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Edgar Morin Introduzione al pensiero complesso Gli strumenti per ...

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S&F_n. 6_2011macrofisica [che] unì in una stessa entità i concetti fino a quelmomento assolutamente eterogenei di spazio e di tempo e infransetutti i nostri concetti non appena venivano trascinati oltre lavelocità della luce» (pp. 14‐15). A partire, dunque, d<strong>al</strong>la fisicadelle particelle e della relatività è cominciata a s<strong>al</strong>tarel’attitudine disgiuntiva e riduzionista propria del <strong>pensiero</strong>semplificante e si sono contemporaneamente poste le basi <strong>per</strong> unacomprensione e definizione della “complessità”. In questo sensoveri e propri fondamenti del “<strong>pensiero</strong> <strong>complesso</strong>” sono tuttequelle teorie scientifiche che non hanno smesso di scardinare lecertezze quiete ma riduttive della nostra intelligenza classica.In primo luogo la cosiddetta “teoria dei sistemi” <strong>per</strong> la qu<strong>al</strong>e il“sistema” è un “tutto” che non rappresenta semplicemente la sommadelle parti ma ancor di più l’applicazione di questa teoria aicosiddetti sistemi viventi attraverso l’utilizzazione del “secondoprincipio della termodinamica” secondo il qu<strong>al</strong>e l’entropia di unsistema isolato lontano d<strong>al</strong>l’equilibrio termico tende adaccrescersi fino a che l’equilibrio non è stato raggiunto; apartire da ciò si è sviluppata la contrapposizione, fondament<strong>al</strong>e<strong>per</strong> il “<strong>pensiero</strong> <strong>complesso</strong>”, tra “sistema chiuso” in cui loscambio tra materia ed energia è nullo e “sistema a<strong>per</strong>to” in cuilo scambio continuo produce un equilibrio meta‐stabile e maidefinitivo; in questo senso la re<strong>al</strong>tà non è più da immaginare comeuna compresenza, una giustapposizione di elementi differenti cheentrano in relazione ma come una tot<strong>al</strong>ità “ecologica” che sicostituisce costantemente attraverso lo scambio tra “sistemia<strong>per</strong>ti” e ambiente. In secondo luogo risulta fondament<strong>al</strong>e la“teoria dell’informazione” che <strong>per</strong>mette di cogliere la complessitàdella relazione meta‐stabile di organizzazione/disorganizzazionedi un sistema, oltreché di porre le basi <strong>per</strong> la costruzione di unponte tra la re<strong>al</strong>tà fisico‐chimica e la re<strong>al</strong>tà biologica(l’esempio portato da <strong>Morin</strong> è quello classico ma fondament<strong>al</strong>e: ilDNA) senza <strong>al</strong>cuna forma di riduzionismo ma accrescendo le195

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