4SOSTEGNO A DISTANZAsottratto con l’altra e che offrono perelemosina ciò che deve essere restituitoper giustizia.Un po’ di storiaNon è agevole rintracciare le origini e lanascita delle adozioni (o <strong>sostegno</strong>) a <strong>distanza</strong>.Una forma di adozione spiritualeera già nota all’inizio del novecento, conil <strong>sostegno</strong> dei seminaristi nel mondo,portata avanti dalla Pontificia Opera di S.Pietro Apostolo che ancora oggi si occupadella formazione dei sacerdoti nelmondo.Altre forme di adozione a <strong>distanza</strong>, finalizzatead un progetto, compaiono neglianni Cinquanta ad opera del Pime(Pontificio Istituto Missioni Estere) chepropone il <strong>sostegno</strong> a <strong>distanza</strong> dei bambiniorfani in Birmania.In Italia le prime forme di adozione a<strong>distanza</strong> si sviluppano alla fine deglianni Sessanta da parte di gruppi impegnatinel settore della solidarietà con ilTerzo Mondo. La crescita del fenomenoè graduale sino alla fine degli anni Ottantae cresce rapidamente negli anniNovanta, in concomitanza con la crisidello Stato assistenziale e della cooperazioneinternazionale, coinvolgendo ilmondo laico.Oggi in Italia sono centinaia gli organismiche hanno introdotto questaforma di aiuto: dalle piccole realtà parrocchialialle multinazionali della solidarietàcon sede all’estero.La necessità delle associazioni di incontrarsie di confrontare le reciprocheesperienze ha portato alla nascita di duecoordinamenti: la Gabbianella che raccoglieoltre quaranta associazioni e il ComitatoItaliano per il Sostegno a Distanza.Obiettivo:lo sviluppo della personaIl rispetto dei diritti di ogni bambino,sancito dalla Convenzione Internazionalesui Diritti dell’Infanzia, è la base diogni intervento volto a migliorare le condizionidi vita dei minori. Tutti i bambinisono titolari degli stessi diritti, ma permolti di essi la negazione è norma divita.La Convenzione sui Diritti dell’Infanziaè il trattato sui diritti umani maggiormenteratificato ed il più importantestrumento a disposizione per coloro chesi battono per un mondo in cui ognibambino e ogni bambina abbiano lestesse opportunità di sviluppo.In tutte le culture la famiglia, daquella nucleare delle società industrializzatealla famiglia allargata delle societàtradizionali africane, è la cellulacostitutiva della società e, tra i ruoli cheAdozione o <strong>sostegno</strong>?Adozioni a <strong>distanza</strong>, <strong>sostegno</strong> a <strong>distanza</strong>, sponsorizzazione, tutela a <strong>distanza</strong>, ziia <strong>distanza</strong>, affido a <strong>distanza</strong>… sono alcune delle varie espressioni che vengonoutilizzate per indicare una forma di solidarietà conosciuta da molti: l’adozione a<strong>distanza</strong>.Il termine “adozione a <strong>distanza</strong>”(dal latino adoptare, ossia eleggere uno come ilproprio figlio) che sin dall’inizio ha denominato questa forma di solidarietà, è ancoraoggi quello più diffuso, pur se il termine “adozione” può generare confusionecon l’adozione giuridica vera e propria e può portare il sostenitore a pericolose illusionidi possesso o di un vero rapporto filiale.Recentemente alcune associazioni, tra cui la nostra, preferiscono affidarsi all’espressionepiù neutra di <strong>sostegno</strong> a <strong>distanza</strong> da cui emerge l’idea di un aiuto disinteressatoverso chi ha necessità non di genitori ma di amici che accompagninonella crescita.possiede, vi è quello di garantire la curadei figli con il <strong>sostegno</strong> dello Stato, tenutoad accordare ai genitori, o ai tutori,gli “aiuti appropriati” oltre a provvedere“alla creazione di istituzioni e servizi incaricatidi vigilare sul benessere del bambino”(Art. 18).La famiglia ha il maggior carico di responsabilitàe per questo deve essere tutelata,ma nella realtà dei paesi in via disviluppo accade facilmente che essa nonpossieda i mezzi per assicurare ai figli lostandard minimo di benessere necessarioal loro sviluppo, al quale fa riferimentol’art. 27 della Convenzione. Subentra ilruolo dello Stato il cui compito è quellodi creare delle condizioni che permettanoalla famiglia di continuare a svolgerela propria funzione.Tuttavia, se la famiglia è povera e loStato anche, chi si prende cura dei bambini?Tra i diritti sanciti dalla Convenzione,l’istruzione è un supporto indispensabileper lo sviluppo di un bambino ed èun diritto universale. In base a questoprincipio non si può impedire a nessunbambino, per quanto povero e perquanto particolari siano le condizionidel suo paese, di ricevere un’istruzione.Il <strong>sostegno</strong> a <strong>distanza</strong> di <strong>Solidaria</strong> hacome obiettivo il miglioramento dellaqualità della vita dei minori, nel rispettodella Convenzione dei Diritti dell’Infanzia,promuovendone l’educazione scolasticaoltre al supporto sanitario e nutrizionalese necessario, senza sradicare ilbeneficiario dal suo contesto familiare,sociale e culturale.
SOSTEGNO A DISTANZAOttobre20095Una formad’aiuto specialeIl <strong>sostegno</strong> a <strong>distanza</strong> è un aiuto, e quindi un gesto disolidarietà, che ciascuno può compiere, prendendosicura di un minore che vive in una situazione di necessitàe si trova fisicamente lontano da noi.Il gesto di solidarietà offre al beneficiario l’opportunitàdi uscire dalla situazione di disagio in cui sitrova mediante un <strong>sostegno</strong> economico, stabile e continuativo,che contribuisce a migliorare le condizioni divita e si concretizza garantendo le condizioni indispensabiliper uno sviluppo globale della persona edella comunità di appartenenza.Il <strong>sostegno</strong> a <strong>distanza</strong> non è quindi una sempliceforma di beneficienza occasionale, ma prevede un impegnosignificativo nel tempo.L’efficacia del <strong>sostegno</strong> è praticamente immediataconsentendo di ricevere aiuti tangibili (istruzione scolasticama anche alimentazione e supporto sanitario, senecessario) per uscire da problematiche di sottosviluppo.Ma il <strong>sostegno</strong> a <strong>distanza</strong> possiede anche un’altraprofonda valenza: può diventare uno strumento perpromuovere sia la presa di coscienza dei problemi deiPaesi Emergenti che un cambiamento di mentalità e distile di vita anche per il sostenitore, divenendo cosìuna proposta educativa, una forma di coinvolgimentoe di apertura verso gli altri e un ponte di solidarietà checonsente di mettere in comunicazione persone, culturee mondi diversi.Vademecumdel SostenitoreNel <strong>sostegno</strong> a <strong>distanza</strong> l’impegno è quello di aiutarecon un contributo, stabile e continuativo, un bambino oun gruppo di bambini nel Sud del Mondo. Il rischio è invecequello di dare di dare il contributo senza che questogesto cambi la nostra vita o senza interessarsi della vita delnostro piccolo amico e del Paese in cui vive. Ecco alcuneregole per impegnarci a cambiare anche la nostra vita:assumere uno stile di vita sobrio e misurato;interessarsi dei problemi che il nostro piccolo amicodeve affrontare: cibo, casa, scuola, famiglia…se non è possibile corrispondere con lui o la sua famiglia,occorre scrivere ai responsabili del progetto peressere informati;sostenendo un bambino, bisogna “sostenere” anche ilsuo Paese, informandosi della situazione sociale, economicae politica;Tra le varie modalità di <strong>sostegno</strong> a <strong>distanza</strong> vanno privilegiate:quelle che garantiscono l’educazione scolastica, la nutrizionee il supporto sanitario;quelle che non fanno del bambino un privilegiato;quelle proposte da chi è preoccupato di favorire losviluppo dell’intera comunità;quelle che si pongono l’obiettivo di rendere i bambinie le loro famiglie autosufficienti.