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Febbraio/Marzo 2012 - IPASVI - La Spezia - Laspezia.net

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scientifica che vede chirurghi espertissimi di undistretto corporeo ben definito, o internisti in gradodi agire su un organo determinato.Il rischio è che nella creazione di reparti sempre piùdedicati a un organo o un distretto, venga smarritala componente olistica, cioè la globalitàdell’individuo.Un esempio qualsiasi:curare un malato entrato peruna perforazione intestinale, e non saperlo poiseguire nel suo percorso post acuto perché gli altriproblemi che lo riguardano (diabete, Alzheimer,disagio sociale) non possono trovare tutte ospitalitànelle rigide divisioni tradizionali della sanità (noncerto e non solo spezzina, ma nazionale), diventauna vera impresa,non di rado impossibile.Un ospedale per intensità di cure ha la necessità difar crescere i propri professionisti nell’ambito diquesto progetto, costruendo le competenze delMedico Tutor e dell’Infermiere Referente.Il Medico Tutor dovrà parlare, e molto, col Medicodi base del malato, e con la famiglia; mentrel’Infermiere Referente dovrà agevolare queipercorsi che all’interno dell’ospedale fanno ladifferenza fra la rigida appartenenza ad una precisadivisione (‘’sono un ricoverato dellagastroenterologia’’) e l’appartenenza ad un‘’progetto di take care’’, del ‘’prendersi cura’’.Il cambiamento sarà lungo e dovrà, per quantoriguarda gli Infermieri, contare su altri passaggi:per essere in grado di svolgere questo compito, nonbasta certo un Infermiere Referente ma servonogli Infermieri Associati, che sulle 24 ore ed inassenza del Referente (che non è, per capirci, ilcoordinatore-capo sala, ma un clinico cui vengonoaffidati fino a un massimo di cinque malati daseguire) portano avanti le problematicheassistenziali.E soprattutto, serviranno più Operatori Sociosanitari, noti come OSS, la figura di supporto degliinfermieri in Italia, cui vanno trasferite lecompetenze igienico alberghiere per ‘’liberare’’ gliInfermieri dalle molte competenze oggi divenuteimproprie.I cambiamenti, lunghi, complessi, riguarderannotutti : l’ospedale diventa soprattutto un luogodi ricovero per i fatti acuti; ma ciò avviene solose aumentano la qualità e la quantità dell’assistenzasul territorio, aperta e operativa anche in fasceorarie oggi non attive; in questa partita il ruolo deiMedici di medicina Generale deve esserecentrale,fungendo da integrazione ospedaleterritorioed evitando ogni qual volta possibilel’accesso improprio alle strutture.Gli Infermieri saranno quelli più coinvolti nelcambiamento perché dovranno affrontare ilcambiamento (epocale) di una assistenza che oggiè vissuta per compiti (giro letti, visita,somministrazione terapia, preparazione operandi,ecc) e che diventerà soprattutto una assistenzadi tipo gestionale, organizzativo, in particolareper chi rivestirà il ruolo di InfermiereReferente,includendo il forte rapporto col e sulterritorio.I contatti col Medico Tutor per la ottimizzazionedei percorsi di cura all’interno del sistema sanitarioospedaliero, o ospedaliero- territoriale, avranno unavalenza molto importante per il contenimento delleattese (quindi dei costi), per il raggiungimento delrisultato atteso (la dimissione protetta del malato, ilrientro alle sue abitudini, o la garanzia di unpercorso di cure successivo alla ospedalizzazione).Sarà necessario affrontare questo cambiamento,che arriverà comunque- o prima o dopo - conmaggiori informazioni e competenze sultema: da parte nostra già nel 2011 abbiamoprodotto un corso ECM, che ha raccontatoesperienze già attive presso altre realtà italiane.Bibliografia di riferimento:-Intensità di cure e complessità dell’assistenza : idue nuovi paradigmi della organizzazioneospedaliera’’- A.Pignatto, C.Regazzo, P.Tiberi’’ suAgorà n° 44/2010-L’Infermiere nell’ospedale per intensità di cure’’,R.Raffaelli, Montecatini T., atti evento 2007<strong>IPASVI</strong> LA SPEZIA partecipa al programma di educazione sanitaria legato alla diffusione dell’uso di cinture e sedili disicurezza per i bambini,progetto educativo che il pediatra genovese Alberto Ferrando sostiene da anni.Ogni anno sono numerosi i bambini che subiscono conseguenze anche molto gravi dal mancato rispetto delle norme disicurezza quando sono trasportati in auto (sarebbe anche un obbligo di legge, come allacciare le cinture per un adulto, maricordiamo qui soprattutto l’aspetto preventivo).<strong>La</strong> forza di inerzia di un corpo che, a seguito di una brusca frenata o di un urto, non è trattenuto al sedile è incontenibile,e non può certo bastare l’abbraccio di una madre o zia: i colleghi in servizio nei pronto soccorso lo possono testimoniare,purtroppo,con facilità.I consigli: abituare all’uso sin dalla dimissione dal nido ospedaliero; usare l’esempio come momento educativo (allacciaresempre le cinture guidando, anche in città); mantenere un atteggiamento fermo al riguardo: se si muove l’auto, le cinturevanno sempre allacciate. Attenzione alle indicazioni dei costruttori nel primo anno di vita (rispetto del giusto orientamentodel seggiolino rispetto al senso di marcia, disattivazione air bag lato passeggero ecc).

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