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Mag. 2010 - Area Studenti - Collegio Universitario Don Nicola Mazza

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nadir / mag. <strong>2010</strong>LA RIVISTA DEGLI STUDENTI MAZZIANI DI PADOVANumero 4 <strong>Mag</strong>gio <strong>2010</strong> Copia gratuitahttp://studenti.collegiomazza.it/nadir<strong>Collegio</strong> universitario “<strong>Don</strong> <strong>Nicola</strong> <strong>Mazza</strong>”, PDNella prospettiva del cambiamento e nella certezzadella vittoria!IN QUESTO NUMEROEditoriale, p. 2COLLEGIO Brevi dal collegio p. 2; Studio inBrasile: grande sfida di Anne Sulivan Lopes daSilva Reis e Elane Oliveira de Souza p. 3;Intervista a Luigi Accattoli, di Marco Andreolip.4; Il cantiere del terrore p. 10; La notte deilunghi gancetti, di Andrea Corbanese et al. p.11.UNIVERSITÀ Gestione appelli: Il nuovo sistemaESSE3+, di Umberto Rossi p. 9.POLITICA Costanti ostacoli al Governo delfare, di Alessandro Dal Maso p. 6; Chi pagheràla crisi greca, di Alessandro Dal Maso p. 7;Tovarish Berlusconi, di Andrea Vezzaro p. 8.SPORT L’importante è partecipare? di EzioMinnicelli p. 9.CULTURAL’affascinante mondo della registrazione audioprofessionale, di Stefano Giacomon p. 12; Itulipani di Haarlem: uno sguardo retrospettivo,di Pietro Guarato p.14Direzione Alessandro Dal Maso, Marco Andreoli. Informazioni e Redazione a pagina 6. Nadir è una pubblicazione autofinanziata e autoprodotta del <strong>Collegio</strong> <strong>Universitario</strong> “<strong>Don</strong> <strong>Nicola</strong> <strong>Mazza</strong>” / Residenza “G. Tosi”: via dei Savonarola 176,35137 Padova, Italia; tel. +39 049 8734411, fax +39 049 8719477. Il Nadir è pubblicato in PDF all’indirizzo http://studenti.collegiomazza.it/nadir. ©<strong>2010</strong> Nadir. Disciplinato da licenza Creative Commons by-nc-sa. c


2 Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong>EDITORIALETanto di cappelloMARCO ANDREOLIQuante volte ci lamentiamo per il ciboplasticato della mensa? Quante volte siamoinsofferenti di fronte alla superficialitàdelle pulizie, all’inadeguatezza delle nostrecamerette mazziane? Arredate inmaniera approssimativa, fatiscenti, con imuri sbrecciati e trapuntati di ragnatele echiazze rosse, i trofei della pluridecennalecaccia alle zanzare? E poi per Polluce,non abbiamo il bagno in camera! Siamonel terzo millennio caspitina! Come èpossibile impegnarsi seriamente nellostudio senza una sedia ortopedica, conun wireless balbettante, e un ascensoreche si guasta ogni due settimane? Sìpuò, si può lo stesso. Si può. Ce lo testi-monia la presenza in <strong>Collegio</strong> di due studentessebrasiliane, provenienti dallaBahia – regione povera del Brasile -, einsieme lavoratrici a tempo pieno, con acarico le spese universitarie, e parte delfabbisogno familiare. Due parabole di vitaesemplari, due studentesse-modello.Che, nonostante i disagi, hanno ben chiarodove vogliono arrivare, si sono prefisseun obiettivo, ambizioso, lontano, e lo inseguonotenacemente. Quanta grinta,quanta pazienza, quanta abnegazione!Come Davide contro Golia, guantoni serrati,ma testa alta, si barcolla, si finisce altappeto, ma ci si rialza, “sempre con lacertezza della vittoria”e all’ultima ripresa, ilgong…Golia è KO! Venire in Italia? Unmiraggio, un sogno nel cassetto, divenutorealtà, CONQUISTATO, a suon di pugni,di progetti culturali, corsi di lingua, esamiextracurriculari preparati negli interstizi ditempo fra il lavoro e l’università, accorciandoulteriormente le già “brevi” ore disonno.Nessun vittimismo, né querimonie, nessunafuga all’estero inseguendo “bellesperanze”. Un altro sogno: spendersi, unavolta raggiunto il traguardo, per migliorareil proprio paese. ERRATA CORRIGEMARZO <strong>2010</strong>La Commissione Mensa e Barrettifica che il prezzo di una partitaa biliardo è di 0,25 euro.L’articolo sull’iperepicureismo delloscorso numero era firmato daJerryman Gyamfi.Brevi dal collegioDoppio scassinamento della macchinettadel caffèDopo i furti di biciclette dello scorsofebbraio, il collegio ha sperimentato perben due volte lo scassinamento, a mo’ dipiede di porco, della macchinetta del caffèdel bar. La seconda irruzione è statadocumentata da testimoni oculari: all’unadi notte un esterno ha scavalcato ilcancello d’ingresso posteriore ed ha avutolibero accesso alla zona comune. Di lì ilbottino non proprio generoso (massimo uncentinaio di euro, perché la macchinaeroga il resto). Non è stato possibileimmobilizzare il ladro sia perché quando èstato visto si trovava all’esterno dellaresidenza “Tosi”, sia perché, anche se lo sifosse bloccato all’interno tutto ciò avrebbecostituito sequestro di persona.A seguito degli episodi, è stata installataun’ulteriore telecamera a circuito chiusoall’ingresso principale. Da questa e dallealtre si potranno (speriamo non sia il caso)ottenere le prove di ulteriori furti chedovessero avvenire.Doccia freddaChi avesse la meravigliosa idea di farsiuna doccia dopo pranzo o la mattinapresto dovrebbe ricredersi, dato chel’acqua calda è disponibile solo in certiorari precisi... salvo scontrarsi spesso contutto il resto del piano che deve farsi ladoccia in quello stesso istante. Chissàche con la riapertura del nuovo edificio invia Canal non si metta il timer allecaldaie...Misteri d’Italia, Chiesa e pedofiliaSuccesso di pubblico per le conferenzeorganizzate dalla Commissione Culturatra aprile e maggio. Ha aperto il ciclo“Misteri d’Italia” il prof. Silvio Lanaro,docente di Storia contemporanea pressola Facoltà di Lettere del nostro ateneo,con un inquadramento generale sullafragilità della nostra democrazia. Sonoseguiti approfondimenti sull’operazioneGladio e sulla loggia P2, conferenzecurate rispettivamente da Marco Andreolie Andrea Cairoli e da Leonardo Pigattoe Franco Scaglia, i cui interventi sonodisponibili all’indirizzo http://studenti.collegiomazza.it/misteri-italia.Alta affluenza anche per la conferenzadell’ex vaticanista del Corriere della SeraLuigi Accattoli sui preti pedofili, seguitada un’accesa discussione animata daipartecipanti che contestavano i dati,l’approccio e la tesi del relatore.Luigi Accattoli


Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong> 3COLLEGIOL’ ESPERIENZA DELLE RAGAZZE BRASILIANEStudio in Brasile:grande sfidaANNE SULIVAN LOPES DA SILVA REISELANE OLIVEIRA DE SOUZAStudiare in Brasile, il più grande paese dell’ America del Sud,non è una esperienza troppo facile perché bisogna essere nonsolo studente, ma anche lavoratore: c’è la necessità di mantenersie aiutare la famiglia fin da piccoli. Prima di entrare all’Universitàlo studente ha bisogno di parecchi soldi per pagare uncorso preparatorio per riuscire a passare un esame, chiamato“Vestibular”, che è obbligatorio per entrare all’ Università, perchèil sistema pubblico scolastico Brasiliano non fornisce una preparazioneadeguata di insegnamento di base.Per avere una idea, raccontiamo la nostra esperienza come studentesselavoratrici Brasiliane:Io mi chiamo Elane Souza, ho 26 anni, faccio il 7º semestre diPedagogia dell’ Università dello Stato di Bahia, nella città diSalvador, studio circa 5 ore al giorno. Il mio corso prevede intotale 4 anni. Abito in un quartiere con i miei genitori, lontanodall’Università, prendo due autobus all’andata e due al ritorno.Lavoravo in Brasile come supervisore amministrativo e di gruppiper 44 ore alla settimana, cioè nove ore al giorno. È difficile studiaree lavorare, perché non si ha molto tempo per lo studio, ese non si lavora non ci sono i soldi per mantenersi a casa oanche per studiare, perché bisogna prendere l’autobus, mangiarefuori e spendere soldì per materiale e attività didattiche.Invece io mi chiamo Anne Sullivan, ho 24 anni, sono nata adAmargosa, una città dell’entroterra della Bahia, seguo un corsodi Educazione Fisica presso l’Università dello Stato di Bahia, inAlagoinhas, a 6 ore dalla casa dei miei genitori; abito in una residenzauniversitaria pubblica con 6 ragazze in una camera piccolina,purtroppo. Studio alla mattina e lavoro al pomeriggio inun progetto con bambini di strada e alla sera nella universitàcome ricercatrice di Politica Pubblica. Con il soldi che guadagnoal mese (più o meno 200 euro) mantengo a me e aiuto la miafamiglia, è poco però è la unica possibilità. Vado a casa mia, duevolte all’anno in periodo di vacanze. Della mia esperienza vorreidire che non esistono parole che possano spiegarla, dico solamenteche dobbiamo vivere per imparare ogni giorno, anchecon le difficoltà, sempre nella prospettiva del cambiamento enella certezza della vittoria.Presso la nostra Università c’è un accordo bilaterale con l’universitàdi Padova, che prevede di vincere un concorso per arrivarein Italia. Questo è composto dall’esame orale e scritto diitaliano, un’intervista, una tesi sulla Educazione Brasiliana, l’analisicurricolare e tanti altri requisiti. L’Università di Padova in questoaccordo è responsabile per alloggio e alimentazione, invecela nostra è responsabile per i biglietti aerei e aiuti di costo nelvalore totale di 800 dollari, adesso l’unica cosa che la nostraUniversità fornisce per noi solamente i biglietti aerei, perchésecondo Lourisvaldo Valentim, il Rettore dell’Università delloStato di Bahia (UNEB):“Lo studente povero non fa uno scambio culturale; questa ècosa per lo studente che ha soldi, e voi lo dovreste già saperenel momento di fare la iscrizione per questo concorso”.Ma sappiamo che tutti le persone che hanno partecipato diquesto scambio per UNEB, l’Università pubblica e gratuita, finoall’anno scorso hanno ricevuto aiuti finanziari che lui, come rappresentantemaggiore ha negato a noi.Così siamo qui lo stesso e guardiamo l’altra realtà davvero diversadalla nostra, perché si può essere veramente studente,non bisogna lavorare, è comodo pranzare, risiedere con iconfort, dormire più di 4 ore, possiamo restare con il libro inmano per più di una settimana; se mancano alcuni libro spettaall’Università comprarlo, e arriva in 20 giorni e tante altre cose.In Brasile non è cosi.Per questo che, dopo la laurea, pensiamo in rimanere in Italiacon le borse del Dottorato, perché qui possiamo cominciare ilDottorato subito dopo la laurea, cosa che in Brasile è impossibile.Prima, infatti, bisogna fare una specializzazione (1 anno),dopo un Master (2 anni) al minimo, e solo dopo tentare di utilizzarequesto titolo, che in Brasile è valorizzato.Bene! Alle fine io, Anne, sarò diplomatica, vorrei aiutare nonsolo le persone di mio paese, ma tutte l’altre che necessitano diun incentivo al riconoscimento dei suoi diritti come esseri umaniche porta una grande e bella diversità.Invece io, Elane, siccome mi piace l’area che riguarda le risorseumane, vado trovare un luogo che possa soddisfare tutti i mieidesideri di gestire le persone come esseri sociali, politici e culturali.Ci troviamo l’anno prossimo Anne e Elane con nostre borse didottorato!!!Aspettiamo le risposte delle vostre Università. Arrivederci…Anne ed Elane


4 Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong>INTERVISTA A LUIGI ACCATTOLIUna ricognizione sulla contemporaneità mentre laChiesa si ri(-)velaMARCO ANDREOLIA completamento dell’incontro in <strong>Don</strong> Tosi, ecco alcuniestratti della chiacchierata che ho avuto con LuigiAccattoli il giorno seguente. Mi è costato sudoretrattenerlo, perché Zoso scalpitava per condurlo alla suamensa, e già lo strattonava per la giacchetta. Quindi, seproprio non riuscite ad arrivare in fondo, gettateci almenoqualche occhiata, e mi sentirò gratificato! Nientepresentazioni e preamboli, che Ale mi striglia, perché ègià troppo lungo ( per info sul nostro vaticanista, o perseguirne gli interventi, vi rimando al suo blogwww.luigiaccattoli.it/blog/). Buona lettura!ieri sera, lei ha smontato un luogo comune, l’idea, cioè,che he l’astinenza dei preti sia fattore incentivante ilfenomeno della pedofilia. Lo o ha fatto, avvalendosi dialcuni dati del contesto americano chehedimostrerebbero esattamente il contrario.La questione resta molto controversa, però la maggiorparte degli studiosi della materia nega la possibilità diindividuare una causa della pedofilia nel celibato. Unargomento che ruota attorno a questo è che il numero piùelevato di abusi avviene in famiglia. Di fronte a personeche hanno timore della sfera sessuale, bisognasconsigliare il sacerdozio.Ha parlato poi di un “fronte laico” che he avrebbeinteresse a infangare il nome della chiesa. Conriferimento all’Italia - potrebbe indicarne icomponenti?Non ho in mente una congiura, uno schieramento. Tuttiquelli che in Italia hanno fatto campagna per i referendum(per il divorzio, per l’ aborto e per la fecondazione assistitandr), tutti quelli che conducevano la battaglia laica. Dalpunto di vista della stampa, tutta la grande stampa è diorientamento laico, Corriere della Sera, Repubblica, LaStampa, il Messangero, il Sole 24 Ore. Tutti questi giornalinon hanno solo dato le notizie dei casi, ma hanno ancheamplificato. La stampa italiana ha riprodotto, giorno pergiorno, quello che faceva il New York Times. Questo èinteresse ideologico a prendere in contropiede la Chiesa.Prima di questa campagna mediatica, era scoppiatoperò il caso Boffo..qui più che l’interesse a screditarela chiesa, sembra più una reazione armata contro lalinea editoriale di Avvenire..Mi pare che sia abbastanza chiaro che si è trattato diun’azione di lotta politica. Il quotidiano dei vescovi hacriticato Berlusconi per la sua vita privata, e il giornaledella famiglia Berlusconi ha attaccato Avvenire,dichiaratamente. Diceva Feltri “come fa a criticare la vitaprivata, uno che ha una vita privata oscura”, si è trattato diritorsione politica. Poi ci si potrebbe chiedere: qual è loscheletro nell’armadio di Boffo? Perché non ha querelatoFeltri? Io mi aspettavo che andasse in tribunale aquerelare Feltri, in modo che si chiarisse, e invece non l’hafatto. Allora, evidentemente, c’è qualcosa che non vuole onon può raccontare. Non credo sia stata una direttiva delpapa o della CEI a muoverlo in questa direzione; ancheperché non è ben chiaro il reato di Boffo. Lo mettereipiuttosto nel capitolo della mancanza di trasparenza conl’opinione pubblica, come nella chiesa purtroppo capitaspesso.Aveva anche he accennato a un passaggio su cui non ètornato. Chi commette abuso, avrebbe alle spalle –nella maggior parte dei casi -una rottura reiterata delcelibato, un po’ come accade in famiglia, quandoquesta stessa devianza emerge e si attua, una voltache he il rapporto fra partner è ormai definitivamenteincrinato.È così. Ho trovato questa affermazione in tutte le fontiche ho consultato. Il prete pedofilo vive il celibato noncorrettamente da tempo.La gente comune, di fronte a scandali del genere,oscilla sempre fra la polarità dell’incredulità e quelladella recrudescenza anticlericale. Cosa può direriguardo allo scandalo pedofilia presso l’IstitutoProvolo di Verona, che he ospitava bambini sordomuti?È una vicenda molto simile a una statunitense che venivafuori negli stessi giorni, e particolarmente odiosa, perchèsi tratta di violenza su minori che non possono difendersi.Lo trovo credibile, e penso che, più o meno quello che èapparso, sia veridico.Messa alle strette da “il Grande accusatore”, , la Chiesaha abbandonato un contegno e un silenzio secolari.Questo cambio di pelle è stato però sentito, o si èreso necessario? In altre parole: se non fosse statainvestita dal fuoco dei media, avrebbe continuato arimanere barricata nella trincea del silenzio?Avrebbe continuato con la pedagogia del nascondimento,sì, sì, sì. Non sono stati solo i media comunque, ma ilcambiamento generale che ha investito la società, con lascoperta della dimensione del fenomeno della pedofilia.La chiesa aveva le sue regole per i delitti più gravi:sidoveva perseguire il colpevole, ma, riservatamente, perevitare lo scandalo. Una volta tanto una campagnamediatica produca un effetto etto positivo, visto cheavrebbe favorito la rigenerazione interna della chiesahiesa!Gli attribuisco lo stesso valore – per la chiesa -deglieventi che hanno condotto alla fine del potere temporale.Vuole sintetizzare le linee-guida assunte dalla chiesa,per contrastare il fenomeno della pedofilia?


Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong> 5Il papa è molto deciso – chirurgicamente – neltrattamento di questo malessere. Sono cinque leprincipali: la penitenza, la trasparenza, la collaborazionecon i tribunali civili, l’incontro con le vittime. Ieri non hoparlato delle misure, perché erano già state prese, dunquequinto, anzi prima di tutte la severità nel perseguire lagiustizia. Vanno allontanati immediatamente dai bambini,e quando passa in giudicato, o confessa va ridotto allostato laicale. Prima, se una si pentiva, continuava adessere tollerato e veniva spostato. Ora sì è capito che nonsi può più far così, perché sono recidivi.Voltiamo pagina. Si sta concludendo il processo dibeatificazione di Pio XII: I: crede che questo potràraffreddare il rapporto di amicizia instaurato con gliebrei e conquistato con così tanta fatica?No, dovrebbe provocare delle polemiche, ci sarà unafiammata di polemiche che poi verranno superate. Ilmaggio scorso il papa è andato in Terra Santa e ha avutouna bellissima accoglienza; il febbraio scorso è andatoalla sinagoga di Roma ed è andato molto bene. Io credoche l’avvicinamento con gli ebrei continua.Che atteggiamento ha assunto Benedetto XVI VI difronte al programma di riforma della Chiesa,intrapreso con il Concilio vaticano II?I?C’è una situazione di freno delle riforme, o sospensione,che però non è nuova, ma era già iniziata con Paolo VI,riformatore nella prima parte del suo pontificato, mentrenegli ultimi dieci anni frena le riforme avviate perché hal’impressione che dividessero la chiesa. Analogamente sicomportò anche Giovanni Paolo II, e su questa stessalinea Benedetto XVI. Non se ne fanno altre, ma non sirimangiano quelle già attuate.Sta cambiando la sensibilità della Chiesa nei confrontidei grandi temi etici, quali l’aborto e le staminali, e neiconfronti di quei costumi civili, un tempo ostracizzati,come il divorzio e le relazioni non eterosessuali?Cambia la prassi pastorale, è più attenta, e c’è maggioretolleranza, con l’invito a divorziati risposati e alle donneche praticano l’aborto, a partecipare ugualmente alla vitadella Chiesa Ma non c’è mutamento delle regole, qualil’esclusione dai sacramenti e la scomunica per l’aborto, eil respingimento dei matrimoni omosessuali.Pasolini, in molti suoi saggi, coglieva un aspettoimportante di quello che è stato il processo didisaffezione della società italiana nei confronti dellareligione e della chiesa. Riteneva, cioè, che l’alleanzacon il sistema occidentale capitalista, avvertito comeunico argine al comunismo, starebbe alla base dellasecolarizzazione e della banalizzazione del sacro checaratterizzano la società contemporanea.Questa è una lettura di un intellettuale marxista, ma oggiè ben chiaro che non è così. L’opposizione delle chiesecristiane alle guerre del golfo, al combattere il terrorismocon la guerra al capitalismo senza freni è del tuttoevidente. Non sono omologate all’Occidente. Doveva perforza scegliere l’Occidente, perché il mondo comunista ladistruggeva, la metteva alla sbarra. Però la scelta dellachiesa dell’occidente non è stata la scelta per ilcapitalismo, lo si è interpretato così per un po’ di tempo,ma poi si è visto che non è così. La chiesa èterzomondiale, è per l’accoglienza degli immigrati.L’anno prossimo il <strong>Collegio</strong> organizzerà un ciclo diconferenze dedicato alle nuove possibilità offerte dainew media. Come sta evolvendo la figura delgiornalista?Caoticamente. Chi lavora nei media tradizionali (cartastampata, agenzie di stampa, radio e televisione) hasempre meno spazio per un ruolo personalizzato: andiamoverso un appiattimento delle individualità e verso unaprogressiva scomparsa delle firme a favore del lavoro disquadra al comando di un capo. Chi invece si avventuranella rete, ha più spazio che mai. Un esempio concreto:una firma del Corriere della Sera conta meno di venti oquaranta anni addietro, è meno visibile, è più rara. Maogni giornalista del Corriere può avere un suo blog edialogare liberamente con un suo pubblico accanto allavoro di testata sempre meno libero.Il baricentro del “fare informazione” si sposteràinevitabilmente dalla carta stampata al web (blog,versione di giornali on-line, video-giornalismo ecc.).Quali prospettive intravede per il futuro?Buone: sono ottimista sulle potenzialità della prateriainesplorata del Web. Una nuova frontiera più creativa,forse, di ogni altra che abbia meritato fino a oggi questonome. Vi saranno più attori, più protagonisti, più storie. Manon tutto andrà a sangue, ci saranno anche nuovemiserie. Fino a ieri la miseria era la povertà diinformazione, domani sarà la sovrabbondanzaincontrollabile.Parallelamente, stiamo assistendo a un processo diteatralizzazione degli eventi, e di spettacolarizzazionedelle informazione, offerte in confezioni colorate alconsumo collettivo. Condivide questa analisi? Riesce acogliere un antidoto, o segnali in controtendenza?La spettacolarizzazione, come la competizione ai finipubblicitari che la motiva, sarà sempre più forte. L’antidotoè nella pluralità delle emittenze e delle fruizioni, che purecrescerà a dismisura.Visto che anche in <strong>Collegio</strong> ci improvvisiamo“giornalisti”, , può indicare alcuni consigli utili per farerealmente informazione?Uno solo: coltivare la mondialità, praticare le lingue,tenere d’occhio il vasto mondo, evitando come la pestegiornali e blog concentrati sul cortile di casa.


6 Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong>POLITICACostanti ostacolial Governo del fareALESSANDRO DAL MASOLe elezioni regionali di fine aprile registrano l’8% di astenuti(64%) in più rispetto alle regionali 2005, e un ulterioresmorzamento dell’ipotesi bipartitica, con PD e PDL cheassieme ottengono solamente il 56% dei voti. Il vero partitovincitore è la Lega Nord (12%). Ora la campagna elettorale èterminata. I media nazionali, soprattutto i programmi di approfondimento,tentano di favorire la discussione su temi tangibili:crisi, lavoro, riforme economiche, programmi. Tuttavia, il dibattitoviene presto deviato su temi più evanescenti.Cronologicamente per primo, lo strappo tra i due cofondatoridel PDL (il premier e il Presidente della Camera); in secondoluogo, le polemiche della Lega sull’anniversario dell’unità d’Italiae l’annuncio della mancata partecipazione dei ministri allerelative celebrazioni del prossimo anno; per terzo, l’inchiesta ele relative dimissioni del ministro Scajola; quarto, l’ormai vecchiodibattito sulla libertà di stampa, con il DDL sulle intercettazioni.Per brevità, considereremo solo i primi due punti.Lo sfogo di Fini ha forse qualche relazione con il calo del PDLalle elezioni (il PDL ha ottenuto oltre 2,5 milioni di voti in meno,un milione in meno rispetto alle Regionali 2005)? Le ragionidello scontro sono piuttosto da ricercarsi in segnali già lanciatiin passato: i malumori erano presenti dalle voci di Fare Futuro,la fondazione di Fini, dalle dichiarazioni sull’immigrazione, sulleuscite poco felici del premier (una fra tutte quella su Obamaabbronzato). Il malumore riflette il bisogno di organizzareun’alternativa post-berlusconiana: magari influenzata da unaconvergenza di Montezemolo e dei centristi, per formare ungoverno tecnico. Le dichiarazioni ripetute contro Berlusconinon si concretizzano, tuttavia, in prese di posizione più concrete,come la formazione di gruppi parlamentari separati o voticontrari alla maggioranza. Forse tutto questo è una recita orditadal partito per simulare una nuova libertà di parola interna?Oppure un’altra mossa per celare la carenza di azione dell’esecutivo?A favore di questa tesi anche il fatto che Fini conoscevabenissimo già prima di entrare nel PDL l’alleato, e, nonostanteciò, sia stato vivace fautore del partito unico. E anche il dato,non sottovalutabile, che elezioni anticipate costerebbero troppo.Ancora, veniamo alle dichiarazioni della Lega. L’Unità d’Italia èconsiderata una festa inutile dagli alleati del PDL, di qui leconseguenti polemiche. Gli elettori, tuttavia, hanno dato unpreciso mandato al partito di Bossi: il federalismo fiscale, che èda anni la prima voce nel programma del movimento. Ancorauna volta, non siamo ripartiti con il piede giusto: queste polemichestrumentali ne sono la dimostrazione. Il trasferimento deibeni demaniali alle regioni è piccola cosa rispetto alla gestionediretta e completa dei tributi, in più non è stato ancora approvato.La Lega sembra cedere ai troppi interessi che sono controun decreto attuativo: primo, non verranno mai persi i tributi delnord; secondo, non ci sono i 60 miliardi di euro finanzianti lariforma (come pure ulteriori fondi per ridurre l’IRAP, l’IRPEF, oper applicare le due aliquote del 23 e 33% – cavallo dibattaglia della campagna elettorale berlusconiana – o il“quoziente familiare”). Fare la voce grossa nei riguardi delleposizioni finiane con minaccia di elezioni anticipate non le faottenere molto; anzi, nel bilancio delle cariche è stato addiritturaperso il Ministero dell’Agricoltura, lasciato libero dalneogovernatore Zaia e presto occupato da Galan, in quotaPDL.Come andrà a finire? Tra equilibrismi vari, la coalizione dicentrodestra probabilmente riuscirà ad amministrare il tempo(letteralmente) per l’intera legislatura, ma continuando sullastrada tracciata nei primi due quinti del mandato: la strada deltergiversare. Un altro esempio: le risposte alla crisi. Mentre allavoratore medio si aumentano le trattenute fiscali, e il potered’acquisto cade sotto l’inflazione, il Governo vara un piano diincentivi per favorire i consumi. Ma a chi interessa acquistaremotori fuoribordo e stampi per scafi? Quanto servono, tra lealtre misure, il sostegno all’innovazione del settore aeronautico,il finanziamento ad un prototipo innovativo di nave multiuso perle emergenze, all’emittenza televisiva locale, alla creazione diun’Agenzia per la sicurezza nucleare?Al tempo stesso, il PD temporeggia perché non è pronto adandare al governo, tra divisioni interne e mancanza di unprogramma e non approfitta delle numerose occasioni che sistanno presentando giorno dopo giorno.Nadir (<strong>Mag</strong>gio <strong>2010</strong>)La rivista degli studenti mazziani di PadovaNadir è una pubblicazione autofinanziata eautoprodotta del <strong>Collegio</strong> <strong>Universitario</strong> “<strong>Don</strong> <strong>Nicola</strong><strong>Mazza</strong>” / Residenza “G. Tosi”: via dei Savonarola 176,35137 Padova, Italia; tel. +39 049 8734411, fax +39049 8719477 / Residenza “I. Scopoli”: via Belzoni146, 35121 Padova, Italia; tel. +39 049 8066111,fax +39 049 8071251; sito http://www.collegiomazza.itDirezione Alessandro Dal Maso, Marco AndreoliRedazione Andrea Corbanese, Matteo Fallucca,Jerryman A. Gyamfi, Luigi Guarato, Chiara ScottonGrafica e impaginazione Alessandro Dal MasoChiuso in Redazione il 15 maggio <strong>2010</strong> alle 18.20.Chi desiderasse unirsi alla Redazione o scrivere unarticolo senza impegno non esiti a contattarciall’indirizzo redazione.nadir@gmail.com. Si ricorda cheil Nadir è pubblicato in PDF e scaricabile all’indirizzohttp://studenti.collegiomazza.it/nadir.La rivista è composta con la famiglia di caratteriAkzidenz Grotesk, bastone di H. Berthold del 1896.La versione ridisegnata (qui usata) è di G. GerhardLange e risale al 1968.cbna©<strong>2010</strong> Nadir. Alcuni diritti riservati: gli articoli sonodisciplinati da licenza Creative Commons by-nc-sa(testo completo della licenza su http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/).


Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong> 7Berlusconi afferma che la magistratura non lo lascia governaree invoca l’approvazione del legittimo impedimento, ma in realtàpuò fare in Parlamento ciò che vuole. Lo ha già dimostratoattraverso i voti di fiducia su argomenti di suo interesse (lodoAlfano, processo breve, privatizzazione della gestione dell’acqua,ecc.). Il Governo del fare si crea da solo gli ostacoli perevitare qualsiasi responsabilità derivante dall’azione, lasciandosoli nella gestione delle risposte alla crisi le categorie produttive,lavoratori e famiglie, come sta drammaticamente accadendoin Grecia.Su Fini: Berlusconi-Fini, è rottura totale, http://www.corriere.it/politica/10_aprile_22/direzione-pdl-confronto-berlusconi-fini_e970e194-4de2-11df-b72f-00144f02aabe.shtmlSugli incentivi: http://www.governoberlusconi.it/detail.php?id=632&idf=459&ids=493, http://www.sviluppoeconomico.gov.it/pdf_upload/documenti/Tabella_incentivi_19_3_<strong>2010</strong>.pdfSulle regionali <strong>2010</strong>: Luigi Ceccarini, Elezioni regionali <strong>2010</strong>: il votointermittente e la crisi del bipartitismo, http://www.demos.it/a00413.phpSull’iter parlamentare del federalismo fiscale: Roberto Petrini, Gelo susgravi fiscali e federalismo e la manovra si anticipa a maggio, LaRepubblica, 12 maggio <strong>2010</strong>; Massimo Giannini, La bandiera strappatadel federalismo, La Repubblica, 14 maggio <strong>2010</strong>Chi pagherà la crisi grecaMentre il cancelliere tedesco Merkel sipreoccupa di riformare il Patto di stabilitàin modo tale che non possa essere piùviolato, il 5 maggio tre impiegati di unabanca muoiono in un incendio appiccatoda anarchici che manifestavano contro lemisure varate dal governo Papandreouper evitare il fallimento della Grecia.L’Unione Europea e i Governi si sonomossi in ritardo, lasciando agire glispeculatori e facendo perderecapitalizzazione a tutte le borse.Per sanare i 9 miliardi di euro di debito(che non sono poi moltissimi: tanto perconfronto, l’insolvenza di Dubai di qualchemese fa era valutata 25 miliardi dieuro) sono stati varati tagli alla spesapubblica da 30 miliardi di euro entro il2012 e il rientro del deficit pubblico al3% entro il 2014, con una riduzionedell’11% in quattro anni.I maggiori sacrifici sono chiesti ai dipendentipubblici, a cui vengono congelatistipendi e pensioni per tre anni, mentresaranno ridotte le tredicesime e le quattordicesimesotto i 3.000 euro lordimensili e del tutto abolite quelle al disopra dei 3.000 euro.Sarà “rivisto” (e sappiamo cosa questotermine indichi) completamente il sistemadelle pensioni di invalidità. Per lepensioni, a partire dal 2011 varrà l’eguaglianzanell’età pensionabile tra uomini edonne. Nel settore privato sarà resadecisamente più elastica la possibilità dilicenziamento e ridotta l’indennità; saràinoltre ridotta la possibilità di lavorostraordinario. L’IVA salirà dal 21% al23%. Saranno aumentate del 10% letasse su carburanti, alcolici, sigarette.Aumenteranno le imposte anche su benidi lusso e lotterie.Gli economisti sono concordi nell’indicarele responsabilità di questa crisi primadi tutto nel fatto che i governi hannoletteralmente truccato i bilanci, sono staticompiacenti verso il fenomeno sempreverdedell’ evasione fiscale, nonchéhanno tollerato la corruzione. Infine, vi èstata mancanza di controllo nella spesapubblica. Tuttavia, al posto dei veri responsabili,a pagare sono sempre (lodimostrano i nuovi provvedimenti legislativi),i semplici lavoratori, con conseguenzesociali gravissime.Tra le righe, la crisi ellenica ci ricorda cheil nostro debito è salito al 115% e ilrapporto PIL ha toccato al 5,5%, questosignifica che dobbiamo pagare “noi” 100miliardi di euro all’anno per soli interessipassivi. Nonostante ciò il nostro Paesefornirà 5,5 miliardi di euro (su un totaledi 80 miliardi versati dall’UE e 30dall’FMI) come prestito agevolato… (adm)Per ulteriori approfondimenti:Loretta Napoleoni, Il costo dell’indecisione, inL’internazionale, 845, 7 maggio <strong>2010</strong>Manifestazioni presso il Partenone di Atene


8 Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong>POLITICATovarish Berlusconi: ecco perché l’attuale capo delgoverno tanto somiglia a Stalin e compagniANDREA VEZZARO20 novembre 2007, Fedele Confalonieri: «Le immagini di piazzaSan Babila stracolma di gente che lo circonda, e Berlusconi chesale sul predellino dell’auto per salutare, mi ricordano l’arrivo diLenin in Russia a bordo del treno piombato». Con queste parole ilpresidente di Mediaset, punta di diamante dell’impero imprenditorialedel Cavaliere, parlava della fondazione del partito del Popolodelle Libertà, avvenuta a Milano due giorni prima.Contestualizziamo: novembre 2007, il governo presieduto dal prof.Romano Prodi aveva appena bloccato l’ennesima spallata che ladestra aveva cercato di dare all’esecutivo durante l’approvazionedella legge finanziaria 2008. Qualcuno potrebbe giustamente direche questo è un singolo e singolare tassello con il quale non sipuò comporre alcun mosaico. Io credo proprio di no: nei quindicianni di attività politica dell’attuale Presidente del Consiglio ci sonodegli elementi che ricordano molto un’ideologia molto simile aquella comunista. Ma prima di andare avanti, una precisazione: iltermine “comunista”, che qui utilizzo, ha un chiaro riferimento all’ideologiadel socialismo reale di stampo sovietico e dell’Est europeo.Non c’è alcun collegamento con il Pci e la “via nazionale edemocratica” che ha avuto una sua esperienza dal 1921 fino alcrollo del muro di Berlino.Prima di tutto cominciamo dal partito di Berlusconi, Forza Italiaprima e il PdL ora. La prima, nata nel 1994 all’indomani del crollodella Prima Repubblica, anche se aveva un ufficio di presidenza eorgani interni che consentivano “teoricamente” ad una forma didemocrazia interna, sembrava il Partidul Comunist Român di<strong>Nicola</strong>e Ceauºescu. Tutto nelle mani del leader, del capo che con isoldi e la televisione è riuscito ad edificare il suo consenso; quindiogni singola decisione, dalle candidature per le elezioni provincialia Domodossola ai manifesti per il tesseramento nazionale, devericevere la benedizione del padrone. Nemmeno nel Partito NazionaleFascista c’era così poca democrazia: in questo caso avevamoil Gran Consiglio del Fascimo che il 25 luglio 1943 mise in minoranzail Duce. Il coordinatore nazionale e quelli regionali pendevanodalla sue labbra e i (cosiddetti) congressi non erano luoghi didiscussione sulla linea politica del partito, ma spettacoli pirotecnicicon la musica e le ballerine. Questa non è politica, ma un vero eproprio varietà che molto somigliava al “Drive In”. Tanto che fino adun paino d’anni fa girava una vero e proprio identikit per i candidati,nel quale si dava una certa preferenza per quelli senza barba esenza occhiali: capite anche qui come ci fosse una chiara lineapolitica, la solita “politica dell’immagine”. E tutti abbiamo visto comesia trattata all’interno del PdL la posizione di Gianfranco Fini, fascistamissioni che certo non po’ essere bollato come “uno di sinistra”Diversi sono i casi che possiamo analizzare, ma ci concentreremosu un esempio a noi vicino. Nel 2005 il coordinatore di Forza Italiain Veneto Giorgio Carollo, dopo i trionfi elettorali del 1999-2000-2001, senza tanti complimenti fu accompagnato alla porto, mentreil potere veniva ceduto all’avvocato Niccolò Ghedini. Anche quinon ci fu alcun passaggio congressuale regionale, nessuna riunio-ne del gruppo dirigente veneto. Forse perché Carollo ha sia i baffie un paio di occhiali rotondi alla Harry Potter. Ma non è questa lasolita eccezione che conferma la regola. In Umbria ne sanno qualcosavista la bocciatura del sindaco di Assisi Claudio Ricci, ritenuto“non idoneo” per la corsa alla presidenza della Regione Umbria:non tanto per mancanza di leadership o un curriculum di tutto rispettoma semplicemente per il suo aspetto fisico. Nell’entourageberlusconiano si discuteva infatti sulle orecchie a sventola del poveroRicci, sulle quali si erano soffermate le battute dei coordinatorinazionali del PdL, per stessa ammissione del ministro IgnazioLa Russa.Ma non è solo la forma-partito a tracciare una sottile linea rossatra Berlusconi e il comunismo sovietico. Pensiamo alla politicaestera svolta dal suo governo, soprattutto l’attuale esecutivo incarica dal maggio 2008Possiamo parlare senza problemi di una nuova strategia che vedeil nostro paese, dopo l’elezione di Barack Obama alla Casa Bianca,ormai lontano dall’Alleanza Atlantica e dall’Unione Europa.L’Italia fa parte ora della cosiddetta Asse Roma-Mosca-Tripoli, conla Russia di Vladimir Putin e Dmitrij Medvedev e con la Libia delcolonnello Gheddafi: negli ultimi due anni abbiamo stretto un’alleanzapolitica e militare con due paesi che certo non sono democrazie,dove l’opposizione che scende in piazza viene fatta disperdereo viene messa in carcere, dove il vocabolario non contiene ilsignificato della parola “libertà”. Paesi che in più occasioni si sonoschierati contro gli Stati Uniti d’America; mi chiedo quindi comeBerlusconi si fosse permesso di bollare come “antiamericana” lapolitica estera italiana del governo Prodi viste le osservazioni fattedurante il dibattito sull’ampliamento della base militare Usa aVicenza. Vorrei ricordare che l’amministrazione comunale diVicenza, targata destra + Lega fino al 2008 (per fortuna), negòfino all’ultimo l’esistenza di un progetto, quando tutto in realtà partìtra la fine del 2004 e l’inizio del 2005. Alla faccia dello sloganleghista “padroni a casa nostra”… .Ritornando poi alle frequentazioni del nostro esecutivo, dopo ilviaggio del Cavaliere in Israele, è emersa la partnership commercialetra l’Italia e l’Iran, repubblica islamica dittatoriale sulle primepagine dei giornali per tutta la scorsa estate viste le numerosemanifestazioni dell’opposizione democratica soffocate con la forzadell’esercito. Relazioni pericolose dunque, altro che politica liberale,occidentale e democratica. Silvio Berlusconi ha conquistato poianche un altro triste primato: è stato il primo capo di governo europeoa rendere omaggio al dittatore della Bielorussia, il comunistaAljaksandar Lukašënka, al potere dal più di un decennio.Adesso abbiamo capito perché, vent’anni dopo la caduta delMuro di Berlino e la fine dell’Unione Sovietica, solo il nostropremier è ossessionato dai comunisti. Meglio quindi concluderecon la battuta dell’ex-premier Massimo D’Alema che, parlando deinumerosi viaggi fatti dal Cavaliere nell’ex-Unione Sovietica, disse:“Anche noi andavamo in Russia, è vero, ma meno di frequente diquanto Berlusconi va da Putin”.


Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong> 9SPORTL’importante è partecipare?EZIO MINNICELLIQuando si parla di sport, che in Italia è sinonimo di calcio, non sipuò fare a meno di notare che qualsiasi partecipante, sia essoatleta o tifoso, al termine di un evento non sarà praticamentemai disposto ad accettare un risultato negativo. Invece proveràsempre ad appigliarsi a fattori esterni od interni per motivare lasconfitta, tacendo completamente dei meriti di chi l'ha sconfitto.Se pensiamo inoltre che negli stadi prima si fischia e si insulta esolo poi si sostiene la propria squadra, sembra evidente che ildesiderio primario è rendere inesistente l'avversario.Un altro esempio di questa controcultura sportiva particolarmenteforte in Italia.Per quanto dimenticate da tutti, nel nostro paese si praticanodecine di discipline sportive che ottengono una minima visibilitàsoltanto in occasione delle Olimpiadi. I giornali sportivi, sin lìpoco propensi a togliere spazio a preziosi dibattiti sulle abitudininotturne dell'ultimo pseudo campione calcistico, iniziano a inserirespeciali sugli atleti italiani e sulle loro possibilità di medaglia.A gara conclusa con risultato che non riflette le aspettative, èsufficiente leggere i commenti che si trovano sui vari quotidianion-line per avere conferma che gli avversari non esistono: sonosempre gli italiani a essere allenati male, a non reggere la pressione,a non avere passione, ad accontentarsi di posizioni dirincalzo. E questo per discipline dove ci sono così pochi agonistiche il solo competere per le posizioni di testa dovrebbe esseremotivo d'orgoglio e ammirazione.Quello che realmente sfugge alla stragrande maggioranza dellepersone è che lo sport è un incontro-scontro di almeno dueesseri; non può essere un avvenimento unilaterale. È fondamentalecapire che non è tutto sotto il proprio controllo, perciòè naturale che alcune volte l'altro ci superi. Bisogna avere il coraggiodi vedere l'altro, riconoscerlo nei suoi meriti e nella suavolontà. Chi partecipa ad una competizione è un altro che si èpreparato, ha sudato, sofferto, imprecato, riprovato propriocome noi. Potrebbe essere inferiore, ma ugualmente potrebbeessere superiore; in tal caso non resta altro che stringergli lamano e complimentarsi.Invece della vittoria a tutti i costi, ciò su cui è necessario porrel'accento, ciò che va insegnato, sottolineato, continuamente ricordatoè il limite.Infatti la gara è il momento nel quale, a contatto-scontro conl'altro, è possibile provare a superare i limiti. E i limiti non indicanosolo record olimpici, mondiali o quant'altro: limite è quellarete invisibile che l'ultima volta ci ha trattenuto di quel decimo disecondo nella corsa, di quel millimetro nel centrare il canestro,che ci precluso da quella rapidità che rende un dribbling perfettoo da quella forza necessaria a chiudere un placcaggio.I limiti ci sono sempre e a qualunque livello: per quanto nonsarà possibile superarsi ogni volta, la differenza vera è tentaredi superarsi ogni volta e soltanto alla presenza degli avversari inostri sforzi acquistano consistenza. L'unicità dell'evento sportivoè questa continua lotta con se stessi al cospetto degli altriche condividono le nostre medesime speranze e paure; in talecontesto è inaccettabile per se stessi l'idea di imbrogliare peressere superiori, poiché è prima di tutto ingannarsi. Se lo sportvenisse vissuto e insegnato per quello che è, si accetterebbe lasconfitta in quanto parte imprescindibile e preziosa dell'esperienza.Allora è vero che nello sport l'importante è partecipare? Nientedi più falso. In una competizione sportiva la partecipazione implicanecessariamente la volontà di vincere. Tuttavia quello chedà realmente valore alle nostre azioni non è la vittoria o la sconfitta,ma i nostri sforzi tesi a superarci insieme con gli altri. Perciòanche quando si guarda competere la cosa più bella non ètanto il risultato, quanto l'evento in sé: l'incontro-scontro di unapluralità di singoli tentativi, desideri, sogni.Gestione appelli: il nuovo sistema ESSE3+UMBERTO ROSSI*Come molti probabilmente sapranno, dallaprossima sessione di esami entrerà in funzioneil sistema informatico ESSE3+ per lagestione di appelli e carriere degli studenti.Le principali novità connesse col nuovo sistemapossono essere riassunte in quattropunti:1) Per iscriversi ad un esame si deve accederealla propria casella di postanome.cognome@studenti.unipd.it, quindichi non l’ha mai attivata la deve attivareprima possibile; per un esame scritto, adesempio, una volta che corretti i compiti, ilprofessore metterà i risultati sulla bacheca,accessibile dalla propria casella di posta;2) Al posto del vecchio registro il professorescriverà i voti direttamente al computere li invierà sia in formato elettronico sia informato cartaceo in segreteria studenti. Rimanecomunque il libretto dello studente.3) Se finora le propedeuticità esistevanosolo “in linea teorica”, ora saranno rese effettive.Esse3+ infatti non permette diiscriversi a un esame se non si hanno tutti irequisiti necessari.4) Per poter erogare un esame i professoridovranno pubblicare un appello secondouna procedura standard, attivando le listedi iscrizione a cui gli studenti potranno accederevia internet. Gli appelli potranno esserefissati durante tutta la sessione, compresol’ultimo giorno, ma non fuori sessione,mentre, per ovvi motivi, la registrazioneè consentita anche fuori sessione. (*) Rappresentante CdF Ingegneria, RappresentanteCCS Ingegneria Chimica; E-mail:umberto.rossi.1@studenti.unipd.it;


10 Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong>ATTUALITÀVIE DI PADOVAIl cantiere del terroreOgni riferimento a fatti, cose e persone realmente esistiti o accadutiè puramente casuale.Passeggiando sotto i portici di via dei Savonarola, il nasodell’annusatore attento fiuta, dove gli ingenui e i raffreddati non lofiutano, l’odore del Mistero. Parliamo dell’enigmatico cantiere edile,sito nei pressi della birreria “Greenwood” (noto luogo di ritrovo pertifosi accaniti), occupato da maestranze che evidentemente nonbadano alla durata del lavoro - purché sia fatto bene!M.A., decano della sezione maschile del collegio, asserisce che ilcantiere sia rimasto aperto, senza subire modificazione alcuna,sin dai tempi remoti in cui lui stesso era una S.M.d.M.Molti di voi, come noi, si chiederanno allora legittimamente il perchédi tanta braditudine e lungagginosità. NOI ABBIAMO LA RI-SPOSTA! Cioè, non proprio. Abbiamo una serie di pareri e testimonianzeinoppugnabili, rese da persone al di sopra di ogni sospetto.Avremmo potuto consultare direttamente gli addetti ai lavori masarebbe stato TROPPO semplice! Inoltre era chiaro che gli operaierano troppo coinvolti per lasciarsi sfuggire indiscrezioni... Perciò cisiamo dovuti servire di fonti di seconda e terza mano, non perquesto meno attendibili. Anche tra i residenti del collegio numerosisono stati i “no comment” alle nostre insistenti domande sul misteriosocantiere, fatto questo che ci insinua il dubbio di una vasta earticolata rete di omertà volta a proteggere un qualche arcanosegreto. Abbiamo tuttavia scoperto di non essere i soli ad interessarcialla faccenda, e abbiamo raccolto una lunga sfilza di diceriee congetture che ci hanno portato a intuire la verità. Forse.Una teoria affascinante proposta dal millenarista professor G.C.G.arriva a conclusioni a dir poco estreme. Secondo l’illustre accademicoil fabbricato potrebbe in realtà nascondere una filiale dellaPorta dell’Inferno. A supporto di questa teoria verrebbero alcunifatti altrimenti inspiegati che ruotano intorno al cantiere. Ad esempio,la simpatica pancetta di un personaggio che sovente si scorgeall’esterno dell’edificio, apparentemente un guardiano ocapocantiere, sarebbe un abile camuffamento della leggendariacoda di Minosse Junior, fratello del compianto Minotauro, che seguendoper pura raccomandazione le orme paterne, “Essamina lecolpe nell’entrata, giudica e manda secondo ch’avvinghia”, ovvero“cignesi con la coda tante volte, quantunque gradi vuol che giù siamessa” l’anima mal nata che è sottoposta al suo giudizio.Fatto ancor più rimarchevole, il logo non particolarmenteaccattivante della ditta costruttrice, composto di tre “G”giustapposte, potrebbe servire ad astutamente dissimulare il classicodistintivo delle opere dell’Angelo Caduto per eccellenza, 666(noto anche come the Number of the Beast).Mantenere a regime un’entrata secondaria della “città dolente”provoca di certo agghiaccianti rumori, sospiri, pianti ed alti guai,che sarebbero però eccellentemente coperti dal frastuono deimacchinari o dalle imprecazioni dei muratori. L’obiezione secondocui il lavoro alacre volto a coprire questi suoni dovrebbe comunqueavere qualche effetto sulle condizioni dello stabile viene facil-mente respinta dall’emerito professore citando l’esempio dellacasta Penelope, che certo ne sapeva una più del diavolo: i solertiguardiani della porta costruirebbero di giorno per disfare poi dinotte, così da mantenere invariato lo stato di avanzamento deilavori.Il quotidiano flusso di anime dannate, recapitate su mezzigommati, potrebbe poi agevolmente essere spacciato per rifornimentodi materiale da costruzione. Niente esclude poi, conclude ilfamoso luminare, che gli “esclusivi appartamenti” trionfalmenteannunciati da cartelloni pubblicitari tutto intorno al sito siano inrealtà trappole per indurre gli sprovveduti a firmare patti con ilbuon vecchio Lucifero, noto per aver inventato le clausole scrittecosì piccole che sembrano sottolineature.Una teoria che forse si avvicina di più alla realtà dei fatti è quellariguardante infiltrazioni criminali nella società di costruzioni che daoramai 4 anni (i lavori sono iniziati nel settembre del 2006) stalavorando nel cantiere misterioso. Innumerevoli testimonianzeconfermano i nostri sospetti, che hanno iniziato ad affacciarsi allanostra mente nel momento in cui abbiamo notato sudici bidonimetallici, il cui incredibile lerciume pareva coprire qualcosa... fino aquando un operaio distratto non ci ha permesso di svelare lo“sporco” mistero: polvere, catrame e fango servivano infatti a copriresimboli che nessuno mai si sarebbe aspettato di vedere: teschie tibie incrociate di tutte le misure e in varie colorazioni, masoprattutto, ovunque, un’oscura iscrizione vergata in svolazzanticaratteri gotici: humilitas. Si trattava di un abbaglio o realmente ifusti contenevano ignote e venefike sostanze? Questa è la domandaa cui abbiamo così cercato di trovare una risposta. Abbiamocosì iniziato ad interrogare chi poteva sapere. Tentare un approcciocon gli operai? Provarci era d’uopo, ma il nostro ridottobudget non ci consentiva di pagare tutto lo spirito alcolico indispensabileper sciogliere lingue fin troppo legate. I vicini, probabilmentecollusi con i responsabili dei traffici criminosi, ci hanno fattocapire che spesso è meglio non fare domande, e per assicurarsiche avessimo capito bene si sono premurati di revisionare le nostreamate biciclette.Un apporto decisivo quanto inaspettato ci è giunto da una fonteinterna del collegio, che vuole rimanere anonima e che quindi daquesto momento chiameremo Conte. Questa fonte ci ha rivelatoche una mattina, di ritorno da una nottata di baldoria in dolcequanto numerosa compagnia in un noto locale notturno sulla circonvallazionesud, è quasi stata investita da un camion. Il mezzo,lanciato a tutta velocità per la stretta via Savonarola si è fermatoproprio al cantiere dei misteri, dove due energumeni sono scesi ehanno iniziato a scaricare i misteriosi fusti. Ma il fatto più clamorosoche il nostro anonimo informatore (il Conte) ci ha rivelato è che,mentre scaricavano, uno dei barili si è rovesciato e a terra sonocaduti strani liquami che fumavano e bollivano! (su questo puntodella rivelazione siamo però un po’ dubbiosi, poiché il Conte aquanto pare quella sera, come spesso gli accade, era leggermentealticcio).Tornati sul luogo dei misfatti per appurare le clamorose rivelazioni,ci accorgemmo allora che quelli che sembravano i pilastri di soste-


Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong> 11gno dell’edificio parevano in realtà dei profondi pozzi in cui probabilmentevengono stoccati i misteriosi barili.Ora, noi non pretendiamo, con l’esposizione di questi non pur pochifatti, di aver svelato l’enigma del cantiere misterioso. Però ciabbiamo provato. Cosa che voi non avete fatto.Dal momento in cui, però, la portineria ha iniziato ad essere intasatada lettere minatorie/esplosive e i nostri letti ingombri di testedi cavallo, zoccoli di bue e ventrigli di pecora, ci siamo improvvisamentericordati di essere dei cacasotto, motivo per cui abbiamodeciso di abbandonare le indagini e darci alla macchia. Ci sembravaperò scorretto il non pubblicare il frutto di sì attente ricerche.Abbiamo altresì deciso di risparmiarvi ipotesi assurde quali ritardidei lavori dovuti a formalità burocratiche o ispezioni dell’ufficio tecnicocomunale.In conclusione, riteniamo che a questo mondo ci siano domandeper cui non ci sarà mai una risposta, e risposte per cui non ci saràmai una domanda.COLLEGIODEMATRICOLATIONIS PHILOSOPHIALa notte dei lunghi gancettiANDREA CORBANESE, ET AL.Era una notte buia e tempestosa… No, in realtà non pioveva, mail cielo comunque non aveva un bel colorito. Per dirla proprio tuttaio il cielo l’ho potuto vedere solo fino più o meno alle otto, poiè scattato il coprifuoco per le matricole. A questo punto probabilmentequelli del maschile già sanno dove voglio andare a parare.A beneficio delle nostre amate quattro lettrici, quindi, dirò chemercoledì 28 aprile si è svolto nella sede Tosi uno dei principaliriti di passaggio della sezione maschile, la cosiddettaSmatricolazione. Con questa cerimonia, avvolta in gran parte dalpiù stretto riserbo, alcuni studenti del secondo anno hanno abbandonatola loro servile condizione di matricole per unirsi al beatocoro dei Fagioli, acquisendo il non trascurabile privilegio dipoter sbrandare le S.M.d.M. (ovvero noi del primo anno).Per ragioni di humilitas e soprattutto di genuina ignoranzademanderò ai più anziani la pur importante discussione sui valoridi fondo, sul significato e sulla ragion d’essere di fenomeni comela Smatricolazione. L’etologo che è in me non può tuttavia lasciarsiscappare l’occasione di descrivere, almeno dall’esterno,questo evento così caratteristico.Come dicevo, fin dalle otto era in atto il coprifuoco, ovvero TUT-TE le tapparelle di TUTTE le stanze DOVEVANO tassativamenterestare chiuse, e le matricole erano vincolate a muoversi in unospazio molto ridotto, non potendo assistere al rito. In effetti nonc’era niente di utile da fare, e io ho colto l’occasione per guardarmiun film. In ogni caso, seppure ridotta alla sfera uditiva, l’esperienzaè stata molto intensa: per tutta la durata di “SherlockHolmes”, dall’esterno della camera si udivano rumori come dituono, evidentemente letti degli smatricolandi trascinati qui e là,e, dal cortile dove era in corso la cerimonia, urla belluine. Di ognigenere: dal classico “pompa, matricola! Uno! Uno! Uno!…” chescandisce tipicamente le flessioni, a motivetti inquietanti del tipo“Nella vecchia fattoria, i-ah, i-ah oh, c’è Thomas, Thomas, Tho-Tho-Thomas…”. La rassicurante colonna sonora è proseguitaoltre la fine del film, oltre mezzanotte. Ma il bello doveva ancoravenire.Io ero chiuso in camera. A chiave. Scusate il poco spirito sportivoma non ci tenevo ad essere sbrandato. A dire la verità più chealtro temevo che le devastazioni si estendessero al di là del sem-plice tradizionale sbrando alle matricole. In ogni caso il giornodopo ho pagato il fio, il mio letto ha passato un brutto quartod’ora, anche se sarete contenti di sapere che è sopravvissuto.Adesso fatemi il favore di sopportare un po’ di presenti storici.Fra l’una e le due un grido inumano scuote dalle fondamenta laresidenza Tosi. Decine di voci come un sol uomo, con tono primasoffuso, poi sempre più accalorato, si levano in un coro da stadio:“Fuoco e fiamme! Fuoco e fiamme! Fuoco e fiamme! Fuocoe fiamme!…”. Il calpestio di una moltitudine sale le scale dell’edificioA, come una marea che monta.All’impatto contro il primo piano si spegne il “fuoco e fiamme”,sostituito dalle urla di trionfo dei fagioli, dal rumore di letti trascinati.E la marea cresce, cresce, mugghia inondando un pianodopo l’altro, e si aggiungono nuovi suoni, violente manate controle porte delle stanze chiuse, intimazioni minacciose, lamenti eproteste degli sbrandati, privati dei loro supporti onirici. Ma soprattuttoil suono più penoso è il tintinnio dei gancetti metallicidelle reti che, a decine, cadono a terra sotto l’infuriare degliaguzzini.Per le tre era tutto finito. La mattina dopo, il collegio sembravauscito da un incantesimo. O se preferite sembrava patisse i postumidi una sbronza anacreontica. Una colazione di morti viventi.E il cortile era pieno di farina (!?).Mettiamo da parte il total, che era d’ufficio visto che mi ero chiusoin camera; la cosa che mi ha colpito di più è avvenuta nonquella sera ma il mercoledì sera successivo. Lo stato maggioredel mio piano, matricole al seguito, si è trasferito in birreria. Unbel momento. Con la massima serietà si è cominciato a discutere.Come era andata la nottata, cosa era riuscito, chi aveva avutoda lamentarsi e perché. Quanto i nuovi fagioli avevano capito ilsenso della cosa. Qual era il senso della cosa: l’umiliazione opiuttosto un momento importante, che coinvolgeva tutti?Sicuramente ha coinvolto i nostri letti. E la porta di qualcuno. E lefinanze di qualcun altro (ognuno paga per i danni inferti alla suaroba). Ma alla fine è stata un’esperienza interessante, quasi bella.E poi poteva andare peggio. Poteva anche piovere...


12 Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong>ESPERIENZA IN STUDIOL’affascinante mondo della registrazioneaudio professionaleSTEFANO GIACOMONA partire dallo scorso ottobre con frequenza mensile mi reco con ilmio gruppo (Soundbreak AVEnue) presso il Lost in Space Studio diMontecchio <strong>Mag</strong>giore (VI), uno studio di registrazione professionaledi gran pregio, per qualità di registrazione, strumentazione residentee competenza dei tecnici che ci lavorano, Giulio Gatto in testa. Lostudio in questione, come tutti gli studi professionali, si componesostanzialmente di due ambienti: una sala ripresa e una sala regia.La sala ripresa è l’ambiente in cui i musicisti suonano e vengonoregistrati. Di solito è l’ambiente più grande (in questo caso copreun’area di 80 metri quadrati). Al suo interno trovano posto glistrumenti, opportunamente microfonati. La microfonazione è unafase tutt’altro che semplice, necessita di competenza e di tempo dalmomento che riveste un ruolo fondamentale nel risultato finale.Costituisce infatti la base per una buona registrazione.Sparsi nella sala ci sono grandi curiosi pannelli verticali mobilirivestiti di materiale fonoassorbente, che possono venire opportunamenteposizionati per ottenere particolari effetti in fase di registrazione.Per la verità sono spesso accorgimenti che portano apiccolissime sfumature, quasi impercettibili ad un orecchio pocoesperto, ma che a livello professionale possono fare la differenza.La sala regia è l’ambiente in cui si ascolta e si elabora ciò che èstato registrato. Ospita il classico bancone per il mixaggio (omissaggio, all’italiana), integrato con il potente computer centrale, leinterfacce audio e componenti aggiuntivi di effettistica. Sopra ilbanco mixer si trovano le apposite casse (fondamentali!) che per unpiù corretto ascolto andrebbero posizionate sui vertici di unipotetico triangolo equilatero il cui terzo vertice è l’ascoltatore (cioèil fonico, chiamato anche tecnico del suono o sound engineer, chefa più figo). Inutile dire che non sono le casse del computer di casa,anche se nell’aspetto possono ricordarle. Sono casse opportunamenteconcepite per una fedelissima riproduzione del suonoregistrato, senza cioè enfatizzare particolari frequenze (si dice chehanno “risposta in frequenza” piatta). Una coppia di queste cassepuò arrivare a sforare i 1000 euro!!! Di solito ce ne sono almenoquattro…Tra le due sale corre una grande lastra trasparente di vetro perconsentire comunicazioni visive. Le comunicazioni verbali avvengonotramite cuffie e microfoni.L’attenzione progettuale di questi ambienti è principalmente rivolta aminimizzare le “perdite” acustiche verso l’ambiente esterno (cioè alimitare il “rumore” percepito) e a garantire un suono “pulito”all’interno (come anticipato, in sala regia si deve avere una registrazionefedele a quello che effettivamente si è registrato).Sono ambienti pertanto molto costosi, sia per la presenza di unastrumentazione ad elevato contenuto tecnologico, sia per l’ottimaprogettazione acustica richiesta.Vediamo insieme come si svolge una giornata di registrazione(tipicamente dalle 14 alle 20).Arrivati in studio si monta la strumentazione in sala ripresa e conl’aiuto del fonico si posizionano i microfoni.La strumentazione “residente”, cioè la strumentazione di proprietàdello studio, è davvero impressionante: amplificatori, chitarre emicrofoni costosissimi, vintage (cioè “storici”) e di qualità. Ho avutol’onore di suonare una chitarra acustica appartenuta ad AldoTagliapietra (voce e basso del gruppo progressive rock italiano LeOrme, ospite peraltro del collegio due anni fa in occasione di unconcerto organizzato dalla nostra commissione musica).Dopo questa fase il fonico raggiunge la sala regia, si mette al bancodi controllo e regola i suoni.Inizia ora la pre-produzione: Il gruppo suona un brano e vieneregistrato in presa diretta, punto. Senza pensare troppo, senza ilfastidiosissimo, ma necessario in fase di registrazione finale, clickdel metronomo, senza badare eccessivamente alla pulizia delsuono.Questa fase serve a creare la bozza di canzone sulla quale lavorarecongiuntamente. Spesso infatti si entra in studio con un’idea dicanzone più che con la canzone pronta e la versione definitiva puòParte della sala ripresaParte della sala regia


Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong> 13anche essere molto dissimile dall’idea originaria.Semplificando, una canzone si compone sostanzialmente di treparti: melodia, testo, arrangiamento.La melodia è la successione ragionata di note musicali (chiedoscusa ai Maestri presenti per lo scarso rigore), su cosa sia il testoc’è poco da spiegare, l’arrangiamentoè il modo in cui un branoviene eseguito. E’ questa una fase cruciale, che va necessariamentestudiata a tavolino principalmente per non annoiare l’ascoltatore.Ma non è questo il momento per parlarne, l’ho già fatto un po’ dinumeri fa su queste pagine. Ciò che mi premeva dire è che nellafase di pre-produzione si va generalmente ad intervenire sull’arrangiamento.Terminata la registrazione della bozza si ascolta criticamente quantosuonato. Qui inizia l’apporto di idee di ciascuno (“si potrebbe farecosì…”, “la chitarra in quel punto è troppo presente”, “si potrebbeinserire uno stacco di batteria, rallentarla, accelerarla…”). Si provanoad una ad una le modifiche (se necessario registrando di nuovo), inun processo iterativo fino a che non si è soddisfatti.L’idea cardine è che nulla deve essere lasciato al caso. Ogni singolanota, ogni singolo colpo deve avere un suo perché. Deve esserestato prima studiato.Terminata la pre-produzione si passa alla fase di registrazione verae propria. Tocca al batterista, di solito, rompere il ghiaccio. Attraversole cuffie riceve il click del metronomo e ascolta la parte melodicae possibilmente il cantato. In sala regia infatti gli altri musicistisuonano (perlomeno una chitarra o una tastiera) e vengono ripresi(ma non registrati) attraverso uno o più microfoni collegati allecuffie del batterista.Spesso la prima registrazione non è la definitiva. Ne seguono altre.Così per tutti gli altri musicisti. Ciascuno viene registrato su unatraccia separata, nell’ordine: batteria, basso, chitarra elettrica,chitarra acustica, voce principale, cori, eventuali effetti.In realtà non c’è all’uopo una regola perentoria, anche se la praticacomune suggerisce di iniziare sempre dalla parte ritmica per finirecon il cantato. Eventuali effetti vengono inseriti all’occorrenza perdare un “tocco” in più alla registrazione. Ho sottolineato all’occorrenzain quanto spesso si ritiene erroneamente che un pezzo peressere buono debba per forza essere caricato di effetti. Nulla di piùsbagliato! L’effettistica e la strumentazione al contorno possonovalorizzare una canzone come la possono rendere estremamenteconfusa e di conseguenza inascoltabile. Ecco pertanto l’utilità dellapianificazione (possibilmente corretta) dell’arrangiamento. Non èfacile, in quanto non c’è un modus operandi codificato (no best wayprocess). Serve esperienza, ma prima ancora buon gusto e sensodella misura.Completata questa fase (che tranquillamente sfora la giornata, inrelazione alla complessità del brano) si procede al missaggio.Mi preme sottolineare che di per sé la registrazione vera e propriarappresenta solo il 20% del lavoro di produzione. La parte più lungainizia adesso e denota la bravura di un tecnico del suono.Il missaggio non è la semplice regolazione del volume delle singoletracce e del volume di uscita finale (master volume). Già soloquesta operazione non è esente da sfide: mentre mixa i branil’orecchio del fonico esamina minuziosamente e senza sosta ilmissaggio di brani di altri gruppi musicali di matrice simile perbilanciare al meglio i vari strumenti, compresa la voce. Oltre allaregolazione dei volumi, dicevo, occorre integrare perfettamente ciòche si è registrato con numerose interfacce di effettistica dicontrollo. In fatto di quantità di comandi e di spie sembra d’essere inuno shuttle e senza un adeguato ordine mentale il rischio diperdersi è alto. Soundbreak Avenue e Guido GattoIndimenticabileIndimenticabili i momenti condivisi insieme a teI quali ricordi mi ristoranoCosì la tua assenza non mi rattristaAnzi, persiste l’aurora tuaCongelando ogni iniziativa della mente miaTranne, tranne, il pensar di te;Come un esploratore solitarioScopro in tal modo i luoghi più nascostiE la forza gravitazionale del nostro Essere.Indimenticabili i tuoi sorrisi onestiChe profumano l’aria di fragranzaDi Comprensione, Amicizia, Solidarietà, ed AmoreTingono le mie orecchie di suoni angeliciSuoni che portano pace e tranquillità allo spiritoSuoni che insieme alla visione dei tuoi occhiRivelano il fiume di sincerità che scorre nel tuo spiritoE la roccia di candida innocenza su cui giace tuo cuore,la cassaforte dei miei infimi segreti.Indimenticabili le dolcissime parole tue;Scandite con il ritmo del battito del tuo cuoreEstinguono il fuoco nell’animaCurando ogni ferita: mortali o non mortaliColorate come l’arcobaleno appaiono nelle oreIn seguito ad un diluvio suscitando,esultando ed aprendo nuovi orizzonti all’anima:Sono dolci sulla tua lingua rosaMa vini bianchi al cuore più ostile.Indimenticabile il tuo affettuoso abbraccio:Espandi le braccia lentamenteE la forza magnetica istaurataTra questi nostri due piccoli cuoriMi accelera verso di teSolo per sentire di più la sottile voce del tuo cuoreE tutto tace in un profondo silenzioQuelli attimi sembrano eterni:Eterni che non superano mai il nostro tempo.Unicamente indimenticabile sei tu,tesoro mio.(Mario Foroni)


14 Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong>CINEMA40 ANNI DOPOI tulipani di Haarlem: uno sguardo retrospettivoPIETRO GUARATOIn occasione dei quarant’anni dalla sua realizzazione, potrebbe risultareinteressante riscoprire uno dei numerosi film italiani che costellaronoun periodo di inaudita (se raffrontata all’epoca attuale)prolificità, con quasi mezzo migliaio di pellicole prodotte nel nostroPaese ogni anno (oggi non si arriva neppure al centinaio), spesso dirilevante qualità artistica anche in prodotti più defilati, condannati,per una serie di ragioni di carattere produttivo-distributivo, ad unarapida obnubilescenza. Si tratta del film “I tulipani di Haarlem”(1970), opus numero 4 del milanese Franco Brusati (1922-93),regista teatrale e cinematografico, personalità colta, raffinata eappartata del panorama culturale dell’epoca, in una posizione marginalerispetto alle grandi correnti artistiche ma capace di raggiungeretalvolta un vasto consenso (il successo di pubblico di “Pane ecioccolata” (1974), con Nino Manfredi; la nomination all’Oscar per ilmiglior film straniero nel 1979 con “DimenticareVenezia”), dai risultati artistici diseguali masempre interessanti e personali. “I tulipani diHaarlem” è, secondo alcuni critici, la sua operapiù riuscita, capace com’è di fondere in un originaleconnubio dramma (con punte di sconvolgentetragicità), surrealismo e commediagrottesca, amarezza e ilare umorismo, mischiandoi toni elegiaci del racconto di unamour fou appassionato e masochistico conquelli di una favola elegante e crudelissima suitemi dell’autodistruzione e dell’annientamentodell’altro. La storia inizia nella città di Bruges, inBelgio: Pierre Dominique è un giovane impiegato innamorato dellavita ma frustrato dallo squallore del suo ambiente e dalla mancanzadi rapporti con i suoi colleghi di lavoro (dediti più che altro ad organizzarescherzi crudeli ad un anziano ragioniere malato di cuore),così solo da aspettare con ansia l’unica chiamata sul suo telefono,quella del segnale orario. Un giorno salva dal suicidio una bellissimaragazza inglese, Sarah, affittuaria dell’appartamento accanto al suo,scottata da una delusione sentimentale che la porta a scrivere suglispecchi “Life is shit” e a prendere disperatamente a revolverate lafotografia del suo ex amante. Entusiasta ed appassionato, Pierre siinnamora di Sarah, che però sembra costantemente ignorarlo edapprofitta della totale bontà e sottomissione del ragazzo per sottoporload una serie di atti di umiliazione sempre più tormentosi (loobbliga a denudarsi, a seguirla per le vie della città a piedi nudi, adubriacarsi in un ristorante dilusso con grande scandalodegli altri avventori, ad assistereai suoi amori con un riccopittore incontrato per caso),finchè lo conduce ad un talegrado di disperazione da indurloa tentare il suicidio in unaspiaggia vicino ad Haarlem:allora, convintasi dell’autenticitàdel suo sentimento, decidedi ricambiarlo e di restare conlui in una capanna in riva almare. Il ragazzo, fuori di sé dallafelicità, inizia a saltare di gioia,a correre e scherzare sullaspiaggia, cominciando, comele confessa, a “guardare il modo con occhi nuovi”. Mal glieneincoglie, perché è lei stavolta ad iniziare a tormentarsi: non soffrepiù per me, non mi ama più come prima, dunque finirà per lasciarmi.“Non essere così allegro, mi rende gelosa” gli dice, e il giorno dopo,con la scusa di fargli una fotografia con una vecchia macchina allampo di magnesio, gli brucia gli occhi: “un modo come un altro perconservarselo fino alla vecchiaia, e ribadire, fuor di metafora, chel’amore è cieco” (G. Grazzini, Corriere della sera). L’ultima inquadraturaè l’immagine di un gabbiano che vola nel cielo, a simboleggiarela libertà perduta.Impreziosito dagli estri pittorici (l’omaggio a <strong>Mag</strong>ritte nei titoli di testanon è casuale) e dai colori intensi e avvolgenti della fotografia diLuciano Tovoli (poi collaboratore di Antonioni, Scola, Argento), caratterizzatada un gusto per l’immagine elegante e raffinata, e agghindatoda un suggestivo commento musicale di BenedettoGhiglia, il film riesce nell’intento di ravvivare una materiasfruttatissima modulandola secondo forme, toni e stili decisamentenuovi e non convenzionali. Anche se si può affermare che la primaparte del film è giocata maggiormente sul versante della commediamentre l’ultima parte è più virata sul drammatico (e culmina nelloscioccante finale), è tutta l’opera ad oscillare continuamente traquesti due poli espressivi, che trovano il loro punto d’incontro neifrequenti inserti grotteschi, a volte bene amalgamati nel fluire dellanarrazione, qua e là un po’ troppo scopertamente programmatici estridenti, pur nel generale eclettismo dello stile. Volendo essere piùprecisi, si potrebbe affermare che il tipo di costruzione del raccontomesso in atto dal regista è più letterario (o teatrale) che cinematografico,al punto che, malgrado le notevoli invenzioni visive (una sututte: la soggettiva di Pierre dopo l’accecamento, un tremolio disilhouettes rosa e azzurre quasi astratte), viene da pensare che lastoria potrebbe essere tranquillamente trasposta pari pari in un raccontonello stile di uno scrittore ottocentesco, ad esempio di unMaupassant (a cui il violento pessimismo che pervade la pellicolasembra insistentemente rimandare): di qui una certa mancanza disincronizzazione che a volte si avverte tra lo sviluppo dei temi dellastoria e i ritmi e i tempi del racconto cinematografico, dovuta ad unamaggiore importanza assegnata alla sceneggiatura, rispetto almontaggio, nel guidare la successione dei sintagmi narrativi. Operain ogni caso memorabile per il sentimento di dolore e di amoredenegato che la pervade, quasi un requiem per celebrare il fallimentodelle utopie della giovinezza, “I tulipani di Haarlem” si giova delleriuscite interpretazioni dei due giovani attori Frank Grimes (un attoreirlandese di teatro), a suo agio nelle gags come nelle scenedrammatiche, e Carole Andrè, “di una freschezza contraddetta daqualcosa di spietato” (T. Kezich). Attorno a loro, una piccola folla dicaricature di una società conformista completa l’inquietante dansemacabre.

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