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Modello dei dati e trattamento del dato sul GIS di scavo

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Archeologia e Calcolatori15, 2004, 341-358<strong>Mo<strong>del</strong>lo</strong> <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> e <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong> <strong>sul</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>MODELLO DEI DATI E TRATTAMENTO DEL DATOSUL <strong>GIS</strong> DI SCAVO1. INTRODUZIONE1.1 Le potenzialità <strong>del</strong>l’Informatica applicata all’ArcheologiaL’esperienza pluriennale svolta nell’Area <strong>di</strong> Archeologia Me<strong>di</strong>evale <strong>del</strong>Dipartimento <strong>di</strong> Archeologia e Storia <strong>del</strong>le Arti <strong>del</strong>l’Università <strong>di</strong> Siena hamostrato, come nel caso <strong>di</strong> altri punti <strong>di</strong> eccellenza italiani (Bologna-Ravenna,Padova, Roma, Lecce), le potenzialità <strong>del</strong>le applicazioni <strong>di</strong>gitali in ambitoarcheologico.I presupposti <strong>del</strong>la nostra sperimentazione sono stati, e sono tuttora,verificare le possibilità legate all’uso sistematico <strong>del</strong> calcolatore nelle fasi <strong>di</strong>raccolta, gestione e <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong>, raggiungendo degli standard <strong>di</strong> utilizzodestinati ad accrescerne il potenziale informativo e consentire una <strong>di</strong>ffusionea tutto tondo <strong>del</strong>l’informazione.L’approccio è <strong>di</strong> tipo metodologico; la tecnologia si configura come il mezzoper raggiungere un grado ottimale <strong>di</strong> organizzazione e lettura <strong>del</strong> record prodottodalla ricerca “<strong>sul</strong> campo”, contribuendo così a migliorare ed accelerare lacostruzione <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>li storici fon<strong>dati</strong> <strong>sul</strong>la fonte materiale. Se l’informatica nonpermettesse una più completa conoscenza archeologica, non ricercheremmo lasua applicazione sistematica; siamo archeologi che ne fanno uso per migliorare lapropria ricerca e non informatici che sperimentano applicazioni destinate agliarcheologi. Per questi motivi, l’impiego <strong>del</strong>la tecnologia deve essere vissuto comeuna fase <strong>di</strong> evoluzione <strong>del</strong>le metodologie <strong>di</strong> documentazione.Fino dall’inizio <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong> LIAAM (Laboratorio <strong>di</strong> InformaticaApplicata all’Archeologia Me<strong>di</strong>evale), abbiamo cercato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare “mo<strong>del</strong>li”<strong>di</strong> registrazione-organizzazione <strong>di</strong> <strong>dati</strong> cartografici, alfanumerici e multime<strong>di</strong>ali,nell’ottica <strong>di</strong> una gestione complessiva che sod<strong>di</strong>sfacesse le <strong>di</strong>verseesigenze analitiche <strong>del</strong>l’indagine archeologica: strumenti funzionali all’accumulo<strong>di</strong> sapere ed alla produzione <strong>di</strong> conoscenza, ovvero applicativi, gran<strong>di</strong>banche <strong>dati</strong> e sistemi <strong>di</strong> processamento.Il fine ultimo <strong>del</strong> nostro lavoro si identifica nell’ottimizzazione <strong>del</strong>l’interopatrimonio conoscitivo raccolto, ed in crescita esponenziale, sia in con<strong>sul</strong>tazionesia in chiave interpretativa. Non si tratta <strong>di</strong> porsi in antagonismocon le procedure tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> registrazione ed analisi, bensì <strong>di</strong> accresceregli strumenti <strong>di</strong> processamento a <strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong> ricercatore. Si aprono infattiprospettive conoscitive <strong>di</strong>fficilmente ottenibili senza il ricorso alla potenza<strong>dei</strong> computer o<strong>di</strong>erni ed alla loro capacità <strong>di</strong> relazionare una mole impressionante<strong>di</strong> <strong>dati</strong> eterogenei. Ignorare, o non sfruttare appieno, le poten-© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it341


M. Valenti, A. Nar<strong>di</strong>nizialità <strong>del</strong>l’Informatica applicata significa fare a meno <strong>di</strong> uno strumento metodologicoinnovativo per il progresso <strong>del</strong>la ricerca.1.2 Lo sviluppo <strong>di</strong> sistemi collettivi <strong>di</strong> rete come standardLa costruzione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> gestione ha come <strong>di</strong>retta conseguenza iltraghettamento <strong>del</strong>l’Archeologia nella “società <strong>del</strong>l’informazione”, dove ilsapere è inteso come collettivo e cumulativo e dove il <strong>di</strong>alogo dovrebbe avvenireattraverso il libero scambio <strong>di</strong> <strong>dati</strong> in forme integrate <strong>di</strong> archiviazione(database, <strong>GIS</strong>, web nel nostro caso).La socializzazione <strong>del</strong>la propria conoscenza tramite architetture nellequali <strong>di</strong>alogano tutti gli applicativi rappresenta oggi il terreno principale sucui confrontarsi: un sistema globale e con<strong>di</strong>viso <strong>di</strong> organizzazione, con<strong>sul</strong>tazionee processamento <strong>del</strong> <strong>dato</strong> archeologico che ha già a <strong>di</strong>sposizione nellarete il canale ideale per la sua trasmissione. Si tratta <strong>di</strong> realizzare una serie <strong>di</strong>atlanti <strong>di</strong>gitali nei quali sono archiviati scavi, indagini territoriali, schedature<strong>di</strong> materiali, prodotti esplicativi ecc., <strong>di</strong>slocati presso i server <strong>dei</strong> <strong>di</strong>versi componenti<strong>del</strong> network e sui quali effettuare le proprie interrogazioni.La costruzione <strong>di</strong> un sistema globale così inteso, allargato quin<strong>di</strong> aduna rete composta da una pluralità <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> ricerca, si propone come unasfida molto ardua. Ma vincerla significa ottenere un reale salto <strong>di</strong> qualità estabilire degli standard.Non standard intesi come uso <strong>di</strong> determinati software o <strong>di</strong> formati schedarigorosi ecc.; questo aspetto è oggi quanto mai fuori luogo poiché i pacchetticommerciali, e gli applicativi che permettono <strong>di</strong> realizzare, comunicano ampiamentefra loro. Standard, invece, intesi come architetture composte dalsistema degli archivi e dai sistemi <strong>GIS</strong> che possono <strong>di</strong>alogare, al<strong>di</strong>là <strong>dei</strong> pacchetticommerciali per i quali si opta, <strong>sul</strong>la base <strong>di</strong> “mo<strong>del</strong>li <strong>dati</strong>” comuni.In tal senso, molto spesso, i nostri lavori si legano alle tematiche connessealla mo<strong>del</strong>lizzazione <strong>del</strong> <strong>dato</strong>; questo non per assenza <strong>di</strong> altri stimoli oper una mancata evoluzione rispetto ai sistemi <strong>di</strong> processamento o elaborazione,bensì per la convinzione che sia necessario <strong>di</strong>scutere, confrontarsi,stabilire <strong>del</strong>le regole <strong>di</strong> base a cui attenersi; proprio come è avvenuto nelconfronto <strong>sul</strong> concetto <strong>di</strong> Sito e UT, o <strong>sul</strong>la co<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>la scheda SAS o US. La<strong>di</strong>ffusione selvaggia <strong>del</strong>le realizzazioni <strong>GIS</strong>, per esempio, non ha avuto uncontraltare in<strong>di</strong>spensabile nella riflessione <strong>sul</strong>la loro architettura <strong>di</strong> base, senzala quale si arriva a soluzioni costrette dalle caratteristiche intrinseche <strong>del</strong>l’applicativoscelto e spesso alla ricerca <strong>di</strong> escamotages per la visualizzazione<strong>dei</strong> <strong>dati</strong> in determinate combinazioni tipologiche. Allo stesso tempo, <strong>di</strong>fficilmentele piattaforme <strong>di</strong>alogheranno o saranno confrontabili.La nostra esigenza <strong>di</strong> puntualizzare i “mo<strong>del</strong>li <strong>dati</strong>” e l’ostinazione conla quale ribattiamo <strong>sul</strong>l’argomento nascono dalla convinzione <strong>di</strong> come, senzarisolvere i problemi legati agli standard mo<strong>del</strong>listici, non saremo in grado <strong>di</strong>342© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it


<strong>Mo<strong>del</strong>lo</strong> <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> e <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong> <strong>sul</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>percorrere la strada <strong>del</strong> <strong>di</strong>alogo sistematico allargato all’intera comunità archeologica.1.3 I problemi connessi all’ottenimento <strong>di</strong> standardEsistono altri punti da analizzare che più o meno si legano <strong>di</strong>rettamenteal problema <strong>del</strong>la costruzione <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>li comuni; la loro analisi fotografalo stato attuale <strong>di</strong> crescita collettiva.L’impiego <strong>del</strong>la tecnologia non può essere limitato e richiede la con<strong>sul</strong>tazioneed il processamento <strong>del</strong>l’intera documentazione prodotta. Questo significaoperare in prima persona nella progettazione e nella costruzione <strong>di</strong> unsistema informativo per l’Archeologia, avendo chiari quali tipi <strong>di</strong> rapporti e <strong>di</strong>relazioni tra <strong>dati</strong> sono necessari. Per <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> gestione calibrati,infatti, non possiamo <strong>del</strong>egare a professionisti la realizzazione degli strumenti;le relazioni richieste dalla razionalizzazione <strong>del</strong> <strong>dato</strong> archeologico sono cosìtante che possono essere impostate con atten<strong>di</strong>bilità solo da chi ha costruito lafonte archeologica stessa. Il grado <strong>di</strong> alfabetizzazione informatica richiesto agliarcheologi pertanto dovrà essere formato all’interno <strong>del</strong>le strutture accademiche,luogo fondamentale per costruire un know how ed i canali <strong>del</strong>la sua trasmissione.A livello più generale il confronto si porrà fra mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> utilizzo<strong>del</strong>la tecnologia, fra filosofie <strong>di</strong> approccio ed architetture informatiche chene derivano. I benefici reali <strong>del</strong>l’impiego <strong>di</strong>ffuso <strong>di</strong> tecnologia <strong>di</strong>gitale in archeologiapossono passare solo attraverso una crescita complessiva.Il lavoro <strong>di</strong> base da fare in questa <strong>di</strong>rezione è però ancora molto; spesso iprogrammi d’insegnamento in Informatica applicata si limitano soprattutto alpacchetto “Office” o poco più, quin<strong>di</strong> una formazione che in realtà dovrebbeessere già stata data nelle scuole superiori; oppure viene affrontato l’argomento<strong>GIS</strong>, in<strong>di</strong>cando come testo d’esame una “volgarizzazione” <strong>del</strong> manuale fornitocon il software adottato. In altri casi, come a Siena, si svolgono programmi specifici<strong>sul</strong>le potenzialità <strong>del</strong>lo strumento informatico applicato alla ricerca archeologica(cioè far capire cosa e come si può realizzare ed a cosa serve il processamento),ma senza l’esperienza pratica non si raggiungono gli obiettivi sperati.Questi sono perseguibili, e ne siamo pienamente convinti, solo con l’inserimentodegli studenti in esperienze progettuali e lavorando, più che in un’esercitazione,<strong>di</strong>etro una precisa finalità <strong>di</strong> ricerca. In tal senso, i ri<strong>sul</strong>tati migliori sono infattistati ottenuti con la partecipazione al ciclo <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> gruppi consoli<strong>dati</strong>.La prorompente <strong>di</strong>ffusione <strong>dei</strong> <strong>GIS</strong> ha portato come conseguenza adun abuso, non solo nella sua applicazione, ma anche <strong>del</strong> concetto <strong>di</strong> <strong>GIS</strong>. Lamaggior facilità d’uso sviluppata nel tempo per le interfacce utente <strong>dei</strong> <strong>di</strong>versisoftware, quin<strong>di</strong> un meritorio allargamento <strong>dei</strong> potenziali usufruitori <strong>di</strong>questa tecnologia, ha d’altro canto spinto ad un impiego quasi sfrenato <strong>del</strong>l’applicativoa <strong>di</strong>scapito <strong>dei</strong> suoi postulati <strong>di</strong> base e <strong>del</strong>le sue reali finalità. Il<strong>GIS</strong> viene così spesso impiegato alla stregua <strong>di</strong> un visualizzatore <strong>di</strong> carte te-© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it343


M. Valenti, A. Nar<strong>di</strong>nimatiche, dove i requisiti fondamentali (cioè precisione, accuratezza e nonridondanza <strong>del</strong> <strong>dato</strong>) sono ormai ignorati; si stanno costruendo basi che <strong>di</strong><strong>GIS</strong> hanno solo la georeferenziazione puntuale <strong>di</strong> determinati temi <strong>di</strong> ricerca.Per esempio georeferenziare la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> tipi ceramici non ha alcunsenso se non viene costruita un’architettura complessiva <strong>di</strong> database dallaquale (interrogando gli archivi <strong>del</strong>la ceramica) si ottiene il ri<strong>sul</strong>tato sperato.Anche per lo <strong>scavo</strong> esistono problemi concettuali e frainten<strong>di</strong>menti <strong>del</strong>lo stessotipo; realizzare piattaforme in cui la complessità <strong>del</strong> cantiere viene ricostruitanella <strong>di</strong>acronia attivando shape e tematismi, senza passare da un’interrogazionedegli identificatori presenti nel mo<strong>del</strong>lo <strong>dati</strong> e degli archivi, è indubbiamenteun modo “tecnicamente” atipico <strong>di</strong> lavorare ma oggi molto <strong>di</strong>ffuso.1.4 La necessità improrogabile <strong>di</strong> linguaggi comuniLa ricerca <strong>di</strong> uno standard significa quin<strong>di</strong> arrivare alla realizzazione <strong>di</strong>sistemi in rete collettivi ma, ancor prima, costruire un linguaggio comune <strong>di</strong>base per relazionare in collegamento <strong>di</strong>namico piattaforme e sistemi <strong>di</strong> archivi<strong>di</strong>versificati.La realtà <strong>del</strong>l’Area <strong>di</strong> Archeologia Me<strong>di</strong>evale senese, per <strong>di</strong>mensioni,quantità ed eterogeneità <strong>del</strong>le tematiche affrontate, rappresenta per il nostrolavoro uno degli stimoli più efficaci nel cercare linguaggi comuni; sistemiattraverso i quali mettere a confronto ed integrare i ri<strong>sul</strong>tati <strong>dei</strong> <strong>di</strong>versi progettiper produrre mo<strong>del</strong>li inse<strong>di</strong>ativi e socio-economici sempre più articolatied esaustivi. Attualmente, siamo impegnati in campagne <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, <strong>di</strong>stribuite<strong>sul</strong>le provincie <strong>di</strong> Siena, Firenze, Grosseto e Livorno; in progetti <strong>di</strong> indagineterritoriale nelle stesse provincie, correlate da analisi geomagnetiche e da unuso esteso <strong>del</strong>le tecniche <strong>di</strong> remote sensing; stiamo stu<strong>di</strong>ando tre città <strong>di</strong> <strong>di</strong>versacomplessità, Firenze, Siena e Grosseto, e prossimamente, grazie a duetesi <strong>di</strong> laurea, inizieremo la catastazione <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>to nelle città <strong>di</strong> Lucca e Pisa.Il numero <strong>dei</strong> progetti e l’ampia copertura territoriale palesano unaferma convinzione <strong>del</strong>l’utilità <strong>del</strong>la <strong>di</strong>mensione quantitativa <strong>del</strong> <strong>dato</strong> e <strong>del</strong>lavali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> un tipo <strong>di</strong> informazione prodotta dall’analisi <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong>fformi.In questo senso, l’informatica applicata esprime il suo potenziale <strong>di</strong> strumento<strong>di</strong> traduzione e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>del</strong> <strong>dato</strong>, consentendo <strong>di</strong> superare ilparticolarismo <strong>del</strong> singolo progetto attraverso la co<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> sistemi standard.L’obiettivo è stato raggiunto, strutturando basi sempre più complessedal punto <strong>di</strong> vista quantitativo e nel testare le varie redazioni in progress <strong>dei</strong>mo<strong>del</strong>li, su un numero sempre maggiore <strong>di</strong> contesti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Lo stesso atteggiamento,talvolta provocatorio, utilizzato in occasioni pubbliche rispetto asistemi <strong>di</strong> gestione a nostro parere riduttivi <strong>del</strong> vero potenziale archeologico,lo abbiamo applicato nelle nostre attività quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> laboratorio e fra igruppi stessi <strong>di</strong> lavoro: lo scopo è sempre stato porre a confronto le <strong>di</strong>verseesperienze <strong>di</strong> ricerca, in fase <strong>di</strong> catastazione e processamento, per verificare344© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it


<strong>Mo<strong>del</strong>lo</strong> <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> e <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong> <strong>sul</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>la reale funzionalità <strong>del</strong>la nostra impostazione, migliorarla o anche solo implementarla<strong>di</strong> ulteriori dettagli.2. LE APPLICAZIONI <strong>GIS</strong> A CONTESTI DI SCAVO2.1 Lo standard nel <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>La ricerca <strong>di</strong> uno standard è stata perseguita anche sperimentando isistemi <strong>GIS</strong> su contesti <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> rurali ed urbani. In questo ambito, è il fattore<strong>di</strong> scala che in<strong>di</strong>rizza verso lo sviluppo <strong>di</strong> tecniche specifiche <strong>di</strong> inserimento e<strong>trattamento</strong> <strong>dei</strong> <strong>dati</strong>, tarate su un tipo <strong>di</strong> documentazione con caratteristiche<strong>di</strong>verse e più complesse, rispetto a quella proveniente dalle indagini territoriali,gestite ormai in maniera <strong>di</strong>ffusa su <strong>GIS</strong>.La maggiore complessità riguarda da un lato l’alto grado <strong>di</strong> dettagliorichiesto dalla documentazione stratigrafica e dall’altro la restituzione graficasu supporti <strong>di</strong> tipo prettamente bi<strong>di</strong>mensionale <strong>di</strong> un contesto per suanatura tri<strong>di</strong>mensionale. La necessità <strong>di</strong> un dettaglio elevato si traduce in:1) lunghi tempi <strong>di</strong> lavoro in fase <strong>di</strong> immissione <strong>dati</strong>;2) ricerca <strong>di</strong> criteri sempre più esaurienti per ampliare le possibilità <strong>di</strong> fruizione<strong>del</strong> <strong>dato</strong> (co<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> attributi funzionali ad una con<strong>sul</strong>tazione multilivello);3) valutazione <strong>dei</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi più idonei a micro-contesti, in cui il fattore<strong>di</strong> scala può rappresentare una potenziale fonte <strong>di</strong> errore rispetto ari<strong>sul</strong>tati prodotti da mo<strong>del</strong>li matematici <strong>di</strong> lettura spaziale;4) necessità <strong>di</strong> dotarsi <strong>di</strong> cartografie <strong>di</strong> dettaglio autoprodotte, atte a supportarein modo efficace le analisi intra-site;5) opportunità <strong>di</strong> impostare meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> con<strong>sul</strong>tazione <strong>del</strong>l’aspetto verticale<strong>del</strong> deposito stratigrafico, che per la sua stessa complessità non si presta aduna riproduzione realistica <strong>del</strong>la terza <strong>di</strong>mensione.2.2 Lo stato <strong>del</strong>le applicazioni <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> in ItaliaGrazie alle sue caratteristiche, il <strong>GIS</strong> rappresenta una risposta validaalle esigenze appena descritte e soprattutto consente <strong>di</strong> risolvere in manieraottimale uno <strong>dei</strong> problemi più gravosi, cioè la gestione e la con<strong>sul</strong>tazione<strong>del</strong>la stratigrafia archeologica.La maggior parte <strong>dei</strong> ricercatori, attenti al potenziale analitico <strong>del</strong>latecnologia, si sono mostrati invece sostanzialmente <strong>di</strong>ffidenti verso il suocarattere innovativo in questa <strong>di</strong>rezione. Nelle varie esperienze, pur valide,condotte nell’ambito <strong>di</strong> alcune università italiane, l’impegno maggiore è statorivolto alle fasi <strong>di</strong> processamento, per lo più legate ad analisi <strong>di</strong>stributive e<strong>di</strong> frequenza. In tempi recenti molte energie sono state spese nel compilareprocedure <strong>di</strong> riproduzione 3D <strong>del</strong> contesto <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, sfruttando il modulo 3D© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it345


M. Valenti, A. Nar<strong>di</strong>niAnalyst <strong>del</strong>la ESRI con ri<strong>sul</strong>tati insod<strong>di</strong>sfacenti: in realtà riproduce moltomale le stratigrafie, non essendo progettato per questo uso, e soprattutto èsolo un visualizzatore tri<strong>di</strong>mensionale in cui la “z” è un attributo, pertantoogni misurazione è ancora bi<strong>di</strong>mensionale!Allo scopo <strong>di</strong> fare il punto <strong>sul</strong>la situazione italiana nell’ambito <strong>del</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong><strong>scavo</strong>, l’Area <strong>di</strong> Archeologia Me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> Siena ha organizzato nel giugno 2001un workshop in cui erano richieste relazioni durante le quali venivano fatte “girare”le piattaforme <strong>GIS</strong>. Ne è emerso un quadro ancora sostanzialmente immaturo,caratterizzato da una serie <strong>di</strong> prodotti incentrati <strong>sul</strong> caso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o specifico.Appare chiara un’omogeneità nella struttura, articolata su CAD e DBMS correlatida un motore <strong>GIS</strong> che svolge funzioni <strong>di</strong> interrogazione spesso utilizzando lostandard SQL; tralasciando gli aspetti legati alla progettazione <strong>del</strong> DBMS, si èpotuto constatare che la documentazione grafica continua ad essere catastata perlayer su software CAD con tutti i problemi connaturati a tali sistemi; allo stessomodo, non viene mai prospettata l’esigenza <strong>di</strong> una documentazione oggettiva.In conclusione, le questioni relative alle potenzialità <strong>di</strong> gestione <strong>dei</strong><strong>GIS</strong> sono rimaste quasi sempre a latere e mai testate fino in fondo: ancorauna volta inten<strong>di</strong>amo soffermarci su questi aspetti ed esporre la nostra idea<strong>di</strong> piattaforma <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> e quali devono essere le sue caratteristiche per<strong>di</strong>ventare un mezzo efficace per le elaborazioni più sofisticate.M.V.3. DEFINIZIONE DI <strong>GIS</strong> DI SCAVO3.1 <strong>GIS</strong>, non CAD, <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>La decisione <strong>di</strong> utilizzare un software <strong>GIS</strong> significa aprirsi la possibilità<strong>di</strong> tradurre l’informazione archeologica (dall’unità stratigrafica al singolo repertoin strato) in oggetto <strong>di</strong> ricerca e in elemento base per ogni genere <strong>di</strong>elaborazione, dalla semplice visualizzazione tematica alle più sofisticate procedure<strong>di</strong> <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong> (analisi spaziali, analisi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>dei</strong>reperti e <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>ttività).Qualora si decida <strong>di</strong> non intervenire in tal senso nel contesto in esame(cioè non destinando il <strong>dato</strong> al processamento) è superfluo ricorrere ad unatecnologia impegnativa come quella <strong>GIS</strong>. Perché spendere lunghi tempi ed energieper mostrare solo l’esistenza <strong>di</strong> una piattaforma che in realtà non vieneusata per produrre migliore conoscenza e traduzione <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> in informazioni?In altre parole, gestire uno <strong>scavo</strong> in <strong>GIS</strong> non significa leggere con unsoftware <strong>GIS</strong> un prodotto CAD; l’utilizzo <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> informazione geograficarichiede la costruzione <strong>di</strong> uno strumento concettualmente <strong>di</strong>verso perimpostazione, per qualità e complessità <strong>del</strong> <strong>dato</strong> grafico inserito e <strong>del</strong> <strong>dato</strong>alfanumerico ad esso relazionato: deve gestire e soprattutto processare i <strong>dati</strong>e non solo permetterne una visualizzazione georeferenziata.346© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it


<strong>Mo<strong>del</strong>lo</strong> <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> e <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong> <strong>sul</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>Per arrivare a definire lo <strong>scavo</strong> come oggetto <strong>di</strong> interrogazioni <strong>GIS</strong> corrette,si deve ripristinare l’integrità iniziale <strong>del</strong> contesto archeologico, riducendoal minimo, dove non è possibile annullarla completamente, la soggettività<strong>del</strong> ricercatore. È quin<strong>di</strong> necessario che l’immissione <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> avvengain forma globale e corretta, sia dal punto <strong>di</strong> vista geografico che archeologico,ottenendo una macro pianta composita sempre aggiornabile, articolata inun insieme <strong>di</strong> strati, definiti solo dal rapporto spaziale che intercorre fra loro,e <strong>di</strong>stinti univocamente attraverso l’assegnazione <strong>del</strong> numero <strong>di</strong> unità stratigrafica.Gli strati, nella forma grezza (cioè al momento <strong>del</strong>l’immissione), dovrannoessere svincolati da qualsiasi processo interpretativo successivo. Tuttele informazioni concernenti gli aspetti soggettivi ed interpretativi sarannoinvece registrate negli archivi alfanumerici (supporto in<strong>di</strong>spensabile e imprescin<strong>di</strong>bile),con i quali la piattaforma è relazionata.3.2 Definizione <strong>del</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>Il <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> può essere definito come contenitore <strong>del</strong> <strong>dato</strong> archeologicostratigrafico integralmente e realisticamente riprodotto, dove ogni singolo oggettoin<strong>di</strong>viduato assume il ruolo <strong>di</strong> elemento <strong>di</strong> indagine e strumento <strong>di</strong> elaborazionea vari livelli. Una definizione <strong>di</strong> questo tipo sembra in apparenza banale: <strong>di</strong>fatto non è altro che la riproposizione <strong>del</strong> significato generale e standard <strong>di</strong> <strong>GIS</strong>,come software in grado <strong>di</strong> catastare, presentare, analizzare e processare i <strong>dati</strong>relativi ad un contesto territoriale, rappresentato nella sua realtà.Forse è proprio questo il punto: perché dovrebbe essere <strong>di</strong>versa? Perchéil <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> dovrebbe assumere una connotazione <strong>di</strong>fferente da quella<strong>di</strong> qualsiasi altra applicazione <strong>del</strong> genere? Paradossalmente, invece, uno <strong>dei</strong>problemi maggiori nell’approccio al <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> riguarda proprio tale aspetto:cosa inserire nella piattaforma, quanta e quale documentazione stratigraficacatastare, con quale dettaglio, con quale accuratezza <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno.Quando si gestiscono le indagini territoriali, ci poniamo forse il problema<strong>di</strong> selezionare la documentazione da registrare fra quella <strong>di</strong>sponibile? Noncerchiamo piuttosto <strong>di</strong> avere cartografia <strong>di</strong> maggior dettaglio, costruendocosì supporti sempre più vali<strong>di</strong> e completi per le analisi che inten<strong>di</strong>amo effettuare?Se questo è vero, come lo è, perché nei confronti <strong>dei</strong> contesti <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>dobbiamo porci il problema <strong>di</strong> cosa è giusto, conveniente o utile inserire?La realtà <strong>di</strong> uno <strong>scavo</strong> è ricostruibile solo attraverso l’inserimento <strong>di</strong>tutte le sue componenti; così come non approssimiamo l’immissione <strong>del</strong>larete idrografica <strong>di</strong> un territorio inserendo tanto i gran<strong>di</strong> fiumi quanto i piccoliruscelli, è sbagliato operare <strong>del</strong>le selezioni nel registrare la stratigrafia: insintesi, non siamo autorizzati ad operare tagli solo perché siamo i principaliinterpreti <strong>di</strong> quella realtà.Gestire graficamente lo <strong>scavo</strong> è <strong>di</strong>fficile ed organizzare la stratigrafiaall’interno <strong>del</strong>la piattaforma è problematico e laborioso. È necessario creare© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it347


M. Valenti, A. Nar<strong>di</strong>ni<strong>del</strong>le basi vettoriali spesso molto complesse, necessariamente “autoprodotte”,che richiedono un alto grado <strong>di</strong> dettaglio e che comportano tempi <strong>di</strong> realizzazionemolto lunghi. D’altro canto, questa è la con<strong>di</strong>zione imprescin<strong>di</strong>bile perottenere un buon <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>. Tentare soluzioni <strong>di</strong> compromesso come l’inserimento<strong>del</strong>le piante significative (quasi sempre identificate con piante <strong>di</strong>fase o <strong>di</strong> periodo) o l’abolizione <strong>del</strong>le caratterizzazioni <strong>del</strong>le emergenze (lecreste <strong>dei</strong> muri, i reperti rinvenuti in strato, ecc.) riduce irrime<strong>di</strong>abilmente lafunzionalità <strong>del</strong>la piattaforma sia come semplice archivio <strong>di</strong> documentazionegrafica sia come strumento <strong>di</strong> elaborazione <strong>del</strong> <strong>dato</strong>.In altre parole, una base <strong>GIS</strong> nella quale si è proceduto ad un inserimentoparziale, pur se in alta percentuale, <strong>del</strong>le unità stratigrafiche documentate durantelo <strong>scavo</strong>, fornirà <strong>dati</strong> scorretti e non esaustivi (per esempio nella costruzione<strong>dei</strong> mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong>stributivi <strong>dei</strong> reperti). Allo stesso modo, semplificare larappresentazione <strong>del</strong> deposito, riducendolo ad un insieme <strong>di</strong> scarne superfici,prive <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> caratterizzazione, renderà la base inutilizzabile come supporto<strong>di</strong> con<strong>sul</strong>tazione integrale <strong>del</strong> <strong>dato</strong> e <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> piante a stampa.4. IL MODELLO DATI NEL <strong>GIS</strong> DI SCAVO4.1 Un mo<strong>del</strong>lo <strong>dati</strong> aperto: tipologia e geometria degli elementiLa natura stessa <strong>del</strong> <strong>GIS</strong> impone una classificazione degli elementi inseriti,ancor prima <strong>di</strong> qualsiasi caratterizzazione interpretativa, secondo la lorogeometria (linee, poligoni, punti) ed è proprio questa <strong>di</strong>stinzione a comportaresostanziali <strong>di</strong>fferenze in fase <strong>di</strong> gestione e, soprattutto, <strong>di</strong> elaborazione.Per questo motivo, l’assenza <strong>di</strong> una struttura ben definita a cui ricondurrei <strong>dati</strong> inseriti può determinare <strong>di</strong>fformità nel loro <strong>trattamento</strong>, tali da comprometterela vali<strong>di</strong>tà <strong>dei</strong> ri<strong>sul</strong>tati ottenuti; inoltre, in un’ottica <strong>di</strong> circolazionee <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>l’informazione, la mancanza <strong>di</strong> una co<strong>di</strong>fica univoca deglioggetti renderà più farraginose le operazioni <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione e scambio fra basiincentrate su esperienze <strong>di</strong>fferenti e progettate su software <strong>di</strong>versi.Il mo<strong>del</strong>lo <strong>dati</strong>, superando le caratteristiche tecniche <strong>dei</strong> pacchetti <strong>GIS</strong>,dovrà quin<strong>di</strong> definire criteri <strong>di</strong> traduzione in <strong>di</strong>gitale <strong>del</strong>la realtà indagata,attraverso categorie fisse (in<strong>di</strong>cate con <strong>di</strong>versa terminologia dalle softwarehouse) che rispettino identità geometrica e logica degli elementi catastati.Il principio base per impostare un mo<strong>del</strong>lo, aperto e funzionale ad accoglierequalsiasi oggetto presente nel mondo fisico (come enuncia uno <strong>dei</strong>concetti base <strong>del</strong> <strong>GIS</strong>), è costruire un’impalcatura tenendo conto <strong>del</strong>le caratteristicheintrinseche <strong>del</strong> <strong>dato</strong> (coerenza logica ed identità geometrica) e non<strong>del</strong> significato ad esso attribuito a seguito <strong>di</strong> interpretazioni soggettive; ciòequivale <strong>di</strong> fatto a rispettare le peculiarità <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse realtà inserite, annullandoqualsiasi tipo <strong>di</strong> intervento ulteriore. In parole semplici, per coerenzatipologica un e<strong>di</strong>ficio (descritto attraverso un poligono), in quanto compo-348© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it


<strong>Mo<strong>del</strong>lo</strong> <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> e <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong> <strong>sul</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>nente <strong>del</strong> paesaggio attuale, andrà <strong>di</strong>stinto da un’emergenza <strong>di</strong> reperti archeologicimobili in superficie (oggetto poligonale anch’esso); per identitàgeometrica, lo stesso e<strong>di</strong>ficio andrà <strong>di</strong>stinto però dalle curve <strong>di</strong> livello che,nonostante concorrano anch’esse alla riproduzione <strong>del</strong> paesaggio, dovrannoessere definite attraverso un grafo lineare. Svincolare l’immissione <strong>del</strong> <strong>dato</strong>dalla fase interpretativa significa, invece, evitare qualsiasi classificazione infunzione <strong>del</strong>la lettura che se ne fa: per esempio, <strong>di</strong>stinguere la sentieristicaattuale <strong>di</strong> un comune da quella prevista nei vari progetti <strong>di</strong> valorizzazionesolo perché sono riferibili a <strong>di</strong>versi piani <strong>di</strong> informazione.Nell’organizzazione <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, coniugando <strong>di</strong>stinzione tipologicae geometrica, è fondamentale adottare un criterio perfettamente aderenteai principi <strong>del</strong>la stratigrafia archeologica; le unità stratigrafiche positive equelle negative verranno <strong>di</strong>stinte non solo <strong>sul</strong>la base <strong>del</strong>le loro <strong>di</strong>fferenzeconcettuali ma anche perché le une, descrivendo superfici, sono rappresentabilicome poligoni mentre le altre, essendo superfici in sé prive <strong>di</strong> consistenzamateriale, corrispondono geometricamente a linee.4.2 Un mo<strong>del</strong>lo <strong>dati</strong> astratto: la creazione <strong>di</strong> uno standardIn questa sede, tralasciamo volutamente <strong>di</strong> ricordare gli aspetti tecnici<strong>del</strong>l’articolazione <strong>del</strong> nostro mo<strong>del</strong>lo <strong>dati</strong>, peraltro esposti in maniera puntualenel contributo presentato in «Archeologia e Calcolatori» 2000; ci premesolo accennare al processo <strong>di</strong> progressiva astrazione <strong>del</strong>la nostra classificazione,secondo temi il più possibile generali, con l’obiettivo <strong>di</strong> aumentarela flessibilità e la versatilità <strong>del</strong>la nostra struttura. Nell’ultima versione, sonostate previste quattro macro-classificazioni relative ad aspetti paesaggistici,<strong>dati</strong> provenienti dall’indagine <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, <strong>dati</strong> relativi alle indagini non <strong>di</strong>struttive,ri<strong>sul</strong>tati <strong>del</strong>le analisi intra-site; queste categorie sono state poi <strong>di</strong>stinte inentità <strong>di</strong> tipo superficiale e lineare per permettere l’esatta riproduzione grafica<strong>del</strong>le caratteristiche geometriche e, <strong>di</strong> conseguenza, il loro corretto <strong>trattamento</strong>matematico e spaziale. Abbiamo così in pratica risposto all’esigenza <strong>di</strong>creare uno standard valido sia per i contesti <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> urbano che per quelli <strong>di</strong><strong>scavo</strong> in ambito rurale; un metodo funzionale anche per catastare sia scavi incorso o recenti (quin<strong>di</strong> con documentazione ricontrollabile facilmente) siascavi pregressi (con documentazione talvolta incompleta o, spesso, sommariaed imprecisa).L’insistenza sugli aspetti relativi alla progettazione <strong>del</strong>la struttura mostrain modo chiaro quanto questa, nella nostra esperienza, sia dettata damotivi ben più complessi <strong>di</strong> una mera necessità imposta dal software utilizzato(Mac Map richiede l’impostazione <strong>di</strong> un mo<strong>del</strong>lo preliminare <strong>sul</strong> qualecreare il documento stesso) ed abbia subito rappresentato un’esigenza persalvaguardare l’integrità <strong>del</strong> <strong>dato</strong> e per ottenere piattaforme <strong>GIS</strong> che sianostrumento valido <strong>di</strong> gestione e <strong>di</strong> analisi.© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it349


M. Valenti, A. Nar<strong>di</strong>ni5. LA GESTIONE DEL DATO: PRODUZIONE DI CARTE TEMATICHE ED ANALISI INTRA-SITEAttraverso gli strumenti offerti dalla tecnologia <strong>GIS</strong>, ogni singolo <strong>dato</strong>archeologico può essere processato e tradotto in informazione; il <strong>trattamento</strong>può avvenire a vari livelli e riguardare sia la produzione <strong>di</strong> carte tematichesia l’elaborazione <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>li interpretativi e pre<strong>di</strong>ttivi tramite l’applicazione<strong>di</strong> tecniche statistiche <strong>di</strong> analisi.5.1 Carte tematicheL’organizzazione per tematismi <strong>del</strong>le informazioni corrisponde senzadubbio al livello più elementare <strong>di</strong> fruizione <strong>del</strong>la base <strong>GIS</strong>; consiste infattinella combinazione <strong>dei</strong> vari elementi presenti nella piattaforma che rispondonoa <strong>di</strong>versi criteri <strong>di</strong> ricerca. Questa modalità <strong>di</strong> gestione, benché costituiscaa ragione una <strong>del</strong>le funzioni <strong>di</strong> maggior utilità <strong>del</strong>la piattaforma <strong>GIS</strong>,non rappresenta un’analisi; non produce infatti mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong>stributivi o spazialibensì semplici carte <strong>di</strong> localizzazione <strong>dei</strong> <strong>di</strong>versi elementi presenti nello<strong>scavo</strong>.In quest’operazione, gli oggetti vengono richiamati a video o definitiattraverso cromatismi, secondo una query impostata sui valori contenuti inappositi campi <strong>di</strong> identificazione presenti in archivio; dunque la composizione<strong>di</strong> queste carte non avviene <strong>sul</strong>la base <strong>di</strong> elaborazioni matematiche, statisticheo spaziali bensì attraverso semplici combinazioni <strong>di</strong> identificatori. Qualorasi intenda sfruttare principalmente il database interno al <strong>GIS</strong>, questa fase<strong>di</strong> lavoro presenta come unica <strong>di</strong>fficoltà l’esigenza <strong>di</strong> elaborarne uno personalizzatosecondo le necessità <strong>di</strong> ricerca; ad esempio, prevederà da un lato latraduzione <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> descrittivi in stringhe <strong>di</strong> testo, registrate secondo un <strong>di</strong>zionariostandard, dall’altro la creazione <strong>di</strong> campi ex novo, funzionali soloalla visualizzazione.Ovviamente, aumentando la complessità <strong>dei</strong> tematismi crescerà in proporzionela complessità <strong>del</strong> database interno; allo stesso modo, aumenterannole <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> linguaggi per consentire una fruizione semprepiù sofisticata <strong>del</strong> <strong>dato</strong> inserito. Per il resto, tale processo non comporta alcuna<strong>di</strong>fficoltà e non richiede nessun tipo <strong>di</strong> preparazione in merito a teoriestatistiche, applicazioni matematiche o mo<strong>del</strong>li spaziali.La semplicità <strong>di</strong> questo processo non deve comunque farne travisare osottovalutare l’importanza; è proprio grazie a queste potenzialità che il <strong>GIS</strong>può essere definito come strumento principe nella gestione <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> e sonoqueste, prima ancora <strong>del</strong>le capacità <strong>di</strong> calcolo matematico-statistico, che lorendono essenziale per la ricerca archeologica: basti solo pensare alla polverizzazione<strong>dei</strong> tempi nella composizione <strong>di</strong> piante <strong>di</strong> fase, periodo e strutturae alla con<strong>sul</strong>tazione imme<strong>di</strong>ata ed interpretata <strong>del</strong>le informazioni stratigrafiche.350© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it


<strong>Mo<strong>del</strong>lo</strong> <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> e <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong> <strong>sul</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>5.2 Analisi intra-siteAd un livello più alto <strong>di</strong> elaborazione, troviamo l’applicazione <strong>del</strong>lefunzioni analitiche al contesto in esame: per stu<strong>di</strong>are la <strong>di</strong>stribuzione <strong>dei</strong> reperti<strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, per produrre sistemi <strong>di</strong> lettura oggettiva <strong>del</strong>le evidenze <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>,per produrre carte <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>ttività. Sfruttando le potenzialità <strong>del</strong>lo strumento<strong>GIS</strong>, possono essere prodotte informazioni che concorreranno a definiremo<strong>del</strong>li storico-archeologici e socio-economici <strong>del</strong> sito indagato.È opportuno ricordare che uno <strong>dei</strong> presupposti fondamentali per procederecorrettamente ad un’intepretazione <strong>del</strong>lo spazio scavato attraversoprocedure automatizzate (ci riferiamo alle analisi spaziali e pre<strong>di</strong>ttive) è lapossibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> cartografia <strong>di</strong> dettaglio “autoprodotta”. La cartografia<strong>di</strong>sponibile presso enti pubblici o in commercio prevede al massimo unintervallo <strong>di</strong> quota pari a 50 cm (nei casi più fortunati) ma più generalmentea 1 m; se applicata ad un contesto <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, tale definizione è insufficiente e siè quin<strong>di</strong> obbligati a produrre cartografia, attraverso stazione totale, con ilgrado <strong>di</strong> definizione richiesto dalla ricerca stessa.5.2.1 Carte <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioneL’analisi <strong>del</strong>le frequenze <strong>di</strong>stributive e percentuali <strong>dei</strong> <strong>di</strong>versi campioni<strong>di</strong> reperti occupa un posto privilegiato fra le analisi intra-site applicate aicontesti <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>. In questo caso, la natura stessa <strong>del</strong>la materia d’indagineobbliga all’interrogazione integrata <strong>del</strong>l’archivio alfanumerico esterno e <strong>di</strong>quello grafico, poiché il parametro <strong>di</strong> ricerca (ovvero il singolo frammento <strong>di</strong>osso animale o <strong>di</strong> ceramica o <strong>di</strong> vetro) non appartiene alla base come informazionegrafica autonoma.I <strong>dati</strong> relativi al campione <strong>di</strong> materiale vengono importati all’interno<strong>del</strong>la piattaforma <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, sotto forma <strong>di</strong> grafi puntiformi, in seguito all’esportazione<strong>dei</strong> ri<strong>sul</strong>tati <strong>del</strong>le quantificazioni in precedenza elaborate daldatabase; le coor<strong>di</strong>nate <strong>del</strong> punto che li rappresenta corrispondono al centroide<strong>del</strong>l’unità stratigrafica che li contiene e sono ottenute attraverso tecniche <strong>di</strong>geoco<strong>di</strong>ng. Il <strong>dato</strong> quantitativo può essere rappresentato attraverso grafici ocerchi concentrici proporzionali, collocati <strong>di</strong>rettamente nell’unità stratigraficao nella struttura in esame, oppure tramite l’assegnazione <strong>di</strong> cromatismivariabili, a seconda <strong>del</strong>la percentuale <strong>di</strong> presenza, all’unità stratigrafica <strong>di</strong>rinvenimento. L’integrazione <strong>del</strong>la quantificazione prodotta dal DBMS con il<strong>dato</strong> spaziale proprio <strong>del</strong>la base <strong>GIS</strong> restituisce un valore <strong>di</strong>stributivo in grado<strong>di</strong> raffinare ulteriormente l’affidabilità <strong>del</strong>l’elaborazione mo<strong>del</strong>listica.5.2.2 Misurazioni e calcolo: carte interpretative e pre<strong>di</strong>ttiveLe funzioni <strong>di</strong> misurazione e calcolo spaziale rappresentano un utilestrumento <strong>di</strong> supporto all’interpretazione <strong>del</strong>le evidenze <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>; consentono<strong>di</strong> considerare elementi <strong>di</strong>fficilmente valutabili senza l’ausilio <strong>del</strong> calcola-© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it351


M. Valenti, A. Nar<strong>di</strong>nitore e producono ri<strong>sul</strong>tati ancora inconsueti nell’ambito <strong>dei</strong> processi interpretativisinora svolti sui <strong>dati</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>.Una sperimentazione <strong>di</strong> questi sistemi, elaborata dal LIAAM, ha permesso<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are i contesti stratigrafici relativi a buche <strong>di</strong> palo ed alle strutture<strong>di</strong> capanna secondo criteri oggettivi, dettati dalla macchina in forma automaticaed ottenuti attraverso meto<strong>di</strong> matematici e geometrici. Valutando <strong>di</strong>mensionie profon<strong>di</strong>tà sono state selezionate le probabili buche portanti; applicandoalle buche la <strong>di</strong>stanza desunta dal calcolo operato <strong>sul</strong>le buche perimetrali<strong>del</strong>le strutture certe, ne sono state in<strong>di</strong>viduate altre probabili portanti.I ri<strong>sul</strong>tati sono stati sovrapposti e verificati. Dopo aver riportato su piantai <strong>dati</strong> metrici ottenuti è stato possibile in<strong>di</strong>viduare il perimetro <strong>di</strong> alcune struttureattraverso una valutazione degli allineamenti <strong>di</strong> buche; grazie alla verifica<strong>del</strong>la <strong>di</strong>stanza minima fra pali portanti, calcolare poi gli eventuali tagli nonconservati, ricostruendo così anche e<strong>di</strong>fici molto compromessi.L’analisi <strong>di</strong> tipo pre<strong>di</strong>ttivo è funzionale a una valutazione globale <strong>del</strong>contesto in cui si intende operare; corrisponde dunque ad una lettura verticale<strong>di</strong> tutti i <strong>dati</strong> catastati all’interno <strong>del</strong>la base, al fine <strong>di</strong> ottenere in<strong>di</strong>cazioniastratte da tradurre in un trend; l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le tendenze aiuterà poia produrre ipotesi possibili (o probabili) riguardo all’interpretazione progressiva<strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento nel suo complesso, oppure all’orientamento <strong>dei</strong> nuovisettori <strong>di</strong> intervento.Tale processo <strong>di</strong> lettura comporta un alto grado <strong>di</strong> complessità. Richie<strong>dei</strong>nfatti una serie <strong>di</strong> operazioni e passaggi tutt’altro che imme<strong>di</strong>ati; per far sìche la macchina possa processare automaticamente il <strong>dato</strong> bisogna infattifornire strumenti corretti e tradotti in un linguaggio a lei comprensibile: dobbiamoin realtà co<strong>di</strong>ficare, spesso in forma numerica, i <strong>dati</strong> a nostra <strong>di</strong>sposizioneper rendere possibile una loro elaborazione matematica o spaziale.Come esempio, citiamo nuovamente una semplice elaborazione sviluppatadal LIAAM. Nella costruzione <strong>del</strong>la pianta ipotetica <strong>di</strong> una <strong>del</strong>le fasiinse<strong>di</strong>ative <strong>del</strong> villaggio <strong>di</strong> Poggio Bonizio, abbiamo integrato <strong>dati</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>,emergenze <strong>di</strong> superficie, evidenze <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> e crop marks, inserendoli dentrouna griglia definita dal calcolatore <strong>sul</strong>la base <strong>del</strong>la me<strong>di</strong>a <strong>del</strong>l’ingombro deglie<strong>di</strong>fici scavati. Abbiamo impostato macro <strong>di</strong> calcolo affinché la macchina assegnassecromatismi <strong>di</strong>versi a ciascuna <strong>del</strong>le celle definite dalla griglia nellospazio non ancora indagato a seconda <strong>del</strong> grado maggiore o minore <strong>di</strong> probabilità(in base alla concomitanza <strong>del</strong> tipo <strong>dei</strong> <strong>dati</strong>) <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficiancora nascosti.Per arrivare a produrre un’ipotesi <strong>di</strong> questo tipo è stato però necessarioimplementare preventivamente il <strong>dato</strong> grafico ed assegnare ai <strong>di</strong>versi elementiinteressati <strong>dei</strong> valori numerici (relativi per esempio al grado <strong>di</strong> affidabilità)in modo che l’integrazione <strong>del</strong> <strong>dato</strong> spaziale e matematico potesse avvenirecorrettamente.352© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it


<strong>Mo<strong>del</strong>lo</strong> <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> e <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong> <strong>sul</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>6. LA RESTITUZIONE 3D DELLA STRATIGRAFIA ARCHEOLOGICARispetto alla questione <strong>del</strong>la riproduzione tri<strong>di</strong>mensionale <strong>del</strong>la stratigrafia<strong>di</strong> <strong>scavo</strong> in <strong>GIS</strong>, siamo convinti che allo stato attuale i sistemi <strong>di</strong>sponibilisiano inadeguati. Quin<strong>di</strong> preferiamo proporre solo alcune idee sintetichea conclusione <strong>di</strong> questo contributo.Un primo limite è creato dalla tecnologia stessa, che non consente <strong>di</strong>riprodurre reali mo<strong>del</strong>li 3D ma solo elaborazioni “2D e 1/2” come sottolineagiustamente il gruppo <strong>di</strong> K. Kvamme. Le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>lazione <strong>dei</strong> contesti<strong>di</strong> <strong>scavo</strong> trascendono però ogni questione tecnica relative a 3D o 2D e 1/2e consistono in limiti oggettivi connessi alla natura stessa <strong>del</strong> deposito, troppoarticolato e complesso, per poter essere ricostruito nelle tre <strong>di</strong>mensioni senon a danno <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong> lavoro, sia <strong>sul</strong> campo che al calcolatore, decisamentesuperiori rispetto alle effettive necessità <strong>di</strong> indagine.I tentativi <strong>di</strong> restituzione tri<strong>di</strong>mensionale proposti da alcune équipe<strong>di</strong> ricerca, non possono ritenersi sod<strong>di</strong>sfacenti in quanto non consentonouna restituzione realistica <strong>del</strong> contesto. Innanzitutto elaborare <strong>del</strong>le mo<strong>del</strong>lazionitri<strong>di</strong>mensionali (TIN), che riproducano fe<strong>del</strong>mente la superficie <strong>del</strong>lostrato con tutte le sue varianti, richiede un numero <strong>di</strong> punti enorme: taleoperazione, qualora si voglia mo<strong>del</strong>lare l’intera stratigrafia, deve essere effettuataper ognuno degli strati scavati. Inoltre i punti, per consentire unasovrapposizione corretta <strong>dei</strong> livelli e <strong>di</strong> conseguenza la rappresentazioneesatta <strong>del</strong>la stratigrafia, non possono essere registrati casualmente; devonorispettare uno schema predefinito e regolare, quin<strong>di</strong> una griglia a magliastrettissima che prevede <strong>di</strong> battere centinaia <strong>di</strong> punti per ogni tipo <strong>di</strong> stratoscavato.Tali procedure, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> qualsiasi considerazione, richiedono tempilunghissimi, impossibili per qualsiasi <strong>scavo</strong>. Non è eccessivo definire impossibilela ricostruzione fe<strong>del</strong>e <strong>di</strong> un contesto <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>; forse è possibile mo<strong>del</strong>lareschematicamente alcune situazioni <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> estrapolate dalla successionestratigrafica a cui appartengono: ma se dobbiamo perdere l’aspetto spazialecomplessivo, perché dobbiamo lavorare in <strong>GIS</strong> con tutti i limiti <strong>di</strong> questatecnologia nel 3D e non invece all’interno <strong>di</strong> sistemi deputati alla reale mo<strong>del</strong>lazionetri<strong>di</strong>mensionale e molto più funzionali per tali scopi?A nostro parere, l’unica risposta effettiva alla necessità <strong>di</strong> riprodurremo<strong>del</strong>li 3D <strong>del</strong>la stratigrafia <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> potrà essere offerta da periferiche specializzatequali gli scanner tri<strong>di</strong>mensionali paesaggistici; ancora da testare sucontesti archeologici ed estremamente costosi, rappresentano però il più altopotenziale espresso dall’innovazione tecnologica nel campo <strong>del</strong>la mo<strong>del</strong>lazione3D.A.N.© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it353


M. Valenti, A. Nar<strong>di</strong>ni7. LA SPERIMENTAZIONE DI UN <strong>GIS</strong> DI SCAVO IN RETEIn più occasioni abbiamo presentato OpenArcheo, la soluzione <strong>di</strong> gestioneiperme<strong>di</strong>ale con link multi<strong>di</strong>rezionali che attraversano tutti i piani <strong>di</strong>informazione e che originano da una griglia <strong>di</strong> domande completamente aperta.È il prototipo <strong>di</strong> un sistema integrato ed aperto per la gestione <strong>del</strong> <strong>dato</strong> archeologico;tramite un’interfaccia semplice permette <strong>di</strong> collegare vari tipi <strong>di</strong><strong>dati</strong> (cartografici, planimetrici, alfanumerici, grafici, multime<strong>di</strong>ali, ecc.) inmodo multi<strong>di</strong>rezionale fra le <strong>di</strong>verse applicazioni. Il concetto <strong>di</strong> base <strong>sul</strong> qualesi fonda il sistema ruota intorno a due parametri: la documentazione (qualetipo <strong>di</strong> documentazione inten<strong>di</strong>amo reperire?) e la keyword <strong>di</strong> relazione(in base a quale chiave <strong>di</strong> ricerca vogliamo reperire la documentazione?).L’utilità <strong>di</strong> una simile gestione ri<strong>sul</strong>ta facilmente intuibile, soprattutto se siconsidera la possibilità multi<strong>di</strong>rezionale <strong>dei</strong> link (giacché tutte le applicazioniche gestiscono i singoli tipi <strong>di</strong> <strong>dato</strong> interagiscono con tutte le altre), il vastorange <strong>del</strong>le informazioni reperibili dalla scala macro (per esempio la cartaarcheologica <strong>di</strong> un’intera regione) a quella micro (per esempio la scheda <strong>di</strong>un singolo frammento ceramico proveniente da <strong>scavo</strong>) e la rapi<strong>di</strong>tà <strong>dei</strong> collegamenti.Tecnicamente OpenArcheo è un sistema programmato costituito daroutine organizzate su tre livelli: la parte principale realizzata con OneClick,gli script locali <strong>del</strong>le singole applicazioni che sfruttano gli eventuali linguaggi<strong>di</strong> programmazione residenti ed alcuni passaggi particolari realizzati con AppleEvents o AppleScript app’s.Di recente, la sperimentazione <strong>di</strong> OpenArcheo, in vista <strong>del</strong>l’immissionein rete <strong>di</strong> tutti i nostri <strong>dati</strong> e quin<strong>di</strong> per la loro gestione-interrogazione relazionata,si è tradotta nella co<strong>di</strong>fica <strong>del</strong> sistema in web. OpenArcheo Web èquin<strong>di</strong> un progetto in progress che mira all’implementazione <strong>del</strong>l’intero sistema<strong>di</strong> gestione OpenArcheo su Internet; la sperimentazione è, per ora, limitataallo <strong>scavo</strong> <strong>del</strong> castello <strong>di</strong> Miranduolo (Chius<strong>di</strong>no, Siena): http://archeologiame<strong>di</strong>evale.unisi.it/NewPages/MIRANDUOLO/MIR129.html.Fisicamente, il sistema risiede su un server Windows 2000. Nella primaversione, online dal 2002, sono con<strong>sul</strong>tabili la piattaforma <strong>GIS</strong> i databasealfanumerici <strong>del</strong>le unità stratigrafiche, <strong>del</strong>le strutture interpretate e <strong>del</strong>la perio<strong>di</strong>zzazione<strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, il database multime<strong>di</strong>ale <strong>del</strong>la documentazione fotografica.La piattaforma <strong>GIS</strong> è servita come raster dal modulo Internet Server1.5 <strong>di</strong> GeoConcept 5.0, attraverso client basato su una Java API. Le funzioniattivate consentono <strong>di</strong> scegliere fra due <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> visualizzazione, muoversi<strong>sul</strong>la mappa (sia attraverso lo strumento pan, sia scegliendo fra unaserie <strong>di</strong> posizioni predefinite), cambiare la scala (zoom in, zoom out, zoomboxe ripristino <strong>del</strong>la scala originale), visualizzare varie viste tematiche organizzateper periodo, ottenere informazioni su un oggetto attraverso il database354© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it


<strong>Mo<strong>del</strong>lo</strong> <strong>dei</strong> <strong>dati</strong> e <strong>trattamento</strong> <strong>del</strong> <strong>dato</strong> <strong>sul</strong> <strong>GIS</strong> <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>interno, trovare e centrare un particolare oggetto (l’operazione utilizza tecniche<strong>di</strong> geoco<strong>di</strong>ng), ottenere immagini bitmap <strong>del</strong>la piattaforma.I DBMS alfanumerici risiedono su un Apple Xserve, che li rende <strong>di</strong>sponibiliin rete locale utilizzando FileMaker Server 6. La versione online harichiesto un web server de<strong>di</strong>cato che ottiene i <strong>dati</strong> <strong>di</strong>rettamente dall’applicationserver; è basata <strong>sul</strong> plug-in Web Companion, integrato dal modulo Web ServerConnector (WSC), entrambi tecnologie proprietarie <strong>di</strong> FileMaker Pro 6Unlimited. Di fronte ad un’architettura non particolarmente flessibile, dovutaai limiti <strong>del</strong>l’applicazione usata, abbiamo ottenuto un prodotto leggero,veloce e semplice da utilizzare. Le pagine web <strong>di</strong>namiche sono scritte in CDML,un markup language residente supportato da Web Companion. Ciò ha permessol’implementazione <strong>di</strong> un’interfaccia utente completa, che ripropone lestesse funzioni <strong>del</strong>la versione locale. In particolare sono attivate funzioni <strong>di</strong>navigazione fra record, <strong>di</strong> or<strong>di</strong>namento, <strong>di</strong> visualizzazione in formato tabulareo esteso, oltre alla possibilità <strong>di</strong> effettuare query secondo <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong>complessità.L’archivio fotografico è <strong>di</strong>rettamente esportato da Canto Cumulus Pro5.0, per ottenere immagini JPEG a 499×333 pixel <strong>di</strong> risoluzione con pesome<strong>di</strong>o <strong>dei</strong> file inferiore a 200 KB. Le categorie relative ai <strong>dati</strong> stratigraficisono aggiornate, prima <strong>del</strong>l’esportazione, attraverso una routine da noi prodottache ricava i valori dagli archivi alfanumerici amministrati in FileMakerPro. Il database viene quin<strong>di</strong> pubblicato attraverso pagine <strong>di</strong>namiche realizzatecon ColdFusion 6 MX. Le 1827 immagini finora facenti parte <strong>del</strong>l’archiviosono visualizzate come schermate <strong>di</strong> anteprime ridotte (30 thumbnailsper pagina); cliccandovi si ottiene l’immagine a <strong>di</strong>mensioni reali. Sono implementatefunzioni <strong>di</strong> navigazione fra le schermate e ricerche rapide basate<strong>sul</strong>le combinazioni <strong>dei</strong> campi Scavo, Anno <strong>di</strong> Scavo, Area, US, Quadrato,Struttura, Periodo, Definizione stratigrafica, Definizione interpretata.In aderenza ai principi <strong>del</strong>le applicazioni informatiche sviluppate pressoil LIAAM, OpenArcheo Web prevede la gestione integrata e multi<strong>di</strong>rezionale<strong>del</strong> <strong>dato</strong>. Un primo passo in questo senso è già stato compiuto con l’attualeversione; sono implementati link <strong>di</strong>namici e multi<strong>di</strong>rezionali fra le tretabelle pubblicate (US, Strutture e Perio<strong>di</strong>zzazione) e il database multime<strong>di</strong>ale(manca, per ora, il link con la piattaforma <strong>GIS</strong>, non realizzabile con ilsoftware attualmente in uso). Da qualsiasi record <strong>di</strong> unità stratigrafica, adesempio, è possibile visualizzare imme<strong>di</strong>atamente tutte le foto in cui essacompare; da ciascuna immagine è quin<strong>di</strong> possibile, attraverso un collegamento<strong>di</strong>retto, visualizzare le schede estese <strong>del</strong>le US o <strong>del</strong>le strutture rappresentate.La stessa operazione è chiaramente <strong>di</strong>sponibile, vista l’architetturarelazionale su cui si basano, anche internamente agli archivi alfanumerici; dauna scheda <strong>di</strong> US si visualizza con facilità l’eventuale scheda <strong>di</strong> struttura <strong>di</strong>cui essa fa parte, e viceversa.© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it355


M. Valenti, A. Nar<strong>di</strong>niCome detto, OpenArcheo Web è un progetto in progress. Il piano <strong>di</strong>lavoro per gli anni 2004-2005 prevede la realizzazione <strong>dei</strong> seguenti punti:1) Scelta definitiva <strong>del</strong>la piattaforma hardware e software; come abbiamo giàavuto modo <strong>di</strong> sottolineare, alcune <strong>del</strong>le applicazioni usate (soprattuttoFileMakerPro e GeoConcept) presentano limitazioni che rendono pocoefficiente, se non inattuabile, lo sviluppo <strong>del</strong> progetto. Occorrerà vagliarecon attenzione l’eventuale scelta <strong>di</strong> piattaforme <strong>di</strong>verse; per i database cistiamo orientando verso Oracle, anche se la recentissima immissione <strong>sul</strong>mercato <strong>del</strong>la versione 7 <strong>del</strong>la linea <strong>di</strong> prodotti FileMaker, che presentacaratteristiche <strong>di</strong> gestione in rete locale e web molto più robuste, potrebberappresentare un’alternativa. Per l’Internet Mapping stiamo da tempo sperimentandole funzionalità <strong>di</strong> Autodesk MapGuide, una soluzione potenteper la gestione online <strong>di</strong> <strong>GIS</strong> vettoriali e raster con possibilità <strong>di</strong> aggancioalle più <strong>di</strong>ffuse applicazioni DBMS. Interessante anche l’opzione <strong>del</strong> moduloSpatial <strong>di</strong> Oracle, che consente <strong>di</strong> implementare <strong>dati</strong> spaziali georeferenziati<strong>di</strong>rettamente all’interno <strong>del</strong> DBMS. La scelta <strong>di</strong> Oracle permetterebbequin<strong>di</strong> <strong>di</strong> gestire l’intero panorama <strong>di</strong> <strong>dati</strong> attraverso un unicoapplication server.2) Aggiornamento <strong>del</strong> modulo degli archivi alfanumerici; si prevede il rinnovo<strong>del</strong>l’architettura complessiva nell’ambito <strong>del</strong> progetto Database CartaArcheologica e la pubblicazione <strong>del</strong>l’intero panorama <strong>di</strong> <strong>dati</strong> alfanumericiprovenienti da uno <strong>scavo</strong> stratigrafico (saranno rese <strong>di</strong>ponibilitabelle relative ad aree a settori <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, perio<strong>di</strong>zzazione, tutte le classi<strong>di</strong> reperti).3) Estensione <strong>dei</strong> collegamenti multi<strong>di</strong>rezionali alla piattaforma <strong>GIS</strong>.4) Ri<strong>di</strong>segno finale <strong>del</strong>l’interfaccia utente e traduzione in inglese.5) Estensione <strong>del</strong>la sperimentazione a tutti gli scavi condotti dall’Area <strong>di</strong> ArcheologiaMe<strong>di</strong>evale <strong>del</strong> Dipartimento <strong>di</strong> Archeologia e Storia <strong>del</strong>le Arti<strong>del</strong>l’Università <strong>di</strong> Siena.6) Pubblicazione definitiva <strong>del</strong>la versione OpenArcheo Web 1.0Tutto il processo fin qui descritto riguarda la gestione intra-site, in solacon<strong>sul</strong>tazione. Future versioni <strong>di</strong> OpenArcheo Web prevedono la realizzazione<strong>di</strong> due punti essenziali, che renderanno completa l’implementazione online<strong>del</strong> sistema: l’estensione ai <strong>dati</strong> territoriali e la possibilità <strong>di</strong> data entry.M.V.MARCO VALENTIALESSANDRA NARDINIDipartimento <strong>di</strong> Archeologia e Storia <strong>del</strong>le ArtiUniversità degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Siena356© 2004 - All’Insegna <strong>del</strong> Giglio s.a.s. - www.e<strong>di</strong>giglio.it


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