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premio san giorgio a ondina lusa

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PREMIO SANGIORGIOA ONDINA LUSAdi Kristjan KnezPer la Comunità degli Italianidi Pirano, la salvaguardia, lavalorizzazione e la promozionedella lingua, della cultura, dellastoria, degli usi e costumi, delpatrimonio concernente la vitamateriale di matrice istro-veneta,quindi italiana, erano, sono esaranno l’obiettivo primario dellasua attività. Gli Italiani rimastinella loro terra, all’indomani deinoti e funesti eventi del secondodopoguerra, hanno volutoconservare i tratti peculiari delloro essere, e oggi, i discendentidi quei »rimasti« condividonoquegli stessi obiettivi, ossiavalorizzare e scongiurare di farprecipitare nell’oblio la propriaidentità, rispettando al contempola cultura e la lingua di chi viveaccanto a noi. In ses<strong>san</strong>t’annidi esistenza la Comunità degliItaliani si è prodigata a salvare ilsalvabile, ma anche a trasmetterealle generazioni venture ilricco patrimonio culturale insenso lato depositato in questecontrade dalla componenteitaliana autoctona. Tutto ciò èstato possibile grazie a centinaiadi persone che con entusiasmo,capacità, senso di appartenenza,e senza remunerazione alcuna,hanno contribuito a mantenereviva l’identità italiana di questoterritorio. Se oggi si parla ancorala lingua italiana, e ancora primail dialetto istro-veneto, questoè stato possibile solo grazie aquelle donne e a quegli uominiche hanno dedicato e dedicanotuttora gran parte del loro tempo edelle loro energie all’interno dellaComunità.Ieri è stata una giornataparticolare per la comunità italianadi Pirano, dopo cinquant’anni dalvenir meno della toponomasticastorica, e dopo diciassette anni dilavorio da parte delle istituzionidella nostra minoranza, finalmentesono state collocate le primetarghe indicanti i nomi originalidelle contrade della nostracittadina. In questi oltre tre lustridi battaglie condotte a vari livellie in vari momenti, alcuni nostriconnazionali si sono impegnatiassiduamente, tra questi ricordiamoPlinio Tomasin e Ondina Lusa,alla quale quest’oggi, non acaso, conferiremo il <strong>premio</strong> SanGiorgio, un riconoscimento chela nostra Comunità degli Italianiconferisce a quelle persone che sisono distinte con il loro operato.Dopo una pausa più che decennale,il nostro sodalizio ha deciso diconferire nuovamente tale <strong>premio</strong>.Lo stesso intitolato al patronocittadino è stato già consegnato ademinenti personalità della cultura,come il prof. Diego de Castro edil violinista Uto Ughi.Pag. 1ANNO XVINumero 4APRILE2 0 0 6F O G L I O D E L L A C O M U N I T À A U T O G E S T I T A D E L L A N A Z I O N A L I T À I T A L I A N AC O M U N I T À D E G L I I T A L I A N I “ G I U S E P P E T A R T I N I ” D I P I R A N OBOLLO PAGATO PRESSOL’UFFICIO POSTALE 6330 PIRANOPOŠTNINA PLAČANA PRIPOŠTI 6330 PIRANIl regolamento prevede che»La Comunità degli Italiani»Giuseppe Tartini« di Piranoconferisce il Premio ai cittadinibenemeriti, a gruppi di cittadini,alle associazioni e ad altre personegiuridiche, per i risultati eccellentida loro conseguiti nell’operatoin favore del Gruppo nazionaleitaliano, nella promozione dellalingua e della cultura italiana edautoctona, nonché nello sviluppodella convivenza nel territoriod’insediamento storico del Grupponazionale italiano«. È doverososottolineare, inoltre, che il <strong>premio</strong>San Giorgio può essere conferitoanche ad altri cittadini dellaSlovenia e a cittadini stranieri.Ondina Lusa, operandoin loco, si è battuta affinchél’archivio cittadino rimanessea Pirano e si è impegnata nelrecupero del dialetto piranese,la cui registrazione e raccolta,durata per oltre tre decenni, trovauna sua organica ripartizionenel volume »Le perle del nostrodialetto«, realizzato collaborandocon Marino Bonifacio, piranesedi nascita e triestino d’adozione,studioso del vernacolo della cittàdi Tartini. Rammentiamo pureche dall’inizio degli anni novantadel secolo scorso in poi OndinaS T A M P E - T I S K O V I N A


Lusa si è ingaggiataper il ripristino dellatoponomastica originariadel centro urbano, feceparte della commissionecomunale e preparò nonpochi materiali concernentii nomi delle vie e dellepiazze, sottolineando icambiamenti avvenutinel corso del tempo alledenominazioni dellostradario cittadino.Con il <strong>premio</strong> SanGiorgio la Comunità degliItaliani »Giuseppe Tartini« diPirano conferma la validità dellavoro svolto da Ondina Lusa,non solo nel recupero dellaKristjan Knez, Ondina Lusa e Vittorio Lusaparlata piranese, ma anche nelladirezione del periodico »Lasa PurDir«, che quest’anno festeggiail trentesimo anno di vita, per ilcontributo prestato all’internodella Biblioteca »Diegode Castro«, per l’interesserivolto alla salvaguardiadella memoria e delpatrimonio storicoculturaledella cittadinanonché per la sua costantepresenza disinteressataall’interno delle strutturedella Comunità nazionaleitaliana e per l’affidabilitànell’assegnarle determinatiincarichi. Questo <strong>premio</strong>rappresenta pertanto unsegno di riconoscimentoper quanto fatto in tutti questidecenni a favore della presenza,della lingua e della cultura italianadi Pirano. Grazie Ondina.DAL CONSIGLIOCOMUNALEdi Alberto ManzinIl punto principale della seduta delConsiglio comunale di giovedì 30marzo è stato sicuramente quelloriguardante gli interventi edilizinella zona di Fornace.Si tratta di un progettoabbastanza complesso, che cercadi amalgamare interessi moltodiversi tra loro e di trovare uncompromesso accettabile siadai residenti che dai probabiliinvestitori. Il progetto prevedela nascita alle porte di Pirano(zona Fornace) di complessiresidenziali, commerciali, zoneverdi, aree pedonali ed un grandegarage. Ed è proprio con ilparcheggio che si sgraverebbe ilcentro storico, ormai intasato daltraffico, problema questo tra ipiù gravi per la nostra cittadina.Visti però i prezzi esorbitantidegli appartamenti fronte mare,difficilmente questi verrebberoacquistati dai piranesi. Venderele abitazioni a prezzo di mercato,significherebbe creare un nuovoinsediamento fantasma, occupatodurante l’estate, ma vuoto durantetutto il resto dell’anno.Proprio per evitare questonuovo scempio, i consiglieriitaliani Sandro Kravanja edAlberto Manzin, hanno propostoun emendamento affinchè ilComune acquisisca un fondoalloggi. Questo deve aggiudicarsila proprietà di almeno la metàdelle abitazioni disponibili, cheverranno poi destinate ad equocanone esclusivamente ai residentidi Pirano. La mozione tende adevitare l’ulteriore spopolamentodel centro storico, poichè gliabitanti, per svariate ragioni,tendono a spostarsi in periferia. Inuovi »ricchi« proprietari degliappartamenti si appropriano cosìdel territorio, senza però integrarsisocialmente.L’allarmismo ed il risentimentodi noi consiglieri èscaturito pure dalle inesattezze,dagli errori di calcolo e divalutazione rilevati nello Studiosugli aspetti demografici esociologici dell’interventoedilizio. Lo studio prevede unaumento dell’IRPEF, il ritornograduale dei giovani a Pirano,l’aumento dell’occupazione edaltre conclusioni dilettantistiche.L’argomentazione, per la qualesi devono costruire e vendereappartamenti fronte mare, persostenere i costi dell’autosilo, èvalida sino ad un certo punto. Se iresidenti tendono ad abbandonarePirano, l’autosilo serviràPag. 2solamente ai nuovi arrivati.Considerando l’alto costo dellavita, la difficoltà a trovareun’abitazione, la sempre minorequalità e quantità di serviziofferti ai residenti, l’imporsidella »monocultura« turistica, sicapisce come mai il numero deipiranesi residenti tenda semprepiù a diminuire, mentre quello dei»vikendaši« salga costantemente.Il Comune ha il dovere dicreare le condizioni affinchè igiovani rimangano sul territorio,garantendo le infrastrutturenecessarie ed una quota diabitazioni ad un costo nonproibitivo.Presentata pure un’interpellanzaal Sindaco con la quale sirichiedono informazioni ufficialiriguardanti la strada a scorrimentoveloce. Anche se è stata più volteribadita l’inadeguatezza deltracciato previsto, a detta di alcuniabitanti di S. Lucia, sono iniziatele rilevazioni per la collocazionedel tracciato stradale secondo ilprogetto originario.Ricordo, a chi volesseapprofondire l’argomento oinformarsi sugli altri punti trattatidal Consiglio comunale, chela documentazione completa èdisponibile in segreteria dellaComunità.


Il 3 aprile si è svolta a scuola laterza giornata culturale. Noi dellaquarta e della quinta classe siamoandati a Pirano, perché nel mesedi aprile la Comunità degli ItalianiGiuseppe Tartini organizza deilaboratori per ricordare il famosomusicista.Andrej..Appena arrivati a Pirano siamoentrati in Casa Tartini, dove nel1692 è nato il famoso violinista.Lì con la maestra MiriamMonica abbiamo fatto dei giochiascoltando in sottofondo la musicadi Tartini.Matjaž…Ascoltando la musica abbiamofatto vari giochi. Il primoconsisteva nell’imitare i diavoli, ilsecondo nello scrivere e disegnarenell’aria seguendo la melodia.Durante l’ultimo gioco invecedovevamo rappresentare il sognodi Tartini.Eleanor…Finiti gli esercizi siamo andatia visitare la stanza ricordo dove cisono: il violino di Tartini, l’ultimalettera scritta al nipote, varimanoscritti e tante altre cose.Tia…Quando abbiamo finito divisitare la stanza, abbiamo fattomerenda. Prima di salutarci lamaestra Fulvia ci ha regalatol’ultimo numero del Trillo ed unlibro di leggende legate a Pirano.Naska…Al termine ci siamo fermati unDEDICATO A GIUSEPPE TARTINI 2006po’ ad ammirare la Piazza Tartini,il monumento al musicista,il palazzo comunale, la CasaVeneziana, il palazzo del tribunale.Dopo siamo saliti verso le murapercorredo la via Rozman.Michel…Durante la passeggiata siamopassati sotto alle due porte Raspo(prima porta Raspo e secondaporta Raspo) che risalgono al XVsecolo. Dopo siamo andati versole mura. Abbiamo fatto un girettoe poi siamo saliti, uno ad uno, suuna delle torri.Ane…Purtroppo c’era un po’ dinebbia e non si vedeva molto. Pertornare in Piazza Tartini siamopassati per la via dell’Ospedaleed accanto alla chiesa di SanFrancesco dove sono seppelliti igenitori di Giuseppe Tartini. Allafine siamo risaliti sull’autobus esiamo ritornati a scuola.Questa giornata è stata la miapreferita, tra quelle organizzatesino ad ora.Tia…Mi piacevano le mura, perchéci sono salito per la prima volta.Michel…La giornata è stata molto bella.Ane…Questa giornata mi è piaciutaabbastanza, perché ho scopertomolto di più su Giuseppe Tartini.AndrejScuola elementare“Vincenzo de Castro”Classe IV-Sezione di LuciaUNA VITA PER ILVIOLINOQuesto il titolo della conferenzadedicata a Giuseppe Tartini natoproprio in questi giorni di 314Pag. 3anni fa.Alla conferenza, presentata dallaprof. Monica nella Sala delleVedute di Casa Tartini a Pirano,hanno presenziato gli alunnidella V e VII classe della scuolaelementare Vincenzo de Castro diPirano.La relatrice ha informato i ragazziche Tartini aveva scoperto »ilterzo suono« ed ha spiegato loro,mostrando a paragone un violinomoderno, che egli aveva allungatol’arco, abbas<strong>san</strong>do la curvaturaper stabilirlo meglio sulle quattrocorde dello strumento.Della biografia di Tartini èimportante ricordare inoltre, cheegli fondò a Padova nel 1728 la»Scuola delle Nazioni« con allievida tutta Europa e dall’Asia.Il musicista fu ammirato anchedal celebre trattatista e violinistaLeopold Mozart.Oltre alla carriera solisticaterminata a Bologna appenaquarantottenne, Tartini continuò asuonare nella Basilica di S.Antonioa Padova fino al 1765, quando lesofferenze al piede incancrenitonon gli permisero più di suonare.In quel periodo, scrisse all’amicoRicatti : » …solo la tomba mi daràl’eterno riposo…Dio mi sorrideràed io sorriderò con Lui«.I ragazzi hanno particolarmentegradito i quattro video-ascolticome pure l’intera biografia.Il primo filmato ha offerto agliascoltatori l’esecuzione di unamelodia dolcissima che Tartiniaveva trascritto per viola a seguitodell’ascolto di un’esecuzione aPraga da parte di un violinistazingaro.Nel filmato a presentarlo sonoil solista Francesco Squarciainsieme al complesso da Camera» I Cameristi Italiani«.Il secondo ascolto ha dato airagazzi l’opportunità di sentireil suono originale del violino(Amati ) di Tartini. Il filmato è statorealizzato nel ’92 in occasionedelle celebrazioni tartiniane.


Milada MonicaIn quell’occasione, il violinistaGiuseppe Prencipe con l’Orchestrada Camera » I Cameristi Italiani«avevano eseguito il Concerto in reminore.Successivamente l’ esibizione de»I Solisti Veneti« con ClaudioScimone e Uto Ughi che avevasuonato sul suo Guarnieri unatipica melodia slava tratta da unodei concerti del compositore.Sempre presso il duomo diS.Giorgio di Pirano, Uto Ughiaveva interpretato la famosasonata in sol minore »Il trillodel diavolo« accompagnato dalclavicembalista Ernesto Merlini.Della famosa Sonata, Delalanderiporta il commento di Tartini: »...nella notte del 1713 sognai di averfatto un patto con il Diavolo. Gliaffidai il mio violino con il qualeegli suonò una stupenda sonata…Cercai di riportare l’emozioneprovata sul pentagramma, mala mia versione risultò tantoinferiore, che dalla rabbia avreilasciato il violino…«Ai ragazzi soddisfatti è stataregalata una dispensa che potrannoconservare nei loro quaderni dimusica per risolvere un cruciverbasul tema e per ricordare di esserestati nella Casa del grande genio.EREDITÀTARTINIANAIn occasione dei festeggiamentidedicati a Giuseppe Tartini,il 7 aprile Elio Musizza, perlunghi anni direttore della SEI diPirano, ha tenuto presso la localeComunita’ degli Italiani unaconferenza dal titolo: “L’ereditàtartiniana.’’Musizza iniziò ad occuparsi dellostudio storiografico tartiniano nel1989, anno in cui si recò a Padovagrazie ad un finanziamentoconcessogli quale membro delcomitato per le celebrazionitartiniane. Musizza, svolgendole sue ricerche nella bibliotecaAntoniana della Basilica delSanto a Padova, conobbe il frateLeo Nardo Frasso, uno studiosotartiniano.Frasso giunse a Pirano nel 1972per presentare il suo primo librodedicato al virtuoso:’’L’uomo el’artista’’. .Nel 1992, in occasione deifesteggiamenti del 300º dellanascita, Frasso sarebbe dovutoritornare con un secondo libro,ma la morte non gli permise diconcludere l’opera.Elio Musizza ha suddiviso lasua esposizione nei seguentitemi: la biografia tartiniana, laCasa Tartini, la Villa Tartini, ilMuseo S.Mašera, l’archivio e ilmonumento.Della dettagliata spiegazioneinerente la biografia, Gian RinaldoCarli scrisse che Tartini studiavaotto ore al giorno.Il violinista viene menzionatopure dal critico musicale PierluigiPietrobelli, che non consideravala sonata ‘’Il trillo del Diavolo’’lo spartito più valido. Ritenevainoltre, chela sua musicaavrebbe dovutoessere eseguitapiu’ spesso.Riguardo aCasa Tartini,risulta che laristrutturazioneè durata diecianni.Nel 1983 iniziòla prima fasedei lavori per iPag. 4quali furono spesi 38 milioni didinari.Dopo il secondo preventivo del1985, nell’ 86 la casa fu assegnataper intero alla CI.Riccardo Giacuzzo aveva svoltol’incarico presidenziale durante ilavori di ri<strong>san</strong>amento del palazzo.Nel 1988, Casa Tartini venneinaugurata.Il compositore, senza eredi, avevalasciato la casa alla famiglia Vattae più tardi, la casa ospitò numerosealtre famiglie.La Villa Tartini venne costruitaa Strugnano attorno al 1700 evenne ristrutturata nel ‘56 dalgoverno sloveno. In questa bellaville situata in un bellissimoparco vicino al mare, si svolseronumerosi incontri politici.Del mobilio conservato presso ilMuseo di Pirano si trova una copiadella stanza da letto di Tartini.Dalla consultazione dell’archiviopiranese risulta che la metà deidocumenti si trova a Pirano, aVenezia e a Padova, l’altra metàa Lipsia, Praga, Dresda e in altripaesi.Numerosi manoscritti non sonostati ritrovati perchè Tartini stessoli regalava ai suoi allievi.Musizza ha citato pure un’operatartiniana inedita: ‘’La scienzadel numero’’ conservata presso labiblioteca di Berlino.L’archivio piranese conservaun altro dato interes<strong>san</strong>te cheriguarda il padre del violinista,Gian Antonio Tartini, che avevaregalato una lampada alla Chiesadi S. Eufemia di Parenzo.Elio Musizza


Il monumento, progettato da delZotto non fu pronto per festeggiarei 200 anni della nascita ma venneeretto nel 1896, quattro anni piùtardi.Musizza ha concluso l’esposizionecon la lettura dell’’Inno a Tartini’’composto da A. Smareglia inoccasione dell’inaugurazione delmonumento.Nella seconda parte dellaconferenza, il signor Robertde Pieri ha presentato la Casadiscografica Rivoalto, legata allaproduzione musicale tartinianae al suo tempo, invitando gliinteressati a visitare la chiesa inCampo San Maurizio a Venezia,dove sono esposti strumentimusicali dal ‘500 al ‘900.Dai dati forniti da de Pieri, pareche Tartini non è amato soltantodai suoi concittadini ma è ricercatodiscograficamente soprattutto da:francesi, tedeschi, statunitensi eaustraliani.TARTINI:CONCERTO FINALEIn occasione delle celebrazionitartiniane, al teatro »GiuseppeTartini« di Pirano, si è svoltol’ultimo appuntamento dedicatoal violinista, didatta e compositoreG.Tartini.La conferenza-concerto è stataorganizzata dalla Comunità degliItaliani di Pirano, in collaborazionecon il Museo Regionale diCapodistria.Il concerto, organizzato soprattuttoper i ragazzi della scuolaelementare e dei ginnasi italiani esloveni del Litorale, ha visto fra ilpubblico adulto numerosi amantidella musica.Il programma che abbiamo avutooccasione di ascoltare, è fruttodi un recupero che ČrtomirŠiškovič e Luca Ferrini hannofatto, studiando un manoscrittoconservato nella bibliotecaantoniana di Padova, consistentein una cinquantina di sonate.Il violinista Šiškovič ha alle spalleuna ricca attività concertisticae diverse collaborazioni comesolista con i teatri Verdi di Trieste,la Filarmonica di San Pietroburgo,la Slovenska Filharmonija,l’Orchestra Toscanini, il TeatroRegio di Parma, ecc.Ferrini è diplomato in pianoforte,clavicembalo, organo ecomposizione organistica.Si esibisce in tutta Europa tenendopure seminari di interpretazionepianistica e cembalistica.Gli artisti hanno catturatol’interesse dei presenti con lespiegazioni e l’esecuzione delleseguenti quattro sonate per violinoe basso continuo: Br.g2, Br A7,BrB3 Br. g5 rispettivamente insol minore, in La maggiore, inSib maggiore ed in sol minore » Iltrillo del diavolo«.Luca Ferrini ha parlatodell’accordatura cembalistica,dei movimenti delle sonatespecificando la differenza diqueste con la Sonata da Chiesa,della pratica del basso continuoeseguendo al clavicembaloun basso scarno alla tonicadominante.Successivamente ha abbellito ilbasso aggiungendo le fiorettaturecome al tempo di Tartini e dei suoiallievi. A quel tempo la pratica delbasso continuo era al culmine.Ferrini ha specificato inoltre, chenell’allora Repubblicaveneta, erano la viola dagamba, il contrabassoe il clavicembalo glistrumenti utilizzati persostenere la melodiaeseguita dal collegastrumentista.Nei paesi settentrionaliinvece, gli strumentiutilizzati erano differenti.Il violinista Šiškovič haancora una volta esibitole sue doti interpretativee la sua destrezza tecnicasoprattutto nella celebresonata in sol minore »Iltrillo del diavolo«.Secondo il musicistaè poco probabile chePag. 5la perfezione di tale sonata siasoltanto frutto di un sogno, si trattainvece di un pezzo in cui è evidenteuna completa maturazione delmaestro piranese.A prova del fatto che Tartini nelsuo opus compositivo ha utilizzatotemi a lui cari, Črtomir Šiškovič haeseguito al violino l’incipit di unasonata tartiniana in Sol maggiore,che ricorda il modello della notasonata in sol minore » Il trillo deldiavolo«.A fine concerto, l’augurio finaledi Ferrini per una cultura chenecessita di venir salvaguardata,che al tempo di Tartini avevaun forte valore pari a quellodell’economia oggi.Consapevoli dell’immensopatrimonio locale, è necessarioricordare agli appassionati che idue concertisti, in collaborazionecon il signor Robert de Pieri,hanno registrato un vastorepertorio sonatistico tartinianodisponibile su CD editi dalla Casadiscografica veneta Rivoalto.Il pubblico, soddisfatto dellasimpatia, della musicalità,della nitidezza del suono,dell’interpretazione filologicae quant’altro ha applauditocalorosamente i due artisti.di Neven StipanovČrtomir Šiškovič


MOSTRA«I VELIERI»di Kristjan Knez»Il mare non è soltanto una riservaalimentare, costituisce anche,e soprattutto, una «superficiedi trasporto»: una superficieutile, se non perfetta. La nave,la rotta marittima, il porto prestoattrezzato e la città mercantilesono strumenti al servizio deicentri urbani, degli stati, delleeconomie mediterranee: strumentidi scambio, e conseguentementedi ricchezza.Prima di diventare un legame,evidentemente, il mare harappresentato per molto tempo unostacolo. Una navigazione degnadi questo nome non ha avutoprima della seconda metà delterzo millennio, con le traversatedegli egizi in direzione di Biblo,o meglio ancora con lo sviluppo,nel secondo millennio, dei velieridelle Cicladi muniti di vele, remi,uno sperone e soprattutto unachiglia che in qualche modo liincunea tra i flutti (contrariamentealle imbarcazioni a fondo piattoche seguivano la costa tra Biblo el’Egitto).Per molto tempo la navigazionesi è mantenuta prudente,collegando punti vicini tra loro,tanto che la meta da raggiungereera visibile sin dalla partenza.Ci si teneva vicini alla riva,filo conduttore per eccellenza,e all’inizio ci si avventurava inmare soltanto di giorno, facendola spola tra due spiagge vicine; disera, poi, l’imbarcazione venivatirata in secca sulla sabbia«. (F.Braudel, Il mare, in F. Braudel, IlMediterraneo. Lo spazio la storiagli uomini le tradizioni, Milano1999, pp. 37-38).Per la presentazione di questamostra ho voluto citare un passodi Fernand Braudel, insignestorico francese, che dedicò granparte dei suoi lavori di ricercaproprio al mare, e in particolarmodo al Mediterraneo, »specchiod’acqua« circondato da trecontinenti, incrocio di popoli,e di lingue, vettore di culturae civiltà. Nel passato, quandole strade terrestri costituivanoun’insidia per i viaggiatori, persecoli il mare ha rappresentatola via di comunicazioneprivilegiata per il trasporto dellemerci e delle persone. Anchequi gli agguati non mancavano,la pirateria aveva conosciutouna crescita esponenziale, espesso rappresentava un’attivitàredditizia per quelle popolazioniche annoveravano economiepovere ed abitavano in regionidai terreni sterili o quasi. E aproposito di ruberie non possiamonon menzionare gli arditi assaltidegli Uscocchi che resero difficilela navigazione alle navi dellaSerenissima lungo l’Adriatico. Icorsari non infestarono soltantole acque dei Caraibi o del Sudestasiatico, figure più comunial grande pubblico in quantosoggetti di film o romanzi, basticitare quelli di Emilio Salgari.La pirateria fu un fenomeno cheinteressò anche le acque dei nostrimari e nel corso dell’età modernaqueste azioni contraddistinserola storia di questo spazio siaa ponente sia a levante, sia ameridione sia a settentrione e gliartefici non si differenziavanoné per provenienza né per federeligiosa: cristiani e musulmani sicontesero quella dimensione sinoai primi decenni dell’Ottocento.Assalti, uccisioni, saccheggi,distruzione delle imbarcazioni,imprese militari caratterizzaronolo scenario di quei secoli.Abbiamo ricordato la Repubblicadi Venezia, la regina dei mari, ilcui stato è sorto e si è sviluppatograzie ai commerci via mare.Le nostre cittadine, per secoliappartenenti alla Dominante edinserite nel sistema commercialedella città lagunare, continuarono,e, anzi, svilupparono, la vocazionemarinara anche dopo il tramontodella Repubblica. Le imbarcazionitrasportavano i prodotti dellePag. 6campagne istriane a Trieste, chequotidianamente giungevano sulmercato del capoluogo giuliano.Le imbarcazioni non furonoutilizzate solo per il trasportodelle merci, oppure soltantonegli scontri armati, di cui alcunebattaglie sono rimaste scolpitenella memoria storica (da quelladi Azio del 31 a.C. tra Antonioe Cleopatra da una parte edOttaviamo dall’altra, a Lepantonel 1571 tra le forze della LegaSanta e quelle della mezzaluna, daTrafalgar (1805) ove l’ammiraglioNelson sconfisse i Francesi, agliscontri tra nipponici e americaninel Pacifico, la battaglia aereonavaledelle Midway nel 1942o il combattimento di Leyte,nell’arcipelago delle Filippine,avvenuto nell’autunno 1944). Sitratta di fatti d’armi che alteraronoil corso della storia. Ma nonostantegli eventi cruenti che si svolseroproprio in mare in scontri tranavi, è doveroso sottolineareche sulle imbarcazioni viaggiavaanche la cultura, il sapere e l’arte.Nell’Adriatico orientale, grazie aisuoi intrecci e collegamenti con lasponda opposta, si è verificata unaosmosi i cui risultati sono tuttorapercettibili lungo questi lidi:l’arte, l’architettura, il patrimoniostorico-culturale, la lingua equant’altro testimoniano questiintensi rapporti.Questa sera abbiamo ilpiacere di presentare la mostradi velieri di Aldo Alessio,un’esposizione di modellini diottima fattura, riproduzioni inscala di imbarcazioni utilizzateda popoli diversi in epochestoriche altrettanto differenti. DaiBIBLIOTECA“Diego de Castro”ORARIOLunedì - 10-12Martedì - 10-12Mercoledì - 16-18Giovedì - 16-18Venerdì - 10-12


mezzi navali degli antichi Feniciarriviamo alle navi del XVIIIsecolo, e ci spingiamo anche piùin avanti.L’interesse di Aldo Alessio perle navi affonda le radici neglianni della sua gioventù, e non miriferisco soltanto alla passioneper il modellismo. Terminatala scuola dell’obbligo ha fattol’apprendistato come carpentierenell’ex cantiere di San Bernardino.Successivamente ha cambiatomestiere e di conseguenza non haavuto più il tempo per dedicarsi aquesta attività. Con la pensione,ed una maggiore disponibilitàdi tempo libero, Alessio haripreso a dedicarsi a questo suohobby, e da una dozzina d’anni sidedica, con evidenti risultati, allarealizzazione di modelli navali,suo grande interesse, che alternacon un’altra passione ossia ilsuono del mandolino, che lo vedeimpegnato musicalmente assiemeagli altri componenti del gruppomandolinistico »Serenate« dellanostra Comunità. Alessio dasempre è attratto dalle navi;dedicarsi al modellismo è statoil modo migliore per coltivarequesta passione. Le imbarcazioniin scala sono il risultato di unlungo e minuzioso lavoro, il fruttodi ore di paziente preparazione diogni singolo pezzo e di indubbiaabilità manuale che porta allarealizzazione del modello stesso,Aldo AlessioInformiamo i gentili lettori cheil nostro mensile Il TRILLO puòvenir letto in forma elettronicasul sito della Comunità,all’indirizzo:www.unione-italiana.org/piranocurato in ogni dettaglio, anche ilmeno appariscente.La mia digressione storica haun senso perché Aldo Alessio,oltre a realizzare i suoi modelli,si interessa anche dal punto divista storico della nave, quindivuole anche contestualizzare ilperiodo in cui venne costruitauna determinata imbarcazione,cogliendo la sua importanza e lasua funzione.Questa mostra, per certi aspetti,chiude una sorta di cerchio inerentele attività legate al mare. Negliultimi anni la nostra Comunitàha ospitato alcune esposizioni diindubbio interesse come quelladi Nini Rossi sul cantiere diPirano e quella di Davide Filipassul giovane carpentiere, un’artericca di storia e di tradizioni cheinesorabilmente sta scomparendo.Oggi presentiamo le navi, natee costruite proprio negli squerie negli arsenali. Imbarcazioniche giovarono all’economia diuna località o di una regione,che collegavano contesti lontanie nei cui scontri determinavanola grandezza o la miseria di unanazione.Pag. 7SAN GIORGIO2006I servizi suifesteggiamenti delpatronoSan Giorgiosarannopubblicati sulprossimo numeroIMPORTANTERICONOSCIMENTOPER LA COMUNITÀDEGLI ITALIANI DIPIRANOdi Monika BertokUn importante riconoscimentoè stato consegnato mercoledìsera alla Comunità degli Italianidi Pirano. La Croce Rossa dellaSlovenia ha infatti premiato laGiuseppe Tartini per il suo impegnonel campo sociale. La targa è stataconsegnata dal segretario generaledella Croce Rossa, SrečkoZajc, alla presidente, FulviaZudič, nel corso della cerimoniad’inaugurazione della mostra deilavori del gruppo di ceramicaall’albergo Bor dello stabilimentodi cura giovanile Punta Grossa diAncarano. I lavori, che rimarrannoesposti sino a giugno, sarannoinfatti devoluti in beneficenza .Il ricavato delle opere vendutecontribuirà all’acquisto di undefibrillatore per i bambini chesi curano e soggiornano nellostabilmento di Punta Grossa.Gran parte dei lavori è il fruttodi un laboratorio svolto alcunimesi fa in questo stabilimentodal gruppo di ceramica guidatoda Apolonija Krejačič. Lo scorsoanno un’analoga iniziativa avevacoinvolto il gruppo di pittura della


Fulvia Zudič e Srečko Zajcstessa Comunità degli Italiani. Intutto sono una trentina le opereche ornano la hall dell’albergo.Srečko Zajc ha lodato l’iniziativadella Comunità degli Italiani edha auspicato nuove collaborazionicon il sodalizio. Punta Grossaannualmente ospita centinaiadi ragazzi provenienti davarie parti della Slovenia edell’Europa. È particolarmenteconosciuta l’iniziativa che vedelo stabilimento della Croce Rossaaccogliere nei mesi estivi varigruppi di bambini provenientida aree disagiate, in particolaredalla Bosnia-Erzegovina e ibambini ucraini che portanole conseguenze del disastro diCernobil. Il defibrillatore, ha dettola direttrice dello stabilimento diPunta Grossa, Vlasta Mramor, in caso di bisogno sarà molto utile per tutti questi ragazzi che pas<strong>san</strong>oqualche giorno in serenita’ tra la natura e il mare incontaminato che circondano il centro.I lavori donati in beneficenza sono stati realizzati da:Laura Vianello, Tanja Krstov, Sasikala Perumal, Gracijela Mušič, Miriam Milotič, Dragica Bončina-Bolanča, Marjeta Vrunč, Nadja Drenik, Elide Stubelj, Ana Jeretič, Loredana Čendak, Jasmina Kovačič,Mili Tentor, Barbara Velagič, Milica FerenčakDE QUA E DE LÀ(DEL CONFIN).PRESENTATO ILNUOVO LAVORODELLA NOSTRAFILODRAMMATICAdi Kristjan KnezLe frontiere innalzate nelcorso del secolo scorso hannocontraddistinto il vivere dellepopolazioni di quest’area. Glieventi della storia recente, chemodificarono per sempre la realtàdell’Istria, furono determinatiin buona parte proprio dallebarriere che scissero la regionenel secondo dopoguerra. Questoargomento è stato affrontatoanche dal Gruppo filodrammaticodella Comunità degli Italiani diPirano, che sabato 25 marzo siè presentato al pubblico con lanuova commedia in due tempi,in dialetto istro-veneto, »De quae de là (del confin)«, scritta ediretta da Ruggero Paghi. Oggi ilconfine che ci separa da Triestesta lentamente scomparendo,e non è sicuramente quello dicinquant’anni or sono, che recisele comunità di quella che fu laVenezia Giulia, che separava duecontesti completamente diversie due sistemi tanto differentitra loro. In un Teatro Tartinigremito di spettatori i braviattori del sodalizio piranesehanno interpretato il drammadegli anni ‘50, caratterizzatodall’amletico quesito rimanerenella propria terra o andarsene.Quella irragionevole divisione haalterato la realtà della città di SanGiorgio, e delle altre località dellapenisola, stravolgendo gli equilibrietnici, ma anche la lingua, lacultura, l’essere della componenteitaliana, che nel giro di alcuni anniPag. 8si ridusse a sparuta minoranza.Il lavoro presentato si soffermasulle vicende di due famigliepiranesi: una lasciò la propriaterra per trovare una sistemazionenel capoluogo giuliano, l’altrarimase nella propria città. Sitratta di una storia inventata, maal contempo verosimile in quantotoccò migliaia di famiglie in tuttala regione.Siamo nel secondo dopoguerra,sono gli anni delle incertezze edelle incognite. Due famiglie,legate da una profonda amicizia,discutono della situazione critica,della gente che se ne andava,dei licenziamenti, dei continuiinterrogatori da parte delle autoritàjugoslave, delle quotidiane paure.Dopo un’accesa conversazioneEnnio (interpretato da MarinoMaurel), Mariuccia (CesarinaSmrekar) e Gino (ChristianPoletti) abbandonano la patriadi Tartini; Piero (Piero Rotter),


Antonietta (Antonietta Fonda) eNives (Serena Buremi) decidonoinvece di rimanere, nonostantetutto e tutti. In entrambi i casi levite cambiano, i primi si ritrovanonei campi profughi, in ambientiangusti e promiscui, e solo dopoanni di umiliazioni si sarebberosistemati e avrebbero ottenuto unlavoro, i secondi, nonostante lacrisi, lavorano assiduamente persbarcare il lunario, Piero decisedi trovare impiego come minatorenella locale miniera diSicciole, e con turnimassacranti mantienela famiglia. Dopoun decennio le duefamiglie si ritrovano.Ennio e Mariucciarispecchiano la vitad’oltre confine:p o s s e g g o n ol’automobile, vivonoin un appartamentodotato di ognicomodità, vengonoin »Jugo« a fare ilpieno di benzinae ad acquistare lacarne. Gli amicipiranesi rimasti,invece, nonostante gli sforzi nonpossono annoverare tanti comfort,conducono una vita semplice madignitosa. Nonostante non si possafare a meno di riflettere sulla vitadi quegli anni, ricordiamo che sitratta di una commedia brillante,con situazioni ricche di verve,che sono piaciute al pubblicoche più volte ha applaudito ascena aperta, di fronte a battutecome »Ma anca voi de qua gavèel cafè« e la risposta »Si, ma nobon come de voi a Trieste«. Sisottolinea anche il disagio degliIstriani nella città di San Giusto,mal visti dalla cittadinanza inquanto »Portano via il lavoro aiTriestini«, perciò la volontaria»mimetizzazione« per non farsiriconoscere e l’imposizione aGino, ormai ragazzo, di parlarein lingua anziché in dialetto, perevitare che venga scoperta la suaprovenienza.I figli delle due famiglie sonocresciuti (questa volta interpretatida Ela Jeličič ed Andrea Cebroni),Nives va a studiare all’universitàdi Trieste e viene ospitata dagliamici piranesi di vecchia data,e dopo un po’ si innamorano.Pas<strong>san</strong>o gli anni e si spo<strong>san</strong>o, poinasce anche un figlio, Federico.Antonietta rimane vedova, mentrei due giovani genitori, con un figlioormai in età scolare, decidono diritornare a Pirano, perché lì c’è laloro storia, la loro lingua, la loroesistenza, e vogliono acquistareuna casa. Ormai il confine nonrappresenta più la barriera di untempo, la gente si sposta moltopiù facilmente. Con quest’ultimaparte, che possiamointerpretarla comeun auspicio affinchéi giovani di originepiranese ritorninonella terra dei loroavi, si concludela commedia, cheripercorre la vitaa cavallo tra i dueconfini nell’ultimomezzo secolo. Ottimoanche l’allestimentodelle luci e del suono,curati rispettivamenteda Andrea Cebronie Franco Bernè.La scenografia è diElena Greco ed èstata realizzata da Fulvia Zudič.Ringraziando gli attori dellafilodrammatica piranese peraverci regalato una piacevole edivertente serata, non possiamoconcludere se non congratulandociper l’impegno profuso e per lagrinta dimostrata sul palco delteatro cittadino.BANDI – CORSI – CONCORSIBando di Concorso relativo all’assunzione di un/a impiegato/a a contratto a legge presso il ConsolatoGenerale d’Italia a Capodistria.***Centro culturale Tullio Crali I <strong>premio</strong> di pittura »Dario Mulitsch« 2006(11 giugno – 21 giugno 2006-Casa Morassi –Gorizia.***Associazione »ARCA 2000«. 4° Concorso internazionale d’illustrazione per ragazzi »Amici animali« 2006(scadenza 30 settembre 2006)***2. BIENNALE SLOVENA DELLA CERAMICA –Postumia (dal 4 al 31 luglio 2006)Le persone interessate ai bandi e alle modalità dei concorsi, sono invitate a rivolgersi alla segreteria dellaComunità (lunedì-venderdì 9.00 – 12.00).Pag. 9


Nei tempi passati, il carro era ilmezzo di trasporto più comuneche veniva usato dai nostricontadini, prima della venuta deimezzi motorizzati. Normalmentea Pirano e dintorni, veniva usatoun carro piuttosto piccolo, anchea causa dei terreni in prevalenzamontuosi nei dintorni.Comunemente veniva trainatodall’asino, oppure dal muloo cavallo, mentre nei villaggidell’interno, specialmente nelBuiese, usavano anche i buoi.Nella nostra zona, la gradualescomparsa dei carri iniziòcirca mezzo secolo fa, conl’introduzione dei trattori e deimotocoltivatori. Siccome hospesso avuto contatto con il mondoagricolo, ho pensato di raccoglierealcune denominazioni dialettalidei componenti del nostro carro.Incominciamo dalle parti portantie telaio:Timon Sura Pàlediga ForcadèlaLinguèl Cussinèl SotocussinèlIncassadùra Ganasse Braghe.Le parti delle ruote:Asso Rode Sèrcioni Bùcola“EL CARO”di Giulio RuzzierCovertèla Ragi Vere Slài,Tàmpagni Sòcoli, Smir.Le parti contenenti il carico:Cassòn Tàvolasso ParapetiRòssisse Càdene BandineSentadòr.La bardatura per l’animale datraino:Balansin Còmato TiradoriRèdine Morso Cavessa Scuria.Con la scomparsa del carro,mancarono anche gli artigianiche li costruivano, fabbri, carrai ebastai.Gli ultimi fabbri che ancoralavoravano, erano dalle parti diBuie, a Stridone, a Momiano.L’ultimo ancora esistente checonosco, (nativo di Sicciole) vivea Vardizza.Peccato che certi vecchi mestierisi estinguono, purtroppo è laconseguenza del progresso.COMUNICATOMercoledì 3 maggio 2006 alle ore 10.30 in Casa Tartini a Pirano incontro della UILP e della UIM di Triestecon le persone interessate alle problematiche relative alle pensioni italiane e a quelle sulla cittadinanza. Gliinteressati sono invitati a presentarsi muniti del documento di identità, del certificato di pensione italiano,del modello ObisM recentemente inviato dall’Inps, di eventuali lettere di indebito o di reiezione.La consulenza personalizzata sarà a cura di Luigi Rosa Teio, direttore regionale del patronato Ital Uil delFriuli Venezia Giulia, e Luigi Weber, presidente della UIM di Trieste.IL TRILLO, Foglio dellacomunità Italiana di Pirano.Redattore responsabile:Bruno Fonda.Tel. segreterie: +386 (5) 673 30 90Contabilita: +386 (5) 673 30 91Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40E-mail: comunita.italiana@siol.netStampa e impaginazione:PIGRAF s.r.l.numero copie: 1100A questo numero de “Il Trillo” hanno collaborato:Alberto Manzin, Fulvia Zudič, Marisa De Rosario, Flavio Forlani, S.E.“Vincenzo de Castro” S.Lucia, Elio Musizza, Norma Doljak, Ondina Lusa,Arcangelo Svettini, Liliana Stipanov e Nadia Zigante.Pirano, 24 aprile 2006Pag. 10


CONOSCIAMO IL NOSTRO DIALETTOdi Donna LuisaCarissimi amici lettori!Questo mese è stato ricco di avvenimenti. L’anniversario della nascitadel nostro celebre musicista Giuseppe Tartini, la Pasqua, il nostropatrono San Giorgio ci ha certamente regalato momenti d’incontri, difesta, di rinnovate amicizie, di gioia e di serenità.Con noi questo mese il signor Giulio Ruzzier di Parezzago che ciricorda i lemmi dialettali legati al suo mondo.1. Bochin A. Prigione2. Burato B.Tutolo di pannocchia3. Càssia E. Fuscello4. Cèssa C. Aia, cortile5. Chianti G. Pianoro, terreno piano6. Cogno F. Cumulo di sassi7. Corìe D. Marmaglia8. Fiascon I. Tipica bottiglia impagliata9. Forminanti H. Bocchino per fumare10. Gatabuia L. Lastra di pietra11. Genìa M. Ventilabro12. Graion N. Giunco, vimine13. In-fasso O. Affilare14. Làvera P. Bottiglione15. Masièra Q. Lacci di cuoio per scarpe16. Pianèl R. Siepe, sterpaglia17. Reverensa S. Caccia18. Roia T. Fiammiferi19. Salario U. Cuneo20. Sbissa V. Covone di fieno21. Stroncòn W. Fossato22. Tenâ X. Inchino23. Venco Y. SfasciatoLa soluzione dovrà pervenire entro il 14 maggio 2006. Il partecipante,la cui risposta esatta verrà estratta, riceverà la pubblicazione PIRANO–Immagini e didascalie di Guido La Pasquala a cura della FAMEAPIRANESA aderente all’Unione degli IstrianiSoluzioni del concorso pubblicato sul n. 3Barufa-Litigio, Ciapa-Prendi, Ciapado-Matto, preso, De-sbris-Disfuggita, Fufignessi-Imbrogli,Inbranada-Imbizzarrita, Ingaiada-Incagliata, intricata, In-gringola-Elegante, Intenperâ-Diluire,Malignaso-Furbo, malizioso, Manela de venchi-Mazzo di giunchi,Miga-Mica, Pachea-Sonnolenza,Pareciâ-Apparecchiare, Sacheto-Giacca, sacchetto, Sbatociâ-Sbatacchiare, Sfasa-Cornice,Sgabusin-Ripostiglio, Stranba-Balorda, Strofal-Fannullone, Suso-Sopra.“Fradei cortei, cognade spade”.“Parenti mal de denti”.« Pan rubado va de mufa ».« Anca la regina, ga bisogno de lavisina ».“Chi parla in recia, no val unatecia”.“Soldi rubadi no resta inscarsela”.“E con ste cicole e ciacole, ancaogi ga ciapado note...”I modi de dî ce li trasmette ilsignor Sergio Perentin di Pirano.“Chi liga, ben disliga”.“El mar no lo manda i gransi”.“Santa Barbara, San Simon spacale vele e ronpi ‘l timon”.Ringrazio gli alunni Naska eDanijel della Scuola elementare“Vincenzo de Castro” di Pirano– sezione Lucia per i saluti checontraccambio auspicando divederli ancora partecipare allarubrica del dialetto.Tra le risposte esatte è stato sorteggiato il signor Umberto Tamarodi Santa Lucia che riceverà dei fiori primaverili donati dalla fioreriaČerne-Ruzzier di Parezzago.I Proverbi ce li ricorda Berta Valente dalla Casa del Pensionato diIsolaLa foto è della collezione delsignor Sobota di Pirano e ciillustra il monumento a Tartinicon i nostri antenati.Pag. 11


APPUNTAMENTI DI MAGGIO 2006Venerdì 5 maggio 2006 alle ore19.00 nella sala delle vedute di Casa Tartini apertura della Mostracollettiva dei membri del HDLU Istria “Viaggio verso l’ignoto”.Alle ore 19.30 parte della collettiva sarà inaugurata alla Galleria Herman Pečarič di Pirano. Lamostra viene organizzata in collaborazione con le Gallerie Costiere di Pirano.Venerdì 12 maggio 2006 presso la Galleria Herman Pečarič di Pirano presentazione della raccoltadi poesie IL GIARDINO SEGRETO di Adrijana Cah.venerdì 12 maggio 2006 uscita del gruppo filodrammatico a IsolaMartedì 16 maggio 2006 alle ore 19.00 nella sala delle vedute di casa Tartini a Pirano presentazionedel libro di Mario Bonifacio dal titolo: LA SECONDA RESISTENZA del Comitato di liberazionenazionale italiano a Pirano d’Istria nel dopoguerra 1945-1946 edito dall’Istituto Regionale per lastoria nel movimento di liberazione nel FVG.Sabato 20 e domenica 21 maggio 2006 gita a Mirabilandia per prenotazioni e informazioni contattarela segreteria entro e non oltre il 10 maggio.Sabato 20 maggio 2006 alle ore 20.30 al teatro Tartini di Pirano CANTANDO E SUONANDOIN RIVA AL MARDurante la serata oltre al gruppo mandolinistico “Serenate” di Piranosi esibiranno il gruppo musicale “Calegaria” di Capodistria, il duo “ Biba e Vlado” di Rovigno el’orchestra mandolinistica della SAC “Fratellanza” di Fiume.Venerdì 26 maggio 2006 alle ore 20.00 nella sala delle vedute di Casa Tartini a Pirano CONCERTOdi Neven Stipanov.Sabato 27 maggio 2006 a Pirano Mercatino dell’antiquariato organizzato dall’associazione “Anbot”di Pirano.Sabato 27 e domenica 28 maggio 2006 uscita del duo “La bora” a Castelgoffredo, nell’ambitodell’incontro tra AVIS di Castelgoffredo ed i Donatori di Sangue di Pirano.Il programma può subire modifiche.Fulvia ZudičAVVISOInformiamo i nostri lettori che i prossimi numeri de »Il Trillo« avranno la possibilità di ospitare altri testi, contributie fotografie di tutti coloro che sentiranno il desiderio di inviarci aneddoti, racconti di vita vissuta, vecchie storie,memorie e fotografie della Pirano di un tempo. È un modo per raccogliere ancora testimonianze, prima che questesiano cancellate dell’oblio del tempo: una maniera per documentare questa nostra presenza su questo lembo di terraistriana. Ognuno di voi certamente avrà dei racconti, delle storie di vita vissuta, ambientate o inerenti la nostracittà,conservati o celati nella propria memoria: si tratta di estrapolarli e di inviarceli. Grazie per la collaborazionela redazione de “Il Trillo”AVVISOSu decisione della Comunità autogestita della nazionalità italiana di Pirano, desideriamo invitare i nostri lettori econnazionali ad inviarci una loro proposta su come chiamare e definire la futura attività culturale- gastronomicaprevista negli spazi al pianoterra della nostra Comunità, che per lunghi anni, ha ospitato la cartoleria Lipa. Si tratta diindividuare il nome più giusto ed adeguato, che offra piena ampiezza di immagine di quella che sarà l’ attività futuraospitata in questi spazi.Essendo già l’ attuale proposta »Biblioteca dei sapori« completa ed indicativa desideriamoconoscere eventuali altre idee, proposte e nominazioni,che forse meglio potrebbero indicarci la futura iniziativa.Ogni nuova Vostra proposta ,inviata alla Comunità degli Italiani di Pirano, sarà presa in considerazione e valutata.Grazie per la collaborazione.la redazione de “Il Trillo”


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L’EREDITÀ TARTINIANA A PIRANO (quarta parte)di Elio MusizzaUn cenno alla Villa Tartini diStrugnano. Venne fatta costruiredal padre di G.Tartini intorno al1700 con pietra bianca istriana.Giuseppe vi trascorse gli anni piùbelli della sua fanciullezza.Oltre alla villa, il complessocomprendeva la chiesetta di S.Basso, la casa dell’ amministratore,la casa colonica, dei magazzini ela stalla.Dalle foto s’intravvedeva unpiccolo molo, una scalinata inpietra verso la citata chiesetta, unalto muro di cinta verso il mare ela villa.La tenuta dei Tartini s’allargavaverso l’interno e verso nord finoalla Croce di Strugnano, compresidei terreni coltivati per lo più adoliveti e la peschiera.I giardini circostanti la villa, ancoraoggi testimoniano la ricchezzadella flora mediterranea.Nel 1801 il complesso di VillaTartini passò alla famiglia Vatta,dopo il 1900 ad altri proprietari.Nel 1956 la villa vennerimodernata dal Governo slovenoe completamente trasformata inluogo di villeggiatura, riservata apersonalità politiche e di riguardo,anche ai noti ospiti stranieri.D O C U M E N T A Z I O N ETARTINIANA AL MUSEO EALL’ARCHIVIO DI PIRANOIl Museo del mare “SergejMašera« di Pirano ebbe particolareattenzione a custodire e curareil lascito dei Tartini. Una stanzadel Museo era dedicata al grandeviolinista piranese, tanto cheancora oggi vi si trova una stanzamatrimoniale dei Tartini che finoal 1955 veniva esposta nella VillaTartini di Strugnano. Nel Museovi si trovano vari libri riguardantila vita e l’opera del »Nostro« i deiTartini in generale.Con la ristrutturazione di CasaTartini nell’omonima piazzacittadina e dopo il restauro edapertura della Stanza ricordo-Stanza Tartini il Museo vi trasferìi cimeli più importanti (violino,maschera…)ALL’ARCHIVIO DI PIRANODopo la morte di Tartini, granparte dell’archivio venne aPirano, una parte andò al governodella Repubblica di Venezia, edun’altra parte ancora venne presadai suoi alunni e sparsa per tuttal’Europa.Qualcosa rimase nella Basilicadi S. Antonio a Padova, doveTartini suonò quale primo violinoper diversi anni. E’ interes<strong>san</strong>teil fatto che a Pirano non giunseromonoscritti delle sue numerosesonate.Quindi, in genere, se escludiamoqualche nota musicale contenutanella lettera a MaddalenaLombardini, nell’ archiviotartiniano a Pirano si trovano benpoche note musicali con testooriginale. Comunque a Pirano sitrova una buona documentazioneper scoprire nel Tartini il grandepensatore e scienziato.Tartini ebbe nella sua città degliammiratori entusiasti che volevanocompletare il suo archivio, sì datrascrivere le sue opere nellaBasilica di S. Antonio. Tra questiil più assiduo fu l’abate D.G.A.Colombo, che si mise in lucepiù degli altri nelle trascrizionidi opere tartiniane. Il Colomboscrisse pure dei commentari sulleopere tartiniane e qualcosa dei suoiscritti si conserva nell’archiviopiranese.Inoltre si dedicarono a Tartinianche i conti Attilio Stefani eStefano Rota, che cercaronoin particolare lettere inedite edaltri manoscritti. Importante pertali ricerche l’archivio del conteStefano Rota, che a parere degliaddetti all’Archivio di Pirano,sembra si trovi conservato aLubiana presso la famigliaBenedetti – Kerzic.Dopo il 1945 diverse opere dimatematica e fisica entraronoin proprietà della Bibliotecacittadina di Pirano e nel 1954 alMuseo di Pirano. Una parte delladocumentazione tartiniana venneconsegnata al Museo di Piranoda due cittadini piranesi LiberoMaraspin e G.Venier, dietroautorizzazione della famigliaVatta che mantenne anche neldopoguerra l’eredità dei Tartini.Appena ultimamente gran partedella documentazione tartinianapassò all’ Archivio di Pirano chemantiene registrate 500 voci.Molti sono gli scritti originalidi studi musicali, matematici,geometrici, lettere e documentivari. Tanti sono ancora gli scrittiinediti riportati pure dal libro suTartini di Antonio Carpi nellaCollana »I grandi musicistiitaliani e stranieri« della Casaed. Garzanti (anno 1945). Nell’Archivio piranese si trovano circa150 manoscritti di Tartini, ed unadecina di documenti di dubbiaprovenienza, forse copiati da testioriginali oppure di altri autori.Importanti sono le lettere tra lequali la già citata a MaddalenaLombardini datata 5.3.1760, che èda meravigliarsi come sia giuntaa Pirano. Tale lettera è una veralezione di violino, che contienetutti gli elementi di approccioall’ arco e la tecnica iniziale delviolino.Si deve pure citare, qualeimportante documento, la letterada Praga al fratello Domenico e alnipote Pietro. Dalle lettere si puòdedurre come i parenti chiedevanospesso denaro, anche perchè lafamiglia Tartini s’imbattè spessoin gravi ristrettezze economiche.Tartini prometteva, ma non potèmai inviare denaro perchè nepossedeva ben poco; comunquedimostrava l’indole di un uomocomprensivo e sensibile. Di taletono anche la lettera di Tartini


inviata come autodifesa a CatinaBuselli, che lo accusava di essere ilpadre di suo figlio nato a Venezianel 1720.Per molti dati biografici su Tartinile principali lettere venneroinviate ai fratelli Domenicoe Pietro e al nipote Pietro,interes<strong>san</strong>ti specialmente quelledegli ultimi anni della sua vita(1769-1770), diverse conservateall’ Archivio di Pirano. Da queste,per la storia della famiglia Tartini,si aggiungono quelle di PietroTartini al fratello Domenico datate2.12.1769 e 20.2.1770 (quest’ultima quale continuazione deltestamento di G.Tartini a 6 giorniprima della morte).Oltre alle lettere l’Archiviopiranese conserva dei documenticome il manoscrittodi G.Tartini sullesue condizionipatrimoniali e dalleq uali risultanon fosse statoassolutamente ricco.Altri documentiriguardo la malattia,la morte e i funeralidel maestro. Siaggiungono quelliriguardanti l’eredità,l’elenco delle speseper l’apertura deltestamento e le spesedel funerale- Padova 27.2.1770 (un giorno dopo la morte). Deigiorni immediatamente dopo lasua morte ne parla un documentomanoscritto di Antonio Raganella,inerente la valutazione di 3volumi del Tartini d.d. 7.3.1770,su ordinazione del nipote PietroTartini. Alcuni importantidocumenti parlano delleinfruttuose ricerche per trovarela grande opera inedita di Tartini»La scienza del numero«, concopia di una lettera a tal propositodel conte Stefano Rota datata il22.8.1780.Di un certo legame dei Tartini conParenzo parlano dei documenticon i quali si conferma cheAntonio Tartini (padre) regalò alcomune di Parenzo una lampadain argento (24.6.1698); quindi unacopia di un documento affermache Gio Antonio Tartini venneaccettato nel Consiglio cittadinodi Parenzo (data come sopra).Forse da collegarsi a tali legamicon l’altra cittadina istriana ilritrovamento proprio a Parenzodel righello per note musicaliusato dal Tartini, che a sua volta ilMuseo parentino inviò al Museo diPirano che conserva l’interes<strong>san</strong>tecimelio.Di notevole valore sono gli scrittitartiniani di matematica e fisica,con i quali risolve la quadratura delcerchio ed altre questioni intricatee irrisolvibili. Nella matematica efisica Tartini cercava le basi dell’armonia, quindi quanto scrissesull’armonia s’intrecciava spessocon la matematica e fisica. Alcunidei suoi scritti matematici che siconservano all’Archivio piranesesono indicati con l’inizio del testo,come: »Date le radici duple 5: 6:7:, e dedotte le differenze……«;»Tutto ciò che è dedotto dalquadrato del seno BO…«; »Ciòche si verifica assumendo il latodel triangolo equilatero«…edaltri.Un quadrato di 26 pagine,manoscritto inedito del Tartini,riporta il titolo »Quadratura delcircolo«.Due sono i libri in manoscrittodi Tartini: »Trattato di musica,e la Scienza platonica fondatanel cerchio« (vedi foto pag. 7del libro) e »Del vero principaledell’ armonia« (Padova 1754);un altro manoscritto importantedi Tartini-Riccati contiene le»Lettere scientifiche sul principiodell’armonia« assieme ad »Unadissertazione del Tartini quiinserita e non confondibile conaltre sullo stesso argomento«.Di altri autori che scrisserosu Tartini l’Archivio piraneseconserva ancora di D.G.A.Colombo, copiatura delle operetartiniane con un libro dal titolo:»Sulle ragioni e proporzioni- Libri VI Giuseppe Tartini– ordinati e dimostrati con molteaggiunte illustrate«.Di G. Tebaldini: »L’ archiviomusicale della CappellaAntoniana in Padova«.Due libri diG. Benedetti:»Giuseppe Tartini«stampato a Pola nel1893 e a Trieste nel1896 (in occasionedell’ inaugurazionedel monumento aTartini).Di Marco Tamaro:»Giuseppe Tartini,nel secondocentenario della suanascita« Parenzo-Coana 1896.Di F. Pasini: »IlTartini a Giuseppe Valeriano«Ed. Vanetti, Capodistria 1906 (12lettere inedite con appendici).A Rovereto nel 1910 vennestampata una »Dissertazione sula Ricerca del vero principio dell’armonia di G. Tartini«, conservatapure nell’ Archivio piranese.L’ Archivio di Pirano nel suoregistro d’inventario contemplaancora diverse riproduzioni disonate di Tartini e collezionifotografiche della Casa editriceSchmidl. Inoltre risulta registratoche il famoso trattato tartinianoancora inedito »IL LIBRO DELCONTRAPUNTO« si conservaalla Biblioteca di Stato diBerlino.

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