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tica del nome ebraico, riflette esattamente<strong>il</strong> verbo egiziano mrj, “amare”(copto merit, “amato”).Maria equivale ad “amata”, “amore”(immagine che ben si addice alla concezionecristiana di “madre di Dio”).Sul piano linguistico-formale Maryam èformato dal radicale egizio dell’amore(l’aratro, la zappa), con l’aggiunta delsuffisso diminutivo femmin<strong>il</strong>e ebraicoam (Maryam, dunque, come <strong>il</strong> nostroMariella…). Quanto alla struttura originariadi Merit, nulla può dirsi di certodell’altro elemento onomastico, che alludevaa una divinità egiziana. E’ possib<strong>il</strong>e,tuttavia, che Maria sia l’ipocoristicodi Marianna, altro nome femmin<strong>il</strong>eoggi largamente diffuso e che non è affatto– come può credersi – un compostodi Maria e Anna, bensì un personaleindipendente che, attraverso <strong>il</strong>greco Mariàmne, risale all’egizio mrjimn(in copto Merit Amun), cioè “amato,amata da Ammone”, <strong>il</strong> dio imperialetebano che vale propriamente <strong>il</strong> “nascosto”(imn) e che ha lasciato tracciaprofonda nell’onomastica del N<strong>il</strong>o.Per una fatalità storica, <strong>il</strong> nome femmin<strong>il</strong>epiù amato dalla cristianità riassumee conclude idealmente la nozione egizianadell’amore, nozione che ha perciòtrasmesso alla cultura moderna unduplice segno, linguistico (<strong>il</strong> termineamore) e teologicamente onomastico (<strong>il</strong>nome di Maria).Le vie della storia sono davvero imperscrutab<strong>il</strong>i:trem<strong>il</strong>a anni ci separano dall’etruscoAminth e trem<strong>il</strong>a anni sono occorsiperché si restaurasse f<strong>il</strong>ologicamentela matrice dell’amore, che tantoha informato di sé la cultura religiosadel cristianesimo: dalla simbologia della<strong>Grande</strong> Madre mediterranea (conclusadalla figura di Iside col bimbo Horustra le braccia, vera prefigurazione dellaMadonna col piccolo Gesù) alla maternitàdivina del cristianesimo <strong>il</strong> passoè stato lungo, ma coerente. L’amore èsempre stato personificato in formafemmin<strong>il</strong>e (conformemente alla concezioneginecocratica della Shakti, la“Forza”, ovvero natura naturans, che –in quanto manifestazione – è ‘femmin<strong>il</strong>e’).Dalla funzione naturalistico-fecondatricea quella sublimata e dichiaratamentespirituale non c’è soluzione di continuità,scarto ontologico: a tutti i livellidel Reale l’energia dell’amore fecondadà vita, sia sul piano materiale (la materiaè “precipitato” dello spirito) chesu quello animico, fino alla trasfigurazionemariana.Ma se Maria è la <strong>Grande</strong> Madre dellanostra cultura cristianizzata, anche inEgitto l’amore fu personificato, a livelloteologico, nella complessa figuradella dea Hathor.(continua)rassegna stampaattualitàVOCE DEL GRANDE ORIENTE NELLA GIORNATA DEL RICORDOFoibe: Raffi (GOI),“giornata ricordoriscatta paese daomertà ideologica”Roma 10 febbraio 2009 – ‘’L’istituzione dellaGiornata del Ricordo finalmente riscatta<strong>il</strong> nostro Paese dall’omertà ideologica cheha occultato la pulizia etnica perpetratacontro gli italiani alla fine della seconda Guerra Mondiale e ristab<strong>il</strong>iscela verità storica’’. Lo ha detto l’avvocato GustavoRaffi, Gran Maestro del <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia di Palazzo Giustiniani.‘’I soprusi di cui furono vittime gli italiani d’Istria, le violenze,le um<strong>il</strong>iazioni e le prevaricazioni che migliaia di italiani indifesidovettero subire, siano anche l’occasione – ha aggiunto –per ricordare i valori di dignità della persona, di rispetto dellavita e dei diritti umani’’.‘’Questa giornata sia allora di monito – ha concluso <strong>il</strong> GranMaestro Raffi – affinché mai più in Europa e nel mondo si consumie si giustifichi l’atrocità della ‘’pulizia etnica’’, negazionedella vita umana, dell’identità e della libertà dei popoli. Tantopiù ora che la democrazia e la libertà nel rispetto della multiculturalità,della multietnicità e della multireligiosità sono assurtia valori fondanti dell’integrazione europea’’.numero 4-5 / 2009Il monumento collocato all’ingresso della “foiba” di Basovizza21

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