Lezione d’autoreCinque grandi enigmi e il corallo della vitaIl percorsodel Beaglenel settembredel 1833,che tocca ledue aree didiffusione deidue nandù.A nord delRio Negro ilnandù piùgrande, a sudil Petise, conil Rio Negrocome terranaturale.Da quel momento, Darwin non si lascerà scappareoccasioni per raccogliere notizie sul Petise o addiritturaper osservarlo. Gli capiterà anche di iniziare a mangiarneuno per poi accorgersene, raccogliere i pezzi intutta fretta e cercare di ricostruire l’esemplare!Giungerà a scoprire che:...lo Struthio Rhea abita la regione di La Plata finoa poco più a sud del Rio Negro, alla latitudine di 41°,mentre il petise si trova [originale: takes its place] nellaPatagonia meridionale, essendo la zona presso il RioNegro un territorio neutrale (ivi, p. 86 [109]).In questo caso si trattava di differenti varietà o di speciedistinte? In ogni caso, nel testo originale le parolecentrali sono tre: «takes its place», cioè «prende il suoposto». Nel viaggiare attraverso aree geografiche contigue,il naturalista rileva un rapporto di “successionegeografica” tra le specie, dove una “a un certo punto”si sostituisce all’altra.spunto didatticoUn altro esempio di successionegeografica è rintracciabilenei famosis-Spesso gli alunni hanno unapercezione delle specie astratta dai simi fringuelli delle isolecontesti ecologici e geografici. Galapagos, visitate dan Un buon esercizio potrebbe essere Darwin da aprile ad ottobre1835. Queste isolequello di raccogliere informazionisulla distribuzione geografica di vulcaniche furono stupefacentiper Darwin, so-alcune specie, mapparle su unacarta e cercare di comprendere le prattutto per il fatto cherelazioni tra loro.pur essendo vicinissimecondividevano pochissimespecie: ogni isola sembrava abitata da specie peculiaried esclusive. È dunque evidente che l’importanzadei fringuelli, contrariamente a un mito molto diffuso,non è quella di aver mostrato chiaramente l’evoluzionea Darwin (che, anzi, era confuso dalla loro estremadifferenziazione e variazione). Semmai, l’osservazioneimportante è quella sul rapporto tra gli organismi isolanie quelli del continente più vicino:Faceva un grande effetto essere circondati da nuovi uccelli,nuovi rettili, nuove conchiglie, nuovi insetti, nuovepiante e purtuttavia per innumerevoli piccoli particolaridi struttura ed anche per i versi e il colore del piumaggiodegli uccelli, dover sempre rievocare le pianure dellaPatagonia o i caldi ed aridi deserti del Cile settentrionale(ivi, p. 368).Perché mai – si chiede Darwin – non troviamo fortisomiglianze tra gli abitanti delle Galapagos e quelli diun arcipelago molto simile come Capo Verde, ma vicinoall’Africa?Enigma numero tre:il rapporto tra i fossilie gli organismi viventiQuando Darwin tornava a bordo con pesanti pietre chericonosceva come fossili, il capitano FitzRoy aveva difficoltàa capire perché portasse tutta quella “spazzaturainutile” a bordo. Per Darwin, invece, i fossili eranocome pezzi sparsi di un rompicapo, un puzzle che avevain gran parte una natura geologica. Gli storici dellascienza mostrano come la lunga gestazione della geologiaabbia avuto molto a che fare con gli organismi fossili,fin da quando, nel Seicento, Stenone – monaco fiorentinodi origini danesi – si era chiesto come potesseroessere giunte conchiglie sulle cime delle montagne, e siera risposto con la formulazione di meccanismi e sequenzedi eventi – ad esempio la sedimentazione e lasovrapposizione – che spiegassero la stratificazione el’orientamento dei diversi tipi di roccia, nonché la presenzadegli organismi marini che vi venivano rinvenuti.Darwin conosceva la geologia e ne era appassionato, einoltre viveva in un tempo in cui Charles Lyell (1797-1875) e altri la stavano trasformando in una scienzadettagliata e affidabile.Un altro elemento che rendeva eccitante lo studiodei fossili era lo sviluppo dell’anatomia comparata adopera di studiosi come Georges Cuvier (1769-1832) inFrancia e Richard Owen in Inghilterra: grazie a loro,Uccellini delle isole Galapagos raccoltie catalogati da Darwin per i suoi studisull’evoluzione delle specie. Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori
Lezione d’autoreCinque grandi enigmi e il corallo della vital’anatomia era in grado di ricostruire interi organismia partire da pochi resti (di Cuvier si diceva che fosse ingrado di ricostruire uno scheletro intero a partire da unsingolo osso). Inoltre, di correlare questi scheletri ricostruitiagli stili di vita e agli ambienti in cui questi organismierano vissuti.Ecco perché Darwin passò molte settimane a collezionarefossili. Ad esempio, trovò ossa fossili enormiin una collina a Punta Alta, in Patagonia, nell’agosto1833 – si sarebbero rivelatischeletri di roditorispunto didatticogiganti, gusci di armadillo,bradipi terrestri, mol-Il sito Evidence dell’Exploratoriumdi San Francisco (http://www. ti dei quali erano completamentesconosciuti allaexploratorium.edu/evidence/)presenta interessanti attività scienza del tempo. Alcunifossili erano seppellitiinterattive sui fossili – oltre cheriflessioni sulla natura e sulnella facciata di una collinasotto uno strato difunzionamento della scienza.conchiglie marine bianche,ma Darwin riusciva a spiegare queste apparentianomalie con l’aiuto della geologia: in fondo queglistrati erano simili a quelli che aveva trovato l’anno primaa Santiago di Capo Verde.Un aspetto di quei quadrupedi erbivori che reseDarwin perplesso erano proprio le loro dimensionienormi: gli animali grandi necessitano di molto cibo;che cosa ci facevano dunque in un luogo come il Sudamerica,ricoperto da scarsa vegetazione? Darwin ipotizzòche questi enormi animali avessero camminatosu quelle terre quando la flora era lussureggiante,e che fossero morti di fame per via di un drammaticocambiamento climatico. Poteva anche non essere statocosì, visto che in altri luoghi (ad esempio in Africa)la massa degli animali non appare correlata alla disponibilitàdi cibo, ma il punto è che diveniva possibile enecessario fare ipotesi sulle condizioni fisiche e climatichein cui vivevano organismi evidentemente estinti,Il Beagle, brigantino usato da CharlesDarwin per le sue spedizioni scientifiche.nonché quelle in cui era avvenuta la successione degliorganismi attualmente viventi. Tantopiù che organismiviventi ed estinti apparivano in qualche modo affini:la specie fossile Macrauchenia sembrava una versionepiù grande e leggermente diversa di guanaco (il lamacontemporaneo), e lo stesso valeva per altri organismi.Proprio come per la successione spaziale, la successionegeologica (temporale) mostrava specie che si succedevanoin maniera discontinua mantenendo una somiglianza.Evitando come sempre di esporsi troppo, nel Journaldel 1939 Darwin scriveva:Il rapporto, benché distante, tra la Macrauchenia e ilguanaco, fra il Toxodon e il capibara, il rapporto piùstretto fra molti sdentati estinti e i tardigradi viventi, formichierie armadilli […] sono fatti molto interessanti[…]. Non dubito che questo rapporto meraviglioso fragli esseri viventi e quelli estinti, nello stesso continente,getterà in seguito maggior luce di qualsiasi altro generedi fatti sull’apparizione e sulla scomparsa degli esseriorganici sulla terra (ivi, pp. 161-162).Nel marzo 1833, mentre si trovava alle isole Falkland,Darwin decise di svolgere studi comparativi tra tuttii fossili di piante e animali raccolti durante il viaggio.Questi studi avrebbero influenzato le sue visioni sulladistribuzione di piante e animali, e alla fine sull’adattamentodi specie simili a differenti ambienti.Enigma numero quattro:l’imperfezione dell’adattamentoUn’altra osservazione di Darwin strideva con la visionedi un mondo creato una volta per tutte in uno stato perfetto,e in cui l’adattamento è pervasivo e impeccabile: gliadattamenti non sono perfetti. Stephen Jay Gould, grandepaleontologo e studioso della teoria dell’evoluzione,si impegnò nel sottolineare questo aspetto dello sguardodarwiniano. In verità si rifece innanzitutto al testo sulleorchidee (1877), scritto da Darwin diversi anni dopoL’Origine delle specie. Il lavoro dettagliatissimo che descrivegli strani meccanismi attraverso cui le orchidee assicuranol’impollinazione da parte degli insetti, è secondoGould tutta una dimostrazione di come gli organismi sianoben lontani dall’ottimalità. Le “stranezze della natura”furono infatti più volte utilizzate consapevolmente daDarwin come argomenti contro la creazione del mondonaturale da parte di una entità intelligente, come – nellavisione allora dominante – il Dio giudaico-cristiano.Un organismo, che Darwin non studiò di prima mano,può forse farci capire l’argomento dell’imperfezione senzacostringerci a scendere in particolari scientifici sovrabbondanti(per quanto affascinanti). Questo organismo sichiama kiwi, un uccello inetto al volo, grande quanto unagallina e diffuso soltanto in Nuova Zelanda, che conduceuna vita notturna e boschiva nutrendosi di frutti e di insettiterrestri. La maggiore stranezza del kiwi sta nel suouovo, enorme rispetto al corpo: esso può raggiungere il25% del peso corporeo della femmina, e al massimo stadiodi sviluppo si estende dalla parte più alta del pettofino alla cloaca! Per fare un paragone improprio, pensia- Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori