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Gaia, risarcimenti per oltre trecento milioni - La Tribuna dei Castelli

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18Lunedì 28 maggio 2012EconomiaL’Europa è l’epicentro della crisi economica mondiale. L’Italia ne rappresental’anello debole. Quali sono le cause? E quali i possibili rimedi?Crisi e strategie di crescitaCrisi e crescita economicasono termini ricorrentida quando apartire dal 2008, l’economiaè entrata in unlabirinto di difficoltà.<strong>La</strong> crescita resta ancoraun miraggio. Da 20anni banchieri, finanzierie politici, cercano diconvincere i cittadiniche ci sarà ripresa equindi crescita, ma da20 anni, vicino a piccoleriprese, ci sonosempre grandi tonfi: difatto c’è un sostanzialeristagnodellaricchezza. Ma quali sonostate le cause dellacrisi economica italiana?Anzitutto i debitidello Stato, che accumulati,hannoraggiunto i 1900 <strong>milioni</strong>di euro, cioè il 120%della ricchezza prodottadal nostro Paese in unanno; ma anche lamancata crescitadell’economia e lascarsa credibilità <strong>dei</strong> governantiche, hannoaffrontato la crisi tardie in maniera incerta.<strong>La</strong> riduzione del debitoè stata la principale preoccupazionedel Governotecnico di Monti.In linea teorica le stradeda <strong>per</strong>correre sonodue: tasse e tagli.Rinviati i tagli ai costidella politica (province,indennità parlamentariecc.), la forbice del Governosi è abbattuta soprattuttosugli entilocali, la sanità e i ministeri.Le manovre delGoverno quindi, si sonotradotte principalmentein aumenti delle tasse:ticket sanitari, aumentiIVA, tassa sulla benzina,sui giochi, eliminazionedelle agevolazionifiscali ecc. Risultato: sipreleveràuna<strong>per</strong>centuale record del44.5% sui redditi degliitaliani, e il dato potrebbecrescere fino al48% entro il 2014.Come stimolare la crescitaeconomica? Oggi,da più parti, si invoca ilrilancio dell’economia<strong>dei</strong> Paesi dell’Eurozona.Anche nell’ultimo G8,l’asse Obama, Monti eHollande ha affermatocome l’im<strong>per</strong>ativo da seguirefosse la promozionedella crescita edell’occupazione. Passa,dunque, la volontàdi affiancare una strategiadi crescita al risanamento<strong>dei</strong> contipubblici.Ma si può fare? Secondogli economisti esistonodiversi modi:dare avvio alle liberalizzazioni,o diminuirele tasse sul lavoro (checolpiscono imprese e lavoratori),ripristinare laconcorrenza e la lottacontro i cartelli. Poi lalotta all’evasione fiscale,ma anche il rilanciodella ricerca e dell’istruzione,<strong>per</strong>ché, sia purein tempi non immediati,la ricerca creainnovazione e l’innovazionecrea la ricchezza.Occorre, dunque, nonsottovalutare questoaspetto strategico.Rimane il fatto che neldecennio 2001/2010 iPaesi occidentali sonocresciuti in media del1.5%, mentre l’economiaitaliana si ècontratta dello 0.3%­0.4%, peggio di Greciae Portogallo.Tagliare le tasse sul lavoroe combattere l’evasionefiscale può serviread incentivare davverola risalita? Sicuramentetassare il lavoro, dipendenteo meno, significaridurreulteriormente i redditidelle famiglie e deprimerecosì la loro capacitàdi acquisto, cosa chepoi si ri<strong>per</strong>cuote negativamentesull’interomercato. Se inveceguardiamo alla lottacontro l’evasione fiscaleci rendiamo conto cheeliminandola, si ridurrebbedrasticamenteil deficit annuale delloStato e questo risolverebbemolti <strong>dei</strong> problemidella crisi. Il primodovere del cittadino èquello di pagare le tasse;chi le paga può “costringere”anche glialtri a farlo chiedendoregolarmente scontrinie ricevute sull’acquisto<strong>dei</strong> beni o servizi. È benefar notare che, daquanto emerge dallamanovra economica,una volta raggiunto ilpareggio di bilancio, loStato ridurrà le tasse aicittadini in proporzionea ogni recu<strong>per</strong>o di tasseevase.Altro tema importante<strong>per</strong> la crescita del nostroPaese è il ruolo cheassumono le liberalizzazioni.Esse sonoprovvedimenti checonsentono di liberarcida “tasse nascoste”.Queste tasse sono fattedai privilegi che ognicategoria o corporazione(dagli avvocati aifarmacisti, dagli insegnantiai notai e tassisti)ha ottenuto <strong>per</strong> sécome regolamentazionie restrizioni asvantaggio <strong>dei</strong> cittadini.Si tratta di casi in cuila difesa degli interessidi alcuni, penalizzatutti gli altri. Tagliare iprivilegi a queste categoriepotrebbe ridurne iguadagni, ed è <strong>per</strong> questoche ogni liberalizzazionesuscita reazioni adir poco furibonde. Se<strong>per</strong>ò fossero tagliatiquesti privilegi, non solociò gioverebbe alcittadino, ma anche aciascun membro diogni corporazione, chepagherebbe molto dimeno <strong>per</strong> i prodotti oservizi realizzati edistribuiti dalle altrecorporazioni..Germana Pennacchi

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