11.07.2015 Views

consulta online - DIOCESI di NOTO

consulta online - DIOCESI di NOTO

consulta online - DIOCESI di NOTO

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Sua Ecc. Rev.maMons. Antonio StaglianòXI Vescovo <strong>di</strong> Noto


La Cattedrale <strong>di</strong> Noto è innanzituttoespressione dell’identità religiosae dell’unità territoriale dellaDiocesi <strong>di</strong> Noto, sua principale eoriginaria casa <strong>di</strong> preghiera. La suaricostruzione - che ha coniugato le tecnichecostruttive settecentesche con le piùmoderne tecnologie nel campo dell’ingegneriaantisismica - e le opere d’arte chene costituiscono il contenuto possonoconsiderarsi il simbolo <strong>di</strong> una comunità<strong>di</strong>ocesana, viva e creativa, che ritrova sestessa attorno al suo Vescovo. Le nuoveopere d’arte, <strong>di</strong> recente inaugurate (affreschiraffiguranti gli evangelisti e laPentecoste, altare, ambone), rappresentanoal meglio l’essenza della Cattedrale,luogo <strong>di</strong> azione sacramentale,dove i presbiteri in comunionecon il proprio Vescovo invocanoi doni dello Spirito Santo,annunciano il Vangelo dellacarità e celebrano il misterodell’Eucaristia per la santificazionedei fedeli.In essa sono in atto decorazioniartistiche destinate afar risplendere la bellezzacristiana che dobbiamo vederenell’umanità dell’uomo,che vive l’amore corporeo <strong>di</strong>Cristo come passione per ibisogni dell’altro,soprattuttodelpiùLa Basilicapovero. Dentro la Cattedrale la vera bellezzasi consuma sull’altare che è Cristostesso che si dona. Per questo dobbiamoimpegnarci ad avere occhi per lavera bellezza, che si comunicaanche attraverso quellavisibile. Questi occhisono quellidellafede4


Cattedraleche, convertiti dalle ferite interiori delcuore, si aprono a contemplare un misteroche, attraverso immagini, continua aparlarci. Pertanto, la Chiesa <strong>di</strong> Noto nellaCattedrale si avvarrà dell’arte per trasmetterealla comunità <strong>di</strong>ocesana guidata dalsuo pastore il messaggio affidatole daCristo (cfr. Giovanni Paolo II, Letteraagli Artisti, n. 12), stringendo nel sacrotempio un forte nesso tra celebrazioneliturgica, Eucaristia, che è laforma alta della bellezza umana, evissuto concreto. Diversamente, l’esteticadegli affreschi o dei riti liturgicie dell’altare stesso <strong>di</strong>venta estetismoe questo potrebbe anche anestetizzarel’esperienza della fede. Invece, labellezza dell’immagine più che esteticaè estatica, ovvero porta all’estasi, allacontemplazione piena <strong>di</strong>meraviglie<strong>di</strong> un Dio che è così buono, che è Padre,che è misericor<strong>di</strong>a e che richiede lo stessoimpegno <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> vicinanzaanche da noi, fatti a Sua immaginee somiglianza.Nella nostra Cattedralele opere d’arte, attraversol’energia comunicativadelle loro formee dei loro colori, dovrannoconsentirel’incontrocon il bello,costituendoun’occasioneper immergersiin unadelleformepiù alte esignificativedellavia dellafede5


che nella bellezza trova la sua espressione.In tale ottica la Cattedrale vuolproporsi come tappa importante dellavia pulchritu<strong>di</strong>nis in<strong>di</strong>cata da Papa BenedettoXVI (cfr. Benedetto XVI, Discorso agliartisti nella Cappella Sistina, 21 novembre2009), una via della bellezza che costituisceal tempo stesso un percorso artistico,estetico, un itinerario <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> ricercateologica; una via aperta ai credenti e agliartisti in cui si possono incrociare “esteticaed etica, bellezza, verità e bontà”.La Cattedrale <strong>di</strong> Noto è un cantiere aperto,un e<strong>di</strong>ficio vivo e <strong>di</strong>namico sia nelleforme che nei contenuti, uno spazio simbolicoe reale dove più mani concorronoad un unico progetto. Infatti, la ricostruzionearchitettonica, che ci ha restituito leforme e i volumi del XVIII secolo, ancorandolo stupendo e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> arte baroccaalla tra<strong>di</strong>zione e al vissuto settecentesco,si sta coniugando da un lato con le esigenze<strong>di</strong> vivibilità liturgica e con i necessariadeguamenti dettati dal <strong>di</strong>namismo delpresente e dall’altro con un programmaiconografico e cultuale, concepito comeun sistema complesso, ma unitario allostesso tempo. Si potrà così offrire una iconacomplessiva, composta da moltepliciopere d’arte (<strong>di</strong> tipologia, fattura e tematiche<strong>di</strong>fferenti), che conduce all’ascesi religiosae alla contemplazione mistica <strong>di</strong> unavisione che, nella logica dell’incarnazione,pone al centro Cristo crocifisso e risorto.In tale sistema coesisteranno opere d’arte<strong>di</strong> fattura ed epoche <strong>di</strong>verse: accantoa quelle recuperate e restaurate dopoil crollo (testimonianze della sensibilitàartistica e religiosa della cultura siciliana,tra i secoli XVIII e XX, nuove opere d’artecontemporanea completeranno il cicloiconografico realizzando così un continuumtra la tra<strong>di</strong>zione e il presente.Le nuove opere, in parte già realizzate,saranno espressione <strong>di</strong> variegate forme<strong>di</strong> arte contemporanea: dalle sculture(l’altare e l’ambone, il Crocifisso, le statueraffiguranti gli Apostoli e i Santi Patronid’Italia) alle pitture (affreschi dei pennacchie della cupola, progetto <strong>di</strong> decorazionedel catino absidale e successivamentedella volta centrale, tele della Via Crucis)e alle vetrate (nel tamburo della cupola,nei transetti e nella navata centrale);quest’ultime, in particolare, sarannodeterminanti non solo per mettere inrilievo il simbolismo della luce che guidai fedeli nel pellegrinaggio terreno versola santità, ma anche per sottolineare conle loro raffigurazioni sia la sacramentalitàdella Chiesa sia fulgi<strong>di</strong> esempi <strong>di</strong> testimonianze<strong>di</strong> santità. Nella Cattedrale questemolteplici espressioni artistiche andrannoattentamente viste e contemplate, inquanto proprio la contemplazione, cheAristotele pone come massima attivitàumana, apparenta gli uomini alla <strong>di</strong>vinità.Queste immagini, secondo la visionecristiana, vengono recepite come epifania,rivelazione del <strong>di</strong>vino nel nostro mondo,della verità che nell’incarnazione ha presoforma umana ed è <strong>di</strong>venuta bellezza; unabellezza che occorre riconoscere ed amare:“Tar<strong>di</strong> t’amai, bellezza tanto antica e tantonuova” (Agostino, Confessioni, libro X).Fondamentale si rivela poi la scelta <strong>di</strong> unapluralità <strong>di</strong> artisti (pittori, scultori, maestrivetrai, ecc.) <strong>di</strong> estrazione e provenienza<strong>di</strong>fferente, che costituisce occasione <strong>di</strong> incontroe confronto tra capacità artistichee culture <strong>di</strong>verse. Operando insieme in ununico progetto iconografico-catechetico,questi si ritrovano a Noto e ripropongonola Sicilia come centro <strong>di</strong> un Me<strong>di</strong>terraneo,crocevia <strong>di</strong> tante culture, come nei secoliè sempre stata.6


RASSEGNA FOTOGRAFICARASSEGNA FOTOGRAFICANoto, Vescovado, 21 gennaio 2012: conferenza stampa per l’annuncioufficiale della elevazione a Basilica minore della Cattedrale <strong>di</strong> NotoNoto, Basilica Cattedrale, 19 marzo2012: la celebrazione eucaristica...Il Cancelliere della Curia Vescovile,Can. Dott. Antonio Maria Forgione,da lettura del Decreto della SacraCongregazioneMomento centrale della solenne concelebrazioneLe autorità civili7


RASSEGNA FOTOGRAFICARASSEGNA FOTOGRAFICAIl Vescovo asperge l’assemblea...la cappella delle Anime Purganti......le lapi<strong>di</strong> poste a ricordo dell’evento8


RASSEGNA FOTOGRAFICARASSEGNA FOTOGRAFICAIl saluto auguraledel Sindaco <strong>di</strong> Isola <strong>di</strong> Capo Rizzuto,Dott.ssa Carolina GirasoleIl saluto auguraledel Sindaco <strong>di</strong> Noto,Dott. Corrado BonfantiIl saluto auguraledel Vicario Generale,Mons. Angelo Giurdanella9


DocumentiLa petizione inoltrataal Dicastero Vaticanoe la lettera <strong>di</strong> rispostadella Sacra Congregazione10


Documenti11


Documenti12


Documenti13


DocumentiIl Decreto<strong>di</strong> elevazionea Basilica Minore14


Documenticongregazione per il culto <strong>di</strong>vinoe la <strong>di</strong>sciplina dei sacramenti__Prot. N. 769/10/LAI NETINIA seguito dell’Istanza presentata dall’Eccellentissimo e Reveren<strong>di</strong>ssimoMonsignore Antonio Staglianò, Vescovo <strong>di</strong> Noto,con lettera datata giorno 8 del mese <strong>di</strong> gennaio dell’anno 2012,nella quale sono espressi i voti e le preghiere del clero e dei fedeli,la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,in forza delle facoltà peculiari concesse dal Sommo PonteficeBenedetto XVI, con sommo gau<strong>di</strong>o conferisce all’insigne chiesacattedrale de<strong>di</strong>cata a Dio in onore <strong>di</strong> san Nicolò il titolo e la <strong>di</strong>gnità<strong>di</strong> Basilica Minore con tutti i <strong>di</strong>ritti e le prerogative liturgiche<strong>di</strong>sposte e previste a norma del rito vigente, fatto salvo quanto dovutosecondo il Decreto «De Titulo Basilicæ Minoris» promulgatogiorno 9 del mese <strong>di</strong> novembre dell’anno 1989.Non ostando alcunché <strong>di</strong> contrario a quanto sopra.Dalla sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplinadei Sacramenti, giorno 21 del mese <strong>di</strong> gennaio dell’anno2012.Antonius Card. CaŇizares LloveraPrefettoIosephus Augustinus Di Noia, OPArcivescovo Segretario15


PER LA MEMORIA STORICA...A ricordo dell’evento...Il testo della lapide apposta all’interno della Basilica Cattedrale16


ARTELo splendore dell’abside della Cattedrale <strong>di</strong> NotoProgetto presentato dal Vescovo alla Commissione nazionaleIl Cristo pantocratoreIl progetto <strong>di</strong> decorazione dell’Absidecomprende anzitutto il Cristo pantocratore,che nell’iconografia classica in<strong>di</strong>cala regalità <strong>di</strong> Cristo con allusione al testo<strong>di</strong> Ef 1,10. Egli è, infatti, il ricapitolatore<strong>di</strong> tutte le cose, sia quelle del cielo, a luiconsone per la sua identità <strong>di</strong>vina <strong>di</strong> Logospresso il Padre, sia quelle della terra, peressere il primogenito tra molti fratelli(cf. Eb 2,10-14; Col 1,15.18). Il terminepantokra, twr ricorre nella LXX circa 180volte e sta ad in<strong>di</strong>care l’azione <strong>di</strong> Diocome Signore. L’appellativo che lo regge èquasi sempre ku, rioj, equivalente all’ebraicohw"ôhy> e richiama la signoria <strong>di</strong> Dio.Egli infatti è il creatore e il signore dellastoria: colui che sancisce con il suo popoloun’alleanza eterna. Negli scritti cristiani, iltermine si riferisce chiaramente a Cristo, efa da pendant con la tra<strong>di</strong>zione patristicail testo della 2Cor 6,18 e soprattutto l’Apocalisse,ove pantokra, twr ricorre 9 volte.Maria, Scala al Para<strong>di</strong>soe San Corrado ConfalonieriAi lati del Cristo pantocratore appaiono laMadonna Scala del Para<strong>di</strong>so e S. Corrado.Le due figure richiamano il cammino spiritualedei credenti della Diocesi <strong>di</strong> Noto,Noto, interno dellaCattedrale ricostruita17


ARTEdevoti alla Madonna con il titolo Scaladel Para<strong>di</strong>so e a S. Corrado, patrono dellacittà <strong>di</strong> Noto e compatrono della Diocesi.La figura <strong>di</strong> S. Corrado è particolarmentesignificativa nel contesto pittorico dell’Abside.Se la Madonna evoca il motivo del<strong>di</strong>scepolato cristiano autentico (cf. Gv19,26-27), S. Corrado è segno <strong>di</strong> sollecitazioneper una solidarietà che <strong>di</strong>venga18Noto, interno della Cattedrale prima del crollocon<strong>di</strong>visione verso ipoveri e gli ammalati.La continuità delduplice segno raffigurativo,la Madonnae S. Corrado, è sottol’azione pneumaticadella signoria <strong>di</strong> Cristo,giacché la sinergia <strong>di</strong>entrambe le figure inducea <strong>di</strong>ventare, comericordava Origene, noistessi regno <strong>di</strong> Dio.AlcuniPadri della ChiesaSeguono poi quattrofigure <strong>di</strong> santi Padridella Chiesa checompletano il progettoiconografico.• Ambrogio e AgostinoLe prime due raffigurano,Ambrogio dauna parte e Agostinodall’altra, lasciandointendere quanto siaimportante nel cammino<strong>di</strong> fede la dottrinaevangelica, intesacome catholica. Inoltre,l’uno, Ambrogio,è padre nella comunicazionedella fede neiconfronti dell’altro, Agostino.Ciò significa che nella maturazionedella fede occorre sempre il richiamo allatra<strong>di</strong>tio, ovvero alla consegna che un padrefa al proprio figlio della vera sapienza<strong>di</strong> vita. Agostino giunge alla comprensionedella fede autentica, grazie alle pre<strong>di</strong>che<strong>di</strong> Ambrogio: a quell’istruzione dottrinaleche rende solida e persuasiva la testimonianzacredente (cf. 1Pt 3,15).


• GregorioMagno e CrisostomoLe altre duefigure, GregorioMagno e Crisostomo,evocanodue aspettiimportantidella cattolicitàdella Chiesa. Ilprimo riguardail fondamentodella fede cheè la rivelazionebiblica. Si trattainfatti <strong>di</strong> santidottori chehanno commentatola sacra Scrittura. Basta pensare allacelebre espressione <strong>di</strong> Gregorio: la scritturacresce con chi la legge. E allo stessoCrisostomo, rappresentante della scuolaesegetica antiochena e commentatore <strong>di</strong>quasi tutto il NT e <strong>di</strong> gran parte dell’AT. Sepoi consideriamo che questi commentialtro non sono che omelie, si comprendeNoto, interno della Cattedrale, prima metà sec. XXARTENoto, interno della Cattedrale, prima metà sec. XXche la sacra Scrittura è il testo vivo dellachiesa orante. Il secondo aspetto tocca unmotivo che in parte interessa la tra<strong>di</strong>zionespirituale del nostro territorio. Quest’ultimoinfatti si è formato all’evangelo, graziealla testimonianza dei padri orientali. Viè però un secondoaspetto, legatoall’o<strong>di</strong>erna situazioneecclesiale. Urgel’espletamento <strong>di</strong>una comunione trale Chiese e particolarmentedella Chiesalatina con quellaorientale. La figura<strong>di</strong> Crisostomo è sicuramenteun richiamoa realizzare quell’unitàtanto agognatada Cristo (cf. Gv17,11). La scelta <strong>di</strong>Gregorio inoltre non19


ARTEè casuale, come d’altrondeanche quella<strong>di</strong> Crisostomo accantoad Agostino. Occorrerammentare che GregorioMagno era possidente<strong>di</strong> alcune terreche si estendevanoproprio nel territoriodegli Iblei. Un santonostrano dunque.Per quanto concerneCrisostomo, la sceltaè motivata anche dalfatto che Agostino lessemolto Crisostomo,citandolo spesso nellesue opere.Le virtù teologaliSi è pensato infine <strong>di</strong>arricchire la corniceraffigurando anzituttole virtù teologali (fede,speranza e carità)nell’or<strong>di</strong>ne proposto da Paolo nella 1Cor13, secondo il quale la avga, ph è superioree qualifica le altre virtù. L’or<strong>di</strong>ne sarebbequin<strong>di</strong> l’amore che sovrasta la fede e lasperanza. Il fatto che la personificazionedella carità andrebbe realizzata nellaparte più alta dell’abside, sopra il CristoPantocratore, non potrebbe far problemadal punto <strong>di</strong> vista teologico: le virtù teologalipotrebbero infatti essere raffigurati,tenendo conto della loro interiore <strong>di</strong>mensione“<strong>di</strong>alogica” (= sono vissute dall’uomo,ma restano teologali perché riferitealla presenza nell’uomo <strong>di</strong> Dio stesso,Padre, Figlio e Spirito santo).• Esplicitiamo sinteticamente l’idealogica che darebbe al tutto una certaoriginalità: sopra il Cristo Pantocratore val’amore e nei pannelli che si trovano sottoNoto, Basilica Cattedrale, affreschi della cupolail Cristo Pantocratore la fede e la speranza.La cornice, che raffigura il Cristo Pantocratoreforma con queste virtù un insiemearmonico, quasi un nimbo, lasciandoriecheggiare il <strong>di</strong>vino mistero della Trinità.L’elemento originale della raffigurazionesta proprio nel rappresentare, me<strong>di</strong>antequesto richiamo alle virtù teologali conal centro il Cristo Pantocratore, l’azionetrinitaria nella storia. La Trinità infatti siè manifestata pienamente con l’incarnazionedel Logos. Ed è il motivo perchéil Cristo Pantocratore sta al centro delnimbo. Le virtù teologali, amore, fede esperanza, se da una parte evocano l’azionedelle singole persone <strong>di</strong>vine, per cuil’amore richiamerebbe lo Spirito Santo,la fede il Logos incarnato e la speranza la20


ARTErivelazione <strong>di</strong> Dio come Padre, dall’altraesse interagiscono dentro un «circolotrinitario e cristologico» attorno alla figura<strong>di</strong> Cristo. È Cristo infatti a rivelare Diocome Padre, origine e fondamento dellasperanza che è in ogni uomo. È sempreCristo a dare testimonianza indefettibiledella sua ubbi<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> fede alla volontàdel Padre; ed è Cristo che, in virtù dellasua autodonazione, trasfonde nei credentila certezza dell’amore misericor<strong>di</strong>oso <strong>di</strong>Dio, me<strong>di</strong>ante il dono dello Spirito Santo,riversato abbondantemente nei cuori deibattezzati.Le virtù car<strong>di</strong>naliNei pannelli, al lato della cornice, sonoraffigurate le virtù car<strong>di</strong>nali, simboleggiandol’esercizio quoti<strong>di</strong>ano dell’evangelo, lacui testimonianza inneggia all’irrepetibilesignoria: quella <strong>di</strong> Cristo, vero uomo evero Dio.La prudenza che perfeziona la capacitàdella mente nell’opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimentodel bene e del male; il coraggio cheinfonde vigore nel respingere le subdoleoperazioni del male; la temperanza cheresiste agli assalti dell’irascibilità e concupiscenza;la giustizia che accompagna earmonizza la pratica <strong>di</strong> queste virtù.L’atteggiamento cosiddetto virtuoso noncorrisponde all’esercizio <strong>di</strong> una sola virtù,bensì all’armonizzazione e circolarità <strong>di</strong>tutte e quattro. La giustizia però, essendola virtù che genera il desiderio del bene,fa sì che le singole virtù, ciascuna secondola propria peculiarità, si concatenino perattuare l’unico bene possibile.Una seria perplessitàMi pare che – allo stato attuale delleconsiderazioni che ho ascoltato in commissione- lo spazio consentito per laraffigurazione del Pantocratore sia troppo“ristretto”, troppo costringente, per unafigura che abbisogna iconograficamente <strong>di</strong>espandersi il più possibile. Certo l’artistacon la sua genialità e tecnica può “far moltoo tutto” per superare questo problema.Nell’eventualità si potesse optare per“far cadere” alcune figure: io proporrei<strong>di</strong> lasciare le prime quattro. Terremmoovviamente Maria e S. Corrado, insiemead Agostino e Ambrogio (l’idea dei padridella Chiesa come coloro che hannoaccertato e chiarito la dottrina cattolicava benissimo, specialmente nell’attualecongiuntura dell’evangelizzazione dellaChiesa cattolica. In più Ambrogio <strong>di</strong> per sécrea il ponte con l’Oriente, ma anche locrea nel nostro paese “solidale”, cioè creaun ponte tra Nord e Sud d’Italia).+ Antonio, vescovo21


ARALDICA IN CATTEDRALETre stemmi nella Chiesa <strong>di</strong> NotoL’uso del simbolo come messaggio <strong>di</strong> comunioneIl 22 gennaio 2009 Mons.Antonio Staglianò vienenominato Vescovo<strong>di</strong> Noto dal SantoPadre BenedettoXVI. Lo stemma adottatodal Presule si <strong>di</strong>stingueper la ricchezzadel simbolismo teologicoe spirituale che da essopromana. Ciò checaratterizza in modotutto speciale lacomposizione aral<strong>di</strong>caè la presenzadei Tre CerchiTrinitari <strong>di</strong> Gioacchinoda Fiore,<strong>di</strong> cui il Vescovo èappassionato stu<strong>di</strong>oso.Negli stemmi ecclesiastici contemporaneinon sono certo rari i riferimentisimbolico-raffigurativi al mistero dellaSantissima Trinità, spesso richiamatadall’accostamento <strong>di</strong> tre figure uguali,come ad esempio tre stelle. Talora si assistealla rappresentazione <strong>di</strong> tre cerchi (perlo più d’oro) intrecciati tra loro. Ma l’usodella geniale raffigurazione <strong>di</strong> Gioacchinoda Fiore è un’assoluta novità e, anche perciò stesso, una felice intuizione del Vescovo<strong>di</strong> Noto che, nella stessa terra <strong>di</strong> Gioacchino,ha conosciuto le proprie origini.Originalissima è anche la figura dellastella, <strong>di</strong> per sé estremamente <strong>di</strong>ffusanelle composizioni aral<strong>di</strong>co-ecclesiastichedei nostri giorni a motivo della sua riconosciutavalenza mariana. La stella dellostemma personale <strong>di</strong> Mons.Staglianò, è infatti caricatadella lettera h a richiamodell’umiltà dellaVergine e – vale lapena soprattutto notarequesto – si trovaa sormontare unascala, in ricordo del titolocon cui la Vergine stessaè venerata nella Diocesi<strong>di</strong> Noto, quello<strong>di</strong> Maria SantissimaScala del Para<strong>di</strong>so.Un segnodella personaledevozionealla Vergine delVescovo, indubbiamente.Ma anche,con altrettanta evidenza, un segno delsuo legame con la chiesa affidata alle suecure pastorali.Anche la figura del pellicano, pure osservabilecon <strong>di</strong>screta frequenza negli stemmivescovili dei nostri giorni, appare nelcomplesso della composizione con unacerta originalità. Il valore soteriologicoe sacramentale <strong>di</strong> questa figura è infatticome amplificato dalla vicinanza al rivolo<strong>di</strong> sangue che, movente dal cerchiome<strong>di</strong>ano, ondeggia in palo per riversarsinel mare che è sulla punta dello scudo.Lo stesso mare viene così fortementecaratterizzato. Esso richiama certamenteil mare che bagna la terra <strong>di</strong> origine e <strong>di</strong>esercizio del ministero sacerdotale delVescovo, la Calabria (Isola Capo Rizzuto,22


ARALDICA IN CATTEDRALELe Castella, Crotone)e anche la terrasiciliana, con lasede episcopale<strong>di</strong> Noto. Ma dalpunto <strong>di</strong> vista piùsquisitamente simbolico,il mare vuole in<strong>di</strong>carel’umanità che affronta idrammi del mondo inquesto inizio <strong>di</strong> millennio,una umanitàche sembra nontrovar pace. Macon il suo sangueversato dalla croceCristo realizza lapace fra cielo e terra,e fra tutti gli uomini.Una ricchezza <strong>di</strong> simbolismidunque che in mododel tutto naturale si intrecciano passandoper la storia personaledel Vescovo,per la sua formazioneteologica,per i suoi valorispirituali e il suoprogramma pasto-rale, ma pure per la storiae la devozione della suaDiocesi.Non a caso, nellostemma <strong>di</strong>ocesanovoluto da Mons.Staglianò ad unanno <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dalsuo ingresso nellasede netina, ritrovia-mo degli elementi cherichiamano il suo stemmapersonale e che, per il lorovalore, in qualche modo ne precedevanoNote sull’uso dell’aral<strong>di</strong>ca nella Chiesa CattolicaNati come segni <strong>di</strong>stintivi <strong>di</strong> principi e cavalieri, sui campi <strong>di</strong> battaglia comenei tornei, gli stemmi cominciarono ad essere usati a partire dalla metà delXIII secolo anche dai membri del clero, soprattutto per la loro utilità come sigilli.Dopo i primissimi rari usi da parte <strong>di</strong> alcuni vescovi feudatari, gli stemmivennero adottati con sempre più frequenza anche da abati e canonici e,a Roma, dal Papa e dai Car<strong>di</strong>nali. Il primo Papa che fece uso <strong>di</strong> uno stemmafu Bonifacio VIII. Anche <strong>di</strong>ocesi, abbazie e monasteri si dotarono presto <strong>di</strong>una loro arma, così come gli Or<strong>di</strong>ni religiosi. Gli scu<strong>di</strong>, inizialmente usatisenza alcun ornamento, furono via via arricchiti dalla presenza <strong>di</strong> segni <strong>di</strong><strong>di</strong>gnità (tiara, chiavi, mitria, croce, cappello prelatizio, ecc.), secondo usiconsolidati nel tempo e in buona parte co<strong>di</strong>ficati dalla Chiesa stessa. Ancoraoggi uno stemma ecclesiastico conserva intatto tutto il suo valore <strong>di</strong> segno<strong>di</strong>stintivo e, se realizzato con vero stile aral<strong>di</strong>co, può essere anche preziosoveicolo <strong>di</strong> valori spirituali e <strong>di</strong> messaggi pastorali.D.A.P.23


ARALDICA IN CATTEDRALEla realizzazione. Ritroviamo infatti nellostemma <strong>di</strong>ocesano una scala sormontanteil mare e accompagnata in capo da unastella. Sia pure con <strong>di</strong>verse soluzioni <strong>di</strong>smalti e <strong>di</strong> posizione, il richiamo alla Patronaprincipale <strong>di</strong> Noto, la Vergine dellaScala, è inequivocabile. D’altra parte, lafigura del pellicano che campeggia nellostemma della Diocesi e che pure si trovanello stemma del Vescovo, vuole ancorauna volta in<strong>di</strong>care il forte legamedel Pastore con la sua gente e conil territorio. Si tratta infatti <strong>di</strong>una immagine emblematicaanche per la Città <strong>di</strong> Noto,dal momento chela figura marmorea<strong>di</strong> un pellicano èposta a cimare laPorta Reale (erettain stile neoclassico daOrazio Angelini nel 1838) conla quale si apre la principalevia citta<strong>di</strong>na, corsoVittorio Emanuele.Notiamo infinestretti legami anchecon lo stemma fatto realizzareda Mons. Staglianò per la Cattedralein occasione dell’innalzamento <strong>di</strong> questaa Basilica minore per volontà del SantoPadre Benedetto XVI. Non poteva mancarein questo stemma una rappresentazionesimbolico-raffigurativa del titolaredella Cattedrale: San Nicolò. Ma questarappresentazione si completa con imme<strong>di</strong>atezzavisiva con un’altra composizionenello stemma basilicale: una composizioneallusiva a San Corrado Confaloniericorrispondente a quella innalzata dallostemma <strong>di</strong>ocesano. Ciò è perfettamentecomprensibile anche in <strong>di</strong>pendenza delvalore della Cattedrale come segno e centrodella vita dell’intera comunità <strong>di</strong>ocesana.Una chiesa particolare ha la sua storia,il suo territorio, le sue tra<strong>di</strong>zioni e i suoisanti patroni.Lo stemma della Basilica Cattedrale <strong>di</strong>Noto non poteva dunque non riprendereparzialmente quello della Diocesi, grazieal simbolismo legato al santo compatrono,<strong>di</strong> cui nella Cattedrale sono custo<strong>di</strong>tele reliquie.Ma la Cattedrale è anche sede delVescovo e, per via della presenzadella cattedra episcopale,segno della sua presidenzae dell’unità attornoa lui dei cristianiaffidati alle suecure pastorali. Cosìsi capisce la presenzanello stemma basilicale <strong>di</strong>un capo riproducente quellodell’arma personale del Vescovo.Una presenzache, vista la ricchezzasimbolica deitre cerchi trinitari,non si esauriscesemplicemente nell’in<strong>di</strong>care illegame, l’unità profonda tra il Vescovo ela sua Chiesa, misticamente adombratadal segno <strong>di</strong> un tempio elegantementebarocco. I tre cerchi richiamano il misterodell’amore trinitario <strong>di</strong> Dio come fonteperenne della comunione nella Chiesa.Di quella comunione <strong>di</strong> cui il Vescovo ègarante e <strong>di</strong>fensore, ma <strong>di</strong> cui sempre esoltanto l’Altissimo è artefice e perfezionatore.Don Antonio PompiliSocio Corrispondentedell’Istituto Aral<strong>di</strong>co Genealogico Italiano24


Don Giampiero Maria ArabiaL’artista e gli stemmi<strong>di</strong>alogare con la tra<strong>di</strong>zionesenza escludere i linguaggispecifici della ricerca artisticacontemporanea.Come pittore ha partecipatoa numerose mostre collettivee personali occupandosiprevalentemente del tema“sacro”.Nato a Rogliano (CS) il 5 <strong>di</strong>cembre1965, ha stu<strong>di</strong>ato presso il LiceoArtistico <strong>di</strong> Cosenza U. Boccioniper poi seguire i corsi <strong>di</strong> Teologia,prima al S. PioX <strong>di</strong> Catanzaro esuccessivamentea Roma pressol’Università Gregoriana.A Romasi è laureato inArchitettura mentresperimentavanumerose tecnicheartistichespaziando dallapittura alla scultura,dall’affresco al mosaico, dalla vetrata all’oreficerialiturgica.In circa trent’anni <strong>di</strong> attività professionaleha realizzato opere presenti in circa 80complessi parrocchiali concentrando il suolavoro attorno agli spazi liturgici intesi comespazi unitari da definire in termini funzionalie, soprattutto, come veicolo <strong>di</strong> catechesi, offrendoun percorso iconografico che sappiaParticolarmente espertonell’arte del mosaico, fra lesue realizzazioni ricor<strong>di</strong>amo imosaici nelle chiese romane<strong>di</strong> San Luca Evangelistae <strong>di</strong> San Cleto, quellidella chiesa <strong>di</strong> SanGiacomo Apostolo<strong>di</strong> Bianchi (CS),il Tabernacoloin mosaico perla chiesa <strong>di</strong> SanLuca Evangelista<strong>di</strong> Vadue(CS), l’icona dellaMadonna dellaTenerezza per lachiesa dell’Immacolata<strong>di</strong> Toronto, le icone de<strong>di</strong>cate aMaria Madre dei sacerdotiper il convento <strong>di</strong>San Cleto a Roma, i<strong>di</strong>pinti per la cappelladel SeminarioDiocesano <strong>di</strong>Cosenza e l’iconadella Trinità perla Cappella delSeminario PontificioTeologico <strong>di</strong>Catanzaro.25


GemellaggioDue Chiese sorelle... verso il 25° del GemellaggioAlla luce e in attuazione <strong>di</strong> quanto afferma ilConcilio Vaticano II nel Decreto sulle attivitàmissionarie della Chiesa “Ad Gentes”, inoccasione della celebrazione del 25° anniversario<strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione episcopale del VescovoMons. Salvatore Nicolosi, la Chiesa <strong>di</strong>Noto, rappresentata dal suo Vescovo Mons.Nicolosi e la Chiesa <strong>di</strong> Butembo-Beni (Zaireormai Repubblica Democratica del Congo),rappresentata dal suo Vescovo Mons.Emanuele Kataliko, giovedì 21 aprile 1988,nella Cattedrale <strong>di</strong> Noto, a conclusione dellasolenne liturgia celebrativa, hanno costituitotra <strong>di</strong> loro un gemellaggio pastorale, ai fini <strong>di</strong>uno scambio e <strong>di</strong> una maturazione spiritualedel Corpo Mistico <strong>di</strong> Cristo.Mons. Giuseppe Malandrino, Vescovo <strong>di</strong> Noto, e Mons.Melchisedek Sikuli Paluku, Vescovo <strong>di</strong> Butembo-BeniMons. Mariano Crociata, Vescovo <strong>di</strong> Noto, e Mons. MelchisedekSikuli Paluku, Vescovo <strong>di</strong> Butembo-BeniMons. Salvatore Nicolosi, Vescovo <strong>di</strong> Noto,e Mons. Emmanuel Kataliko, Vescovo <strong>di</strong> Butembo-BeniA suggello <strong>di</strong> quanto concordato e comeprimizia <strong>di</strong> una fattiva collaborazione, Mons.Nicolosi offrì a Mons. Kataliko l’importo <strong>di</strong>tutte le offerte ricevute in dono dai fedelidella propria Diocesi, in occasione della ricorrenzagiubilare del 25° anniversario dellasua Or<strong>di</strong>nazione Episcopale (£. 70.000.000),affinchè fossero impiegate nella costruzione<strong>di</strong> due turbine generatrici <strong>di</strong> energia elettricain favore dei fratelli dei quin<strong>di</strong>ci villaggidella parrocchia <strong>di</strong> Lukanga nella Diocesi <strong>di</strong>Butembo-Beni.Mons. Antonio Staglianò, Vescovo <strong>di</strong> Noto, e Mons. MelchisedekSikuli Paluku, Vescovo <strong>di</strong> Butembo-Beni26


«Dopo il mio primo viaggio inAfrica, nella Diocesi gemella<strong>di</strong> Butembo-Beni, ho coltol’enorme sproporzione trail bisogno umano esistentee quanto noi riusciamo evogliamo fare. Abbiamo orain cantiere <strong>di</strong>versi progettisignificativi: l’AssociazionePino Staglianò costruirà un“Centro car<strong>di</strong>ologico” (a Diopiacendo i lavori dovrebberoiniziare in questo mese<strong>di</strong> Ottobre, perché quandoritornerò nel gennaio del2013, per il venticinquesimodel gemellaggio, l’opera saràinteramente completata);il Presbiterio <strong>di</strong> Noto potràcostruire la “Casa del clero<strong>di</strong> Noto a Butembo”, una costruzione cheservirebbe durante l’anno anche comestruttura per la formazione culturale e lostu<strong>di</strong>o della lingua italiana; preziosissimoè poi il progetto <strong>di</strong> una Scuola <strong>di</strong> formazioneagraria (progetto triennale che aiuteràcento famiglie a lavorare nei campi – terrenimessi a <strong>di</strong>sposizione del vescovoMelkisedech –, a seminare, produrre, conservareed esportare). Certo, “dopo averfatto tutto questo, potremo alla fine considerarciservi inutili”. Importante è farlo.Allo scopo – come sapete – don SalvatoreCerruto è là per tre anni. Tuttavia, anchequando avremo fatto moltissimo, nonavremo fatto tutto: lo scarto è copertodalla misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio. Avremo bisognosempre della misericor<strong>di</strong>a e del perdono,per la nostra inadeguatezza all’operadell’amore. Nel frattempo, la presenza <strong>di</strong>quattro nuovi presbiteri della Diocesi <strong>di</strong>GemellaggioI progetti a Butembo-Beni: missione e misericor<strong>di</strong>aMons. Staglianò e i quattro sacerdoti della Diocesi <strong>di</strong> Butembo-Beniin servizio pastorale nella Diocesi <strong>di</strong> NotoButembo, ci fa ben sperare in una nuovaimpostazionenell’animazionedellacoscienzamissionarianei nostrivicariati.Anche daquesto versantesiamochiamati ae<strong>di</strong>ficarecomunitàprofetiche,più cre<strong>di</strong>bilinell’epifania della carità».Don Salvatore Cerrutonella Diocesi <strong>di</strong> Butembo-Beni(dalla prima Lettera pastorale alla Chiesa<strong>di</strong> Noto “Misericor<strong>di</strong>a io voglio”, p. 36)27


Gemellaggiocoibentante e strato esterno<strong>di</strong> finitura in lamieraverniciata. Le finitureesterne sono pensate inparte in pietra o in mattoni“faccia vista” e ad intonaco;gli infissi sarannoin legno. Tutti gli ambientisaranno pavimentati conmateriali <strong>di</strong> facile pulituratipo linoleum e sarannorivestiti con un lambrì finoad altezza congrua per ragioniigieniche; gli attacchifra la pavimentazione e<strong>di</strong>l lambrì saranno privi <strong>di</strong>spigoli, arrotondati, perconsentire la massimaigiene. Data l’abbondanza<strong>di</strong> precipitazioni, si provvederàal recupero <strong>di</strong> parte delle acquemeteoriche per usi irrigui e la cura dellearee esterne. I servizi igienici saranno dotati<strong>di</strong> rubinetterie con regolatori <strong>di</strong> flussoper assicurare il risparmio <strong>di</strong> acqua.Occorrerà prevedere un locale a parte,all’esterno della costruzione per l’alloggiamento<strong>di</strong> un gruppo elettrogeno cheassicuri la stabilità e la continuità dell’alimentazioneelettrica per le apparecchiatureelettro-me<strong>di</strong>cali.Alla luce delle esperienze in atto nella regionesi potrà pensare all’impianto <strong>di</strong> unastruttura per la produzione <strong>di</strong> energia inmaniera alternativa utilizzando l’energiaeolica o idrica (turbina); si potrà prenderein considerazione la possibilità <strong>di</strong> collegarsia impianti <strong>di</strong> produzione alternativa<strong>di</strong> energia <strong>di</strong> più ampia scala in corso <strong>di</strong>realizzazione nella zona, me<strong>di</strong>ante convenzione.Il primo step potràriguardare la realizzazionedella hall e delblocco servizi così darendere funzionale intempi brevi il presi<strong>di</strong>ocar<strong>di</strong>ologico e rendereattivo da subito il servizioauspicato.Laboratorio Città e Territorios.r.l. - Società <strong>di</strong> IngegneriaDir. tec. Arch. Salvatore Tringali- Arch. Rosanna La Rosa29


LA PAROLA DEL VESCOVOLa basileia <strong>di</strong> Cristo«Cercate prima il Regno <strong>di</strong> Dio e la sua giustizia» (Mt 6,33)Omelia <strong>di</strong> Sua Ecc. Mons. Antonio Staglianò nella celebrazione eucaristicadel 19 Marzo 2012 per l’elevazione a Basilica minore della Chiesa Cattedrale <strong>di</strong> NotoCarissimi fratelli esorelle,santo popolo <strong>di</strong>Dio, che nel misterodella fedecristiana sento <strong>di</strong>amare come lamia stessa vita: visaluto nella pacedel Signore – tutti,confratelli nell’episcopato,nelsacerdozio e nel<strong>di</strong>aconato, religiosie religiose, seminaristi,autorità civili e militari, personalitàpolitiche e singolarmente ognuno <strong>di</strong> voi –,tutti vi saluto nella pace in cui consiste lasostanza della giustizia del Regno <strong>di</strong> Dio.Oggi celebriamo la memoria dell’uomogiusto che si è adoperato affinchè il Regno<strong>di</strong> Dio accadesse sulla faccia della terra,entrasse <strong>di</strong>rettamente in contatto connoi: Giuseppe, lo sposo <strong>di</strong> Maria, che giàrespirava – ne era già totalmente immerso– il “senso” della giustizia <strong>di</strong> Dio, così “altro”dal senso della giustizia degli uomini,anche religiosi, del suo tempo. Per quelsenso <strong>di</strong> giustizia, proprio della legge, Maria<strong>di</strong> Nazareth doveva essere denunciatapubblicamente e lapidata, perché incintasenza essere sposata. Giuseppe avrebbedovuto essere l’interprete e il protagonista<strong>di</strong> questa ingiusta giustizia, ma era un“uomo giusto”, cioè giusto della vera eunica giustizia, quella <strong>di</strong> Dio, la cui Parolaascoltava nel segreto della sua coscienza<strong>di</strong> sposo che ama la sua donna ed è<strong>di</strong>sposto a morire per lei. Perciò da uomogiusto, trasgre<strong>di</strong>sce la giustizia della Leggee si incammina nella fatica drammatica <strong>di</strong>attendere al Regno <strong>di</strong> Dio e alla sua giustizia:«Mentre però stava considerandoqueste cose, ecco, gli apparve in sogno unangelo del Signore e gli <strong>di</strong>sse: “Giuseppe,figlio <strong>di</strong> Davide, non temere <strong>di</strong> prenderecon te Maria, tua sposa. Infatti il bambinoche è generato in lei viene dallo SpiritoSanto; ella darà alla luce un figlio e tu lochiamerai Gesù: egli infatti salverà il suopopolo dai suoi peccati”» (Mt 1,18-21).I pensieri <strong>di</strong> Dio non sono i nostri pensieri.E con tutto il rispetto per noi, Dio deverealizzare le sue promesse <strong>di</strong> bene, tuttea favore nostro, anche quando noi nonlo percepiamo. In questo modo, fronteggiandol’ingiusta giustizia degli uomini,Dio compie la sua giustizia e progressivamenteinstaura il suo Regno, <strong>di</strong>ffonde nelcuore degli uomini e delle donne <strong>di</strong> ognitempo la sua regalità e, attraverso <strong>di</strong> essi,tesse trame nuove nelle relazioni sociali,più solidali, caritatevoli, compassionevolie perciò veramente giuste. Il Regno deicieli (ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν, he basileiatōn ouranōn) oppure il Regno <strong>di</strong> Dio(ἡ βασιλεία τοῦ Θεοῦ, he basileia touTheou) è certamente realtà “mistica” (haa che fare con l’intimità dell’unione conDio della persona umana), non per questoè realtà evanescente, aleatoria, bensì30


LA PAROLA DEL VESCOVOstorica.Dio si impegna nella vicenda storicadegli uomini. Abbiamo ascoltato nellaprima lettura cosa annuncia a Davidetramite il profeta Natan, su ciòche sarebbe accaduto dopoil compimento dei suoigiorni, a proposito del figlioSalomone: «Egli e<strong>di</strong>ficherà unacasa al mio nome e io renderò stabileil trono del suo regno per sempre. Iosarò per lui padre ed egli sarà per mefiglio. La tua casa e il tuo regno sarannosal<strong>di</strong> per sempre davanti a te, il tuo tronosarà reso stabile per sempre» (2 Sam 7,12-14.16).Il nostro Dio non è un concetto filosofico,è persona che vive e agisce nella vicendaumana incontrando gli uomini in unrapporto personale (da volto a volto,da cuore a cuore). Matura nella vita <strong>di</strong>un popolo la sua passione d’amore perl’uomo, per tutti gli uomini della terra,in un progetto <strong>di</strong> salvezza che non <strong>di</strong>sdegna<strong>di</strong> farsi carico delle fatiche umane <strong>di</strong>ognuno, delle solitu<strong>di</strong>ni, dei fallimenti,delle <strong>di</strong>fficoltà delle crisi <strong>di</strong> ogni genere,interiori e sociali. Dio interviene semprecome “re e Signore”, il Go’el del popolo, ilsuo redentore, ricattatore capace <strong>di</strong> operarecon potenza regale rispetto ad ogninemico, anche l’ultimo nemico, la morte:«Dio potrà riscattarmi, mi strapperà dallamano della morte» (Sal 48, 14-21).Carissimi, siamo oggi tutti fortementepreoccupati, per la nostra terra,per la sopravvivenza dell’umanonell’uomo, per la tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quelpatrimonio <strong>di</strong> valori, <strong>di</strong> emozioni,<strong>di</strong> sentimenti che da semprehanno costituito la sua identità ela sua forza.Ogni Quaresima è <strong>di</strong>versa dalle precedenti,perché noi cambiamo sempre.In questa tuttavia avvertiamo <strong>di</strong>più un certo <strong>di</strong>sagio, <strong>di</strong> crisid’identità, <strong>di</strong> smarrimento<strong>di</strong> valori, <strong>di</strong> verifica e <strong>di</strong>bilanci, <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta della speranza.Sembra <strong>di</strong> essere tornati in<strong>di</strong>etro,sembra che tutto intorno a noi sisia fermato, che le nostre sicurezzesiano venute meno. Ci sentiamo paralizzati,incapaci <strong>di</strong> progettare il nostrofuturo e <strong>di</strong> guardare avanti in un oltreche non scorgiamo e che ci fa paura. Cisentiamo profondamente soli, abbandonati,in una società che si definiscecivile ma che sta perdendo chiaramenteil tratto <strong>di</strong> umanità, <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità, <strong>di</strong> equitàche fino ad oggi l’ha resa vivibile. Inquesti giorni si è fatto un gran parlaredella proposta indegna <strong>di</strong> alcuniche propongono la legittimità moraledell’infantici<strong>di</strong>o: il piccolo appena nato<strong>di</strong>pende in tutto, non ha autonomia epertanto non dovrebbe essere riconosciutocome persona intoccabile, tantoche i genitori potrebbero ucciderloper i motivi più <strong>di</strong>sparati (non ultimoquello <strong>di</strong> non poterlo mantenere ecrescere).È anche una Quaresima che mettea dura prova la nostra fede, perchécontiene pochi segni <strong>di</strong> luce e molteombre <strong>di</strong> crisi: richiesta <strong>di</strong> sacrificieconomici sempre maggiori perrisollevare le sorti del nostropaese, fallimento della politicanazionale e locale, crisi dell’economiache attanaglia tuttii settori produttivi, progressivoimpoverimento delleNoto, Basilica Cattedrale,croce astile31


LA PAROLA DEL VESCOVOnostre famiglie, continui tagli alla sanitàe ai servizi alle persone. E nella Quaresimadelle Quaresime a chi rivolgere losguardo? Cosa fare? Dove andare? Comerendere attuale e veramente umanol’esempio <strong>di</strong> Cristo? Cosa <strong>di</strong>re a quantibisognosi <strong>di</strong> conforto, sostegno, solidarietàogni giorno sperimentano soltantol’esperienza brutale e arida del desertodei sentimenti, del vuoto delle istituzioni,dell’in<strong>di</strong>fferenza della società, dellapovertà fisica e morale, della solitu<strong>di</strong>nedel cuore e dell’assenza dell’Amore? Tantesono le scorciatoie e le strade più agevoliche ci vengono proposte e che siamotentati <strong>di</strong> sperimentare, ma l’unica stradapossibile per immergerci nel fango senzasporcarci – per accostarci al peccato senza<strong>di</strong>ventare peccatori, per risultare vincitoridella subdola tentazione <strong>di</strong> rimuovere Diodalla nostra vita, <strong>di</strong> mettere or<strong>di</strong>ne da solinel mondo, <strong>di</strong> contare soltanto sullenostre capacità, <strong>di</strong> lasciare nellenostre scelte da parte Diocome elemento superfluoe fasti<strong>di</strong>oso, <strong>di</strong> guardareal nostro fratello comeun nemico da sopraffare,derubare, schernire, comeuno sconosciuto da ignoraree abbandonare –, rimane da sempree per sempre quella <strong>di</strong> cercare ilRegno <strong>di</strong> Dio e la sua giustizia.Dobbiamo riportare Dionel nostro cuore e nellanostra storia: quel Dioche, entrando nella nostracruda vicenda umanain Gesù <strong>di</strong> Nazareth, percorrendola via dell’umiltàe della semplicità, la via delsacrificio e dell’amore fino aldono totale <strong>di</strong> sé, ci salva e cidona la vita per l’eternità.In Gesù il regno <strong>di</strong> Dio è presente, corporalmentecon la sua persona. La pre<strong>di</strong>cazione<strong>di</strong> Gesù lo annuncia con certezza,come pienezza <strong>di</strong> tempo, kairòs provvidenziale,Dio all’opera che urge pentimento,conversione, fede. Il Santo PadreBenedetto XVI ha indetto un anno dellafede, con Porta fidei, volendo incoraggiareil cammino <strong>di</strong> tutti perché si maturino(e si evidenzino) esperienze <strong>di</strong> fede: lafede non è un gioco <strong>di</strong> perle <strong>di</strong> vetro, chepossa coccolare solo le nostre intuizioni oi nostri pensieri; è invece grazia che si calanelle fessure recon<strong>di</strong>te dell’anima umanae trasforma la vita; questa conversionerifonda le relazioni sociali e si mostra neigesti <strong>di</strong> una carità operosa. L’anno dellafede inizierà l’11 Ottobre 2012 e coincidecon il 50° anniversario <strong>di</strong> apertura del32


LA PAROLA DEL VESCOVOConcilio Vaticano II (e i vent’anni dellapubblicazione del Catechismo dellaChiesa Cattolica). Per noi – Diocesi <strong>di</strong>Noto – avrà un significato speciale, perchénello stesso anno avvieremo e vivremola Prima Visita pastorale alle comunità <strong>di</strong>parrocchie: il Vescovo si porterà in ogniparrocchia per animare la fede, per poterlariconoscere, per orientarla e praticarla,promuovendone la bellezza del suoamore.Proprio la fede chiesta da Gesù, dovràessere centrata in Lui. Lui, il Figlio <strong>di</strong> Dionella carne umana – è la misura, il fondamento,il perfezionatore della nostra fede.E se la fede sorge dall’annuncio della vicinanzadel Regno <strong>di</strong> Dio, sarà allora Lui – eLui soltanto – a spiegarcelo, a in<strong>di</strong>carcelo,a custo<strong>di</strong>rne e presentarci i tratti salienti,le manifestazioni fondamentali <strong>di</strong> questoRegno dei cieli. Non le nostre fantasie,non le nostre immaginazioni o le nostrevisioni critiche ci consentiranno <strong>di</strong> avereuna idea del Regno <strong>di</strong> Dio, ma le parabole<strong>di</strong> Gesù, i suoi miracoli, la sua testimonianzaregale sulla Croce, questa formaspecifica dell’amore che è realmente l’epifaniadell’essere stesso eterno <strong>di</strong> Dio-agape.Tenendo fisso lo sguardo su Gesù e alsuo insegnamento, il Regno dei cieli nonè semplicemente una idea, ma salvezzae liberazione <strong>di</strong> Dio dentro le vicendeumane, orientate al perdono, alla prossimità,alla vicinanza, al prendersi cura gliuni degli altri – «curate i malati che vi sitrovano, e <strong>di</strong>te loro: si è avvicinato a voiil regno <strong>di</strong> Dio» (Lc 10,9) –, alla denunciadelle ingiustizie, alla profezia dell’amoreche sa spingere il dono della vita fino amorire, anche per i propri carnefici. Finoa questo punto si giunge in questo Regno.È il guadagno del senso vero della giustizia<strong>di</strong> Dio: sulla croce del Figlio,Dio Padre dona il suo spirito <strong>di</strong>misericor<strong>di</strong>a anche ai suoicarnefici, riaccogliendolinel perdono in se stesso.Ho avuto modo <strong>di</strong> insisteresu questo nella mia PrimaLettera pastorale “Misericor<strong>di</strong>aio voglio”. È la metagrande da conseguire per essere vericristiani, è la via giusta del Regno perconvertirsi all’amore.Oggi, nel giorno <strong>di</strong> SanGiuseppe – mentre ricorreil terzo anniversario dellamia or<strong>di</strong>nazione episcopale,avvenuta nel Pala Milone <strong>di</strong>Crotone il 19 marzo 2009 –, laNoto, Basilica Cattedrale,altare33


LA PAROLA DEL VESCOVOnostra Chiesa Cattedrale viene insignita,su speciale indulto del Santo Padre BenedettoXVI, del titolo <strong>di</strong> Basilica minore.Perciò, vorrei ricordare che questo Regno<strong>di</strong> Dio passa or<strong>di</strong>nariamente soprattuttoattraverso la vita della Chiesa locale, laquale esprime tutta la Chiesa universalein un luogo, nella comunione effettiva eaffettiva del Vescovo <strong>di</strong>ocesano con il SantoPadre, successore dell’apostolo Pietro,cui Gesù consegnò le chiavi del Regnodei cieli: «E io ti <strong>di</strong>co: Tu sei Pietro e suquesta pietra e<strong>di</strong>ficherò la mia chiesa e leporte degli inferi non prevarranno contro<strong>di</strong> essa. A te darò le chiavi del regno deicieli, e tutto ciò che legherai sulla terrasarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglieraisulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt16,18-19).Il titolo <strong>di</strong> Basilica minore per la ChiesaCattedrale <strong>di</strong> San Nicolò in Noto conferisceora alla nostra “Basilica Cattedrale”maggiore responsabilità nel visibilizzarel’impegno della comunione con il SantoPadre, ma soprattutto nel riprendere conmaggiore zelo e ardore il cammino <strong>di</strong>evangelizzazione e <strong>di</strong> promozione umana,con quella rinnovata centralità che laCattedrale ha obiettivamente perduto acausa della sua implosione (il 13 marzo1996) e durante tutto il periodo della suaricostruzione e apertura (18 giugno 2007).Le chiavi decussate che – realizzate inmarmo dal carissimo don Giampiero Arabia– verranno apposte in alto alla facciatadella Cattedrale, insieme agli scu<strong>di</strong> delSanto Padre e del Vescovo <strong>di</strong>ocesano,sono come un simbolo esteriore <strong>di</strong> unimpegno interiore ed ecclesiale, serio,impregnato <strong>di</strong> grande responsabilità perla nuova evangelizzazione, cui BenedettoXVI orienta le iniziative delle chiese tertiomillennio ineunte.Ho già precisato il significato profondo <strong>di</strong>questo evento storico nel mio messaggioalla Diocesi per la Quaresima.Stralcio il passaggio per como<strong>di</strong>tà:«il Santo Padre ci incoraggia con le suecatechesi e il suo illuminato Magistero anon in<strong>di</strong>etreggiare nella manifestazionedell’amore, attraversole opere <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>acorporale. Un legamepiù stretto e un impegnopiù constante con il Papa – proprionella <strong>di</strong>rezione dell’eserciziodella carità –, derivanoalla Chiesa <strong>di</strong> Notodall’avvenuta elevazionedella nostraChiesa Cattedralea Basilica minore.Questa designazionenon è (e non saràmai) un orpello, mapiuttosto un appelloalla nostralibertà a tradurrefattivamente quantoil Magistero universaledella Chiesa ciinsegna.Muoversi nellacarità con nuovafantasia e creativitàèlavoro<strong>di</strong> tutti,comesingolie come comunità. Ognuno <strong>di</strong> noi puòsempre “dare <strong>di</strong> più”: è uno spettacolostraor<strong>di</strong>nario constatare che proprio intempi <strong>di</strong> ristrettezza aumenti la solidarietàtra le persone e ci si riscopre fratelli nellacomune <strong>di</strong>gnità umana. La raccolta <strong>di</strong>generi alimentari per sopperire ai bisogni34


LA PAROLA DEL VESCOVOdei più poveri cresce, a testimonianza dellalarghezza del vostro animo. Con gioiagrande constato che la festa <strong>di</strong> San Corradosi caratterizzerà quest’anno per unamaggiore visibilità della carità, attraversoil gesto nobile dell’apertura della “mensa<strong>di</strong> accoglienza” per i più poveri: luogo <strong>di</strong>solidarietà e <strong>di</strong> volontariato,questa mensapotrà <strong>di</strong>ventare unafucina e un laboratorioper cuori che si lascino scioglieredall’amore-agape.La carità però ha tante forme.Essa impegna anchea cercare, insieme agliuomini <strong>di</strong> buona volontà(specialmente quelli deputatia servire il benecomune) tutti i luoghiabitabili e gli strumentiutili per attivare processi<strong>di</strong> sviluppo reale delnostro territorio, alloscopo <strong>di</strong> risollevare il<strong>di</strong>sagio economico esociale nel quale tantenostre famiglie sonocadute. La firmadel Protocollod’intesa contro lacrisi tra il vostroVescovo e isindacidei nostricomuni staNoto, Basilica Cattedrale,particolare dell’altaregià donandobuoni frutti in<strong>di</strong>verse città ed è ilcontenitore giusto per realizzare un nuovoprogetto globale e integrato con l’aiutodella Provvidenza. Ne abbiamo parlato il14 Febbraio 2012 nella Sala degli Specchidel Comune <strong>di</strong> Noto e abbiamo aggiornatoil nostro incontro al 14 Marzo prossimo[rimandato al 2 Aprile]. Ho molta speranzain quanto si sta facendo, mentre assicuroche la presenza del Vescovo su questiterreni (solo apparentemente estraneialla sua missione) è motivata soltanto dalservizio: è per altro un servizio <strong>di</strong> unità e<strong>di</strong> collante (amerei <strong>di</strong>re, <strong>di</strong> comunione)che esprime anche nel campo dello svilupposociale ed economico il sacramentumdell’unità nella Chiesa, espresso dalministero episcopale».Oltre ogni facile e colpevole esteriorismo,è precisamente questa interiorità comunionale,operosa nella carità e nellasolidarietà sociale, che dovremmo curaree far crescere, secondo gli ammonimentipropizi del tempo <strong>di</strong> Quaresima: «lacerateviil cuore e non le vesti, ritornate alSignore nostro Dio, perché egli è misericor<strong>di</strong>osoe benigno» (Gl 2,13).Seguire l’uomo <strong>di</strong> Galilea, toccare il suomantello e farci illuminare dalla suagrazia, significa fermarsi e vivere quoti<strong>di</strong>anamentela realtà <strong>di</strong> un incontro, <strong>di</strong> unaconoscenza, <strong>di</strong> una accoglienza più vera<strong>di</strong> Gesù Cristo e del suo Vangelo, <strong>di</strong> unapreparazione alla Pasqua che è tempo deiperché, degli interrogativi fondamentalisu Dio, sulla vita, sulla morte, sull’amore,sul dolore, sulla Risurrezione che è amoree dolore insieme: si tratta <strong>di</strong> lacerare inostri cuori, forti della certezza che soloLui ci ama e fare la scelta ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> Dionon già nella limitatezza delle sole praticheesteriori, bensì interpellando tutto noistessi, con decisione e fermezza, anchequando questo significhi esporsi a favoredei più deboli ed emarginati. La basileia <strong>di</strong>Gesù, il suo Regno, richiede questa figuraconcreta <strong>di</strong> lacerazione del cuore: come35


LA PAROLA DEL VESCOVOuno scendere in campo etestimoniare in primapersona la nostraappartenenza a Cristo,riba<strong>di</strong>re in manieraferma, anche a costo<strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>scussionela nostra posizionesociale, <strong>di</strong> rinunciarealla nostra tranquillitàeconomica, <strong>di</strong>uscire dal castelloincantatodoveci siamorintanatinoncurantidel doloree dellasofferenza che si consuma sotto i nostriocchi. La basileia <strong>di</strong> Gesù richiede coinvolgimentonell’amore per la profezia, per laquale sarà impossibile “chiudere la bocca”ai cristiani o impe<strong>di</strong>r loro <strong>di</strong> pensaree scrivere le loro idee. Dovremo semprecon profezia gridare a gran voce la faticadel vivere che attanaglia la nostra società,l’in<strong>di</strong>gnazione per l’ingiustizia sociale elo squallore morale a cui assistiamo tuttii giorni, la protesta per il <strong>di</strong>sastro politicoche ci ha messo in ginocchio avvilendocinella nostra <strong>di</strong>gnità e nelle nostre aspirazioni.Ecco fin dove giunge la richiesta per noidella basileia <strong>di</strong> Gesù, <strong>di</strong> cui la nostraBasilica minore sarà segno, luogo <strong>di</strong>animazione e propulsione a servizio <strong>di</strong>tutta la Chiesa locale: sarà necessario, inaltre parole, morire a noi stessi e aprirci aCristo attraverso impegni reali <strong>di</strong> cambiamento,presenza viva e vivificante nellasocietà, atti <strong>di</strong> generosità concreta,maggiore ascolto della parola <strong>di</strong> Dio,testimonianza continua del poteresalvifico della misericor<strong>di</strong>a dell’Amore,non cedendo alla tentazione <strong>di</strong>perdere l’opportunità <strong>di</strong> metterci davantia Gesù, <strong>di</strong> sentirci svelare da lui tutto ilnostro peccato per essere da lui perdonatie <strong>di</strong> riprendere a seguirlo come <strong>di</strong>scepolifedeli. Così facendo, <strong>di</strong>remo <strong>di</strong> “no” a unaQuaresima ipocrita e me<strong>di</strong>ocre, che inchiesa ci vede parlare <strong>di</strong> deserto, <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno,<strong>di</strong> conversione, <strong>di</strong> perdono, <strong>di</strong> opere <strong>di</strong>carità e fuori chiesa, nella vita quoti<strong>di</strong>ana,<strong>di</strong> storie <strong>di</strong> rabbia, <strong>di</strong> vigliaccheria, <strong>di</strong> egoismo,<strong>di</strong> violenza, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sonestà, <strong>di</strong> <strong>di</strong>simpegno,<strong>di</strong> scoraggiamento, <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong>Amore.Noto, Basilica Cattedrale,particolare della croce astile36


«È ormai tempo <strong>di</strong> svegliarvi dal sonno,perché la nostra salvezza è più vicina ora<strong>di</strong> quando <strong>di</strong>ventammo credenti. La notteè avanzata, il giorno è vicino. Gettiamovia perciò le opere delle tenebre e indossiamole armi della luce. Comportiamocionestamente come in pieno giorno» (Rm13, 11b.12). E allora, cingiamoci ifianchi con la verità e rivestiamocidella corazza della giustizia (cfr. Ef6,14).Cosa deve sempre accadere in noi?Nel Vangelo che abbiamo ascoltato,Dio stesso ci ha parlato e ci ha dettoche dobbiamo <strong>di</strong>ventare semprepiù quello che già siamo per grazia:figli <strong>di</strong> Dio. Il termine “generare” èinsistito: “Giacobbe genera Giuseppe,lo sposo <strong>di</strong> Maria nella quale è generatoil Figlio <strong>di</strong> Dio”. Questa generativitàin noi è la vera fecon<strong>di</strong>tà dell’amore.Essa ha ra<strong>di</strong>ci eterne, perché è giàin Dio – il Figlio eterno –, resta perciòla stoffa dell’universo e dell’uomo epermane la legge fondamentale dellaChiesa nel tempo, la quale devegenerare figli nel Figlio a Dio Padre,per opera dello Spirito, l’amore effusonei nostri cuori.Abbiamo tutto quanto occorra,e allora rimettiamoci, dunque, incammino, come martiri della grandecausa <strong>di</strong> Dio, ritagliandoci spazi <strong>di</strong> silenziofecondo e <strong>di</strong> operosità fruttuosa,ritorniamo a pensare: pensiamoa noi stessi, alla nostra vita, ai nostricomportamenti, alle persone che cisono a fianco, alla nostra città, allanostra terra. È il tempo della conversionedello spirito che ci spinge, nell’incontroLA PAROLA DEL VESCOVONoto, Basilica Cattedrale,ambonedei cuori, ad attraversare il Mar Rosso anchequando arriva la notte, rimaniamo dasoli e la nostra testa parte alla ricerca deiperché. Attraverseremo il mare in tempesta,senza aspettare che qualcuno attraversile acque per primo, sapendo che senon cre<strong>di</strong>amo in un Dio-Amore, fedeltà,gioia, certezza fino alla consumazione deisecoli, non ci saranno né vincitori né vinti,ma solo sconfittia metà.Aspiriamoallora alRegno <strong>di</strong>Dio37


LA PAROLA DEL VESCOVOe alla sua giustizia. È il momento in cuicapire realmente ciò che è accaduto,perché capendo ciò che è accaduto,ciascuno lo voglia, lo ami, lo assuma,lo assimili a sé e lo voglia nellaconcretezza della propria libertà.È l’esodo verso la libertà, verso lamilitanza, verso la carità, verso glialtri, inevitabilmente verso la Pasqua,cioè versoil <strong>di</strong>ventareuomini nuovi:più riman<strong>di</strong>amo lanostra conversione,più la nostra vitacristiana sopravvivema non vive. È unamilitanza, è una lottainsieme a Cristo controil male, perché la suabasileia vinca anche oggisul nostro peccato e sullenostre afflizioni.È una vigilanza permanenteaffinché ognuno possavivere la fede fino a mo<strong>di</strong>ficarela propria intelligenzae a cominciare ad amareGesù Cristo, portando ipesi gli uni degli altri, nellaconsapevolezza che <strong>di</strong>nanzia noi si apre l’evento dellasalvezza, soltanto se l’atteggiamentodell’intelligenza e delcuore muta, coinvolgendo lanostra capacità <strong>di</strong> bene e <strong>di</strong>de<strong>di</strong>zione. È il cammino chesperimenta nella profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>ogni istante questo inau<strong>di</strong>toaprirsi della vita sotto lamorte, il continuo passaggiodalla mortealla vita che rendeforte il cuore, rendeNoto, Basilica Cattedrale, statua lignea <strong>di</strong> San Nicolòviva l’intelligenza, rende certa la nostrasperanza, ci fa partecipi <strong>di</strong> una vittoriagià accaduta, ma da conquistare.Dio stesso con la sua giustizia si ècompromesso in questo:Dio ci permette<strong>di</strong> conquistarla ognigiorno, perché lasalvezza nasce per grazia<strong>di</strong> Dio, per potenzadello Spirito, ma, allostesso tempo, è qualcosaa cui partecipiamo eche generiamo anchenoi, che generiamo innoi e che ci genera<strong>di</strong> continuo comefigli <strong>di</strong> Dio, la cuimanifestazioneè attesa da unacreazione gestante(cfr. Rm 8).Concludo carissimi,nella speranza <strong>di</strong>aver sufficientementeilluminatoil significato fondamentaledell’eventoche oggi ci trova riunitiin questa Cattedrale,ora Basilica minore.Ringraziamo ancora ilSanto Padre per la suabenevolenza e la suapaterna comprensionee continuiamo nellapace il nostro itinerarioquaresimale cheavrà presto – fra duesettimane, il 2 Aprile2012 – un altro ap-38


LA PAROLA DEL VESCOVOpuntamento significativo nella celebrazione<strong>di</strong> proclamazione ufficiale della PrimaVisita pastorale del Vescovo.Continuiamo a purificare la nostra vita peressere nuovi nell’amore. La Quaresima è,infatti, l’incontro con la vera vita, è l’irrompere<strong>di</strong> Cristo nella concretezza dell’esistenzaquoti<strong>di</strong>ana, è la prova dell’Amore,quel fuoco che, ardendo non si consuma,ma ci consuma e brucia il nostro essere,fin nel profondo delle nostre coscienze:è l’invito alla conversione a Dio, alla fugadalle proprie presunzioni e dalle esasperateautoaffermazioni, alla rinuncia alpeccato e ad ogni sorta <strong>di</strong> malignità perporsi alla sequela <strong>di</strong> Chi, solo, è in grado <strong>di</strong>garantire la gioia e la salvezza dell’uomofin dalla notte dei tempi.Soltanto così, cercando il Regno <strong>di</strong> Dio e lasua giustizia non temiamo più nemmenole cadute possibili: perché creati per lavita e per l’Amore, siamo capaci <strong>di</strong> guardarea lungo la Croce che parla, che <strong>di</strong>ce laverità del nostro Dio-Agape, <strong>di</strong>chiara la caritàdel nostro Dio-comunione, annunciala buona novella della <strong>di</strong>vinità che risiedein ognuno <strong>di</strong> noi, avendo negli occhi enel cuore il mattino <strong>di</strong> Pasqua! Dobbiamoaccogliere il mattino <strong>di</strong> Pasqua, conoscerlo,sognarlo tutti i giorni ad occhi aperti:lì risiede la nostra speranza, la certezzache tutto può ricominciare, che <strong>di</strong>etro iltramonto c’è sempre l’alba e che “la vitadonata non muore”.Il Signore ci conceda la grazia della conversioneponendo in atto, coraggiosamentee generosamente, scelte, atteggiamentie comportamenti per uno stile<strong>di</strong> vita cristiana improntati sulla vigilanza,sul rigore e sulla forza, su una fede intelligentee la carità vera <strong>di</strong> una vita concepitanon più per noi stessi, ma per Amore <strong>di</strong>Cristo. Santa Maria, scala del para<strong>di</strong>so eSan Corrado Confalonieri, nostro compatrono,ci accompagnino sempre e ci faccianosentire il calore della loro vicinanzapremurosa. Amen.Noto, 19 Marzo 2012Terzo anniversariodella or<strong>di</strong>nazione episcopale+ Antonio, vescovoCelebrazione per laelevazione a Basilicaminore della ChiesaCattedrale39


SERVIZIO LITURGICO-MUSICALEIl Coro “Lorenzo Perosi”della Basilica Cattedrale <strong>di</strong> San NicolòIl Coro “Lorenzo Perosi” che fin dal gennaio1988 ha animato le celebrazionieucaristiche pontificali nella Cattedrale<strong>di</strong> S. Nicolò in Noto, costituisce ormaiufficialmente una stabile e concretarealtà <strong>di</strong> animazione liturgico-musicaledella Cattedrale stessa.La riorganizzazione dell’attuale strutturacorale e stata fortemente voluta da SuaEcc. Rev.ma Mons. Mariano Crociata. Condecreto vescovile del 7 ottobre 2009, SuaEcc. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo <strong>di</strong>Noto, ha approvato lo Statuto del Coro e hanominato il suo Direttore nella persona <strong>di</strong>Francesco Maiore.Il Coro, costituito da fedeli provenientida vari vicariati della Diocesi, volendoessere strumento e aiuto alla preghieradell’assemblea, si prefigge <strong>di</strong> coltivare eincrementare la musica e il canto sacri perrendere solenni, decorose e <strong>di</strong>gnitose lecelebrazioni presiedute dal Vescovo nellaCattedrale, per favorire una più fruttuosapartecipazione dell’assemblea dei fedeli aiSacri Misteri attraverso il canto, per promuoveretra i suoi componenti l’attuazione<strong>di</strong> un’esperienza <strong>di</strong> crescita umana e <strong>di</strong>maturazione <strong>di</strong> fede cristiana.Con l’accurata scelta dei canti e la loro<strong>di</strong>gnitosa esecuzione, il Coro, rispondendoalle esigenze manifestate dalla riforma liturgicadel Concilio Vaticano II, in osservanzaalle norme emanate dalla Santa Sede,dalla Conferenza Episcopale Italiana, alle<strong>di</strong>sposizioni del Vescovo della Diocesi e inpiena collaborazione con la Commissione<strong>di</strong>ocesana per il canto e la musica sacra, sipone al servizio della fede, dell’assembleae della celebrazione liturgica promuovendonesempre più il senso comunitario.40


Liturgia e preghieraL’accoglienza al reliquiario <strong>di</strong> S. Teresa <strong>di</strong> G.B.Lunedì 12 Settembre2011 a Noto inCattedrale è statoaccolto l’insigne reliquiario<strong>di</strong> Santa Teresa<strong>di</strong> Gesù Bambino,Patrona delle Missionie Dottore della Chiesa.La Santa Messaè stata presiedutadal Vescovo Mons.Antonio Staglianò inoccasione dell’aperturadella peregrinatioin Diocesi, svoltasi dal12 al 18 settembre2011.Mandato ai catechistiSabato 15 ottobre 2011 il Vescovo ha conferito ilmandato ai catechisti. A conclusione della celebrazioneè stato consegnato ai presbiteri, ai <strong>di</strong>aconi e airappresentanti dei catechisti <strong>di</strong> ogni parrocchia il sussi<strong>di</strong>o“Chiamati ad annunciare l’amore <strong>di</strong> Dio”, elaboratodall’Ufficio Catechistico Diocesano, per la formazione deicatechisti in questo anno pastorale. L’UCD, già dopo ilConcilio Vaticano II, ha promosso la formazione dei catechisti,proponendo incontri e convegni tenuti da espertiqualificati.La Messa CrismaleLa Messa Crismale, cheil Vescovo concelebracon i presbiteri edurante la quale consacrail Sacro Crisma e gli altriOli, è considerata una delleprincipali manifestazionidella pienezza del sacerdoziodel Vescovo e un segnodella stretta unione deipresbiteri con lui.La fisionomia <strong>di</strong> tale celebrazioneevidenzia particolarmenteil clima <strong>di</strong> unavera festa del sacerdozioministeriale all’interno <strong>di</strong>tutto il popolo sacerdotalee orienta l’attenzione versoil Cristo, il cui nome significa«consacrato per mezzodell’unzione».41


Liturgia e preghieraLa festa <strong>di</strong> S. CorradoLa festa <strong>di</strong> San Corrado Confalonieri, Patronodella città <strong>di</strong> Noto e Compatronodella Diocesi, rappresenta uno dei momentiforti per la Chiesa <strong>di</strong> Noto. I festeggiamenti(19 febbraio e ultima domenica <strong>di</strong>agosto) prevedono Sante Messe per i varigruppi <strong>di</strong> fedeli e pellegrini, l’omaggio florealealla statua <strong>di</strong> S. Corrado (nel piazzaleLuigi Adorno) e il solenne Pontificale. Tra lemanifestazioni legate alla festa (la raccoltadelle offerte per la Chiesa africana gemella<strong>di</strong> Butembo-Beni, la raccolta alimentare nella“giornata della solidarietà” e il pellegrinaggiopenitenziale notturno all’eremo <strong>di</strong> SanCorrado F.M.), ricor<strong>di</strong>amo il gemellaggio trala Chiesa <strong>di</strong> Noto e quella piacentina, alloVerso una più spiccata centralità spiritualee salvifica della nostra Chiesa CattedraleAppassionati stimoli e “provocazioni” del Vescovo StaglianòA partire dal Concilio Vaticano II«Il Vescovo deve essere considerato come il grandesacerdote del suo gregge, dal quale deriva e<strong>di</strong>pende, in un certo modo, la vita dei suoi fedeliin Cristo. Perciò bisogna che tutti <strong>di</strong>ano la più grandeimportanza alla vita liturgica della Diocesi attorno alVescovo, principalmente nella Chiesa Cattedrale: convintiche la principale manifestazione della Chiesa siha nella partecipazione piena e attiva <strong>di</strong> tutto il popolosanto <strong>di</strong> Dio alle medesime celebrazioni liturgiche,soprattutto alla medesima Eucaristia, alla medesimapreghiera,al medesimo altare, cui presiede il Vescovo,circondato dal suo presbiterio e dai suoi ministri».Centralità spirituale primache artistico-turistica dellanostra Chiesa CattedraleÈbene partire da questodenso brano dellacostituzione liturgicadel Concilio Vaticano II42(Sacr. Conc. n.41) – propriomentre ci prepariamocol Papa a ricordare il 50°della sua apertura il prossimo11 Ottobre 2012, con ilconnesso inizio dell’“AnnoMon<strong>di</strong>ale della Fede” – perscopo <strong>di</strong> un reciproco arricchimento nella comunionespirituale e culturale.mettere in luce una dellepiù insistenti e fecondescelte teologico-pastoralidel nostro Vescovo, Mons.Antonio Staglianò, sulla“centralità spirituale”(evangelizzatrice-catechistica,liturgica e caritativasociale)della nostra ChiesaCattedrale (cioè dellaChiesa ove è posta la cattedradel Vescovo), oltrealla rinomata “centralitàartistico-turistica” dellaCattedrale stessa, comemonumento principaledell’imponente barocconetino, specialmente dopola sua solida ricostruzione,successiva al devastantecrollo del 13 marzo 1996.


Liturgia e preghieraLa puntualizzazioneappassionata del nostroVescovo Antonio StaglianòMons. Staglianò nescrive con passionee profusioneparticolarmente nella suaquarta lettera ai presbiteri,“Dove abiti, Maestro?”, del22 gennaio 2011. Qui egli,in oltre <strong>di</strong>eci pagine (da p.48 a p. 59), presenta, appunto,la Chiesa Cattedrale«come la Chiesa madre eil centro <strong>di</strong> convergenzadella Chiesa particolare».Fra l’altro così si esprime:«La Chiesa cattedrale ècentro per l’evangelizzazionee per l’intera pastorale<strong>di</strong> una Diocesi» (p. 49);«luogo privilegiato dell’e<strong>di</strong>ficazionedella comunitàcristiana e della pre<strong>di</strong>cazionedel Vangelo» (p. 50);«luogo <strong>di</strong> formazione (...).Nella Chiesa cattedrale,infatti, la comunità <strong>di</strong>ocesanaimpara ad assimilarela dottrina evangelica,me<strong>di</strong>ata dagli insegnamentidel Vescovo, nella comunioneall’unica Eucaristia»(p. 53). Perché la Chiesacattedrale <strong>di</strong>venta «luogospeciale <strong>di</strong> comunione»(p. 53) e casa principaleper «assicurare momenti<strong>di</strong> educazione alla vita<strong>di</strong> preghiera» (p. 54) e alservizio evangelico «versoil sociale, per impegnarsi inesso» (p. 59).Ulteriori impulsi del nostro Vescovo StaglianòMa il Vescovo Staglianò propone e chiede <strong>di</strong>puntare verso mete ancora più concretamentesviluppate.Così – oltre a destinare la Chiesa Cattedrale, non soloper la Messa Crismale del Giovedì Santo e per i Convegni<strong>di</strong>ocesani d’inizio d’anno pastorale, ma ancheper <strong>di</strong>versi altri Convegni o incontri <strong>di</strong> formazione alivello <strong>di</strong>ocesano in vari settori della pastorale (biblicoteologico,catechetico-liturgico, sui problemi dellabioteca e della morale,ecc.) – ha concretizzato per laChiesa Cattedrale delle scadenze ben determinate, edesplicitamente enumerate nella suddetta terza letterapastorale ai presbiteri, che coinvolgono, anzitutto, ipresbiteri, i <strong>di</strong>aconi e i fedeli laici del vicariato <strong>di</strong> Noto.43


Liturgia e preghieraDalla preghiera in Cattedraleall’impegno evangelicoper gli ultimiTale impegno socialealla luce del Vangelo,specifica il Vescovo,rivolgendosi anzitutto aipresbiteri, è uno sboccoCelebrazione dell’Ufficioche in<strong>di</strong>ca l’autenticitàdella preghiera, a cominciaredalla preghieracomunitaria e personale inCattedrale (cfr. p. 59). «Ilpresbitero – scrive semprea p. 59 – che si lascia coinvolgereevangelicamentedai <strong>di</strong>sagi sociali nei qualiversano oggi tante famiglie,non inficia la sua vita<strong>di</strong> preghiera, ma, al contrario,la rende autentica efeconda».La Cattedrale al centronella Chiesa netina delpostconcilioNel puntualizzare lacentralità salvificoeducativadellaChiesa Cattedrale, Mons.Staglianò apprezza moltoil fatto che nella Chiesanetina del postconcilio, iVescovi suoi predecessorihanno molto promossoe incrementato tale centralità,specialmente nellafortissima e molto partecipataesperienza della Mes-Santa Messa sabatina44


Liturgia e preghieraoltre a circa 20 fedeli delle<strong>di</strong>verse parrocchie (cfr. ivipp. 54 e 58).La celebrazioneeucaristica sabatinaC’è, specialmente, lacelebrazione eucaristica<strong>di</strong> ogni sabato,de<strong>di</strong>cato alla Madonna,preseduta anch’essa dalVescovo, alle ore 8 delmattino, e con la stessapartecipazione <strong>di</strong> presbiteri,seminaristi e fedeli laicidella città capoluogo dellaDiocesi (cfr ivi p. 55).sa Crisimale del GiovedìSanto e nei Convegni <strong>di</strong>ocesaniall’inizio degli annipastorali, anch’essi con lapartecipazione <strong>di</strong> moltifedeli e operatori pastorali,celebrati spesso, appunto,nella Chiesa Cattedrale.La “lectio <strong>di</strong>vina” in CattedraleAnzitutto la “lectio <strong>di</strong>vina”davanti a GesùEucaristia solennementeesposto (ogni venerdì,dalle ore 16 alle oreNoto, Basilica Cattedrale, cappella delle Anime purganti19, quest’anno sul Vangelo<strong>di</strong> Marco). (cfr la suddettalettera a p. 54).Le lo<strong>di</strong> mattutine presiedutedal Vescovo ogni martedì egiovedìC’è poi la preghiera salmo<strong>di</strong>ca,da lui presieduta,con la celebrazionedelle lo<strong>di</strong> mattutine,alle ore 8 <strong>di</strong> ogni martedìe giovedì, a cui partecipanooltre 20 presbiteri egli alunni del Seminario,Larga possibilità <strong>di</strong> accostarsi alSacramento della ConfessioneMolto importante,infine, la possibilitàofferta in tuttii giorni della settimana(mattina e pomeriggio,tranne il venerdì mattina)<strong>di</strong> potersi accostare inCattedrale al “Sacramentodella Riconciliazione oPenitenza”(cfr. ivi p. 55),con turni ben sud<strong>di</strong>visi frai vari sacerdoti della città,a cominciare dal Vescovoche siede in confessionaleogni sabato mattina, dalleore 9 alle ore 10.C’è un accorrere sempremaggiore <strong>di</strong> fedeli sia daNoto che da comuni vicini,oltre che <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi turisti.La misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio,attraverso l’opportunitàcostante offerta ai fedeli,opera tante rinascite o45


Liturgia e preghierarilanci spirituali che solola grazia dello Spirito delRisorto può donare conabbondanza.Due brani conclusiviEper concludere suifrutti <strong>di</strong> conversione e<strong>di</strong> grazia che la nostraChiesa Cattedrale semprepiù producendo, o, comunque,è chiamata a produrremaggiormente, ecco duebrani significativi a riguardo.Giorgio La Pira: la vitadell’uomo attorno allaCattedraleIl primo lo traiamo dalnostro “politico santo”pozzallese e Sindaco profetico<strong>di</strong> Firenze: «Bisogna,accanto ed attorno alla Cattedrale,costruire le casee le officine: perché casa,officina, scuola, ospedale,formino con la Cattedraleun tutto organico nel qualesi ra<strong>di</strong>ca la persona umanae la libertà umana. Non sipuò levare nessuno <strong>di</strong> questielementi essenziali, se,se ne leva uno, l’e<strong>di</strong>ficio socialecrolla e crolla la libertàche in esso ha ra<strong>di</strong>ce» (dauna lettera a Pio XII, cfr. lasuddetta 3 a lettera del Vescovoai presbiteri alle pp.58 e 59).Benedetto XVI: Il prossimo“Anno della Fede”nella nostra CattedraleMolto significativo estimolante, infine,il brano chetraiamo dal Papa BenedettoXVI nella sua letteraapostolica “ Porta Zioni”in preparazione all’“ANNOMONDIALE DELLA FEDE”che verrà aperto, come sopraaccennato, il prossimo11 ottobre 2012; «Vorremmocelebrare l’Anno dellaFede – scrive il Papa al n. 8della suddetta lettera – inmaniera degna e feconda.Dovrà intensificarsi lariflessione sulla fede peraiutare tutti i credenti inCristo a rendere più consapevolee a rinvigorire laloro adesione al Vangelo,soprattutto in un momento<strong>di</strong> profondo cambiamentocome quello che l’umanitàsta vivendo.Avremo l’opportunità <strong>di</strong>confessare la fede nelSignore Risorto nelle NO-STRE CATTEDRALI e nellechiese <strong>di</strong> tutto il mondo,nella nostra casa e nellanostra famiglia, perchéognuno senta forte l’esigenza<strong>di</strong> conoscere meglioe <strong>di</strong> trasmettere allegenerazioni future la fede<strong>di</strong> sempre».Ottavio RutaConsacrazione del nuovo altaredella Cattedrale ricostruita46


La carità concreta...CARITa'La carità ha tanteforme. Essa impegnaanche a cercare,insieme agli uomini <strong>di</strong>buona volontà (specialmentequelli deputati aservire il bene comune)tutti i luoghi abitabili e glistrumenti utili per attivareprocessi <strong>di</strong> svilupporeale del nostro territorio,allo scopo <strong>di</strong> risollevareil <strong>di</strong>sagio economicoe sociale nel quale tantenostre famiglie sonocadute. La firma delProtocollo d’intesa controla crisi tra il Vescovo e iSindaci dei comuni dellaDiocesi <strong>di</strong> Noto sta giàdonando buoni frutti in<strong>di</strong>verse città ed è il contenitoregiusto per realizzareun nuovo progettoglobale e integrato conl’aiuto della Provvidenza.Se ne è parlato il 14febbraio 2012 nella Saladegli Specchi del Comune<strong>di</strong> Noto.La festa <strong>di</strong> San Corradodel febbraio 2012 siè caratterizzata peruna maggiore visibilitàdella carità, attraverso lafirma del “patto <strong>di</strong> solidarietà”tra il Vescovo e ilSindaco <strong>di</strong> Noto, Dott. CoradoBonfanti, e il gestonobile dell’apertura dellaL’incontrodel Vescovocon i Sindacidei Comunidella Diocesi“mensa <strong>di</strong> accoglienza”per i più poveri: luogo <strong>di</strong>solidarietà e <strong>di</strong> volontariato,questa mensa potrà<strong>di</strong>ventare una fucina eun laboratorio per cuoriche si lascino scioglieredall’amore-agape.Il Vescovo e il Sindaco <strong>di</strong> Notofirmano il “Patto sociale”Inaugurazione dellamensa “San Corrado”47


Il Vescovo <strong>di</strong> Noto, Mons. Antonio Staglianò,con i due Vescovi emeriti Mons. Salvatore Nicolosie Mons. Giuseppe Malandrino


UNA SPERANZA PER L’ITALIA<strong>di</strong> Antonio StaglianòPaoline, 2011, pp. 142, € 12,50MISERICORDIA IO VOGLIO<strong>di</strong> Antonio Staglianò2011, pp. 86PUBBLICAZIONIDIECI PAROLE PER PENSARE,VIVERE E AMARE<strong>di</strong> Antonio StaglianòE<strong>di</strong>zioni Santocono, 2011, pp.88, € 12,00Denso e agile testo, strumento<strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong> confronto e<strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> esperienzeper aiutare le comunitàad essere sempre più “luoghifecon<strong>di</strong> <strong>di</strong> educazione integrale”,soprattutto a favore delle nuovegenerazioni e con particolare,evangelica, attenzione ai piùdeboli e ai poveri.LA CATTEDRALE ADORNATAa cura <strong>di</strong> Rosa TamburrinoDe Luca E<strong>di</strong>tori d’Arte, 2011, pp. 160Volume sul restauro ele nuove opere d’artedella Chiesa Madre <strong>di</strong>San Nicolò a Noto. Riccoil corredo fotograficoe notevoli i contributiscientifici <strong>di</strong> cui è arricchitala pubblicazione.Prima Lettera pastorale delVescovo Mons. Antonio Staglianòalla Chiesa locale <strong>di</strong> Noto.Un decalogo per tutti i giorni,per cambiare il nostro stile <strong>di</strong>vita personale, che può aiutarea livello comunitario a ritrovarela via smarrita della Felicità edelle Beatitu<strong>di</strong>ni.URGE LA CARITÀ SOTTO LA CROCE<strong>di</strong> Antonio Staglianò2011, pp. 36Messaggio per la Quaresima2012 con testi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazioneper una Via Crucis.49

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!