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Mar. 2012 - Area Studenti - Collegio Universitario Don Nicola Mazza

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Nadir<br />

<strong>Collegio</strong> <strong>Universitario</strong><br />

<strong>Don</strong> <strong>Nicola</strong> <strong>Mazza</strong><br />

la rivista degli studenti mazziani di padova<br />

Numero 2, marzo <strong>2012</strong> http://studenti.collegiomazza.it/nadir Copia gratuita<br />

Direzione Alessandro Dal Maso. Informazioni e Redazione a pagina 4. Nadir è una pubblicazione autofinanziata e autoprodotta del <strong>Collegio</strong> <strong>Universitario</strong> “<strong>Don</strong> <strong>Nicola</strong> <strong>Mazza</strong>” / Residenza “G. Tosi”: via dei Savonarola 176, 35137<br />

Padova, Italia; tel. +39 049 8734411, fax +39 049 8719477. Il Nadir è pubblicato in PDF all’indirizzo http://studenti.collegiomazza.it/nadir. ©<strong>2012</strong> Nadir. Disciplinato da licenza Creative Commons by-nc-sa. c


<strong>Collegio</strong> <strong>Universitario</strong><br />

<strong>Don</strong> <strong>Nicola</strong> <strong>Mazza</strong><br />

Direzione Alessandro Dal Maso. Informazioni e Redazione a pagina 6. Nadir è una pubblicazione autofinanziata e autoprodotta del <strong>Collegio</strong> <strong>Universitario</strong> “<strong>Don</strong> <strong>Nicola</strong> <strong>Mazza</strong>” / Residenza “G. Tosi”: via dei Savonarola 176, 35137<br />

Padova, Italia; tel. +39 049 8734411, fax +39 049 8719477. Il Nadir è pubblicato in PDF all’indirizzo http://studenti.collegiomazza.it/nadir. ©<strong>2012</strong> Nadir. Disciplinato da licenza Creative Commons by-nc-sa. c<br />

2 Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong><br />

In questo numero<br />

Nadir<br />

la rivista degli studenti mazziani di padova<br />

Numero 2, marzo <strong>2012</strong> http://studenti.collegiomazza.it/nadir Copia gratuita<br />

2 EDITORIALE<br />

3 COLLEGIO<br />

7<br />

Una nuova e moderna bacheca on<br />

line (Davide Rosi)<br />

Fatemi sprecare qualche parola.<br />

(Andrea Corbanese)<br />

Ammaz(z)zing!!! (Ezio Minicelli,<br />

Luca Ferrari, Nicolò Gianesini)<br />

La festa delle famiglie <strong>2012</strong> (Mirjam<br />

Vego)<br />

Linz (impressioni di uno studente<br />

italiano in Erasmus) (Stefano<br />

Giacomon)<br />

L’ANGOLO SMUSSATO DI<br />

COMODINO<br />

10 POLITICA<br />

I primi cento giorni del Governo<br />

Monti (Alessandro Dal Maso)<br />

Tangentopoli, vent’anni dopo<br />

(Demofilo)<br />

TAV: uno stipendio al centimetro<br />

(Maicol Galante)<br />

15 BIBLOSOFIA<br />

16 RECENSIONI<br />

Editoriale<br />

Alessandro Dal Maso<br />

Il mio più caro saluto a tutti i lettori!<br />

Quanti sono soliti seguirci hanno dovuto<br />

pazientare qualche mese più del solito,<br />

ma non verranno delusi da un numero<br />

quanto mai partecipato e variegato: consultate<br />

il sommario, qui sopra!<br />

Tra i tavoli della mensa, qualche tempo<br />

fa, mi lamentavo del fatto che recentemente<br />

in <strong>Collegio</strong> ci sono poche novità;<br />

la calma sembrerebbe regnare sovrana;<br />

tuttavia, oggi mi devo ricredere: qualche<br />

testimonianza e molte novità le trovate<br />

nelle pagine che seguono.<br />

Avvenimento di rilievo maggiore, e particolarmente<br />

sentito per chi lo scrive, è<br />

invece, l’elezione a nuovo Presidente del<br />

CDA del <strong>Collegio</strong> del prof. Flavio Rodeghiero.<br />

Nato a Foza nel 1960, è laureato in<br />

Flavio Rodeghiero<br />

Giurisprudenza, Scienze Politiche e Teologia,<br />

ed è stato membro della Commissione<br />

permanente Cultura ed Università<br />

della Camera dei Deputati nelle Legislature<br />

XII, XIII e XIV. È stato Commissario<br />

straordinario dell’ESU di Padova (fino<br />

allo scorso anno, in cui ha rassegnato le<br />

dimissioni per i tagli della Regione ai<br />

fondi che avrebbero dovuto finanziare le<br />

borse di studio, v. Nadir, nov. 2010, p. 9) e<br />

membro del Comitato Esecutivo dell’Associazione<br />

Nazionale degli Organismi<br />

per il Diritto allo Studio <strong>Universitario</strong>:<br />

durante tale mandato ha organizzato il<br />

Forum Europeo per il Diritto allo Studio<br />

2010. Alle politiche del 2001, è stato eletto<br />

Deputato nel <strong>Collegio</strong> di Cittadella; è<br />

stato eletto anche nelle politiche del 1996<br />

e del 1994, sempre come parlamentare<br />

della Lega Nord. Attualmente, il prof.<br />

Rodeghiero è docente a contratto presso<br />

l’Università di Roma “La Sapienza”, dove<br />

collabora al Progetto e alla Rivista “Eurostudium”,<br />

ed è giornalista pubblicista.<br />

Il curriculum del nuovo Presidente del<br />

CDA è davvero importante, soprattutto<br />

perché Rodeghiero si è speso, in maniera<br />

specifica, nel campo del Diritto allo Studio;<br />

tale dev’essere stata anche la fatica<br />

del Direttore Generale (don Francesco<br />

Massagrande) nel ricercare una persona<br />

che si potesse far carico del nostro ente<br />

in un periodo poco florido, sia per la con-<br />

giuntura economica, che spinge le casse<br />

centrali a ridurre sempre più gli investimenti<br />

nel campo della formazione, sia<br />

per il danno d’immagine avuto lo scorso<br />

anno con la “bolla” Bonaccorsi (l’articolo<br />

su Terra, l’apparizione su Report del 29<br />

maggio 2011), peraltro risoltasi con l’assoluzione<br />

dello stesso (11 giugno 2011).<br />

Il predecessore di Rodeghiero, l’on. Giuliano<br />

Zoso, non è stato molto amato dagli<br />

studenti, soprattutto all’inizio del mandato,<br />

tuttavia, ha saputo proporre il rinnovamento<br />

delle strutture delle residenze<br />

di Padova (un bell’esempio di come si<br />

possa innovare e investire facendo tesoro<br />

delle possibilità offerte dalla legislazione<br />

vigente); ha aperto la Residenza a Pescara<br />

(vedremo come andrà a finire). Ma il lavoro<br />

non è finito: occorre un costante aggiornamento,<br />

e, soprattutto, una sentita<br />

attenzione ai bisogni dello studente, che<br />

sono, purtroppo, in continua evoluzione.<br />

Le premesse per un buon operare sono<br />

scritte tutte nel curriculum del nuovo<br />

Presidente. L’augurio di trasformare<br />

queste premesse in miglioramenti tangibili<br />

(e su questi vigileremo) è per lui, ma,<br />

al tempo stesso, anche diretto a noi!<br />

Prima di concludere, desidererei ringraziare<br />

la Redazione e, come di consueto,<br />

chi stampa e rilega, ovvero Patrizia Norbiato.<br />

Buona lettura a tutti!


Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong> 3<br />

<strong>Collegio</strong><br />

Una nuova e moderna<br />

bacheca on line<br />

Davide Rosi<br />

Proposta di una bacheca online con le<br />

stesse funzionalità del blog, per favorire la<br />

comunicazione tra studenti e fra le varie<br />

commissioni.<br />

L’8 febbraio scorso, ai presidenti o referenti dei vari gruppi e<br />

commissioni è stato presentato un nuovo progetto: la realizzazione<br />

di una bacheca online del collegio. In realtà, più che una<br />

presentazione di un lavoro già compiuto voleva essere un incontro<br />

di dibattito e confronto, un’occasione per raccogliere le idee<br />

di noi studenti su come poter realizzare questo strumento, sulle<br />

sue finalità e sulla sua utilità.<br />

L’idea è partita dal Piano Uffici e dal Presidente dell’Assemblea<br />

che hanno notato, anche sulla base dell’ascolto delle esigenze<br />

di alcuni studenti, che al sito del collegio, efficiente dal punto<br />

di vista funzionale e delle offerte ma molto formale, mancava<br />

tutto l’aspetto “social”. Quella parte, per così dire, che fa girare<br />

il collegio, che lo anima e che parte direttamente dagli studenti.<br />

Quest’idea però non si voleva che fosse un qualcosa ancora una<br />

volta calato dall’alto, ma che sorgesse e si costituisse direttamente<br />

dal nostro contributo. Da qui l’idea di chiedere la collaborazione<br />

almeno iniziale delle varie anime del collegio tramite<br />

chi da loro è stata scelto per rappresentarle.<br />

Dal confronto tra tutti, per questo lavoro sono emerse fondamentalmente<br />

due finalità. La prima, interna, è la volontà da un<br />

lato di mantenere una sorta di diario delle attività del collegio<br />

che non si perda negli anni, in modo da poter diventare non solo<br />

un deposito di ricordi ma anche una probabile fabbrica di nuove<br />

idee, e dall’altro di coinvolgere ancora di più tutto il collegio.<br />

Capita spesso infatti che chi non partecipa a determinate attività<br />

non ne sappia assolutamente nulla, né prima che avvengano,<br />

perché scartate a priori in quanto si crede che non interessino,<br />

né dopo, perché non si sa come si siano svolte. Oppure molte<br />

volte succede che studenti assenti per qualche periodo dal collegio<br />

si perdano avvisi o avvenimenti importanti: basti pensare<br />

agli studenti in Erasmus, a quanto vorrebbero comunque mantenere<br />

un legame forte col collegio e a quanto noi qui potremmo<br />

trarre di positivo da una loro testimonianza in medias res; oppure<br />

agli studenti che abitano lontano e assentandosi per qualche<br />

settimana di ricongiungimento familiare poi tornano senza<br />

sapere nulla di quel che è accaduto qui; o anche a quanti di noi<br />

pur mancando dal collegio solo durante il week end vengono a<br />

scoprire nuovi appuntamenti, magari anche istituzionali, solamente<br />

al loro intorno a Padova. Questo strumento online vorrebbe<br />

invece diventare un grande portale di condivisione senza<br />

limiti spaziali e temporali. Come la nostra bacheca, ma trasferita<br />

su un piano tecnologico, con tutti i vantaggi che comporta.<br />

Una grande bacheca online quindi, dove accanto allo spazio per<br />

avvisi di riunioni/cene di commissione, prove, tornei, conferenze<br />

e verbali, sarà possibile sfruttare anche la modalità del blog.<br />

Ad esempio si potrà pubblicare foto e video, commentare, pubblicizzare,<br />

fare sondaggi, chiedere pareri ecc con spazi più ampi<br />

e liberi (come gli stati di più righe di facebook, per intendersi),<br />

di modo che forse anche chi se ne interessava poco potrebbe trovare<br />

più stimolante il lavoro di un’altra commissione e essere<br />

più motivato a partecipare alle altre attività. Inoltre, potrebbe<br />

unire ancora di più le varie anime del collegio nello spirito di<br />

confronto e collaborazione. Ogni commissione/gruppo avrà<br />

quindi il compito di tenere costantemente aggiornato il blog<br />

sulle proprie attività, come fa già sulla bacheca tradizionale,<br />

impegnandosi a pubblicare foto o quant’altro. A ciò, però, potrebbe<br />

contribuire anche qualunque altro studente, in maniera<br />

pur sempre decorosa e rispettosa. E come sull’attuale bacheca<br />

sarà riservato anche uno spazio per interventi del tutto personali<br />

come i tradizionali “mi laureo” o “vendo/compro” ecc.<br />

La seconda finalità invece, strettamente collegata a questa, è<br />

esterna: far conoscere il collegio. Tutti credo siamo concordi<br />

nell’affermare che questo collegio non è come molti altri, ma<br />

offre molto di più. Se a casa dici “abito in un collegio”, spesso<br />

la gente lo vede come un qualcosa di limitante e tutt’altro che<br />

adeguato alla vita di un giovane. Eppure il nostro collegio non è<br />

così. Anzi ci offre veramente molte opportunità di crescita, e la<br />

maggior parte di queste ce le offriamo noi stessi: questo aspetto<br />

forse manca nella visione del collegio che offriamo a chi non ne<br />

fa parte. Ma non è forse proprio questo lato della vita in comunità<br />

che ci fa stare qui e da valore a questa nostra scelta? Io credo<br />

di sì. E se molti ragazzi delle scuole superiori vedessero la genuinità,<br />

freschezza, spontaneità e volontà con cui noi studenti<br />

ci diamo da fare grazie alle opportunità che comunque offre il<br />

collegio, forse non rischierebbero di perdersi un percorso così<br />

importante per la loro crescita personale.<br />

Durante la tavola rotonda di cui parlavo prima, due dipendenti<br />

di Sinfonia Lab, un’agenzia di comunicazione responsabile della<br />

realizzazione di questo progetto, prendevano costantemente<br />

appunti, e lunedì 27 febbraio ci è stato mostrato un prototipo di<br />

come potrebbe concretamente articolarsi su una pagina Internet<br />

questa idea. Il progetto con ogni probabilità prenderà vita<br />

verso metà/fine Aprile, così da poter già raccogliere le attività<br />

che verranno proposte questo semestre.<br />

Questo primo periodo sarà quindi un periodo di rodaggio e sperimentazione<br />

del nuovo sistema, durante il quale sarà veramente<br />

possibile per tutti dare il proprio contributo. Ovviamente<br />

tutto dipende dalla volontà di ciascuno di mettersi in gioco e di<br />

volersi attivare anche su questo piano. Ma se vogliamo che veramente<br />

sia un qualcosa che rappresenti noi, dovremmo sentire<br />

tutti il bisogno di prenderne parte.


4 Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong><br />

<strong>Collegio</strong><br />

Fatemi sprecare<br />

qualche parola<br />

Andrea Corbanese<br />

Un po’ di meritata penitenza<br />

per aver fatto degenerare una<br />

discussione potenzialmente<br />

interessante.<br />

Si parlava di spreco con il terzo anno lunedì<br />

12 marzo, verso sera, argomento<br />

tosto... Ovvero, ammettiamolo, in questi<br />

tempi di austerità parlar male degli<br />

sprechi è più facile che sparare sulla Croce<br />

Rossa. Il problema vero è discernere<br />

cosa è effettivamente spreco e cosa non<br />

lo è. Ma io divago. Dicevo, si parlava di<br />

spreco e io che amo fare la primadonna<br />

sono arrivato sul posto con un’ora e<br />

mezza di ritardo – in realtà preparavo un<br />

esame, per carità, mettete via quel cappio...<br />

Perciò ho sprecato la mia occasione<br />

di parlare nel merito, come ho sprecato<br />

più tardi un’ottima occasione per star<br />

zitto. Forse anche questa potrebbe essere<br />

una buona occasione per appallottolare<br />

il mio foglio di Word, ma almeno,<br />

per quanto la parola scritta sia ingannatrice<br />

essa ha il vantaggio di poter essere<br />

ignorata molto più efficacemente della<br />

parola parlata. Perciò se vi interessa una<br />

mia personale riflessione sull’argomento<br />

siete i benvenuti. Altrimenti, conforme<br />

allo spirito di basso impatto ecologico,<br />

riciclerò una battuta: fuggite, sciocchi!<br />

La mia riflessione vorrebbe partire da un<br />

famoso libro, scritto nei primi anni del<br />

secondo dopoguerra. Il libro, probabilmente<br />

ne avrete sentito parlare, è “1984”.<br />

Se ne parla spesso quando si vuol riflettere<br />

su temi come la privacy del cittadino,<br />

la manipolazione dell’informazione e in<br />

generale il totalitarismo. La dittatura che<br />

compare nel libro ha infatti caratteristiche<br />

come il controllo assoluto sulla vita<br />

dei propri cittadini, la distorsione sistematica<br />

della verità storica e perfino della<br />

cronaca, ma anche un altro aspetto interessante:<br />

la guerra perpetua contro due<br />

superpotenze rivali. Una guerra che è più<br />

questione di politica interna che estera, e<br />

ha un duplice (e tacito) scopo: da una parte,<br />

il clima di paura, il sospetto e la rabbia<br />

sono usati per mantenere la popolazione<br />

in uno stato di incoscienza, dirigere le<br />

sue energie contro l’esterno e renderla<br />

più docile ai suoi padroni, dall’altra le<br />

continue distruzioni operate da ciascuno<br />

dai belligeranti a danno degli altri fanno<br />

sì che la produzione industriale continui<br />

a ritmo frenetico senza portare alcun<br />

vantaggio alla gente, e qui arriviamo al<br />

tema dello spreco. In altre parole: senza<br />

bisogno di operare contro la forza quasi<br />

irresistibile del progresso, lo spreco può<br />

essere usato come strumento per annullarne<br />

gli effetti benefici e, in un mondo<br />

in cui la forza della macchina potrebbe<br />

garantire a tutti una vita decorosa, permette<br />

di mantenere la popolazione in<br />

quello stato di miseria che la abbrutisce,<br />

le toglie la facoltà di pensare ad altro che<br />

ai propri bisogni materiali e la rende facile<br />

da manipolare. Bisogna tenere conto<br />

che George Orwell, l’autore, era un uomo<br />

di sinistra, per quanto in rapporti non<br />

idilliaci con il comunismo; visto che siamo<br />

fuori sessione, oltre a “1984” vi consiglio<br />

di dare un’occhiata a “Omaggio alla<br />

Catalogna”, dello stesso autore: oltre a<br />

essere un gran bel libro, fa capire abbastanza<br />

bene come sono maturate molte<br />

delle sue idee. Nella cultura della sinistra<br />

ai tempi (fine anni ‘40) in cui scriveva<br />

Orwell era forse ancora fresca l’idea, che<br />

credo si possa attribuire al buon Feuerbach,<br />

che se gli stomaci avessero smesso<br />

di brontolare i cervelli avrebbero potuto<br />

pensare più liberamente. Feuerbach, fatemi<br />

aprire una parentesi, è il filosofo cui<br />

si attribuiscono la frase “noi siamo quello<br />

che mangiamo” (con un senso profondo<br />

legato alla cultura e non necessariamente<br />

solo alla gastronomia), l’idea che l’uomo<br />

non possa essere visto in effetti solo come<br />

singolo bensì sempre in relazione con gli<br />

altri uomini, e quella che Dio sia creato<br />

dall’uomo a sua immagine e somiglianza.<br />

Chiudendo la parentesi, per quanto si<br />

possa discutere su opinioni del genere, vi<br />

dirò, e chiamo a testimone chi mi conosce<br />

bene: io quando ho fame sono, molto più<br />

del solito, testardo, irragionevole e inutilmente<br />

polemico. Il discorso dell’autore<br />

(nella finzione letteraria il concetto<br />

è espresso da un libro “eretico”) è molto<br />

più ampio, e si fonda su una articolata<br />

idea di lotta di classe. Ora, noi non viviamo<br />

nell’Oceania di “1984” ma è pur vero<br />

che se qualcosa può essere mezzo per un<br />

dato fine, deve essere causa per quel determinato<br />

effetto: voglio dire, anche se<br />

non la si vede come parte di una perversa<br />

strategia di qualche potere occulto, la cultura<br />

dello spreco – di risorse, di energie,<br />

di tempo, ma anche di noi stessi – può<br />

essere per noi fonte di danni e portarci a<br />

limitare senza motivo la nostra libertà.<br />

Nel corso dell’incontro di cui si parlava<br />

all’inizio qualcuno ha indicato in<br />

qualche modo la logica come strada per<br />

sottrarsi all’influenza di questa cultura.<br />

Il libro che ho citato poco fa arriva a<br />

ridimensionare perfino la fiducia nella<br />

logica; in effetti, non c’è praticamente<br />

Nadir, marzo <strong>2012</strong><br />

La rivista degli studenti mazziani di Padova<br />

Nadir è una pubblicazione autofinanziata e autoprodotta<br />

del <strong>Collegio</strong> <strong>Universitario</strong> “<strong>Don</strong> <strong>Nicola</strong><br />

<strong>Mazza</strong>” / Residenza “G. Tosi”: via dei Savonarola 176,<br />

35137 Padova, Italia; tel. +39 049 8734411, fax +39<br />

049 8719477 / Residenza “I. Scopoli”: via Canal 14, 35137<br />

Padova, Italia; tel. +39 049 8732210, fax +39 049<br />

8732251; sito: http://www.collegiomazza.it<br />

Direzione Alessandro Dal Maso<br />

Redazione Giovanni Battocchio, Andrea Corbanese,<br />

Maicol Galante, Jerryman Gyamfi, Davide Rosi<br />

Copertina Giovanni Battocchio<br />

Grafica e impaginazione Alessandro Dal Maso<br />

Stampa Patrizia Norbiato<br />

Chiuso in Redazione il 20 marzo <strong>2012</strong> alle 21.35.<br />

Chi desiderasse unirsi alla Redazione o scrivere un<br />

articolo senza impegno non esiti a contattarci all’indirizzo<br />

redazione.nadir@gmail.com o allo 049 8734568.<br />

Si ricorda che il Nadir è pubblicato in PDF e scaricabile<br />

all’indirizzo http://studenti.collegiomazza.it/nadir.<br />

La rivista è composta con i caratteri Lexicon e The-<br />

Sans, mentre il logo Nadir è in Akzidenz Grotesk.<br />

cbna<br />

©<strong>2012</strong> Nadir. Gli articoli sono disciplinati da licenza<br />

Creative Commons by-nc-sa (testo completo su http://<br />

creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/).


Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong> 5<br />

nessun aspetto dell’umanità – intesa<br />

come natura umana – che in “1984” non<br />

sia in definitiva colpito dalla sfiducia.<br />

Del resto, pur non avendo ancora dato<br />

l’esame di Logica, posso dirvi che un<br />

rigorosissimo procedimento logico in<br />

una teoria che ammetta anche una sola<br />

contraddizione permette di dimostrare<br />

qualsiasi cosa, dall’onniscienza del<br />

moscerino della frutta fino al fatto che<br />

il Monte Everest è stato costruito l’altro<br />

ieri con carta igienica e colla vinilica per<br />

difendere la vallata sottostante dal vento<br />

freddo che aveva causato un’epidemia di<br />

torcicollo 1 . Perciò neanche la logica è un<br />

antidoto sicuro a tutti i veleni, a meno<br />

che voi non siate l’onnisciente moscerino<br />

della frutta, capaci quindi di valutare<br />

con certezza se le premesse del vostro<br />

ragionamento sono corrette e coerenti.<br />

A questo punto io sono molto allegro,<br />

potete immaginare, perché mi sembra<br />

che l’unica risposta concreta, sensata filosoficamente<br />

e che non rischia di cadere<br />

in posizioni assurde sia un’allargata di<br />

braccia e un grosso “mah”. Detto questo,<br />

posso arrendermi al fatto di non saper<br />

esplorare l’argomento in modo intelligente<br />

e sistematico e dedicarmi a ciò che<br />

preferisco: dire qualche sciocchezza delle<br />

mie – e c’è sempre il rischio che a voi<br />

passi almeno uno stimolo interessante.<br />

L’avevo detto fin dall’inizio, decidere<br />

cosa sia spreco probabilmente è il problema<br />

più scottante, eppure è innegabile<br />

che se sentiamo qualcosa come spreco un<br />

minimo di remora morale, se non proprio<br />

di rabbia, lo sentiamo. Difatti l’appello<br />

al risparmio è una tattica efficace<br />

per vari scopi: son passati pochi anni da<br />

quando un noto esponente politico ha invitato<br />

i cittadini a non sprecare il proprio<br />

voto dandolo a partiti che avevano poca<br />

speranza di vincere le elezioni. Senza che<br />

pensiate che io voglia accostare le due<br />

cose, un altro esempio un po’ più forte:<br />

qualche decennio fa, Stati lungimiranti e<br />

attenti allo spreco avevano fra le proprie<br />

priorità l’eliminazione fisica dei cittadini<br />

che, per l’illuminato giudizio dei loro governanti,<br />

non contribuivano al progresso<br />

1 Per gli appassionati di matematica,<br />

questo è un semplice risultato che si trova in<br />

Metodo Assiomatico: “a e non-a implica b” è una<br />

tautologia, e ogni teoria assiomatica dimostra<br />

ogni tautologia. Ma se “a e non-a” è verificata,<br />

perché la prima proposizione sia vera b deve essere<br />

vera a sua volta. Dall’arbitrarietà di b segue<br />

la tesi.<br />

materiale e spirituale del loro Paese. Bisogna<br />

stare molto attenti a quali valori<br />

si hanno in mente, parlando di un argomento<br />

simile. Un esempio chiaro di come<br />

l’idea di spreco sia opinabile è il classico<br />

scambio di battute madre-figlio: “Non<br />

puoi lasciare là tutta quella roba, non ti<br />

vergogni? Pensa ai bambini in Africa che<br />

muoiono di fame!” “Perché la minestra<br />

non la dai a loro allora, visto che io non<br />

ho fame?”. Posso ammettere che se un<br />

bambino rispondesse in questo modo la<br />

reazione della madre sarebbe pelargli il<br />

sedere a scapaccioni. Eppure non avrebbe<br />

anche lui la sua fetta di ragione? Pensando<br />

a figli un po’ più cresciuti, quello che<br />

si paga per mantenere un figlio a studiare<br />

all’università, magari in collegio, vestirebbe<br />

e sfamerebbe parecchia gente, in<br />

una zona con un costo della vita più ragionevole.<br />

Come la mettiamo? Molte cose<br />

che appaiono deprecabili si possono considerare<br />

da altri punti di vista: il consumismo<br />

è una cosa pericolosa, eppure a tutti<br />

è chiaro che è meglio avere più del necessario<br />

che meno, se si produce più del necessario<br />

bisogna pur vendere il frutto del<br />

proprio lavoro, e se qualcosa non è strettamente<br />

necessario o la si butta via o si<br />

convince la gente che è utile. Le borse e le<br />

banche ci appaiono a volte covi di arrivisti<br />

e profittatori; lunedì sera se ne è parlato<br />

in termini poco amorevoli, ma c’è poco<br />

da stupirsi se le banche fanno il proprio<br />

interesse prima di quello della gente. Perfino<br />

nell’antica Grecia la gente faceva fallimento,<br />

mercanti arrivavano ad affondare<br />

la propria nave pur di frodare banche e<br />

assicurazioni. Del resto, la gente si rivolge<br />

alle banche nel proprio interesse o nel<br />

loro? E per quanto piaccia poco pensare ai<br />

giochi di prestigio che fa la finanza, essa<br />

è nata con lo scopo di permettere a molta<br />

gente di investire qualcosa in un’attività<br />

senza rischiare di perdere tutti i risparmi<br />

per un rovescio. Se il tutto prende a<br />

volte la forma di una spaventosa bisca è<br />

perché si ricerca un profitto, e non sono<br />

certo solo i broker ad amare il gioco d’azzardo.<br />

Peraltro se la nostra specie amasse<br />

accontentarsi avrebbe potuto continuare<br />

a raccogliere le fragole invece di darsi<br />

all’agricoltura, e rispettare la sacralità<br />

della vita delle fiere invece che passare<br />

da preda a predatrice. Per quanto certamente<br />

non siamo noi figli dell’Occidente<br />

i padroni della Terra, siamo sicuri di<br />

non essere la classe “di mezzo” che, come<br />

suggeriva Orwell, più o meno inconsapevolmente<br />

deve servirsi per i suoi scopi<br />

della miseria di chi sta più in basso? <br />

My Shelter Island<br />

Drunk and weird with curiosity<br />

I departed my beloved Island<br />

To firmly grip this World<br />

Unknowingly pervaded with pervesity.<br />

I was hopped and flung like an eland<br />

From this to that grassland<br />

By a consuming hunger for pleasure,<br />

The making of the imagined reality:<br />

A servitude to hedonism without measure.<br />

All to let the then silky young pious<br />

Feel the breeze and heat of life’s nimbus.<br />

I saw nothing but my hideous<br />

Aspirations, desires: scourging finn<br />

Intruded secretly in my sweet cup of life.<br />

Now, hear them day and night strife<br />

Against the good and incorruptible<br />

Man left who unwearily wars for a win.<br />

Though vain hopes seem inexorable<br />

There exists hope even for a tree:<br />

Cut it down and yet it sprouts a lee<br />

And its own twig will not cease to be;<br />

If its root grows old and its stump dies<br />

At the scent of water it will certainly rise<br />

And produce a bough like a new gland.<br />

Take me, Captain, back to my Shelter<br />

Island.<br />

(JAGS)<br />

Melissa<br />

La dolcezza del miele è nel tuo nome<br />

E insieme la durezza<br />

Di una punta avvelenata.<br />

Pallida e fredda<br />

Statua antica di Dea, di volta in volta<br />

Pauroso idolo senza pietà<br />

Volto di beatitudine celeste<br />

Insondabile nella sua profondità<br />

Al mio occhio profano.<br />

Vergine dall’occhio cerulo<br />

Il braccio bianco tuo e il capo biondo<br />

Ricordano oro e avorio<br />

Che con mano d’artista<br />

Foggiò Fidia su quella rocca eterna<br />

Che soltanto poterono piegare<br />

I Laconi per sempre bellicosi<br />

E gli strali di Febo.<br />

Se tu potessi mai cedere a quelli<br />

Più micidiali ancora che saetta<br />

Il cieco demone che partorì<br />

La Povertà all’Ingegno!<br />

(Francesco Nuvolo)


6 Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong><br />

<strong>Collegio</strong><br />

Ammaz(z)ing!!!<br />

Ezio Minnicelli, Luca Ferrari, Nicolò Gianesini<br />

Partenza stellare per la nuova<br />

formazione di calcio a 5<br />

mazziana ai Ludi del Bo<br />

Erano le 18.35 del primo Febbraio, quando<br />

il general manager <strong>Don</strong> <strong>Mar</strong>io Manara si<br />

presentava ai microfoni dell’affollatissima<br />

sala stampa dell’esclusivo hotel Plaza<br />

di Padova. Alle pressanti domande della<br />

platea in fermento, platea che vedeva presenti<br />

illustri nomi del peso di Giampiero<br />

Galeazzi, Fabio Caressa e <strong>Mar</strong>co Travaglio,<br />

il GM rispondeva estraendo da sotto<br />

il tavolo una magnum di champagne e<br />

versandosene un bicchiere esclamava: “E’<br />

finito il tempo delle vacche magre, usciti<br />

dal deserto, l’obiettivo è uno solo: la Finale!”.<br />

La perentoria affermazione creava<br />

attimi di disorientamento in sala, ma alla<br />

luce della faraonica campagna acquisti<br />

autunnale non appariva una mera provocazione.<br />

7,01<br />

Ezio Minnicelli<br />

7,24<br />

Luca E. Ferrari<br />

Le votazioni su fubles.com: generose?<br />

Lo staff tecnico ha assemblato la più formidabile<br />

compagine mazziana dell’ultimo<br />

millennio. Fatto tesoro degli errori<br />

dell’anno passato, si è seguita una linea di<br />

rinnovamento nei punti chiave, non badando<br />

a spese grazie alla liquidità giunta<br />

dopo l’entrata nel pacchetto azionario del<br />

noto magnate algerino Mohamed Chalal,<br />

proprietario della Algerian Farmaceutical<br />

Industries Incorporates.<br />

Il primo Tassello ad essere inserito è stato<br />

l’allenatore. Dopo l’interminabile telenovela<br />

estiva, dalla quale erano trapelati<br />

nomi come Giovanni Trapattoni, Dino<br />

Zoff e Gandalf il Bianco, la società ha optato<br />

per colui che lo stesso José Mourinho<br />

definisce il più innovativo stratega della<br />

nuova generazione: <strong>Nicola</strong> Moulinari<br />

conosciuto come Il Giauro di Brescia San<br />

Polo. Si tratta di una macchina da competizione<br />

che non disdegna affiancare alle<br />

tradizionali tecniche di allenamento gli<br />

ultimi ritrovati della fisica sperimentale.<br />

Per quanto riguarda i giocatori, il pacchetto<br />

portieri è stato completato dalla giovane<br />

promessa Michele Fadone che affiancherà<br />

il ritrovato Matteo Fallucca di ritorno dalle<br />

terapie riabilitative presso l’Orthopedic<br />

Hospital di Salvador di Bahia.<br />

La difesa può vantare i pilastri Matteo Suspensao<br />

detto “Sfragara” e Michele Santarsiero<br />

meglio noto come “La freccia di<br />

Venosa”, una coppia che rinverdisce i fasti<br />

del duo Maldini-Baresi.<br />

Sicuramente il punto di forza della squadra,<br />

il centrocampo non ha nulla da invidiare<br />

a quelli delle più blasonate formazioni<br />

europee. Diversi sono gli elementi<br />

sottratti alle mire del Barcellona: Luca Enrico<br />

Ferrari senatore inamovibile che dopo<br />

aver seguito un programma di allenamento<br />

studiato dal personal trainer Vincenzo<br />

Morello, si presenta in forma smagliante;<br />

Nicolò Gianesini cuore e polmoni direttamente<br />

dalle distillerie bassanesi; Stefano<br />

Ziccardi centrocampista dal gol facile e dal<br />

fascino centroamericano; Bramir Hoxjai<br />

talento scovato nella prima divisione albanese;<br />

Gerardo Pugliese conosciuto per la<br />

sua flemma in campo e fuori.<br />

Infine un attacco dal potenziale atomico,<br />

ma dall’affiatamento non ancora perfetto.<br />

E’ un trio dalle caratteristiche complementari<br />

composto da Ezio Minnicelli<br />

capitano ed icona dello sport mazziano,<br />

Riccardo Mattia Baldo che deve dimostrare<br />

di valere i milioni spesi l’anno passato,<br />

Andrea <strong>Mar</strong>torana ariete appena arrivato<br />

che potrebbe garantire minuti di grande<br />

fisicità.<br />

All’annuncio dei gironi, il <strong>Mazza</strong> ha tirato<br />

un sospiro di sollievo, evitando i pericolosi<br />

Suca Duca e i sempre poco piacevoli AS<br />

Tronzi. Secondo le principali agenzie di<br />

scommesse il passaggio del turno è considerato<br />

una pura formalità, con il <strong>Mazza</strong><br />

quotato a 1.35 per l’approdo agli ottavi. Infatti<br />

gli avversari del girone sono gli Zero<br />

Crediti, il cui nome è tutto un programma,<br />

i misteriosi Vicolantes e gli anonimi<br />

CUAMM.<br />

La prima giornata non ha comportato alcuna<br />

sorpresa con una vittoria schiacciasassi<br />

per il <strong>Mazza</strong> cha ha annientato gli<br />

Zero Crediti con un sonante 9-4. Nella<br />

vittoria hanno brillato particolarmente<br />

la sagacia tattica del coach Moulinari e le<br />

serpentine ubriacanti di un ispirato Ferrari.<br />

Rimarchevole anche la prova di Michele<br />

Santarsiero che ha deliziato il pubblico<br />

con uno splendido goal in velocità<br />

che ha fulminato il portiere avversario.<br />

Nonostante l’impegno poco probante, è<br />

emersa la grande qualità del collettivo che<br />

ha rispecchiato i valori preventivati dalla<br />

dirigenza.<br />

Ora si annuncia una lunga pausa nel calendario,<br />

causa il gran numero di squadre (34)<br />

iscritte quest’anno ai Ludi del Bo. Il <strong>Mazza</strong><br />

scenderà di nuovo in campo il 2 Maggio<br />

ore 18.30 contro il CUAMM. Approfittando<br />

della sosta forzata, i giocatori si stanno<br />

preparando al meglio per presentarsi in<br />

condizioni fisiche e mentali perfette per i<br />

successivi decisivi incontri.<br />

In ultimo una nota di folklore. A termine<br />

della prima gara, i giocatori del <strong>Mazza</strong><br />

circondati da una folla di ammiratrici, si<br />

sono gentilmente concessi per autografi<br />

e fotografie ritardando di una mezz’ora<br />

la partenza dell’autobus per la sede societaria.<br />

Alla ripartenza del mezzo, un mai<br />

domo Ziccardi salutava le ultime scatenate<br />

fans lanciando baci e i calzettoni appena<br />

usati in partita.<br />

Inoltre il capitano Minnicelli non ha lesinato<br />

i complimenti alla tifoseria, chiedendo<br />

un impegno continuo e se possibile<br />

ancora maggiore nel proseguo del torneo.<br />

Adesso il polso della squadra è in mano<br />

allo stratega Moulinari che conscio dei<br />

rischi che comporta un calo di tensione,<br />

mentre i giocatori festeggiavano con i tifosi,<br />

citando il Trap ha dichiarato ai microfoni<br />

di Sky: “Never say cat, if you don’t<br />

have in the sac”.


Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong> 7<br />

La Festa delle<br />

Famiglie <strong>2012</strong><br />

Mirjam Vego<br />

Diciotto...lettere per una tradizione del<br />

collegio: la coincidenza ha voluto che accadesse<br />

il 18 marzo!! Visita alle residenze,<br />

santa Messa, premiazione dei laureati,<br />

pranzo, intrattenimento, pausa, concerto<br />

d’organo: questo è stato il programma<br />

della giornata, programma abituale della<br />

tradizione più amata dai nostri mamme<br />

e papà...la Festa delle Famiglie! Diversamente,<br />

gli allievi possono essere classificati<br />

secondo dei prototipi:<br />

-il fuggitivo: fin dall’inizio dell’anno accademico<br />

nella sua mente un piano di evasione<br />

è stato programmato con cura; a Bologna,<br />

a Roma o a casa, il 18 marzo avrebbe<br />

avuto un impegno irrevocabile!!!<br />

-il tutto-fare: organizza, scompare e compare<br />

a sprazzi; il suo nome è dappertutto,<br />

tutti lo cercano ma lui non si vede... con diplomazia<br />

gestisce le proprie attività, ne aggiunge<br />

una e ne incastra un’altra... e anche<br />

per questa giornata un impegno di troppo<br />

ha impedito la sua presenza!!!<br />

-l’in-castrato: se anche avesse voluto, non<br />

poteva dire di no; la mamma, il direttore,<br />

l’amico, il vecchio e la coscienza l’hanno<br />

convinto a dire....sì!<br />

-l’iperattivo: non è richiesta la sua presenza,<br />

non viene cercato, nè invitato ad organizzare,<br />

ma lui c’è sempre: un impegno è<br />

un impegno, quello che non lo è, lo diventa!!!<br />

Sicuramente le matricole “devono” partecipare:<br />

contro voglia o accondiscendenti,<br />

la famiglia è caldamente invitata e, anzi,<br />

desidera ardentemente conoscere la vita<br />

in collegio...e il bravo mazziano non può<br />

deluderla! Anche quest’anno il gruppo<br />

SMDM si è organizzato peculiarmente per<br />

l’intrattenimento: musica, foto, filmato e<br />

animazione hanno egregiamente coronato<br />

i desideri di ogni genitore! Il coro ha fatto<br />

la tradizionale cornice: pranzo veloce,<br />

prova e una cantata per digerire...(i coristi<br />

sono un esempio per il prototipo dell’incastrato!).<br />

Sicuramente il collegio “non è un luogo comune”:<br />

via libera ai rinfreschi, ai fiori e alle<br />

strette di mano; il pranzo-buffet, snobbato<br />

da alcuni e apprezzato dagli altri, ha ottimizzato<br />

i tempi ed è stata la novità dell’anno:<br />

la possibilità di non fare la fila ai tavoli<br />

ha segnato la svolta decisiva per evitare<br />

le code immense dopo la messa... quanta<br />

gente già dalla benedizione si preparava al<br />

segno di croce come ad un “Pronti-Via” per<br />

la corsa al cibo? e quei poveri laureati sempre<br />

in fondo alla fila... Quest’anno hanno<br />

pranzato con tutti gli altri; anche <strong>Don</strong> Corrado<br />

Ginami che, dopo aver celebrato la<br />

messa, li ha premiati uno ad uno!!<br />

Sicuramente gli allievi sono ospitali: come<br />

tutte le formalità, invitare qualcuno richiede<br />

sempre sorrisi ed elasticità; la si può<br />

chiamare convenienza, se si vuole essere<br />

difficili e critici, la si può chiamare timidezza<br />

e poca confidenza, se si vuole essere<br />

propositivi.<br />

Sicuramente questa nostra tradizione può<br />

dirsi riuscita: come ogni anno, qualcuno si<br />

è sentito obbligato a partecipare, qualcuno<br />

a fuggire, qualcuno, nell’indecisione, ad<br />

aggregarsi con i primi o con i secondi; le<br />

matricole hanno fatto del loro meglio, e si<br />

è visto!<br />

Di mio aggiungerei un ultimo prototipo<br />

che non rientra nelle precedenti descrizioni:<br />

-il tampone: una via di mezzo tra l’incastrato<br />

e l’iperattivo; grazie a tutti quelli<br />

che hanno sostituito gli assenti e si sono<br />

impegnati anche per loro!!! <br />

L’angolo smussato di comodino 1<br />

Riccardo Baldo<br />

Un po’ di storia: questo spazio nasce da<br />

un’ esigenza di bla bla bla... insomma,<br />

l’ultimo Nadir era noioso come un intervento<br />

di Pepe. Quindi vogliamo rispolverare<br />

il vecchio e giojjjjjjjjoso Nadir.<br />

Per cominciare un po’ di rebus (i primi 2<br />

sono immediati, gli altri pure):<br />

(9,7)


8 Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong><br />

<strong>Collegio</strong><br />

Linz (impressioni di<br />

uno studente italiano in<br />

Erasmus)<br />

Stefano Giacomon<br />

Ciao ragazzi.<br />

Qualche giorno fa mi ha raggiunto una<br />

mail di don <strong>Mar</strong>io a chiedermi di scrivere<br />

qualcosa circa l’esperienza che sto vivendo<br />

in Austria.<br />

A dir la verità sto tenendo un vero e proprio<br />

diario giornaliero e al momento in cui<br />

scrivo conta oltre una trentina di pagine.<br />

Inviarle tutte era impensabile e un riassunto<br />

forse non avrebbe reso giustizia al<br />

taglio del lavoro.<br />

Così ho pensato di estrarre qualche giornata.<br />

Buona lettura e un saluto a tutti dall’Alta<br />

Austria.<br />

Domenica 12 febbraio<br />

Questo è il mio terzo giorno e devo dire<br />

che ho fatto presto ad ambientarmi.<br />

Il viaggio è andato bene. Treni puliti e<br />

puntuali, inutile dirlo. Fino a Innsbruck<br />

ho condiviso lo scompartimento con una<br />

ragazza di Milano, Lucia, e poi fino a Linz<br />

ho chiacchierato con Gunter, un ragazzo<br />

tirolese.<br />

<strong>Mar</strong>garita e Sarah, le mie tutor, sono venute<br />

a prendermi in stazione e mi hanno<br />

accompagnato al Julius Raab Heim, l’alloggio<br />

in cui risiedo. In definitiva abito<br />

qui, in camera singola con bagno.<br />

Alcuni ragazzi del gruppo Erasmus<br />

La cucina è condivisa, ma ognuno ha il<br />

proprio spazio ben definito e (al momento)<br />

rispettato. C’è pure la raccolta differenziata.<br />

Cosa voglio di più? =)<br />

Stranamente in reception non parlano<br />

l’inglese e quindi ho dovuto subito adeguarmi<br />

con la lingua. In camera poi ho la<br />

TV via cavo. Che strano guardare CSI doppiato<br />

(male) in tedesco.<br />

La residenza è davvero molto bella. Lo<br />

standard qualitativo è piuttosto alto. C’è<br />

pure la piscina, che per noi residenti (a<br />

proposito, siamo in 1310 suddivisi in 13<br />

piani da circa 100 persone ciascuno!!!) è<br />

gratuita. Poco fa ho fatto la mia prima<br />

nuotata.<br />

Lo Julius Raab Heim è anche un hotel, e<br />

agli ospiti di studenti residenti vengono<br />

praticati prezzi di favore. [Per cui se volete<br />

venire a stare qualche giorno… kein Problem<br />

(nessun problema)].<br />

Lunedì 13 febbraio<br />

In mattinata noi ragazzi erasmus siamo<br />

stati convocati in aula magna per il “benvenuto<br />

ufficiale” e per una prima conoscenza.<br />

Siamo in circa 200, molte più ragazze<br />

che ragazzi, provenienti da ogni<br />

angolo del pianeta. Ciascuno di noi si è<br />

presentato agli altri in inglese. Sembrava<br />

di essere in una di quelle assemblee internazionali<br />

che spesso vengono trasmesse in<br />

TV.<br />

È costruttivo il confronto con altre culture,<br />

che fa capire quanto siamo simili ma<br />

anche diversi, che fa capire soprattutto<br />

quanto sia ingenuo e anacronistico fermarsi<br />

ad ammirare solo il proprio orticello.<br />

Il tempo è variabile: la neve si alterna alla<br />

pioggia e la pioggia si alterna al sole. Le<br />

uniche costanti sono il vento e la temperatura,<br />

sempre troppo fredda per i miei<br />

gusti.<br />

<strong>Mar</strong>tedì 21 febbraio<br />

Oggi abbiamo visitato il cuore cittadino.<br />

Data l’alta affluenza siamo stati divisi in<br />

due gruppi, ciascuno seguito da una guida<br />

turistica locale che fortunatamente parlava<br />

inglese. Dopo una breve contemplazione<br />

del panorama da una collina (il tempo<br />

ci ha aiutato molto da questo punto di<br />

vista), abbiamo visitato una piccola chiesa<br />

antica, il municipio, l’Ars Electronica<br />

Center (museo interattivo di elettronica)<br />

e il Lentos Kunstmuseum (museo d’arte<br />

moderna e contemporanea). Proseguendo<br />

verso il centro ci siamo imbattuti in una<br />

parata di carnevale e non ci siamo fatti<br />

mancare qualche foto.<br />

Il motto cittadino è “Linz verändert”, che<br />

significa “Linz cambia”. Infatti Linz è considerata<br />

da sempre la Milano dell’Austria.<br />

Vienna sta all’arte barocca come Linz sta<br />

alle aziende, per intenderci. Tuttavia da<br />

una quindicina d’anni a questa parte sta<br />

abbracciando sempre di più l’arte e l’architettura<br />

contemporanea, tanto da diventare<br />

“Capitale Europea della Cultura”<br />

nel 2009. Certo è che non acquisterà mai il<br />

fascino e lo sfarzo di Vienna.<br />

La città conta oltre 190.000 abitanti, mentre<br />

l’università accoglie circa 18.000 studenti.<br />

Lunedì 27 febbraio<br />

In serata l’università ha organizzato un<br />

vero e proprio ricevimento in nostro onore,<br />

con tanto di buffet e foto di rito tra le<br />

autorità locali e noi ragazzi erasmus suddivisi<br />

per nazionalità (gli italiani sono solo<br />

tre: il sottoscritto, Matteo da Vicenza e Federica<br />

da Novara).<br />

Siamo stati accolti nell’aula magna, che<br />

per l’occasione era addobbata a festa.<br />

Tutto gravitava attorno al tema della cultura<br />

locale, con musiche e danze a corredo;<br />

persino il personale universitario indossava<br />

vestiti tipici austriaci!<br />

Sono seguiti alcuni interventi di professori<br />

ed esponenti politici dell’Alta Austria<br />

sull’importanza di questa esperienza di<br />

studio internazionale e sul privilegio che


Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong> 9<br />

abbiamo nel poterne godere. Ci hanno<br />

ricordato di farne tesoro e di viverla appieno,<br />

per il nostro futuro umano e professionale.<br />

Interventi retorici, se volete, ma che<br />

è stato comunque interessante ascoltare.<br />

È stato bello sentirsi parte di una grande<br />

comunità globale. Persone diverse provenienti<br />

da tutto il mondo che si ritrovano a<br />

vivere insieme un pezzetto di vita.<br />

Lunedì 5 marzo<br />

Oggi ho iniziato a recarmi nel dipartimento<br />

di “Human Resource and Change Management”,<br />

dove farò la tesi.<br />

Ci lavora una decina di persone, tra dottorandi,<br />

ricercatori, il direttore e una segretaria.<br />

Il mio relatore (nonché direttore<br />

del dipartimento) non l’ho ancora incontrato.<br />

Per ora interagisco soprattutto con<br />

Christian, un dottorando che però abita a<br />

Vienna e viene a Linz solo due volte a settimana.<br />

Nonostante ci fossimo accordati di parlare<br />

in inglese mentre lavoriamo, di fatto la<br />

stragrande maggioranza delle volte usiamo<br />

il tedesco. Idem con i restanti colleghi<br />

e con la segretaria. Ovviamente spesso<br />

sbaglio, chiedo di ripetere o parlo un po’<br />

sgrammaticato, ma perlomeno mi butto.<br />

L’edificio non è molto grande; il dipartimento<br />

si sviluppa su un solo piano, il secondo<br />

precisamente. Ciononostante mi<br />

piace, perché ricrea un ambiente familiare.<br />

Ho il mio ufficio, o perlomeno mi piace<br />

pensarlo. In realtà è una saletta riunioni<br />

con un paio di postazioni di lavoro, ma<br />

essendo quasi sempre vuota la considero<br />

tale.<br />

C’è pure una cucina dove possiamo farci<br />

Linz, Alta Austria<br />

da mangiare (anche se spesso siamo pigri<br />

e preferiamo andare nella mensa universitaria<br />

vicina), un’indispensabile macchinetta<br />

del caffè puntualmente oggetto<br />

delle nostre attenzioni, un cesto di frutta<br />

in bella vista su un tavolino affusolato al<br />

centro del corridoio e… tante birre! Il perché<br />

delle birre è presto detto: stasera organizzano<br />

una “festa” di presentazione<br />

della facoltà ai nuovi studenti del corso<br />

di “General Management” e si prevedono<br />

oltre 100 giovani austriaci assetati di questa<br />

apprezzata bevanda moderatamente<br />

alcolica.<br />

Io invece non ci andrò. Sono invitato assieme<br />

agli altri ragazzi erasmus a mangiare<br />

cibo austriaco. L’università infatti ha previsto<br />

per questo semestre una serie di “incontri<br />

culinari”. Mette a disposizione un<br />

budget di 80 euro ai ragazzi rappresentanti<br />

specifiche zone geografiche con il quale<br />

preparare del cibo tipico da fare assaggiare<br />

agli altri studenti. Questa sera tocca a chi<br />

gioca in casa e quindi vada per l’Österreicher<br />

Stammtisch! Staremo a vedere. Mi<br />

immagino già crauti, würstel, pane nero<br />

e birra.<br />

Per quanto riguarda il bollettino meteorologico<br />

la primavera è ancora intenta a<br />

bussare alla porta, ma pare le dicano che<br />

non è ancora gradita. Oggi pomeriggio ha<br />

nevicato di nuovo. Uff! Odio il freddo.<br />

Mercoledì 7 marzo<br />

Ho iniziato il corso di tedesco (livello B1,<br />

con certificazione riconosciuta al termine),<br />

che mi accompagnerà sino a giugno per<br />

sette ore a settimana. In realtà in sei mesi<br />

potrei arrivare anche a un B2, ma non vorrei<br />

fare il passo più lungo della gamba. Più<br />

verosimilmente arriverò a poco più di un<br />

B1 certificato e mi piacerebbe pure iniziare<br />

a studiare lo spagnolo dopo Pasqua. La classe<br />

è numerosa, conta oltre trenta studenti.<br />

La professoressa sembra brava e disponibile.<br />

A quanto pare sarà un corso “dinamico”. Insomma,<br />

la prima impressione è stata buona.<br />

Oggi la temperatura è decisamente più<br />

mite, tant’è che mi sono azzardato a dimenticare<br />

in camera i guanti e il berretto.<br />

La sciarpa ancora no, ma spero verrà presto<br />

il tempo per lasciare anche quella. <br />

Erasmus<br />

Dialetti diversi di una stessa lingua dalle<br />

differenti sfumature.<br />

Pensieri e speranze comuni.<br />

Esprimersi con un’altra parola<br />

per aprire gli occhi un po’ di più.<br />

La mancanza di punti di riferimento<br />

costringe a ridisegnare un equilibrio.<br />

Spingere l’orizzonte dello sguardo<br />

su una frontiera più lontana.<br />

Per apprezzare ciò che si ha e ciò che si è;<br />

per mettere in discussione ciò che si ha e ciò<br />

che si è.<br />

Vedere il diverso come una risorsa preziosa;<br />

vedere il diverso come uguale.<br />

Sentirsi parte di una grande famiglia;<br />

figli di un padre comune sparsi per il<br />

pianeta,<br />

che si ritrovano a percorrere insieme un<br />

pezzetto di vita.<br />

Ognuno condivide con gli altri un piccolo<br />

tassello<br />

di un puzzle grande quanto il mondo.<br />

In questo mosaico<br />

ciascuno è unico<br />

e allo stesso tempo indispensabile.<br />

Sentirsi un po’ a casa;<br />

sentirsi un po’ nomade.<br />

Ospite gradito;<br />

a volte forse un po’ meno.<br />

Viaggio alla riscoperta di sé;<br />

con la consapevolezza di fare ritorno<br />

più ricchi di quando si è partiti.<br />

(Stefano Giacomon)


10 Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong><br />

Politica<br />

I primi cento giorni<br />

del Governo Monti<br />

Alessandro Dal Maso<br />

All’iniziale iniezione di<br />

fiducia sono seguite misure<br />

poco popolari: è ancora luna<br />

di miele tra il nuovo Esecutivo<br />

e gli italiani?<br />

I PROVVEDIMENTI<br />

DEL GOVERNO<br />

Il nuovo governo di <strong>Mar</strong>io Monti è arrivato<br />

ai cento giorni dalla nomina (16 novembre<br />

2011) e, secondo la tradizione del predecessore,<br />

pubblica un documento che elenca<br />

i provvedimenti approvati e in corso di<br />

approvazione (http://www.governo.it/GovernoInforma/Appoggio/RAPPORTO%20100%20<br />

GIORNI.pdf).<br />

L’azione si articola in tre direttrici: il rigore<br />

(decreto “Salva Italia”, 4/12/2011), la crescita<br />

(decreto “Cresci Italia” 20/1/<strong>2012</strong>), l’equità<br />

(liberalizzazioni, approvate con la fiducia<br />

il 1/3/<strong>2012</strong>; semplificazioni: decreto del<br />

10/2/<strong>2012</strong>) (http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/).<br />

Il decreto “Salva Italia”<br />

La correzione lorda conseguita con le misure<br />

del decreto “Salva Italia” è di più di 30<br />

miliardi di Euro e punta al pareggio di bilancio<br />

già nel 2013, come da richieste europee.<br />

I principali interventi sono i seguenti:<br />

• Pensioni: estensione del metodo contributivo<br />

per il calcolo della pensione a tutti i lavoratori,<br />

con conseguente allunga-mento<br />

dell’attesa per raggiungere i requisiti.<br />

• Fisco: reintroduzione dell’imposta sulla<br />

prima casa esclusa dal Governo Berlusconi.<br />

• Beni di lusso: tassazione di auto di grossa<br />

cilindrata, imbarcazioni da diporto, aeromobili<br />

privati.<br />

• Carburanti: ritocco delle accise (il Governo,<br />

nel documento, esplicitamente ritiene che<br />

“il peso del carico fiscale rispetto al prezzo<br />

di vendita dei carburanti stessi si sia notevolmente<br />

ridotto negli anni”, p. 3)<br />

• Incremento del 2% delle aliquote IVA del<br />

21% e 10% dal 1/10/<strong>2012</strong> e di un ulteriore<br />

0,5% dal 2014)<br />

• Contenimento della spesa pubblica: riduzione<br />

della metà del numero dei componenti<br />

di autorità, agenzie, consorzi, enti statali;<br />

fissazione di un tetto alle retribuzioni dei<br />

manager della Pubblica Amministrazione<br />

(ancora da approvare).<br />

• Le prime misure pro-crescita: sostegno alle imprese<br />

(deduzione dall’IRAP dell’imponibile<br />

per le spese per il personale; ri-duzione<br />

delle imposte sugli utili; fondo di garanzia<br />

per le PMI; rinnovata la detrazione di imposta<br />

per gli interventi di ri-sparmio energetico)<br />

• Provvedimenti anti-evasione (regime premiale<br />

per i soggetti che comunicano telematicamente<br />

al fisco tutti i dati relativi<br />

alle prestazioni effettuate e ricevute nell’utilizzo<br />

di un unico conto corrente e meno<br />

verifiche per i soggetti in linea con gli studi<br />

di settore; tetto di 1000 euro per l’uso del<br />

contante; obbligo per banche ed operatori<br />

finanziari di inviare le movi-mentazioni<br />

effettuate da tutti i propri clienti; istituzione<br />

del reato di falsa dichiarazione al fisco)<br />

e rafforzamento dei controlli della Guardia di Finanza<br />

(Cortina, Roma, Milano, Napoli, San<br />

Remo, Viareggio, Abano Terme, Portofino,<br />

Courmayeur).<br />

Il decreto “Cresci Italia”<br />

Il potenziamento della concorrenza e delle<br />

infrastrutture deve venir facilitato:<br />

• Riduzione degli oneri amministrativi delle<br />

imprese; potenziamento dei Tribunali<br />

per le imprese garantendo la specializzazione<br />

dei giudici e aggredendo l’arretrato.<br />

• Costituzione della “società semplificata<br />

a responsabilità limitata” che permette ai<br />

giovani sotto i 35 anni l’apertura di una società<br />

con capitale minimo di un euro.<br />

• Monitoraggio dell’attuazione delle segnalazioni<br />

dell’Antitrust<br />

• Facilitazione e nuove garanzie per la<br />

finanza di progetto, infrastrutture (fissazione<br />

di una tariffa massima dei pedaggi<br />

autostradali e del servizio taxi) ed<br />

edilizia (aliquota ridotta dell’IMU per tre<br />

anni sull’invenduto; sterilizzazione dell’Iva<br />

per agevolare l’edilizia sociale)<br />

• Forme premiali per le amministrazioni<br />

che si orientano verso la messa a gara dei<br />

servizi; assegnazione tramite gara per il<br />

servizio di trasporto ferroviario regionale<br />

alla scadenza dei contratti in essere<br />

Liberalizzazioni<br />

Lo stimolo alla concorrenza va a diretta tutela<br />

dei consumatori<br />

• Servizi professionali: abolizione delle tariffe<br />

regolamentate; preventivo scritto obbligatorio<br />

(obbligo rimosso in fase di ap-provazione)<br />

e compenso pattuito per iscritto al<br />

momento del conferimento dell’incarico;<br />

lo studente può svolgere il tiro-cinio o la<br />

pratica nell’ultimo biennio di studi e questo<br />

tirocinio per il diploma di laurea è equiparato<br />

a quello previsto per l’iscrizione agli<br />

albi professionali. Assegnazione di nuovi<br />

posti di notaio.<br />

• Apertura di 5000 nuove farmacie<br />

• Energia: separazione tra operatori del<br />

servizio e proprietari delle infrastrutture<br />

(maggiori investimenti, minori prezzi)<br />

• Carburanti: i gestori dei distributori possono<br />

fornirsi da qualsiasi produttore; cartellonistica<br />

con prezzi separati per cia-scun<br />

prodotto per la modalità “servito” e “non<br />

servito”.<br />

Non citate nel documento, il ripristino<br />

dell’ICI/IMU per gli immobili destinati ad<br />

uso esclusivamente commerciale.<br />

Semplificazioni<br />

(“Semplifica Italia”)<br />

• Provvedimenti per la cittadinanza: meno pratiche<br />

per persone con disabilità, cambi di<br />

residenza in tempo reale, scadenza di tutti i<br />

documenti di riconoscimento al compleanno,<br />

domande esclusivamente telematiche<br />

per la partecipazione a con-corsi; reintroduzione<br />

della “social card”<br />

• Imprese: soppressione dell’obbligo di<br />

chiusura nei giorni festivi; semplificazioni<br />

nell’avvio e nella gestione delle attività<br />

• Altre norme per quanto riguarda appalti<br />

pubblici, agricoltura (erogazione di aiuti,<br />

vendita diretta dal produttore), ricerca,<br />

ambiente, e beni culturali.<br />

VALUTAZIONE DEI<br />

PROVVEDIMENTI<br />

Se si valutano le norme approvate in senso<br />

quantitativo, ovvero secondo il peso che<br />

hanno nel bilancio, molto più importanti<br />

sono i provvedimenti a favore delle imprese<br />

che rispetto al cittadino (tutti “a costo<br />

zero”); le proteste, infatti, si sprecano.<br />

Oltretutto, molti provvedimenti elencati<br />

nel documento dei “cento giorni” (soprattutto<br />

per quanto riguarda l’entità delle<br />

liberazioni) non sono stati approvati nei<br />

termini indicati (poiché hanno subito modifiche<br />

dall’iter parlamentare): i margini<br />

di intervento potrebbero essere ben più<br />

ampi. Ad esempio, è decaduto l’obbligo di<br />

preventivo scritto da parte dei professioni-


Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong> 11<br />

sti, come pure la possibilità di vendita dei<br />

farmaci di fascia C presso le parafarmacie.<br />

Non riportato sopra è il provvedimento<br />

che prevede che le tesorerie degli enti locali<br />

versino il 50% della propria disponibilità<br />

ad una tesoreria centrale. Questa misura,<br />

oltre ad avere destato proteste tra gli amministratori<br />

di tutte le frange politiche, appare<br />

minare l’autonomia degli enti locali,<br />

e potrebbe, problema assai più rilevante,<br />

riverberarsi in maniera importante nella<br />

pressione fiscale applicata da questi ultimi.<br />

In arrivo è anche la riforma del mercato<br />

del lavoro, secondo le idee di Pietro Ichino<br />

(PD): si propone che le nuove assunzioni (i<br />

contratti in essere non verranno modificati)<br />

siano tutte a tempo indeterminato, ma<br />

che sia anche possibile il licenziamento<br />

individuale per motivi economici, tecnici<br />

o organizzativi, senza, dunque, il reintegro<br />

nel posto del lavoro ma con un’indennità<br />

economica di tre anni a carico in buona parte<br />

dell’impresa, cosa che provoca l’ostilità<br />

di Confindustria, pari al 90% dell’ultima<br />

retribuzione per il primo anno, e poi all’80<br />

e al 70% (modifica dell’Articolo 18 dello Statuto<br />

dei Lavoratori, cui la CGIL guidata da<br />

Susanna Camusso sembra finora opporsi).<br />

Ancora una volta, è difficile valutare le misure,<br />

poiché non sono ancora chiare; è da<br />

evidenziare, comunque, la volontà del Governo<br />

di chiudere la trattativa entro marzo,<br />

con o senza l’appoggio delle parti sociali e<br />

della Confindustria: un bene per evitare la<br />

paralisi, forse un male per la poca riflessione<br />

delle eventuali conseguenze sui lavoratori.<br />

IL RUOLO DEL PRESIDENTE<br />

DELLA REPUBBLICA<br />

Negli ultimi tempi, la figura di Napolitano<br />

è sempre più centrale nello svolgersi della<br />

vita parlamentare; dapprima con la nomina<br />

di Monti a senatore a vita, poi con la<br />

spinta alla costituzione del nuovo Governo;<br />

ancora, nella scena sociale, nella promozione<br />

delle riforme, e nel ricordare le<br />

direttive europee; da ultimo, con l’ammonizione<br />

rivolta al Parlamento per i troppi<br />

emendamenti nell’iter di approvazione dei<br />

decreti sopra descritti. Se sotto il Governo<br />

Berlusconi, il Presidente della Repubblica<br />

si faceva notare per i numerosi silenzi, ora<br />

il suo ruolo appare addirittura al limite dei<br />

dettami della Costituzione.<br />

IL RUOLO DEI PARTITI<br />

La maggioranza (Casini e UDC in primis<br />

non muovono mai critiche) sostiene il governo<br />

e reputa utile far applicare le riforme<br />

ad un governo tecnico (nonostante il<br />

PD sostenga che sia possibile fare meglio)<br />

di modo da non perdere consenso elettorale;<br />

quest’ultimo tuttavia, secondo i<br />

sondaggi, si sta dirigendo verso le opposizioni<br />

(IDV, SEL, Lega Nord, Movimento<br />

Cinque Stelle) e cresce in maniera drastica<br />

la volontà di astenersi (La crisi dei partiti:<br />

indagine dell’Istituto DEMOPOLIS<br />

per La 7, 13/3/<strong>2012</strong>, http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/asp/visualizza_sondaggio.<br />

asp?idsondaggio=5274).<br />

IL RUOLO DEI MEDIA:<br />

BENEVOLENZA<br />

La stampa maggiore generalmente non<br />

critica i provvedimenti dell’Esecutivo; la<br />

stampa filoberlusconiana dapprima si oppone<br />

a Monti, poi si riavvicina, viste anche<br />

le mosse del Presidente del PDL. Le prime<br />

due reti Rai perpetuano la benevolenza alla<br />

maggio-ranza, o meglio continuano a disinteressarsi<br />

dei fatti politici, la terza invece<br />

promuove servizi scomodi, come pure La 7<br />

(la questione della benevolenza dei media è<br />

stata infatti mossa da Enrico Mentana).<br />

CONCLUSIONI<br />

Secondo l’Istat la disoccupazione giovanile<br />

è al 31%, la Commissione Europea prevede<br />

la recessione. L’auspicio è che le prossime<br />

misure, solidificate dalle entrate derivate<br />

dalla maggiore pressione fiscale e dalla lotta<br />

all’evasione, sostengano soprattutto la<br />

domanda di modo da aiutare l’economia<br />

reale. <br />

Tangentopoli,<br />

vent’anni dopo<br />

Demofilo<br />

Semplice riflessione critica<br />

su un’inchiesta e su una<br />

democrazia<br />

Il 17 febbraio 1992 il direttore del Pio Albergo<br />

Trivulzio, celebre casa di riposo di<br />

Milano, dott. <strong>Mar</strong>io Chiesa veniva arrestato<br />

dopo aver intascato una tangente di 7<br />

milioni da parte di un’impresa di pulizie<br />

per avallare l’appalto dei lavori. A guidare<br />

l’inchiesta che coinvolgeva uno dei più<br />

importanti esponenti del Partito Socialista<br />

ambrosiano era il pubblico ministero dott.<br />

Antonio Di Pietro, futuro leader di un pool<br />

di magistrati protagonisti della drammatica<br />

stagione di Tangentopoli. Un drammatico<br />

biennio, 1992-1993, dove le tintinnanti<br />

manette arrivarono nelle sedi di tutti i<br />

partiti politici italiani: la Dc, il Psi, il Psdi,<br />

il Pri, il Pli ma anche il Pci-Pds e la Lega<br />

Nord. L’intero arco costituzionale e nuove<br />

formazioni quindi intrallazzavano legami<br />

nascosti con l’imprenditoria che finanziava<br />

le pachidermiche strutture interne partitiche<br />

e le conseguenti campagne elettorali.<br />

Un’intera classe dirigente veniva cancellata<br />

dal giudizio della magistratura, ma anche<br />

da un sistema politico bloccato incapace di<br />

garantire una stabilità di governo e una politica<br />

di riforme.<br />

A distanza di vent’anni da Tangentopoli si<br />

tracciare un ragionevole bilancio critico su<br />

quanto accaduto. In primo luogo la corruzione<br />

era presente prima del 1992 e tutt’ora<br />

rappresenta una delle principali piaghe<br />

nella pubblica amministrazione. Autorevoli<br />

commentatori hanno affermato come<br />

il lavoro del pool di Mani Pulite avesse intaccato<br />

solo una minima parte rispetto al<br />

sistema generale di tangenti tra politica e<br />

imprenditoria, un do ut des presente dalla<br />

nascita della Repubblica. In secondo luogo<br />

un’intera classe dirigente veniva bocciata<br />

senza appello, anche per motivi non direttamente<br />

iscrivibili all’inchiesta nata dalla<br />

procura di Milano. Il risultato è stata un<br />

sostanziale impoverimento del livello generale<br />

del gruppo politico nazionale, nella<br />

maggior parte dei casi riciclato in nuove<br />

formazioni e nuovi movimenti: uomini e<br />

donne che prima del 1992 erano in quinta<br />

o sesta fila si ritrovavano nella stanza dei<br />

bottoni.<br />

L’Italia ha una storia indubbiamente difficile<br />

da interpretare nella maggior parte<br />

dei casi. Ha raggiunto l’unità nazionale in<br />

ritardo rispetto agli altri paesi europei, ha<br />

visto la nascita di una reale democrazia partecipativa<br />

a suffragio universale da sessantasei<br />

anni, ha conosciuto la permanenza di<br />

un blocco di governo al potere visto il sistema<br />

democratico bloccato fino ai primi anni<br />

’90 del secolo scorso. Ma la fine di un actien<br />

regime non è stata corrisposta ad un nuovo<br />

sistema politico nazionale, rinnovato e<br />

rinnovabile. Molti oggi si domandano se<br />

stiamo attraversando una stagione simile<br />

al biennio 1992-1993: certo la storia in molti<br />

casi si ripete ma l’unica speranza risulta che<br />

ai buoni intenti di cambiamento nasca una<br />

nuova e matura istituzione repubblicana<br />

democratica.


12 Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong><br />

Politica<br />

TAV: uno stipendio<br />

al centimetro<br />

Maicol Galante<br />

Come può un’opera inutile<br />

costare, per centimetro,<br />

quanto il salario mensile di un<br />

operaio?<br />

NO TAV. Una parola che, ormai, è entrata<br />

nel linguaggio comune. Il suo utilizzo<br />

però è spesso legato ad un errore di fondo.<br />

Sì, perché tale parola indica un movimento,<br />

non la causa per la quale il suddetto<br />

movimento è nato, cresciuto e contro la<br />

quale oggi sta combattendo. Inizialmente<br />

è necessario chiedersi, infatti, cos’è la TAV.<br />

Per i lettori abituali di quotidiani o riviste<br />

(ma anche per quelli saltuari) è una parola<br />

che non desta parecchi dubbi o perplessità:<br />

TAV è l’acronimo di Treno ad Alta Velocità,<br />

ovvero un convoglio passeggeri che<br />

è pensato e realizzato per collegare tra di<br />

loro le principali città di uno stato e che<br />

è in grado di raggiungere alte velocità (in<br />

media 200 km/h).<br />

Fin qui nulla di strano. È un’opera altamente<br />

tecnologica pensata per realizzare<br />

ed offrire un servizio utile al cittadino e<br />

alla società. La rete della TAV nel vecchio<br />

continente è infatti una fitta ragnatela che<br />

Blocchi stradali contro la TAV lungo l’A32<br />

si estende dal Portogallo alla Russia e dalla<br />

Norvegia fino alla Sicilia; segno che si tratta<br />

di un’opera apprezzata da tutti gli stati<br />

dell’Europa e non. Ma allora perché è sorto<br />

un movimento NO TAV? Per capirne le<br />

ragioni bisogna restringere il cerchio. Bisogna<br />

infatti concentrare l’attenzione su<br />

una particolare tratta della rete ferroviaria<br />

trans-europea: la linea Torino – Lione.<br />

La Torino – Lione è “nuova linea ferroviaria<br />

internazionale che a regime collegherebbe le città<br />

di Torino a Lione e che affiancherebbe le storiche<br />

linee Lione–Culoz, Culoz–Modane e Modane–<br />

Torino[...]. Si tratta di un progetto elaborato a<br />

inizio anni novanta, che nel corso del tempo ha<br />

subito molte trasformazioni. Uno dei punti del<br />

progetto rimasti immutati nel corso degli anni è<br />

la realizzazione di una nuova galleria di base di<br />

57 km a doppia canna, ovvero con due tunnel a<br />

binario semplice, fra la valle di Susa, in Italia, e<br />

la val Moriana, in Francia” 1 .È proprio attorno<br />

alla realizzazione di questa tratta che,<br />

negli ultimi anni, e in particolar modo<br />

negli ultimi mesi, si sono verificati duri<br />

scontri tra i valsusini (gli abitanti della<br />

Val di Susa, NdR) e lo stato italiano. Scontri<br />

che, inizialmente, si riducevano a forme<br />

di protesta pacifica quali occupazioni,<br />

1 Tratto dalla voce “Progetto di ferrovia<br />

Torino-Lione” su Wikipedia.it<br />

convegni e cortei,ma che sono andati via<br />

via intensificandosi fino a raggiungere il<br />

culmine nell’estate del 2011.<br />

In quei mesi gli attivisti NO TAV formarono<br />

un presidio permanente a Chiomonte,<br />

per bloccare l’inizio dei lavori<br />

fino al 30 giugno e impedire così all’Italia<br />

di raggiungere i requisiti necessari per ottenere<br />

i finanziamenti europei per la realizzazione<br />

del tunnel geognostico (tunnel<br />

necessario per sondare il terreno dello scavo<br />

per la realizzazione del Tunnel di base,<br />

NdR). Lo stato italiano invia allora circa<br />

2500 rappresentanti delle forze dell’ordine<br />

per sgomberare il presidio e consegnare<br />

l’area alla società addetta ai lavori 2 .<br />

Il risultato è una guerriglia urbana (da<br />

ambo le parti) con molti feriti e, fortunatamente,<br />

nessun morto.<br />

In quei giorni i media riprendono e rilanciano<br />

gli ideali del movimento NO TAV, i<br />

quali,grazie anche al supporto di internet,<br />

danno il via ad un processo di sensibilizzazione<br />

su scala nazionale. Nascono allora<br />

tanti “piccoli” movimenti di protesta contro<br />

la grande opera, disseminati per tutta<br />

l’Italia. È quasi come se la nazione intera<br />

(o parte di essa) volesse far sapere ai valsusini<br />

che, in quella battaglia, non sarebbero<br />

rimasti mai soli. E sarà proprio questo ciò<br />

che avverrà e sta tutt’oggi avvenendo.<br />

Lo scopo di questo articolo, però, non<br />

vuole essere quello di creare un resoconto<br />

temporale del movimento, bensì vuole<br />

esplicare quali sono i motivi di quel NO<br />

alla TAV: quei dati tecnici, economici ed<br />

ambientali sconosciuti alla gran parte delle<br />

persone 3 . Partiamo dai primi.<br />

DATI TECNICI<br />

Il principale NO alla TAV dell’omonimo<br />

movimento è quello più immediato, ma<br />

al contempo veritiero, che potrebbe venire<br />

in mente a chiunque: la TAV non<br />

serve. La attuale linea internazionale tra<br />

Torino e Modane è utilizzata al 30% della<br />

sua reale capacità ed anche l’autostrada è<br />

utilizzata per meno del 50%. Le previsioni<br />

di traffico sono anch’esse di gran lunga<br />

sotto le aspettative. Secondo LTF (Lyon<br />

2 Tratto dalla voce “No TAV” su Wikipedia.it<br />

3 Dati diffusi da Ambientevalsusa.it


Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong> 13<br />

TurinFerroviaire, NdR) la linea futura<br />

troverebbe una stabilità dibilancio con<br />

40 milioni di tonnellate di merci all’anno<br />

trasportate. Attualmente ne vengono trasferite<br />

solo 4,8 milioni. Anche trasferendo<br />

tutto il traffico merci autostradale sulla<br />

ferrovia attuale si arriverebbe ad un utilizzo<br />

della stessa di circa il 50% della sua<br />

capacità.<br />

Coloro i quali stanno pensando che ci sarà<br />

il boom di trasporto di passeggieri e merci<br />

nei prossimi anni si stanno sbagliando.<br />

I dati non mentono: il 95% dei pendolari<br />

ferroviari sul territorio nazionale utilizza<br />

i treni su percorsi brevi non ad alta velocità<br />

e che la quantità di merci trasportate<br />

annualmente è in diminuzione generale.<br />

In particolare la concorrenza traferro e<br />

gomma vede la seconda prevalere nettamente.<br />

Non è possibile inoltre ignorare l’attenzione<br />

morbosa della criminalità organizzata<br />

sulle grandi opere. Il costruttore<br />

privato attinge risorse pubbliche senza<br />

dover rendere conto dei costi, anzi avendo<br />

tutto l’interesse di far si che i costi aumentino<br />

in corso d’opera. Insieme alla scarsa<br />

possibilità di controllo della spesa, questa<br />

situazione è l’humus ideale per le mafie.<br />

DATI ECONOMICI<br />

Mauro Moretti, amministratore delegato<br />

di Trenitalia ha dichiarato che il costo a<br />

preventivo della linea è di 120 milioni al<br />

km (1200 euro al centimetro!), 3-4 volte in<br />

più rispetto ai costi medi francesi. Inoltre i<br />

costi a preventivo aumentano in genere di<br />

2-3 volte a fine lavori (ricondiamoci il passato<br />

delle grandi opere in Italia!). L’Italia<br />

ha anche sottoscritto un accordo economico<br />

per cui la parte internazionale sarebbe<br />

a carico del nostro paese per il 65%. Il finanziamento<br />

della UE, ipotizzato pari<br />

al 40% nelle cifre diffuse dai media, deve<br />

essere ancora definito nel suo importo.<br />

Il 40% costituisce infatti la quota teorica<br />

massima di contributo, ma il 10 febbraio<br />

<strong>2012</strong> la deputata europea Eva Lichtenberger,<br />

appartenente alla Commissione Trasporti<br />

del Parlamento Europeo, ha dichiarato<br />

che esso non è sicuro.<br />

DATI AMBIENTALI<br />

Il rapporto COWI (ConsultancywithinEngineering,<br />

Environmental Science and<br />

Economics, NdR) commissionato da UE<br />

e LTF denuncia la perdita sicura di acqua<br />

nel caso di realizzazione di gallerie nel<br />

massiccio Ambin (attraversato dal tunnel<br />

di base). Questa perdita sarebbe pari al<br />

fabbisogno di 1 milione di persone ogni<br />

anno.<br />

I progetti Alpetunnel chiariscono, inoltre,<br />

che all’interno della galleria ci sarebbero<br />

50 gradi. Bisognerebbe lavorare in quelle<br />

condizioni con presenza Grisou, Radon,<br />

uranio, almeno 17 faglie con rocce in movimento,<br />

grandi quantità d’acqua in forte<br />

pressione. Nessuno ha oggi la certezza che<br />

la galleria lunga di 57 km sotto alle Alpi<br />

sia realmente fattibile.<br />

TEMPISTICA<br />

Ed infine il fattore tempo. Per realizzare<br />

tale linea ci vorrebbero almeno 20 anni<br />

di cantieri. Durante questi anni i costi aumenterebbero,<br />

l’opposizione crescerebbe<br />

e tutto il traffico ferroviario dovrebbe essere<br />

trasferito per lunghi periodi sull’autostrada,<br />

poiché la costruzione della nuova<br />

linea coinvolgerebbe anche la vecchia<br />

bloccandola di fatto.<br />

Concludendo: dove sta l’intelligenza e la<br />

razionalità nello scegliere di finanziare<br />

con 20 miliardi di denaro pubblico (soldi<br />

sottratti a settori che sicuramente necessitano<br />

di più, quali istruzione e sanità su<br />

tutti) un’opera inutile dal punto di vista<br />

logistico e che, forse, sarà ultimata tra 20<br />

anni? <br />

L’angolo smussato di comodino 2<br />

Riccardo Baldo<br />

(5,7)<br />

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-COMPRA ANCHE TU UN ASTUCCIO<br />

DOUBLEFACE (puoi ricevere un campione<br />

omaggio dalla PAROLINASTUC-<br />

CI)<br />

Concorso “La Matricola d’Oro”<br />

Ora passiamo alla prima edizione del<br />

concorso LA MATRICOLA D’ORO, dove<br />

verrà eletto il miglior (si fa per dire) innesto<br />

del collegio:<br />

MATRICOLA A: durante il concorso ha<br />

chiesto ad un vecchio se il signore col<br />

colletto bianco che girava nell’atrio fosse<br />

<strong>Don</strong> <strong>Nicola</strong> <strong>Mazza</strong><br />

MATRICOLA B: avendo molto freddo<br />

dorme la notte con il phon acceso ai piedi<br />

del letto (n.d.r ne ha già bruciato uno in<br />

una settimana)<br />

MATRICOLA C: secondo lui Socrate è<br />

morto bevendo della Chiquita<br />

MATRICOLA D: crede che la campana<br />

che suona alle 18.45 sia un promemoria<br />

per la cena<br />

Per votare mandate una mail a “riccardo.baldo[at]live.it”<br />

indicando il vostro<br />

nome, la lettera della vostra preferenza e<br />

il cognome da nubile di vostra madre.<br />

Votate, votate e votate signori e signore!<br />

Per concludere la prima apparizione di<br />

questa rubrica, introduciamo lo spazio<br />

per la vostra fantasia amici lettori:<br />

Interpreta e disegna l’oggetto PIU’<br />

importante per il mazziano: il letto!!!<br />

Invia il tuo elaborato all’indirizzo mail<br />

sopraccitato, il disegno verrà valutato da<br />

un equipe di esperti in barbabietole da<br />

zucchero. Fantastici premi attendono i<br />

vincitori!


14 Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong><br />

Indovinelli ed enigmi<br />

1.Mamme al cinema<br />

Tre mamme hanno ognuna 2 figlie. Devono<br />

andare al cinema e nella sala sono<br />

rimasti solo 7 posti. Eppure riescono a sedersi<br />

tutte quante, perfettamente. Come<br />

è possibile?<br />

2.La stazione ferroviaria<br />

Luigino abita vicino alla stazione ferroviaria<br />

di Zenna. Tale stazione ha un solo<br />

binario, sul quale passano treni diretti<br />

a Tricche e treni diretti a Ballacche, due<br />

paesini confinanti con Zenna, ma situati<br />

in direzioni opposte. Durante le vacanze<br />

estive, Luigino decide di praticare sport<br />

ogni giorno, ed in particolare vuole giocare<br />

a calcio e fare nuoto.<br />

Il campo da calcio si trova nel pese di<br />

Tricche, mentre la piscina è a Ballacche.<br />

Luigino, essendo ogni giorno indeciso su<br />

che sport praticare, decide di affidarsi al<br />

caso, ed ogni pomeriggio senza guardare<br />

l’orologio si reca in stazione e sale sul primo<br />

treno che arriva. Così facendo però,<br />

dopo alcuni giorni, si rende conto che<br />

nove volte su dieci si ritrova in piscina.<br />

Considerando che sia i treni diretti a Tricche<br />

che quelli diretti a Ballacche passano<br />

con una frequenza di uno ogni 10 minuti,<br />

com’è possibile che ciò accada?<br />

3.I tre pirati<br />

Una nave approda in un isola dove tutti<br />

quelli che sono neri mentono e tutti quelli<br />

bianchi dicono la verità. Sulla spiaggia<br />

dell’ isola ci sono 3 pirati, c’è una fitta<br />

nebbia e non si riesce a capire se sono<br />

bianchi o neri. Dalla prua della nave chiedono<br />

al primo dei tre: sei bianco o nero?<br />

Lui risponde: cuusbdb (non si riesce a<br />

sentire). Allora il secondo dice: Ha detto<br />

che è bianco. Il terzo: Mentono tutti e<br />

due. Sapreste dire con precisione di che<br />

colore è ognuno dei tre e perchè?<br />

Soluzioni<br />

(SOLUZ: Almeno una delle tre madri è anche nonna, e quindi madre di<br />

almeno una delle altre madri)<br />

(SOLUZ: I treni per Tricche e per Ballacche partono dalla stazione di Zenna<br />

con la stessa frequenza, però i treni per Ballacche partono 1 minuto prima<br />

di quelli per Tricche. Arrivando alla stazione in orari casuali, Luigino<br />

salirà sul treno diretto a Tricche solo se arriva nel minuto compreso tra la<br />

partenza di un treno per Ballacche e la partenza di un treno per Tricche.<br />

Se invece arriva alla stazione durante i 9 minuti successivi salirà sul treno<br />

per Ballacche. Di conseguenza la probabilità di salire su un treno per Ballacche<br />

è del 90%, mentre quella di salire su un treno per Tricche è del 10%.)<br />

(SOLUZ: I primi due sono bianchi e l’ ultimo nero. Infatti, il primo avrebbe<br />

detto comunque che è bianco (dato che se fosse bianco avrebbe detto<br />

appunto la verità, e se fosse nero avrebbe mentito dicendo che è bianco);<br />

mentre il secondo, è per forza bianco (dato che dice la verità, ovvero che<br />

il primo ha detto che è bianco). Di conseguenza il terzo è per forza nero,<br />

poichè dato che il secondo di sicuro è bianco, l’ affermazione “mentono<br />

tutti e due” non è più vera poichè solo il primo potrebbe mentire, mentre<br />

il secondo avrebbe detto in ogni caso la verità.)<br />

REBUS (7 9) SOLUZ: C alza remo C assi NI: calzare mocassini<br />

REBUS ARTISTICI (6 6) SOLUZ: I dio malatino: idioma latino; (4 3) SO-<br />

LUZ: F il Mosè: film osè<br />

Rebus<br />

Rebus artistici<br />

(7,9)<br />

(4, 3)<br />

(6, 6)<br />

(Questa pagina è stata curata da Davide Rosi)


Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong> 15<br />

Biblosofia<br />

È tutto ombra e polvere<br />

JAGS<br />

parte 2<br />

“Qual è il senso della vita?”; “Perché siamo<br />

qui?”. La maggioranza dei pensatori del<br />

passato e del presente si sono posti queste<br />

domande (di seguito riferite come “le<br />

domande fondamentali dell’io” o semplicemente<br />

“le domande dell’io”) senza arrivare<br />

a nessuna risposta precisa e concreta.<br />

Alcuni pensatori sostengono che sia inutile<br />

porsi queste domande. Sono domande che<br />

non hanno nessuna risposta che può soddisfare<br />

tutti noi ma possono essere (o meglio<br />

sono) di un’importanza fondamentale<br />

per quanto riguarda il modo in cui l’uomo<br />

vive la sua vita. Possono influenzare non di<br />

poco la traiettoria che una vita assume. La<br />

loro importanza non sta nella risposta ma<br />

nel meditare su di esse. Una profonda meditazione<br />

su di esse ci porta prima di tutto<br />

a cogliere il significato profondo delle domande<br />

stesse. Un significato che avviene<br />

solo ponendo te stesso e tutto intorno a te<br />

accanto ad un bel punto di domanda. In<br />

altre parole, il significato deriva dalla serie<br />

infinita di domande a loro volta senza<br />

nessuna risposta che bombardano l’interrogatore<br />

da ogni direzione scaldando il suo<br />

essere. Poste in una maniera profonda sono<br />

domande senza risposta ma iniettano qualcosa<br />

di importante nel nostro essere.<br />

La domanda metafisica fondamentale<br />

e le domande dell’Io<br />

Le domande dell’io sono derivate dalla<br />

cosiddetta “la domanda metafisica fondamentale”:<br />

Perché vi è, in generale, l’essente<br />

e non il nulla? Come sostiene giustamente<br />

Heidegger, è la prima di tutte le domande.<br />

“Capita a molti di non imbattersi addirittura<br />

mai in una simile domanda, né<br />

di chiedersene mai il significato: dato che<br />

non si tratta di fermarsi alla pura e semplice<br />

enunciazione, sentita o letta, della frase<br />

interrogativa, ma di formulare la domanda,<br />

di farla sorgere, di porla, di immettersi<br />

nella necessità di questo domandare”<br />

(M. Heidegger). La domanda metafisica<br />

fondamentale è molto profonda come le<br />

domande fondamentali dell’io. È proprio<br />

questo il problema: sono profonde. Come<br />

si può vivere senza porsi almeno le domande<br />

fondamentali dell’io? Vivere senza meditare<br />

su queste domande è come uno che<br />

esce da casa per fare una passeggiata. Dopo<br />

aver camminato una lunga distanza decide<br />

di tornare a casa. Arrivato a casa gli vengono<br />

poste molte domande sul paesaggio ma<br />

non riuscì a dire una parola perché ha camminato<br />

senza preoccuparsi di osservare ciò<br />

che c’era intorno a lui. Era distratto da chi<br />

sa che cosa. Vogliamo trascorrere questo<br />

tempo infinitesimale che abbiamo senza<br />

porsi queste domande? Certo, possiamo<br />

dormire, bere, mangiare, festeggiare e infine<br />

morire senza porsi mai queste domande.<br />

In tal caso, che senso avrebbe il nostro<br />

vissuto? Come cantano i Beatles nella canzone<br />

Strawberry fields forever, “living is easy<br />

with eyes closed”. Scegliamo di non affrontare<br />

queste domande perché alla fine sono<br />

terribilmente pesanti e vogliamo accontentarci<br />

delle cose leggere.<br />

Nel nostro cammino mortale raccogliamo<br />

un gran numero di cose materiali e immateriali.<br />

Le prime non definiscono chi<br />

siamo ma danno solo una forma tangibile<br />

a ciò che costituisce il nostro essere. Il nostro<br />

contenuto sono quelle immateriali: le<br />

nostre esperienze, i nostri pensieri, i nostri<br />

sentimenti ecc e sono concretamente più<br />

importanti rispetto ai primi. L’essere può<br />

riempirsi di buone sostanze di buon profumo<br />

solo se continua a sentire nelle mani<br />

della propria mente la pesantezza delle<br />

domande dell’io. Gli uomini camminano<br />

lungo un fiume in cui tutte queste cose<br />

sono depositate. Vedi le cose leggere galleggiare<br />

sulla superficie dell’acqua e quelle<br />

pesanti giacere meravigliosamente sul<br />

fondo. Vedi alcune persone inginocchiate<br />

lungo il fiume ad esaminare e prendere<br />

quelle cose galleggianti. Vedi anche quelle<br />

persone che non si accontentano semplicemente<br />

delle cose galleggianti: si tolgono i<br />

vestiti e scarpe eleganti e si tuffano nel fiume<br />

a vedere cosa c’è in profondità. Arrivano<br />

in profondità e rimangono esterrefatti:<br />

quante belle cose colpiscono i loro occhi!<br />

Cercano di portare in superficie questi tesori<br />

perché vorrebbero che gli altri sulle<br />

sponde del fiume ammirassero anche loro<br />

questi tesori ma sono troppo pesanti. Solo<br />

chi scende in profondità può ammirare i<br />

tesori ed apprezzare la loro bellezza. Così<br />

sono la domanda metafisica fondamentale<br />

e le domande dell’io. Finché non scendi<br />

nell’abisso dell’esistenza non riuscirai mai<br />

ad apprezzarle. È solo a questo punto che<br />

possono incidere significativamente sul<br />

nostro vivere. Sono bellissime ma ti portano<br />

anche a vedere il dolore e la sofferenza<br />

alle quali l’esistenza dell’uomo è perennemente<br />

legata. Sbriciolano ogni orgoglio<br />

dentro di te perché con un sospiro lieve ma<br />

che inquieta l’anima continuano a chiederti:<br />

“Chi sei? Chi sei allora? Chi sei?”.<br />

L’Universo ha circa quattordici miliardi<br />

d’anni d’età. Che cosa sono ottanta, novanta<br />

o cento anni nei confronti di quattordici<br />

miliardi d’anni? Sicuramente meno di un<br />

batter di ciglio, insignificante; in quest’istante<br />

si è e in meno di un istante dopo<br />

non si è più. Siamo ridicolamente piccoli,<br />

davvero irriconoscibili, sulla scala fisica<br />

dell’Universo Questa nozione del senso<br />

d’essere irrisori nella dimensione spaziale<br />

e temporale dell’Universo deve crescere in<br />

noi un interesse particolare sia nella domanda<br />

metafisica fondamentale sia nelle<br />

domande dell’io: “Perché vi è, in generale,<br />

l’essente e non il nulla?”, “Qual è il senso<br />

della vita?”, “Perché siamo qui?”. Qual è il<br />

senso della vita dopo tutta questa tragedia<br />

dell’esistenza? Una profonda meditazione<br />

su queste domande non porta a risposte<br />

concrete ma mettono l’uomo sulla consapevolezza<br />

della sua natura. Se siamo tutti<br />

miserabili, ombre e polveri, per quale motivo<br />

uomo uccide uomo?, per quale motivo<br />

entrare in guerra?, per quale motivo dobbiamo<br />

essere crudeli?, per quale motivo ci<br />

devono essere discriminazioni tra di noi?<br />

Non servono religioni o poteri politici ad<br />

indurci a vivere in armonia, basta pensare<br />

della nostra tragedia. Non servono diritti a<br />

garantirci il rispetto, basta meditare sulla<br />

nostra tragedia. Non è già una gran tragedia<br />

vivere quotidianamente con la consapevolezza<br />

di non far più parte dei viventi<br />

da un istante non molto lontano? Il rimedio<br />

a questa tragedia è l’empatia, far della<br />

sofferenza degli altri la propria e vivere per<br />

loro, vivere per alleggerire il peso della loro<br />

sofferenza e vivere con una continua meditazione<br />

sulle domande, “Perché vi è, in<br />

generale l’essente e non il nulla?”, “Qual<br />

è il senso della vita”, “Perché siamo qui?”.<br />

Tutto il resto è solo ombra e polvere.


16 Nadir, <strong>Mar</strong>. <strong>2012</strong><br />

Recensioni<br />

Giovanni Battocchio<br />

Mùm<br />

Band islandese di musica elettronica con influenze<br />

glitch che utilizza strumenti tipicamente<br />

elettronici (sintetizzatori, computer),<br />

come acustici e tradizionali (fisarmonica, chitarra,<br />

pianoforte, violini e violoncelli). Formatisi<br />

nel 1997 da Gunnar Örn Tynes, Örvar<br />

Þóreyjarson Smárason, e dalle sorelle gemelle<br />

Gyða e Kristín Anna Valtýsdóttir, sono, seppur<br />

con qualche cambiamento nella composizione,<br />

attivi ed hanno rilasciato cinque album<br />

ufficiali. Caratterizzati da una fusione elettroacustica,<br />

con voci lievi ed evanescenti, tipiche<br />

di molte band islandesi. Ricordano i Massive<br />

Attack, i conterranei Sigur Ròs, i Mogwai o<br />

gli ultimi album degli Ulver.<br />

Taake<br />

Esponenti di spicco della moderna scena black<br />

metal norvegese, provenienti da Bergen, città<br />

che ha generato molte altre band black come<br />

i Gorgoroth, i Borknagar, i Trolldom, gli<br />

Hellheim ed i Burzum. Il nome proviena da<br />

“tåke” ovvero nebbia in norvegese, anche se<br />

al tempo della fondazione, nel 1993, si chiamavano<br />

Thule. Formati da Ørjan Stedjeberg,<br />

soprannominato Hoest, di cui è il cantante<br />

nonché compositore di tutti i brani, batteria<br />

compresa, nella formazione live e durante la<br />

registrazione in studio, si avvale da componenti<br />

provenienti da altre band locali. Hanno<br />

rilasciato 4 demo, 3 EP (di cui uno live) e 5 studio<br />

album.La sonorità è quella tipica del black<br />

metal scandinavo, ma i le linee compositive<br />

sono insolite e non si prestano ad una facile<br />

assimilazione, le strutture ritmiche intricate, i<br />

passaggi acustici inattesi ed i riff intricati rendono<br />

necessario un ascolto ripetuto per comprendere<br />

appieno il pezzo. Curioso l’utilizzo<br />

nell’ultimo album, Noregs Vaapen, del banjo.<br />

Buckethead<br />

Pseudonimo di Brian Carroll, è un chitarrista<br />

statunitense attivo in molti generi, dal funkprogressive<br />

metal, ambient, sperimentale,<br />

acustico, fino alle colonne sonore. Facilmente<br />

riconoscibile per la maschera bianca ed il secchiello<br />

bianco calato sulla testa (da cui prende<br />

il nome Bucket-Head, letteralmente testa di<br />

secchio). Artista estremamente prolifico, ha<br />

all’attivo circa 100 album, fra cd solisti (34), e<br />

collaborazioni (se ne contano sulle 204, fra cui<br />

un anche con Serj Tankian e Viggo Mortensen),<br />

ha inoltre militato nei Guns and Roses<br />

per 4 anni. Considerato tra i più veloci chitarristi<br />

di sempre, spesso è accusato di essere inespressivo<br />

e freddo. Album come Colma, Look<br />

Up There, Shadows Between the Sky, <strong>Area</strong>l<br />

Diamond in the Rough o Crime Slunk Scene,<br />

non possono che smentire queste opinioni<br />

superficiali. Vario e mai banale, spicca per la<br />

qualità compositiva degli assoli tecnici, ma<br />

assai piacevoli all’ascolto. Da molti, me compreso,<br />

considerato un genio, non stanca mai.<br />

Vladimir Nabokov<br />

L’incantatore<br />

Breve romanzo, creduto perduto, che instillò<br />

in Nabokov il seme del suo più famoso romanzo,<br />

Lolita.Si riconoscono tutti, seppur<br />

con alcune differenze, i principali tratti che<br />

poi avrà il futuro capolavoro: il protagonista<br />

che cerca di soffocare la propria ossessione,<br />

la bambina oggetto del desiderio, custodita<br />

da una madre distante dalla figlia ed ormai<br />

dalla vita. Scritto col solito stile raffinatissimo<br />

dell’autore, tutto è descritto con l’usuale ironia<br />

e delicatezza. Ottime le note del curatore e<br />

traduttore, che è proprio il figlio di Nabokov,<br />

che narra della genesi del libro, dei particolari<br />

del testo e delle varie difficoltà di traduzione.<br />

Consigliato a chi ha letto Lolita o intende farlo.<br />

Vladimir Nabokov<br />

Ada o ardore<br />

Stupendo romanzo che narra dell’amore<br />

tormentato tra due cugini fin dalla prima<br />

giovinezza. La storia offre all’autore riflessioni<br />

e svaghi personali che sfociano talvolta in<br />

luminosi esercizi di stile. Stile però ineguagliabile,<br />

frutto di una qualità lessicale e descrittiva<br />

sorprendente, che rende vivide immagini<br />

letterarie e non appesantisce tuttavia<br />

la lettura. Torna dunque il tema dell’amore<br />

proibito raccontato però come il più puro e<br />

lieve degli amori, che perdura immutato per<br />

la vita intera, racchiusa poi nel libro dai protagonisti<br />

stessi, mediante le rispettive memorie<br />

ed impressioni.<br />

Hanif Kureishi<br />

Il boudda delle periferie<br />

Gradevole libro sulla Londra anni ‘80 vissuta<br />

da un giovane ragazzo anglo-indiano e la sua<br />

particolare famiglia. Personaggi improbabili<br />

popolano il libro: un padre santone nel tempo<br />

libero, un amico rockstar, un fratello esteta, il<br />

marito dell’amica d’infanzia appassionato di<br />

gialli. Fornisce un divertente ritratto della città<br />

nell’epoca Punk.<br />

Arthur Schnitzler<br />

Beate e suo figlio<br />

Tormentata vacanza trascorsa da Beate e suo<br />

figlio. L’attaccamento morboso della madre<br />

a ragazzo, la porterà a compromettere la sua<br />

rispettabilità ed infine anche la cosa che più<br />

le sta a cuore, suo figlio. Il libro indaga, com’è<br />

solito fare Schnitzler, nella psicologia dei<br />

personaggi,rivelando i pensieri più intimi ed<br />

inconfessabili.<br />

Oliver Sacks<br />

Zio tungsteno<br />

Piacevole libro in cui l’autore narra della sua<br />

infanzia alle prese con gli elementi. Inserisce<br />

il tutto nel contesto storico e famigliare che<br />

rende la narrazione più scorrevole. La chimica<br />

e le sue applicazioni vengono presentate<br />

attraverso gli occhi affascinati di lui bambino,<br />

prendendo così i connotati romantici e<br />

fiabeschi che questa scienza ha sempre avuto.<br />

Ricco di interessanti e curiosi aneddoti, consigliato<br />

a chi di chimica si intende e a chi invece<br />

la guarda con diffidenza.<br />

Hermann Hesse<br />

Il lupo della steppa<br />

Il libro più maturo di Hesse, sia per tematiche<br />

che per lessico. Scritto infatti in età matura, rispecchia<br />

i tormenti di un uomo di mezza età<br />

nella società dei primi del novecento. Le molteplici<br />

nature del protagonista, umana, bestiale<br />

e molte altre ancora, arrivano al culmine<br />

visionario ed onirico alla conclusione del<br />

libro. Un libro da leggere con attenzione, facilmente<br />

infatti può essere frainteso, soprattutto<br />

il vero messaggio liberatore che l’autore<br />

vuole trasmettere. Una discesa nell’arte e nelle<br />

manie dell’uomo del Novecento.

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