Educare, <strong>educarsi</strong>, <strong>essere</strong> <strong>educati</strong>piuttosto primitivi che normalmente una ragazza non dovrebbe avere.Quel che è peggio, io più volte le ho detto se ha il ragazzo, visto che le sue compagne hanno incorso delle storie, e la sorella è già da due anni fidanzata. Lei mi ha detto che non ha tempo eche non le interessa. Io non ci ho fatto caso, ma in più di un’occasione ho ascoltato telefonatesentimentali con amiche un po’ troppo coinvolgenti anche nel linguaggio fino a che l’ho propriosorpresa sul divano di casa in atteggiamenti chiaramente troppo effusivi con una suacompagna di squadra, una ragazza maggiore tre anni rispetto a lei. Ho fatto finta di non averleviste, ora però mi chiedo che cosa debbo fare? Ha davvero una “storia”, è una specie di cotta,può <strong>essere</strong> solo infatuazione, che cosa debbo pensare? Ecco perché aveva lasciato il suogruppo e continuava a voler vedere solo le compagne di gioco e perché è così attaccata allasquadra.Che cosa debbo fare con Susanna di fronte a questi atteggiamenti chiaramente compromettenti etendenti ad un rapporto affettivo e esclusivo con un’altra ragazza come lei? Quali posizioni assumere?Ho accennato la cosa a mio marito e per tutta risposta ha detto che è una fase di attaccamento,sì morboso, ma anche comprensibile visto che nella squadra sono molto unite e se lo dimostranoanche con qualche gesto d’affetto e tenerezza. Non c’è da preoccuparsi, Susanna è una ragazzacome le altre e guarda i ragazzi, anzi è contenta quando a fine partita l’applaudono e qualche ragazzole fa pure i complimenti, lei sorride e accetta volentieri, invitandoli a far festa quando conla squadra festeggia qualche partita o torneo importante. A questo punto non so proprio comecomportarmi? Mi sento sola, mia madre capisce la situazione e si preoccupa per il futuro di Susanna,che sarà di lei se va avanti così? Ci siamo chieste, la ragazza accetta di <strong>essere</strong> donna con lecaratteristiche proprie della femminilità o desidera fare di tutto per <strong>essere</strong> uomo, rifiutando difatto la propria femminilità a iniziare dal vestire, dai modi di parlare e di ragionare, fino a chiarigesti affettivi con un’altra ragazza, gesti avvenuti addirittura sul divano di casa mentre stavanoguardando la TV, che cosa significa tutto ciò?L’analisi della situazione condotta da Alda evidenziava una tendenza in Susanna verso le persone delproprio sesso e una spiccata volontà di assumere modi di vivere tipicamente maschili. Tutto questo avevadue risvolti <strong>educati</strong>vi: da un lato era approvata dal padre che la incoraggiava per i buoni risultati sportivie la sua capacità di manifestarsi all’esterno nella passione calcistica. Riguardo alla parte affettiva conun’altra ragazza, il padre minimizzava l’accaduto mettendolo in una sorte di evoluzione dei rapporti neiquali aveva ancora una volta un certo peso lo stesso evento sportivo che faceva incontrare e fraternizzaretra ragazze. Come muoversi in questa vicenda <strong>educati</strong>va?9.7 L’evoluzione del progetto donnaEra necessario esaminare il percorso <strong>educati</strong>vo condotto da Susanna negli anni della sua crescita. Vi eranostate delle difficoltà d’intesa, nei problemi inerenti a fatti o circostanze che avevano influitosull’educazione della ragazza? Sul momento Alda non ricordava, anzi affermava di aver seguito alla stessamaniera le due ragazze. Entrambe collaboravano nell’assunzione delle “regole” che venivano loroconsegnate, in particolare per le uscite e gli incontri con amici e compagne. Non aveva mai notato comportamentitrasgressivi o forme di contestazione di Susanna, da bambina era affettuosa con tutti, curavail proprio portamento e le piacevano vestiti colorati e ovviamente portava senza far storie la gonna. Orache cosa le è accaduto, si chiedeva la madre:dove ha preso questa tendenza così diversa da quello che una ragazza dovrebbe avereLa sua paura era quella che Susanna divenisse nel tempo dipendente dal gioco del calcio e dal rapporto58
Educare, <strong>educarsi</strong>, <strong>essere</strong> <strong>educati</strong>eccessivo e ossessivo con l’altra ragazza Manuela. Solo una paura o un sospetto ben radicato?Emergeva però un particolare interessante, Susanna nel tempo in cui divenne come si dice “signorina”,visse questa sua nuova condizione psico-fisica non con la gioia di sviluppare la propria femminilità, maquasi volendolo nascondere, come se ne avesse timore o non si sentisse sufficientemente sicura di sestessa. Fu in quell’epoca attorno ai dodici anni che imparò a giocare a calcio, quasi come un ragazzo,immettendovi una notevole dose di combattività e d’impegno per dimostrare anche a se stessa di <strong>essere</strong>in grado di competere addirittura con i maschi. Le sue prime partite avvenivano nel gruppetto del catechismopresso l’Oratorio e lei ne parlava con soddisfazione, specialmente quando le riusciva di superarequalche ragazzo nel gioco e nel fare goal. Sul momento la competitività sembrava assolutamente tranquilla,anziché praticare danza, o volley, più tipicamente femminili, Susanna si era buttata nel calcio. Neltempo però evidenziava una cura eccessiva per mostrare di se stessa non immediatamente le caratteristichedi un corpo femminile in crescita, vedi il discorso dei capelli e del trucco, ma le prestazioni più atletichetipiche di un ragazzo.La madre ricordava come andava fiera del fatto che quando facevano le corse per allenamento lei riuscivaa superare anche tanti ragazzi, così come nel correre in bicicletta, altra sua piccola passione, arrivavaprima dei suoi compagni. Di questo si vantava e il padre ne era soddisfatto e le diceva chiaramente: “Èmeglio di un maschio”. Proprio quello che Susanna voleva sentirsi dire. In parallelo lasciava i vestiti tipicidella ragazza per indossare jeans, camicie e magliette senza alcun bracciale o altro segno estetico. Anzi avolte criticava le compagne perché erano troppo attaccate a queste cose come se dovessero mettersi inmostra per farsi piacere.Nel suo progetto di vita come aveva fatto a incontrare Manuela fino a esserne così attaccata? Difficileuna risposta, certamente Manuela era di carattere e personalità molto forte. Aveva teorizzato, anchemediante qualche interesse culturale, che quello che più conta non è avere una persona dell’altro sessoper costituire vita di coppia, ma una persona a cui voler bene, una persona che ti faccia sentire importantee che sia in grado di ascoltare, partecipare e comunicare alla tua vita. Anzi si comportava in modomolto arrendevole e bisognoso di ricevere affetto e tenerezza e questo faceva scattare in Susanna il desideriodi starle accanto, di <strong>essere</strong> la sua compagna con la quale int<strong>essere</strong> una profonda relazione.A Susanna andava bene Manuela con la quale non vi erano solo le “effusioni” del divano, ma anche lunghidialoghi sia telefonici sia via internet con i quali si comunicavano le proprie esperienze quotidiane ele confidenze tipiche dell’età. Certamente ringraziava Manuela perché le dava tanta attenzione el’aiutava ad affrontare la vita con maggiore carica specialmente a scuola. Tra l’altro Susanna frequentavail liceo psicopedagogico con discreti risultati ma anche dimostrando incostanza negli studi e nei propridoveri casalinghi. Chiara dimostrazione dell’instabilità caratteriale e umorale della ragazza con la necessitàdi trovare sicurezza affettiva e partecipazione alla sua vita. Manuela, di qualche anno maggiore, ledava consigli e spiegazioni sulle vicende della vita dimostrando padronanza di sé, scioltezza nel discorreree preparazione culturale.9.8 Le rivalità femminiliChe cosa legava Susanna a Manuela di cui ora conoscevamo molto più di qualche gesto di eccessiva intimità?La domanda assillava Alda e non riusciva a ben comprendere. Lei si chiedeva perché la ragazzanon parlasse delle sue situazioni extra sportive in casa, non riusciva a darsene una spiegazione. Sicuramentenel rapporto con Manuela molto intenso il bisogno di confidenza, la necessità di un confrontocon una ragazza, tra l’altro più adulta, che offriva conferma e protezione contro ogni avvenimento econdizionamento, verso una condotta di vita negli schemi della femminilità in evoluzione. Non c’eradubbio, Manuela era entrata nella vita di Susanna interpretandone il bisogno principale: trovare un affettosicuro in una persona che non giudica ma incoraggia a proseguire il cammino intrapreso. La forte59
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