idrogeologiche” Volume I e II, Liguorieditore s.r.l.COLACICCO G. (1951) - “La carta delle acque sotterranee delTavoliere”. Consorzio per la Bonifica della Capitanata, Tip. Pescatore,Foggia, 164pp.COLACICCO G. (1953) - “La carta delle acque sotterranee del Tavoliereosservazionie perforazioni eseguite nel biennio 1951-1952”. Artigrafiche 128 pp., 1953, Foggia.COTECCHIA V. (1956) – “Gli aspetti idrogeologici del Tavoliere dellePuglie”.L’Acqua, 11-12, 168-180, 6 figg.,COTECCHIA V. & MAGRI G. (1996)– “Idrogeologia del Gargano”.<strong>Geologi</strong>a Applicata e Idrogeologia, 1, 1-80, Bari.COTECCHIA V., FERRARI G., FIDELIBUS M.D., POLEMIO M.,TADOLINI T. & TULIPANO L. (1995) – “ Considerazionisull’origine e rinnovabilità delle acquee presenti in livelli sabbiosiprofondi del Tavoliere di <strong>Puglia</strong>”. Quaderni di <strong>Geologi</strong>a Applicata,1/suppl., 1163-1173, 8 figg., Bologna.COTECCHIA V. (1998-inedito) – “Consulenza tecnico-scientificanell’ambito del progetto per l’ampliamento della rete per il controlloidrometrografico e qualitativo delle falde idriche della regione<strong>Puglia</strong>” Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazionefondiaria in <strong>Puglia</strong> e Lucania, Bari.97


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Capitolo 7Bibliografiatettonica dell’ Avanpaese Apulo”. Mem. Soc. Geol. It., 41 (I), 57-82,15 figg., 1992, Roma.SELLA M., TURCI C. & RIVA A. (1988) – “ Sintesi geopetrolifera dellaFossa Bradanica (Avanfossa della Catena Appenninica meridionale) “.Mem. Soc. Geol. It., 41, 87-107, 20 figg., 1992, Roma.SURFER – Version 8.01 (2002) – Surface Mapping System, GoldenSoftware, Inc.TADOLINI T., SDAO F. & FERRARI G. (1989) – “Valutazioni sul gradodi protezione della falda superficiale del Tavoliere di Foggia neiconfronti dei rilasci in superficie di corpi inquinanti e sulle modalitàdi propagazione degli stessi in seno all’acquifero. Atti delle giornatedi studio su Analisi Statistica di Dati Territoriali. 461-472, 1989,Bari.URICCHIO V.,LOPEZ N.,FALAGARO, GIORDANO, CASSANO, DETOMMASO, ESPOSITO, MONACO, SATURNO (2003) – “Schedasintetica su alcuni aspetti ambientali del Bacino del Candelaro(<strong>Puglia</strong>)”. IneditoZORZI L., REINA C., (1956) - “Sulla presunta idrografia sotterraneaprofonda della capitanata”. «Geotecnica» A.3°, n.1.100


RINGRAZIAMENTIDesidero ringraziare calorosamente il Dr. Giuseppe Pappagallo ed ilGeom. Donato Lamacchia per il contributo nella informatizzazione dei dati; ilDr. Emanuele Barca per il contributo nella elaborazione statistica dei dati; l’ Ing.Anna Maria De Girolamo per aver fornito i dati di pioggia media ricavatinell’ambito delle attività connesse con la redazione dei Piani di Bacino; i peritichimici Michele Cammarota, Nicoletta Rapanà, Vito Locaputo, RuggieroCiannarella e Michele Labellarte per aver effettuato le analisi chimico-fisiche; ilSig. Marco Daurù ed il Sig. Pasquale Castellano per la collaborazione offertadurante le campagne di prelievo e di misura; tutti i borsisti e contrattistidell’IRSA per il sostegno e l’aiuto offerto.Vorrei inoltre ringraziare l’onnipresente Prof. Michele Maggiore per laprofessionalità ed il sapere messo a disposizione e gli Ingg. Michele Vurro eGiuseppe Passerella per le proficue discussioni effettuate nel corso dellosvolgimento dello studio.Infine ringrazio il piccola Luca per aver messo a mia disposizione il suoP.C. privandosi dei suoi giochi preferiti.


Ai miei genitoricon profonda gratitudine,


Appendice AA. TRATTAMENTO ED ANALISI DEI DATIAMBIENTALIA-1


Appendice APer sviluppare risposte quantitative e qualitative relative a fenomeninaturali espressi da variabili continue e/o discrete, gli strumenti statistici risultanoparticolarmente utili.Tuttavia la gran parte dei metodi statistici classici non tiene conto delleinformazioni spaziali contenute nei set di dati relativi alle scienze della terra.Accanto alla statistica pura si è pertanto sviluppata la “geostatistica” chepur sfruttando gli strumenti della statistica classica, offre metodologie perdescrivere la continuità spaziale che è una peculiare caratteristica di moltifenomeni naturali.DESCRIZIONE UNIVARIATAL’elaborazione statistica, che può essere condotta su più livelli, parte dalladescrizione univariata dei dati ovvero dalla organizzazione, presentazione edescrizione dei dati relativi ad ogni singola variabile.Uno dei metodi più utilizzati per la presentazione dei dati è la tabella dellefrequenze che registra quanto spesso i valori della variabile ricadono all’interno diun certo intervallo di classi. La corrispondente rappresentazione grafica dellatabella delle frequenze è detta istogramma. Generalmente si utilizzano classi diuguale ampiezza così che l’altezza delle barre dell’istogramma è proporzionale alnumero di valori che ricadono in quella classe.A-2


Appendice ANelle scienze della terra sono di grande interesse anche le frequenzecumulate ed il corrispondente istogramma o curva delle frequenze cumulate. Perottenere queste ultime occorre considerare non il numero dei valori che ricadonoall’interno di una classe ma il numero totale di valori al di sotto di un certo valoredi “cutoff ”.Le principali caratteristiche degli istogrammi possono essere ricavateattraverso alcuni parametri rappresentativi che in generale si possono distinguerein:1. misure di locazione2. misure di dispersione3. misure di formaI parametri del primo gruppo ci danno informazioni su dove le diverseparti della distribuzione si trovano. Tra questi abbiamo:- la media m, che è data dalla media aritmetica dei valori dei datim=1nn∑i=1x idove n è il numero dei dati e x 1 …..x n sono i valori- la mediana M, che esprime il punto medio dei valori osservati se questisono disposti in ordine crescente. La metà dei valori osservati sarà inferiore allamediana, l’altra metà sarà superiore.A-3


Appendice Axn +12M=⎛⎜x⎝n+ x n+12 2⎞⎟: 2⎠Sia la media che la mediana sono misure di locazione del centro delladistribuzione. La media è più sensibile ai valori stranamente alti mentre lamediana non ne dovrebbe essere influenzata.- la moda che è il valore più ricorrente; essa varia con la precisione deidati e per questo non è molto utile.- quartili inferiore e superiore che separano i dati in quattro quarti sequesti sono disposti in ordine crescente. Un quarto dei dati cade al di sotto delprimo quartile q 1 e un quarto cade al di sopra dell’ultimo quartile q 3 .- decili dividono i dati in decimi; un decimo dei dati ricade al di sotto delprimo decile, due decimi cadono al di sotto del secondo decile e così via. Il quintodecile corrisponde alla mediana.- percentili dividono i dati in centesimi. Il venticinquesimo percentilecorrisponde al primo quartile.A-4


Appendice APer la rappresentazione grafica di queste misure di locazione, esistonodiversi tipi di grafici tra i quali i “box and whiskers” detti più generalmente “boxplot”.Il termine “box and whiskers” significa “scatola con i baffi”, in virtù dellaparticolare forma degli elementi grafici utilizzati per rappresentare i dati. La“scatola” (fig.A.1) individua i valori misurati che rientrano nel range interquartilee presenta un taglio orizzontale nel suo interno che individua il valore dellamediana, mentre, proprio per come è stata definita, i lati superiore ed inferioredella scatola rappresentano rispettivamente 3° ed il 1° quartile.40309° decileVAR203° quartile10mediana0aCAT1° quartile1° decileFigura A.1 – “ Box and whiskers”Ciascuna scatola può essere dotata di una coppia di segmenti verticali detti“baffi”. Il baffo inferiore, rispettivamente superiore, rappresenta i datistrettamente maggiori al 1° decile, rispettivamente strettamente minori del 9°A-5


Appendice Adecile; in termini più strettamente tecnici il sistema scatola + baffi indical’intervallo di confidenza circa al 99%, ossia i valori misurati che rientranonell’intervallo compreso tra gli estremi dei due baffi sono quelli che ripetendo 99volte la misura ritroveremmo certamente. Avremmo potuto essere meno esigenti erichiedere un intervallo di confidenza meno ampio, tale per esempio che almeno95 su 100 degli eventuali valori misurati cadessero nell’intervallo indicato, in talcaso avremmo ottenuto un intervallo di confidenza al 95%, come rappresentatonella figura A.2 .Figura A.2 – Intervallo di confidenza al 95%.Il caso in cui uno od entrambi i “baffi” manchino, questa assenza sta adindicare la coincidenza tra il 3° quartile ed il 9° decile oppure tra il 1° quartile edil 1° decile, cosa plausibile se si considera che nella serie di valori che vienerappresentata ci possono essere dei valori ripetuti.Questa tipologia di grafico è presente nella maggior parte dei softwarestatistici; a monte della rappresentazione grafica il software si fa caricoimplicitamente del calcolo di tutti i valori di posizione interessati nellaA-6


Appendice Arappresentazione: la mediana, il 1° e 3° quartile, il 1° e 9° decile, infine alcuni diessi, come nel nostro caso, effettuano un’elaborazione aggiuntiva testando i valoriinferiori al 1° decile e superiori al 9° decile (outlier) per verificare attraverso degliopportuni test se questi valori estremi possano o meno essere statisticamenteplausibili.Nella rappresentazione da noi optata i valori estremi, sia per difetto sia pereccesso, sono contrassegnati da un asterisco. Dal punto di vistadell’interpretazione grafica, va sottolineato che quando il taglio è situatogrossomodo al centro della scatola ossia del range interquartile, ciò significa chela distribuzione delle frequenze dei valori misurati è all’incirca simmetrica.Le misure di dispersione sono utilizzate per descrivere la variabilità deidati ed includono:- la varianza σ 2 che è data dan1 2σ ∑ni=1( ) 2x i− movvero dalla media dei quadrati delle differenze tra i valori osservati e laloro media.- la deviazione standard σ che è semplicemente la radice quadrata dellavarianza.Una caratteristica dell’istogramma che i parametri statistici finora descrittinon rappresentano è la simmetria. Risultano a tale scopo utili le misure di formatra cui è molto utilizzatoA-7


Appendice A- il coefficiente di skewness definito comeCdS=1nn∑i=1( x i− m)3σ3Il numeratore è la media delle differenze al cubo tra i valori dei dati e laloro media mentre il denominatore è il cubo della deviazione standard. Il CdS èmolto influenzato dai valori erratici molto alti. Il segno del CdS è importante percomprendere il tipo di asimmetria.Un istogramma con CdS positivo elevato avrà una lunga coda di valori altia destra rendendo la mediana minore della media. Se l’istogramma ha CdSnegativo si riscontrerà una lunga coda di piccoli valori a sinistra e la mediana saràmaggiore della media. Se lo skewness è vicino allo zero allora l’istogramma sarà èpressoché simmetrico e media e mediana dovrebbero coincidere.DESCRIZIONE BIVARIATALa descrizione univariata, descrivendo le distribuzioni delle variabilisingolarmente, offre una visione piuttosto limitata soprattutto quando si hanno adisposizione set di dati relativi a molte variabili. La statistica offre tuttavia anchestrumenti per la descrizione bivariata che risultano particolarmente utili per i set didati legati alle scienze della terra per i quali le più importanti ed interessanticaratteristiche derivano proprio dall’analisi delle relazioni e delle dipendenze tradiverse variabili.A-8


Appendice AIl modo più comunemente utilizzato per la rappresentazione bivariata deidati è lo scatterplot che è un grafico x-y in cui le coordinate x rappresentano ilvalore di una variabile e le coordinate y quello dell’altra. Lo scatterplot è anche diestrema utilità per valutare la presenza di valori strani e quindi la bontà dei dati adisposizione. Da uno scatterplot è possibile individuare il tipo di correlazione chelega fra loro i dati.Sono possibili tre casi:- le variabili sono positivamente correlate; ciò significa che i valori piùgrandi di una variabile tendono ad essere associati ai valori più grandi dell’altra eanalogamente i valori più piccoli di una tendono ad essere associati ai più piccolidell’altra.- le variabili sono negativamente correlate; in tal caso ai valori più alti diuna variabile corrispondono i valori più bassi dell’altra e viceversa.- le variabili sono scorrelate; in questo caso non esiste una relazione tra ivalori delle due variabili e all’aumento dei valori di una non sembra corrispondereuna tendenza dell’altra.Il parametro statistico utilizzato per esprimere le relazioni tra due variabiliè il coefficiente di correlazione ρρ =1nn∑( xi−mx)( yi−my)i=1σ σxynè il numero dei datix 1 …x n sono i valori dei dati della prima variabileA-9


Appendice Am xσ xè la loro mediaè la loro deviazione standardy 1 …y n sono i valori dei dati della seconda variabilem yè la loro mediaσ y è la loro deviazione standard .Il numeratore dell’espressione del coefficiente di correlazione si dice covarianzaC xy .Ilcoefficiente di correlazione è una misura vera di quanto i valoriosservati siano vicini ad una linea retta, condizione che si verifica nel caso diesatta corrispondenza tra i valori dell’una e dell’altra variabile. Se ρ = +1 allora loscatterplot sarà una retta con pendenza positiva, se ρ = -1 allora sarà una retta conpendenza negativa. Per valori di ρ < 1 lo scatterplot apparirà come una nuvola dipunti tanto più dispersa quanto più il valore di ρ decresce da 0 a 1.DESCRIZIONE SPAZIALEI dati relativi alle scienze della terra possono definirsi dati spaziali poichéricadono in una precisa posizione dello spazio inoltre, nella maggior parte deicasi, essi sono dotati di continuità spaziale. Questo vuol dire che è molto piùprobabile che abbiano valori simili due dati vicini uno all’altro piuttosto che dueA-10


Appendice Adati lontani. Nessuno degli strumenti statistici univariati e bivariati sinoradescritti, contengono memoria di queste importanti caratteristiche.Il modo più semplice per rappresentare dati spaziali è il posting dei dati,ovvero una mappa su cui ogni posizione dei dati è indicata con il corrispondentevalore. Guardando un posting dei dati si può notare che i valori non sono mailocalizzati casualmente, ma piuttosto, valori bassi tendono ad essere vicini a valoribassi e valori alti, vicini a valori alti. Un valore alto circondato da valori bassi, oviceversa, desta sospetto.Uno strumento utilizzato per studiare le relazioni tra una stessa variabile indue diverse posizioni è lo scatterplot – h. Esso mostra tutte le possibili coppie divalori dei dati la cui posizione è separata da una distanza h in una data direzione.In uno scatterplot – h l’asse X è etichettato V(t) e l’asse Y è etichettato V(t+h),dove V(t) è il valore della variabile V in una particolare posizione t, mentreV(t+h) è il valore della variabile ad una distanza h da t, in una particolaredirezione scelta.La forma della nuvola di punti su uno scatterplot – h ci dice quanto i valoridei dati siano continui in una data direzione. Se i valori dei dati in posizioniseparate dalla distanza h sono simili, allora i punti saranno plottati vicino ad unaretta a 45 o passante per l’origine. Più i valori sono dissimili, più la nuvola tende adingrossarsi; generalmente questo accade all’aumentare della distanza hconsiderata.A-11


Appendice AI parametri quantitativi che riassumono le informazioni dello scatterplot –h sulla continuità spaziale dei dati, sono essenzialmente tre:1. Funzione di correlazione o correlogramma ρ(h); essa esprime larelazione tra il coefficiente di correlazione di uno scatterplot – h ed h. In genere siplottano diversi grafici della funzione di correlazione rispetto ad h per diversedirezioni.2. Funzione di covarianza C(h); essa esprime la relazione tra lacovarianza di uno scatterplot – h ed h.3. Variogramma o semivariogramma γ(h); esprime la relazione tra ilmomento d’inerzia attorno alla retta y =x di uno scatterplot – h ed h.Diversamente dal coefficiente di correlazione e dalla covarianza, il momentod’inerzia aumenta quando la nuvola si ingrossa.Nell’analisi dei dati ambientali, per ottenere tali parametri, si usa bypassaregli scatterplot – h. In tal caso il calcolo avviene direttamente attraverso leseguenti formule:- funzione di correlazioneρ( h)−h( h)C=σ ⋅ σ+ hin cuiC(h) è la funzione di covarianza;σ −hè la deviazione standard di tutti i valori dei dati che sono alla distanza–h da altri;A-12


Appendice Aσ−h1=N h( ) ∑ h =ijhv2i−m2−hσ +h è la deviazione standard di tutti i valori dei dati che sono alla distanza+h da altri;σ1( ) ∑ 2+ h= vj−N h h = hijm2+ hm -h è la media di tutti i valori dei dati che sono alla distanza – h da altridati;m− h=1N( ) ∑ h h =ijhvim +h è la media di tutti i valori dei dati che sono alla distanza + h da altridati;m+ h=1N( ) ∑ h h =ijhvj- funzione di covarianza1C( h)= ∑N h( )- variogrammah = hij( v ⋅v) −( m ⋅m)ij−h+ hγ( h)=12N( h)∑ ( v − ) 2ivjh = hijA-13


Appendice AIl variogramma è definito come la metà della media dei quadrati delledifferenze dei valori dei dati posti alla distanza h.LE STIMEL’ obiettivo delle analisi viste fino ad ora è stato quello di descrivere il setdei dati campione. Rimane tuttavia un altro obiettivo che è quello della stimaovvero dell’utilizzo delle informazioni desunte dal campione per prevedere ilvalore in aree in cui non si hanno dati a disposizione.Esiste un gran numero di metodologie legate alla stima ma tutte sonobasate su combinazioni lineari pesate del tipoin cuivˆ=n∑i=1ω ⋅iv ivˆè il valore stimatov 1 ….v n rappresentano gli n dati disponibili;ω 1 ....ω n rappresentano gli n pesi assegnati ai v i valori.I pesi sono generalmente scelti in modo che la loro somma sia uguale auno, sebbene questo non sia richiesto da tutti i metodi; le diverse metodologieusano diversi approcci per assegnare un valore a questi pesi.La stima può essere di diverso tipo:- stima globale è la stima su un’area all’interno della quale abbiamomolti campioni;A-14


Appendice A- stima locale è la stima su una piccola area in cui abbiamo pochicampionamenti e per il cui calcolo utilizziamo i campionamenti nelle aree esternee vicine; al limite la stima locale può essere puntuale e su blocchi dove nel primocaso la stima viene effettuata in un punto preciso, mentre nel secondo caso vienevalutata su blocchi di dimensione finita.La stima globale viene utilizzata nelle fasi iniziali della maggior partedegli studi. Occorre in tal caso fare attenzione all’influenza che, sul calcolo puòavere il raggruppamento dei dati (clustering). Se infatti la gran parte dei datiricade in una determinata zona, il calcolo della stima darà probabilmente unabuona indicazione del valore medio di quella zona, ma non certo di tutta l’area.Per diminuire l’influenza dei punti raggruppati sul calcolo della stima globale siutilizzano particolari tecniche di declustering.Nella stima locale, dove si fa ancora uso di combinazioni lineari pesate, ipesi, diversamente dalla stima globale, tengono conto delle distanze tra il punto incui si vuole stimare il valore e i punti campionati.KRIGING ORDINARIOIl Kriging ordinario (KO) rientra tra i metodi di stima puntuale ed è spessoassociato all’acronimo B.L.U.E. che sta per Best Linear Unbiased Estimator chevuol dire Migliore Stimatore Lineare “Non Deviato”.Il KO infatti èA-15


Appendice A- Lineare perché le sue stime sono combinazioni lineari pesate dei valoridei dati disponibili;- Non Deviato (anche se la traduzione risulta una forzatura) perché cercadi avere il residuo medio o errore medio, m r , uguale a zero;- Migliore perché tende a minimizzare la varianza degli errori, σ 2 r .La possibilità di minimizzare la varianza degli errori distingue il KO daglialtri metodi di stima. L’obiettivo del KO è pertanto ambizioso poiché sia m r e sia2σ r sono sempre incognite; non conoscendo l’errore medio non si può garantireche sia nullo e allo stesso tempo non conoscendo la varianza degli errore non sipuò minimizzarla.Il problema si risolve costruendo con i dati a disposizione, un modello enel lavorare sull’errore medio e sulla varianza dell’errore del modello.Per ogni punto in cui si vuole stimare il valore, si suppone che esista unafunzione casuale che dipende da alcune variabili casuali, date dai valori rilevatinei punti campionati; per ogni coppia di tali variabili la distribuzione dipende solodalla distanza tra i due punti.Supponiamo di voler stimare il valore nel punto 0 noto il valore in altripunti.Il primo passo è quello di calcolare le distanze tra tutte le coppie di punticampionati e la distanza di ciascun punto campionato dal punto 0 in cui vogliamostimare il valore.A-16


Appendice AIl passo successivo consiste nel calcolare un variogramma sperimentale.Fissata una certa distanza h, ad esempio 5m, ed una certa direzione, ad esempioest, si considerano tutte quelle coppie di punti che nella direzione est, hannodistanza pari a 5m. Per evitare che il numero delle coppie sia scarso, vieneammesso un margine di tolleranza sia sulla distanza e sia sulla direzione scelta. Laformula per il calcolo del variogramma diventa quindi:γ( h)=12N( h)∑( vi− vj)h ≈hij2L’unica differenza tra questa e la formula originale è che ora scegliamo disommare tutte le N(h) coppie la cui separazione è approssimativamente uguale adh. Si scelgono poi altri valori di h (10m,15m,20m ecc…) e si ripete il calcolo.Si costruisce quindi il variogramma sperimentale riportando sull’asse X ledistanze h e sull’asse Y i valori γ(h).Dopo aver ricavato il variogramma, questo deve essere interpretato.L’interpretazione consiste nel “fittare” al variogramma sperimentale una formulamatematica o un modello.Con il processo di fitting si può:1. determinare i parametri descrittivi del variogramma;2. selezionare un modello appropriato;3. determinare se il variogramma è isotropo o anisotropo.A-17


Appendice A1.PARAMETRI DESCRITTIVII parametri descrittivi sono tre ( fig.A.3):• Nugget; l’effetto nugget rappresenta la variabilità del campione apiccole distanze ovvero per piccoli valori di h. Esso si legge sull’asse Y delvariogramma ed è dato dalla differenza tra l’origine del variogramma (0,0) ed ilvalore sull’asse delle Y in cui il variogramma interseca quest’ultimo. Il nugget siindica generalmente con C o ed è sempre positivo. In generale è meglio avere unnugget molto piccolo o assente perché questo indica che è presente un piccoloerrore o nullo nella descrizione della continuità spaziale.• Range; il range è la distanza alla quale i campioni diventanoindipendenti, ovvero la massima distanza di autocorrelazione spaziale dellavariabile in esame. A distanze maggiori del range i valori della variabile tendono anon essere più correlati. Più specificatamente il range, che si indica con a o con r,è il valore della distanza (h sull’asse delle X) alla quale il variogramma (γsull’asse delle Y) diventa orizzontale e non mostra più alcun significativocambiamento. Un piccolo range indica che una relazione tra i campioni èosservabile solo a piccole distanze, viceversa, un grande range indica che unarelazione tra i campioni è osservabile anche a grandi distanze. In generale quindi èsempre preferibile avere range grandi. Il range varia con la direzione considerata.A-18


Appendice AFigura A.3 – Parametri descrittivi del variogramma.• Sill; il sill è il valore di γ in corrispondenza del range, attorno al qualeil variogramma diventa orizzontale ovvero è il valore dell’asintoto orizzontale alquale la funzione tende. Un basso sill indica una piccola variabilità tra i datimisurati, al contrario, un grande sill indica una grande variabilità. In generalequindi, è preferibile avere bassi valori di sill. Il valore del sill si legge sull’asse Ye si indica con C+C o per indicare che l’effetto nugget è parte del sill.Oltre ai tre parametri descrittivi del variogramma esistono altre duecaratteristiche importanti:• Continuità all’origine; la continuità è il comportamento delvariogramma a distanze h molto piccole de è un importante indicatore dellaregolarità spaziale della variabile. Generalmente sono quattro i tipi di continuitàriscontrabili nei variogrammi:A-19


Appendice A1) Continuità parabolica; indica che la variabile misurata varia conestrema continuità. All’aumentare delle distanze le differenze tra icampioni sono piccole.2) Continuità lineare; indica che la variabile misurata è continua. C’èuna relazione diretta tra l’aumento della distanza e le differenze tra icampioni.3) Discontinuità ; equivale all’effetto nugget.4) Nessuna continuità ; indica che la variabile misurata è estremamenteirregolare. Non esiste una relazione tra distanze di campionamento evalori misurati.• Ampiezza e numero dei “lags”; il lag è la distanza a cui ledifferenze tra i campioni sono calcolate. La valutazione dell’ampiezza ottimale dellag è dettata dalla spaziatura tra i campionamenti. Usare una ampiezza troppopiccola produrrà, nel variogramma, numerose fluttuazioni locali dette “rumore”.Al contrario, una ampiezza troppo grande produrrà un variogramma tropporegolare (smooted).Il numero dei lags è il numero degli intervalli da considerare nelvariogramma. Ad esempio se l’ampiezza del lag è di 150m ed il loro numero è 5,il calcolo del variogramma sarà fatto alle distanze 150 m, 300m, 450m, 600m,750m.A-20


Appendice A2.MODELLI DI VARIOGRAMMAAffinché un variogramma sperimentale sia utile come mezzo per la stimadei valori è necessario applicare un modello generalizzato che fitti tutti i tipi dicomportamento spaziale. Il modello è una funzione matematica continua cherappresenta in modo adeguato i dati sperimentali. Numerosi sono i modellidisponibili ed ognuno di questi è caratterizzato da una formula matematica,funzione dei parametri descrittivi nugget, range e sill. I più comuni sono:• Modello sferico.Questo è il più comune tipo di modello. È formato da una curva cheaumenta con la distanza fino a che questa diventa uguale al range. Oltre il range ledifferenze medie quadrate non cambiano e la loro curva diventa orizzontaledeterminando il sill. L’equazione generale del modello sferico è:3γ ( h) = C + ⎡ ( ) − ( ) ⎤0C 1,5 h 0, 5⎢⎣ ah a ⎥se h ≤ a⎦( h ) C + Cγ se h > a= 0• Modello esponenziale.Questo modello ha una curva che aumenta con la distanza ma nonraggiunge mai la posizione orizzontale (comportamento asintotico). Esso èA-21


Appendice Acaratterizzato da valori del range molto alti. L’equazione generale del modelloesponenziale è:γ( h) = C C[ ( 3h0+ 1−exp − )]a• Modello lineare.Il modello lineare è rappresentato da una retta ciò significa che γ aumentacon la distanza con una relazione lineare (proporzionalità diretta). I variogrammilineari non hanno né sill né range, ma possono avere nugget. La pendenza dellaretta si valuta come rapportoγ ( h) h• Modello gaussiano.Il modello gaussiano è caratterizzato da una curva che aumenta moltogradatamente con la distanza (comportamento parabolico all’origine),successivamente aumenta rapidamente raggiungendo il sill asintoticamente comeper il modello esponenziale. L’equazione generale del modello gaussiano è:γ2( h) = C0+ C[ 1−exp( − 3h2 )]aA-22


Appendice A• Modello nugget puro.Il modello “pure nugget” ha punti che non hanno una apparente pendenza,ma che più probabilmente ha un range molto piccolo e non valutabile. Questovuol dire che punti vicini sono differenti tra di loro come punti lontani. Lamigliore curva che fitta questo variogramma è una retta orizzontale pertanto,nugget e sill sono uguali e non c’è range. L’equazione del modello “pure nugget”è:γ( h ) C + C=0• Modelli annidati.I variogrammi annidati sono combinazioni dei modelli semplici descrittiche si usano per fittare variogrammi sperimentali più complessi.3.ANISOTROPIA.Molte delle variabili ambientali si presentano spazialmente anisotropeossia i parametri caratteristici dei variogrammi non sono uniformi in tutte ledirezioni. Per valutare l’anisotropia direzionale usando il variogramma, si devonousare coppie di campioni raggruppate per lags, direzione e tolleranza.In genere si calcola prima il variogramma relativo alla direzione est (0 o )con tolleranza 45 o e poi si calcola quello in direzione nord (90 o ) con la stessatolleranza. Si confrontano i parametri sill e range, se questi sono simili allora laA-23


Appendice Avaribile ha un comportamento isotropo. Se questi sono diversi, allora si ha unaanisotropia spaziale e si procede aumentando le direzioni di calcolo e riducendo letolleranze al fine di individuare la direzione di massima anisotropia.Ritorniamo al problema di partenza ovvero alla stima del valore dellavariabile nel punto 0 noto il valore in altri sette punti. Si tratta in pratica dirisolvere il seguente sistema del kriging ordinario:n∑j=1n∑i=1ω γω = 1ijij− µ = γi0Le prime n equazioni servono a minimizzare la varianza, l’ultimaequazione è necessaria per la condizione di unbiasedness.Scelto il modello che meglio fitta il variogramma sperimentale ottenuto, enote le distanze tra tutte le coppie di punti campionati e la distanza di ciascunpunto campionato dal punto in cui vogliamo calcolare la stima, si sostituisconotali distanze nella formula del modello scelto e si calcolano i γ ij e i γ i0 .Si sostituiscono i γ ij e i γ i0 nel sistema del kriging ordinario. Le incognitedi questo sistema restano quindi gli n ω i coefficienti della combinazione lineare eµ detto parametro di Lagrange, ovvero n+1 incognite. Le equazioni sono n+1quindi il problema è risolvibile.A-24


Appendice ANoti gli n ω i e µ si può calcolare la stima nel punto 0 :n∑vˆ = ω ⋅j = 1jv jla varianza della stima sarà data dalla seguente formula:2rn=∑σ ϖ γ + µi=1ii0A-25


A-1


Tabella dei dati caratteristici dei pozzi di idrocarburiN° rif.PozzoSigla Denominazione Latitudine Longitudine ComuneProfondità(m)I 1 AS1 Ascoli Satriano 1 Ascoli Satriano 1853,00Quota Stratigrafia sommariap.c.(m slm) Litologia Spessore (m)argille marnose esabbie0-1420argille sabbiose 1420-1600argille marnose esabbie1600-1847substratoprepliocenico1847-1853I 2 AS3 Ascoli Satriano 3 41° 14' 19'' 03° 01' 56'' Ascoli Satriano 2288,00 argille e sabbie 0-1370argille 1370-1628argille e sabbie 1628-2130argille marnose 2130-2251substratoprepliocenico2251-2288I 3 AS4 Ascoli Satriano 4 41° 15' 30'' 03° 03' 79'' Ascoli Satriano 1903,40 dep. alluvionale 0-40argille e sabbie 40-1377argille 1377-1537argille e sabbie 1537-1815argille marnose 1815-1853substratoprepliocenico1853-1903I 4 AS 6 Ascoli Satriano 6 41° 13' 21'' 03° 03' 07'' Ascoli Satriano 1000,00 248,00 0-200argilla e sabbia* 200-379argilla sabbiosa 379-550argilla e sabbia** 550-960argilla 960-984note*Da 304 m a 379 m sono state rinvenute argille e sabbie con acqua salmastra.**Da 572 m a 576 m, da 633m a 637m e da 642 m a 660 m sono state rinvenutesabbie e argille con acqua dolce; da 660 m a 822 m sabbie e argille con acquasalmastra e da 822 m a 960 m sabbie e argille con acqua salata.***Da 984 m a 1000 m sono state rinvenute argille e sabbie con acqua salata.argilla e sabbia*** 984-1000I 5 AS 7 Ascoli Satriano 7 41° 14' 06'' 03° 03' 09'' Ascoli Satriano 1000,00 266,00 ciottoli 0-19argilla sabbiosa 19-203argilla e sabbia* 180-222argilla e argillasabbiosa222-380argilla e sabbia** 380-500argilla sabbiosa 500-691sabbia e argilla*** 691-845argilla 845-854argilla e sabbia**** 854-1000Da 203 m a 222 m sono state rinvenute sabbie e livelli argillosi con acqua dolce**Da 380 m a 500 m sono state rinvenute argille e sabbie con acqua salmastra.***Da 691 m a 771 m sono state rinvenute sabbie e livelli argillosi con acqua dolce eda 771 m a 845 m con acqua salmastra**** Da 854 m a 1000 m sono state rinvenute sabbie e argille con acqua salata


I 6 F1 Faragola1 41° 10' 42'' 03° 08' 28'' Ascoli Satriano 1769,00 argille e sabbie 0-470argille 470-1240argille e sabbie 1240-1533argille 1533-1636argille e sabbie 1636-1769I 7 F2 Faragola 2 41° 13' 02'' 03° 07' 27'' Ascoli Satriano 1000,00 363,00 ciottoli 0-50argille e sabbie* 50-328argilla sabbiosacon ciottoli**328-357argille e sabbie*** 357-938argilla sabbiosa 938-975argille e sabbie**** 975-1000I 8 F5 Faragola 5 41° 13' 23'' 03° 08' 10'' Ascoli Satriano 1000,00 323,00 ciottoli con argilla 0-50argilla sabbiosa esabbia *50-1000I 9 F7 Faragola 7 41° 13' 31'' 03° 07' 38'' Ascoli Satriano 1000,00 327,00 0-147argilla e sabbia* 147-219argilla sabbiosa** 219-405argilla e sabbiacon ciottoli***405-453argillasabbiosa****453-1000Da 229 m a 232 m e da 243 m a 247 m sono stati rinvenuti strati di sabbia conacqua dolce.**Da 328 m a 365 sono stati rinvenuti ciottoli e sabbie con acqua dolce.***Da 375 m a 390 m, da 385 m a 414 m, da 418 m a 452 m, da 455 m a 489 m, da494 m a 498 m, da 507m a 519 m e da 529 m a 540 m sono state rinvenuteprevalentemente sabbie con adqua dolce; da 540 m a 938 m argille e sabbie conacqua salmastra.****Da 975 m a 982 m sono state rinvenute sabbie con acqua dolce e da 982 m a1000 m sabbie e argille con acqua salmastra.*Da 206 m a 212 m, da 254 m a 259 m , da 390 m a 397 m, da 405 m a 415 m,da420 m a 447 m, da 451 m a 480 m e da 497 m a 507 m sono stati rinvenuti stratiprevalentemente sabbiosi con acqua dolce; da 520 m a 1000 m argille e sabbie conacqua salmastra.*Da 147 m a 154 m, da 159 m a 188 m e da 195 m a 219 m sono state rinvenuteargille e sabbie con acqua dolce.**Da 334 m a 342 m e da 387 m a 395 m sono stati rinvenuti strati prevalentementesabbiosi con acqua dolce.***Da 405 m a 414 m e da 419 m a 453 m sono state rinvenute argille,sabbie eciottoli con acqua dolce.****Da 455 m a 478 e da 498m a 507 m sono state rinvenute sabbie con acquadolce; da 507 m a 632 m , da 658 m a 704 m, da 767 m a 850 m , da 859 m a 927m e da 942 m a 976 m sono state rinvenute argille sabbiose con acqua salmastra.I 10 CA 1 Carrera 1 41° 15' 46'' 03° 06' 53'' Ascoli Satriano 500,00 149,00 argilla e ciottoli 0-25argilla sabbiosa 25-100argilla e sabbiacon ciottoli100-150argilla e sabbia* 150-345argilla 345-351argilla e sabbia** 351-500I 11 G 1 Giardinetto 1 41° 13' 47'' 03° 11' 04'' Ascoli Satriano 500,00 243,00 argilla e ciottoli 0-19argilla e sabbia* 19-291argilla sabbiosa** 291-500I 12 TV15Torrente Vulganoargilla sabbiosa41° 26' 24'' 02° 48' 44'' Biccari 500,00 250,0015con ciottoli0-29argilla sabbiosa 29-500I 13 CL1 Calvello 1 41° 58' 55'' 02° 58' 55'' 2408,00 dep. alluvionale 0-20argille e sabbie 20-1402argille 1402-1810argille e sabbie 1810-2165argille marnose 2165-2250substratoprepliocenico2250-2408*Da 317 m a 345 m sono state rinvenute sabbie e argille con acqua dolce.**Da 351 m a 395 m sono state rinvenute argille e sabbie conacqua salmastra*Da 254 m a 266 m e da 278 m a 291 m sono state rinvenute argille e sabbie conacqua dolce.**Da 453 m a 457 m, da 464 m a 468 m e da 475 m a 488 m sono stati rinvenutistrati prevalentemenmte sabbiosi con acqua dolce.


I 14 CAN 1 Candela 1 41° 12' 46'' 03° 00' 20'' Candela 2720,00 argille e sabbie 0-500argille 500-625argille e sabbie 625-1277argille 1277-1710argille e sabbie 1710-2535argille marnose 2535-2651substratoprepliocenico2651-2720I 15 CAN 2 Candela 2 41° 11' 41'' 02° 59' 20'' Candela 3215,00 argille 0-231alloctono 231-1025argille e sabbie 1025-1310argille 1310-1755argille e sabbie 1755-2870argille marnose 2870-3025substratoprepliocenico3025-3215I 16 CAN13 Candela 13 41° 14' 31'' 02° 56' 23'' Candela 2259,00 alloctono 0-1800argille e sabbie 1800-2175argille marnose 2175-2259I 17 CAN14 Candela 14 41° 15' 11'' 02° 57' 18'' Candela 1807,50 alloctono 0-900argille e sabbie 900-1565argille 1565-1807I 18 CS1 Castelluccio 1 Castelluccio 2185,50 argille e sabbie 0-1505argille 1505-1760argille e sabbie 1760-2070argille marnose 2070-2154substratoprepliocenico2154-2185,5I 19 PE 1 Pecoraro 1 41° 16' 22'' 03° 03' 37'' Castelluccio 500,00 193,00 0-287argille e sabbie* 287-500I 20 CD1 Colle D'Armi1 41° 37' 56'' 02° 40'56'' 2156,00 dep. alluvionale 0-10argille e sabbie 10-265alloctono 265-1711argille 1711-1910argille e sabbie 1910-2156I 21 BS1 Borgo segezia 1 41° 22' 30'' 03° 02' 29'' Foggia 1645,00 argille e sabbie 0-760argille 760-1150argille e sabbie 1150-1225argille 1225-1465argille marnose 1465-1645I 22 FG1 Foggia 1 41° 32' 20'' 03° 04' 02'' Foggia 649,30 dep. alluvionale 0-47argille e sabbie 47-185argille 185-278argille marnose 278-300substratoprepliocenico300-649I 23 FG2 Foggia 2 41° 33' 44'' 02° 56' 52'' Foggia 847,00 dep. alluvionale 0-25argille e sabbieargillesubstratoprepliocenico25-835835-847*Da 287 m a 308 m sono state rinvenute argille e sabbie con acqua dolce e da 308m a 500 m argille e sabbie con acqua salmastra.


I 24 FG3 Foggia 3 41° 28' 12'' 03° 03' 58'' Foggia 676,00 dep. alluvionale 0-35argille e sabbie 35-240argille 240-280argille sabbiose 280-535substratoprepliocenico535-676I 25 FG4 Foggia 4 Foggia 1600,00 argille e sabbie 0-1550substratoprepliocenico1550-1600I 26 FOR1 Fortore 1 41° 44' 15'' 02' 43' 41'' 1076,00 dep. alluvionale 0-15argille e sabbie 15-935argille marnose 935-1059substratoprepliocenico1059-1076I 27 FOR 2 Fortore 2 41° 43' 41'' 02° 44' 42'' 1163,00 dep. alluvionale 0-25argille e sabbie 25-880argille marnose 880-1029substratoprepliocenico1029-1163I 28 FOR 3 Fortore 3 41° 42' 09'' 02° 40' 24'' 1801,00 dep. alluvionale 0-23argille marnose 23-1801I 29 LAV 2 Lavello 2 41° 05' 40'' 03° 13' 48'' 1678,00 dep. alluvionale 0-40argille e sabbie 40-650argille 650-1050argille sabbiose 1050-1392argille 1392-1510substratoprepliocenico1510-1678I 30 LAV 3 Lavello 3 41° 04' 40'' 03° 12' 13'' 2016,00 dep. alluvionale 0,00-50,00alloctono 50,00-1622,00argille 1622-1665argille sabbiose 1665-2016I 31 LAV 4 Lavello 4 41° 04' 05'' 03° 17' 43'' 1629,00 dep. alluvionale 0-65argille e sabbie 65-450argille 450-869argille sabbiose 869-1230substratoprepliocenico1230-1629I 32 LAV 6 Lavello 6 41° 03' 39'' 03° 19' 13'' 924,00 dep. alluvionale 0-50argille e sabbie 50-200sabbie 200-485argille marnose 485-576substratoprepliocenico576-924


I 33 L1 Lucera 1 41° 28' 40'' 02° 53' 17'' Lucera 1917,00 166,00coperturaalluvionale0 - 25argilla sabbiosa 25 -245argilla sabbiosa eghiaiosa *245 - 269argilla con stratiargilloso sabbiosi 269 - 735e ghiaiosi **argilla 735-1200argilla sabbiosa 1200-1599argilla marnosa 1599-1642substratoprepliocenico1642-1917I 34 L2 Lucera 2 41° 29' 05'' 02° 48' 27'' 3117,00 argille e sabbie 0-900argille 900-1198argille sabbiose 1198-2715argille marnose 2715-2854substratoprepliocenico2854-3117I 35 L3 Lucera 3 41° 26' 31'' 02° 48' 25'' 2502,00 argille e sabbie 0-830argille 830-1340argille sabbiose 1340-1665argille 1665-2165argille sabbiose 2165-2502I 36 L4 Lucera 4 41° 32' 28'' 02° 52' 02'' Lucera 500,00 114,00coperturaalluvionale0,- 18,8argilla sabbiosa 18,8-50argilla 50-204argilla con stratiargilloso sabbiosi 204-500e ghiaiosi *I 37 L5 Lucera 5 41° 31' 50'' 02° 54' 20'' Lucera 1227 97 argilla sabbiosa 0-204,7argilla sabbiosacon strati sabbiosi 204,7- 695e ghiaiosi *argilla 695-1072argilla sabbiosa 1072-1212argilla marnosa 1212-1227I 38 L6 Lucera 6 41° 29' 24'' 02° 58' 22'' Lucera 1170,00 101,00coperturaalluvionale0-16, 47argilla 16,47-200argilla con stratiargilloso sabbiosi *200-695argilla 695-1115argilla marnosa 1115-1156substratoprepliocenico1156-1170* Da 245m a 269m sono state rinvenute argille sabbiose e ghiaiose con acquadolce.** Da 269m a 283m, da 304,7 m a 325 m, da 350 m a362m , da 426 m a 436m,da 450m a 463m e da 478m a 500m sono state rinvenute argille sabbiose eghiaiose con acqua salmastra.* Da 204m a 209m, da 267,6m a 272,3m, da286,4m a300m, da359m a 366m,da392m a 400m, da403,7m a434m e da 481m a 488 m sono state rinvenute argillesabbiose e ghiaiose con acqua salmastra. .* Da 204,7m a 223,5m, da 270,6m a 282,4m, da 306m a 317,6m, da 322,3m a350m, da 425,9m a 489,4m e da 498,8m a 500m sono state rinvenute argillesabbiose e ghiaiose con acqua salmastra.* Da 200m a 216,5m, da 230,6 a 235m, da 258,8 a 268m, da 289,4m a 421m, da433m a 447m, da 456,5 a473, da 480m a 500m sono state rinvenute argillesabbiose con acqua salmastra.


I 39 L7 Lucera 7 41° 24' 50'' 02° 53' 59'' Lucera 2704,00 207,00 argilla 0 -250argilla e argillasabbiosa*250- 876argilla 876-1626argilla sabbiosa 1626-1785 * Da 345 m a 395 m, da 438m a 447m e da 481m a 492m sono state rinvenuteargilla 1785-2190 argille sabbiose con acqua salmastra.argilla sabbiosa 2190-2620argilla marnosa 2620,00-2691,00substratoprepliocenico2691-2704I 40 SC 1 S. Caterina 1 41° 27' 13'' 02° 55' 49'' Lucera 500,00 sabbia e ciottoli 0-12argilla 12-250argilla sabbiosa 250-310sabbia e argilla* 310-5001 41 RG2 Reggente 41° 25' 21'' 02° 55' 06'' Lucera 500,00 192,00 sabbia e ciottoli 0-12argilla 12-125argilla sabbiosa 125-300sabbia e argilla* 300-500I 42 P1 Palmori 1 41° 31' 00'' 02° 55' 05'' Lucera 500,00argilla sabbiosacon ciottoli0-36argilla sabbiosa 36-258sabbia e argillasabbiosa con 258-439ciottoli*argilla 439-449sabbia e argilla** 449-500I 43 P2 Palmori 2 41° 30' 18'' 02° 55' 06'' Lucera 500,00 sabbia e ciottoli 0-16,7argilla sabbiosa* 16,7-309sabbia e argillasabbiosa**309-500I 44 P3 Palmori 3 41° 30' 54'' 02° 53' 58'' Lucera 500,00 172,00argilla sabbiosacon ciottoli0-30argilla sabbiosa 30-165argilla e sabbia* 165-215argilla sabbiosa 215-253argilla e sabbia** 253-500I 45 TS1 Torrente Salsola 41° 33' 00'' 02° 54' 58'' Lucera 500,00 85,00argilla sabbiosacon ciottoli0-30argilla sabbiosa 30-300argilla e sabbia* 300-500I 46 MD1 Monte d'Oro 1 41° 33' 20'' 02° 51' 46'' Lucera 1405,00 117,00 dep. alluvionale 0-10argille e sabbie 10-243argilla 243-760argilla sabbiosa 760-1250argilla marnosa 1250-1273substratoprepliocenico1273-1405*Da 310 m a 486 m sono state rinvenute sabbie e argille con acqua salmastra, e da486 m a 500 m sabbie e argille con acqua salata.*Da 302 m a 483 m sono state rinvenute sabbie e argille con acqua salmastra; da483 m a 495 m sabbie e argille con acqua salata.*Da 258 m a 276 m, da 297 m a 310 m, da 330 m a 361 m, da 364 m a 379 m e da382 m a 394 m sono state rinvenute sabbie con ciottoli e argille sabbiose conacqua dolce; da 394 m a 439 m argille sabbiose con ciottoli con acqua salmastra.**Da 449 m a 500 m sono state rinvenute sabbiae e argille con acqua salmastra.*Da 205 m a 209 m, da 242 m a 245 m e da 266 m a 278 m sono stati rinvenutistrati prevalentemente sabbiosi con acqua dolce.**Da 309 m a 317 m e da 334 m a 402 m sono state rinvenute sabbie con acquadolce; da 402 m a 500 m sabbie e argille sabbiose con acqua salmastra.*Da 202 m a 215 m sono state rinvenute prevalentemente sabbie con acqua dolce.**Da 253 m a 273 m, da 279 m a 297 e da 302 m a 307 msono state rinvenuteprevalentemente sabbie con acqua dolce; da 307 m a 500 m sono state rinvenuteargille e sabbie con acqua salmastra.*Da 384 m a 500 m sono state rinvenute argille e sabbie con acqua salmastra.


I 47 MD2 Montedoro 2 41° 32' 34'' 02° 47' 06'' 2974,00 dep. alluvionale 0-15argille e sabbie 15-600argilla 600-1326argilla sabbiosa 1326-1850argilla 1850-2266argilla sabbiosa 2266-2590argilla marnosa 2590-2712substratoprepliocenico2712-2974I 48 O 1 Ordona 1 41° 15' 25'' 03° 07' 43'' Ordona 1105,00 dep. alluvionale 0-85argilla e sabbia 85-679argilla 679-891argilla sabbiosa 891-1045argilla 1045-1105I 49 O 2 Ordona 2 41° 19' 26'' 03° 06' 06'' Ordona 1597,00 dep. alluvionale 0-100argilla e sabbia 100-708argilla 708-992argilla sabbiosa 992-1100argilla marnosa 1100-1330substratoprepliocenico1330-1597I 50 OR 1 Orsara 1 41° 18' 16'' 02° 48' 57'' Orsara 1592,00 alloctono 0-1590I 51 MCH1 Monte Chiancone 1 41° 33' 50'' 02° 44' 10''Pietramontecorvino2596,00 argille e sabbie 0-595alloctono 595-1573argilla sabbiosa 1573-1935argilla 1935-2353argilla sabbiosa 2353-2596I 52 MCH2 Monte Chiancone 2 41° 32' 20'' 02° 44' 37''Pietramontecorvino2282,00 argille e sabbie 0-450argilla 450-812alloctono 812-1915argilla 1915-2165argilla sabbiosa 2165-2282I 53 PC 1 P. Casanova 1 41° 27' 20'' 02° 48' 11'' 2525,00 dep. alluvionale 0-30argilla e sabbia 30-800argilla 800-1280argilla sabbiosa 1280-1695argilla 1695-2127argilla sabbiosa 2127-2525I 54 PC 2 P. Casanova 2 41° 28' 18'' 02° 47' 53'' 2428,00 dep. alluvionale 0-30argilla e sabbia 30-800argilla 800-1168argilla sabbiosa 1168-1520argilla 1520-1941argilla sabbiosa 1941-2428


I 55 PC 3 P. Casanova 3 41° 29' 13'' 02° 49' 26'' 2924,00 dep. alluvionale 0-35argilla e sabbia 35-800argilla 800-1315argilla sabbiosa 1315-1648argilla 1648-2150argilla sabbiosa 2150-2580argilla marnosa 2580-2795substratoprepliocenico2795-2924I 56 R1 Rendina 1 41° 03' 41'' 03° 15' 06'' 2250,00 argilla e sabbia 0-130alloctono 130-1361argilla sabbiosa 1361-1540argilla 1540-1593argilla sabbiosa 1593-1950substratoprepliocenico1950-2250I 57 R2 Rendina 2 41° 06' 15'' 03° 11' 08'' 1321,00 argilla e sabbia 0-350alloctono 350-892argilla sabbiosa 892-1321I 58 RT 1 Roseto 1 41° 26' 13'' 02° 47' 36'' 2475,00 dep. alluvionale 0-30argilla 30-200alloctono 200-2248argilla sabbiosa 2248-2475I 59 RT 2 Roseto 2 41° 26' 05'' 02° 46' 54'' 3264,00 dep. alluvionale 0-20alloctono 20-3264I 60 RT 5 Roseto 5 41° 25' 47'' 02° 47' 48'' 2803,00 dep. alluvionale 0,00-20,00argilla 20-190alloctono 190-2048argilla 2048-2159argilla sabbiosa 2159-2803I 61 S1 Sannicandro 1 41° 48' 32'' 02° 59' 14'' 2502,00piattaformaprepliocenica0-2502I 62 S2 Sannicandro 2 41° 53' 31'' 02° 47' 49'' Serracapriola 2269,00 139,00coperturaalluvionale0- 60argilla sabbiosa 60-400argilla con livellimarnosi400-480substratoprepliocenico *480-2269I 63 SP1 S.Paolo Civitate 1 41° 42' 23'' 02° 49' 55'' 839,00 argille e sabbie 0-645argille 645-823substratoprepliocenico823-839I 64 SV1 Spartivento 1 41° 21' 05'' 03° 11' 30'' 1177,00 dep alluvionale 0-35argille e sabbie 35-550argille 550-770argille marnose 770-986substratoprepliocenico986-1177* da 480 m a 750 m sono stati rinvenuti calcari con acqua salata + odore di H2S


I 65 CO 1 Cotinone 1 41° 44' 23'' 02° 53' 09'' S. Severo 500,00 0-150argilla e sabbia* 150-259argilla e sabbiacon areneria**259-369argilla sabbiosa*** 369-393brecciacalcarea****393-399399-500I 66 S.S1bis S. Severo 1 bis 41° 41' 50'' 02° 58' 29'' S. Severo 1594,00 56,00 argilla sabbiosa 0- 95argille con livellisabbioso-ghiaiosi95,4- 359,3calcare marnoso 359,3 -384,3substratoprepliocenico384,3-1594I 67 TZ 1 Tavernazza 1 41° 24' 15'' 02° 55' 45'' 2058,00 dep. alluvionale 0-25argilla e sabbia 25-867argilla 867-1512argilla sabbiosa 1512-1653argilla 1653-2015substratoprepliocenico2015-2058I 68 TF 1 Torre Fiorentina 41° 35' 26'' 02° 47' 12'' 1700,00 argilla e sabbia 0-620argilla 620-1365argilla sabbiosa 1365-1700I 69 M1 Moffa 1 41° 42' 01'' 02° 48' 27'' Torremaggiore 500,00 193,00 0-196argilla e sabbia* 196-292argilla 292-368argilla e sabbia** 368-450argilla sabbiosa 450-500I 70 T1 Torremaggiore 1 41° 40' 59'' 02° 47' 58'' Torremaggiore 500,00 172,00 argilla 0-59argilla e sabbia* 59-124argilla sabbiosa 124-175argilla 175-239argilla e sabbia** 239-329argilla e argillasabbiosa329-500I 71 MS1Masseria Schiavone41° 36' 45''102° 50' 38'' Torremaggiore 500,00 144,00 argilla 0-180argilla sabbiosa 180-110argilla 110-210argilla e sabbia* 210-390ciottoli** 390- 400argilla e sabbia*** 400,00-494,00argilla 494-500I 72 SG 1 S Giusto 1 41° 22' 35'' 02° 59' 51'' Troia 500,00 201,00 0-242argilla e sabbia* 242-500I 73 MV 1 Montalvino 1 41° 23' 10'' 02° 50' 03'' Troia 2401,00 dep. alluvionale 0-34alloctono 34-1850argilla sabbiosa 1850-2242argilla 2242-2401*Da 150 m a 163 m, da 167 m a 170 m, da 200 m a 231 m sini state rinvenuteargille sabbiose con acqua dolce; da 234 m a 237 m e da 240 m a 259 m sono staterinvenute prevalentemente sabbie con acqua dolce.**Da 259 m a 269 m argille e sabbie con acqua salmastrra.***Da 369 m a 383 m sono state rinvenute argille sabbiose con acqua salata.****Da 393 m a 399 m sono state rinvenute brecce con acqua salataDa 196 m a 292 m sono state rinvenute argille e sabbie con acqua salmastra.**Da 368 m a 450 m sono state rinvenute argille e sabbie con acqua salmastra.*Da 59 m a 129 m sono State rinvenute argille e sabbie con acqua salmastra.**Da 239 m a 329 m sono state rinvenute argille e sabbie con acqua salmastra.Da 247 m a 253 m e da 303 m a 330 m sono state rinvenute argille sabbiose conacqua dolce; da 330 m a 390 m argille e sabbie con acqua salmastra.**Da 390 m a 400 m sono stati rinvenuti ciottoli con acqua salmastra.***Da 400 m a 191 m sono state rinvenute argille e sabbie conacqua salmastra.*Da 257 m a 267 m, da 287 m a 328 m, da 377 m a 405 m e da 427 m a 435 msono state rinvenute argille e sabbie con acqua salmastra.


I 74 MC 1 Monte Cigliano 1 41° 22' 22'' 02° 51' 31'' Troia 2497,00 290,00argilla con lentiargilloso sabbiose0-500alloctono 500-1820argilla sabbiosa 1820-2225argilla 2225-2384argilla sabbiosa 2384-2497I 75 SB Serra dei Bisi 41° 20' 54'' 02° 51' 13'' Troia 2780,00 alloctono 0-2286argilla sabbiosa 2286-2359argilla 2359-2535argilla sabbiosa 2535-2780I 76 MF1 Monte Fedele 1 41° 17' 54'' 02° 54' 03'' 2497,00 alloctono 0-1590I 77 MS1 Monte Stillo1 40° 34' 40'' 02° 34' 40'' Volturino 3110,00 dep. alluvionale 0-40argille e sabbie 40-465argille 465-1105alloctono 1105-1700argille e sabbie 1700-1915argille 1915-2415argille e sabbie 2415-2790argille marnose 2790-2921substratoprepliocenico2921-3107I 78 MS2 Monte Stillo2 41° 31' 15'' 02° 45' 20'' Volturino 3300,00 dep. alluvionale 0-20argille e sabbie 20-575alloctono 575-2023argille e sabbie 2023-3200argille marnose 3200-3298I 79 MS3 Monte Stillo3 Volturino 3002,00 argille 0-910alloctono 910-3002I 80 MS4 Monte Stillo4 41° 28' 22'' 02° 43' 40'' 1500,00I 81 MS7 Monte Stillo7 41° 29' 27'' 02° 46' 45'' 2359,00 0-404alloctono 404-1700argille e sabbie 1700-2359I 82 MVE1 Monte Verde 1 40° 59' 38'' 02° 59' 51'' 140,00 alloctono 0-140


Appendice CC. SEZIONIC-1


C-2Appendice C


C-3Appendice C


C-4Appendice C


C-5Appendice C


C-6Appendice C


C-7Appendice C


C-8Appendice C


C-9Appendice C


C-10Appendice C


C-11Appendice C


C-12Appendice C


C-13Appendice C


…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….Appendice DD. TAVOLED-1


D-2Appendice D


D-3Appendice D


D-4Appendice D


D-5Appendice D


3Figura 6 - Colonna stratigrafica relativa ad uno dei sondaggi geognostici realizzatialla periferia SW dell'abitato di S.Severo, nei pressi del nuovo distaccamento VV.FF.


TERRAZZI MARINITERRAZZI FLUVIALI5,00,0A22∆ (m)-5,0-10,0A10A2A3A51A12A17A6A7A19A8A14A9A46A35A27A31-15,0-20,0pozzoa)ZONA NORDZONA SUD5,00,0A20∆ (m)-5,0-10,0-15,0A39A15A18A69A29A23A4A24A33A66A5A50A52A55A60A16A13A53A26A21A11A1A45A48A43A40A37A42A36A30A71A32A34A73A68A25A65A38-20,0A84A80pozzob)pozzi trivellatipozzi a scavoFigura 19 (a-b): - Confronto per gruppi delle variazioni del livello idrico tra aprile '87 e gennaio '02


TERRAZZI MARINITERRAZZI FLUVIALI7,06,05,04,0A7A193,0∆ (m)2,01,00,0A10A3A12A17A6A8A14A9A46A22A27A31-1,0-2,0-3,0-4,0A35pozzoa)ZONA NORDZONA SUD7,0A15∆ (m)6,05,04,03,02,01,00,0A39A18A29A23A4A24A16A26*A21A11A1A45A48A43A40A42**A32-1,0-2,0-3,0-4,0A33A20pozzo*A36*A30*A34*A25b)(*) misure eseguite dopo l'alluvionepozzi trivellatipozzi a scavoFigura 25 (a-b) - Confronto per gruppi delle variazioni del livello idrico tra gennaio '02 e gennaio '03


FOGGIA OSSERVATORIOmm900850800750700650600550500450400350300250200150100500GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT2002 41,0 11,6 26,4 96,6 87,6 5,8 59,6 118,8 72,6 31,6 13,2 128,0 692,8medie 44,3 38,4 40,5 36,9 35,4 29,0 21,6 23,3 40,2 51,9 57,9 48,2 467,6MANFREDONIAmm900850800750700650600550500450400350300250200150100500GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT2002 35,8 11,2 15,4 53,6 67,6 3,2 43 66,2 92 45,6 12,2 175,8 621,6medie 40,7 36,5 38,6 35,1 32,6 28,5 22,0 21,1 43,9 47,7 56,6 45,5 448,8S. SEVEROmm900850800750700650600550500450400350300250200150100500GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT2002 43 9,8 26,4 101 75 5,8 44,4 91,6 111,4 56,4 10 160,8 735,8medie 51,5 43,7 42,3 39,2 37,0 28,2 26,6 24,7 44,9 56,6 62,3 57,9 514,9


Figura 28 - Dati pluviometrici mensili 2002 e valori medi mensili relativi ad alcune stazioni ricadenti nell'areadi studioPIETRAMONTECORVINO900850800750700650600550mm500450400350300250200150100500GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT2002 57,8 16,6 30,8 184,4 77,8 18,8 99,4 146,8 105,2 35,6 17 89,8 880medie 102,7 88,6 84,7 87,2 51,1 43,2 32,6 35,3 55,9 84,9 105,3 100,4 871,9CASTELLUCCIO DEI SAURImm900850800750700650600550500450400350300250200150100500GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT2002 43,8 16,2 30,8 118 56,6 4,8 50,6 100,6 58,6 41,8 18,4 101,4 641,6medie 51,3 43,7 46,6 45,4 39,3 35,6 30,1 25,9 37,1 57,5 61,1 55,0 528,6Figura 29 - Dati pluviometrici mensili 2002 e valori medi mensili relativi ad alcune stazioni ricadenti nell'areadi studio


160140Piogge medie ragguagliate120mm di pioggia100806040200Jan-02 Feb-02 Mar-02 Apr-02 May-02 Jun-02 Jul-02 Aug-02 Sep-02 Oct-02 Nov-02 Dec-02 Jan-03livello statico s.l.m.858075706560555045403530252015legendaA12A6A19A43A18A23A24A21A11Jan-02 Feb-02 Mar-02 Apr-02 May-02 Jun-02 Jul-02 Aug-02 Sep-02 Oct-02 Nov-02 Dec-02 Jan-03 Feb-03livello statico s.l.m.170165160155150145140135130125120115110105100legendaA46A35A27A39A48Jan-02 Feb-02 Mar-02 Apr-02 May-02 Jun-02 Jul-02 Aug-02 Sep-02 Oct-02 Nov-02 Dec-02 Jan-03 Feb-03Figura 31 - Confronto tra le piogge medie ragguagliate e i livelli piezometrici misurati nei punti d'acqua ditabella 6a


160140Piogge medie ragguagliate120mm di pioggia100806040200Jan-02 Feb-02 Mar-02 Apr-02 May-02 Jun-02 Jul-02 Aug-02Sep-02 Oct-02 Nov-02Dec-02 Jan-03 Feb-03 Mar-03 Apr-03 May-03353025livello statico s.l.m.2015105A25A36A30A32A26A34Jan-02 Feb-02 Mar-02 Apr-02 May-02 Jun-02 Jul-02 Aug-02 Sep-02 Oct-02 Nov-02 Dec-02 Jan-03 Feb-03 Mar-03 Apr-03 May-03Figura 32 - Confronto tra le piogge medie ragguagliate e i livelli piezometrici misurati nei punti d'acqua ditabella 6b


1600Ca140012001000mg/L800600400200A450a)200T.MARINIT.FLUVIALIMgZONA NORDZONA SUDA26150mg/L100A45500T.MARINIT.FLUVIALIZONA NORDZONA SUDb)


Figura 35 (a e b) - Box plot relativo alle concentrazioni di calcio (a) e di magnesio(b) rilevate nella campagna 20031400Na12001000mg/L800600400200A450a)T.MARINIT.FLUVIALIZONA NORDZONA SUD300K250200mg/L150100A1850A480T.MARINIT.FLUVIALIZONA NORDZONA SUD


)Figura 36 (a e b) - Box plot relativo alle concentrazioni di sodio (a) e di potassio(b) rilevate nella campagna20032500Cl20001500mg/L10005000a)T.MARINIT.FLUVIALIZONA NORDZONA SUD400SO 4300mg/L2001000T.MARINIT.FLUVIALIZONA NORDZONA SUD


)Figura 37 (a e b) - Box plot relativo alle concentrazioni di cloro (a) e di solfato (b) rilevate nella campagna2003500HCO 3400A45mg/L300200A32100T.MARINIT.FLUVIALIZONA NORDZONA SUDFigura 38 - Box plot relativo alle concentrazioni di bicarbonato rilevate nella campagna 2003


SO 4+Cl50 40 30 20 10 050040103020Na+KCa+Mg203010400500 10 20 30 40 50HCO 3Legendaterrazzi mariniterrazzi fluvializona nordzona sudFigura 39 - Diagramma di Ludwig-Langelier per la classificazione delle acque


30Diagramma di qualità per un' acqua irrigua282645242220367184Indice SAR16141210235684650421 2100 250750 2250 5000Conducibilità (µS/cm) 25°C341 Acqua buona da usare sempre senza precauzioni2 Acqua media buona da usare con qualche precauzione in terreni mal drenati3 Acqua media mediocre da usare con precauzioni4 Acqua mediocre cattiva da usare con molte precauzioni5 Acqua cattiva, l’ uso comporta rischi elevati6 Acqua pessima da usare solo in casi eccezionali7 Acqua sconsigliabile da non usare mai


Figura 43 -Diagramma di classificazione delle acque per uso irriguo( da Wilcox, 1995; modificato)


Figura 16a -Carta raffigurante le diverse zone individuate


A39A46A10A2A3A22A45A48A35A51A27A15A6A7A37A4A19A24A33A42A66A8A36A5A50A14A80A30A9A71A52A32A43A40A31A84A18A69A12A17A29A23A34A73A55A60A16A13A20A53A26A21A68A25A11A1A65A38200,0150,0100,050,00,0-50,0pozzoFigura 17 - Quote piezometriche rilevate ad aprile '87 e gennaio '02Aprile 1987Gennaio 2002L.S. m slm


A46A10A39A2A3A22A45A48A35A51A27A43A15A40A31A84A80A37A30A36A71A42A4A33A5A50A17A29A6A24A18A69A12A66A9A23A7A19A8A14A52A32A34A68A60A13A38A53A25A73A21A11A65A55A16A26A1A202,50,0-2,5-5,0-7,5-10,0-12,5-15,0-17,5-20,0pozzi trivellatipozzi a scavopozzoFigura 18 - Variazioni del livello idrico tra aprile '87 e gennaio '02∆ (m)


2Differenza livelli 2002-19870-2-4-6-8A2m-10-12-14-16-18-20T.MARINIT.FLUVIALIZONA NORDZONA SUDFigura 20 - Box-plot delle differenze dei livelli idrici rilevati a gennaio 2002 ed aprile 1987


Figura 21 – Carta della piezometria gennaio 2002


A39A3A22A46A10A45A48A35A27A15A28*A43A40A31A18A12A17A29A23A6A7A4A19A24A33A42*A8A36*A14A30*A34*A25*A9A32*A16A20A21A11A1A26*A41180,0160,0140,0120,0100,080,060,040,020,00,0-20,0pozzoGennaio 2002Gennaio 2003L.S. m slm(*) misure eseguite dopo l'alluvioneFigura 22 - Quote piezometriche rilevate a gennaio '02 e gennaio '03


A3A45A48A35A27*A36A33A43A31A12A17A29A23A6A4A24A8A14A40A18A7A19A42*A15*A30*A34*A25*A32A20A9A11A16A21A1A26*8,06,04,02,00,0-2,0-4,0-6,0pozzo∆ (m)A46A10A39A22(*) misure eseguite dopo l'alluvioneFigura 23 - Variazioni del livello idrico tra gennaio '02 e gennaio '03pozzi trivellatipozzi a scavo


Figura 24 – Carta della piezometria gennaio - febbraio 2003


8Differenza livelli 2003-2002A156A194m20-2A35-4T.MARINIT.FLUVIALIZONA NORDZONA SUDFigura 26 - Box-plot delle differenze dei livelli idrici rilevati a gennaio/febbraio 2003 e gennaio 2002


Figura 27 – Carta della differenza dei livelli 2003/2002


mm20019018017016015014013012011010090807060504030201001 2 5 7 8 9 10 18 19 24 25 26 29 30 31Foggia Istituto Agrario 4,4 3,4 1 2,8 1 5,6 29 4,6 11,4 49,6 27,4 4,8 1,2 147,6 44,3S.Severo 4,6 3,4 1 5,4 20 2,8 10 22,2 14,4 1,8 87,6 51,5Castelluccio dei Sauri 4,6 1,8 5,2 1,4 2,8 26,8 4 15,8 91,4 28,2 1 2,4 185,8 51,3Pietramontecorvino 11,8 2,4 1,2 3,2 1,6 2 4,4 20,2 3,2 10,8 58 23,6 1,2 1 146 102,7M anfredonia 2,4 3,4 3,4 5,4 2,2 7,4 30 8,4 44,6 16,4 127,2 67,6Tot.GennaiomediamensileFigura 30 - Osservazioni pluviometriche relative ai giorni piovosi registrati nel mese di gennaio 2003


500040003000200010000ZONA NORDZONA SUD200260002003500040003000200010000A45T. FLUVIALIZONA NORDZONA SUDT. MARINIµS/cmµS/cmT.MARINIT.FLUVIALIA8A45Figura 33 - Box plot relativo ai valori di conducibilità rilevati nelle due campagne di misura


Figura 34 – Carta della conducibilità 2003


10010TERRAZZI MARINILegendaA3A6A7A9A10A14A8A12A17A1910010TERRAZZI FLUVIALILegendaA22A27A31A35A46110.10.1Ca Mg Na+K Cl SO4 HCO3Ca Mg Na+K Cl SO4 HCO3Figura 40 - Diagramma di Schoeller per le acque della zona dei terrazzi marini e dei terrazzi fluviali


10010ZONA NORDLegendaA15A18A23A24A29A33A39A4A5A11A16A20A21A2610010ZONA SUDLegendaA45A48A25A28A30A32A34A36A40A42A43110.10.1Ca Mg Na+K Cl SO4 HCO3Ca Mg Na+K Cl SO4 HCO3Figura 41 - Diagramma di Schoeller per le acque della zona nord e della zona sud


Tabella 1: - Dati caratteristici dei pozzi dell'acquifero carsicoSigla N° rif pozzo Latitudine Longitudine Comune ProprietarioAnnoperforazioneQuotap.c.(m slm)Profondità(m)Profondità deilivelli acquiferi dalp.c.(m)C1 5/IS 41° 20' 34'' 03° 41' 08'' TrinitapoliEnteIrrigazione_ 6,5 178,0 169,5 7,5 _ _ _ _ _C2 3 41° 37' 40'' 03° 05' 10'' S.SeveroEnteIrrigazione_ 38,0 211,5 195,5 0,0 _ _ _ _ _C3 3/RG 41° 38' 58'' 03° 09' 42''Rignano EnteGarganico Irrigazione1962 86,6 100,3 98,5 4,5 15,0 0,0 15,0 2223 _C4 1/RG 41° 38' 50'' 03° 15' 38''S.Giovanni EnteRotondo Irrigazione1962 142,7 220,7 148,0 5,2 1,8 45,0 0,0 1200 _C5 7 41° 17' 27'' 03° 28' 39'' CerignolaEnteIrrigazione_ 85,0 600,0 550,5 17,9 _ _ _ _ _C6 4=4EI 41° 34' 40'' 03°09' 55'' FoggiaEnteIrrigazione_ 28,0 255,0 243,0 1,0 _ _ _ _ _C7 5EI _ _ FoggiaEnte394.5-396.0_ 45,0 410,0Irrigazione402.0-410.014,5 _ _ _ _ _C8 27 _ _ Foggia privato _ 56,0 400,0 370,0 28,0 _ _ _ _ _Livellostaticos.l.m.(m)Portataemunta(l/s)∆corrisp.(m)Q s(l/s m)Salinità(mg/l)T(°C)NOTEC9 48 _ _ Foggia privato _ 39,0 310,0 280,0 19,0 _ _ _ _ _C10 54 _ _ Lesina privato _ 12,0 580,0 550,0 2,0 _ _ _ 38000 _C11 9 _ _ LesinaRegione<strong>Puglia</strong>1989 67,0 300,0 290,0 17,0 15,0 21,0 0,7 3558 35C12 19 _ _ Lesina privato _ 9,0 255,0 245,0 _ _ _ _ _ _C13 3/FP 41° 50' 28'' 02° 58' 38''C14 2/FP 41° 50' 04'' 02° 55' 11''C15C16C1757(Di Lella)57(Marchesino)60(Marchesino)______PoggioImperialePoggioImperialePoggioImperialePoggioImperialePoggioImperialeEnteIrrigazioneEnteIrrigazione_ 28,9 190,5 180,0 10,9 17,0 0,4 42,5 2510 _1954 36,5 354,5 344,5 13,6 12,0 3,7 3,2 3800 _privato _ 23,0 320,0 300,0 3,0 _ _ _ _ _privato _ 75,0 110,0 _ _ _ _ 4,0 2519 38privato _ 93,0 278,0 260,0 11,0 _ _ 0,5 _ 20


Sigla N° rif pozzo Latitudine Longitudine Comune ProprietarioC18148(Marchesino)__PoggioImperialeAnnoperforazioneQuotap.c.(m slm)Profondità(m)Profondità deilivelli acquiferi dalp.c.(m)Livellostaticos.l.m.(m)Portataemunta(l/s)∆corrisp.(m)Q s(l/s m)Salinità(mg/l)privato 1989 54,0 98,0 87,0 9,0 20,0 9,0 2,2 _ _56C19_ _ Apricena AQP _ 104,0 240,0 93,0 11,0 _ _ 0,2 _ _(Marchesino)49S. Marco inC20___ _ 28,0 42,0 _ _ _ _ _ 2100 _(Di Lella)LamisC21 2 _ _ Manfredonia _ _ 5,0 350,0 306,0 3,0 _ _ _ 7000 _C22 251 42° 21' 26'' 03° 28' 21'' Trinitapoli privato 1910 4,5 150,0 95,0 3,0 _ _ _ _ 40C23 253 41° 18' 13'' 03° 39' 47''S.Ferdinandodi <strong>Puglia</strong>privato _ 20,0 100,0 94,0 3,0 _ _ _ _ _C24 1M _ _Minervino EnteMurge Irrigazione1952 253,0 400,0 _ _ 20,0 0,2 100,0 5000 _C25 3RTP 41° 14' 42'' 03° 30' 36'' CerignolaEnteIrrigazione1965 125,4 600,0 457,0 22,3 6,0 23,0 0,2 1050 _C26 1/cdM _ _Castel del455.7-500.0_ 1969 487,7 750,0Monte592.5-750.032,0 5,0 10,5 0,5 4160 _C27 114NW/BA _ _Canosa di Regione<strong>Puglia</strong> <strong>Puglia</strong>1985 85,0 129,0 100,0 20,0 5,5 1,0 5,5 946 _C28 336NW/BA _ _Canosa di Regione<strong>Puglia</strong> <strong>Puglia</strong>1990 150,0 210,0 127,0 126,0 6,0 4,0 1,5 730 _C29 S1 _ _ _ _ _ 54,0 200,0 _ 31,0 _ _ _ _ _T(°C)NOTEacqua contenente H 2 S(Colacicco,1951)C30 S3 _ _ _ _ _ 54,0 200,0 180,0 11,0 _ _ _ _ _C31 LS4BA _ _Canosa di<strong>Puglia</strong>EnteIrrigazione_ 110,0 106,0 _ 11,0 10,7 1,4 7,6 1250 19C32 LS7BA _ _ _ _ _ 182,0 252,0 _ 13,0 _ _ _ 698 17C33 LS12FG _ _ _EnteIrrigazione_ 28,0 280,0 220,0 22,0 _ _ _ 3739 32,5C34 PS3BA _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _C35 260 41°33' 10'' 03° 21' 30'' Manfredonia _ 1950 30,0 35,0 18,0 _ _ _ _ _ _ DA COLACICCO (1951-1953)C36 5/AP 41°46' 03'' 03° 01' 03'' ApricenaEnteIrrigazione1954 72,6 151,0 55,0 17,6 _ _ _ 960 19


Tabella 2: - Costituenti principali dei campioni d'acqua relativi a pozzi attestati nell'acquifero carsico, al margine settentrionale delle Murge e a quello occidentale delGargano.Sigla pozzo C25 C1 C26 C24 C31 C32 C34 C4Provincia FG FG BA BA BA BA BA FGCondizioni di campionamento S S S S S S S SSigla campione 3RTP 5IS 1 CDM 1M LS4BA LS7BA PS 3 BA 1 RGProfondità di campionamento 460 175 610 310 165 205 250 /Data 17/10/95 27/09/95 31/01/97 12/10/95 13/10/95 13/10/95 17/10/96 19/07/1962CaMgNaKClSO4HCO3mg/L 36 119 55 40 72 49 190 87mg/L 50 160 17 48 53 48 70 42mg/L 119 1100 12 16 230 22 440 269mg/L 22,5 63 2,2 2 8 1 19 20mg/L 212 2075 21,2 33 400 85 1028 468mg/L 25 230 5,4 10 40 11 190 57mg/L 316 350 244 340 380 290 140 128


Tabella 3: - Dati caratteristici dei pozzi dell'acquifero poroso profondoSiglaN° rifpozzoLatitudine Longitudine Comune Proprietario Anno perforazioneQuota p.c. (mslm)Profonditàpozzo (m)Profondità dei livelliacquiferi dal p.c.(m)Livellostatico(m slm)Portataemunta(l/s)∆ corrisp.(m)Q s(l/s m)Salinità(mg/l)T(°C)P1 1/FP 41° 53' 47'' 02° 51' 39'' Lesina Ente Irrigazione _ _ 352,0 _ _ _ _ _ 2118,0 _P2 6 41° 17' 11'' 03° 28' 25'' Cerignola Ente Irrigazione _ 83,0 636,0 57,0 88,0 _ _ _ _ _P3 6 bis 41° 17' 11'' 03° 28' 25'' Cerignola Ente Irrigazione _ 83,0 68,2P4 D'Alosio _ _P5 Merla _ _P6 10 _ _PoggioImperialePoggioImperialePoggioImperiale16,0 - 20 0 55,0 -62,083,0 _ _ _ _ _privato 1991 55,0 276,0 250,0 25,0 15,0 3,0 5,0 3136,0privato 1992 _ 350,0 _ _ _ _ _ 601,0 13,6privato 1990 _ 146,0P7 11 _ _ Apricena _ _ _ 297,0P8 12 _ _TorremaggioreP9 40 _ _ S. Severo _ 90,0 190,0da 118,0 a 142,0più livelli acq.140,0 - 167,0 285,0 -297,0_ 4,0 4,0 1,0 843,0 29,0_ 18,0 19,0 0,9 _ _Regione <strong>Puglia</strong> 1990 126,0 224,0 190,0 56,0 12,0 70,0 0,2 _ 10,0115,0 - 130,0 170,0 -174,036,0 _ _ _ _ _P10 41 _ _ S. Severo _ _ 66,0 258,0 244,0 46,0 _ _ _ _ _P11C1(Verna)_ _ Foggia privato 1992 28,0 409,0 108,0 32,0 8,0 125,0 0,1 _ _P12 Agnelli _ _ Foggia privato 1993 47,0 430,0P13 Guzz.3 _ _ Foggia privato 1994 82,0 430,0357,0-363,0 381,0-399,0da 240,0 a 397,0più livelli acq.47,0 2,7 32,0 0,1 _ __ _ _ _ _ _P14 Guzz.1 _ _ _ privato _ 84,0 400,0 _ _ _ _ _ 956,0 _P15 Franc. _ _ Foggia privato 1994 47,0 455,0 _ 50,6 0,67 3,6 0,2 _ 21,1


Tabella 4a : - Dati caratteristici dei pozzi dell'acquifero poroso superficialeSigla N° rif pozzo Latitudine Longitudine Comune Proprietario Anno perforazioneDistanza dal mare(km)Quota p.c.(m slm)Profonditàpozzo dal p.c.(m)A86 LS B FG _ _ Foggia Regione <strong>Puglia</strong> 1995 _ 44,0 67,0Rete Monitoraggio con analisichimica completaA87 1 41° 26' 50'' 03° 02' 40'' Foggia Ente Irrigazione _ 35,0 92,0 164,3 Pozzo esplorativoA88 4/RF/AP 41° 43' 01'' 03° 04' 24'' Apricena Ente Irrigazione 1954 20,0 48,5 201,2 Pozzo esplorativoNoteA89 2 41° 27' 10'' 03° 04' 03'' Foggia Ente Irrigazione 1951 34,0 85,0 41,5A90 55 bis _ _ _Cassa delMezzogiorno1971 _ _ 60,0A91 74 bis _ _ _Cassa delMezzogiorno1971 _ _ 51,0A92 41 bis _ _ _Cassa delMezzogiorno1971 _ _ 56,0A93 63 bis _ _ _Cassa delMezzogiorno1971 _ _ 40,0A94 332 bis _ _ _Cassa delMezzogiorno1971 _ _ 45,0A95 210 bis _ _ _Cassa delMezzogiorno1971 _ _ 29,0A96 187 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1954 _ 29,0 31,7Pozzi utilizzati per misurefreatimetriche eseguite nelTavoliere nell'ambito dello "Studiodella falda pleistocenica mediantemodello analogico R.C." condottodalla Cassa del Mezzogiorno(1971)A97 186 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1954 _ 28,0 31,0A98 190 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1953 _ 19,0 62,0A99 192 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1953 _ 18,0 60,5A100 180 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1953 _ 18,0 62,1A101 184 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1954 _ 17,0 63,0A102 183 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1954 _ 15,0 54,4A103 224 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1955 _ 8 58,4A104 156 41° 29' 30'' 03° 25' 00'' Manfredonia _ 1930 _ 7 34,5A105 354 41° 29' 30'' 03° 25' 35'' Manfredonia _ 1951 _ 3 58,0DA COLACICCO (1951-1953)


Sigla N° rif pozzo Latitudine Longitudine Comune Proprietario Anno perforazioneDistanza dal mare(km)Quota p.c.(m slm)Profonditàpozzo dal p.c.(m)NoteA106 353 41° 30' 30'' 03° 27' 30'' Manfredonia _ 1951 _ 3 45,0 DA COLACICCO (1951-1953)A107 322 _ _ Foggia Ente Irrigazione 1954 _ 55 34,0A108 299 41° 25' 30'' 03° 23' 00'' Cerignola 1952 _ 53 41,0 DA COLACICCO (1951-1953)A109 298 _ _ Foggia Ente Irrigazione 1954 _ 52 46,0A110 300 _ _ Foggia Ente Irrigazione 1954 _ 46 26,6A111 301 _ _ Foggia Ente Irrigazione 1954 _ 43 28,5A112 337 _ _ Foggia Ente Irrigazione 1955 _ 33 30,3A113 202 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1954 _ 39 60,6A114 105 41° 32' 05'' 03°18' 09'' Manfredonia _ 1927 _ 31 110,0 DA COLACICCO (1951-1953)A115 205 _ _ Manfredonia Ente Irrigazione 1954 _ 20 35,7A116 MN31 _ _ Manfredonia Privato 1988 _ 5 15,0A117 RN10 _ _RignanoGarganicoPrivato 1987 _ 37 47,0A118 139 _ _RignanoGarganicoEnte Irrigazione 1954 _ 20 55,5A119 137 _ _RignanoGarganicoEnte Irrigazione 1954 _ 41 56,0A120 70 41° 31' 10'' 03°05'55'' Foggia _ 1950 _ 50 52,0A121 62 41° 32' 05'' 03°07' 05'' Foggia _ 1949 _ 50 50,0DA COLACICCO (1951-1953)A122 311 _ _ Foggia Ente Irrigazione 1954 _ 40 53,0A123 48 41° 32' 32'' 03°08'39'' Foggia _ 1928 _ 45 56,4A124 67 41° 26' 50'' 03°02' 40'' Foggia _ 1950 _ 50 764,0A125 51 41° 27' 08" 3° 03' 43" Foggia _ 1929 _ 85 57,0A126 53 41° 27' 30" 3° 05' 40" Foggia _ 1934 _ 60 60,0DA COLACICCO (1951-1953)A127 50 41° 27' 38" 3° 06' 00" Foggia _ 1910 _ 68 225,0A128 1 41° 45' 05" 2° 57' 50" Apricena _ 1950 _ 45 32,5A129 AP 6 _ _ Apricena Privato 1988 _ 62 62,0


Tabella 4b : - Dati caratteristici dei pozzi dell'acquifero poroso superficialeSiglaN° rif. pozzoProfondità dei livelliacquiferi dal p. c.(m)Litologia acquiferoSpessore stratiacquiferi (m)Spessore dellacoperturapleistocenica (m)Livello statico dalp.c.(m)Livello staticoslm(m )Portata (l/s)Depressione(m)Portataspecifica (l/sm)Permeabilità∗10 -3 (m/s)C.E. (µs/cm)Salinità (mg/l)A86 LS B FG 35,0 sabbie 12,0 47,0 16,6 27,4 0,6 15,7 0,04 _ 868 _A87 1 11,1 ghiaia 11,0 22,0 11,1 80,9 _ _ _ _ _ _A88 4/RF/AP 29.0-57.8 breccia 26,8 78,0 29,0 19,5 2,0 12,0 0,20 _ _ _64.0-78.0 breccia 14,0A89 2 9.7-16.0 ghiaia 6,3 23,5 8,7 76,4 8,0 10,5 0,80 _ _19.0-21.5 ghiaia 2,0A90 55 bis 41,0 ghiaia 10,0 15,0 24,8 _ _ _ _ _ _ _A91 74 bis 30,0 sabbia 10,0 9,3 _ _ _ _ _ _ _A92 41 bis 21,0 ghiaia e sabbia 32,0 5,7 _ _ _ _ _ _ _A93 63 bis 6.8-21.5 ghiaia 15,5 21,5 6,8 _ _ _ _ _ _ _30.0-35.0 ghiaia 5,0A94 332 bis 36,0 arenaria 6,0 7,6 _ _ _ _ _ _ _A95 210 bis 6,5-11,0 ghiaia 4,5 29,0 11,7 _ _ _ _ _ _ _13,0-29,0 ghiaia e sabbia 16,0A96 187 7,5 ghiaia 14,4 27,9 -8,8 20,2 5,2 1,0 _ _ _ _A97 186 6,8 ghiaia 19,2 26,4 -7,2 20,8 6,1 0,4 _ _ _ _A98 190 14.2-17.5 ghiaia 3,3 53,4 -2,3 16,7 4,0 14,7 _ _ _ _A99 192 10.2-18.9 ghiaia 8,7 54,0 -1,9 16,1 _ _ _ _ _ _35.0-54.0 sabbia 19,0A100 180 17.23-23 ghiaia e 5,7 57,4 +0.8 18,8 14,0 8,0 _ _ _ _32.2-34.8 sabbia 2,643.4-55.0 6,5A101 184 19.3-24.8 ghiaia 55,0 58,8 +1.7 18,7 14,0 3,4 _ _ _ _34.2-38.2 ghiaia 4,042.1-48.2 ghiaia 6,151.5-58.8 ghiaia 7,3A102 183 20.9-26.9 ghiaia e 6,0 58,1 +1.5 16,5 _ _ _ _ _ _35.9-40.0 sabbia 4,142.3-49.6 sabbia 7,3A103 224 30.10-36 ghiaia 5,9 62,0 +0.25 8,3 7,1 17,1 _ _ _ _A104 156 22.9-24.9 sabbia 2,0 34,5 +2.25 9,3 3,0 _ _ _ _ _32.4-34.5 ghiaia 2,0A105 354 9.50-14.0 _ 4,5 53,70 +2.00 5,0 _ _ _ _ _ _50.0-20.0 _ 30,0A106 353 _ _ _ 45,00 _ _ _ _ _ _ _ _


SiglaN° rif. pozzoProfondità dei livelliacquiferi dal p. c.(m)Litologia acquiferoSpessore stratiacquiferi (m)Spessore dellacoperturapleistocenica (m)Livello statico dalp.c. (m)Livello statico slm(m )Portata (l/s)Depressione(m)Portataspecifica (l/sm)Permeabilità∗10 -3 (m/s)C.E. (µs/cm)Salinità (mg/l)A107 322 6.5-20.7 ghiaia 14,2 31,00 -6.5 48,5 3,3 19,3 _ _ _ _23.3-28.0 sabbia 4,7A108 299 38.0-41.0 ghiaia 3,0 41,00 -6 47,0 3,0 6,0 _ _ _ _A109 298 5.0-20.0 ghiaia e 15,0 35,00 -5 47,0 3,0 2,0 _ _ _ _32.0-35.0 sabbia 3,0A110 300 8-23.5 ghiaia e sabbia 15,5 23,50 -6.5 39,5 6,0 0,5 _ _ _ _A111 301 11.5-14.0 ghiaia 2,5 25,00 -8 35,0 2,8 8,0 _ _ _ _16.5-25.0 ghiaia 8,5A112 337 9.3-24.5 ghiaia e sabbia 15,2 24,50 -5,0 28,0 5,0 3,5 _ _ _ _A113 202 4,7-40,0sabbia 35,3 55,90 -21,1 17,93,92,5 1,56 _ _ 790,0A114 105 _ _ _ 28,00 _ _ _ _ _ _ _ _A115 205 4,1-31,5 sabbia 27,4 31,50 -14,0 5,6 0,3 6,1 0,05 _ _ _A116 MN31 37807,0 sabbia e ghiaia 2,0 10,00 -3,0 2,0 5,0 6,0 0,83 _ 2360 1510,0A117 RN10 43-47 sabbia 4,0 _ -8,0 29,0 4,0 18,0 0,22 _ 2000 1280,05,1-8,9 sabbia 3,8021,5-25,7 sabbia 4,20A118 139 30,0-33,1 ghiaia e sabbia 3,1050,70 -4,6 15,4 2,8 24,0 0,11 ___41,6-43,4 sabbia 1,8048,15-50,7 sabbia 2,5510,0-13,7 sabbia 3,70A119 137 40,9-44,8 sabbia 3,9051,50 -5,135,9 3,2 18,0 0,18 _ _ _49,5-51,5 sabbia 2,00A120 704,0-7,5 ghiaia 3,5012,5-43,7 ghiaia 31,2047,20 -2,0 48,0 4,07,0 0,57 _ __A121 62 34,2-42,8 ghiaia 8,60 42,80 -2,50 47,50 8,30_ _ _ _A122 311 39,0-48,0 ghiaia e sabbia 9,00 48,00 -4,0 36,0 1,7 31,0 0,05 _ _ _1,0-10,0 sabbia 9,00A123 48 41,0-43,0 sabbia 2,0054,00 0,80 45,80 _ _ _ ___43,0-54,0 ghiaia 11,00A124 67 11,0-22,0 ghiaia 11,00 33,50 -11,00 39,001,50 _ _ ___A125 51 1,0-42,0 ghiaia 41,00 42,00 -9,00 76,00_ _ _ ___A126 53 0,8-31,0 ghiaia 30,20 45,00 4,00 56,00_ _ _ ___A127 503,0-17,0 ghiaia 14,0017,0-31,0 sabbia 14,0031,00 14,0 54,0 _ _ __ _ _A128 17,0-12,0 sabbia 5,0020,0-32,0 sabbia 12,0032,00 7,038,0 _ _ __ _ _A129 AP 6 40,00 ghiaia 0,50 40,50 8,0039,00 10,00 10,00 1,00_ _ _


Tabella 5: - Dati caratteristici dei pozzi considerati nelle campagne di rilevamento del livello idricoPozzoSiglapozzocoordinate pozzo prelievoLatitudine Longitudine Comune TipoProfonditàpozzo dalp.c.(m)Diametro(mm)Quotap.c.(m slm)Unità idrogeologicaLiv.statico dap.c.Aprile1987(m)Liv.staticoAprile1987(m slm)Liv.staticoda p.c.Gennaio2002(m)A1 57 41° 48' 57'' 02° 45' 50'' Serracapriola S 5,6 2800 24,8 depositi d'alveo 2,5 22,3 4,8 20,0 -2,3 3,3 21,5 1,5A2 6 41° 48' 11'' 02° 50' 22'' Lesina T 62,5 300 141,0 depositi marini terrazzati 19,8 121,2 27,7 113,3 -7,9 nd nd ndA3 9 41° 47' 12'' 02° 48' 38''S. Paolo diCivitateS 5,6 2000 134,9 depositi marini terrazzati 2,8 132,1 5,1 129,8 -2,3 3,3 131,6 1,8A4 12 41° 46' 05'' 02° 58' 18'' Apricena S 21,0 nd 60,6depositi della pianuraalluvionale15,5 45,1 20,4 40,2 -4,9 20,2 40,4 0,2A5 13 41° 45' 12'' 02° 58' 55'' Apricena T 39,0 260 48,3depositi della pianuraalluvionale5,1 43,2 9,6 38,7 -4,5 nd nd ndA6 27 41° 44' 08'' 02° 54' 59'' S. Severo S 20,0 2000 64,0 depositi marini terrazzati 13,5 50,5 17,3 46,7 -3,8 17,0 47,0 0,3A7 215 41° 42' 40'' 02° 54' 32'' S. Severo S 6,5 2000 61,2 depositi marini terrazzati 3,7 57,5 5,3 55,9 -1,6 1,9 59,3 3,4A8 218 41° 42' 28'' 02° 57' 58'' S.Severo S 12,0 2000 49,0 depositi marini terrazzati 6,6 42,4 8,2 40,8 -1,6 8,0 41,0 0,2A9 223 41° 42' 20'' 02° 59' 21'' S.Severo S 12,0 2500 44,8 depositi marini terrazzati 4,6 40,2 7,4 37,4 -2,8 6,8 38,0 0,6A10 23 41° 42' 14'' 02° 48' 50'' Torremaggiore S 6,5 nd 171,8 depositi marini terrazzati 2,0 169,8 5,7 166,1 -3,7 5,4 166,4 0,3A11 18 41° 41' 44'' 03° 04' 10''Rignanodepositi della pianuraS 10,5 nd 25,2Garganicoalluvionale5,5 19,7 9,7 15,5 -4,2 9,5 15,7 0,2A12 217 41° 41' 38'' 02° 56' 52'' S. Severo S 17,0 2500 79,7 depositi marini terrazzati 9,3 70,5 10,9 68,8 -1,6 10,8 68,9 0,1A13 229 41° 40' 58'' 03° 03' 22'' S. Severo T 65,0 300 33,5depositi della pianuraalluvionale10,7 22,8 19,7 13,8 -9,0 nd nd ndA14 19 41° 40' 52'' 03° 00'43'' S. Severo S 16,0 2000 46,1 depositi marini terrazzati 4,2 41,9 6,1 40,0 -1,9 5,8 40,3 0,3A15 25 41° 40' 22'' 02° 50' 34'' Torremaggiore S 7,6 2000 108,9depositi della pianuraalluvionale2,0 106,9 8,6 100,3 -6,6 1,7 107,2 6,9A16 228bis 41° 40' 05'' 03° 02' 09'' S. Severo T 62,0 300 36,3depositi della pianuraalluvionale8,4 27,8 10,7 25,5 -2,3 10,1 26,2 0,6A17 33 41° 39' 37'' 02° 54' 15'' S. Severo S 10,5 nd 79,5 depositi marini terrazzati 5,0 74,5 8,9 70,7 -3,9 7,5 72,0 1,4A18 232 41° 38' 25'' 02° 51' 23'' Torremaggiore S 7,5 3000 83,5depositi della pianuraalluvionale3,4 80,0 5,3 78,2 -1,8 2,1 81,4 3,2A19 35 41° 37' 58'' 02° 58' 13'' S. Severo S 10,0 nd 58,4 depositi marini terrazzati 7,0 51,4 8,3 50,1 -1,3 3,5 54,9 4,8A20 238bis 41° 37' 42'' 03° 07' 10''Rignanodepositi della pianuraT 45,0 300 33,5Garganicoalluvionale8,8 24,7 8,4 25,1 0,4 9,0 24,5 -0,6A21 242bis 41° 37' 22'' 03° 07' 59''Rignanodepositi della pianuraT nd 300 30,7Garganicoalluvionale7,4 23,3 11,6 19,1 -4,3 10,7 20,0 0,9A22 32 41° 36' 58'' 02° 52' 08'' S. Severo S 10,0 3000 130,1depositi terrazzati alluvionalie deltizi5,5 124,6 4,8 125,4 0,7 4,7 125,4 0,1A23 37 41° 36' 27'' 02° 54' 10'' Torremaggiore S 14,2 nd 68,9depositi della pianuraalluvionale3,5 65,4 5,4 63,5 -1,9 4,4 64,5 1,0A24 39 41° 35' 31'' 02° 57' 08'' S. Severo T nd 230 58,1depositi della pianuraalluvionale3,2 54,9 6,5 51,6 -3,3 5,1 53,0 1,4A25 248 41° 34' 55'' 03° 14' 28''S. Marco indepositi della pianuraT 38,0 300 25,7Lamisalluvionale10,9 14,8 17,2 8,5 -6,4 20,1 5,6 -2,9A26 252 41° 34' 24'' 03° 06' 04'' Foggia T 40,0 300 32,6depositi della pianuraalluvionale2,2 30,5 4,0 28,6 -1,9 1,7 30,9 2,3Liv.staticoGennaio2002(m slm)DifferenzalivelliGen. '02Apr.'87Liv. staticoda p.c.Gennaio2003(m)Liv. staticoGennaio2003(m slm)DifferenzalivelliGen. '03Gen. '02


Tabella 5: - Dati caratteristici dei pozzi considerati nelle campagne di rilevamento del livello idricoPozzoSiglapozzocoordinate pozzo prelievoLatitudine Longitudine Comune TipoProfonditàpozzo dalp.c.(m)Diametro(mm)Quotap.c.(m slm)A27 49ter 41° 33' 44'' 02° 54' 07'' Lucera S 15,2 3500 111,9A28 257 41° 33' 02'' 03° 12 '50''S. GiovanniRotondoT 48,0 300 50,4A29 51 41° 32' 48'' 02° 57' 11'' Lucera S 12,1 nd 71,3A30 259 41° 32' 19'' 03° 10' 15'' Foggia T 56,0 300 45,1A31 54 41° 32' 17'' 02° 57' 26'' Lucera S 13,5 nd 87,2A32 256 41° 32' 16'' 03° 11' 53''S. GiovanniRotondoT 40,0 300 41,4A33 M8 41° 32' 02'' 03° 00' 59'' Foggia T 39,5 300 56,6A34 47ter 41° 32' 02'' 03° 17' 33'' Manfredonia T 40,0 300 40,6A35 56bis 41° 31' 32'' 02° 55' 03'' Lucera S 11,6 3000 120,3A36 262 41° 31' 27'' 03° 04' 52'' Foggia T 43,0 300 49,0A37 301 41° 30' 38'' 03° 02' 57'' Foggia T 38,5 300 61,0A38 60 41° 30' 14'' 03° 21' 20'' Manfredonia T 60,0 300 7,8A39 67 41° 28' 09'' 02° 54' 41'' Lucera S 10,5 nd 150,5A40 303 41° 28' 08'' 03° 00' 38'' Lucera T 60,0 300 96,2A41 71 41° 27' 52'' 03° 11' 03'' Foggia T 24,9 300 42,9A42 M6 41° 27' 34'' 03° 08' 35'' Foggia T 23,3 300 55,1A43 67bis 41° 26' 49'' 03° 02' 22'' Foggia S 22,2 4000 98,8A44 81 41° 25' 08 03° 06' 27'' Foggia T 16,0 300 72,1A45 92 41° 23' 00'' 03° 03' 56'' Foggia S 12,7 2000 125,4A46 91 41° 22' 35'' 03° 00' 17'' Troia T 46,0 300 187,2A47 106 41° 20' 56'' 03° 03' 40'' Foggia T 56,8 300 168,9A48 107 41° 20' 14'' 03° 05' 20''Castellucciodei SauriS 10,3 3000 123,2Unità idrogeologicadepositi terrazzati alluvionalie deltizidepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi terrazzati alluvionalie deltizidepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi terrazzati alluvionalie deltizidepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi terrazzati alluvionalie deltizidepositi terrazzati alluvionalie deltizidepositi della pianuraalluvionaleLiv.statico dap.c.Aprile1987(m)Liv.staticoAprile1987(m slm)Liv.staticoda p.c.Gennaio2002(m)Liv.staticoGennaio2002(m slm)DifferenzalivelliGen. '02Apr.'87Liv. staticoda p.c.Gennaio2003(m)Liv. staticoGennaio2003(m slm)DifferenzalivelliGen. '03Gen. '026,4 105,6 7,5 104,4 -1,1 6,5 105,4 1,017,5 32,9 >31 31 31


Tabella 5: - Dati caratteristici dei pozzi considerati nelle campagne di rilevamento del livello idricoPozzoSiglapozzocoordinate pozzo prelievoLatitudine Longitudine Comune TipoProfonditàpozzo dalp.c.(m)Diametro(mm)Quotap.c.(m slm)Unità idrogeologicaLiv.statico dap.c.Aprile1987(m)Liv.staticoAprile1987(m slm)Liv.staticoda p.c.Gennaio2002(m)Liv.staticoGennaio2002(m slm)A49 8 41° 46' 50'' 02° 51' 53'' Apricena T 16,5 250 74,7depositi della pianuraalluvionale9,3 65,4 nd nd ndA50 213 41° 45' 28'' 02° 55' 58'' Apricena T nd 300 46,1depositi della pianuraalluvionale4,1 42,0 8,7 37,4 -4,6A51 11 41° 45' 06'' 02° 50' 21''S.Paolo diCivitateS 8,0 2000 117,5 depositi marini terrazzati 6,0 111,5 7,6 109,9 -1,6A52 15 41° 45' 00' 03° 01' 12'' Apricena S 16,0 1000 42,1depositi della pianuraalluvionale2,5 39,6 7,6 34,6 -5,0A53 21bis 41° 43' 43'' 03° 03' 05'' Apricena T nd 300 33,4depositi della pianuraalluvionale6,9 26,5 13,0 20,4 -6,1A54 214 41° 43' 28'' 02° 56' 37'' S.Severo T 20,0 200 48,0depositi della pianuraalluvionale5,2 42,8 nd nd ndA55 220 41° 43' 25'' 02° 59' 12'' S.Severo T 70,0 300 38,0depositi della pianuraalluvionale4,0 34,0 5,8 32,2 -1,8A56 26 41° 43' 13'' 02° 51' 19''S.Paolo diCivitateS 6,0 2000 79,3 depositi marini terrazzati 3,4 75,9 secco nd ndA57 17 41° 42' 47'' 03° 02' 53'' S.Severo S 7,6 2000 29,1 depositi marini terrazzati 5,0 24,1 nd nd ndA58 24bis 41° 42' 06'' 02° 52' 07'' Torremaggiore S 8,2 2000 99,3depositi della pianuraalluvionale3,9 95,4 secco nd ndA59 225 41° 40' 53'' 02° 59' 29'' S.Severo S 9,3 2000 61,4 depositi marini terrazzati 3,9 57,5 nd nd ndA60 240 41° 38' 27'' 03° 02' 52'' S.Severo T 48,5 300 37,6depositi della pianuraalluvionale4,6 33,0 13,3 24,3 -8,7A61 241 41° 37' 57'' 03° 00' 49'' S. Severo T 26,0 300 44,6depositi della pianuraalluvionale3,6 41,0 nd nd ndA62 241bis 41° 36' 41'' 03° 02' 04'' S. Severo T >30 300 43,5depositi della pianuraalluvionale7,2 36,3 nd nd ndA63 238 41° 36' 18'' 03° 04' 31'' S.Severo T 46,5 300 36,5depositi della pianuraalluvionale4,4 32,1 nd nd ndA64 243 41° 36' 05'' 03° 10' 06''S.Marco indepositi della pianuraT 31,0 300 20,0Lamisalluvionale3,4 16,6 nd nd ndA65 246 41° 35' 34'' 03° 12' 36''S.Marco indepositi della pianuraT 32,0 300 21,6Lamisalluvionale6,0 15,6 9,8 11,9 -3,8A66 300 41° 34' 42'' 02° 59' 28'' S.Severo T 35,0 300 53,9depositi della pianuraalluvionale4,5 49,4 7,2 46,7 -2,7A67 M9 41° 34' 11'' 03° 03' 22'' Foggia T 47,5 300 40,5depositi della pianuraalluvionale5,4 35,1 nd nd ndA68 44bis 41° 33' 45'' 03° 15' 35''S.Giovannidepositi della pianuraT 60,0 300 28,0Rotondoalluvionale6,3 21,7 16,4 11,6 -10,1A69 50 41° 33' 21'' 02° 55' 24'' Lucera T 28,0 300 80,5depositi della pianuraalluvionale3,8 76,7 6,6 74,0 -2,8A70 47 41° 32' 24'' 03° 18' 42'' Manfredonia T 63,1 300 30,3depositi della pianuraalluvionale20,8 9,5 nd nd ndA71 254bis 41° 32' 07'' 03° 08' 28'' Foggia T 66,5 300 43,3depositi della pianuraalluvionale7,8 35,5 19,2 24,1 -11,4A72 59 41° 30' 46'' 02° 56' 37'' Lucera S 12,7 nd 115,4depositi terrazzati alluvionalie deltizi12,3 103,1 secco nd ndDifferenzalivelliGen. '02Apr.'87


Tabella 5: - Dati caratteristici dei pozzi considerati nelle campagne di rilevamento del livello idricoPozzoSiglapozzocoordinate pozzo prelievoLatitudine Longitudine Comune TipoProfonditàpozzo dalp.c.(m)Diametro(mm)Quotap.c.(m slm)A73 255 41° 30' 28'' 03° 08' 21'' Foggia T nd 300 40,1A74 305 41° 29' 40'' 02° 55' 40'' Lucera S 12,9 1000 142,6A75 M5 41° 29' 21'' 03° 12' 31'' Foggia T 27,0 300 37,6A76 306 41° 29' 18'' 02° 59' 43'' Lucera S 11,6 nd 88,8A78 80bis 41° 25' 38'' 03° 02' 39'' Foggia S 19,0 1200 107,8A79 304 41° 25' 34'' 02° 57' 28'' Lucera S 7,1 3000 145,3A80 83 41° 25' 34'' 03° 13' 42'' Foggia T 34,7 300 45,7A81 M7 41° 25' 32'' 03° 01' 01'' Foggia T 63,5 300 121,9A82 82 41° 25' 01'' 03° 09' 22'' Foggia T 41,6 300 67,3A83 74 41° 24' 24'' 02° 54' 41'' Troia S nd nd 191,6A84 93 41° 23' 52'' 03° 05' 52'' Foggia S 10,5 800 85,4A85 302 41° 28' 03'' 03° 01' 42'' Foggia T nd 300 91,1Unità idrogeologicadepositi della pianuraalluvionaledepositi terrazzati alluvionalie deltizidepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaleLiv.statico dap.c.Aprile1987(m)Liv.staticoAprile1987(m slm)Liv.staticoda p.c.Gennaio2002(m)Liv.staticoGennaio2002(m slm)DifferenzalivelliGen. '02Apr.'875,6 34,5 10,8 29,3 -5,210,8 131,8 secco nd nd15,8 21,8 secco nd nd8,2 80,6 secco nd nd11,8 96,0 nd nd nd2,1 143,2 nd nd nd10,2 35,5 28,4 17,3 -18,210,6 111,2 nd nd nd22,2 45,1 >31


Tabella 6a : - Pozzi a campione per i quali, nella campagna 2003, sono state eseguite due misurePozzoTipoQuota p.c.(m slm)UnitàidrogeologicaLiv. Statico Gennaio 2002(m) Liv. Statico Gennaio 2003(m)Liv. Statico febbraio 2003(m)Variazionida p.c. s.l.m. data da p.c.gen.'03-gen.'02s.l.m. data da p.c. s.l.m.Variazionifeb.'03-gen.'03A12 S 79,7 depositi marini terrazzati 10,90 68,80 03/01/2003 10,80 68,90 0,10 22/02/2003 10,80 68,90 0,00A6 S 64,0 depositi marini terrazzati 17,30 46,70 03/01/2003 17,00 47,00 0,30 22/02/2003 16,70 47,30 0,30A19 S 58,4 depositi marini terrazzati 8,30 50,10 08/01/2003 3,45 54,95 4,85 22/02/2003 1,80 56,60 1,65A46 T 187,2A35 S 120,3A27 S 111,9A39 S 150,5A48 S 123,2A43 S 98,8A18 S 83,5A23 S 68,9A24 T 58,1A21 T 30,7A11 S 25,2depositi terrazzatialluvionali e deltizidepositi terrazzatialluvionali e deltizidepositi terrazzatialluvionali e deltizidepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionale19,00 168,20 23/01/2003 18,70 168,50 0,30 22/02/2003 18,00 169,20 0,708,40 111,90 23/01/2003 11,50 108,80 -3,10 22/02/2003 9,50 110,80 2,007,50 104,40 23/01/2003 6,50 105,40 1,00 22/02/2003 4,80 107,10 1,709,60 140,90 23/01/2003 9,00 141,50 0,60 22/02/2003 6,90 143,60 2,109,00 114,20 23/01/2003 5,57 117,63 3,43 22/02/2003 4,70 118,50 0,8716,40 82,40 23/01/2003 16,15 82,65 0,25 22/02/2003 14,60 84,20 1,555,30 78,20 08/01/2003 2,10 81,40 3,20 22/02/2003 1,50 82,00 0,605,40 63,50 08/01/2003 4,40 64,50 1,00 22/02/2003 1,25 67,65 3,156,50 51,60 23/01/2003 5,10 53,00 1,40 22/02/2003 1,40 56,70 3,7011,60 19,10 08/01/2003 10,70 20,00 0,90 22/02/2003 9,50 21,20 1,209,70 15,50 08/01/2003 9,50 15,70 0,20 22/02/2003 7,90 17,30 1,60


Tabella 6b: - Pozzi a campione per i quali, nella campagna 2003, sono state eseguite più misure.PozzoTipoQuota p.c.(m slm)A25 T 25,7A34 T 40,6A36 T 49,0A30 T 45,1A32 T 41,4A26 T 32,6Unitàidrogeologicadepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaledepositi della pianuraalluvionaleLiv. Statico Gennaio 2002(m)da p.c.s.l.m.Liv. Statico 2003(m)prima misura seconda misura terza misura quarta misuraVariazioniVariazioniVariazioniapr.'03-feb.'03-gen.'02mar.'03-feb.'03mar.'03data da p.c. s.l.m.data da p.c. s.l.m.data da p.c. s.l.m.data da p.c. s.l.m.17,20 8,50 11/2/2002 20,10 5,60 -2,90 17/3/2003 19,85 5,85 0,25 28/4/2003 20,25 5,45 -0,40 / / / /24,60 16,00 11/2/2002 28,50 12,10 -3,90 17/3/2003 28,40 12,20 0,10 28/4/2003 28,30 12,30 0,10 / / / /16,80 32,20 11/2/2002 20,40 28,60 -3,60 17/3/2003 19,90 29,10 0,50 28/4/2003 18,80 30,00 0,90 21/5/2003 19,45 29,65 -0,3526,40 18,70 11/2/2002 29,80 15,30 -3,40 17/3/2003 29,34 15,76 0,46 28/4/2003 28,80 16,30 0,54 21/5/2003 29,20 15,90 -0,4010,70 30,70 11/2/2002 10,80 30,60 -0,10 17/3/2003 10,50 30,90 0,30 28/4/2003 10,48 30,92 0,02 / / / /4,00 28,60 11/2/2002 1,70 30,90 2,30 17/3/2003 2,60 30,00 -0,90 28/4/2003 2,75 29,85 -0,15 21/5/2003 8,10 24,50 -5,35Variazionimag.'03-apr.'03


TABELLA 7: Classi quantitative dei corpi idrici sotterranei (DLgs 152/99 e succ. mod)Classe AClasse BClasse CClasse DL'impatto antropico è nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico. Le estrazioni di acqua o alterazioni dellavelocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo.L'impatto antropico è ridotto, vi sono moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò producauna condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa e sostenibile sul lungo periodo.L'impatto antropico significativo con notevole incidenza dell'uso sulla disponibilità della risorsa evidenziata da rilevantimodificazioni agli indicatori generali.L'impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsapotenzialità idrica.


TABELLA 8 : Parametri determinatiPARAMETRO ABBREVIAZIONE UNITA DI MISURA NOTETemperaturaTo CIn campoParametro di base DLgs 152/99pHpHUnità di pHIn campoParametro indicatore DLgs31/01In campo(25 o C)Conducibilità elettricaOssigeno discioltoKO 2µS/cm a 25 o C e a 20 o Cmg/Lindirettamente(20 o C)Parametro di base DLgs 152/99Parametro indicatore DLgs 31/01In campoDurezzaο F oppure mg/L CaCO 3IndirettamenteParametro di base DLgs 152/99Parametro indicatore DLgs 31/01Sali disciolti totaliTDSmg/LIndirettamenteAzoto ammoniacale o ammonioN-NH 4 o NH 4mg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99Parametro indicatore DLgs 31/01Azoto nitrico o nitratiN-NO 3 o NO 3mg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99Parametro chimico DLgs 31/01Azoto nitroso o nitritiN-NO 2 o NO 2mg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99Parametro chimico DLgs 31/01Azoto organicoN orgmg/LIn laboratorioCloruriClmg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99Parametro indicatore DLgs 31/01Fosforo totaleP totmg/LIn laboratorioSolfatiSO 4mg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99Parametro indicatore DLgs 31/01CalcioCamg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99MagnesioMgmg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99SodioNamg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99Parametro indicatore DLgs 31/01PotassioKmg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99FerroFemg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99Parametro indicatore DLgs 31/01ManganeseMnmg/LIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99Parametro indicatore DLgs 31/01CarbonatiCO 3mg/LBicarbonati HCO 3 mg/LIn laboratorioIn laboratorioParametro di base DLgs 152/99Domanda chimica di ossigeno COD mg/L di O 2 In laboratorioCarbonio organico totaleAOXOCIn laboratorioIndice SAR SAR IndirettamenteIn laboratorioParametro indicatore DLgs31/01


TABELLA 9 : Principali parametri chimico - fisici dei campioni d'acqua prelevati nella campagna 2002 (*) .TABELLA 9 : Principali parametri chimico - fisici dei campioni d'acqua prelevati nella campagna 2002(*).PozzoSigla campioneModalità di campionamentoParametroTemperaturaOssigeno discioltopHC.E. a 20 o CC.E. a 25 o CT.D.SCODOCAOXPtotPort.Porg.TKNN-OrgN-NH4NH4N-NO2NO2N-NO3NO3CaMgNaKFeMnunità di misuraA1 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A9 A10 A11 A12 A13 A14 A15 A1657 6 9 12 13 27 215 218 223 23 18 217 229 19 25 228bisconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatorecon pompaconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreo C 10,8 17,0 13,5 12,5 nd 15,0 15,6 13,0 12,2 14,0 15,0 16,0 17,2 15,2 12,5 16,5mg/l 4,1 6,8 7,4 7,3 nd 2,2 6,8 6,2 4,3 4,9 3,0 5,4 1,8 1,8 2,5 2,8/ 7,5 6,6 7,7 7,6 6,7 7,2 7,7 6,7 7,5 7,6 6,8 6,8 7,0 7,3 7,1 6,7µs/cm 3355 1615 875 731 1651 992 2282 4266 956 2002 1651 2968 2490 2255 3933 2435µs/cm 3720 1790 nd 810 1830 1100 2530 4730 1060 2220 1830 3290 2760 2500 4360 2700mg/l 2232 1074 582 486 1098 660 1518 2838 636 1332 1098 1974 1656 1500 2616 1620mg/l O 2 112,0 4,5 5,7 6,3 3,9 5,1 5,2 13,1 9,4 7,3 4,9 4,7 4,0 12,0 11,3 5,1mg/l 37,6 1,7 2,2 2,5 1,5 2,0 2,0 4,9 3,6 2,9 1,9 1,9 1,6 4,5 4,2 1,9µg Cl/l 98 12 8 8 21 3 19 19 6 16 10 11 7 26 19 18mg/l P 1,91 nd nd nd nd nd nd nd 0,34 nd nd ass nd 0,53 0,36 ndmg/l P 1,91 ass. 0,05 0,017 ass. 0,058 0,03 ass. 0,34 0,037 ass. ass. 0,017 0,53 0,36 ass.mg/l P ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass.mg/l N 8,54 nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd ndmg/l N 4,34 nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd ndmg/l N 4,20 ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass.mg/l 5,40 ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. as ass. ass. ass. ass.mg/l N ass. 0,16 0,18 ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass.mg/l ass. 0,53 0,59 ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass.mg/l N 3,30 6,15 1,74 2,27 1,20 0,36 14,73 9,31 3,46 0,42 13,45 3,26 nd 1,73 0,27 9,00mg/l 14,52 27,06 7,66 9,99 5,28 1,58 64,81 40,96 15,22 1,85 59,18 14,34 nd 7,61 1,19 39,60mg/l 327,0 140,0 74,8 110,0 222,0 114,0 42,3 306,0 101,0 284,0 267,0 382,0 313,0 89,4 1420,0 196,0mg/l 108,0 35,9 9,8 8,2 76,1 10,7 25,2 91,6 32,0 97,9 60,3 56,7 117,0 22,7 142,0 48,5mg/l 319,0 98,5 97,8 199,0 216,0 52,5 143,0 236,0 126,0 597,0 256,0 197,0 476,0 212,0 960,0 193,0mg/l 476,0 21,4 2,5 14,3 19,3 4,6 2,9 10,6 13,2 19,1 31,4 9,2 37,0 56,0 10,3 6,3mg/l 0,574 1,470


TABELLA 9 : Principali parametri chimico - fisici dei campioni d'acqua prelevati nella campagna 2002 (*) .PozzoSigla campioneModalità di campionamentoParametroTemperaturaOssigeno discioltopHC.E. a 20 o CC.E. a 25 o CT.D.SCODunità di misuraA17 A18 A19 A20 A21 A22 A23 A24 A25 A26 A27 A28 A29 A30 A31 A3233 232 35 238bis 242bis 32 37 39 248 252 49ter 257 51 259 54 256conconconconconconconconconconconconconcampionatore campionatore campionatore campionatore campionatore campionatore campionatore campionatore campionatore campionatore con pompa campionatore campionatore campionatoreconcampionatoreo C 12,0 10,5 15,0 17,0 16,5 13,0 11,5 16,0 17,5 16,5 12,8 nd 9,6 17,5 13,0 17,0mg/l 2,0 4,1 7,5 6,0 8,5 6,0 3,7 1,6 6,0 5,0 4,1 nd 8,2 8,0 8,2 3,4/ 7,2 7,2 7,2 7,0 7,4 7,3 7,1 7,2 6,8 6,7 7,3 7,2 7,8 7,2 7,2 7,5µs/cm 2273 3635 2102 2039 2805 1245 4077 1173 1308 3635 749 776 1290 666 884 956µs/cm 2520 4030 2330 2260 3110 1380 4520 1300 1450 4030 830 860 1430 738 980 1060mg/l 1512 2418 1398 1356 1866 828 2712 780 870 2418 498 516 858 443 588 636mg/l O 2 22,7 7,6 / 4,2 10,3 5,1 12,7 7,2 5,5 5,0 12,0 5,8 / 6,8 5,8 7,4concampionatoreOCAOXPtotPort.Porg.TKNN-OrgN-NH4NH4N-NO2NO2N-NO3NO3CaMgNaKFeMnDurezzaIndice S.A.R.mg/l 8,0 3,0 / 1,7 3,8 2,0 4,5 2,6 2,2 2,0 4,7 2,2 / 2,6 2,2 2,9µg Cl/l 30 20 / 14 33 21 36 24 8 32 37 11 / nd 5 6mg/l P 0,69 0,09 / 0,08 nd nd 0,28 nd 0,05 ass nd nd / nd nd 0,09mg/l P 0,69 0,09 / 0,08 0,03 ass 0,28 ass 0,05 ass 0,06 0,03 / 0,02 ass 0,09mg/l P ass. ass / ass ass ass ass ass ass ass ass ass / ass ass assmg/l N 3,78 0,80 / nd nd nd nd 2,80 nd nd nd nd / nd nd ndmg/l N nd ass / ass nd nd nd ass nd nd nd nd / nd nd ndmg/l N 3,78 0,80 / ass ass ass ass 2,80 ass ass ass ass / ass ass assmg/l 4,80 1,00 / ass ass ass ass 3,60 ass ass ass ass / ass ass assmg/l N ass. ass / ass ass ass ass ass 0,11 0,09 ass ass / ass ass assmg/l ass. ass / ass ass ass ass ass 0,36 0,30 ass ass / ass ass assmg/l N 0,23 9,58 / 15,10 25,98 17,33 85,48 0,68 36,50 13,35 1,46 1,44 / 8,70 20,40 0,40mg/l 1,01 43,34 / 66,44 114,31 76,25 376,11 2,99 160,6 58,7 6,4 6,3 / 38,3 89,8 1,8mg/l 242,0 278,0 / 120,0 603,0 46,9 427,0 117,0 164,0 215,0 101,0 334,0 / 73,1 174,0 24,7mg/l 65,3 71,1 / 50,9 179,0 6,9 114,0 33,9 48,8 83,7 22,5 37,2 / 19,6 16,3 13,7mg/l 302,0 652,0 / 274,0 1330,0 80,0 424,0 118,0 110,0 238,0 120,0 262,0 / 63,6 134,0 279,0mg/l 17,1 33,6 / 15,0 29,6 117,0 74,3 9,6 16,600 18,100 11,300 12,700 / 9,620 71,000 12,000mg/l 0,209


TABELLA 9 : Principali parametri chimico - fisici dei campioni d'acqua prelevati nella campagna 2002 (*) .PozzoSigla campioneA33 A34 A35 A36 A37 A38 A39 A40 A41 A42 A43 A44 A45 A46 A47 A48m8 47ter 56bis 262 301 60 67 303 71 m6 67bis 81 92 91 106 107conconconconconconconconconconcon pompa campionatore campionatore campionatore campionatore campionatore campionatore con pompa campionatore campionatore con pompa campionatore campionatore con pompaconcampionatoreModalità di campionamentoParametroTemperaturaunità di misuraC 16,8 nd 10,5 17,0 16,8 17,0 14,0 16,1 nd 17,5 10,0 nd 15,8 nd nd 16,0Ossigeno disciolto mg/l 4,0 nd 5,5 4,3 4,2 2,0 7,7 7,0 nd nd 5,6 nd nd nd nd ndpH/ 6,8 7,1 7,1 7,1 7,0 6,0 7,1 7,1 nd 7,3 7,0 nd 7,6 6,8 6,8 7,0C.E. a 20 o Cµs/cm 2174 884 1109 1173 884 10905 1137 767 nd 803 938 nd 2300 848 1606 1173C.E. a 25 o Cµs/cm 2410 980 1230 1300 980 12090 1260 850 nd 890 1040 nd 2550 940 1780 1300T.D.Smg/l 1446 588 738 780 588 7254 756 510 nd 534 624 nd 1530 564 1068 780CODmg/l O 2 6,8 4,5 4,2 4,8 6,7 13,2 4,2 5,8 5,1 6,0 9,4 3,5 8,0 9,4 5,1 4,9concampionatoreOCAOXPtotPort.Porg.TKNN-OrgN-NH4NH4N-NO2NO2N-NO3NO3CaMgNaKFeMnDurezzaIndice S.A.R.mg/l 2,7 1,7 1,7 1,9 2,7 5,2 1,7 2,3 2,0 2,4 3,7 1,4 3,1 3,7 2,0 1,9µg Cl/l 26 7 6 11 5 57 9 5 8 4 37 3 20 2 16 5mg/l P ass nd 0,04 nd ass nd ass ass nd nd nd ass nd ass nd ndmg/l P ass ass 0,04 ass ass ass ass ass ass ass ass ass 0,02 ass ass assmg/l P ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass assmg/l N nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd ndmg/l N nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd ndmg/l N ass ass ass ass ass nd ass ass ass ass ass ass ass ass ass assmg/l ass ass ass ass ass nd ass ass ass ass ass ass ass ass ass assmg/l N 0,29 ass 0,12 ass ass ass 0,09 0,09 ass ass ass 0,12 ass ass ass assmg/l 0,96 ass 0,40 ass ass ass 0,30 0,30 ass ass ass 0,40 ass ass ass assmg/l N 10,80 3,26 12,04 10,05 1,20 16,97 23,42 3,70 11,86 9,01 14,55 1,37 66,35 9,37 53,49 20,10mg/l 47,5 14,3 53,0 44,2 5,28 74,67 103,05 16,28 52,18 39,64 64,02 6,03 291,94 41,23 235,49 88,44mg/l 187,0 87,4 125,0 147,0 166,0 1390,0 143,0 112,0 369,0 63,5 133,0 89,4 67,2 120,0 381,0 693,0mg/l 30,2 23,3 16,3 31,0 41,5 371,0 11,5 19,1 47,0 14,5 24,8 12,3 16,0 9,0 66,4 44,7mg/l 271,0 85,4 83,7 118,0 259,0 1020,0 75,9 82,2 324,0 110,0 105,0 69,8 112,0 34,7 196,0 418,0mg/l 12,600 12,000 9,640 15,200 25,3 98,9 10,7 11,8 17,0 13,1 21,3 8,0 263,0 7,5 50,5 17,0mg/l 2,490 0,071


TABELLA 10 : Principali parametri chimico-fisici dei campioni d'acqua prelevati nella campagna 2003 (*)TABELLA 10 : Principali parametri chimico-fisici dei campioni d'acqua prelevati nella campagna 2003(*)PozzoSigla campioneModalità di campionamentoParametrounità di misuraA1 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A9 A10 A11 A12 A13 A14 A15 A1657 6 9 12 13 27 215 218 223 23 18 217 229 19 25 228bisconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatorecon pompaconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreTemperaturao C 13,4 / 15,8 15,30 17,1 17,1 16,4 15,8 15,2 13,5 14,3 17,6 / 14,4 13,7 14,8pH/ 7,9 / 7,9 8,24 7,0 7,7 7,8 7,1 8,0 7,8 7,3 7,2 / 7,4 7,7 7,0C.E. a 20 o Cµs/cm 3085 / 852 678 1559 902 1968 3292 872 5177 1419 2960 / 3770 910 2255C.E. a 25 o Cµs/cm 3420 / 945 752 1728 1000 2182 3650 967 5740 1573 3282 / 4180 1009 2500T.D.Smg/l 2052 / 567 451 1037 600 1309 2190 580 3444 944 1969 / 2508 605 1500CODmg/l O 2 91,4 / 4,4 7,20 4,2 7,3 9,6 10,3 9,6 12,5 7,3 7,4 / 10,3 13,4 6,5OCmg/l 32,0 / 1,7 2,60 1,6 2,7 3,7 4,0 3,7 4,8 2,6 2,6 / 4,1 5,5 2,5AOXµg Cl/l 64 / 4 3 0 1 20 22 5 25 6 3 / 18 16 56Ptotmg/l P 0,22 / nd nd nd nd nd nd 0,08 nd nd nd / 0,012 nd ndPort.mg/l P 0,22 / ass. ass. ass. ass. ass. ass. 0,08 ass. ass. ass. / 0,012 ass. ass.Porg.mg/l P ass. / ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. / ass. ass. ass.TKNmg/l N 0,90 / nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd / 0,45 nd ndN-Orgmg/l N ass. / nd nd nd nd nd nd nd nd nd nd / ass. nd ndN-NH4mg/l N 0,90 / ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. / 0,45 ass. ass.NH4mg/l 1,15 / ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. ass. / 0,58 ass. ass.N-NO2mg/l N 0,82 /


TABELLA 10 : Principali parametri chimico-fisici dei campioni d'acqua prelevati nella campagna 2003 (*)PozzoSigla campioneModalità di campionamentoParametroTemperaturapHC.E. a 20 o CC.E. a 25 o CT.D.SCODunità di misuraA17 A18 A19 A20 A21 A22 A23 A24 A25 A26 A27 A28 A29 A30 A31 A3233 232 35 238bis 242bis 32 37 39 248 252 49ter 257 51 259 54 256concampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatorecon pompaconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreo C 13,7 11,4 14,6 13,2 16,2 13,7 13,6 15,9 17,6 13,8 13,5 18,9 11,4 13,3 14,4 16,00/ 8,0 7,7 7,6 8,1 7,5 7,9 7,6 7,7 7,4 7,3 7,8 7,7 8,3 7,4 8,0 8,23µs/cm 3285 3118 3175 1191 934 1091 3049 920 1064 3500 690 732 1214 704 852 825µs/cm 3642 3457 3520 1320 1035 1209 3380 1020 1180 3880 765 812 1346 780 945 915mg/l 2185 2074 2112 792 621 725 2028 612 708 2328 459 487 808 468 567 549mg/l O 2 9,2 24,7 6,4 12,5 14,0 7,3 12,2 3,8 4,3 4,8 8,0 4,8 8,0 13,4 3,9 3,10concampionatoreOCAOXPtotPort.Porg.TKNN-OrgN-NH4NH4N-NO2NO2N-NO3NO3CaMgNaKFeMnClSO4HCO3DurezzaIndice S.A.R.mg/l 3,5 9,3 2,5 4,7 5,4 2,6 4,8 1,4 1,7 1,9 3,0 1,9 3,1 5,1 1,4 1,20µg Cl/l 26 9 11 20 6 3 20 4


TABELLA 10 : Principali parametri chimico-fisici dei campioni d'acqua prelevati nella campagna 2003 (*)PozzoSigla campioneA33 A34 A35 A36 A37 A38 A39 A40 A41 A42 A43 A44 A45 A46 A47 A48m8 47ter 56bis 262 301 60 67 303 71 m6 67bis 81 92 91 106 107concampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreconcampionatoreModalità di campionamentocon pompacon pompacon pompacon pompaParametrounità di misuraTemperaturao C 16,1 19,6 14,3 14,0 / / 14,6 16,6 / 15,3 12,8 / 15,5 15,7 / 14,2pH/ 7,1 7,6 7,8 7,3 / / 7,4 7,8 / 7,3 7,9 / 7,8 7,3 / 7,8C.E. a 20 o Cµs/cm 1967 868 1545 1082 / / 1125 621 / 971 808 / 2154 793 / 1281C.E. a 25 o Cµs/cm 2181 962 1713 1200 / / 1247 689 / 1076 896 / 2388 879 / 1420T.D.Smg/l 1309 577 1028 720 / / 748 413 / 646 538 / 1433 527 / 852CODmg/l O 2 7,9 4,8 9,7 2,1 / / 4,9 6,5 / 3,4 4,1 / 10,9 2,6 / 7,4concampionatoreOCAOXPtot.Port.Porg.TKNN-OrgN-NH4NH4N-NO2NO2N-NO3NO3CaMgNaKFeMnClSO4HCO3DurezzaIndice S.A.R.mg/l 3,0 1,9 3,7 0,8 / / 1,9 2,4 / 1,3 1,6 / 4,1 1,0 / 2,7µg Cl/l 6 1 6


TABELLA 11 : Classe chimica dei campioni prelevati sulla base dei parametri macrodescrittoriPozzo C.E. a 20 o C Cl Mn Fe NO3 SO4 NH4 classeµS/cm mg/L µg/L µg/L mg/L mg/L mg/LA1 3085 553,8 57 14 70,75 100 1,15 4A3 852 80 1


TABELLA12a: Classificazione chimica in base ai parametri macrodescrittori (DLgs 152/99e succ. mod)Unità dimisura Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 0ConducibilitàelettricaµS/cm( 20 o C) ≤ 400 ≤2500 ≤ 2500 >2500 >2500Cloruri mg/L ≤ 25 ≤ 250 ≤250 >250 >250Manganese mg/L ≤ 20 ≤ 50 ≤ 50 >50 >50Ferro mg/L ≤ 50 ≤200 ≤ 200 >200 >200Nitrati mg/L di NO 3 ≤ 5 ≤ 25 ≤ 50 >50 /Solfati mg/L di SO 4 ≤ 25 ≤ 250 ≤ 250 >250 >250Ammonio mg/L di NH 4 ≤ 0,05 ≤ 0,5 ≤ 0,5 >0,5 >0,5TABELLA 12b: Classi chimiche dei corpi idrici sotterranei (DLgs 152/99 e succ. mod)Classe 1Classe 2Classe 3Classe 4Classe 0Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimicheImpatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristicheidrochimicheImpatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, macon alcuni segnali di compromissioneImpatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadentiImpatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali inconcentrazioni al di sopra del valore della classe 3


TABELLA 13a: Stato ambientale (quali-quantitativo) dei corpi idrici sotterranei (DLgs 152/99 e succ. mod)Stato elevato Stato buono Stato sufficiente Stato scadente Stato particolare1 - A 1 - B 3 - A 1 - C 0 - A2 - A2 - B3 - B 2 - C3 - C4 - C4 - A4 - B0 - B0 - C0 - D1 - D2 - D3 - D4 - DTABELLA13b: Definizioni dello stato ambientale per le acque sotterranee (DLgs 152/99 e succ. mod)ELEVATOBUONOSUFFICIENTESCADENTENATURALEPARTICOLAREImpatto antropico nullo o trascurabile sulla qualità e quantità della risorsa, con l'eccezione di quanto previstonello stato naturale particolare;Impatto antropico ridotto sulla qualità e/o quantità della risorsa;Impatto antropico ridotto sulla quantità, con effetti significativi sulla qualità tali da richiedere azioni mirate adevitarne il peggioramento;Impatto antropico rilevante sulla qualità e/o quantità della risorsa con necessità di specifiche azioni dirisanamento;Caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentando un significativo impatto antropico,presentano limitazioni d'uso della risorsa per la presenza naturale di particolari specie chimiche o per il bassopotenziale quantitativo.


TABELLA 14: Valori di parametro fissati dal D. L. 2 febbraio 2001, n. 31: "Attuazione delladirettiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano" e successivemodifiche.Parametri chimiciParametro Valore di parametroUnità dimisuraNitrato (come NO 3 ) 50 mg/lNitrito (come NO 2 ) 0,5 mg/lParametri indicatoriParametro Valore di parametroUnità dimisuraAmmonio 0,5 mg/lCloruro 250 mg/lConduttività 2500 µS/cm a 20 o CConcentrazione ioni H >6,5 e

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