6 rubricheSalvaCondominioPatrizia PallaraSolo su grondee tombini foglieda rimuovereCari amici, ab<strong>it</strong>o in una casa a schiera chenon fa parte di un condominio. Abbiamoac<strong>qui</strong>stato un fondo con 10 querce e 8 ornielli.I vicini protestano per le foglie che ilvento porta nella loro proprietà. Siamo obbligatia farle togliere noi, a nostre spese?Cosa dice il codice civile?CARLO SALVATORI, SARNANO (MC)Avere come proprietà lim<strong>it</strong>rofa un giardinocon alberi è una fortuna: sempre meglioche una strada molto trafficata o un’industriache sputa veleni e fumi. Ma anche i boschettihanno i loro lati negativi: le querce e gliornielli, che forniscono ossigeno ai nostri polmonie alloggio e riparo a uccelli e altri animali,perdono le foglie! E le perdono a ogni au-tunno, cambiamenti climatici permettendo.Il codice civile non facenno alle foglie che cadono nelgiardino dei vicini e non dà istruzionisul comportamento da tenere. Peròfornisce indicazioni precise sulledistanze che si devono rispettareper alberi e piante.Articolo 892 c. c.: “Chi vuol piantarealberi presso il confine deve osservare le distanzestabil<strong>it</strong>e dai regolamenti e, in mancanza,dagli usi locali. Se gli uni e gli altri non dispongono,devono essere osservate le seguenti distanzedal confine: 3 metri per gli alberi di altofusto; 1,5 metri per gli alberi non di alto fusto;mezzo metro per le v<strong>it</strong>i, gli arbusti, le siepi vive,le piante da frutto di altezza non maggiore didue metri e mezzo. Le distanze anzidette non sidevono osservare se sul confine esiste un murodivisorio, proprio o comune, purché le piantesiano tenute ad altezza che non ecceda la somm<strong>it</strong>àdel muro”. Art. 894: “Il vicino può esigereche si estirpino gli alberi e le siepi che sonopiantati o nascono a distanza minore di quelleindicate dagli articoli precedenti”. Art. 896:“Quegli sul cui fondo si protendono i rami deglialberi del vicino può in qualunque tempo costringerloa tagliarli, e può egli stesso tagliare leil Salvagente/2-9 dicembre 2010radici che si addentrano nel suo fondo, salvi inambedue i casi i regolamenti e gli usi locali”.Come si vede, i vicini di casa del nostro lettorepossono pretendere che gli alberi si trovino auna distanza legale dalle proprietà contigue eche i loro rami non sporgano oltre i confini. Sele loro richieste non vengono soddisfatte, possonochiedere l’intervento del giudice (peraltro,in molte regioni le querce sono piante protette).Ma quanto alle foglie, non possono pretendereniente: cadono, così è sempre stato esempre sarà. Il nostro lettore può, con spir<strong>it</strong>o dicortesia e collaborazione, aiutare a raccoglierle,di quando in quando, ma nulla deve se i suoialberi rispettano la legge.La Cassazione ha però stabil<strong>it</strong>o che se foglieprovenienti dagli alberi del giardino confinantecon il condominio ostruiscono gronde e tombini,si è nel dir<strong>it</strong>to di pretendere dal vicino il rimborsodelle spese sostenute per liberare questiimpianti (sentenza 21/1/2008, n. 1260).ProntoPensioniPaolo OnestiAtipici: dopo il 23gennaio stop perle contestazioniCaro Salvagente, lavoro da alcuni anni con un’aziendanella quale, pur svolgendo come tanti altri,mansioni di impiegato tecnico, risulto come collaboratorecon un contratto a progetto. I miei contributisono stati versati alla Gestione separata dell’Inps.Mi è stato offerto un lavoro a tempo indeterminato,che ho intenzione di accettare anche se dovrò trasferirmicon la famiglia in un’altra c<strong>it</strong>tà. Che succederàdei contributi versati come collaboratore?ALESSIO MARCIASILLI, CUNEOCaro signor Marciasilli, stia tran<strong>qui</strong>llo perché i suoicontributi sono al sicuro e non andranno perduti. Inbase alla disposizioni vigenti resteranno “accred<strong>it</strong>ati”alla Gestione separata sino a quando non chiederà,per motivi previdenziali di vario tipo, di poternebeneficiare. Siamo personalmenteconvinti tuttavia che nel corsodei prossimi anni interverrannoleggi che consentiranno un miglioruso della contribuzione versata anchein qual<strong>it</strong>à di lavoratore parasubordinato,favorendo un calcolounico della contribuzione, indipendentementedalla cassa in cui risultioriginariamente accred<strong>it</strong>ata.Non lo affermiamo per eccesso di ottimismo (chesarebbe fuori posto e sconsigliabile trattandosi diquestioni previdenziali),ma solo perché non agire inmaniera estensiva sulla posizione assicurativa deilavoratori creerebbe domani gravi conseguenze sulpiano pensionistico. Nel suo caso sarebbe consigliabilechiedere all’Inps un estratto contributivo peraccertare se e in che misura siano stati accred<strong>it</strong>ati icontributi. Ma è opportuno far sapere ai parasubordinatiche il “collegato lavoro” riguarda anche loro.Dal 24 novembre 2010 scattano i 60 giorni entro iquali sarà consent<strong>it</strong>o ai lavoratori atipici (ai lavoratoriprecari, per intenderci) di impugnare licenziamentio irregolar<strong>it</strong>à contrattuali.Trascorsi i 60 giorni (ma perché un termine così breve?),ovvero sino al 23 gennaio 2011, la possibil<strong>it</strong>àdi farlo decade senza appello. La disposizione ha carattereretroattivo ed è pertanto applicabile a vertenzegià avviate o a contratto scaduto. Si calcolache possano essere circa 150mila i lavoratori interessatialla regolarizzazione. Molti potrebbero nonsapere nulla di questa scadenza.Come si informeranno i lavoratori del breve terminemesso a loro disposizione? Il nostro consiglio èdi rivolgersi al più presto alla sede terr<strong>it</strong>oriale delNidil-Cgil. Forse sarebbe opportuno cominciare dasub<strong>it</strong>o ad agire per chiedere una proroga della scadenzatanto ravvicinata e, nel frattempo, informarequanti più lavoratori sia possibile anche ricorrendoa radio e giornali.
il Salvagente/2-9 dicembre 20107 attual<strong>it</strong>àIL CASO “MUNNEZZA” TRA SPOT E SOLUZIONI CHE NON SCIOLGONO I PROBLEMIEmergenza (in)fin<strong>it</strong>aA spese dei virtuosiMARTA STRINATIIl tappeto si è sollevato. E sta per ingoiare le tremilatonnellate di rifiuti che infestano le strade di Napoli edintorni. Da Roma, Milano, Torino, Bari, i sindaci hannoinviato i “loro” autocompattatori per aiutare nella raccolta.I presidenti delle altre Regioni aprono all’arrivodella “munnezza” nel loro terr<strong>it</strong>orio. E anchele province campane, Avellino e Caserta perprime, spalancano, controvoglia, le loro discaricheai rifiuti maciullati a cielo aperto dasettimane sotto una pioggia incessante.La rete di soccorso si è dispiegata e ancorauna volta sull’emergenza strutturalecampana arriva una soluzione calata dall’alto.L’ennesima toppa.In due settimane sarà tutto risolto, prometteun Silvio Berlusconi incurante dellecontraddizioni: la fine dell’emergenza è statadecretata un anno fa, ma da allora le crisie le promesse di un rapido r<strong>it</strong>orno alla normal<strong>it</strong>àsi sono ripetute più volte. Pul<strong>it</strong>e lestrade dovrà invertirsi il ciclo. Con l’aiutodelle altre Regioni si dovrà tenere in e<strong>qui</strong>librioil rapporto tra rifiuti prodotti e smaltimento,avviando la raccolta differenziata intutta la Campania. Ma soprattutto si dovràavviare la costruzione di tre nuovi incener<strong>it</strong>ori.Che però arriveranno solo fra qualcheanno, se andrà bene. Mentre quello già attivo,ad Acerra, funziona poco e male.Nella ricerca delle cause dell’ennesimaemergenza, le immagini dei sacchetti sparsiper le strade di Napoli sono eloquenti: dallebuste di plastica dilaniate spuntano bottigliein vetro e flaconi in plastica. Tutti materialiche altrove sono affidati alla raccolta differenziata,ma che Napoli non valorizza.Così, con un sistema di gestione dellaspazzatura medioevale, che porta in discarical’80% degli scarti tal quale, l’emergenza diNapoli inizia e finisce ogni volta in discarica.