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GENOVESE Elisabetta. La valutazione del ... - Biblioteca Medica

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in questi casi appare significativamente ridotta rispetto a quelladei soggetti normali a intensità corrispondenti. Questo tipo dicomportamento è facilmente comprensibile se si tiene conto <strong>del</strong>fatto che la configurazione pantonale <strong>del</strong>la perdita uditivariflette una degenerazione recettoriale distribuita in modoabbastanza uniforme lungo la partizione cocleare. Si potrebbequindi ipotizzare che, alle elevate intensità di stimolazione,alle quali il reclutamento è massimo, la dinamica di generazione<strong>del</strong>la risposta non si discosti in maniera sostanziale da quellache si verifica in un orecchio normale.Nelle ipoacusie cocleari la cui configurazione tonale mostra unandamento in discesa, la latenza <strong>del</strong> potenziale di azione <strong>del</strong>nervo appare aumentata rispetto ai soggetti normali e la rispostamostra una morfologia di tipo “largo”. Il riscontro di questecaratteristiche può essere spiegato tenendo conto <strong>del</strong> fatto che lastimolazione acustica attiva preferenzialmente componenti <strong>del</strong>lapartizione cocleare con frequenza caratteristica minore. Neconsegue, da una parte una riduzione <strong>del</strong> grado di sincronizzazione<strong>del</strong>la scarica <strong>del</strong>le fibre nervose in risposta alla stimolazioneimpulsiva, dall’altra una maggiore latenza di attivazionederivante sostanzialmente dal tempo richiesto dall’onda viaggianteper attivare unità con bassa frequenza caratteristica.In realtà, il riconoscimento di questi due possibili quadrielettrococleografici nelle ipoacusie di origine cocleare conpotenziale di azione presente, costituisce solo unaapprossimazione utile a fini operativi. Di fatto, la perditarecettoriale non è quasi mai uniforme lungo l’intera partizionecocleare, potendo presentare anzi caratteri di grande variabilità.Ne consegue che la morfologia come pure i parametri checaratterizzano la risposta neurale, spesso non possono esserericondotti a schemi unici o comunque fissi e deve essere quindiposta estrema cautela sia nella formulazione <strong>del</strong>la diagnosi sianella indicazione <strong>del</strong> grado di perdita uditiva.Elettrococleografia e patologie a carico <strong>del</strong> SNCUno degli aspetti che emerge dall’analisi <strong>del</strong>le risposteelettrococleografiche consiste nella notevole dispersione dei datirelativi all’ampiezza <strong>del</strong> potenziale microfonico e, in misuraminore, <strong>del</strong> potenziale di sommazione e <strong>del</strong> potenziale di azione.Sebbene non sia stata condotta una analisi statistica volta allaidentificazione di una specifica distribuzione dei parametri <strong>del</strong>lerisposte in qualche modo correlabile con variabili precise, ildato che emerge è quello di un elevato riscontro di risposte diampiezza elevata in pazienti con possibili lesioni <strong>del</strong> sistemanervoso centrale riconducibili a patologie di vario genere.L’aumento riguarda in particolare il potenziale microfonico chepuò raggiungere ampiezze notevolmente elevate. Si può ipotizzareche le osservate differenze <strong>del</strong>l’ampiezza <strong>del</strong>le risposte rispettoal normale possono essere attribuite a un alterato controllo daparte <strong>del</strong>la corteccia cerebrale sul sistema efferente olivococleare,con conseguente facilitazione <strong>del</strong>l’attività contrattile<strong>del</strong>le cellule ciliate esterne. Dal momento che è dimostrato chel’attivazione <strong>del</strong> sistema efferente in condizioni fisiologichedetermina una ridotta frequenza di scarica nelle fibre afferentied essendo noto che le fibre efferenti prendono contatto7

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