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Diagnosi, trattamento e riabilitazione del paziente con ictus ischemico

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<strong>Diagnosi</strong> - <strong>trattamento</strong> e <strong>riabilitazione</strong> <strong>del</strong>l’<strong>ictus</strong> <strong>ischemico</strong>mortalità ospedaliera, pur complessivamente in calo, sembra peggiore nei centri <strong>con</strong> unnumero maggiore di casi (Biella e Molinette).Mediamente le raccomandazioni terapeutiche (in particolare farmacologiche) sono stateapplicate <strong>con</strong> maggiore facilità rispetto a quelle assistenziali e organizzative. In ambitofarmacologico anche raccomandazioni sulle quali non era stato messo in atto unospecifico sforzo implementativo (eparina) hanno avuto un significativo impatto. Sembrapotersi osservare che laddove il cambiamento coinvolga esclusivamente una decisioneprescrittiva da parte <strong>del</strong> medico, governabile attraverso l’aggiornamento e ladiscussione dei risultati di studi clinici, le probabilità di indurre un cambiamento sianopiù forti.Laddove invece il cambiamento comporti una modifica di assetti organizzativi, direlazioni formali tra diverse strutture ospedaliere (visita fisiatrica) o ancora incidano sucarichi di lavoro di figure professionali (infermieri) già pesantemente oberate di lavoro, ilcambiamento appare molto più difficile da ottenere.Una corretta interpretazione dei risultati merita altresì alcune <strong>con</strong>siderazioni di tipometodologico, ri<strong>con</strong>ducibili allo specifico disegno <strong>del</strong>lo studio e alla comparabilità <strong>del</strong>lepopolazioni nelle fasi precedente e successiva all’implementazione <strong>del</strong>le linee-guida:1) in due ospedali il periodo di osservazione è stato diverso nelle fasi pre e post,2) in tre ospedali il numero dei pazienti inclusi è stato ridimensionato rispetto a quantoera stato pianificato,3) i pazienti selezionati nel se<strong>con</strong>do periodo in studio presentano comorbidità maggiorie più gravi rispetto a quelli selezionati nel primo periodo4) nel primo periodo il numero di informazioni infermieristiche in cartella è risultatoinferiore rispetto a quelle disponibili nel II periodo5) la rappresentatività <strong>del</strong>la casistica nei centri varia tra il 38% di Biella al 14% <strong>del</strong>l’ASL4 di Torino6) malgrado lo sforzo di standardizzare i criteri di esclusione e la interpretazione <strong>del</strong>lecartelle cliniche differenze interpretative anche rilevanti tra i8 centri sonoassolutamente possibiliIl progetto, qui brevemente sintetizzato, ha rappresentato un’esperienzasignificativa nel progressivo cammino verso un’adozione sempre più ampia, diffusae <strong>con</strong>creta dei principi e <strong>del</strong>la pratica <strong>del</strong>l’Evidence Based Medicine e <strong>del</strong>l’EvidenceBased Health Care nelle Aziende Sanitarie partecipanti allo studio. L’adozione dispecifiche strategie di implementazione <strong>del</strong>le linee-guida e la messa in atto di unsistema di <strong>con</strong>trollo <strong>del</strong>la applicazione, hanno sicuramente rappresentato gli aspettipiù critici <strong>del</strong>l’intero progetto. In un <strong>con</strong>testo caratterizzato, a nostro avviso, più daluci che da ombre, è emersa la necessità per le Aziende di disporre di competenzeprofessionali e di risorse orientate ad un più efficiente impiego degli strumenti15

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