6LA GAZZETTA DELLO SPORT MARTEDÌ 17 SETTEMBRE 2013CHAMPIONS IL TEMATifiamo per Marco, Federicoe Giulio. Da staseranon avremo solo occhi perJuventus, Napoli e Milan.Nell’olimpo ci sono ancheVerratti, Piovaccari e Donati.Li abbiamo snobbati, li ritroviamoin Champions. Se perVerratti la grande vetrina èl’avvio di un progetto che lodeve portare al top, le storiedi Piovaccari e Donati sonodiverse e con un elemento incomune: lo scorso anno soffrivanoa Grosseto tra le iredel presidente Camilli. E sonoretrocessi in Prima Divisione.Sembrava la fine. E, invece,Piovaccari, a 29 anni, ha presomoglie e figli, ha accettatola Romania, dove un tempoprendevamo stelle, e si è ritrovatoprotagonista alla SteauaBucarest. Il terzino Donatiera dell’Inter che non se l’èmai filato. Ma Devis Mangial’ha sempre convocato in Under21 dove giocava poco.Quando ha avutol’occasionel’ha sfruttata con un Europeoda favola e una partita pazzescacontro l’Olanda. Gli osservatoritedeschi, in massain Israele, hanno segnato ilsuo nome. E in pochi giorni èstato ribattezzato «Donati aldente» dalla stampa di Germania.Immortalato a Coloniacon un piatto di spaghetti.Oggi debutta in Champions.Altri argenti europei,snobbati da noi, Caldirola eRossi, Trotta e Rozzi, inseguonoil sogno all’estero,imparano le lingue, crescono.E soprattutto giocano.fr.vell.© RIPRODUZIONE RISERVATAItalianidaChampionsvidentiKit&CARRIERAMARCOVERRATTINato il05/11/1992aPescaraRuoloCentrocampistaAltezza165 cmPeso65 kgLe suesquadrePescara2008-201274 presenze2 golPsg201231 presenzeL’ideadiVerratti:«FinaleJuvePsgNoninvidioPogba»«Cavanicidàpiùforza,conThiagoMottanonc’èconcorrenza.HoscopertoBlanc,grandetecnico»ALESSANDRO GRANDESSO@ calciofrancesePARIGIL’anno scorso non lo conoscevanessuno, ma lui si èfatto un nome anche in ChampionsLeague. Quest’anno,Marco Verratti deve confermarele attese mostrando quantodi buono, anzi di ottimo, hafatto finora.Favorite?«Le solite big, ma quest’annovedo una Champions ancorapiù spettacolare».Perché?«Negli ultimi anni sono venutefuori outsider che nessunosi aspettava come il Dortmundche alzano il livello didifficoltà della competizione».Tra le outsider chi vede?«Il mio Paris Saint Germain.L’anno scorso siamo usciti aiquarti a testa alta. Ma la direzioneha investito tanto e bene.Cavani ci dà più forza, comeMarquinhos e Digne».Quindi Psg come Borussia?«La finale non è mai scontataper nessuno. Dipende da comesi esce dal girone, dai sorteggi,dagli infortuni. Ma possiamocrederci pure noi».Altre outsider?«Le italiane. Juve e Napoli sisono rinforzate con intelligenza.Il Milan ha Balotelli e bisognavedere cosa farà Kakà nonappena torna in forma».L’ATTACCANTEDELLASTEAUABUCARESTIlboomdiPiovaccari«L’ItaliamihascartatoQuimisentoalMilan»GIULIO DI FEO@fantedipicchePiovaccari, ci dice com’è finito allaSteaua?«Un’esperienza all’estero volevo farla.Qui c’era la possibilità di fare laChampions, e appena è arrivata l’offertaho detto sì. Poi abbiamo giocato laSupercoppa, mi sono ritrovato davanti50mila persone mi sono reso conto cheè come essere finito all’Inter o al Milan.In una big, insomma».Il livello com’è?«Non come la A, ovvio. Ma le prime34 di Romania da noi ci possono staresenza problemi».La vostra forza?«Un gruppo di ferro che giocainsieme da 23 anni, io sono statol’unico innesto tra i titolari. Poiaggressività, corsa, possessopalla...».Si sente un po’ in creditocon l’Italia?«Le dico questo: bisognaemigrare. Da noi i club nonhanno voglia di aspettare.Alla Samp ho giocato 6 mesi,poi mi hanno praticamentescartato e prestato ovunque.Ora tutti mi chiamano, ma sonosempre lo stesso. E qui allo Steauala prima cosa che mi hannomostrato è questa: mi volevano».La spirale di prestiti e comproprietàalla fine soffoca i talenti, insomma.«Si, quello è un problema. Ma leracconto questa: a Varsavia siamo andatisul 20 e i tifosi locali facevanopiù tifo di prima, e poi nonostantel’eliminazione hanno applaudito comeuna vittoria. Roba che in Italia nonsi vedrebbe mai. In A il calcio non sivive più con lo spirito giusto. Alla Steauaprima di ogni partita andiamo alcinema, col mister. È così che si crea ilgruppo. In Italia se dici a un allenatoreche il giorno prima di una gara importantetutta la squadra va al cinemati ammazza».TorniamoallaChampions.Lepiaceilgirone?«Non andremo a fare i turisti, proveremoa giocarcela ovunque. E se pensoche potevamo beccare un gruppo conJuve e Real direi che il nostro è persinofacile. Siamo concentrati sulloSchalke: il nostro allenatore è tedesco,ci sta preparando a puntino.Le maglie che vorrei?Messi, Ronaldo, Rooneye Ribery. Io a loro se capitala chiedo, non so sevorranno la mia in cambio…».PerilrestocomesistaaBucarest?«Benissimo, sono qui con miamoglie e i bimbi, sto imparando ilromeno. E poi i tifosi: cori e coreografieincredibili, un calore e un incitamentocostanti. Vivono di calcio.E da quando ho fatto l’esultanza delpifferaio la prima volta ora me lachiedono sempre».© RIPRODUZIONE RISERVATAvVale di più la crescita dellaJuve di Conte o l’esperienza diBenitez per il Napoli?«Entrambi. Conte dimostradi essere un grandissimo allenatoree la Juve ora ha Tevezche ha talento da vendere. DelNapoli sento il giusto entusiasmo.Gente come Higuain ticambia la vita e le partite».Però Conte dice che il divariocon le big europee resta.«E fa bene a rimanere con ipiedi per terra, ma sa di avereuna squadra competitiva».Che ha tentato di portarla aTorino prima e dopo la firmaconilPsg.C’èrammaricovistoil percorso di Pogba?«Sto bene a Parigi. La miascelta è stata frutto di un determinatoperiodo di mercatoe sono soddisfatto di come sonoandate le cose finora».Quindi non invidia Pogba?«Pogba è un campione cheunisce fisico impressionante aqualità tecniche fuori dal comune.Quando lo vedo con laJuve non posso che provarepiacere»Oltre a Pogba, quali talentipotrebbero mettersi in luce inquesta Champions?«Ogni squadra ha giovaniinteressanti».Balelivale100milionidieuro?«Il montante lo stabilisce ilmercato, ma se il Real ha decisodi investire così vuol direche le sue qualità tecniche sonofuori discussione».Come sarà la ChampionsdiMarcoVerratti?«A disposizione dell’allenatore».Cheperòperoralausaconil contagocce, preferendoThiago Motta.«Ma con Thiago non c’èconcorrenza. Anzi, mi dà consiglipreziosi, è una personastupenda. Alla fine decidonole prestazioni in campo e l’allenatore».Blanc meglio di Ancelottiche l’ha lanciata?«Con Blanc abbiamo scopertoun ottimo allenatore. Ad Ancelottidevo molto e ha fattouna scelta da rispettare».Finale Champions ideale?«Psg contro Juventus».Il suo presente contro ilsuo futuro?«Per ora conta il presente».© RIPRODUZIONE RISERVATASMarcoVerratti,20 anni,centrocampistadel Psg e dellaNazionale.Ha esordito congli azzurria 19 anni,nell’amichevoleItaliaInghilterra,il 15 agosto2012LIVERANIidentiKit&CARRIERAFEDERICOPIOVACCARIATTACCANTENato il01/09/1984aGallarate (Varese)Altezza181 cmPeso78 kgLe suesquadreCastellettese2002-200317 p. - 6 golInter2003-2004Vittoria2004-200525/10San Marino2005-200629/11Triestina2006-2007. 37/5Treviso2007-2009. 40/4Ravenna2009-2010. 34/14Cittadella2010-2011. 38/23Sampdoria2011-2012. 17/2Brescia2012. 17/4Novara2012-2013. 10/0Grosseto2013. 17/7SteauaBucarestdal 2013. 3/2ILDIFENSOREDELBAYERLEVERKUSENDonati,sognierealtà«GrazieaMangialamiavitaècambiata»FRANCESCO VELLUZZI«Arrivano papà, mamma, il procuratoreSilvio Pagliari e, soprattuttomio zio Giuseppe. Dico soprattuttoperché lui è quello che più mi segue. Ègià venuto a Leverkusen. Papà non èancora riuscito perché fa il bagnino aPoveromo (accanto al bagno dei Buffon,ndr),vicino a Massa, e l’estate nonè finita». Ma sta finendo e a una settimanadall’autunno Giulio Donati, ilterzino rivelazione dell’Europeo Under21, debutta a Manchester, controlo United, in Champions League dopoaver giocato 5 partite in Bundesligacon la «26» del Bayer Leverkusen.Donati, manca qualcuno?«Sì, la mia ragazza e Devis Mangia,l’ex c.t. dell’Under. Se sono arrivatoin un club del genere ed è cambiatala mia vita il meritomaggiore è suo. Mi hadato fiducia e mi hafatto sentire importante.Bella personee grande allenatore».Al Bayer come la fanno sentire?«Importante, finora ho sempregiocato. L’allenatore Hyypia parla intedesco ma lo psicologo parla italianoe mi aiuta tanto. Comunque, sto prendendolezioni».Com’è l’organizzazione del club?«Perfetta. Stadio sempre pieno perle partite, tifosi civili e molto carini.Gli allenamenti sono a porte aperte inun super centro sportivo, c’è meno tattica.Si fa colazione lì e si mangia dopol’allenamento, che è sempre al mattino.Il livello è alto, c’è più intensità rispettoall’Italia, si corre molto e a mepiace. L’allenatore mi dice di spingerecome un dannato, sto spesso sulla lineadegli attaccanti. Se perdiamo pallanoi esterni difensivi sono i centrocampistiche coprono subito. I tifosi sonosuper, ma c’è la mania delle maglie comein Italia. Le sto scambiando tutte».Cosa l’ha colpita?«Una sala che si chiama Ice Lab, la“stanza del freddo”. Ci viene anche KobeBryant. Si va a 30, 60 e 110 gradi.Si entra in calzini e ti mettono un cappellino.È utile per il recupero».Come si trova?«Bene. Il d.s. Voeller e la sua famigliami aiutano. I compagni sonogiovani e umili. Per esempioKessling, capocannoniere inBundesliga, va via per ultimoportando dentro la saccadei palloni. Io vivo a Colonia,piena di italiani.Città stupenda. E inmacchina vado a Leverkusen,sono 18 chilometri».Macchina del club?«C’è un accordo con la Bundesliga.Abbiamo una Mercedes.La teniamo 6 mesipagando l’1 per cento delvalore e poi te la cambiano.Bello».© RIPRODUZIONE RISERVATAvidentiKit&CARRIERAGIULIODONATIDIFENSORENato il05/03/1990aPietrasanta(Lucca)Altezza178 cmPeso78 kgLe suesquadreInter2009-10Lecce2010-1114 presenzePadova2011-1228 presenzeGrosseto2012-201328 presenzeBayerLeverkusen20135 presenze
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