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Edgar Morin Introduzione al pensiero complesso Gli strumenti per ...

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RECENSIONI&REPORTS recensioneparcellizzazione del sa<strong>per</strong>e che non <strong>per</strong>mette più di leggere leinterconnessioni tra le discipline; in più t<strong>al</strong>e attitudine haportato anche <strong>al</strong>l’atomizzazione esas<strong>per</strong>ata dell’umano nellarelazione con gli <strong>al</strong>tri e con il mondo, sviluppando una re<strong>al</strong>tà<strong>al</strong>l’interno della qu<strong>al</strong>e si articolano in maniera contraddittoriauno “sviluppo” tecnico‐scientifico e una “barbarie” mor<strong>al</strong>e esoci<strong>al</strong>e (si sente, in <strong>al</strong>cune espressioni dell’o<strong>per</strong>a, una ton<strong>al</strong>itàa volte esplicita a volte occulta della tradizione post‐hegelianadella Scuola di Francoforte). In effetti, in più punti, a esseretematizzata è la questione della ragione, della razion<strong>al</strong>ità, dellarazion<strong>al</strong>izzazione. Se «la ragione corrisponde a una volontà diavere una visione coerente dei fenomeni, delle cose edell’universo» (p. 69) è pur vero che essa può condurre da un lato<strong>al</strong>la razion<strong>al</strong>ità che «è il gioco, è il di<strong>al</strong>ogo incessante tra lanostra mente che crea delle strutture logiche, che le applica <strong>al</strong>mondo, e questo mondo re<strong>al</strong>e» e che «non ha mai la pretesa diesaurire in un sistema logico la tot<strong>al</strong>ità del re<strong>al</strong>e» (pp. 69‐70) ed<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro <strong>al</strong>la razion<strong>al</strong>izzazione che invece «consiste nel volerrinchiudere la re<strong>al</strong>tà in un sistema coerente» a t<strong>al</strong> punto che«tutto ciò che, nella re<strong>al</strong>tà, contraddice quel sistema coerenteviene scartato, dimenticato, messo da parte, visto come illusioneo apparenza» (p. 70). La razion<strong>al</strong>izzazione includente/escludente èdescritta da <strong>Morin</strong> nei termini di una vera e propria patologiadella ragione e contro questa m<strong>al</strong>attia degenerativa, l’unicaterapia efficace è quella che si fonda su una nuova considerazionedel problema della “complessità”.Secondo <strong>Morin</strong> sono state due in un primo momento le “brecce” chehanno posto le basi <strong>per</strong> la fine dell’”intelligenza cieca” e della“patologia della razion<strong>al</strong>izzazione” ed esse sono «la brecciamicrofisica [che] rivelò l’interdipendenza del soggetto edell’oggetto, l’introduzione dell’<strong>al</strong>ea nella conoscenza, ladereificazione della nozione di materia, l’irruzione dellacontraddizione logica nella descrizione empirica» e «la breccia194

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