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Poste Italiane - Spedizione in a. p. - 70% - D.C. - D.C.I. - Torino num. 1/2009Notizie dal <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>Voci del <strong>Parco</strong>n. 1/2009


SommarioMobilità sostenibile e motori ecologici... 3Recupero ambientale nel <strong>Parco</strong>.............. 4patrizia.vaschetto@pngp.itOsservare i paesaggi della Vanoise....... 5I metalli nella preistoria............................. 6Ricerca scientifica: la marmotta.............. 7achaz.hardenberg@pngp.itIn volo virtuale sul <strong>Parco</strong> con Vi.Vi.to.... 10andrea.virgilio@pngp.itIl monitoraggio della biodiversità.......... 11ramona.viterbi@pngp.itAguzza la vista! Gioco per i più piccoli 12cristina.delcorso@pngp.itAchillea Erba - rotta ................................ 13laura.poggio@pngp.itLa flora periglaciale................................. 14laura.poggio@pngp.itParchicard: una rete di agevolazioni.... 16andrea.casaleggio@pngp.itValle Soana: una valle fantastica.......... 17cristina.delcorso@pngp.itUn Marchio collettivo di Qualità............. 18andrea.casaleggio@pngp.itL’alpeggio sperimentale di Entrelor....... 19Vivere nel <strong>Parco</strong>: intervista .................... 20andrea.virgilio@pngp.itIl diario del Guardaparco: censimento 22luciano.ramires@pngp.itUltime notizie dal <strong>Parco</strong>........................... 24andrea.virgilio@pngp.itIl <strong>Parco</strong> invisibile: i vincitori del 2008...... 25andrea.virgilio@pngp.itIl° concorso fotografico 2009.................. 26VOCI DEL PARCO - n.1/2009Registrazione del Tribunale di Torinon. 5613 del 10/06/2002Editore, Redazione e Amministrazione:Ente <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>Via della Rocca, 47 - 10123 TorinoDirettore responsabile:Michele Ottinomichele.ottino@pngp.itCoordinamento:Pier Giorgio Mossopier.mosso@pngp.itGrafica e impaginazione:Marcella Tortorellimarcella.tortorelli@pngp.itStampa:Satiz s.r.l.Stampato su carta con certificazione FSCEditorialeIl <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>, quandorivendica una sua specificità a livello internazionale,non adduce solo ragioni d’eccellenzastorica, dimensionale e interregionalitàcon confini culturali europei, ma evidenziauna sostanziale ed oggettiva diversità esistenzialecome area protetta. Rispetto adaltre aree naturalistiche debbono qui essereaggiunte le alte quote delle aree da proteggere,un consistente e vario patrimoniogeomorfologico, glaciologico, faunistico eforestale, scarse condizioni d’accessibilità (senon per escursionisti) ed un assetto normativoche deve anche coesistere con insediamentiche, salvo rare eccezioni, vanno contraendosi,a rischio d’estinzione per oggettive difficoltàdi aggiornamento delle attività capacidi assicurare minimi sostegni economici allepopolazioni. I Comuni montani che registranoqueste progressive perdite di attività e dipopolazione non possono divenire i rassegnatitutori di un disperato oblio. Ed è graziead un ancor florido e caparbio contributo dimolti residenti, alla continuità delle tradizioniartigianali e delle attività agricole se questopaventato oblio non è prevalso rispetto a ricorrentitentazioni d’abbandono, per occupazionipiù sicure ed al riparo da rischi personalie familiari. Si impongono quindi, perqueste eroiche testimonianze, strumenti perun reale sostegno economico che superinoil ricorrente e riduttivo formalismo dei censimenti.Dilatando la cultura della conoscenzatroppo spesso limitata a “prodotti tipici” madi scarso interesse commerciale. Con risorsenazionali ed internazionali il <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong><strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong> e le Regioni Piemonte e Valled’Aosta stanno lavorando all’impegnativotraguardo del Marchio di Qualità per prodottied attività che, già oggi accredita l’eccellenzadei luoghi, dei Comuni e delle Comunitàoperanti nell’area protetta e dintorni. Conmodalità che verranno dettagliatamente resenote e già qui commentate, i produttori potrannodotarsi di un efficace strumento di comunicazionee di pubblicità che, presente neilocali (ad esempio della cucina tipica) o sulprodotto (artistico o enogastronomico) possaaccreditarli, garantendo il cliente-consumatorenel superare le ricorrenti, normali barriered’indifferenza o diffidenza anche del turistapiù avveduto.■Giovanni PiccoPresidentefoto di copertina: Enzo Massa Micon - archivio PNGPfoto: Enzo Massa Micon - archivio PNGP


foto: archivio PNGPUn’esperienza di recupero ambientalenel <strong>Parco</strong>: l’area del telessioUn’esperienza di recupero ambientale nel <strong>Parco</strong>Tra le finalità di un parcoha un posto importanteil recupero delle criticitàche compromettono ilpaesaggio, non tanto (osolo) inteso in senso estetico,quanto come risultatodella biodiversità naturalee culturale. Si tratta talvoltadi porre rimedio a interventieseguiti nel passato,frutto di una minore o diversasensibilità nei confrontidelle problematicheambientali. Un’azione moltoimportante promossadal <strong>Parco</strong> negli scorsi anniriguarda la riqualificazionedell’area del Telessio,nel vallone di Piantonetto,comune di Locana. Inquest’area a 1900 metri diquota, dal 1955, anno dicostruzione di un bacinoidroelettrico, erano rimastein piedi le strutture delcantiere, tra cui il fabbricatosilos e il frantoio per lafrantumazione degli inertinecessari alla costruzionedella diga. Si trattava divolumi in cemento armatofuori scala e incoerenticon il contesto paesaggistico.Attraverso una convenzionecon l’ex AziendaEnergetica Municipale,(oggi Iride) proprietariadegli impianti, è stato possibiledefinire un progettodi riqualificazione generaledell’area, con la demolizionedi molti volumi eil dimensionamento degliscavi e dei riporti per rimodellarei versanti. Il riportodi terreno vegetale e l’applicazionedi tecniche diinerbimento con specielocalmente adatte hannocompletato la rinaturalizzazionedel sito.Nella stessa zona, con Irideè stato successivamenteconcordato un interventodi eliminazione di lineeelettriche dismesse o sottoutilizzate.La presenza di linee elettricheaeree all’interno diun’area protetta può rappresentareuna minacciaper l’avifauna e generaredue ordini di rischi: il rischiodi mortalità per la collisionein volo con le linee acausa della loro dislocazionee della scarsa visibilità;il rischio di elettrocuzioneo folgorazione per ilcontatto degli uccelli conelementi in tensione dellelinee a bassa e media tensione.L’elettrocuzione puòcostituire un problema ancheper gli Enti distributoridi energia elettrica, quandocomporta l’interruzionedel servizio e la necessitàurgente di ripristino.In Italia l’interesse versoqueste problematiche èrelativamente recente, anchese crescono gli esempidi interventi di mitigazionea dimensione locale. Risaleal 2001 un Protocollod’intesa tra Enel, Federparchi,Legambiente e Ministerodell’Ambiente, cheprevede, oltre allo sviluppoe alla diffusione delleenergie rinnovabili, l’attivazionedi progetti per interventidi riqualificazioneambientale.A livello comunitario la tuteladell’avifauna è sancitadalla Direttiva 79/409/CEE Conservazione degliuccelli selvatici, che prevedel’istituzione delle Zonedi protezione Speciale(ZPS). L’intero territorio del<strong>Parco</strong> è stato individuatocome ZPS e compito dell’Entegestore è prevenirele perturbazioni dannoseall’avifauna.In ambito locale, una stradapercorribile è l’intesacon gli enti gestori dellelinee che, per quanto riguardail territorio del <strong>Parco</strong>,ha comportato daparte dell’Enel l’interramentodelle linee a bassatensione nei villaggi tradizionalidi fondovalle, conun indubbio aumento dellaqualità paesistica delleborgate. ■Patrizia VaschettoResponsabileUfficio PianificazioneServizio tecnico e pianificazione


messaggio pubblicitarioLe altre aree protette:Osservare i paesaggi della VanoiseFour SeaSonS by Gaia 900GeStiSce il cea centro di educazione ambientale di noaSca,nel cuore del <strong>Parco</strong> nazionale <strong>Gran</strong> ParadiSo: uno dei Fioriall’occhiello della Valle dell’orco nonché l’unico cea intutto il territorio del <strong>Parco</strong>PER LE VOSTRE VACANZESoGGiorni nel <strong>Parco</strong>eScurSioni nel <strong>Parco</strong>In molti modi diversi, ipaesaggi della Vanoiseci donano un’eredità preziosae mostrano svariaterappresentazioni, soprattuttoin termini di identitàe di futuro. Questi paesaggicambiano progressivamentecon modificheimpercettibili o, talvolta,più visibili a seguito di interventida parte dell’uomo.In un senso o nell’altro, èdifficile apprezzare questaevoluzione, poiché il paesaggiodi prima non c’èpiù... e la memoria umananon è sempre fedele. Lafotografia permette di sopperirealle mancanze dellamemoria e di paragonarel’aspetto di un luogo presoin epoche diverse, vicine olontane. Per seguire questipaesaggi nel tempo e spronaregli attori, i produttori ei consumatori di questi luoghiad interrogarsi tra loro,nel 2005 il <strong>Parco</strong> nazionaledella Vanoise ha fondatol’Osservatorio fotograficodei paesaggi della Vanoise.L’osservatorio raccogliecirca 180 riprese inizialisull’insieme dei 29 comunidella Maurienne e dellaTarentaise che formanol’area ottimale di adesioneal <strong>Parco</strong> nazionale. Alcunedi queste immaginisono state realizzate tra il2006 e il 2008 dall’artista-fotografaBeatrix von Conta,altre provengono da collezionipubbliche e private divecchi documenti. Un centinaiodi queste fotografieverranno scattate di nuovoregolarmente, in particolaredalle guardie del <strong>Parco</strong>PER LE SCUOLEViaGGi d’iStruzioneGiornate didattiche tematicheattiVità di laboratorio naturaliSticoattiVità didattica nella Vecchia Scuoladella borGata maiSonnazionale della Vanoise,secondo un arco di tempoche va da uno a cinqueanni, rispettando la stessainquadratura. Solo a questacondizione, le differenzeche si possono osservaretra due fotografie dellostesso luogo corrispondonoa cambiamenti reali sulterritorio. Forte di tutta laricchezza di questa documentazionefotografica, il<strong>Parco</strong> nazionale della Vanoiseha voluto valorizzarlae metterla a disposizionedel pubblico nell’ambitodelle “Stagioni del paesaggio”,una serie di manifestazionie animazioni organizzateper il 2009.Durante tutto l’anno vengonoproposte al pubblicoalcune esposizioni nei comunidel <strong>Parco</strong> e a Chambéry,animazioni dei guardaparco,un seminario diriflessione sul paesaggiocontemporaneo, la pubblicazionedi un’opera… Èin corso di realizzazione ancheun sito internet (http://observatoiredespaysages.parcnational-vanoise.fr) perinserire on-line il programmadell’anno corrente. Ilsito premetterà di accedere,attraverso un modulocartografico, a tutte leimmagini dell’osservatorio,alle informazioni e ai relativicommenti. ■www.parcnational-vanoise.comLe altre aree protette: osservare i paesaggi della Vanoisee inoltre:VIAGGI E VACANZE A PIEDI E IN BICIIN ITALIA IN EUROPA E NEL MONDOElisabeth BerliozChargée de mission communicationParc national de la VanoiseTraduzioneElisa Vastarini - PNGPPer saperne di piùwww.fsnc.it - infoviaggi@fsnc.ittel. 348.30.10.016 – 06.27.800.984


foto: Marco Cimastoria nel parco: I metalli nella preistoriaL’ambiente Orco-Soanail metalli nella preistoria - L’ambiente Orco-SoanaIl massiccio del <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>comprende una seriedi sistemi geologici ricchi digiacimenti minerari, moltidei quali hanno avuto unruolo significativo anchenelle più recenti fasi industrialidella nostra storia. Latradizione della ricercamineraria e della coltivazionedei giacimenti risalealla preistoria e riguardain primo luogo la cava dipietre verdi (in prevalenzaserpentiniti massicce) chegli uomini del Neolitico, apartire dal V millennio, cavaronopresumibilmenteall’altezza di Locana, dovel’anello di ofioliti si manifestasuperficialmente inmaniera massiccia. Nonesiste una testimonianzaarcheologica di questecave, che dovevano esseredi superficie, ma pocoa monte della borgata diPiandemma si conserva unmirabile atelier di levigatura,forse il più importantedelle Alpi Occidentali. Lostesso ambiente venne frequentatocon ogni probabilitàanche dalle comunitàdell’età del Rame nel corsodel III millennio a.C. per laricerca nei detriti di faldadel rame in forma nativa edelle calcopiriti, dalle qualiper arrostimento prolungatosu un semplice focolaresi potevano trarre modestequantità di metallo, di cuiil pugnale in bronzo arsenicalerinvenuto alla BoiraFusca (Salto Cuorgné) èun esempio significativo. Sitratta della nascente metallurgialocale. Riteniamoche piccole quantità di mineraledi rame, anche pregiato,potessero essere trovatenei detriti di falda delmonte Coccagna nell’altovallone del Roch e nelle piùmodeste cima Loit e monteArzola sopra Varario o ancoranelle falde della testatadel vallone dell’Azaria,nell’alta valle Soana intornoall’alpe del Rancio. Naturalmentei resti di questeminime attività estrattivenon hanno retto al tempoe anche la più sofisticataricerca archeologica nonè in grado di identificarli.Ciononostante esistono segniesterni, come le incisionirupestri, che suggerisconofrequentazioni non casualidi ambienti montani concaratteristiche minerarie.Un esempio significativo riguardai simboli solari delmonte Arzola, ascrivibiliproprio all’età del Rame oall’antica età del Bronzo.A cavallo tra il II e il I millennioa.C. la crisi delle rottecontinentali dello stagnoincrementa l’uso di metallialternativi ed è in questoclima di forte domanda,indotta dalle lotte per lasupremazia territoriale chele comunità del Bronzo Finaleintrodussero nelle loropratiche artigianali la metallurgiadel ferro. La tecnicametallurgica non erasostanzialmente differenteda quella praticata per ilrame. I metallurgisti del ferrosapevano trattare i mineralicon prolungati arrostimentiin focolare ben coibentatoe spinto a temperatureprossime o di poco superioriai 1000°C. Con questo metodoera possibile trattaresoltanto l’ematite lenticolare,ottenendo un massellometallico spugnoso, compattabilecon successivi riscaldamentie martellature.Questo minerale abbondanell’alta valle Orco sullependici del monte Bellagarda,dove ottimi blocchidi ematite quasi pura sonoriscontrabili ancora ogginelle falde attive sopra l’alpeCiarbonera. Nei primisecoli del I millennio a.C. lametallurgia del ferro si diffusecapillarmente presso lecomunità locali, anche inambiti strettamente rurali,ed è per questa ragioneche negli insediamenti difondovalle dei primi secolia.C., da Salto a Valperga, siriscontrano in maniera sistematicatracce della riduzionedel minerale di ferro. ■Marco CimaCesma Formazione & Cultura


foto: Caterina FerrariLe ricerche scientifichesulla marmotta alpina nel <strong>Parco</strong>Primi di Aprile. Un brevee acuto fischio rompeil silenzio sui pascoli in altaquota, ancora ricoperti dineve. Incuriositi, scrutiamol’orizzonte con il binocolo:facciamo appenain tempo a vedere unamarmotta alpina che sparisceveloce dentro unatana. Pochi secondi dopouna grossa ombra ricoprel’apertura scavata nellaneve. Alziamo lo sguardo:un’aquila adulta sorvolaa bassa quota la zona,poco prima brulicante dimarmotte, adesso deserta.L’aquila reale, assiemealla volpe, è uno deiprincipali predatori dellamarmotta alpina (Marmotamarmota), una dellequattordici specie di marmottedistribuite in tuttol’emisfero boreale. Anchequesta volta è andatabene per “Beppe”, unadelle 101 marmotte alpinerese riconoscibili dairicercatori con marcheauricolari colorate per poternestudiare il comportamentoe l’ecologia neipascoli di Orvielles, in Valsavarenche.Dall’estatedel 2006 infatti, Orvielles,un tempo casa di cacciadei Savoia, ospita ricercatorie studenti, italianie canadesi, impegnati, incollaborazione con il CentroStudi Fauna Alpina del<strong>Parco</strong>, in ricerche a lungotermine sull’ecologiacomportamentale di questoroditore.Gli effetti del forte rischiodi predazione sulle strategiedi foraggiamento,di vigilanza e di uso dellospazio della marmottasono uno degli argomentidi ricerca principali affrontatidal gruppo di studiosi.Caterina Ferrari ha lavoratoper la propria tesi dilaurea triennale in ScienzeNaturali a Pavia sul comportamentodi vigilanzanelle marmotte. Al contrariodi quanto comunementesi crede, nellemarmotte non esistono“sentinelle”, che passerebberoil tempo a scrutarel’orizzonte per avvertirei compagni di eventualipredatori. Piuttosto, tuttii membri della coloniarestano vigili durante l’attivitàdi foraggiamento,secondo il principio che“più occhi vedono megliodi due.” Come succede inmolte specie-preda tuttele marmotte, mentre si alimentanosui pascoli, alzanoregolarmente la testae scrutano brevementeattorno a sè per avvistareeventuali pericoli. Da studiprecedenti sappiamo chela frequenza degli eventidi vigilanza (misurati comealzate di testa al minuto)dipende dal numero diindividui che in quel momentosono sul pascolo:se sono in tanti, ogni individuopuò “permettersi”di spendere un po’ menotempo per la vigilanza econcentrarsi invece di piùsull’alimentazione, mentrese sono in pochi sonocostretti ad aumentarela frequenza di alzate ditesta per compensare ilridotto numero di osservatoripresenti. Con Caterinaabbiamo voluto vederese le marmotte modificanola propria frequenzadi eventi di vigilanza anchein accordo con il tipodi ambiente in cui si trovanoa foraggiare. Ci sipuò infatti aspettare chemarmotte che vivono inambienti più chiusi, vicinial margine del bosco, sianosoggette ad un rischiodi predazione maggioreda parte della volpe (unpredatore che adottauna strategia di cacciaall’agguato, favorita negliambienti con poca visibilitàperché può avvicinarsipiù facilmente alle proprieprede senza essere vista )rispetto ad altre che vivonoin zone più aperte, conuna maggiore visibilità.Le marmotte nelle zonechiuse potrebbero esserequindi costrette a spende-Le ricerche scientifiche sulla marmotta alpina nel <strong>Parco</strong>


foto: Caterina Ferrarire più tempo in vigilanza.Caterina ha dunque passatol’estate del 2006 aregistrare il comportamentodi vigilanza in duecolonie, una localizzatanei piani alti di Orvielles (laZona aperta) e l’altra inun pascolo a una quotapiù bassa, circondato dauna zona di bosco (Zonachiusa). I risultati della suatesi sono attualmente inpubblicazione sulla rivistascientifica internazionaleEthology, Ecology andEvolution e confermanola nostra predizione: sia lafrequenza di eventi di vigilanza,sia il tempo spesoin tale attività nella zonachiusa sono risultati esserepiù del doppio rispettoalla zona aperta (6,3 alzatedi testa al minuto nellazona chiusa, rispetto a 2,3alzate/minuto nella zonaaperta e rispettivamente il23 % contro il 12 % di tempospeso in vigilanza.)Fra le numerose altre caratteristicheche rendonole marmotte interessanti,come soggetto di investigazionescientifica, vi è laloro spiccata socialità. Lemarmotte formano infattigruppi familiari molto numerosi,in genere formatida una coppia adulta dominante,dai piccoli dell’annoed i figli subadultidella coppia, che restanonel gruppo familiare finoai 3 - 4 anni di età e aiutanoattivamente a tenerecaldi i fratelli più piccoli,con un meccanismo chiamatotermoregolazionesociale durante la lungaibernazione invernale cheva dai primi di ottobre finoa fine marzo.François Dumont, studentedi master dell’Universitàdel Quebec a Montrealsotto la supervisione delProf. Denis Réale, dall’estatescorsa, oltre alunghe sessioni di osservazionedi interazioni socialifra gli animali sul campo,sta utilizzando tecnichedi analisi matematicheprese in prestito dallaTeoria delle Reti (NetworkTheory), per analizzare lacomplessa socialità all’internoe fra le famiglie dimarmotte. “Stiamo cercandodi capire il ruolodelle differenze individualinella struttura sociale dellemarmotte“ - ci raccontaFrançois - “Le prime analisi,anche se molto preliminari,sembrano indicareuna maggiore frequenzadi interazioni aggressiveda parte dei maschi dominanti,mentre le interazionisociali delle femmine dominantitendono a esseremaggiormente concentratesu attività di rafforzamentodei legami sociali,come la toelettatura reciproca.Ma ci sono grandidifferenze fra una famigliae l’altra: di conseguenzala struttura sociale di ognifamiglia cambia“.Le differenze individualinel comportamento sonoanche al centro degli interessiattuali di Caterina,che dopo la laureatriennale ha continuatoa lavorare sulle marmottedi Orvielles per il suomaster anche lei pressol’UQAM. Il suo supervisore,Denis Réale, infatti, èuno specialista mondialesulla personalità nel mondoanimale. Recenti studihanno confermato cheanche gli animali selvaticipossono essere caratterizzatida una propriapersonalità, si comportanocioè in maniera sistematicamentedifferentel’uno dall’altro e questedifferenze sono ereditarie.I ricercatori stanno adessocercando di capirel’importanza evolutiva diqueste differenze nel temperamento.Caterina stacercando di capire se ancheper le marmotte possiamoparlare di personalitàdiverse, se cioè alcuniindividui tendono a esserepiù coraggiosi o timidi dialtri e se queste caratteristichevengono trasmesseall’interno delle famiglie.Lei ne è convinta, e perdimostrarlo misura il temperamentodelle marmotteosservando la lororeazione quando vengonomesse di fronte a unostimolo per loro nuovo esconosciuto in una situazionesperimentale pocoprima di essere rilasciatedopo la cattura. Caterinaci spiega gli sviluppi: “SeLe ricerche scientifiche sulla marmotta alpina nel <strong>Parco</strong>


foto: Caterina Ferrariquesti risultati sperimentalivenissero confermati daidati raccolti sul campodurante la vita naturaledi queste marmotte si potrebbedavvero parlaredi personalità differentitra individui di marmottaalpina, con alcuni più coraggiosi,altri più socievoli,altri più timidi”.Cristian Pasquaretta, all’ultimoanno del suo dottoratodi ricerca pressol’Università di Pavia, inveceha passato le ultimedue estati cercando didefinire i confini e misurarele dimensioni dei territoridei vari gruppi familiari ea misurare quanto grassoriescono ad accumularele singole marmotte primadel lungo inverno. Per fareciò abbiamo piazzato dellepiccole bilance copertecon un piano di legnodavanti alle tane principali.Quando le marmottemarcate escono dallatana, spesso si fermanoper qualche istante sulpiano della bilancia, permettendoa Cristian e aglialtri studenti di leggerne adistanza il peso indicatosu un display elettronico.Perchè siamo tanto interessatial loro peso? Lamarmotta passa circa seimesi all’anno sotto terrain ibernazione. Un individuoadulto arriva a perderecirca metà del suopeso durante il periodoinvernale. Per questo motivola marmotta alpinapassa la stagione estivaa foraggiarsi per garantirsisufficienti riserve di grassoper l’inverno seguente.La quantità di grasso accumulataè dunque unavariabile fondamentaleper la sopravvivenza degliindividui. Cristian ci spiegacosa intende fare conquesti dati: “Grazie ai pesiraccolti con le bilance,possiamo ricostruire perogni individuo la curvadi crescita del peso e stimarequanto grasso sonoin grado di accumularedurante l’estate. Questodato, oltre a permettercidi verificarne l’effetto sullasopravvivenza invernale,ci consentirà di testarealcune ipotesi su comele marmotte bilanciano iltempo dedicato al foraggiamentocon strategieantipredatorie ed altreattività”. Cristian è in partenzaper Mendoza in Argentina,dove presenterài primi risultati di questaricerca al decimo ConvegnoInternazionale suiMammiferi.Le marmotte che abitanozone più ricche di specievegetali per loro appetibili,hanno areali vitali piùpiccoli e si accrescono dipiù in peso rispetto a quelleche vivono in zone conrisorse più scarse. Nellezone più povere dal puntodi vista alimentare lemarmotte sono costrettead allontanarsi di più dalleproprie tane per cercarecibo, ed è probabile chequesto comporti un dispendioenergetico maggioree un accresciutorischio di predazione. Neiprossimi anni, con la collaborazionedegli studentie ricercatori coinvolti nelProgetto marmotta, cercheremodi capire se ècosì e quali sono le conseguenzea livello di dinamicadi popolazione per lemarmotte del <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong><strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>. ■Achaz von HardenbergCentro Studi Fauna AlpinaServizio Sanitario e della RicercaScientificaBibliografiaFerrari C. Bogliani G. & vonHardenberg A. (2009)Alpine marmots (Marmota marmota)adjust vigilance behaviouraccording to environmental characteristicsof their surrounding.Ethology, Ecology & Evolution,in stampa.Le ricerche scientifiche sulla marmotta alpina nel <strong>Parco</strong>


messaggio pubblicitarioIN VOLO VIRTUALE SUL PARCO CON Vi.Vi.To.In volo virtuale sul <strong>Parco</strong> con Vi.Vi.To.Si chiama Virtual VisitTool (Vi.Vi.To.) il nuovostrumento di simulazione3D che consente una visitavirtuale delle aree protettealpine, elaborato nell’ambitodel progetto InterregIII Alpencom, promossodall’Unione Europea.Il progetto Alpencom èvolto a realizzare una comunicazionecomune allearee protette alpine permigliorare la sensibilità delgrande pubblico alle problematicheambientali.La visita virtuale delle areeprotette alpine è stataideata per i Centri Visitatoridei Parchi che fannoparte della rete alpina dellearee protette Alparc, dicui il <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong><strong>Paradiso</strong> è partner.ViViTo è un innovativo strumentodi comunicazioneinterattivo, che presentainformazioni sui Parchi esulle riserve naturali alpine,realizzando una simulazioneanimata in 3D deglistessi. I visitatori potrannoquindi “volare” a piacereattraverso un paesaggioalpino tridimensionale eottenere informazioni inuna delle quattro linguealpine o in inglese. In talmodo potranno scoprirela ricchezza naturale e culturaledelle Alpi in modoleggero e divertente e nellostesso tempo rendersiconsapevoli dei problemidella loro protezione. Perquanto riguarda il <strong>Parco</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>,verranno installate nel corsodel 2009 due postazionimultimediali del sistema,destinate all’utilizzazioneda parte dei visitatori delCentro TutelAttiva Laboratorio<strong>Parco</strong> di Cogne e delMuseo Regionale di ScienzeNaturali di Torino. I turistipotranno quindi, graziead uno speciale joystick,effettuare il volo virtualeproiettato su un appositoschermo. Un’ulteriore occasioneper conoscerel’area protetta, ma ancheun modo per entrare incontatto con le possibilitàofferte dal territorio dalpunto di vista naturalistico,culturale e turistico. ■Andrea VirgilioUfficio Stampa PNGPAlbergoLa cascatadi NoascaNel cuore del <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong> l’ospitalità è fatta dicucina con prodotti della filiera locale, un ambienteaccogliente, consigli per le escursioni,ospitalità e convenienza.Per i gruppi è a disposizione anche il Salone delCEA, Centro di Educazione Ambientale del<strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>.Antonella, Claudio e Daniela vi aspettano conl’inimitabile crostata della casa e tante altregolosità per una vacanza indimenticabile nel<strong>Parco</strong> naturale più antico d’Italia!10www.asagroup.itlacascata@asagroup.ittelefono 0124 - 90.18.04


foto: Susanne Nitze - archivio PNGPIl monitoraggio della biodiversità nel parcoLa biodiversità è la rappresentazionedell’incredibilevarietà con cui si manifestala vita sulla terra ecomprende non solo ogniorganismo vivente, ma anchela variabilità esistentea livello di singoli individui,popolazioni ed ecosistemi.Questi ultimi forniscono all’umanitàuna serie di servizidal valore inestimabile(rifornimento di materie prime,acqua e cibo, regolazionedegli estremi climaticie dei cicli biogeochimici,attività ricreative e culturali)e sembra accertato cheil loro stesso funzionamentodipenda strettamente dalla‘quantità di biodiversità’che contengono. Gli organismianimali e vegetalihanno iniziato a risponderealle alterazioni ambientali,modificando la loro distribuzione,la loro abbondanzae alcune caratteristichecomportamentali o fisiologiche.Questi sono i motiviche hanno spinto il <strong>Parco</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>ad intraprendere unostudio per il monitoraggiodella biodiversità animale.Sono stati utilizzati sei gruppitassonomici (carabidi, stafilinidi,ragni, farfalle diurne,cavallette e uccelli), sceltiin base alla loro potenzialeidoneità quali indicatori dimodificazioni nell’ecosistema.L’ipotesi alla base èche cambiamenti riscontratinelle loro comunitàriflettano realtà generalizzabilianche ad altri gruppidi organismi viventi. Leoperazioni di monitoraggiosono state eseguite lungotransetti altitudinali (1200– 2600 m), uno per ognivalle del <strong>Parco</strong>, in due annisuccessivi, impiegandometodologie standardizzate,facili da applicare edeconomiche. Lo studio hapermesso di aumentare laconoscenza faunistica del<strong>Parco</strong>, individuando anchespecie mai descritte alivello italiano, dimostrandocome sia ancora da approfondirela conoscenzadella fauna persino nellearee protette. Si è inoltreanalizzata la composizionedelle comunità animali lungoil gradiente altitudinale:capire il legame esistentetra organismi e altitudineci consentirà di formulareipotesi riguardo alle possibilirisposte delle comunitàai cambiamenti climaticied ambientali. Tra le diversetipologie ambientali presentiall’interno del <strong>Parco</strong> laprateria si è caratterizzatacome realtà omogenea,ben definita dal punto divista faunistico, impreziositada un gran numero di specievulnerabili o minacciate.Nella fascia di transizionetra bosco e prateria è presentela fauna provenienteda entrambi gli ambienti,più alcune specie peculiari.Questi risultati consentonodi individuare le prioritàconservazionistiche utilizzabilidal <strong>Parco</strong> anche per lapianificazione territoriale,come efficace strumentoconoscitivo. Molto difficileè stato trovare un singologruppo animale che sia ingrado di predire da solo laricchezza specifica totalein una serie di ambienti cosìvariegati. Nonostante ciò,le indagini preliminari individuanoil gruppo dei ragnicome possibile indicatoredella biodiversità totale.Questi risultati, se ulteriormenteconfermati, potrebberoconsentire di semplificareil monitoraggio futurolimitando il numero di gruppida studiare e riducendogli sforzi necessari. Lo scopodi questo studio è duplice:avere una fotografia istantaneadella biodiversitàanimale del <strong>Parco</strong> e costruirela fase “zero”, fondamentaleper impostare ilmonitoraggio futuro. Questoconsentirà di ottenereserie storiche di notevolevalenza scientifica per valutarele risposte della faunaai cambiamenti climaticied ambientali. ■Ramona ViterbiCollaboratore scientifico PNGPIl monitoraggio della biodiversità nel <strong>Parco</strong>11


disegni: Roberta Accatino- archivio PNGPAGUZZA LA VISTA E OSSERVA la BIODIVERSITA’Gioco a premi per ragazzi da 8 a 13 anniLa nostra rivista arriva nellecase di centinaia difamiglie residenti nel <strong>Parco</strong>ma viene letta anche daivisitatori e dagli appassionatidi natura che ognianno frequentano il nostroterritorio. Vorremmo riservareun’attenzione particolareanche ai bambinie ai ragazzi, stimolando laloro curiosità e voglia discoprire cose nuove: invitiamoi genitori a guidare iloro figli alla scoperta dellabiodiversità in tutti gli ambientiche ci circondano…ma ci raccomandiamo,lasciate che facciano dasé, il gioco ha senso solo seesprimerà la loro capacitàdi osservazione.Grazieper la collaborazione!La Terra è un pianeta ricchissimodi specie animali evegetali, virus, batteri e funghi.L’insieme di questi organismiforma il mondo vivente.Quanto più un territorioè ricco di specie tanto piùgrande è la sua biodiversità:noi dobbiamo cercaredi proteggerla dappertutto,perché è un grande valoreper la nostra vita. Immaginaun mondo senza fiori epiante, o senza le api… nonsarebbe più possibile la sopravvivenzadi tutte le altrespecie e anche dell’Uomo.Ti proponiamo un semplicegioco per scoprire la biodiversitàintorno a te. Mandacile risposte via mail oper posta: i 10 partecipantiche avranno indicato ilmaggior numero di specie(indicando il nome oppureuna breve descrizione, oppureinviando le foto) vincerannoun bellissimo premio.Buona fortuna e... nonfarti aiutare dagli adulti!1 - OSSERVA LA BIODIVERSITA’NELLA TUA CASAQuante specie diverse vedi?Pensa ai fiori sul balcone, aipiccoli insetti, o agli animaliche tieni con te…2 - ESCI PER UNA PASSEGGIATANEI DINTORNI DI CASAannota le specie animali evegetali che incontri3 - ORA RECATI IN UN GIARDINOPUBBLICOQuante specie di alberidiversi riesci a contare?Quante specie di fiori? Annotale loro caratteristiche.Cerca gli alberi ad alto fusto,i cespugli, i fiori, le erbe,gli insetti, i piccoli mammiferi,gli uccelli: anche senon sai il nome, annotatiuna breve descrizione, peresempio un uccello nerocon il becco giallo, un altrouccello che assomigliaa un passero, un alberocon grandi foglie, uno contantissimi fiori bianchi...4 - APPROFITTA DI UNA GIORNATAIN CAMPAGNA O IN MONTAGNA,COMUNQUE LONTANO DALLACITTA’Quanti tipi di ambienti diversivedi? Per esempio ilbosco, i campi coltivati,ecc. Quanti tipi di specieci sono nei diversi ambienti?Se vuoi mandaci anchele fotografie5 - SECONDO TE, ALLORA, DOVE E’MAGGIORE LA BIODIVERSITA’?in città □in campagna □in montagna □SPEDISCI LE RISPOSTEENTRO IL 30 SETTEMBRE A:ENTE PARCO NAZIONALEGRAN PARADISO,Via della Rocca 4710123 TORINOOppure via mail a: info@pngp.itindicando sulla busta o nell’oggettodella mailCONCORSO BIODIVERSITA’oltre ai tuoi dati, il tuo indirizzo erecapito telefonico.Dal 15 ottobre comparirà sul sitodel <strong>Parco</strong> www.pngp.it l’elencodei vincitori ■Cristina Del CorsoResponsabileUfficio Educazione AmbientaleServizio Turismo - Ed. AmbientaleAguzza la vista- Gioco a premi per ragazzi da 8 a 13 anni12


foto: Laura Poggio - archivio PNGPle piante officinali: Achillea erba-rottaConoscere ma non raccogliereFamiglia: AsteraceaeNome volgare italiano:Achillea erba-rotta, FernetNome volgare francese:Achillée erba-rottaHabitat: cresce in luoghirupestri e detritici ma anchein pascoli sassosi, soprattuttosu silice (terreni apH acido), da 1500 fino a3000 m di altitudine.Descrizione morfologica:è una pianta alta 10-20cm con fusti striscianti e legnosialla base, getti sterilie fusti fioriferi fogliosi con icapolini riuniti in corimboterminale. Ogni capolino(infiorescenza caratteristicadella famiglia) è compostoda numerosi piccolifiori ligulati bianchi e fioritubulosi centrali giallastri.È specie polimorfa per laforma delle foglie; si riconosconoinfatti due diversesottospecie con formeintermedie di transizione.La subspecie erba-rottapresenta foglie picciolatecon forma spatolato-lanceolatae margine interoo munito di pochi dentelliapicali, mentre la subspeciemoschata ha foglieprofondamente divise insegmenti lineari (fogliepennatosette).Fioritura: giugno-agosto, aseconda dell’altitudine.Distribuzione: è specieendemica delle Alpi, mala subspecie erba-rotta èesclusiva del settore occidentaledell’arco alpino(endemismo più ristretto).Nel <strong>Parco</strong> sono presentitutte e due le sottospecieanche se risulta maggiormentecomune la subspecieerba-rotta.Usi officinali: essendo speciearomatica come quasitutte le specie appartenential genere Achillea,trova largo impiego nellatradizione popolare perle sue proprietà digestiveed aperitive, ma anchecome espettorante, sudoriferoe balsamico. Si utilizzanole sommità fiorite,raccolte alla fine della fiorituraquando maggiore èil contenuto di principi attivi.In liquoreria la piantaè utilizzata per la preparazionedi vermouth e liquoridigestivi. Nell’uso popolareuna tazza di infuso, presoprima di coricarsi con mielee scorza di limone, haproprietà balsamiche edespettoranti e concilia ilsonno; un bicchierino di liquorepuò attenuare il maldi montagna e la cefalea.Curiosità: il nome del generesembra prendere originedall’eroe greco Achilleche, secondo la leggenda,ne fece uso per curarsile ferite; il nome specificoè riferito alle foglie chehanno il lembo più o menoinciso.■Laura PoggioResponsabile Servizio botanicoLe piante officinali: Achillea Erba - rotta13


foto: Laura Poggio- archivio PNGPbotanica: La flora pioniera alla conquistadi nuovi territoriDa alcuni decenni ighiacciai del <strong>Parco</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>stanno subendo notevolicambiamenti sia perquanto riguarda il bilanciodi massa (riduzione dellospessore del ghiaccio)sia per l’arretramento deifronti. I fattori che entranoin gioco sono molteplici ecomplessi, risulta pertantoassai difficile individuarnele cause, anche se i cambiamentidel clima a cuistiamo assistendo sono sicuramenteresponsabili inparte di questa fase di ritirodei ghiacciai.Un effetto evidente dell’arretramentodel frontedel ghiacciaio è la superficierocciosa o detritica lasciatalibera su cui può inun certo arco di tempo insediarsinuova vegetazione,qualora le condizioniecologiche lo permettano.Le piante che riesconoa insediarsi in questi nuoviterritori rappresentano unodei più significativi esempidella grande capacità diadattamento della florapioniera d’alta quota.Normalmente il terrenolasciato libero può esserein parte costituito da unasuperficie rocciosa assailevigata per l’azione delghiaccio, in parte da detritodi granulometria variabilea seconda del tipodi matrice rocciosa da cuideriva. È ovvio che la possibilitàdi colonizzazione daparte della vegetazione èfortemente condizionatadal tipo di substrato: quantomaggiore è la presenzadi materiale detritico fine,tanto più elevata è la probabilitàche le piante riescanoad insediarsi in questiambienti ostili in tempirelativamente brevi. L’habitatin cui queste speciesono in grado di vivereè decisamente ostico;la disponibilità di sostanzenutritive è scarsa perchéridotta o assente è laquantità di humus; anchel’acqua non è di facilereperimento a causa delforte drenaggio del terrenoe molto severe sono lecondizioni climatiche. Lebasse temperature, maanche le forti escursionitermiche, soprattutto trazone d’ombra e di luce, iforti venti, l’intensa radiazionesolare (in particolarei raggi ultra-violetti) e laprolungata copertura nevosache accorcia il ciclovegetativo, condizionanonotevolmente la flora econsentono solo l’insediamentodi alcune speciealtamente specializzate.Le piante pioniere che vivonoin questi luoghi sonodotate di lunghi e ampiapparati radicali (ancheun metro di radici perpochi centimetri di altezza!)che garantiscono unbuon ancoraggio al terreno,sovente soggetto asmottamenti, e facilitanol’approvvigionamento idrico.Per resistere alle bassetemperature, sfruttare almeglio il riscaldamentodel suolo e per far fronteall’azione nociva del vento,hanno differenziato formedi crescita ridotte (nanismo)con le foglie spessoravvicinate fino a formareun fitto cuscinetto (pulvino),oppure raccolte inrosette basali addossateal substrato, da cui emergonosolo gli scapi fioriferi.Generalmente le specieche vivono in questi luoghipresentano infiorescenzepoco appariscenti, maricche di fiori, che produconoabbondante polline(impollinazione affidata alvento), oppure fiori grandirispetto alla dimensione totaledella pianta e appariscentiper forma e colore(impollinazione entomofila)in modo da attirare irari insetti presenti a questequote. Molto spesso lespecie di questi ambientisono ricoperte da una fittapeluria, hanno foglie coriaceeoppure ricopertedi pigmenti lucidi e cerosi,tutti accorgimenti che garantisconoprotezione dal-La flora pioniera alla conquista di nuovi territori14


foto: Laura Poggio - archivio PNGPl’intensa radiazione solaree evitano un’eccessivatraspirazione.Per cercare di comprendereil processo di colonizzazionedella flora inrelazione al fenomeno diarretramento dei ghiacciai,nel corso del 2008è iniziato un progetto dimonitoraggio delle areelasciate libere dai ghiaccicon l’intento di verificarequali siano le specie piùfrequenti, quali possanoessere i tempi necessarialla colonizzazione vegetalee in quale modoquesto processo possa essereinfluenzato dai cambiamenticlimatici in atto.Bisogna comunque ricordareche la risposta dellavegetazione in questi casiè valutabile solo su un arcotemporale non inferiore almenoa 10 - 20 anni.Sono stati scelti i ghiacciaiche, già sottoposti da diversianni a monitoraggioglaciologico, presentavanocondizioni di substratomaggiormente favorevoliall’insediamento vegetale(alveo il meno possibileroccioso). Sono stati perciòscelti i seguenti ghiacciai:• ghiacciaio del Lauson(Valle di Cogne)• ghiacciaio del <strong>Gran</strong>dEtrèt (Valsavarenche)• ghiacciaio del Timorion(Valsavarenche)• ghiacciaio di Aouillier(Valsavarenche)• ghiacciaio della Vaudalettaz(Valle di Rhêmes)Per ogni area di monitoraggioviene fatto un inquadramentodella zona conuna breve ma dettagliatadescrizione paesaggisticae morfologica, in quantole diverse caratteristichefisiche del luogo possonoinfluenzare notevolmente itempi e la velocità di colonizzazionevegetale.Viene successivamenteindividuata una linea parallelaal fronte del ghiacciaio,costituita da punti(rilevati tramite coordinategeografiche) in cui è statariscontrata la presenza dipiante: questa linea dovrebberappresentare il limitepiù prossimo al ghiacciaioin cui è presentecolonizzazione vegetale.Nel corso del tempo consuccessivi monitoraggi sipotrà verificare lo stato dicolonizzazione sulla lineaindividuata ed eventualmenterilevare una secondalinea più avanzata nelcaso in cui le piante sianoavanzate verso il ghiacciaio.Per ogni punto rilevatotramite coordinategeografiche viene costruitoun buffer di 3 - 5 m diraggio (area circolare intornoal punto), all’internodel quale vengono raccoltitutti i dati riguardantile specie individuate (cfr.foto in basso a sinistra), attribuendoanche un indicedi frequenza per ciascunaspecie.La metodologia seguitain questa campagna dirilevamento (estate 2008)sarà soggetta a parzialimodifiche sulla base delleprime esperienze di raccoltadati. Inoltre, comegià detto precedentemente,per poter farequalche considerazionesull’argomento sono necessariepiù campagne diraccolta dati e soprattuttodeve essere consideratoun intervallo di tempo sufficientementelungo in cuipossano manifestarsi tutti imolteplici effetti che sonocausa del complesso fenomenodell’arretramentodei ghiacciai.Il risultato di questo progettoè comunque possibilesolo con la valida ecostante collaborazionedel servizio di Sorveglianzadel <strong>Parco</strong> che garantirà laraccolta dati nel tempo. ■Laura PoggioResponsabile Servizio botanicoIn questa pagina:a sinistra: Ghiacciaio Lauson - foto aereaIR (infrarosso) su cui sono riportati ipunti di rilevamento, i buffer e la cartografiadelle tipologie di habitat (foto-interpretazione)a destra: Ghiacciaio LausonNella pagina a fianco:Saxifraga bifloraLa flora pioniera alla conquista di nuovi territori15


messaggio pubblicitariomessaggio pubblicitarioPARCHICARD: UNA RETE DI AGEVOLAZIONI NELLEAREE PROTETTE D’ITALIAParchicard: una rete di agevolazioniIl <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong><strong>Paradiso</strong> ha aderito al progettoParchicard, ideatoin collaborazione con CTS(Centro Turistico Studentescoe Giovanile) e Federparchi,per la promozionedi una vera e propria cartaservizi destinata ad incentivareil turismo, offrendoai visitatori dei parchi unaserie di sconti ed agevolazioni.La Parchicard rappresentauna occasioneconcreta di promozione evalorizzazione del sistemadei parchi nazionali: l’iniziativasi candida ad essereuna delle componentidi volano per l’economiadelle comunità locali, attraversoil coinvolgimentoattivo degli operatori economici.Il progetto, che coinvolgei ventidue parchi nazionaliitaliani, è destinato a potenziarela grande e diversificatacapacità di offertaturistica ed a promuoverela fruizione sostenibiledel <strong>Parco</strong>, rendendo piùdisponibili strutture, servizie prodotti. In particolareParchicard intende fornireun “pacchetto turisticoparco” privilegiato, diversificatoe rispondente alleesigenze di differenti segmentidella domanda diturismo sociale, attraversosconti e agevolazioni per ilpossessore della card su unampio numero di esercizie servizi presenti all’internodell’area protetta.Hanno già aderito al progettooltre 40 operatori turisticitra strutture ricettive,servizi turistici, negozi di artigianatoe di prodotti tipici.La card sarà disponibile,allegata ad una guida checomprende tutte le agevolazionie le indicazioni perusufruirne, in tutte le sediCTS, nei centri visitatori del<strong>Parco</strong> dislocati tra Piemontee Valle d’Aosta e sul sitoweb www.parchicard.it. ■Gli operatori interessati chenon hanno ancora aderitoal progetto Parchicardpossono contattare il CTSal numero 06 - 649.60.325.Cristina Del CorsoAndrea CasaleggioServizio Turismo - Ed. AmbientalePrenota un soggiornotranquillo, confortevole e con unabuona cucina tradizionale curata e genuina!Hotelgli ScoiattoliBorgata Barilò, 4 - Ceresole Reale (TO)tel. 0124 - 95.30.07www.hotelgliscoiattoli.itinfo@hotelgliscoiattoli.itLa tua salute è preziosa!Difendila con i nostri prodottiAPICOLTURA CANAVESANAMiele - Polline - Pappa RealeProdotti cosmetici a base naturaleOgni martedì al mercato di Ceresole RealeOrari di apertura:giovedì e venerdì 15.30 - 19.30sabato 10.00 - 12.30/15.30 - 19.30Ivrea (TO)Via Corte d’Assise, 21 (traversa di Via Palestro)tel/Fax: 0125 - 23.99.26cell: 349 - 47.38.027www.apicolturacanavesana.itcaserio@apicolturacanavesana.it


val soana: benvenuti in UNA VALLE FANTASTICADalle ricerche svolte dal<strong>Parco</strong> in più di tre annidi lavoro, è risultato che laValle Soana, tra le cinquevalli del <strong>Parco</strong>, ha il maggiorelivello di biodiversitàtotale: un primato importante,che rivela di questoterritorio la wilderness el’alta naturalità.Con le comunità locali, leamministrazioni di RoncoC.se e Valprato Soana, leProloco e le associazioniculturali è nata quindil’idea di valorizzare questavalle come portabandieradel valore della biodiversità,a cui è strettamenteconnessa l’importanzadelle produzioni agroalimentarie dell’artigianatodi provenienza locale masoprattutto rispettose dell’ambiente.Oggi sappiamo che moltivisitatori ricercano peri loro viaggi mete “dinicchia”, generalmentepoco frequentate mache si caratterizzino conun’alta tipicità dei luoghi,una forte cultura, tradizionivive ed enogastronomiaapprezzabile. Quindinon ci preoccupiamo senon ci sono i grandi alberghi,ma lavoriamo insiemeper costruire la visibilitàche questa valle merita,in primis per la forza dellaNatura che, grazie allaprotezione, qui esprime ilsuo rigoglio e che sembraessere rimasta intatta nelpassaggio dei secoli.L’invito per i visitatori èquindi quello di percorrerei sentieri alla ricercadelle antiche borgate, osservandocome intorno iboschi manifestino la lorovarietà di specie di alberi earbusti, a loro volta rifugioper innumerevoli specie diuccelli e mammiferi.L’Ente <strong>Parco</strong>, la ComunitàMontana e i Comuni dellaValle Soana, consapevolidi avere in questa valle ungrande tesoro nascosto, viinvitano alla scoperta dellabiodiversità, della culturae dei prodotti dell’enogastronomiapartecipandoalla festa che si terrà il primofine settimana di luglio.Due giornate dense di avvenimentie di proposte,che sapranno accontentarele esigenze di un pubblicovasto ma attento allepeculiarità che il territorioprotetto sa offrire. Ecco gliappuntamenti:Sabato 4 luglio a ValpratoSoana guide del <strong>Parco</strong> edesperti scientifici saranno adisposizione del pubblicoper spiegare l’importanzadella biodiversità e sperimentaresul campo le tecnichedi rilevamento e monitoraggioscientifico. Dalle15.30 presso il Cinema siterrà una Conferenza sullaqualità ambientale legataalle produzioni agroalimentari.Presentazione dellibro Antiche Ricette delleValli Orco e Soana di MarisaCalcio Gaudino e dellanuova carta dei sentieridelle Valli Soana e Ribordonea cura di Mu edizioni. Aseguire filmati naturalisticie degustazione di prodotti.La sera l’Associazione ConNoi a Campiglia ci inviteràad uno spettacolo al lumedelle torce nella Frazionedi Chiesale, sul tema delle“masche”.Domenica 5 luglio a RoncoC.se ancora escursionicon le guide, Mercatinodella Qualità in paese,con produttori ed artigianie, per i più piccoli, giochie animazioni. Nel SalonePolifunzionale in piazzaMistral la Pro Loco di RoncoCanavese inviterà tuttii presenti a visitare l’allestimentoRonco Lavora, dedicatoagli artigiani. ■Cristina Del CorsoServizio Turismo - Ed. AmbientaleValle Soana: benvenuti in una valle fantastica17


messaggio pubblicitarioUN MARCHIO COLLETTIVO DI QUALITÀPER IL NOSTRO PARCOUn Marchio collettivo di QualitàCos’è e quali obiettivisi pongono la realizzazionee la diffusione diun Marchio Collettivo diQualità? La Legge Quadrosulle aree protette, la394/91, prevede che “l’Ente<strong>Parco</strong> può concedere ilproprio emblema a servizie prodotti locali che presentinorequisiti di qualitàe che soddisfino le finalitàdel <strong>Parco</strong>”. Il Marchioè quindi uno strumentodi grande prestigio e permetteràa tutti, operatori econsumatori, di usufruire diun simbolo di qualità checertifichi identità ed appartenenzanon solo adun luogo, ma ad un mododi vivere. Il Marchio serviràinfatti a garantire l’originee la qualità dei prodottie dei servizi erogati nelloSpazio <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>, oltrealla garanzia di tuteladell’ambiente durante iprocessi di lavorazione daparte delle aziende cheotterranno il Marchio.Con queste attività il <strong>Parco</strong>raggiunge l’obiettivo dellapromozione congiuntadell’imprenditoria localeche va dalla lavorazionedel legno e del ferro battuto,alla produzione digustosi prodotti caseari, insaccati,marmellate, miele,fino a giungere ai serviziricettivi e della ristorazione,oltre a quelli turistici ededucativi.Attualmente è in fase direalizzazione una serie diattività specifiche di promozionee di concertazione,per un ulteriore condivisionedel regolamentod’uso e dei disciplinari congli operatori locali.Dedicate al pubblico suquesta tematica sono letre importanti manifestazioni,la Giornata Europeadei Parchi a Rhêmes NotreDame e Rhêmes SaintGeorges, A Piedi tra le Nuvolein Valle Orco e Valsavarenche,e Una ValleFantastica in Valle Soana.Per informazioni sul Marchiodi Qualità e sullemanifestazioni citate consultateil sito ufficiale del<strong>Parco</strong> www.pngp.it ■Cristina Del CorsoAndrea CasaleggioServizio Turismo - Ed. AmbientaleLa Tur e MèsaProdotti Tipici del Bel CanaveseMercatini e FierePromozione & VenditaVini del Canavese, Biscottini Tipici,Miele del Canavese ed altro...!Pont Canavese (TO)Tel. 3475424810furio.querio@alice.it


foto: Enzo Massa Micon - archivio PNGPval di rhÊmes:L’alpeggio sperimentale di EntrelorDal 1999 il settore diZootecnia e IndustriaLattiero-Casearia dell’ InstitutAgricole Régional diAosta gestisce un alpeggiosperimentale in altaVal di Rhêmes nel vallonedi Entrelor all’interno del<strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> del <strong>Gran</strong><strong>Paradiso</strong>.Gli aspetti che caratterizzanola sperimentazionesono essenzialmente ilpascolo turnato, che nonprevede il ricovero in stalladelle vacche (una sessantina)e la mungitura che sisvolge all’aperto medianteun impianto installato sucarro semovente; il latte ènormalmente trasformatoin Fontina DOP.La prova si prefigge disperimentare una gestionedell’alpeggio innovativarispetto a quella tradizionaleche eviti costosiinvestimenti in fabbricati(stalle) e permetta di diminuirei costi di conduzione(manodopera per mungitura,pascolo, pulizia dellestalle e fertirrigazione).Altro importante obiettivodel progetto è il recuperodel valore pastorale dellacopertura erbacea degradatasinegli anni antecedentiin conseguenzadello stato di semi abbandonodell’alpeggio che,tra l’altro, è raggiungibilesolo a piedi: il trasportodel carro di mungitura,dei viveri, di materialevario e dei maiali è infattieffettuato mediante elicottero.L’esperienza di Entrelor costituisceinfine un esempiointeressante di integrazionefra attività agro-pastorale,protezione dell’ambientee turismo.Dall’estate scorsa vieneproposta ai visitatori, sianoessi tecnici o turisti, oltreche la visita guidatadell’alpeggio, anche ladegustazione dei prodottidella filiera casearia tradizionale:latte, Fontina,reblec (cagliata raccoltain una tela e posta in unostampo forato per favorirela separazione del sieroed essere consumata giàdopo qualche ora), séras(ricotta) e brossa (cremadi affioramento del sieroottenuta previo riscaldamentoe acidificazione).Nel corso degli anni diversistudenti valdostani, italianie stranieri hanno potuto effettuarepresso l’alpeggiosia stage sia tirocini aziendalie, in qualche caso,aspetti diversi della gestionesperimentale hannofornito spunti interessantiper argomenti che sonostati oggetto di alcune tesidi laurea; è tuttora in corsodi valutazione da partedei ricercatori dell’Istitutola possibilità di potenziarele attività formative indirizzateai giovani.I risultati finora ottenuti daquesta esperienza, forseunica sul versante italianodelle Alpi occidentali,consentono di consigliarel’adozione di questo sistema,che in Alta Savoia èinvece piuttosto diffuso,in quei casi in cui gli oneriper il recupero di fabbricatifossero troppo elevati,a condizione che l’orografiadel territorio si prestiallo spostamento del carrodi mungitura.L’Institut Agricole Régionalsi rende disponibile,oltre che per qualsiasi approfondimentodi ordinetecnico, anche per organizzarevisite guidate dell’alpeggionel corso deimesi di luglio e agosto (seinteressati telefonare alnumero 0165 - 21.58.07). ■Andrea BarmazIAR - Institut Agricole RégionalL’alpeggio sperimentale di Entrelor19


foto: Enzo Massa Micon - archivio PNGPvivere nel parcoIntervista a Cristel Jocollè e Silvia BlancVivere nel <strong>Parco</strong>: Intervista a Cristel Jocollè e Silvia BlancCome vivono il <strong>Parco</strong> igiovani che ci abitano?Abbiamo intervistatoCristel Jocollè, studentessaal secondo anno di giurisprudenzaall’Universitàdi Torino e Silvia Blanc, responsabiledella Proloco diValsavarenche.Valsavarenche è l’unicocomune con territorio totalmenteall’interno dell’areaprotetta, qual’è ilrapporto dei giovani col<strong>Parco</strong>?C. Beh, personalmente èun rapporto un po’ di parteperché sono semprevissuta con un genitoreche lavorava nel <strong>Parco</strong>,comunque sicuramenteè un buon rapporto, fapiacere vivere in un’areain cui vengono protetti glianimali e la natura circostanteviene tutelata.S. Direi ottimo. Sono semprestata convinta che il <strong>Parco</strong>per Valsavarenche sia unpunto di forza, da “sfruttare”anche se a volte si faun po’ fatica ad accettaree a far accettare determinatiregolamenti, io personalmentenon ho maiavuto nessun problema,anzi la collaborazione coni guardaparco che lavoranosul territorio è semprestata ottima, soprattuttonello svolgimento delle varieiniziative (gare, eventisportivi) dove richiediamola loro collaborazione.L’ultimo inverno è statocaratterizzato da forti nevicate,quali sono le difficoltànel vivere la montagnain un ambiente particolarmenteprotetto comequello del <strong>Parco</strong>? è tantodiverso rispetto a vivere inuna zona che non lo è?C. No, a mio parere nonsi sente la differenza; nonessendo né un agricoltore,né avendo animali nonè tanto diverso vivere nel<strong>Parco</strong>. Sicuramente viverein montagna è difficile, soprattuttoquest’anno. Mene sono resa conto quandoc’è stata la valangache ci ha lasciati bloccatiper più di una settimana;questi eventi fanno cambiareun po’ la percezionedi dove si vive, mettono indubbio se voler continuarea vivere in quel posto.Ma queste difficoltà hannoun risvolto positivo per cuipuoi dire “quando torno acasa per il weekend sonocontento!”?; il fatto di potersirilassare avrà un’influenzapositiva sullo studioimmagino.C. Sì, sullo studio sicuramente!Si studia molto bene inmontagna. E’ piacevoletornare a casa, personalmentequando finisco lelezioni ne sono contenta.Però alla lunga stanca unpo’, può risultare po’ limitativostare a Valsavarenchese non si ha un’attivitàfissa.Vista la tua vita da pendolare,quali sono per te gliaspetti negativi del viverein città e che cosa ti mancadi più quando ti ritrovilontana dalla montagnaper motivi di studio o di lavoro?C. Sicuramente i fattoriambientali come il traffico,lo smog, il non poterpasseggiare immersi nellanatura stando soli con sestessi sono aspetti negatividel vivere in città, mentrecomunque in montagnasi può apprezzare l’ariaaperta, la tranquillità…S. Mi manca tutto, mi mancanoi suoni, i sapori , i colori,gli odori... Sono moltoattaccata alla mia valle,mi sento radicata in essa,quando mi allontano per20


messaggio pubblicitariofoto: Enzo Massa Micon - archivio PNGPalcuni giorni e poi ritornoprovo sempre le stesse fortie belle sensazioni: non appenami lascio alle spalleIntrod, all’inizio della Valle,il mio cuore si allarga e inun attimo dimentico tuttele difficoltà o arrabbiaturedella giornata, mi rasserenoimmediatamente. E’la mia casa, il luogo dovesono cresciuta. E’ la miavalle.Lo spopolamento è unproblema tipico di tutte lezone di montagna, in questosenso pensi che il <strong>Parco</strong>sia un’opportunità o unlimite per i giovani?C. No, sicuramente non èun limite, anzi, è un’opportunitàperché lega moltepersone del posto a rimanerelì perché trovanoun’occupazione. Chi nonsi trova una casa, comeeredità dei genitori, un barpiuttosto che un ristoranteo altro, non sa cos’altrofare a Valsavarenche.Anche solo per lavorarein comune c’è bisogno diun titolo adeguato e i postisono comunque pochi.Dunque sicuramente il <strong>Parco</strong>aiuta molto le personedel posto, gli dà un lavoro,un’occupazione che li rende,da quel che ho vistopersonalmente, molto attaccatial loro territorio.S. Dovrebbe essere un’opportunità,ma purtroppobisogna fare i conti con lecomodità della città cheinfluenzano tantissimo lescelte dei giovani, ma nonsolo. Scegliere di abitare inluoghi come la Valsavarenchecomporta sacrificiche si scontrano con lecomodità della città; viverela montagna vuol diresaper vivere bene anchein solitudine. Ho conosciutodiversi giovani che sullascia dell’entusiasmo, dopoaver trascorso un’estatein Valsavarenche, si sonotrasferiti nella valle per poiscoprire che in tutti gli altrimesi la situazione era assaidiversa, che c’era moltameno gente, e quindi sonoritornati in luoghi più “civili”.Io penso che l’emozionedi uscire di casa e trovarsifaccia a faccia conlo stambecco, o vederlopassare davanti a casacosì come alzare lo sguardoe vedere l’aquila o il gipetoche sorvola la zona oincontrare tranquillamentealtri animali, siano emozionidavvero uniche ma chebisogna fare dei sacrificiper poterle assaporare... ■A cura diAndrea VirgilioUfficio Stampa PNGPVivere nel <strong>Parco</strong>: Intervista a Cristel Jocollè e Silvia BlancOBERT FABRIZIOImpianti TermosanitariSolari ed a PavimentoLattoneria in genereImpermeabilizzazioniVia Cuorgnè,17 - 10080 Borgiallo (TO)Tel. 0124 - 65.19.06 - 347.78.16.18321


foto: Enzo Massa Micon - archivio PNGPIl Diario del GuardaparcoUna giornata di censimentoil diario del Guardaparco - Una giornata di censimentoCogne, 24 marzo 2009E’ il 2 settembre, sonole 4.30 e la prima cosache istintivamente faccioappena sveglio é quella diuscire a guardare il cielo:é stellato e non c’é vento,solo una leggera brezzaquasi fisiologica quassù,piacevole d’estate, moltomeno in autunno, ma almenoserve a svegliarmidel tutto e a mettermi dibuon umore. Oggi é il primogiorno del censimentoesaustivo di stambecchi ecamosci e, se le condizionimeteo ci assisteranno,domani sera avremo finitoil conteggio.Queste sono certamentedue tra le giornate del lavorodi guardaparco piùimportanti dell’anno e anchetra le più impegnativee faticose in assoluto, mamolto gratificanti.Chiamo Giovanni chenon gradisce molto le mieattenzioni poiché stavaarrivando al culmine di unbellissimo sogno e vedereme al posto della biondamisteriosa che avevavirtualmente davanti agliocchi fino a pochi istantiprima non lo riempiecerto di gioia. Nei duegiorni di censimento ogniguardaparco deve percorreretutto il settore dicompetenza ed il nostroé particolarmente vastoed articolato, ma fortunatamenteda alcuni annisiamo in due e ciò rendeil lavoro meno gravoso oltreche darci dei risultatimaggiormente attendibili.Un ulteriore problema édovuto al fatto che glianimali sono attivi soprattuttoal mattino prestoe alla sera per cui non éinteramente sfruttabile inpieno l’intera giornata,ma solo parte di essa: éfondamentale essere alposto giusto nel momentogiusto, sperando chenon ci siano stati elementiesterni, di cui non siamo aconoscenza, che abbianodisturbato gli ungulati.Se il tempo é bello e soprattuttose fa caldo, nelleore centrali i camosci eancor più gli stambecchisi ritirano in alto a riposaree ruminare. A volte, purconoscendo molto beneil territorio, non é facilecontarli tutti senza crearedisturbi e fughe dei branchi.Alle 5.30 usciamo e pocodopo ci dividiamo, perchépercorreremo versantiopposti aiutandocia vicenda nel segnalaregli animali e solo nel tardopomeriggio ci ritroveremo,se non ci saranno imprevisti,sul colle in fondo allavalle. Il contatto tra di noie con i colleghi delle zonevicinanti sarà assicuratodalle radio in dotazione.Quello di settembre é sicuramenteil censimento piùimportante dell’anno, manon é certo l’unico: ad inizioluglio si effettua lo stessocensimento di ungulati,ma limitato a due zonecampione in ogni valledel <strong>Parco</strong>; inoltre si censiscono,in diversi periodidell’anno e in determinatezone, pernici bianche egalli forcelli, passeriformi ecaprioli, aquile reali e gipetioltre ad altri vertebratied invertebrati in zonescelte in tutte le cinquevalli per lo studio della biodiversità.L’ora di pranzo é passatada un pezzo, quando finalmenteriesco a fermarmiper mangiare qualcosae riposarmi un attimo: finora,concentrato com’ero,non mi ero reso conto chene avevo proprio bisognoe che anche gli occhi,a forza di spremere binocoloe cannocchiale,chiedono un momento dipausa. Vedo che ancheGiovanni, sul versante op-22


foto: Enzo Massa Micon - archivio PNGPposto e un po’ più in altorispetto a me, ha deciso diconcedersi una sosta: conun cenno della mano edun ultimo sforzo col binocoloci auguriamo buonappetito.Un’ora dopo siamo nuovamentein cammino, iosalgo verso il colle chedivide la nostra zona daquella dell’Arolla e dovesono d’accordo con il collegadel versante oppostoche a una certa ora e suidiversi versanti aspetteremoche gli animali simettano in marcia versoi pascoli serali, questo perevitare doppi conteggi,Giovanni invece deve traversareuna scomoda morenaper raggiungere unvalloncello erboso dovesolitamente è presente ungrosso branco di camoscifemmine e piccoli.Per effettuare un buoncensimento non basta ungrosso impegno da partedegli operatori; è necessariaanche e soprattuttouna grande conoscenzadella propria zona inogni periodo dell’anno,condizioni meteo ottimalianche nei giorni antecedentiil conteggio, nessunsorvolo di elicotteri, zonetranquille dal passaggio diescursionisti. Anche qualoratutti questi fattori sianopositivamente concomitanti,il margine d’erroreesiste sempre, in particolarenelle zone fortementeboscate o in quelle nonraggiungibili direttamenteper la difficile orografiae/o pericoli oggettivi.In questi casi il conteggioavviene dal versante oppostosoprattutto con ilcannocchiale e non sempreé facile trovare tutti gliungulati presenti. In particolarerisulta difficile distinguerele fasce d’età etalvolta, in particolare peri camosci, il sesso.Alle 17.30 ci ritroviamo sulcolle, il cielo é sereno el’aria frizzante, ma quasiimmobile. Promette unaseconda giornata di beltempo; sul versante canavesanole giornalierenebbie residue si stannodiradando e tutta la montagnasi sta preparandoper la notte. Anche pernoi é tempo di scendereverso il casotto.Ci fermiamo ancoraun’ora più in basso percontare il branco di stambecchimaschi che pascolanei soliti posti; è unconteggio facile agevolatodal fatto che siamo indue e dalla poca diffidenzadi questi animali. Siamoa pochi metri dai pacificierbivori, avvolti da un ambientemeraviglioso in unapace assoluta e ancorauna volta sono felice disvolgere una professioneche mi regala momenticome questo.E’ ormai buio quandorientriamo nel nostro rifugioe, mentre io inizioa mettere in ordine i variappunti della giornata,Giovanni si mette subitoai fornelli. Quando c’é luinon devo occuparmi dellacucina e soprattutto simangia in maniera decentee variata.Due chiacchiere dopocena, qualche innocentepettegolezzo su di noi e icolleghi, un’ultima occhiataal cielo incredibilmentestellato ed é ora di dareretta a gambe, occhi ecervello, che ci chiedonodi andare a dormire. Domanici aspetta un’altradura giornata.Giovanni si é già coricatoe sorride nel sonno, probabilmenteha ritrovato lasua bionda. ■Luciano RamiresGuardaparco - Valle di CogneServizio SorveglianzaIl diario del Guardaparco - Una giornata di censimento23


ULTIME NOTIZIE DAL PARCONovità e avvenimenti dalle cinque valli dell’area protettaIl PNGP tra i Parchi più visitati in ItaliaL’edizione 2008 del Rapporto Ecotur sul turismo natura, pubblicazionerealizzata dall’Osservatorio Ecotur in collaborazione con Enit e Istat,ha rilevato il <strong>Parco</strong> del <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong> tra i Parchi più richiesti ai touroperator italiani e stranieri. In particolare il <strong>Parco</strong> è risultato tra le primequattro aree protette richieste come mete dai turisti italiani in compagniadi Abruzzo, Foreste Casentinesi e Pollino. Il rapporto Ecotur, diventatoormai strumento essenziale per tour operator e addetti ai lavori,rileva le aree protette come il segmento più rappresentativo del turismonatura in Italia, con una presenza di quasi 96 milioni di fruitori e unfatturato stimato nel 2007 di 9,894 miliardi di euro. Per quanto riguardail <strong>Parco</strong> i visitatori annuali sono circa 1,5 milioni, mentre più di 30.000sono coloro che hanno visitato gli undici centri visitatori tra Piemontee Valle d’Aosta.Il <strong>Parco</strong> anche su FacebookSono state attivate una pagina ed un gruppo ufficiali del <strong>Parco</strong> su Facebook,il famoso sito di social networking che conta oltre 130 milionidi iscritti. Sulla pagina, che conta ormai più di 1.300 fan, sono presentifoto e informazioni sull’area protetta ed è possibile interagire con l’Ente<strong>Parco</strong>, inserendo i propri scatti, i video, ma anche scrivendo commentie suggerimenti. Per diventare fan del PNGP o iscriversi al gruppo, ericevere così tutti gli aggiornamenti sulle iniziative all’interno dell’areaprotetta, è necessario registrarsi sul sito www.facebook.comSostieni la ricerca scientifica del <strong>Parco</strong> con il tuo cinque per mille!All’interno del modello 730, nel modello Unico Persone Fisiche o nel modelloCUD apponi la tua firma nel riquadro "Finanziamento agli enti della ricercascientifica e dell'università" e riporta nell'apposito spazio il codice fiscaledell'Ente <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>:Il 5 per mille non modifica l'ammontare della tua imposta IRPEFe la scelta di firmare non è alternativa a quella per l'8 per milleEnte <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>Via della Rocca, 4710123 Torinotel. 011 86 06 211www.pngp.itUN SALTO FUORI DALPERICOLOBASTA LA TUA FIRMA80002210070Il 5 per mille alla ricerca scientifica del <strong>Parco</strong>Anche quest’anno è possibile contribuire alla ricerca scientifica del<strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong> donando il proprio 5 per mille. All’internodel proprio modello 730, Unico Persone Fisiche o CUD, basta inserireil codice fiscale del <strong>Parco</strong>: 80002210070 nel riquadro “finanziamentoagli enti della ricerca scientifica e dell’università” e, con una semplicefirma, sarà possibile dare un apporto alle attività di ricerca sulle specieprotette e di monitoraggio sulla biodiversità all’interno dell’area protetta.Una scelta che non costa nulla ai contribuenti e non sottrae risorseall’otto per mille, ma che può essere di grande aiuto per lo sviluppo eil controllo degli ecosistemi all’interno del territorio del <strong>Parco</strong>. L’Ente siimpegna a rendere pubblico l’effettivo impiego, per scopi di ricercascientifica, del ricavato.Il <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong> si impegna a rendere pubblicol’effettivo impiego del ricavato per la Ricerca Scientifica.Acquisti ecologici per un parco sempre più verdeLo scorso febbraio il <strong>Parco</strong> ha rinnovato la sottoscrizione del protocollodi intesa, promosso dalla Provincia di Torino e dall’ARPA Piemonte, per lapromozione degli Acquisti Pubblici Ecologici (APE) nelle pubbliche amministrazioni.Gli aderenti al protocollo, sottoscritto nel 2003, si impegnanoa utilizzare criteri di “preferibilità ambientale” nell’acquisto di beni eservizi per i propri uffici quali autovetture, mobili, attrezzature elettricheed elettroniche per ufficio, carta per fotocopie e pubblicazioni, ecc. Itrentacinque Enti che aderiscono al progetto, tra cui Comuni, Comunitàmontane e Consorzi di servizi pubblici, utilizzeranno criteri ecologici ancheper l’edilizia e per la scelta dei servizi di pulizia e di ristorazione.Andrea VirgilioUfficio Stampa PNGPpresto in vendita nei centri visitatori il nuovo calendario ufficiale del <strong>Parco</strong> 2010!


IL PARCO INVISIBILELe foto vincitrici del primo concorso fotografico ufficialedel <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>Si è rivelata un successo la prima edizione del concorso fotografico del <strong>Parco</strong>. Sono state infatti ben 422 lefoto inviate da tutta Italia, ma anche da Francia e Belgio, che hanno cercato di immortalare Il <strong>Parco</strong> invisibile.Il 5 dicembre scorso, presso la sala polivalente del <strong>Gran</strong>d Hotel di Ceresole Reale, sono stati premiati i vincitoridelle due categorie, residenti e turisti, di cui si possono ammirare gli scatti nelle fotografie sottostanti. ■Per vedere tutte le foto premiate: http://www.pngp.it/documenti/Iniziative/Foto_Vincitrici.pdfAndrea VirgilioUfficio Stampa PNGPI° Classificato sezione Turisti e non Residenti - Tiziano Chiesacon la foto: Testa di pietra riflessa sul lagoI° Classificato sezione Residenti - Monica Chialecon la foto: Soffio di ventoIl <strong>Parco</strong> invisibile - Le foto vincitrici 2008II° Classificato sez. Turisti e non Residenti - Alessandro Vasapollicon la foto: Ritorno alla vitaII° Classificato sezione Residenti - Claudia Martincon la foto: Fatica e gioia della vita contadinaIII° Classificato sez. Turisti e non Residenti - Ferruccio Radaellicon la foto: Rhynocoris Iracundus (Cimice assassina) suun fiore di Eryngium Planum mentre succhia da un’apeIII° Classificato sezione Residenti - Andrea Sabbatinicon la foto: Riposo mattutino25


II° CONCORSO FOTOGRAFICO DEL PARCO NAZIONALE GRAN PARADISOMOVIMENTO E AZIONEAMBIENTI PIANTE E ANIMALITRA VENTO PIOGGIA E SOLESCARICA IL BANDO COMPLETO DEL CONCORSO SUL SITOWWW.PNGP.ITGrazie alla sponsorizzazione diII° CONCORSO FOTOGRAFICO DELL’ENTE PARCO NAZIONALE GRAN PARADISOSCHEDA DI ISCRIZIONEnome.................................................................................................................................................................cognome ...........................................................................................................................................................data di nascita ..................................................................................................................................................via ...................................................................................................................n. ...............................................cap .............................................città ................................................................................................................telefono .........................................................e-mail ........................................................................................Ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali, informiamo che il trattamento dei dati ha come finalità la pubblicazione delnome e cognome accanto alla fotografi a e l’invio di informazioni relative alle iniziative dell’Ente <strong>Parco</strong>. Il titolare del trattamento è l’Ente <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>,con sede in Torino, Via della Rocca, 47. Il Responsabile del trattamento è Pier Giorgio Mosso – Responsabile Ufficio Affari Generali e Comunicazione. L’esito del concorso,nonché la data ed il luogo della cerimonia di premiazione, saranno comunicati personalmente ai vincitori e pubblicati sul sito www.pngp.itDichiaro di voler partecipare al II° Concorso fotografi co del PNGP, di cui accetto in tutte le sue parti il regolamento con particolareriferimento alle modalità di partecipazione e all’utilizzo del materiale.Firma.....................................................................................................


IN PIEMONTEStrutture e Centri Visitahomo et ibexLocalità PreseCeresole Reale (TO)Telefono: 0124 - 953166LE FORME DEL PAESAGGIOVia Umberto I - Noasca (TO)Telefono: 0124 - 901070ANTICHI E NUOVI MESTIERIVia RomaLocana (TO)Telefono: 0124 - 83557CULTURA RELIGIOSASantuario di PrascondùRibordone (TO)Telefono: 011 - 8606233IL CAMOSCIOPiazza Mistral - Ronco C.se (TO)Telefono: 0124 - 817377CEA - Centro Educazione AmbientaleNoasca (TO)Telefono: 0124 - 901914348 - 3010017IN VALLE D’AOSTAStrutture e Centri VisitaGIARDINO BOTANICOALPINO PARADISIAValnontey - Cogne (AO)Telefono: 0165 - 74147I PREZIOSI PREDATORILocalità DégiozValsavarenche (AO)Telefono: 0165 - 749264BENTORNATO GIPETO!Rhêmes N. D. (AO)Telefono: 0165 - 749264TUTELATTIVALABORATORIO PARCOVillaggio MinatoriCogne (AO)Telefono: 0165 - 749264parco nazionale gran paradisoSedE di TorinoVia della Rocca, 47 - 10123 TorinoTelefono: 011 - 8606211fax: 011 - 8121305e-mail: segreteria@pngp.itSede di aostaVia Losanna, 5 - 11100 AostaTelefono: 0165 - 44126fax: 0165 - 236565Apertura al pubblico:lun. - giov. 9.00/12.30 - 14.00/17.00ven. 9.00/12.30www.pngp.itSEGRETERIA TURISTICAVia della Rocca, 47 - 10123 TorinoTelefono: 011 - 8606233fax: 011 - 8606234e-mail: info@pngp.itApertura al pubblico:lun. - ven. 9.00/12.00Sede operativa servizio scientificoLoc. Dègioz, 11 - Valsavarenche (AO)Telefono: 0165 - 905783fax: 0165 - 905506servizio di sorveglianza - sedi di valleValle OrcoFrazione Jamonin, 5 Noasca (TO)Telefono e fax: 0124 - 901040Val SoanaVia Vittorio EmanueleRonco Canavese (TO)Telefono e fax: 0124 817433ValsavarencheLoc. Dègioz - Valsavarenche (AO)Telefono e fax: 0165 - 905808Valle di CogneVilletta del PNGP, Cogne (AO)Telefono: 0165 - 74025 - fax 0165 - 749007Valle di RhÊmesFrazione Bruil, 27 Rhêmes N.D. (AO)Telefono: 0165 - 936116fax: 0165 - 93691427


messaggio pubblicitarioIL COMPAGNO NELLA NATURAEL 42. L’ORIGINALEPluripremiato, supercopiato, ancora ineguagliato: le sue ottiche regalanonitidezza e colori straordinari. Il suo design ergonomico ed il corpo leggero e robustoin magnesio lo rendono estremamente maneggevole. EL 8.5x42 e 10x42 sonoi compagni ideali per i naturalisti più esigenti.LEGGERO E COMPATTOCorpo leggero e robusto in magnesioper il massimo comfort d’usoIL LEGGENDARIO DESIGNComodità d’uso anche con unamano sola o con i guanti.Per osservare senza limitazioniSTRAORDINARIA LUMINOSITÀOttiche di massima qualità per immagininitide anche in condizioni di luce estremeSEE THE UNSEENWWW.SWAROVSKIOPTIK.COMSWAROVSKI OPTIK ITALIA S.R.L.Via Ca’ di Cozzi, 12, I-37124 Verona, ItaliaTel. +39 045 8349069, Fax +39 045 8352067info@swarovskioptik.it

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